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Riassunto di Elisabetta Farnese, Sintesi del corso di Storia Moderna

Duchessa di Parma Regina consorte di Spagna Matrona d'Europa

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 23/02/2022

MariannaDomenica
MariannaDomenica 🇮🇹

4.5

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Scarica Riassunto di Elisabetta Farnese e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! I Farnes appartengono alla nobiltà rurale romana e il loro nome risale forse alla farnia, una quercia della località della Tuscia tra Viterbo e Toscana. Il fondatore del casato è Ranuccio il Vecchio, condottiero della Chiesa. Dal matrimonio del figlio Pier Luigi con Giovannella Caetani di Onorato di Sermoneta nascono Alessandro e Giulia. Giulia è soprannominata "la Bella" ed è l'amante di papa Borgia. Grazie a lei il fratello Alessandro nel 1534 diventa papa Paolo III anche se la libertà di costumi della corte papale gli consente una relazione con una “donna sconosciuta”, probabilmente Silvia Ruffini, che gli dà quattro figli. Alessandro prima nel 1537 crea il ducato di Castro, situato nello stato pontificio, e ne insignisce il primogenito Pier Luigi che riceve, inoltre, il titolo di Gonfaloniere della Chiesa, poi nel 1545 crea i ducati di Parma e Piacenza e ne insignorisce Pier Luigi permettendogli di farsi dinastia. I ducati di Parma e Piacenza, inizialmente separati ed autonomi, fungono da Stato cuscinetto per i conflitti internazionali. Dal matrimonio di Pier Luigi e Gerolama Orsini nascono Alessandro e Ottavio. Alessandro è il “gran cardinale”, ma è sconfitto da Sisto V Peretti nel conclave del 1585. Ottavio sposa Margherita d'Austria, figlia di Carlo V. Alessandro, nipote dell’imperatore, è il “Gran Capitano” al servizio di Filippo II come governatore delle Fiandre e sposa la principessa Maria d'Aviz di Portogallo, però Lisbona è rivendicata da Filippo II nel 1580. La famiglia guarda allora all'Inghilterra essendo Maria d'Aviz imparentata con i Lancaster. Ranuccio I, figlio di Alessandro, sposa Margherita Aldobrandini, avviando un'obesità patologica. Il figlio Odoardo I ha mire espansionistiche perciò nel 1635 stringe un'alleanza con la Francia e Vittorio Amedeo I di Savoia contro gli Spagnoli a Milano. Egli partecipa alle imprese della Francia indebitandosi con i banchieri romani e si oppone alle pretese di Urbano VIII Barberini sul feudo di Castro. Il papa condanna Odoardo come ribelle. Il conflitto riprende con Ranuccio II e Innocenzo X. Il duca è accusato dell'omicidio del vescovo di Castro e la città è distrutta nel 1649. Ranuccio II, figlio di Odoardo, è ritenuto l'autore del “secondo rinascimento farnesiano” poiché ristruttura le residenze di famiglia sulla scia di quelle francesi e medicee e commissiona il Teatro della Pilotta, sede di tornei, balletti, danze equestri e opere musicali di argomento storico. Altresì, egli promuove il self-fashioning utilizzando l'arte come strumento di legittimazione del potere. Odoardo II, figlio di Ranuccio II, sposa Dorotea Sofia di Neuburg, figlia di Filippo Guglielmo Elettore del Palatinato. Quest'ultimo si sposa due volte ed ha numerosi figli tanto da essere chiamato "il fattore" e la sua casa "la scuderia" d'Europa giacché le figlie devono purificare il sangue degli Asburgo vessato dai matrimoni tra cugini. Eleonora Maddalena Teresa, primogenita, sposa l'imperatore Leopoldo I, prima vedovo di Margherita Teresa d'Asburgo, figlia di Filippo IV, e dopo di sua cugina Claudia Felicita, che porta agli Asburgo il Tirolo, ma non un erede. La nuova imperatrice è la madre di Giuseppe I e Carlo VI. Maria Sofia sposa Pietro II del Portogallo. Edvige sposa Giovanni Luigi Sobieski di Polonia. Dall'unione di Dorotea Sofia e di Odoardo nascono nel 1691 Alessandro Ignazio che muore prematuramente e il 25 ottobre 1692 Elisabett. Il nome della bimba deriva da quello della nonna materna, Elisabetta d'Amalia d'Assia, e dalla paterna, Isabella d'Este. Segue la morte dello stesso Odoardo II, stroncato dall'obesità. Quindi, Dorotea Sofia sposa il cognato Francesco per non perdere la dote. Ella è una donna pia, adora il Carnevale, al mattino e al pomeriggio visita monasteri femminili e a sera esce in carrozza lungo il corso principale della città con la partecipazione di Elisabetta. Dorotea Sofia e Francesco non hanno una prole perché anche Francesco ha problemi fisici. Elisabetta grazie alla madre ha un'educazione artistica: danza ne La Place triumphante in occasione della visita del figlio del re di Polonia; suona il clavicembalo; adora la pittura fiamminga, il cucito e il ricamo. Oltremodo, è poliglotta (italiano, latino, tedesco, francese, spagnolo) e legge libri storici e politici come la vita del cardinale Cisneros, ministro di Isabella di Castiglia, la regina di Spagna a cui vuole ispirarsi. Il palazzo di Colorno è la residenza estiva della famiglia. Ciò nonostante, Francesco è costretto a rientrare a Parma quando Elisabetta si ammala di vaiolo e Dorotea Sofia ha delle flussioni agli occhi. Eppure, il legame emotivo è testimoniato dalle lettere. Nel 1700 alla morte senza eredi di Carlo II di Spagna scoppia la Guerra di Successione spagnola. I pretendenti al trono sono: Luigi XIV, marito di Maria Teresa d'Asburgo figlia di Filippo IV di Spagna; Leopoldo I, vedovo di Margherita Teresa d'Asburgo figlia di Filippo IV di Spagna; Vittorio Amedeo II di Savoia, figlio di una principessa spagnola. Ma l'erede universale per testamento designato da Carlo II di Spagna è Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV, col nome di Filippo V. Nel 1701 muore Giuseppe I d'Asburgo e gli succede il fratello Carlo col nome di Carlo VI. Tra il 1713-'14 le Paci di Utrecht e Rastadt determinano la spartizione dei domini spagnoli: la penisola iberica e le colonie restano a Filippo V; Milano, Napoli e lo Stato dei Presìdi vanno agli Asbrugo; la Sicilia va ai Savoia che acquisiscono pure il titolo regale; la rocca di Gibilterra grazie alla quale si è arbitri del Mediterraneo, Minorca e la tratta degli schiavi neri nelle colonie spagnole in condizioni di monopolio (Trattato dell'Asiento de negros) vanno all'Inghilterra. Il duca Francesco dapprima neutrale, simpatizza poi per l'alleanza gallo-ispanica. Infatti, egli incontra Filippo V. L’incontro ci sarà anche con Carlo VI (nipote di Dorotea Sofia) inimicandosi Filippo V che sarà persuaso da Giulio Alberoni. Elisabetta a 22 anni è fatta sposare con Filippo V. La tarda età si deve all'attesa della madre e dello zio-patrigno di un buon partito durante la Guerra di Successione spagnola. Il matrimonio di Elisabetta e Filippo V mira alla liberazione della penisola italiana dalla presenza imperiale e savoiarda e a contrastare la regalità dei Savoia mentre i Farnese sono rimasti alla condizione ducale. Inoltre, Filippo V può reclamare il bisecolare dominio italiano. Così, egli invia il cardinale Francesco Acquaviva a Parma per le necessarie trattative. Le nozze sono celebrate per procura il 16 settembre 1714, rappresentando lo sposo il duca di Parma. Durante la cerimonia, Elisabetta rifiuta il gesto del baciamano della madre in segno di sottomissione e all'uscita dalla cattedrale la nuova regina di Spagna le prende la mano. Per l'occasione, il pittore Ilario Spolverini edita una cronaca a stampa: il Ragguaglio delle nozze. Giunta in Liguria, imbarcandosi per raggiungere la Spagna, Elisabetta scopre di soffrire il mal di mare. Pertanto, decide di proseguire il viaggio via terra. Ella trascorre alcuni giorni a Pau con la zia Marianna di Neuburg, vedova dello sterile Carlo II. Anche lei è diventata regina di Spagna in seconde nozze subentrando a sei mesi dalla morte di Maria Luisa d'Orléans ed ora fantastica su un ritorno a Madrid. Ma, entrata in Spagna, Elisabetta si accomiata dalla zia e sarà chiamata Isabel. Filippo V è abulico, l'opposto di Elisabetta. Nipote di Luigi XIV, nasce a Versailles il 19 dicembre 1683 come secondogenito del Grande Delfino e di Maria Anna Cristina Vittoria di Baviera con il titolo di duca d'Anjou. Al trono francese è preceduto dal fratello maggiore Luigi, duca di Borgogna, e seguito dal fratello Carlo, duca di Berry. I tre principi sono istruiti dall'ecclesiastico Fénelon attraverso una rigida morale tanto che i tre ragazzi giungono vergini all'età del matrimonio. Maria Luisa Gabriella di Savoia, figlia del duca Vittorio Amedeo II e di Anna Maria d’Orléans, sposa Filippo nel 1701. L'unione è volta a concludere l'alleanza tra Piemonte, Nel 1720 Filippo V aderisce alla Quadruplice alleanza, dopo la sconfitta in Sicilia e Sardegna. Si reclama Gibilterra e si vuole ottenere per l'infante Carlo subito Parma, Piacenza e Toscana. Ma Carlo VI non riconosce Filippo come re di Spagna e non procede all'investitura dell'infante Carlo di Parma e Piacenza. La Triplice Alleanza tra Francia, Spagna e Inghilterra – che vuole isolare l'Austria – è firmata nel 1721. Luigi, il principe delle Asturie, sposa la figlia del Reggente di Francia, Luisa Elisabetta d'Orléans, mentre la piccola Marianna Vittoria – che è chiamata affettuosamente Mariannina e porta il nome della sorella di Dorotea Sofia – è la promessa sposa di Luigi XV. In Francia la legge salica medievale escludeva le donne dall’eredità paterna. In Spagna nel 1713 Filippo V introduce una nuova legge salica che impedisce alle dinastie straniere di occupare il trono per ascendenza femminile. Un'ulteriore matrimonio è tra Don Carlo e l'altra figlia dell'Orléans, Madame de Beaujolais, affinché gli garantisca i territori italiani. Il patto del triplo matrimonio, uno realizzato e due mai attuati, si rivelerà un disastro. I matrimoni doppi alla spagnola suggellano alleanze, quelli alla francese sono motivati dai titoli ereditari per i rami cadetti. Elisabetta e Filippo V, il 27 luglio 1720, formulano segretamente il voto di abdicazione entro il 1723 per la salvezza della loro anima. Entrambi si ritirano nella Granja de San Ildefonso, il cui nome deriva dal fatto che Enrico IV fondò una cappella per il santo poi ceduta ai monaci di San Geronimo, che vi hanno stabilito una grancia. I sovrani vogliono realizzare nella Granja i loro luoghi d'infanzia rispettivamente Marly e Colorno, Carlo vorrà una cascata nella reggia vanvitelliana di Caserta. Elisabetta, inoltre, procede all'acquisto della maggiore collezione di arte antica dell'epoca, di Cristina di Svezia, che troverà la sua definitiva disposizione negli anni della vedovanza. Cristina ha infatti avuto rapporti intensi con i Farnese. Elisabetta conserva una biografia della regina di Svezia e la raccolta in tre volumi delle sue lettere. Filippo V conosce alcune opere della collezione di Cristina attraverso i calchi posseduti da suo nonno. Filippo V abdica definitivamente nel 1724 affidando gli infanti Ferdinando, Carlo e Filippo al primogenito Luigi. Nel corso del suo regno si verifica una dualità di poteri: un governo ufficiale a Madrid e un governo ombra a San Ildefonso guidato dalla coppia degli ex sovrani attraverso Grimaldo. Il giovane re è circondato dai Grandi ostili ad Elisabetta. Ma, Luigi nelle sue decisioni consulta gli ex sovrani. Egli muore otto mesi dopo a causa del vaiolo. Per un ritorno di Filippo V spinge Elisabetta. Tuttavia, Filippo V è convinto di aver usurpato il trono del figlio. Così, Elisabetta lo redarguisce. La politica internazionale ha elaborato un giudizio negativo su Elisabetta, accusata di perseguire interessi personali per conquistare un regno (quello del Regno di Napoli) e due piccoli ducati (quelli di Parma e Piacenza) per i suoi figli (Carlo e Filippo) piuttosto che quelli del regno. A Elisabetta l'amore per il figlio Carlo è stato attribuito come difetto, a causa del quale avrebbe messo a soqquadro l'Europa. Nel XVII secolo l'“equilibrio” della pace di Westfalia del 1648 è il fulcro dei trattati internazionali per evitare la preponderanza di una potenza sopra le altre. È vero che emergono personaggi che aprono le strade allo Stato amministrativo, ma il ruolo della corte continua a essere un affare del re alle cui decisioni le cancellerie devono conformarsi. Rilevante è il fattore dinastico con Patti di famiglia, Guerre di Successione, Prammatica Sanzione e matrimoni. Però, le relazioni tra paesi si rompono quando principesse promesse spose o consorti vedove vengono rispedite nei loro paesi d’origine. Addirittura nei trattati si prevede, al fianco di clausole commerciali e territoriali, il divieto dei contraenti di unirsi in matrimonio con altre case reali. Importante è il protagonismo femminile di sovrane e amanti dei monarchi nell'affermazione dell'Assolutismo attraverso il maternage con il mecenatismo delle arti e il matronage con una politica religiosa e di creazione di reti di assistenza. Il ruolo di Elisabetta va inquadrato in un'epoca di transizione tra il tardo Seicento del barocco e l'inizio del Settecento del neoclassicismo che culmina nel rococò. Ella ha la “missione storica” di garantire la discendenza della famiglia ducale. Il suo maggior contendente, l'imperatore Carlo VI, è intento a spingere le potenze europee a riconoscere la Prammatica Sanzione che abolisce la legge salica che impedisce alle donne di occupare il trono e designa a succedergli la primogenita Maria Teresa. L'accusa mossa alla regina è stata poi di aver inseguito l'obsoleto Mediterraneo, abbandonando all'Inghilterra il dominio ispanico coloniale. Quindi, ella dissipa energie che andrebbero invece indirizzate all'Atlantico. Solo la morte di Filippo V e l’allontanamento dalle leve del potere di Elisabetta da parte di Ferdinando VI dà inizio a una nuova fase politica, con la valorizzazione dell'America coloniale e una ripresa della Spagna sull'Atlantico per il commercio intercontinentale. L'America appare come opportunità alla Spagna per tornare a essere una potenza mondiale. Il ministro Patiño integra le ambizioni materne in un programma nazionale. Negli anni Trenta egli procede al rafforzamento della flotta delle Indie e si fa pressione sull'Honduras per frenare l'espansione inglese in Florida e per recuperare il controllo dell'occidente mediterraneo contro l'invadenza anglo-francese. La diplomazia spagnola si affida ad avventurieri che devono intraprendere vie diplomatiche senza compromettere l'onorabilità del sovrano e se falliscono ci si può sbarazzare di loro. Grazie al cavaliere Juan Guillermo, barone di Ripperdá ed ex ambasciatore dei Paesi Bassi, la Spagna si allea con il suo nemico, l'Austria di Carlo VI che chiede l'approvazione della Prammatica Sanzione del 1713, che abolisce la legge salica nei domini asburgici (il divieto per le donne di occupare il trono) e designa a succedergli la primogenita Maria Teresa. Così, nel 1724 si riuniscono nel Congresso di Cambrai per il problema della successione e l'eliminazione dei vincolo vassallatico di Vienna sui ducati farnesiani. Elisabetta per la lentezza delle trattative induce Ripperdá a stipulare un doppio matrimonio tra le arciduchesse figlie di Carlo VI – Maria Teresa e Maria Anna – e gli infanti figli di Elisabetta – Carlo e Filippo. I punti che interessano le due potenze sono il consolidamento della Compagnia di Ostenda (lanciata dall'imperatore nel commercio con le Indie orientali, in concorrenza con Francia e Inghilterra) e la restituzione di Gibilterra grazie alla mediazione dell'imperatore con l'Inghilterra. Ma Carlo VI, in vista dell'eredità imperiale dell'infante Carlo con la primogenita, rifiuta i contratti matrimoniali, adducendo la giovane età dei principi. Intanto, in Francia si cerca un'altra moglie per Luigi XV a causa della morte del duca d'Orléans, sostituito dal principe di Condé che è ostile verso gli Orléans. L'infanta di Spagna è ancora bambina per questo è rispedita in Spagna: le è preferita la polacca Maria Leszczynski. Per tale affronto, la Spagna nel 1725 stipula Pace di Vienna con l’Austria: Filippo cede all'imperatore i territori italiani e riconosce la Prammatica Sanzione, mentre Carlo VI lo riconosce come re di Spagna e ammette Carlo nella successione dei ducati che restano dei feudi imperiali. Tuttavia Inghilterra, Prussia e Francia creano la lega di Hannover. Ancora, Carlo VI trova in Francesco Stefano di Lorena un marito per la figlia. In tal modo, Ripperdá è rimpiazzato da José Patiño, uomo di Grimaldo che a sua volta è licenziato perché anziano. Nel 1727 Filippo vive una nuova crisi depressiva e firma un decreto col quale nomina la moglie Gobernadora del Reyno e sul Rio Caya avvengono le nozze tra José del Portogallo e Mariannina (visto con occhio favorevole da Elisabetta perché la nazione ha miniere in Brasile) e tra Ferdinando e Barbara di Braganza che, sebbene sia la nipote di Elisabetta, si rivelerà la sua più acerrima nemica. L'isolamento in cui Elisabetta tiene il consorte nasce dal bisogno di non trapelare le sue condizioni psichiche e di evitare che abdichi. Inizia el lustro real, nel corso del quale la capitale della Spagna diventa Siviglia in Andalusia: la regione rappresenta la vicinanza all'Atlantico delle colonie e sul Mediterraneo degli antichi possedimenti. Il lustro reale accentua un processo assolutistico in mano alla monarchia attraverso i segretari di stato. Gli ingressi in città sono cerimonie tipiche della monarchie. Denominati anche “trionfi”, evocano i riti della Roma antica. Il corteo reale fa un ingresso privato passando sotto cinque archi trionfali che esaltano la continuità dinastica tra la coppia reale, i principi delle Asturie e gli infanti. Gli archi trionfali riportano il motto “mas allá” che riprende il “plus ultra” di Carlo V. Le risorse della corona sono eccessive a causa dei numerosi spostamenti della famiglia reale per rimediare alla malinconia del re stimolandone la curiosità con vari passatempi. Tuttavia, il re inverte il giorno e la notte rifiutando il cambio della biancheria e l'igiene personale. Elisabetta oltre che col malessere mentale del marito deve fare i conti anche con l'ostilità della coppia dei principi delle Asturie in quanto pure Barbara agisce nel campo culturale ed è fautrice di un'alleanza anglo-portoghese che si oppone a quella franco-spagnola. Nel 1727 Francesco Farnese muore lasciando Parma e Piacenza al fratello Antonio. Il 9 novembre 1729 la Spagna sigla il trattato di Siviglia con Francia e Inghilterra contro l'Austria. Le tre potenze appoggiano la successione dell'infante Carlo a Parma e Piacenza. Ciononostante, dinanzi l'irresolutezza dell'Inghilterra e della Francia, la Spagna pianifica l'invasione del Regno di Napoli accennando anche alle Fiandre che possono essere assegnate all'infante Filippo. Nel 1731 muore Antonio Farnese nominando suo erede il “ventre pregnante” della moglie Enrichetta d'Este. La finzione della gravidanza è un modo di dare tempo agli Austriaci di occupare il ducato. Elisabetta promulga la dichiarazione di Castelar: revoca i vantaggi commerciali economici concessi all'Inghilterra, promettendoli a chi per prima le darà Parma. A questo punto nel Trattato di Vienna l'Inghilterra riconosce la Prammatica Sanzione, in cambio della soppressione della Compagnia di Ostenda e dell'accesso della Spagna ai ducati con l'introduzione di 6.000 uomini. Così, la regina ritira la dichiarazione di Castelar. Resta isolata la Francia e la duchessa Enrichetta è costretta a smentire di essere incinta. Gli inglesi fanno arrivare una flotta che deve procedere al trasferimento delle truppe spagnole in Italia. Ma si stabilisce che la flotta parta da Barcellona alla volta di Livorno, e che i vascelli inglesi, per evitare conflitti con quelli spagnoli, viaggino una mezza giornata avanti. All'Alcázar si celebra una cerimonia solenne ed emozionante. Alla fine, l'infante Carlo arriva a Parma il 9 ottobre 1732 accolto dal popolo e dalla nobiltà, però non riceve l'investitura imperiale. Malgrado ciò, Dorotea Sofia affianca il nipote. Il conte di Rottembourg e Ferdinando cospirano determinanti a porre termine alla tirannia della Farnese. Ma la regina – temendo che i principi, tramite le relazioni familiari portoghesi di Barbara, svelino all'Austria i segreti di stato – fa sapere che ormai è a conoscenza del complotto. Siviglia significa per Elisabetta restare abbagliata dai colori di Murillo che presenta una luce più tenue di quella barocca. Il murillismo comprende anche la musica con la formazione di un'orchestra che, composta da artisti italiani, accompagna i sovrani nei loro spostamenti nei siti reali, e una sedentaria composta da musici nazionali.
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