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RIASSUNTO DI ECONOMIA AZIENDALE, Dispense di Economia Aziendale

Riassunto di economia aziendale completo

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 02/04/2021

alessia_sciarretta
alessia_sciarretta 🇮🇹

4.5

(2)

8 documenti

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Scarica RIASSUNTO DI ECONOMIA AZIENDALE e più Dispense in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! ECONOMIA AZIENDALE: L’economia aziendale è una banca dell’economia che si differenzia da quella politica. L’economia aziendalesono le condizioni di nascita e di sviluppo delle aziende. Aziende sono delle organizzazioni volte alla soddisfazione dei bisogni delle persone. -I BISOGNI: Bisogno esigenza di un bene necessario agli scopi della vita. Esistono varie teorie dei bisogni e varie tipologie, ogni teoria economica si fonda su una teoria dei bisogni. -Tipologie di bisogni: 1. Bisogni naturali: sono i bisogni sociali, etici, estetici e religiosi; 2. Bisogni essenziali (primari) o bisogni vollutari(secondari); -Teoria di traslow i bisogni sono messi in gerarchia tra di loro, in relazione ai redditi, ai gusti e alle preferenze. Secondo il concetto di gerarchia dei bisogni per soddisfar i bisogni elevati, bisogna prima soddisfare quelli basici (fisiologici-sicurezza-futuro). I bisogni come i gusti e le preferenze sono dinamici cioè cambiano col tempo e si sviluppano. -I BENI: Sono servizi soddisfacienti utili ma scarsi, quindi costa sacrificio soddisfare quel servizio. I bene non economici non sono scarsi (es. sole); -l’attività economica è quella che serve per produrre beni e servizi, essa si svolge mediante varie classi e operazioni: 1. Operazione di trasportazione tecnica (trasportazione fisica, logica, spaziale) (sono operazioni tipicamente interne alle aziende) delle materie prime (quelle che servono per produrre un determinato servizio) e dei dati delle conoscenze; 2. Operazione di negoziazione (scambi tra terzi) di beni privati e beni pubblici, di lavoro, di capitale e di copertura di rischio: analisi: -Beni privati: quelli che si scambiano i privati; -Beni pubblici: forniti dalle strutture pubbliche (sicurezza, trasporti, rifiuti) si scambiano con tariffe e tasse; -Beni di lavoro: elemento di scambio fra persone di conseguenza viene gestito in modo contrattuale (individualmente o collettivamente); -Beni di capitali: acquisizioni di risorse finanziarie (prestito banca); -Copertura rischi: (es. assicurazione). 3. Operazione di configurazione e di governo degli istituti: -Organizzazione: è quella struttura di servizi operativi che permettono di dividere il lavoro e organizzare; -Rilevazione e informazione: ovvero andare a diffondere ai soggetti le informazioni necessarie per produrre; -Assetto istituzionale: sono le regole che governano le imprese. -PRODUZIONE ECONOMICA DI BENI E DI REDITTI: -Produzione economica: le operazioni delle varie classi di imprese: 1. Produzione di merci (imprese manifatture) 2. Produzione di servizi: (imprese di trasporto, turistiche, della salute…) -Il fine delle imprese: la produzione di remunerazioni, le persone costruiscono e partecipano alle imprese per ottenere remunerazioni (in particolare, remunerazioni del lavoro). -La produzione economica è il mezzo (produzione di merci, servizi); -La produzione di remunerazioni è il fine. -LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE: L’attività economica, si svolge con l’impiego di condizioni di produzione (fattori di produzione): 1. Materie prime, componenti, servizi; 2. Immobili, impianti; 3. Lavoro; 4. Terra; 5. Beni pubblici; 6. Beni liberi; Le condizioni di produzione primarie sono quelle condizioni su cui l’impresa/l’azienda si focalizza, esse sono: 1. Il lavoro; 2. Il capitale risparmio; Sono le condizioni da cui parte la produzione aziendale. -LA PERSONA UMANA E HOMO OECONOMICUS: 1.Homo oeconomicus (idea delle persone nell’economia politica): Si basa sull’idea dello scambio, si diffonde attraverso l’idea dello scambio di mercato. E’ autonomo, egoista agisce secondo il suo interesse, è motivato solo da redditi e ricchezza, è razionale. 2.Persona umana (idea delle persone nell’economia aziendale): L’idea è che la persona non è autonoma ma si realizza con gli altri , diventando membro della società umana. Svolge l’attività economica come mezzo e non come fine. -LA MASSIMIZZAZIONE DEL BENESSERE INDIVIDUALE: Le persone agiscono in modo tale da massimizzare il proprio interesse individuale, agiscono attraverso un comportamento razionale . Le scelte delle persone sono influenzate da: 1. Le proprie esperienze passate, i consumi, le abitudini e le dipendenze personali; 2. Le caratteristiche delle persone con le quali si interagisce, inclusa la cultura. -GRUPPI SOCIALI: Il comportamento delle singole persone è influenzato dalla loro appartenenza a gruppi sociali e alla collettività umana. I membri dei gruppi devono rispettare regole di comportamento. Ogni persona occupa una posizione in una collettività umana (es. gruppo sociale, istituti). -COOPERAZIONE, OPPORTUNISMO, FIDUCIA E ALTRUISMO: Le persone si relazionano fra di loro, quindi i comportamenti altruistici sono fondamentali per la massimizzazione del benessere altruismo: ci guadagnano tutti. La d’essere è la cooperazione serve a -Le grandi classi di coordinazioni parziali d’impresa: sono riconducibili alla seguenti classi e sottoclassi: 1. Configurazione dell’assetto istituzionale; 2. Gestione (gestione caratteristica, finanziaria, patrimoniale sottoinsieme della gestione). 3.Organizzazione; 4.Rilevazione. -le combinazioni economiche parziali: coordinazioni economiche e operazioni si mettono insieme quando sono della stessa specie, hanno lo stesso scopocon le combinazioni economiche parziali, si possono mettere insieme operazioni di natura diversa ma con lo stesso scopo. Creo un’operazione economica quando metto insieme operazioni di diversa specie ma col medesimo scopo. Una combinazione economica parziale è definita da una certa gamma di prodotti destinata a un certo mercato. Esempio una stessa impresa può operare contemporaneamente nelle seguenti aree d’affari: (quotidiani di informazione, riviste di moda, libri scolastici…) Per quanto distinte le combinazioni parziali sono sempre interconnesse. -Le negoziazioni: sono tutte le attività di scambio con terzi dall’azienda. (es. acquisto di fornitura di bene e servizi dell’azienda nei confronti dei privati). Le grandi classi di negoziazioni svolte dalle imprese sono: 1. Negoziazioni di beni privati. (es. acquisto di fornitura di beni e servizi dall’azienda); 2. Negoziazioni di beni pubblici: (es. pagamento delle tasse per i rifiuti); 3. Negoziazioni di lavoro: (es. i contratti di lavoro individuali); 4. Negoziazioni di capitale di rischio: (es. l’acquisto e la vendita di quote aziendali di azioni); 5. Negoziazioni di capitale di prestito: (es. i tassi di interesse che ho con la mia banca); 6. Negoziazioni di rischi particolari: (l’assicurazione). Le negoziazioni sono operazioni complesse e costose , la capacità di gestire le transazioni diventa un elemento fondamentale per il funzionamento aziendale. ESEMPIO le grandi catene di distribuzione hanno un potere molto forte nei confronti dei piccoli imprenditori (es. l’esselunga nei confronti dei piccoli imprenditori). -Le negoziazioni non si svolgono in condizioni di razionalità assoluta e di mercati perfetti. -I concetti essenziali utili per una visione non troppo ingenua delle negoziazioni sono: 1. i costi di transazione; 2. L’asimmetria informatica; 3. gli investimenti specifici; 4. la forza contrattuale.  essi sono elementi che influenzano la negoziazione. -IL MODELLO GENERALE PER L’ANALISI DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE: (cap.4) Ogni istituto è un insieme di soggetti che offrono contributi e che ricevono ricompense o traggono benefici, tali soggetti sono portatori di interessi. L’analisi dell’assetto istituzionale valuta la capacità di un istituto di perdurare nel tempo, è necessario che si abbia un governo unitario in 2 aspetti: 1.contributi devono essere combinati secondo un disegno unitario;2.le ultime decisioni devono essere prese da un solo soggetto principio di unità di comando. - Per realizzare un efficace governo di un istituto occorrono 3 scelte : 1.definire il soggetto di istituto(tutti coloro che fanno parte dell’azienda); 2. Definire i fini istituzionali(interessi); 3. Definire la struttura di governo. -L’assetto è la configurazione: 1. Dei portatori di interesse; 2. dei contributi che forniscono all’azienda; 3. delle ricompense/benefici che ottengono; 4. del soggetto di istituto; 5. dei fini istituzionali e delle strutture di governo. -I sistemi di interessi convergenti negli istituti attorno a ogni istituto si presenta una vasta gamma di interessi, di varia natura (economici, sociali e morali). I vari interessi sono parzialmente in competizione poiché le risorse sono scarse quindi faccio una cosa o l’altra. Le condizioni di scambio non sono sempre simmetriche, in alcuni casi si ha una struttura asimmetrica (es. a volte si dà di più di quello che si riceve). Le varie relazioni (fra sogg.) sono caratterizzate dai rapporti di forza contrattuale che dipendono dalla domanda, offerta, investimenti… Molte aspettative dei soggetti sono implicite ma sottointese ai valori e alle consuetudini. Tutti i soggetti, interni ed esterni, produttori di interessi devono convergere, devono trovare la propria convenienza, la propria utilità e il proprio sviluppo. A seconda delle imprese ci sono soggetti che danno più contributi (es. manager) e di conseguenza hanno ricompense maggiori. -Il soggetto di istituto e il diritto di governo: Per esserci un equilibrio istituzionale tutti i portatori i interessi devono partecipare all’attività dell’impresa (=al governo d’istituto). Chiunque ha interesse di portare avanti l’impresa ha il diritto di proporre, di parola e di partecipazione  TEORIA ECONOMICA AZIENDALE. Non tutti possono partecipare in modo attivo e diretto, poiché ciò determinerebbe : 1. Elevati costi di governo; 2. Le decisioni sarebbero più difficili da prendere; 3. I contributi più importanti non sarebbero valorizzati. A causa di questi motivi sono poche le categorie di portatori di interessi che partecipano al governo d’istituto/governo economico. Queste categorie vengono definite SOGGETTO D’ISTITUTO sono coloro che fanno parte della composizione dell’azienda (impresa), sono i componenti e non i semplici fornitori, sono portatori di interessi economici . Ad esso fanno capo 2 diritti-doveri: 1. Il diritto-dovere di governare ossia guidare l’istituto e prendere decisioni per lo sviluppo; 2. Il diritto-dovere di godere dei risultati residuali positivi o di farsi carico dell’eventuale reddito finale negativo. -I fini istituzionali coincidono con gli interessi delle persone che compongono il soggetto d’istituto, vengono denominati INTERESSI ISTITUZIONALI. -Le classi d’interessi: 1.Interessi istituzionali economicicontribuiscono alla produzione di consumo, di reddito; 2. Interessi istituzionali non economici sono di una determinata impresa, però non hanno valore economico (es. interessi di benessere organizzativo); 3.Interessi non istituzionali economici es. interesse di un cliente nei confronti dell’impresa; 4.Interessi non istituzionali non economici es. interessi di un’organizzazione no profit. -Il soggetto d’istituto e il soggetto economico: l’insieme dei portatori di interessi istituzionali forma il soggetto d’istituto tutti coloro che fanno parte dell’azienda (portatori di interessi economici); L’insieme dei portatori di interessi istituzionali economici soggetto economico Nell’impresa che ha fine economico il soggetto d’istituto e il soggetto economico sono la stessa persona. -Le prerogative e i principi di governo economico: Il soggetto economico esercita le prerogative di governo economico, comanda nell’impresa. Le prerogative di governo consistono nel diritto-dovere di: 1. Definire gli obbiettivi, le strategie e le politiche-> definire ciò che si produce, come si sviluppa… 2. Scegliere i soggetti con cui si partecipa, si contribuisce alla vita economica dell’istituto; 3. Progettare le strutture di governo economico e di controllo (es. amministrazione azienda); 4. Sorvegliare il funzionamento dell’istituto. Nell’esercitare la funzione il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi di funzionamento: 1. Il principio di economicitàla capacità dell’istituto di svolgersi in autonomia economica (svolge in autonomia le sue attività); 2. Il principio di contemperamento degli interessi strutture, processi, atteggiamenti e comportamenti ispirati alla logica della partecipazione e del confronto. Devo quindi sempre sentire i punti di vista degli altri e trovare le soluzioni migliori affinchè l’azienda funzioni in equilibrio tra contribuenti e ricompense -Le strutture di governo economico: Il soggetto d’istituto e il soggetto economico sono costituiti da molte persone, occorre organizzare le strutture e i meccanismi che rappresentino tutti gli interessi. Ipotesi  Se il soggetto economico coincide con una categoria di portatori di interessi si avrà una struttura di governo di 3 organi: 1. Assemblea dei membri del soggetto economico: organo supremo di indirizzo generale e di nomina dei membri dell’organo generale e dell’organo di controllo; 2. Organo generale di governo economico: ovvero chi fa l’amministrazione, composto da poche persone che configura l’attività della struttura organizzativa. Sono i soggetti che governano l’azienda; 3. Organo di controllo: verificano l’operato dell’organo decisionale. l’assetto di governo delle imprese: Differenti imprese richiedono differenti assetti di governo. Nell’impresa il soggetto d’istituto e il soggetto economico sono formati dall’insieme dei conferenti di capitale di rischio e dei prestatori di lavoro. Le imprese occidentali sono configurate secondo il modello capitalistico. -l’assetto di governo delle imprese (b): Nel governo delle imprese, l’idea di fondo è che il fine immediato , di produzione e di remunerazioni devono essere indirizzati ai soggetti economici . (es. dividendo il loro stipendio). Le scelte strategiche devono essere basate su un principio di efficacia (fare la cosa giusta), per farlo devo mettere insieme tutte le mie competenze. -Coerenza interna ogni elemento dev’essere coerente con gli altri, le combinazioni economiche delle diverse variabili devono essere tra di loro coerenti, questa coerenza deve essere anche con l’esterno. Le 5 macrovaribili (assetto istituzionale, combinazioni economiche, elemento patrimoniale, organo personale e assetto organizzativo) sono tra loro collegate, sono influenzate dall’ambiente nel quale l’azienda opera (coerenza esterna). -Unitarietà degli istituti e del loro governo: L’unitarietà è data dalle scelte strategiche che dipendono da 2 elementi: 1. L’orientamento strategico di fondo (OSF); 2. Gli indirizzi strategici in cui l’osf si concretizza. Ogni istituto è unitario e dev’esserlo anche il suo govern o  principio dell’unitarietà del governo economico. E’ realizzata con la formulazione della strategia aziendale , essa si compone: 1. L’orientamento strategia di fondo (Osf); 2. Gli indirizzi strategici in cui l’osf si concretizza. -OSF è l’insieme di idee-guida, di valori, di atteggiamenti che definiscono l’identità dell’impresa, cosa vuole fare, cosa fa, come e perché fare l’impresa . -Indirizzi strategici sono rappresentati dalle scelte strategiche che definiscono in quali aree competitive l’azienda intende operare e in che modo intende affrontare la concorrenza, quali decisioni strategiche prenderà a livello finanziario, tecnologico… -L’ambiente economico e non economico: l’AMBIENTE sono tutte le condizioni esterne. E’ l’insieme di condizioni e di fenomeni esterni che influenzano la struttura. -L’ambiente economico è l’ordine economico dell’ambiente e si compone di: 1. Mercati: negoziazioni di beni privati, di rischi particolari; 2. Strutture di domanda e di offerta di lavoro, di capitale proprio e di beni pubblici; 3. Settori: insieme di aziende con combinazioni economiche simili; 4. Politiche monetarie, finanziarie e economiche. -L’ambiente non economico (accadimenti esterni) rilevanti per la struttura, è composto da fenomeni: 1. Sistema di valori e cultura, caretterizzano la collettività sociale; 2. Normativa giuridica nazionale e internazionale; 3. Stato e dinamica delle scienze; 4. Infrastrutture; 5. Configurazione fisica e climatica del territorio. -Confini tra ambiente e istituto per capire qual è l’ambiente (ciò che è esterno) bisogna capire cosa l’azienda può influenzare. Per l’individuazione dei confini tra ambiente e istituto si possono impiegare due criteri: 1. Della struttura giuridica formale: i confini sono stati stabili dalla normativa vigente. (criterio giuridico) 2. Dall’influenza: i confini si estendono fin dove gli organi di governo esercitano un’influenza nei processi decisionali. (criterio d’influenza). L’ambiente aziendale può essere scomposto in sotto ambienti rilevanti. I confini dell’azienda sono modificabili, e la loro estensione è oggetto delle scelte di governo economico. -I MERCATI—> è un insieme di scambi omogenei di merci dello stesso tipo. Si ha quando c’è una presenza dinamica di negoziazione dello stesso bene con continuità e frequenza. (es. mercato di immobili a Milano). Sono complessi dinamici, ovvero variamo nel tempo i loro caratteri distintivi e i loro confini, è possibile identificare la domanda e l’offerta. -I SETTORI sono un insieme di aziende legate fra loro(concorrenza) che operano nello stesso settore. Idea di fondo la struttura, la composizione del settore influenza la dinamica competitiva e quindi i risultati raggiungibili. -i settori nell’economia aziendale il settore è una categoria di osservazione dell’ambiente delle aziende pertanto: 1. L’analisi si compie con riferimento a ogni ordine di azienda (azienda di consumo) e non solo quella di produzione; 2. I settori non sono configurati da sole relazioni di concorrenza, bensì da relazioni complesse, come le relazioni di cooperazione; 3. Ciascuna azienda partecipa a tanti settori quanti sono i mercati i cui opera. -SISTEMA COMPETITIVO: viene fatta dal governo economico. - Una parte dell’ambiente economico, in cui si rappresentano le relazioni tra le aziende e le relazioni interaziendali (di scambio, di cooperazione e di competizione); - Lo spazio economico(insieme dei soggetti che operano nel contesto competitivo) nel quale l’impresa di presenta con i sistemi prodotti, risultati delle sue attività; - Ogni azienda sceglie di competere attraverso una scelta di governo economico; - L’idea di fondo è che vi è un modello della concorrenza allargata. -IL MODELLO DELLA CONCORRENZA ALLARGATA: In ogni settore la concorrenza non coinvolge solo le imprese appartenenti allo stesso settore, ma è allargata ad altre 4 classi di soggetti: 1. Clienti importanti per i rapporti contrattuali; 2. Fornitori; 3. Potenziali entranti coloro che hanno le competenze per entrare nel mercato; 4. Produttori di beni sostitutivi sono soggetti che producono beni sostitutivi. L’insieme di questi 4 soggetti definiscono le condizioni di funzionalità e della concorrenza allargata. Il termine concorrenza identifica le forze esercitate sulle imprese di un settore, da ciascuna delle cinque classi di attori: 1. Rivalità tra i concorrenti; 2. Potere contrattuale dei fornitori; 3. Potere contrattuale dei clienti; 4. Minacce di ingresso; 5. Minacce di sostituzione; La configurazione delle cinque forze determina il livello di attrattività. Ogni settore può essere segmentato per raggruppamenti strategici, ovvero insiemi di imprese concorrenti, caratterizzate da strategie simili. La concorrenza è di due tipi; o sul prezzo o sulla differenziazione (es. il mio bene è uguale agli altri ma costa di meno…) -Dinamiche del sistema competitivo i sistemi non sono mai uguali fra loro, ma cambiano nel tempo. I cambiamenti dipendono dall’ambiente che può modificare i soggetti, lo spazio competitivo e quindi cambiare le dinamiche. -Le dinamiche possono essere: 1. Dinamiche congiunturalimutamenti di breve periodo e generalmente reversibili. 2. Dinamiche strutturali interne ad un sistema competitivo sono mutamenti che restano nel tempo: -il ciclo di vita del settore; -il grado di concentrazione e frammentazione; -grado di internalizzazione e di esternalizzazione; -ciclo di sostituzione. 3. Dinamiche di ricomposizione di più sistemi competitivi: (vi sono modifiche radicali nel sistema competitivo) sono mutamenti che producono modifiche radicali ai confini dei sistemi competitivi e la nascita di nuovi. -LE FASI: 1. Fase di introduzione si hanno pochi clienti e prezzi alti; 2. Fase di sviluppo i prezzi si abbassano e o più clienti; 3. Fase di maturità comincia a saturare il mercato finchè non diventa stabile. -Il sistema di prodotto: (cap. x)attorno a una merce fondamentali vi sono più elementi che accrescono il valore. E’ una sistema unitario di beni e di condizioni di scambio interdipendenti che creano valore . (es. nella waltdisney la produttività di un film dipende dal merchandising) -si compone in 4 elementi: 1. Dalle caratteristiche materiali del prodotto e la gamma di beni che posso offrire di quel prodotto ; 2. Da una serie di servizi collegati ai beni offerti differenziati in base ai vari tipi di clienti ; 3. Dalle caratteristiche immateriali (es.Ferrari col suo marchio vende altri prodotti oltre auto); 4. Dal prezzo o dalle altre condizioni contrattuali. -merchadisinginsieme delle attività dirette a promuovere un prodotto. -I fattori critici di successo (fcs): I fattori critici di successo sono differenti in base ai differenti insieme di clienti e, possono evolversi nel tempo. (es. la funzionalità tecnica continua e duratura dei prodotti, la flessibilità d’uso…) Devo trovare il giusto prodotto che coglie bene i fattori di successo per avere un primo elemento di situazione di vantaggio. -Le scelte di configurazione del sistema di prodotto e della formula competitiva: Il sistema di prodotto è quello che permette di ottenere il vantaggio competitivo . -le fonti delle economie di apprendimento nascono per: 1. Crescente attività nello svolgimento; 2. Migliore selezione delle risorse; 3. Coordinamento più efficiente delle risorse produttive; 4. Programmabilità dell’attività; 5. Taglio di tutte le cose inutili. -le strategie di replicazione puntano a sfruttare competenze e routine, presenti nel patrimonio aziendale, applicandole a più combinazioni parziali uniformi. (es. banche, catene alberghiere) Replicano lo stesso modulo e lo applicano in tutto il mondo. Le scelte di standardizzazione e di dimensione: (cap.XI -le scelte di struttura dei costisono il mix di costi variabili e fissi che intendo mettere in piedi. La struttura dei costi determina: -da un lato i prezzi di costo e i prezzi di ricavo; -dall’altro è correlata al volume di produzione (=valore complessivo di ciò che ho prodotto). Alla fine ottengo i ricavi determinati strutturali, volumi e prezzi che determinano da un lato i ricavi, dall’altro i costi di gestione. -i costi fissi e i costi variabili: 1. Di gestione caratteristica; (riguarda le attività tipiche dell’impresa); 2. Di gestione finanziaria e fiscale. Nella gestione caratteristica, abbiamo due tipi di condizione di produzione: 1. Quelle che sono a impiego ripetuto sono ad esempio le immobilizzazioni quindi generalmente condizioni di produzione ad alto costo, che determinano dei costi fissi (l’immobile lo compro poi dura molti anni); 2. Quelle a impiego unico durano nello specifico periodo, possono essere: A: Non strettamente proporzionali ai volumi: (costi fissi di struttura e di politica) (es. i costi di pubblicità); B: Strettamente proporzionali ai volumi: (costi variabili= tutti i costi connessi alla produzione effettiva). La mia struttura dei costi la ottengo in base alle scelte fatte-punto di pareggio in grafico è il volume di vendita per il quale i ricavi coprono esattamente i costi. (ho fatto del mio meglio) Pareggio. Il punto di pareggio è un modello matematico che corrisponde alla domanda (io voglio produrre un nuovo giocattolo): quanta unità di questo giocattolo devo fare per cominciare a guadagnare? A che punto comincio ad avere il pareggio? Il punto di parcheggio è il punto in cui io, per ogni unità che vendo, comincio a guadagnare. -il punto di equilibrio reddituale: 1. Punto di pareggio pareggio operativo; 2. Il reddito operativo serve a coprire interessi, tasse, utile netto. -l’utile netto dev’essere proporzionato a: 1. Investimenti; 2. Rendimento degli investimenti senza rischio; 3. Livello di rischio. -Le scelte di organizzazione internazionale (cap. XVI) -aggreganti aziendali il fenomeno di scelte di aggregazione internazionale è un fenomeno che qualsiasi azienda può fare. 1. Le relazioni istituzionali tra più istituti (I fenomeno): le aziende hanno tutto un insieme di relazioni/contatti quindi hanno una serie di relazioni che spesso derivano anche in forma di accordi/aggregazioni consegue che nessuna azienda rimane sola, ma si muove in branco; 2. La varia estensione dei confini degli istituti (II fenomeno): molti istituti includono nei propri confini, combinazioni economiche che potrebbero essere svolte in altri istituti. -le forme di aggregazione—> due (M,N) o più istituti possono giudicare vantaggiosa un’integrazione a seconda delle circostanze sceglieranno: 1. M e N rimangono due unità indipendenti e interagiscono secondo le regole di mercato (non si attua l’integrazione); 2. M e N formano un aggregato: -monoaziendale fondendosi in una sola unità giuridica. -interaziendale M e N rimangono unità giuridicamente distinte, ma attivano una serie di accordi che le aggregano. Possono percorrere una delle seguenti vie/accordi:  Si uniscono mediante relazioni di capitale di rischio (formazione gruppo) si mettono d’accordo per fare qualcosa;  Si uniscono mediante contratti e strutture comuni che hanno impatto sui diritti di proprietà;  Non compiono masse formali, ma adottano taciti comportamenti di forte integrazione . -le forze aggreganti possono essere di tipo: 1. Economico-tecnico: il fatto che io unendomi ad altre aziende acquisisco delle capacità di produzione, di competizione migliore . (a esempio posso avere delle economie di scala, le economie di transazione accordi strategici per diminuire il prezzo di transazione); 2. Forze aggreganti di altra natura (non economica): le reti di relazioni sociali, l’orientamento delle persone al dominio, le relazioni di solidarietà . -le forze disaggreganti: 1. Di natura economico-tecnico: quando un’impresa è troppo grande conviene separarla, separare i diversi rami aziendali e farla diventare un’impresa autonoma; Le forze disaggreganti sono:  Ultracomplessità organizzativa; Il fabbisogno di differenziazione; Il rischio di erosione delle conoscenze; la separazione dei rischi. 2. Di altra natura (non economica): sono: -l’orientamento delle persone all’indipendenza e alla competizione; le divergenze di valori e di interessi. -i fattori ambientali ci sono fattori ambientali che possono giocare a favore o a sfavore agli aggregati aziendali, in determinate condizioni ad esempio:  I mercati dei capitali;  La normativa economica;  La cultura economica e politica. -i tipi di aggregati aziendali possono essere interaziendali o intra-aziendali. -gli aggregati interaziendali: 1. -Gruppi economici: (condivido diritti e proprietà):  Gruppi privati e pubblici di aziende di produzione;  Joint ventures 2 imprese si mettono insieme per fare una terza impresa;  Gruppi di gestione patrimoniale famigliare  imprese di famiglia. 2. Associazioni formali di aziende: (faccio contratti di vario tipo e genere)  Consorzi agenzie operative;  Franchising, licenze e concessioni;  Associazioni di categoria;  Associazioni di aziende di consumo (es. coop) 3. Associazioni informali di aziende: (faccio accordi taciti):  Reti di subfornitura;  Costellazioni;  Distretti;  Intese informali varie. -Gli aggregati intra-aziendalisono la pluralità di combinazioni economiche, aggregate in una stessa unità giuridica. Vi è un’unica azienda ma al suo interno ce un’articolazione significativa . -Un quarto è il reddito d’esercizio e il risultato reddituale (4):  Reddito d’esercizio è l’insieme di tutti i valori della tavola di reddito (viene fuori dal profitto e dalle perdite);  Risultato reddituale è la differenza tra componenti positivi e negativi . È un valore residuale e rappresenta la remunerazione di una condizione di produzione. È ciò che distribuisco come dividendo al personale. -Un quinto è il capitale di funzionamento (5)  è l’insieme dei valori dell’attività, delle passività e del capitale netto determinato al termine del periodo, in ipotesi di continuità del funzionamento dell’impresa. -Un sesto è quello dell’unitarietà del sistema unitario di valori CN fin-CN iniz=risultato reddituale dell’esercizio. CPR-CNR=risultato reddituale dell’esercizio.  Cn capitale netto;  Cnfin capitale netto finale;  Cniniz capitale netto iniziale;  Cpr componenti positivi di reddito;  Cnr  componenti negativi di reddito. In un sistema unitario di valori, il bilancio dev’essere in equilibrio, quindi il capitale netto finale meno il capitale netto iniziale da come risultato l’esercizio di reddito, così come i componenti positivi di reddito (CPR) meno i componenti negativi di reddito (CNR) danno come risultato l’esercizio di reddito è l’elemento in comune del patrimonio aziendale. -immodificabilità dei criteri di valutazione: E’ importante che negli anni io mantenga/ conservi gli stessi principi, in quanto cambiare significa cambiare anche il parametro di misura e quindi tutti i dati del bilancio non sono più interpretabili. I criteri vengono rappresentati in una componente del bilancio che si chiama la relazione al bilancio. -Il funzionamento della partita doppia (cap.6): Il sistema di operazione degli accadimenti, sviluppano una serie di rilevazioni mutabili in quantità economica questi cambiamenti vengono raccolti sotto determinati dati/aspetti questo fenomeno viene chiamato stimate/congetturate . Attraverso essi faccio le rivelazioni contabili. Avvengono attraverso una rilevazione periodica degli accadimenti ovvero quando si verifica il momento moneta-credito (vi è una variazione di credito o di cassa). -Accadimenti, operazioni, quantità economiche: 1. Il sistema degli accadimenti  è l’insieme di azioni e di fenomeni che si manifestano nell’azienda e nel suo ambiente, 2. Il sistema di operazioni (o combinazioni economiche)  è formato dalle attività di produzione, svolte dalle persone che compongono l’organismo personale dell’azienda; 3. Il sistema delle quantità economiche  è l’espressione quantitativa del sistema delle operazioni, ed è costituito da grandezze certe (es. prezzi-costo); 4. Le stime di quantità economiche  sono approssimazioni economiche che non si conoscono in modo definitivo; 5. Le congetture fondate su quantità economiche  sono valori immaginati, frutto di calcoli fondati su ipotesi-funzione (es. quote di ammortamento), utili a scopi di investigazione economica. -Il sistema dei valori d’azienda è un sottoinsieme del sistema delle quantità economiche e delle connesse quantità stimate e congetture, offre le basi per impostare modelli di valutazione e di rappresentazione dell’economicità. Accoglie la moneta (nel nostro caso l’euro) come espressione del valore e trova la sua origine nelle operazioni di scambio che l’impresa intrattiene con i terzi. -Le quantità flusso e le quantità fondo: 1. Le quantità flusso s’intende una serie di operazioni che sviluppano il risultato economico finale, flusso di operazioni che sviluppano i crediti e continuano . (es. i crediti verso i clienti al 31/12/2009) 2. Quantità fondi s’intende lo stato patrimoniale, il valore patrimoniale complessivo . E’ la condizione patrimoniale dell’azienda che permane nel tempo e variano solo in relazione ai flussi annuali che generano reddito o lo fanno diminuire. (es.i ricavi di vendita realizzati nel corse dell’anno 2009). Le quantità flusso e fondo sono collegate dal sistema di reddito. -I valori numerari e i valori non numerari: VALORI NUMERARI VALORI NON NUMERARI Esprimono strumenti di regolamento degli scambi (tipicamente cassa, banche, crediti e debiti di regolamento). Sono tutti gli altri valori (sono quelli che non riguardano strumenti di regolamento). Variazioni numerarie Variazioni non numerarie Sono variazioni di valori numerari, per esempio: Sono variazioni di valori non numerari, per esempio: -aumento di debiti verso fornitori; -acquisti di materie prime; -diminuzione di cassa. -rimborso di debiti di prestito. Io farò la registrazione contabile quando avrò uno scambio quindi, quando avrò una variazione numerica. Cioè tutte le volte che ho un’operazione con terze economie esterne e quindi ho la regolazione di scambio, attraverso crediti, debiti, entrate e uscite di cassa, allora faccio la registrazione. Faccio una registrazione contabile quando ho una fattura. -Il tempo e il metodo di rilevazione dei valori: -quando si rivela i valori si rilevano nel momento in cui si manifesta la variazione numerica in modo:  Da ottenere valori caratterizzati da un certo grado di certezza (certezza di volume);  Da poter effettuare riscontri in tempi brevi. -come si rilevai valori si rivelano attraverso il metodo della partita doppia in base al quale ogni valore sorto per effetto delle operazioni di azienda si rivela due volte, in appositi conti. -La partita doppia traduce i fatti della gestione in registrazioni contabili, consentendo la redazione del bilancio d’esercizio . -Esistono 4 tipologie di conti principali: 1. Conti di attivo di SP variazioni positive sono registrate in dare; + debiti vs fornitori - + banca - 2. Conti di passivo di SPvariazioni negative sono registrate in avere; 3. Conti di costo di CE tutte le registrazioni movimentano la sezione dare; dare avere 4. Conti di ricavo di Ce (mono sezione) tutte le sezioni movimentano la partita avere.. Ogni fenomeno gestionale si traduce, dal punto di vista contabile, in registrazioni che riguardano un certo numero di conti; tali registrazioni soddisfano le seguenti identità: (SALDI AVERE= (SALDI DARE …bilancio. -Il sistema contabile Il valore creato per effetto di tutte le operazioni di gestione, si manifesta all’atto delle operazioni di gestione esterna. -Le transazioni vengono registrate e tenute nel tempo in un giornale ed in scritture a due sezioni dette conti a “T”. - I conti sono due sezioni che riportano variazioni positive (+) o negative (-) di disponibilità di denaro (conti finanziari) o di condizioni produttive (conti economici). -Il principio della partita doppia dice che ad ogni operazione di gestione collegata con l’ambiente esterno dell’azienda, essa genera due rilevazioni di uguale valore e di segno contrario : si ottiene sempre.  Una manifestazione economica variazione di disponibilità o di condizioni produttive (conti economici);  Una manifestazione finanziaria (o numeraria) variazioni di disponibilità di denaro (conti finanziari). -Dalla contabilità al bilancio, il conto economico (cap.6): è un insieme di scritture che hanno lo scopo di registrare puntualmente le varie operazioni aziendali, come gli acquisiti di beni e servizi, le vendite i pagamenti gli incassi. Queste operazioni vengono registrate utilizzando il metodo della partita doppia. -il libro giornale in esso le operazioni sono rilevate cronologicamente con il metodo della partita doppia= per ogni operazione, si mette in evidenza la forma di impiego, la fonte dei mezzi finanziari ed il relativo importo. Dare 10/03/2006 Avere totali Cassa A Vendite 1500  esempio -Il libro mastro è costituito da una serie di prospetti a sezioni contrapposte o “conti” che hanno la stessa denominazione delle voci contenute nel libro giornale e riportano gli stessi dati. Attrezzature -L’analisi dell’economicità e il capitale economico (cap.7) -un ulteriore punto di vista nella lettura del bilancio d’esercizio: gli indici di bilancio costituiscono il completamento delle riclassificazioni delle sintesi di bilancio per formulare giudizi sull’economicità della gestione dell’azienda in funzionamento. Affichè uso dei quozienti di bilancio, occorre prestare attenzione a due aspetti: 1. La scelta di un insieme di un certo numero di quozienti che riesca a scoprire le possibili aree di interesse; 2. La scelta dei termini di riferimento, interno o esterni per favore il procedimento di analisi reddituale e finanziaria per far scaturire ipotesi, osservazioni e valutazioni di vario genere. -gli indici:  La redditività misurano la capacità dell’azienda di produrre reddito e di remunerare tutte le condizioni di produzione. La redditività si misura rapportando una configurazione di reddito ad un’altra grandezza correlata. Gli indicatori di redditività sono rapporti che hanno sempre un aggregato reddituale di diversa ampiezza, prelevato percorrendo la struttura scalare del conto economico riclassificato del costo venduto, dal basso verso l’alto.  La solidità;  La liquidità. -i principali indici di redditività sono: 1. ROE (return on equity=ritorno sul patrimonio netto) che esprime la redditività del capitale proprio; 2. ROA (return on assets= ritorno sull’attività) che esprime la redditività della gestione operativa; 3. ROS (return on sales= ritorno sulle vendite) che esprime il grado di convenienza economica delle vendite effettuate nell’esercizio. 1.Il ROE è il rapporto tra reddito netto e il capitale netto. Il roe misura il rendimento del capitale netto. I fattori determinanti del ROE sono: 1. La reddittività della gestione operativa; (ROA) 2. Il rapporto indebitamento; (RI) 3. L’incidenza del rapporto netto sul reddito operativo. -le determinazioni del ROE: il rapporto di indebitamento (x1) esprime la relazione che intercorre tra capitale investito e i mezzi propri, indirettamente esprime il peso del capitale di terzi. -effetto leverage l’impresa si avvale di capitale di terzi amplifica la redditività operativa, ciò vale per una reddittività positiva che per una negativa. In questo ultimo caso si avrà un’amplificazione della perdita. Nel passaggio dal roa al roe ha un ruolo fondamentale la leva finanziaria. L’effetto si produce per via della differenza tra il roa e il costo medio del capitale di terzi, se l’intero AN rende in termini percentuali (ROA) Più di quanto costa il capitale di terzi, l’impresa aumenta la propria redditività del capitale proprio. -Il tasso di incidenza, le determinazioni: TI= reddito netto/reddito operativo=RN/RO; Esprime il peso dei componenti di reddito estranei alla gestione operativa, cioè oneri finanziari e imposte, e dei componenti di reddito non di competenza dell’esercizio. Più elevato è tale peso, più basso è il tasso di incidenza. Tale indicatore è normalmente inferiore a 1 perché i componenti negativi di reddito estranei alla gestione, risultano superiori a quelli positivi. In questo caso il TI esercita un effetto riduttivo sull’effetto leverage tanto più maggiori sono gli oneri finanziari. 2.ROA misura la redditività della gestione operativa, cioè il rendimento degli investimenti effettuati nelle attività produttrici di reddito. E’ una misura di reddittività che considera una configurazione lorda di reddito rapportata all’attivo netto, cioè alle condizioni patrimoniali che hanno permesso di produrla. -i fattori determinati del ROA sono:  la redditività delle vendite (ROS);  il tasso di rotazione dell’attivo (TR) 3.ROS E TASSO DI ROTAZIONE esprime il grado di convivenza economica delle vendite effettuate nell’esercizio. La redditività unitaria delle vendite, espressa in termini monetari. Tale redditività è influenzata dalle politiche di prezzo, dai volumi di vendita, dai prezzi- costo di acquisizione dei fattori produttivi. -Tasso di rotazione attivo (TR); TR=VENDITE/ATTIVO NETTO= V/AN Riflette il numero di volte che le risorse investite sono fatte girare. Richiama l’attenzione sulla dimensione del capitale investito per ottenere il livello di vendite riscontrate ed informa sull’efficienza nella gestione delle risorse. -un ulteriore punto di vista nella lettura del bilancio d’esercizio: -Gli indici di bilancio: 1. solidità quanto è solida l’impresa. Misurano la capacità dell’azienda di fare fronte agli impegni nel medio e lungo periodo. I principali indici di solidità sono:  il rapporto di indebitamento (RI) AN/CN;  il grado di copertura delle immobilizzazioni (CI=capitale delle immobilizzazioni) CN/IM esprime il rapporto tra capitale netto e le immobilizzazioni tecniche nette. 2. Liquidità quante risorse ha immediatamente disponibili l’azienda. Misurano la capacità dell’azienda di far fronte, momento per momento agli impegni di pagamento. I principali indici sono:  Il quoziente di disponibilità (QD);  Il quoziente di liquidità (QL) -Le decisioni di organizzazione e i contenuti: (cap. XV) -le scelte di organizzazione= sono le modalità con cui si organizza il lavoro nelle imprese. -l’assetto organizzativo, il comportamento organizzativo: -organizzazione modalità attraverso cui si orientano le persone verso gli obbiettivi dell’azienda .  In una organizzazione, il centro d’attenzione è il comportamento delle persone;  Le scelte di organizzazione sono volte a guidare il comportamento delle persone;  Le scelte di organizzazione portano a disegnare l’assetto organizzativo. -L’assetto organizzativo è l’insieme delle variabili che configurano l’organismo personale e che definiscono, indirizzando e coordinano i comportamenti delle persone che compongono il personale . -Le variabili organizzative sono le strutture e i processi che indirizzano i comportamenti delle persone. Sono: 1. La struttura organizzativa di base e la struttura organizzativa delle singole unità aziendali . 2. La distribuzione del potere ; 3. Sistemi operativi, fanno parte:  I sistemi di pianificazione, di programmazione e di informazione.  I sistemi di gestione del personale. -Il risultato delle scelte organizzative: sta nel fatto che ci sia una buona produttività, e quindi un allineamento degli obbiettivi individuali con quelli di organizzazione (quante persone devono lavorare nell’impresa). -progettando l’assetto organizzativo si decide: 1. Quante persone e con quali caratteristiche, farle lavorare nelle imprese; 2. Quali insiemi di compiti ogni persona deve svolgere = quale ruolo ciascuno deve avere nell’impresa; 3. Rispetto al ruolo, bisogna capire quali obbiettivi bisogna perseguire, secondo quali modalità e con quali risorse svolgerlo; 4. Dato il contributo che do alla struttura, come ogni persona dev’essere retribuita. 5. Come posso crescere, quali professioni le persone devono compiere. -l’organismo personaleè l’insieme unitario delle persone che con il loro lavoro, contribuiscono alla vita dell’azienda. È complesso dinamico; dev’essere flessibile, si analizza due aspetti complementari: 1. Le variabili individuali le caratteristiche delle singole persone; riguardano:  Le competenze personali: -conoscenze e capacità tecniche (contabilità, elettronica…) -conoscenze e capacità relazionali (lavoro di gruppo);  I valori: dati dall’insieme di convinzioni e le credenze in generale e in particolare, relativamente all’attività economica;  I bisogni: in generale, in particolare i bisogni che soddisfano mediante il lavoro. 2. Le variabili sociali l’intensità e la qualità delle relazioni tra le persone positive e negative che si instaurano. La cooperazione e la coesione sono essenziali per il buon funzionamento delle organizzazioni, dipendono anche dalla condivisione di valori comuni: la cultura (insieme di idee e valori che caratterizzano una certa azienda). -le condizioni di coesione e di collaborazione: 2. La paura di perdere il lavoro se il lavoro non soddisfa i bisogni, il lavoratore potrà decidere di non svolgere l’attività lavorativa o di svolgerla con il minimo impegno per non perdere il lavoro; -i bisogni che si possono soddisfare con il lavoro Maslow ha realizzato una piramide dei bisogni, in cui per raggiungere i bisogni più alla base bisogna aver soddisfatto i bisogni che si trovano in cima , la piramide:  Bisogni elementari (fame, sete, sonno…); sono connessi all’esistenza della vita.  Bisogni di sicurezza (fisica, stabilità…); sono connessi all’esigenza delle persone di controllare le proprie mete di riferimento, il proprio futuro.  Bisogni di socialità (amicizia, appartenenza…); connessi all’esigenza di relazionarsi con gli altri.  Bisogni di stima (di sé, altrui); sono il bisogno di veder riconosciuto il proprio ruolo nel gruppo in cui si opera.  Bisogni di autorealizzazione; il bisogno di sentirsi realizzati, soddisfatti di ciò che si fa. È importante che l’azienda nel momento in cui definisce il proprio assetto organizzativo, cerchi di soddisfare i bisogni più elevati. Gli elementi più importanti della motivazione dipendono da come organizzo il lavoro delle persone, in relazione ai bisogni naturali che ciascuno ha. -le regole di organizzazione del lavoroi bisogni da soddisfare per la motivazione del lavoro sono i bisogni di socialità, di stima e di realizzazione sono i bisogni che le imprese devono osservare. La forma di organizzazione del lavoro è quella dei gruppi semi-autonomi:  Interazioni e intese positive fra le persone (=socialità);  Da luogo a risultati attribuibili alle persone e al gruppo (=stima);  Consente l’esercizio di una gamma ampia di competenza (=autorealizzazione). -Sistemi operativisono complementari alla struttura organizzativa nella funzione di indirizzo dei comportamenti delle persone. Sono coloro che mettono in moto il sistema poiché indirizzano le persone. -struttura mi dice il ruolo; -i sistemimi dicono come muovermi a seconda del ruolo che mi hanno assegnato. -vi sono due gruppi di sistemi operativi: 1. Sistemi di pianificazione, programmazione e informazione definiscono gli obbiettivi e dicono alle persone dove andare ; 2. Sistemi di gestione del personale sono quelli che consentono di governare le risorse umane, le imprese tentano di assicurarsi che il lavoratore faccia la performace più adatta rispetto al suo ruolo. -i sistemi di pianificazione, programmazione e informazione: 1. I sistemi di pianificazione strategica esplicitano i fini, le politiche e le strategie alle quali tutti devono ispirarsi; 2. I sistemi di programmazione e controllo hanno una valenza annuale. (budegeting, controllo di gestione) indica per ciascuna unità quali obbiettivi deve realizzare a breve e con quali risorse, al fine di portare avanti le strategie, indica le perfomace che influenzano la distribuzione dei premi e delle sanzioni, ripartendo con cura gli obbiettivi e le risorse, si attiva a realizzare il controllo. -Budegeting= si intende la definizione della distribuzione delle risorse rispetto agli obbiettivi, la pianificazione del bilancio. -Per controllo di gestione= si intende un controllo constante che si fa durante l’anno per vedere se si sta procedendo in maniera coerente con gli obbiettivi. 3. Sistemi informativi= si intende la distribuzione delle risorse idonee per capire se quello che si sta facendo e la cosa più corretta.  Produce e distribuisce le informazioni;  Le persone agiscono in base alle informazioni;  Informazione=potere. Questi tre sistemi mi danno le risorse per procedere e le informazioni per controllare se quello che sto facendo è coerente col programma. -i sistemi di gestione del personalein primo luogo devo capire quanta gente ho bisogno e che tipo di conoscenze/competenze devono avere. 1. Il sistema di dimensionamento degli organici determina il numero delle persone di ciascuna unità aziendale e i relativi carichi di lavoro. Per fare ciò devo tener conto di alcuni fattori:  Tecnologie;  Integrazione verticale;  Esperienza… 2. sistema di ricerca e selezione del personale individua le persone da inserire, vi sono varie politiche per la selezione:  solo ingressi dal basso (senza esperienza lavorativa)  persone specializzate o con base ampia (con esperienza). 3. sistema retributivo definisce le politiche e le retribuzioni di ciascuna persona. Vi sono tre basi fondamentali :  il valore della posizione occupata;  la prestazione realizzata rispetto agli obbiettivi;  i livelli retributivi nel mercato del lavoro. 4. Sistema di carrieradefinisce i percorsi professionali e i relativi criteri, la base fondamentale è la valutazione del potenziale, vi sono anche qui varie politiche:  Carriera linea= (sempre nella stessa funzione);  Carriera con rotazione (= passaggi tra funzioni). 5. sistema di addestramento e di formazione addestramento significa saper far le cose, formazione invece aver le competenze idonee al tipo di lavoro, con questo sistema si stimola lo sviluppo delle competenze individuali . Vi sono varie modalità tra cui:  studio, corsi, affiancamento… -la gestione della complessità strutture e sistemi operativi si definiscono assetti organizzatvi, ma l’attività è complessa. Per complessità si intende varietà e variabilità delle situazioni, su cui io devo essere in grado di coordinarmi in tempi veloci. -i fattori che determinano la complessità di un’impresa: 1. la numerosità degli elementi da governare; 2. La disomogeneità degli elementi; 3. La variabilità degli elementi; 4. L’interdipendenza degli elementi; 5. La pressione sui risultati Questi 5 punti portano a una governabilità difficile da affrontare, quindi devo darmi degli strumenti per affrontare questa complessità. Livello di complessità Strumenti da utilizzare Nulla Le regole, le procedure e i programmi Bassa I capi Media/alta La delega su obbiettivi Alto /altissimo Sistemi informativi verticali Le relazioni laterali (comitati…) La socializzazione (conoscenza e fiducia) Le attività autonome La gestione dell’ambiente (leggi…) -Il cambiamento organizzativo (cap.XX): -Il cambiamento costituisce una delle condizioni fondamentali e essenziali per l’organizzazione, per ogni sistema che ha come obbiettivo quello di svilupparsi. Se uno vuole un cambiamento deve aver chiari 5 elementi: 1. la visione dove vuole arrivare, come si immagina il suo futuro; 2. le competenze deve aver la capacità per svolgere una determinata attività; 3. l’incentivo nel senso che deve aver tutta una serie di interessi a svolgere quell’attività; 4. le risorse per svolgere una certa attività. 5. piano operativo d’azione se manca uno di questi elementi non si ottiene un cambiamento ma un qualcosa di diverso.  Se non si ha la visione si genera confusione;  Se mancano le competenze si genera ansia;  Se non ce l’incentivo si genera resistenza (chi me lo fa fare?)  Se mancano le risorse si genera frustrazione;  Se manca un piano solo la teoria svolgo. -il modello di lettura e interpretazione del cambiamento organizzativo: -cambiamento: riguarda le organizzazioni stabili, grandi e piccole, coinvolge il modo di funzione e di essere dell’organizzazione (impresa) coinvolge tutti.
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