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Riassunto di Comunicazione digitale e social media, Appunti di Comunicazione di Massa

Riassunto completo di tutte le dispense del corso di Comunicazione digitale e social media

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 28/08/2021

Eugenia102
Eugenia102 🇮🇹

4.6

(83)

96 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto di Comunicazione digitale e social media e più Appunti in PDF di Comunicazione di Massa solo su Docsity! COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIAL MEDIA 1 La comunicazione è un processo che prevede la trasmissione di un’informazione a uno o più riceventi. Il termine deriva dal latino “communico” (conoscere, rendere partecipi). La storia della comunicazione si divide in quattro periodi : comunicazione orale, comunicazione scritta, comunicazione tipografica, comunicazione elettrica. Dalla comunicazione elettrica si arriverà con il tempo alla nascita e allo sviluppo della comunicazione elettronica (radio, televisione) fino alla nascita della comunicazione digitale (Internet e Web). Il Web nasce nel 1991 grazie a Tim Berners Lee, ricercatore al CERN. Fu lui il primo a pubblicare il primo sito Web online. Il 30 Aprile 1993 il CERN decise di rendere pubblica la tecnologia che stava alla base del Web. Sin dall’inizio il Web fu utilizzato per la pubblicazione di contenuti multimediali, come ad esempio testi, immagini, audio, video e ipertesti. Esso permetteva di scaricare programmi, applicazioni, dati e videogiochi. Inizialmente le informazioni pubblicate erano statiche, ovvero l’utente non poteva interagire con esse. Da qui nasce l’esigenza di evolvere il Web e si arriva al Web 2.0. Il Web 2.0 è un espressione utilizzata per indicare appunto l'evoluzione del World Wide Web rispetto alla condizione in cui si trovava precedentemente. Esso è costituito da tutte quelle applicazioni online che permettono un elevata interazione tra il sito web e l’utente, quindi applicazioni di tipo collaborativo, basate sulla user experience, come ad esempio blog, forum, chat, Youtube, Facebook, Twitter ecc. Il termine Web 2.0 fu introdotto nel 2004 da O’ Reilly Medianel, il quale dà questa definizione : “ Il Web 2.0 è un insieme di tendenze economiche, sociali e tecnologiche che formano insieme la base per la prossima generazione di Internet. Un più maturo e distinto mezzo caratterizzato dalla partecipazione degli utenti, dall’apertura e dagli effetti della rete.” L’evoluzione del Web 2.0 è strettamente legata al Web 3.0, dove si vuole sfruttare al meglio le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, il Web 3D e la realtà aumentata. 2. I Social Network iniziano a nascere nel 1997 grazie allo statunitense Ellison, il quale lanciò il sito SixDegrees.com con l’obiettivo di creare relazioni fra persone. Il termine “Social Network” fu invece coniato nel 2003, con la nascita di un nuovo sito: Friendster, il quale era in grado di mostrare le foto e il nome degli utenti. Offriva inoltre la possibilità di cercare le persone e di collegarsi insieme. Successivamente incominciò a svilupparsi MySpace, nato da Tom Anderson e Chris De Wolfe, con lo scopo di offrire ai giovani uno spazio in cui potevano esprimersi in totale libertà e creatività. My Space nasce nel 2003, offrendosi come una piattaforma in grado di far aprire ad ogni utente un blog, di giocare online o di guardare l'oroscopo. Successivamente, nel 2005 è stato venduto per 600 milioni di dollari alla News Corporation di Rupert Murdoch. Nel 2003 Reid Hoffman e altri membri di Paypal e Socialnet.com lanciano Linkeln. Si tratta di un social orientato al mondo del lavoro. Il profilo diventa un curriculum vitae dell’utente e le relazione che si instaurano sono prettamente professionali. Il 4Febbraio del 2004 nasce The Facebook, il social creato da Mark Zuckerberg. Il social si basava su profili creati con l’obiettivo di rimanere in contatto con le persone che si conoscono. Inizialmente Facebook non disponeva di molte funzionalità, ciò che lo rendeva famoso era la funzione di tagging nelle foto. Il 15 Luglio del 2006 nasce Twitter. Un servizio che permette di mandare brevi messaggi a gruppi di utenti. Il nome deriva dal verbo inglese to tweet (cinguettare). I tweet che contengono 140 caratteri vengono chiamati Twoosh. 3. Una rete sociale (Social Network) consiste in un gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami, come la conoscenza casuale, i rapporti di lavoro o familiari. Definiamo Social Media le tecnologie adottate per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio. I Social Media possono assumere diverse forme: forum, message board, wikis, podcast, immagini e video. Tipologie di Social: - Profile based social network: Incentrati sul profilo dell’utente (Facebook, Myspace). - Content based social network: Incentrati sui contenuti creati dagli utenti (Youtube, Flickr). - Business social network: Rivolti alla creazione e gestione dei network di tipo professionale (LinkedIn). Gmail è invece il servizio di posta che offre Google, mette a disposizione 15 GB di spazio gratuito. Il messaggio di posta elettronica è formato da 4 parti: ® Destinatario («A:» «To:») ® Oggetto (titolo del messaggio) ® Corpo deltesto ® Allegati Cc: Carbon Copy Bcc: Blind carbon copy ® Pec (posta elettronica certificata) 6. Il Blog è uno strumento di comunicazione digitale, permette a ogni utente registrato di dialogare con il web e con gli altri utenti. Esso è quindi uno strumento di confronto, condivisione e scambio di opinioni e di materiale multimediale. Sono pochissimi i passaggi che permettono di creare un sito personale, grazie alle piattaforme di blogging come wordpress, joomla, iobloggo. Elemento che caratterizza i blog sono i commenti. La differenza principale tra un blog e un sito web è che il blog ha una grafica più semplice, esso è composto da uno spazio centrale molto grande, il quale contiene i testi che vengono pubblicati in ordine cronologico; poi, è formato da una o due colonne laterali che contengono una breve descrizione, l'elenco dei link per accedere ad altri siti o blog. Inoltre, il blog è personalizzabile in base al template (la sua struttura grafica). Negli Stati Uniti i blog hanno generato dei veri e propri eroi di questo settore come ad esempio: Rebecca Blood, David Winer, Doc Searls, Dan Gilmore, Glenn Feishmann e J. D. Lasica, Aricanna Huffington. Il sito Censurati affronta il tema del diritto d’opinione. Un blog informativo è invece Istablog. In Italia si è invece sviluppato con il tempo la diffusione di blog locali e di tv di quartiere: esso viene chiamato fenomeno delle street television (vlog). 7. Il Web Journalism è il giornalismo su rete, i giornalisti on line chiamati anche web journalist sono professionisti che usano il web per fare informazione. Consigli giornalistici per la scrittura sul web di articoli o post: ® Linguaggio semplice ® Imparare a sviluppare una capacità di sintesi ® Vale la regola delle Cinque W (who, what, when, where, why) ® Primala notizia (3-4 righe), poi sviluppare i dettagli e Evitare avvermi di modo ® Evitare l’eccesso di aggettivi e Nonessere ripetitivi ® Uso della punteggiatura Un evento diventa notizia quando: Novità: un evento è nuovo e curioso Tempistica: se l'evento è recente ha maggiore probabilità di diventare notizia Negatività: le cattive notizie sono sempre ben considerate Localizzazione: in base al contesto l’evento può avere rilevanza locale o nazionale Tipo di persone coinvolte: se sono coinvolti politici o personaggi famosi Numero di persone coinvolte: più sono le persone coinvolte più aumenta la sua importanza Il gatekeeper, o guardiano del cancello, è colui che sceglie quali eventi diventeranno notizia. Le notizie sono quindi la ricostruzione del giornalista. Sono il frutto dell’incontro tra ciò che accade e chi decide di raccontare la situazione. Alla base di una notizia c’è sempre una fonte, la quale può essere primaria (diretta) o secondaria (indiretta). Tipi di distorsione della notizia: Esistono 4 tipologie: Partigianeria, Propaganda o manipolazione, Distorsione involontaria, Ideologia. ® Partigianeria: la distorsione intenzionale dei media legati ad una parte politica. ® Propaganda o manipolazione: la distorsione intenzionale e nascosta. ® Distorsione involontaria: è palese, deriva dal modo in cui viene organizzato il processo produttivo dell’informazione e dai criteri di rilevanza che presiedono alla selezione e alla costruzione della notizia. ® Ideologia: è una distorsione occula e involontaria, ogni notizia assume una particolare coloritura, esprimendo una deterimanata prospettiva. Vantaggi del Web Journalism: ® Revisione: è facile aggiornare, cambiare, modificare le informazioni digitali. ® Flessibilità: consente di rinnovare e ripubblicare dei contenuti di diverse testate con un orario più flessibile di pubblicazioni. ® Interattività: possibilità di poter leggere, ascoltare, vedere o condividere video. ® Multimedialità: possibilità di pubblicare post e news su più formati in tempo reale (testo, foto, video). ® Ipertestualità: possibilità di collegare link di rimando ad altri contenuti. * Aggiornamenti continui: possibilità di aggiungere funzionalità e dati in tempo reale. ® Consivisione: possibilità di condivisione sui Social Network. 8. La Web television o web Tv o tv digitale è il servizio di televisione fruita attraverso il web. Si basa sulla tecnologia dello streaming. Per poterla visualizzare in modo corretto è indispensabile una connessione a banda larga, come ADSL o vavo a fibre ottiche. La sua diffusione è data dopo il decreto del ministro della comunicazioni Paolo Gentiloni nel 2006, che ha dato le linee guida per lo sviluppo della televisione digitale in Italia. Altra.tv, fondato a Bologna nel 2004 da Giampaolo Colletti, è un osservatorio nazionale indipendente il quale si occupa di analizzare lo stato delle web tv. I dati acquisiti vengono diffusi attraverso un rapporto chiamato Netizen. Nel 2003 le web tv erano 36, nel 2009 439, nel 2012 circa 600. Il Lazio, la Lombardia e la Puglia sono le regioni con un numero più alto di Web Tv. Essa viene usata per il servizio di diretta streaming, il quale permette di trasmettere in tempo reale, attraverso il web, eventi, concerti, convegni ecc. Grazie allo sviluppo dei Social Network, la web tv diventa anche Social Tv, con la possibilità di diventare ancora più interattiva con i propri utenti tramite Facebook e Twitter. Youtube rimane comunque il principale sito di videosharing, ma un altro canale web di video sharing in fase di espansione è Vimeo. Regole della Web Tv: ® La ripresa deve essere di buona qualità ® Il video non deve essere artefatto, ma deve risultare spontaneo ® Nasce la figura del videomaker, colui che è in grado di ricoprire il ruolo di produttore, camerame, giornalista e operatore di montaggio. ® Le inquadrature possono essere fisse (statiche) o in movimento (dinamiche). Inferenza: è il processo con il quale da una proposizione accolta come vera si passa a una seconda proposizione la cui verità è derivata dal contenuto della prima. Inferire è quindi trarre una conclusione. Possiamo anche dire che in un testo documentato: ® Il testo molto denso è difficile da riassumere o da riscrivere ® Iltesto denso è più funzionale ® Il testo denso consente inferenze evidenti ® Il testo meno denso può essere riscritto con una certa facilità ® Iltesto meno denso è più piacevole da leggere, assomiglia a un argomento di conversazione ® Il testo meno denso invece consente inferenze, che sono ricavabili solo da chi conosce bene l'argomento Da ogni testo si possono trarre informazioni, dirette o indirette. Le informazioni possono essere giudicate più o meno importanti, ed è su quelle più importanti che si deve concentrare l’attenzione. Inoltre, esse possono essere anche di qualità diversa, anche se apparentemente sono le stesse. All’origine di ogni notizia c’è sempre la fonte che la trasmette. Fino a qualche decennio fa le fonti erano molto poche e il problema del giornalista era di riuscire a trovare un numero sufficiente di fonti in modo da poter scrivere qualcosa sul giornale. Oggi, la situazione è molto diversa, infatti sono tantissime le fonti e il problema che si riscontra è quello di selezionale e verificarle la massa di notizia in arrivo dalle fonti. Tipologia delle fonti: ® Ufficiali: organizzazioni e istituzioni che sono a monte del processo informativo. Esse provvedono gratuitamente o a pagamento a diffondere informazioni agli organi di stampa e a fornire i particolari degli eventi registrati per dovere d’ufficio. e Nonufficiali: quelle persone che sono state protagoniste o spettatrici di particolari eventi e quindi sono in grado di offrire una ricostruzione più o meno fedele. ® Primarie: sono le fonti tradizionali del giornalismo classico, cui il giornalista attinge direttamente, recandosi sul luogo dell’evento e prendendo appunti. ® Secondarie: sono le fonti di informazione più diffuse, sono costituite da una rete organizzata di strutture che forniscono notizie già selezionale al giornalista, il quale le utilizzerà effettuando ulteriori selezioni, rielaborazioni ecc. ® Fonti giornalistiche: o agenzie di stampa, le quali applicano alla notizia criteri omogenei a quelli redazionali. ® Fonti non giornalistiche: istituzioni, imprese, uffici stampa, politici, poliziotti, giuridici ecc. Le quali sono interessate a fornire informazioni che accrescono il loro prestigio o tutelano i loro interessi. ® Fonti confidenziali: rappresentate in genere da una persona nostra amica o di nostra fiducia. A queste fonti il giornalista concede di solito la protezione dell’anonimato. ® Fontiattive: sono quelle rispetto alle quali il giornalista non è cercatore ma cercato: il politico che vuole rilasciare dichiarazioni o intervise. ® Fonti passive: sono quelle che il giornalista va a cercarsi da solo e che spesso non hanno nessuna voglia di svolgere il ruolo di fonti. Le fonti vanno sempre citate, salvo casi eccezionali. Rischio della spirale: Su internet ci sono centinaia di siti giornalistici che offrono gratis notiziari spesso e volentieri di discreto livello. Questi siti attingono notizie dalle stesse fonti del giornalisti della carta stampata, della radio e della tv. In questo modo si crea una spirale in cui tutti attingono da tutti, e che ad ogni giro ci si allontana sempre di più dall’origine della notizia, rendendo sempre più incerta l’aderenza tra il fatto narrato e la notizia da esso generata. Qualche anno fa la Chartbeat, società di web analytics focalizzata sul mondo editoriale, si occupò di un’indagine che riguardava le percentuali di lettura da parte delle persone. In un articolo dal titolo “You Won't Finish This Article. Why people online don’t read to the end” (Tu non finirai questo articolo. Perché le persone non leggono online fino alla fine) sono stati pubblicati alcuni grafici di sintesi dai quali emerge che troppo spesso i lettori di una testata online non “scrollino” la pagina web. Questo risultato pone in evidenza il problema della eccessiva lunghezza delle homepage di molti quotidiani online. Dall’indagine è anche emerso che, mediamente, venga letto il 50% del contenuto testuale di un articolo, mentre molto di frequente vengono guardati nella loro integrità i contenuti che hanno la presenza di video e/o foto. Si tratta di un problema noto, mentre lo è di meno la causa. I fatti mostrano come elementi di multimedialità forniscano un contributo fondamentale alla lettura completa dei contenuti. Si afferma di frequente che la lettura online è veloce e che dunque gli articoli devono necessariamente essere brevi. Bisogna scrivere in maniera comprensibile, e nell’approfondire un tema fare in modo che il lettore non faccia sforzi per seguire. Questo è più semplice se ci limitiamo ad usare, per quanto possibile, solo le parole del vocabolario di base della lingua italiana. Ogni concetto andrebbe espresso una sola volta, bisognerebbe tagliare le cose inutili come gli avverbi e gli aggettivi. Uno dei metodi più seguiti per rendere un articolo interessante, tanto da portare il lettore a leggerlo fino alla fine, è quello della piramide rovesciata. Consiste nello scrivere all’inizio le informazioni più importanti, per poi passare a esporre i dettagli. Le domande a cui deve immediatamente rispondere un articolo nel mondo anglofono vengono indicate con le 5 W, che per comodità traduciamo anche in italiano: Who? (Chi?), What? (Cosa?), When? (Quando?), Where? (Dove?), Why? (Perché?). Il giornale cartaceo, anche in Italia, ha una storia antica: nel 1566 a Venezia nacque il primo mensile del mondo, “Notizie Scritte”. Nel tempo la tecnica di scrittura si è evoluta e adattata ai tempi, cambiando forme e modo di porgere le notizie. La prima vera rivoluzione nel mondo dell’informazione è nata con l’avvento della radio, e ancor più della televisione. Quello che invece ha letteralmente sconquassato il mondo dell’editoria tradizionale è stato l’avvento del web, che ha portato, per fornire un dato concreto dell’ Associazione stampatori giornali italiani, i quotidiani a diminuire le vendite nel periodo esaminato, che va dal 1990 al 2013, di circa il 45%. In numeri, si è passati da una media di circa 4.800.000 giornali venduti al giorno a 3.700.000. Tornando al tema, esistono ovviamente delle differenze nel modo di porgere le notizie tra i notiziari nati per cartaceo, web, tv e radio: normalmente il web è più stringato (per il problema della difficoltà del lettore a scrollare lo schermo di pc, tablet e smartphone cui abbiamo accennato). 12. Inizialmente era il taccuino il mezzo utilizzato dal giornalista, egli annotava gli eventi ai quali partecipava o che gli venivano raccontati, realizzava interviste, stendeva la prima bozza di quello che sarebbe stato il suo articolo. Poi di corsa in redazione, o a casa, per scrivere il pezzo secondo le misura assegnate, da dettare poi al dimafonista in una telefonata a carico del giornale. Il dimafonista era la persona che riceveva la telefonata, la registrva e poi trascriveva quanto ricevuto direttamente alle linotype per renderlo disponibile ai redattori per la correzione e la titolazione. Nella dettatura bisognava essere molto attenti, parlare sillabando e componendo le parole con nomi di città. Negli anni ‘80, ma soprattutto nei ’90, subentrò il fax, e il dimafonista cominciò ad essere usato solo nelle situazioni in cui il cronista era impossibilitato a trasmettere con quello strumento. Con l’avvento di internet e della mail, e ancor più grazie ai primi smartphone, è poi definitivamente scomparso. Le foto a corredo degli articoli, quando previste, erano scattate dai fotografi della redazione. Per la trasmissione nelle sedi di stampa dei giornali, senza andare troppo lontano nel tempo, fino all’avvento del digitale era in uso la telefoto. Era un L’ufficio stampa, infatti, può essere indispensabile in vari contesti: all’interno di un’azienda per promuovere i suoi prodotti, all’interno dell’organizzazione di eventi per divulgare e far conoscere date delle manifestazioni, programmi ed ospiti speciali, è importante per associazioni, enti o istituti. Organizzare e gestire seriamente un ufficio stampa comporta grosse competenze e professionalità, affinchè la realizzazione di comunicati stampa e la loro diffusione possa ottenere i risultati previsti. Scrivere e divulgare i comunicati stampa è solo una delle tantissime attività previste. Tra le varie attività troviamo: preparare la lista dei contatti ed aggiornare la mailing list, raccogliere tutte le informazioni e le novità sull'evento o sul prodotto che si vuole promuovere ed infine mantenere i contatti con i media di riferimento. La gestione di un ufficio stampa può avvenire internamente se è gestita dai dipendenti stessi, o può essere affidata esternamente ad agenzie di comunicazione. I punti da tenere sempre presenti per gestire al meglio un ufficio stampa: ® Documentarsi in modo approfondito sull’azienda che si deve promuovere e sui suoi prodotti. ® Preparare una lista di contatti completa (delle testate giornalistiche, delle persone, degli uffici, degli enti, delle aziente a cui si deve inoltrare il comunicato stampa). ® Predisporre un piano di gestione dell’invio dei vari comunicati stampa, che sarà utile per fornire un quadro generale e completo di date e scaletta degli argomenti da divulgare. ® Valutare con attenzione le date di invio dei comunicati stampa a testare giornalistiche, ricordando la periodicità della testata, si dovrà valutare la periodicità di pubblicazione ovvero se si tratta di quotidiani, settimanali, mensili o bimestrali. Mailing list: è la lista dei contatti a cui verrà inviato il comunicato stampa. Importantissimo è prepararla in modo completo, aggiornato e attendibile. I principali media da prendere in considerazione per l’invio del comunicato stampa sono: ® Agenzie di stampa ® Quotidiani nazionali/regionali ® Settimanali e mensili non specializzati (che hanno rubriche sull’argomento o che potrebbero essere interessati al tema) ® Stampa specializzata (settimanali, mensili, bimestrali) ® Radio (emittenti nazionali/locali) ® Retitelevisive nazionali/locali Internet (siti specialistici, blog ecc.) In passato lo strumento principale per l’invio del comunicato stampa era il fax, oggi, è la posta elettronica. Gli strumenti di lavoro principali sono: computer, collegamento a internet, posta elettronica, fax, telefono. Il comunicato stampa è un breve testo che deve fornire al destinatario le informazioni necessarie per poter conoscere e divulgare la notizia. Per questo motivo è di fondamentale importanza che: Il contenuto dovrà essere convincente e chiaro, dovrà incuriosire il destinatario La scrittura deve essere ortograficamente corretta Bisogna organizzare il contenuto per blocchi Bisogna curare l’aspetto grafico per quanto riguarda intestazione, margini, interlinea, corpo del testo Bisogna spedire insieme al comunicato adeguato materiale fotografico, in quanto l'abbondanza del materiale fornito incrementa le possibilità che esso venga pubblicato Inserire nel comunicato stampa i nostri dati o quelli dello studio, agenzia o anzienda per cui lavoriamo; in modo che il destinatario possa contattarci per richiedere ulteriori informazioni Inviare il comunicato stampa al giusto destinatario e non ad un indirizzo generico Dopo alcuni giorni dall’invio del comunicato stampa bisognerà effettuare il recall, ovvero richiamare telefonicamente le persone a cui abbiamo inviato il comunicato per sapere se lo hanno ricevuto, e nel caso rispedirglielo. Il piano stampa operativo è fondamentale per organizzare le varie fasi di lavoro di un ufficio stampa. I principali fattori e aspetti da tenere in considerazione sono: destinatari: quali testate giornalistiche? definire il target a cui ci si vorrà rivolgere con la nostra attività di ufficio stampa, e quindi quali testate giornalistiche dovremo contattare argomenti definire e pianificare gli argomenti che tratteremo nei nostri comunicati stampa. strumenti individuare ed organizzare tutti i nostri strumenti per divulgare la nostra attività di ufficio stampa pertanto scrittura dei comunicati stampa, organizzazione di conferenze stampa e presentazioni, cartelle stampa, materiale multimediale da rendere disponibile ai colleghi. tempistica fissare delle scadenze entro le quali inviare i comunicati stampa, differenziandoli come prima evidenziato in funzione della periodicità della testata. Per gestire bene un ufficio stampa non bastano solo ed esclusivamente tutte le caratteristiche sopra citate. Un aspetto fondamentale è la capacità di intrattenere un efficace rapporto umano con il collego con il quale interagiamo. In questo modo le nostre capacità di socializzazione diventano di primaria importanza. Al fianco dell’attività di comunicazione istituzionale, che è propria dell’ufficio stampa di un Ente pubblico, esiste nel mondo della Pubblica amministrazione anche la possibilità di applicare principi del brand journalism. La definizione che il professor Roberto Zarriello offre nel suo libro dal titolo, appunto, “Brand journalism” : “Tipo di giornalismo che si occupa della comunicazione di tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo fondamentale di informare i lettori sulla storia dell’azienda attraverso gli strumenti e le regole proprie del professionista che opera nei mass media”. Ricorriamo al testo del professor Zarriello per definire le differenze tra addetto stampa e brand journalist : “Il primo deve generare interesse in media già esistenti;il secondo, invece, pubblica direttamente sul brand magazine e si occupa non solo della scrittura del contenuto ma anche della sua diffusione e di generare traffico su di esso”. Vediamo come la città metropolitana di Bologna, attraverso la sua rete civica denominata Iperbole, abbia saputo dar vita ad uno strumento che è riuscito ad amalgamare in modo efficace comunicazione pubblica, servizi online e brand journalism applicato alla Pa e che, allo stato, vede anche più di 120mila accessi quotidiani in occasione di eventi. L’inizio della diffusione dell’uso della rete internet tra la popolazione vide, negli anni ’80, nascere negli Stati Uniti le prime freenet basate su Bbs (Bullettin board system, ovvero sistemi di bacheca elettronica attraverso i quali computer remoti potevano collegarsi ad un server centrale per prelevare o condividere risorse), attraverso le quali si cominciava ad avviare un’interazione all’interno delle comunità e tra cittadini ed amministrazione pubblica. Un esempio di successo fu quella dell'ospedale di Cleeveland, nata per consultazione online su problemi medici. La prima a nascere in Italia, essendo tra le prime in Europa, fu Iperbole, la rete civica della città di Bologna. Iperbole è stata capace di svilupparsi in modo esponenziale offrendo un tipo di interazione ben superiore a quella definita sul sito che si occupa di Paq (Pubblica amministrazione di qualità). Iperbole ha avuto un ruolo determinante, facendo sì che non solo i cittadini ma anche i non pochi studendi e turisti si sentissero avvolti e coccolati, con punti certi di riferimento per la risoluzione di qualsiasi problematica. I servizi di Iperbole: Marcare un file di testo significa aggiungere degli identificatori htm (o TAG) in modo che il file possa essere letto dalla rete e sul proprio pc/tablet/cellulare da un programma chiamato Broswer come ad esempio Chrome e Firefox. Gli identificatori sono parti di codice racchiuse tra i simboli “<” e “>”. I Browser leggono gli identificatori quando formattono i files html sullo schermo. I documenti disponibili sul World Wide Web sono file html. Gli identificatori di html specificano attributi di testo, inseriscono nel testo file grafici, audio e video e creano collegamenti ipertestuali e schede. L'ipertesto è la caratteristica più importante del linguaggio html: indica che qualunque parte di testo o grafica può essere collegata a un altro documento html, all’interno dello stesso sito o su un sito esterno (il cosiddetto ‘link’), o anche a un contenuto che può essere un documento word, un video, un’immagine, un pdf. Il linguaggio html fu messo a punto nel 1990 al Cern di Ginevra da Tim Berners-Lee e Robert Caillau. La pagine era ospitata da un server con 8 megabyte di RAM, 256 megabyte di hard disk e un processore a 25 MHz. Oggi, nemmeno il cellulare più scadente ha questo hardware! Il Browser sul pc invia richieste di file html ai server remoti su Internet usando indirizzi chiamati URL (Uniform Resource Locator), in poche parole l’indirizzo del sito. Come si scrive l’insieme di tag e contenuti che compone un file html? Per realizzare quelli più semplici basta il più banale dei programmi disponibile su ogni pc, tablet, smartphone: il block notes: i file in html sono infatti esclusivamente file testuali. È facilmente immaginabile che dal 1990 ad oggi il linguaggio si sia evoluto: oggi siamo all’html5, è stato introdotto 1’ XML, (sigla di eXtensible Markup Language), che è un linguaggio marcatore basato su un meccanismo sintattico che consente di definire e controllare il significato degli elementi contenuti in un documento o in un testo, e che tra l’altro è diventato lo standard per la Pubblica Amministrazione (per esempio le fatture elettroniche. Sono stati introdotti i CSS (Cascading Style Sheets, in italiano fogli di stile a cascata), un linguaggio usato per definire la formattazione di documenti html, Xhtml e XML, ad esempio i siti web e relative pagine web. In dettaglio attraverso il CSS si stabiliscono le pagine che compongono quel sito internet o che richiamano inizialmente quel foglio di stile, l'aspetto esteriore del sito web: per esemplificare: carattere del testo, grandezza di titoli e contenuti, colore e aspetto grafico della pagina. Un vantaggio enorme quello di inserire tutto l'aspetto grafico di una pagina internet semplicemente inserendo qualcosa come piuttosto che una serie di comandi singoli di formattazione. Una fatica che nel Cms è addirittura evitata, essendo i fogli di stile inglobati a monte da chi progetta il Cms. Le prime regole per comporre i CSS sono contenute in un insieme di direttive emanate a partire dal 1996 dal W3C, ovvero il World Wide Web Consortium, organizzazione non governativa internazionale fondata il 1 ottobre 1994 proprio da Tim Berners-Lee che ha come scopo quello di sviluppare tutte le potenzialità del World Wide Web. Oggi la maggior parte dei siti internet è gestito dai CMS (Content Management System, in italiano sistema di gestione dei contenuti). Si tratta di uno strumento software che viene installato su un server web ed ha un compito fondamentale: quello di facilitare la gestione dei contenuti di siti web, svincolando il webmaster da conoscenze tecniche specifiche di programmazione. Chi oggi vuole comunicare attraverso la rete, deve conoscere il significato di alcuni dei tag del linguaggio html. Ci sono dei tag di base che sono rimasti immutati negli anni: Il codice che ci permette di avere una pagina bianca dove, in alto al centro, è scritto “Questa è la mia prima pagina”: <htmb> <head> <title>Prima pagina in htm]</title> </head> <body> <center>Questa &egrave; la mia prima pagina</center> </body> </htm> Da questo esempio si nota subito che i tag, ovvero i marcatori racchiusi tra “<” e “>” sono scritti tutti una volta senza ed una seconda volta con il segno “/”. Significa semplicemente che che abbiamo terminato il titolo. Gli altri indicatori invece indicano: e <htmb>:Il browser sa che deve prepararsi a leggere e interpretare una pagina html, alla fine della pagina nella forma </html> indica invece al browser che il documento html è finito. ® <head>: Inizia lìintestazione della pagina e verranno inseriti qui i meta tag, che sono dei tag html finalizzati a fornire informazioni aggiuntive su un documento ipertestuale. Quello che apparirà come <body> : Indica al browser che qui inizia la parte di pagina che l’utente vede a video, il comando </body> ne indica invece la fine e precede </html> che indica invece la fine del documento. <center> : Abbiamo usato un primo comando di formattazione dicendo al browser di centrare il nostro testo. Non bisogna però dimenticare di indicare quando questo effetto deve terminare, si utilizza </center>. «3» e nella pagina web viene scritto nella forma “&egrave”, in quanto gli insiemi di caratteri usati nel web cambiano da nazione a nazione, si è deciso di scrivere la è accentata nel formato universale. I comandi di base: ® <h(n)> intestazione: (n) può avere un valore da 1 a 6, dove per il motore di ricerca 1 è la più importante, 6 quella meno. ® <b> testo in grassetto (dall’inglese bold) ® <u> testo sottolineato (underlined) ® <i> testo corsivo (italic) ® <center> testo centrato e <left> testo allineato a sinistra ® <br>testo a capo (break) ® <p>inizia un nuovo paragrafo e <big> aumenta la dimensione del carattere ® <small> diminuiscila ® <palign=left/center/right> allineamento del testo di tutto il paragrafo ® <a hred=”url”> collegamento ad altra pagina/sito o a un documento (si chiude con </a> ® <UL><LI> (con <LI> prima di ogni elemento) dà vita ad un elenco puntato (si chiude con </UL>) ® <OL><LI> (con <LI> prima di ogni elemento) dà vita ad un elenco numerato (si chiude con </OL>) ® Itag possono essere “nidificati”. Quindi <u><b><i> Università telematica Pegaso </u></b></i> restituisce: Università telematica Pegaso I metatag sono metadati fondamentali per indicare sia notizie tecniche al browser che per la lettura dei contenuti da parte dei motori di ricerca. La struttura è relativamente semplice e flessibile: 3» <meta name=”proprietà” content=""valore”/> L’attributo name indica il tipo di informazione contenuta nel tag L’attributo content invece indica il contenuto della informazione I plugin sono molto simili alle app che scarichiamo normalmente sul nostro cellulare. Ve ne sono di orientati alla maggiore sicurezza del vostro sito, come ad esempio quelle di Google che gestiscono un sistema di captcha (Completely automated public Turing test to tell computers and humans apart). Sono utilizzati per impedire che i bot (abbreviazione di robot) utilizzino determinati sevizi, come i forum, la registrazione presso siti web, la scrittura di commenti e in generale tutto ciò che potrebbe essere usato per creare spam o per violare la sicurezza con operazioni di hacking come il brute force (attacco brutale contro un server fatto provando tutte le possibili combinazioni per arrivare ad una password di accesso). Ci sono anche quelli che aiutano a creare una galleria fotografica con molta facilità, o quelli che permettono il monitoraggio analitico delle visualizzazioni e delle provenienze dei nostri visitatori. Broken link checker Aiuta a mantenere pulito il sito dai collegamenti corrotti (non più funzionanti) tramite un controllo automatico sull’integrità dei link. Oltre alla segnalazione tramite il pannello di WordPress, il plugin invia anche una e-mail di allerta per avvisare che sono stati riscontrati dei problemi mostrando la lista dei link da correggere o eliminare. Yoast Seo Serve per ottimizzare il lato Seo (search engine oriented, cioè la scrittura più efficace per la lettura da parte dei motori di ricerca) del sito. Newsletter by Supsystic Questo plugin può fungere da sistema di newsletter in modo da consentire la registrazione degli utenti che sono interessanti a ricevere informazioni via posta elettronica. W3 Total Cache Consente di velocizzare l'apertura delle pagine: chi ha già visitato il sito evita di scaricare di nuovo gli stessi contenuti. Google Xml Sitemaps Questo plugin crea la mappa del sito in formato xml da inviare ai motori di ricerca. La mappa aiuta i motori di ricerca nel comprendere la struttura del sito. UpdraftPlus WordPress Backup Plugin, o Akeeba backup su Joomla! Consentono di effettuare la copia di sicurezza del proprio sito, sia sul server che su sistemi in cloud come Google Drive, Microsoft OneDrive e Dropbox. 16. Francesco Pacini nel suo “L’arte di titolare” scrive: “Il titolo è l'etichetta con cui sigilliamo un’opera creativa e la mettiamo in circolazione: un’articolo, un libro, un quadro, un film”. Il titolo è l'elemento base in una campagna di comunicazione. Esso così come uno slogan promozionale, deve essere un messaggio immediatamente riconoscibile. Stefano Ondelli afferma: “Un titolo ha dei requisiti fondamentali da rispettare, in primo luogo quello di veicolare la massima quantità di informazioni nel minor spazio possibile”. Il titolo è il “codice di lettura del quotidiano”, in un giornale rappresenta la porta d’ingresso agli articoli. Un titolo ben fatto fa sapere subito al lettore qual è la notizia, senza che ci sia necessariamente bisogno di leggere l’articolo. In un giornale i titoli vengono scritti dal caporedattore. Saper titolare in modo efficace è la summa del giornalismo, richiede senso della notizia, sintesi, capacità di usare e intrecciare riferimenti culturali diversi. Secondo Umberto Eco i titoli possono essere informativi o emotivi. Di sicuro possono essere di due tipi: enunciativi o paradigmatici. Il primo enuncia la notizia, cerca i collegamenti fra i suoi elementi e li riporta in modo lineare e informativo. Il titolo paradigmatico usa una parola o uno slogan, per cogliere il significato generale o per dare senso alla notizia. Proprio per questo motivo esso ha un impatto emotivo sul lettore. Il titolo emotivo o paradigmatico, ricorre spesso al calembour, ovvero un gioco di parole che usa rigerimenti presi dal cinema, dalla letteratura o dall’arte. Un requisito che non viene sempre rispettato è quello della fedeltà del titolo rispetto all’articolo; spesso il titolo viene manipolato e ha ben poco a che vedere con il contenuto dell’articolo. Esiste una differenza di impostazione tra la comunicazione attraverso la carta e quella attraverso il web, la differenza risiede anche nel titolo. Nei quotidiani cartacei il titolo è corredato da occhiello (sopra al titolo) e sommario (sotto al titolo). Insieme questi tre elementi devono bastare a comunicare la notizia al lettore. Spessp viene utilizzato anche sotto il sommario, il catenaccio. L’occhiello: introduce e annuncia il titolo, spesso specifica l’area tematica Il titolo: deve contenere il nocciolo della notizia Il sommario: si riallaccia al titolo e all’occhiello, condensa in poche righe il contenuto dell’articolo. E’ importante evitare frasi complesse; la semplicità, il ritmo e la scorrevolezza sono gli elementi principali per scrivere un buon sommario. Il catenaccio: è usato soprattutto nei quotidiani, si trova sotto il sommario e chiude lo spazio del titolo, dividendolo da quello riservato all’articolo. Esso solitamente è composta da una o due righe ed è considerato un secondo titolo. Diverso è invece l’uso del titolo su un portale web, la struttura dei CMS (Content management System, Sistema di gestione dei contenuti) permette l’utilizzo di titolo e sommario per una questione di struttura. Sul web gli elementi fondamentali per una buona titolazione sono la brevità e il contenuto informativo; è importante sapere che Google traccia le prime 6-8 parole da sinistra, quindi è fondamentale non perdersi in troppe parole. Il titolo web deve essere assolutamente diretto e chiaro. 17. Chi si occupa di comunicare è obbligato a rispettare delle regole sia per la necessità di fare bene il proprio lavoro, ma soprattutto perché esso può influenzare chi legge o a chi è destinata la sua comunicazione. Le linee guida generali per l'esercizio della professione giornalistica sono state dettate dalla Legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti, la numero 69 del 3 febbraio 1963, che è stata poi aggiornata il 15 novembre 2016 con la Legge 198/2016 e successivamente con il Decreto Legislativo numero 67 del 15 maggio 2017. Ma nel tempo l’Ordine ha sentito la necessità di regolamentare, anche eticamente, l’attività del giornalista, e lo ha fatto attraverso una serie di “carte deontologiche”. Le carte deontologiche prendono origine ed ispirazione dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, dal Patto internazionale Onu sui diritti civili e politici, dalla Costituzione Italiana e dalla Legislazione Europea. Il loro principio è che ogni persona venga rispettata per sesso, salute, razza, religione, condizione sociale e opinione politica. Inoltre, è importante bilanciare la libertà di stampa con altri diritti fondamentali come la privacy e l’immagine. Secondo una definizione espressa dal Consiglio europeo, il giornalista è chiamato a fungere da “mediatore sociale tra notizia e opinione pubblica”. In sintesi, le carte deontologiche, esprimono che chi opera nel mondo della comunicazione deve garantire la massima tutela nei confronti dei minori, dei malati, autori delle false notizie, in particolare la volontà di screditare, offendere o deridere una persona ad un grande pubblico. ® Reato di procurato allarme: L’articolo 658 del Codice penale prevede che: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorita, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da euro 10 a euro 516”. ® Abuso della credulità popolare: Commette abuso della credulità popolare l’artefice di una bufala che innesca un turbamento nell'ordine pubblico. ® Attidi concorrenza sleale: Ai sensi dell’articolo 2598 del Codice civile, quando la bufala è volta a screditare i prodotti altrui diffondendo informazioni menzognere sulle caratteristiche integra atti di concorrenza sleale. L'autore della notizia falsa può essere condannato al risarcimento dei danni nei confronti dell’aziende o della persona danneggiata, in misura proporzionata al danno subito. ® Pubblicazione o diffusione di notizie false: L'articolo 656 del Codice pensale punisce la pubblicazione o la diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico. Chi commenta, condivide e favorisce in vari modi la diffusione delle fake news non è considerato colpevole se dimostra di non essere a conoscenza della falsità della notizia. Ma, se la persona in questione commenta il post con frasi denigratorie ed offensive potrebbe essere accusata di diffamazione ex articolo 595 del Codice penale, anche se la notizia è totalmente falsa. Al contrario, chi pubblica, condivide o commenta una fake news con la consapevolezza della sua falsità potrebbe ricadere nei reati sopra elencati come corresponsabile. 18. E’ un dato di fatto che attraverso la fotografia si è cercato di manipolare la realtà dei fatti con i più svariati scopi, che essi siano stati legati alla propaganda politica o al rendere più attraente un prodotto o un personaggio. Richard Avedon, grande fotografo vissuto dal 1923 al 2004 affermava: “Tutte le fotografie sono precise, nessuna è la verità”. Esempi di manipolazione avvenuta attraverso la fotografia li ritroviamo in epoca vittoriana, in cui attraverso la fotografia si sviluppò la pratica delle foto post mortem. L’alta mortalità infantile rendeva i neonati e i bambini i protagonisti delle immagini scattate in queste circostanze. Il soggetto defunto è fotografato dormiente insieme alla sorellina, nel secondo caso il ritrattista ha manipolato l’immagine dipindendo sulla lastra di vetro che costituiva il negativo gli occhi aperti della bambina. Qui siamo ai primissimi esempi di fotoritocco. Nel 1847 Claude Felix Abel Nièpace de Saint-Victor diete annuncio che le lastre di vetro potessero essere usate come negativo. Abel Nièpace, cugino di Nicèphore, utilizzò una miscela composta da chiaro d’uovo sbattuto combinato con ioduro di potassio e cloruro di sodio. La tecnica venne chiamata nièpceotypes, e fu presto sostituita dall’uso del collodio. Il collodio, scoperto nel 1847, era una soluzione viscosa di nitrocellulosa disciolta in alcool etilico ed etere, utilzzata in campo medico per cicatrizzare e proteggere le ferite. Successivamente fu utilizzata anche per altri scopi, in particolare nella fotografia. Francesco Pacienza, nato a Cosenza nel 1963, giornalista e tra i fotografi subacquei più apprezzati e premiati al mondo, affermava: “Nella mia fotografia ho sempre affermato che attraverso di essa io mento”. E’ risaputo ovunque che l’arte e ogni sua forma di espressione, non sono la riproduzione della realtà, ma l’interpretazione che l’autore ne vuole dare. Francesco Pacienza, premiato in manifestazioni internazionali come Golden Turtle, Deep Indonesia, Ocean Art, Ocean Geographic, Without Borders, afferma inoltre che lui inserisce nella sua cultura il suo gusto, il suo occhio fotografico, la sua idea di fotografia. In poche parole egli inserisce il suo essere personale che spaccia per realtà veritiera. Il grande fotografo italiano Franco Fontana, nato a Modena nel 1933 afferma che: “La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare”. Ingannare con le immagini è molto semplice, basta semplicemente cambiare il punto di vista dell'osservatore. Il fotografo può mentire? Si, e lo fa quando decide cosa includere e cosa invece escludere dalla propria inquadratura. 19. Con la crescita del numero dei siti internet è diventato fondamentale offrire agli utenti contenuti di qualità e ben strutturati. Cosa che si traduce in una maggiore possibilità che tra i risultati di una ricerca, il nostro sito non solo appaia, ma sia nella prima pagina. Per questo l’utilizzo delle tecniche SEO è diventato fondamentale nel mondo di internet. La SEO è una branca del Web Marketing che si occupa dell’ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca, ovvero l’insieme delle tecniche e delle strategie che permettono ad un sito web di essere presente e visibile tra i risultati del modore di ricerca per una determinata query, cioè una determinata parola o frase chiave scelta e digitata dall’utente nella barra di ricerca. Il termine SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, che significa letteralmente: ottimizzazione per i motori di ricerca. L’obiettivo dell’attività SEO è quello di scalare le posizioni sulle pagine dei risultati organici del motore di ricerca. L’utente accede ai motori di ricerca perché ha bisogno di qualcosa, perché sta cercando qualcosa. La potenza e l’unicità della SEO sta in questo, è uno strumento che permette di far trovare alle persone ciò che stanno cercando, nel momento stesso in cui lo stanno cercando, con l’obiettivo di soddisfare i loro bisogni e le loro esigenze, fornendo contenuti attinenti e di qualità. Regole di base della SEO: - Creare contenuti originali - Scrivere bene - Effettuare una buona formattazione: una pagina di testo senza forma non invoglia nessuno a leggerla. Usare il grassetto dà forza ai concetti che si vogliono mettere in evidenza, il testo sottolineato mette invece in luce le parole più importanti. Il corsivo si può utilizzare per riportare citazioni o parole di lingua straniera. - Puntare alla semplicità: evitare l’uso di parole lunghe in quanto esse si trasformano in blocchi di lettere incomprensibili di fronte alla lettura veloce delle persone. - Usare le immagini consapevolmente Per trovare le parole chiave più rilevanti esistono degli strumenti online validi come ad esempio Google Trends o Google Suggest.
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