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Riassunto di "Il lettore infinito" - A. Chambers, Sintesi del corso di Pedagogia

Riassunto schematico del libro

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 13/12/2017

sararove95
sararove95 🇮🇹

4.4

(71)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto di "Il lettore infinito" - A. Chambers e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Il lettore infinito: educare alla letteratura tra ragioni ed emozioni – A. Chambers Premessa Il lettore infinito nasce dalla sintesi di due volumi: “The Reading Environment” e “Tell me. Childern, Reading and Talk” . Questi sono considerati delle guide alla lettura e vengono adottati in Gran Bretagna in numerosi corsi per studenti, insegnanti e bibliotecari. Nel 2011 si sono accorpati in un unico volume per la complementarietà dei temi affrontati. Questa sintesi è esemplificata dal diagramma del Reading Circle, nel quali sono evidenziate le 4 fasi fondamentali dei processo di lettura per Chambers (corrispondenti alle 4 sezioni del libro): a. LA SELEZIONE b. LA LETTURA c. LA RISPOSTA DEL LETTORE d. L’EDUCATORE ALLA LETTURA Si pone l’accento sulla creazione di un ambiente di lettura positivo, nel quale devono essere presenti numerosi conversazioni sui libri, nella condivisione delle esperienze di lettura che ci fanno crescere come lettori critici. Insegnare ai lettori a parlare dei propri libri però è un’arte complessa. L’adulto in questo processo ha un ruolo centrale, il quale mette in atto azioni e strategie per rendere la lettura possibile, lavorando su sé stesso, sia come lettore che come educatore. Da questi presupposti è nato l’approccio “Dimmi”, conosciuto nel mondo anglosassone come “Tell me”. Si tratta di un metodo pratico, non rigido, non schematico e fondato su solide basi teoriche (linguistica, Dewey, Bruner, Vygotskij). E’ utile a tutti coloro che si propongono di aiutare i giovani lettori a scoprire nella letteratura la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione, e accompagnarli in un percorso di lettura e di crescita personale che non conosce limiti: per appunto “il lettore infinito”. Introduzione Ogni lettura avviene in un ambiente definito → il luogo in cui leggiamo influisce su COME leggiamo: con piacere, desiderio, noia, concentrazione. I fattori che influenzano la nostra lettura sono: disponibilità di storie che amiamo, stato d’animo, tempo, interruzioni. Questi costituiscono il contesto sociale della lettura o ambiente di lettura. Se si vuole aiutare in modo competente i bambini a diventare lettori appassionati e riflessivi, dobbiamo creare un ambiente di lettura favorevole. Il Reading Circle: il processo di lettura Quando si legge si affrontano una serie di attività complesse e sequenziali. Ogni attività conduce ad un’attività successiva. Non è un processo lineare ma CIRCOLARE, in cui la sequenza ritorna di nuovo al punto di partenza. (immagine) 1. La selezione Ogni volta che leggiamo operiamo una scelta: selezioniamo quello che ci interessa. Quando scegliamo un libro siamo influenzati da una molteplicità di fattori. Ma ogni selezione dipende dai libri che abbiamo a disposizione. Quindi la disponibilità di libri è un presupposto fondamentale per iniziare a leggere. I libri devono essere accessibili → accessibile è diverso da disponibile. Ovvero non solo devono essere presenti nell’armadio ma questo armadio deve essere sempre aperto per permettere ai bambini di accedervi quando vogliono. In alcune classi il libro può essere consultato solo in seguito a un buon lavoro svolto sul piano didattico: in questo caso l’accessibilità diventa un premio per confermare il successo o il fallimento di altri. Anche la modalità di presentazione del libro, ovvero come i diversi testi sono messi in mostra o esposti sugli scaffali di una biblioteca. Per imparare a scegliere consapevolmente un libro bisogna farlo in prima persona e autonomamente, affiancati da un lettore consapevole ed affidabile che può seguirci ed aiutarci nel percorso di crescita come lettori. 2. La “lettura” La lettura non si esaurisce nella semplice azione di far scorrere i nostri occhi sulle parole al fine di decifrarle. Il processo della lettura comprendo un certo numero di attività diversificate e complesse. Un apprendista lettore è in grado di decifrare le parole scritte in un libro. In questo modo sta crescendo come lettore. Anche un bambino non scolarizzato che guarda un libro, capisce come usarlo, gira le pagine, apre e chiude le finestrelle, desidera che qualcuno gli legga ad alta voce mentre lui osserva le figure, anche lui sta progredendo nelle sue abilità di lettura. Tempo per leggere La lettura necessità di attenzione e concentrazione. I libri per i più piccoli sono concepiti in modo da consentire di scoprire, attraverso l’accostamento di immagini e parole, il significato di una storia in pochi minuti → infatti mantenere la concentrazione per un tempo breve è una grande sfida. Il processo di costruzione di un’esperienza di lettura positiva e di una regolare capacità di concentrazione dipende da una regolare dedizione ai libri. Quindi è importante mettere a disposizione tempo per leggere e aiutare i lettori principianti a dedicarsi man mano a periodi di lettura sempre più lunghi. Un luogo per leggere Si legge meglio in contesti che facilitano la concentrazione, senza elementi di distrazione. A casa si può creare una situazione ideale, ma a scuola o in biblioteca bisogna dedicare molta cura alla predisposizione di un ambiente di lettura favorevole per garantire il tempo necessario e la giusta concentrazione. 3. La risposta del lettore La lettura produce in chi legge un qualche tipo di risposta. Due sono le reazioni che bisogna stimolare nei bambini per aiutare a diventare lettori consapevoli: ■ desiderio di sperimentare di nuovo il piacere dato da una precedente lettura ■ desiderio di parlare con altri della propria esperienza di lettura, di condividerla, per capire quale significato ha per noi e per gli altri Le conversazioni sui libri si possono svolgere in 2 modi: ♦ conversazione informale (chiacchierata o scambio di idee tra amici) ♦ conversazione formale (strutturata come in classe) L’impatto visivo: come organizzare lo spazio e l’allestimento con scritte e didascalie. Il disordine è antiestetico e il sovraffollamento di titoli può confondere il lettore. La durata: la mostra deve produrre un effetto visivo positivo, i libri esposti devono mantenere vivo l’interesse dei visitatori. Ogni mostra ha un ciclo di vita naturale: quando inizia ad essere familiare sfuma la sua capacità attrattiva. Quando l’attenzione inizia a declinare significa he bisogna introdurre qualche cambiamento. I libri: copie dei libri in mostra dovrebbero essere disponibili per il prestito o l’acquisto. Elementi importanti da tenere in considerazione: • la natura possessiva di certi lettori • gli effetti di una buona comunicazione sui libri da parte dell’insegnante • la sete di lettura in bambini normali • la richiesta di libri Qualsiasi mostra pone il dilemma di creare una domanda di lettura che non può essere immediatamente soddisfatta. I temi e gli argomenti: Aspetti su cui focalizzare l’attenzione per allestimento mostra: ✓ novità ✓ storie per condividere passioni ✓ albi illustrati – fumetti – versioni diverse di una stessa fiaba ✓ l’autore o l’illustratore della settimana ✓ libri su eventi storici o di attualità ✓ libri segnalati dalla critica o vincitori di premi letterari ✓ storie con adattamenti cinematografici, televisivi o radiofonici ✓ libri recensiti dai bambini della scuola ✓ storie su cui hanno lavorato gli alunni ✓ “i nostri preferiti” scelti dalle diverse classi E’ bello organizzare periodicamente una mostra + ambiziosa e con maggiore assortimento di libri ed allestimenti + elaborati. Anche i genitori sono invitati a collaborare e a scegliere i libri. I bambini possono lavorare all’organizzazione dell’evento attraverso la programmazione di rappresentazioni teatrali o reading di poesie. Inoltre la mostra può essere il focus per una discussione sul progetto di lettura della scuola. Questo evento sarà un’occasione di festa che serve per ravvivare l’interesse ed accrescere la consapevolezza di tutta la comunità sul valore della letteratura. Una mostra stimola la coesione di una comunità e favorisce la crescita dei lettori ed incoraggia la lettura. L’esplorazione: alla ricerca dei propri libri Si diventa + facilmente lettori appassionati se seguiamo il nostro istinto e i nostri interessi personali. I bambini hanno bisogno di trovare autonomamente quei libri capaci di soddisfare i loro bisogni adatti al loro livello di sviluppo e alla loro personalità. Il tempo per esplorare in piena libertà è importantissimo in qualsiasi contesto di lettura e produce alcuni vantaggi significativi. La familiarità: le persone cresciute in case prive di libri percepiscono i luoghi di lettura come angoscianti. Il fatto di poter contare sulla scuola e sulla sua disponibilità di libri, questo rappresenta un modo semplice ed efficace per imparare a scegliere liberamente le proprie letture. E’ importante lavorare individualmente con ogni bambino e ragazzo: l’insegnante ha il compito di parlare con ogni singolo alunno, incoraggiando e consigliando e ascoltando ciò che ognuno ha da dire. Il fatto che l’insegnante riesca a creare il giusto setting (= contesto di lettura) e di parlare dei libri letti, consentirà ai lettori di aiutarsi reciprocamente. L’influenza del gruppo dei pari inizia a dare i suoi frutti. Quando esplorare e per quanto tempo? I lettori possono esplorare i libri in gruppo o individualmente. Si possono prevedere 2 tempi: formale (esplorazione in gruppo con supervisione del docente) ed informale (esplorazione individuale sia in orario scolastico che extra). L’esplorazione è un’attività importante e ai fini della lettura è essenziale. Il libro nell’era digitale Oggi possiamo realizzare e leggere un libro online, su un’ampia varietà di schermi e supporti. La domanda che ci poniamo è… l’esperienza di lettura è sempre la stessa? Ci si focalizza sui testi di letteratura → qualsiasi tipo di composizione che abbia come suo scopo non la comunicazione di un fatto ma la narrazione di una storia o la trasmissione di un piacere derivante dall’immaginazione creativa nell’uso delle parole. Che cosa è un libro? “Un libro è una sequenza di pagine” Ha una forma ed è composto da un certo numero di pagine, collegate insieme da una sequenza prestabilita che dà vita all’insieme. I libri comunicano delle cose. Un insieme di pagine bianche non può considerarsi un libro. Le parole, le figure ecc sono scritte sulla pagina bianca in vari modi (matita, inchiostro, stampa) e le pagine non sono necessariamente in carta. Dunque… “Un libro è una sequenza di pagine, sulle quali compaiono segni comunicanti significato”. I segni possono essere apposti sulle pagine in modi diversi e possono comunicare significati molteplici. Questi segni comunicanti significato sono “collegati tra di loro”. I libri composti da tante pagine rilegate hanno un’ordinazione. Quindi sia le pagine che i segni sono collegati tra di loro “in un ordine prestabilito dall’autore”. Un libro è UNA FORMA DI COMUNICAZIONE creata e definita dall’autore del testo. Un libro è un libro perché è stato scritto da un autore il quale ha deciso un ordine. Nulla di questo può essere modificato per adattarsi alle preferenze del lettore. Due tipi di autorità Due sono le autorità coinvolte in un libro: 1. Quella dell’autore: ha deciso l’organizzazione delle parole sulla pagina, la disposizione delle pagine in sequenza, intenzionalità a collegare tutto insieme. Interferire con questo ordine è una violazione, bisogna avere rispetto dell’integrità della composizione dell’autore. 2. Quella dell’utente/lettore: il lettore può tutto mentre l’autore è impotente. Un lettore responsabile però onora il patto implicito che gli impone di rispettare e non manomettere ciò che l’autore ha creato, ponendosi dinnanzi al testo nel suo insieme e rispettandone l’ordine e la sequenza stabilita dall’autore. I lettori hanno una responsabilità nei confronti degli autori e viceversa. Questo rispetto reciproco e questa autorità condivisa risiedono nel Libro. E’ il Libro che crea la loro autorità, è il libro il focus. I libri che contano di più per gli autori e i lettori sono quelli che parlano loro e parlano per loro e che esprimono meglio di come potrebbero fare loro stessi ciò che già conoscono e ciò che sono felici di apprendere. Il libro e gli altri media Ci sono differenze tra un libro e le altre forme di comunicazione? Differenza chiave: nelle altre forme di comunicazione tra l’autore e il pubblico si frappongono numerosi intermediari, ognuno dei quali ha una propria visione ed interpretazione del testo. Anche quando un testo è letto ad alta voce succede la stessa cosa: chi legge interpreta il testo per chi ascolta. Quando invece leggiamo un libro per noi stessi, siamo noi i depositari ultimi dell’interpretazione e della creazione di senso per un testo. Siamo produttori, direttori ed attori allo stesso tempo. Ed è per questo che leggere un libro è la forma di comunicazione più difficile e più impegnativa. Ogni libro è un oggetto a sé, ma sono tutti accomunati da una stessa natura, e hanno un’integrità che non deve essere violata. I testi digitali I testi in forma elettronica NON hanno alcuna integrità. Il computer è un dispositivo progettato per consentire interferenze: infatti qualsiasi testo è facilmente modificabile. Anche se i testi sullo schermo sono definiti pagine NON sono come le pagine del libro. Infatti queste possono essere alterate, come la dimensione dei caratteri o la lunghezza delle righe. Si può affermare che qualunque cosa stabilita dall’autore può essere modificata dal destinatario e nessuno pensa sia sbagliato farlo. E’ necessario fare una distinzione tra: ✓ testi proposti su computer ✓ eBook → non possono essere alterati né contenuti né la sequenza delle pagine → scopo: consentire la lettura di un libro in formato elettronico invece che cartaceo. Gli eReader si stanno evolvendo per essere sempre più simili ad un libro, consentendo ad esempio la visualizzazione di due pagine affiancate. Nel caso in cui l’autore ha definito con precisione il contenuto di ogni pagina (come accade negli albi illustrati) il formato elettronico risulta corretto nella misura in cui rispetta l’intenzionalità dell’autore. La “lettura” Il set e il setting L’esito di qualsiasi attività umana è influenzato da 2 condizioni: ♦ il SET → insieme di attitudini mentali e atteggiamenti personali che influenzano ciò che facciamo (aspettative, esperienze, preconoscenze, stato d’animo, relazione con gli altri, condizioni climatiche…) ♦ il SETTING → ambiente fisico e la sua adeguatezza rispetto all’attività proposta In ogni gruppo di lettori, la storia di lettura di ognuno è unica ma è basata su un’esperienza condivisa di alcuni libri che la comunità considera fondamentali. E’ quindi importante che i bambini tengano un diario di lettura in cui possano avere traccia del loro percorso. E’ un rituale semplice e significativo. Alcuni consigli pratici • I diari di lettura devono essere quaderni rilegati e robusti affinchè possano durare in tutto il percorso scolastico. • Bambini piccoli → insegnante che scrive Bambini grandi → compilazione autonoma con supervisione dell’insegnante • Non insistere nel chiedere di scrivere commenti o pensieri; il diario è una registrazione bibliografica, non un eserciziario. • Evitare di usare i diari come strumenti di valutazione e non esprimere giudizi/annotazioni → non sono strumenti di controllo didattico • I diari non devono essere utilizzati per alimentare la competizione tra alunni • Se l’insegnante tiene un diario di lettura i bambini saranno più invogliati Raccontare storie Alcune persone dicono di “non amare leggere” ma nessuno che dica “non amare ascoltare storie”. La tradizione orale risale agli albori dell’umanità e dalla quale si sono sviluppate tutte le forme di letteratura: cioè tutti i modi in cui usiamo il linguaggio immaginativo per raccontarci l’un l’altro la storia della vita umana cercando di darle un senso. Ognuno di noi attraverso la storia della propria vita esprime anche la storia dell’intera umanità. Ognuno di noi arriva alla letteratura attraverso il racconto di storie ad alta voce. Dalle filastrocche alle fiabe raccontate fin dalla prima infanzia. Sono parole semplici ma organizzate con schemi narrativi elementari. Suoni che ci preparano alla musicalità della lingua. Parole e suoni che ci forniscono immagini con cui pensare, sentire, percepire. Quando siamo in grado di parlare, ci raccontiamo storie che rispondono alle nostre domande su chi siamo, sa dove veniamo… e che ci permettono di costruire lentamente le nostre identità personali. Il nostro approccio alla lettura di letteratura è profondamente radicato nell’esperienza del racconto orale. Tutto questo ci permette di formarci come lettori. E’ provato che gli adolescenti che abbandonano la lettura la riprendono una volta che diventano genitori e che iniziano a raccontare fiabe e filastrocche ai propri bambini. Il racconto di storie è indispensabile per consentirci di diventare lettori di letteratura, indipendentemente dall’età. E’ provato che gli adolescenti restii alla lettura hanno bisogno di ascoltare le storie tradizionali allo stesso modo dei bambini, per recuperare quello che hanno dimenticato, prima di proseguire nel loro percorso di lettura. Hanno bisogno di raccontare le proprie storie → questo è necessario per recuperare quello che hanno dimenticato o quello che non hanno mai ricevuto cioè la frequentazione delle storie → tutti noi ne abbiamo bisogno se vogliamo diventare lettori autonomi e svolgere il ruolo di lettori attivi nella costruzione del significato delle opere di letteratura. Il racconto di storie inizia da noi Ognuno di noi ha un repertorio delle storie + amate nella propria esperienza personale. Condividere queste storie con i bambini consente di stabilire una buona relazione con loro, e a loro volta vorranno condividere qualcosa di loro stessi. Sono molto importanti le storie create dagli stessi bambini. La creazione di storie si basa su materiali grezzi delle esperienze vissute e pone sempre di fronte a complessi problemi formali legati alla narrazione tra cui: • I personaggi e gli avvenimenti devono essere inventati • la trama va organizzata • il narratore deve operare una scelta fra tempo presente e tempo passato • il narratore deve scegliere tra la voce narrante e la prima persona. • Tra narratore-attore della storia o semplice osservatore Cimentandosi come autori, i bambini attingono alla loro personale esperienza di storie per risolvere il problema di “come raccontare” le storie che scrivono. La sperimentazione di quest’arte accresce il loro interesse nei confronti della tecnica narrativa. Iniziano a comprendere che i lettori non sono destinatari passivi, ma partecipano attivamente alla costruzione del significato di un testo e sono chiamati a colmare i gap narrativi. Quando si colmano questi gap si riesce a comprendere a fondo il significato del testo e a trarre piacere e soddisfazione dalla lettura. I bambini possono imparare tutto questo dall’ascolto di storie e dal racconto fatto da loro in prima persona. La facilità di lettura e i progressi di un bambino dipendono dalla ricchezza delle sue esperienze di ascolto e di racconto di storie. Come costruirsi un proprio repertorio di storie Qualsiasi repertorio deve contemplare 2 tipi principali di storie: ♦ testi sui quali potrete improvvisare ♦ testi che dovrete raccontare esattamente come sono scritti Certi eventi chiavi devono sempre essere presenti, ma non c’è un unico modo per raccontarli. Molti racconti popolari e fiabe hanno strutture narrative sulle quali il narratore può ricamare la propria storia. Alcune storie sono scritte con uno stile personale che inserire variazioni durante il racconto significa rinunciare alla loro qualità essenziale. Se non vogliamo leggerle ad alta voce, l’unico modo per raccontarle è quello di impararle a memoria e ripeterle esattamente come sono scritte. Ciò che viene lasciato al lettore è il ritmo del racconto, la sottolineatura del dialogo e l’interpretazione del testo. E’ altrettanto vero per la lettura ad alta voce. La differenza consiste in questo: quando una storia è raccontata, la personalità dell’interprete produce un impatto diretto sul pubblico molto più forte di quando una storia è letta ad alta voce. Si tratta quindi di due attività diverse: ♦ il racconto di una storia → è un’attività focalizzata sull’interprete e sul pubblico ♦ la lettura ad alta voce → è un’attività focalizzata sul testo Il passaggio da una all’altra attività è importante e cambia l’esperienza di chi ascolta. Scegliere la storia “giusta” Non tutte le storie sono adatte a qualsiasi narratore Ogni narratore ha un proprio stile. Per i bambini è noioso ascoltare lo stesso narratore per un intero anno scolastico. E’ giusto che i bambini ascoltino storie lette e raccontate da persone diverse. Non tutte le storie sono adatte a qualsiasi pubblico Provando e sbagliando sapremo quali storie possono essere raccontate e quali no. E’ giusto però chiedere consiglio agli esperti di educazione alla lettura. Prima di iniziare l’attività di lettura, scoprire quali storie sono state loro raccontate in passato. Informatevi su quali sono le loro storie preferite; questo è utile per due ragioni: 1. se alcune storie indicate dai bambini sono nel nostro repertorio, quello è un buon punto di partenza. 2. noi apprezziamo quello che ci è familiare → conoscere le storie che sono familiari al nostro pubblico ci aiuta a scegliere una nuova storia simile a quelle già note, ma sufficientemente originale da creare un rinnovato interesse. Prepararsi con cura Anche se il racconto di storie si basa sull’improvvisazione e su decisioni spontanee, non significa che non abbiate bisogno di prepararvi. La sicurezza deriva dalla profonda conoscenza del vostro repertorio. Ognuno di noi sviluppa una propria modalità di preparazione, ma tutti noi abbiamo bisogno di iniziare in un qualche modo. Ecco qualche consiglio di F.C.Sayers, autrice per ragazzi: ■ scegliere storia da raccontare ■ leggerla + volte e analizzarla ■ individuare l’atmosfera e il fascino che influenzano la narrazione ■ individuare il punto culminante e da lì seguire il climax del racconto ■ rileggere ■ verificare se si riesce a elencare l’ordine in cui si susseguono gli avvenimenti e i cardini dell’azione nella loro giusta sequenza ■ rileggere il testo e focalizzare l’attenzione sulle locuzioni che vorreste memorizzare ■ ripetere la storia ad alta voce ■ ripetere la storia a mente in silenzio ■ a questo punto vi accorgete che la storia è diventata vostra per sempre Leggere ad alta voce I bambini riescono con più facilità a leggere da soli quello che hanno già sentito leggere ad alta voce. Impariamo cioè a leggere assorbendo gradualmente dai lettori esperti tutte le competenze necessarie per arrivare alla lettura autonoma. Vygotskij chiama il passaggio di competenze dall’insegnante all’alunno “zona di sviluppo prossimale” o ZSP → il lettore potenziale diventa un apprendista lettore. Tutti gli adulti hanno una responsabilità nello svolgere un’importante attività formativa. Bruner scrive come avviene la trasmissione di conoscenze ed abilità attraverso l’osservazione di un esperimento → insegnante: controlla, dimostra che il compito è possibile, ricorre alla drammatizzazione, fraziona il lavoro in segmenti, stimola i bambini con attività che non sanno fare in modo autonomo ma hanno bisogno dell’aiuto dell’adulto (ZSP). Una volta che il bambino raggiunge l’abilità ed è capace di ripetere l’operazione in modo autonomo e consapevole, subentra all’insegnante. Leggere ad alta voce ai bambini è fondamentale per aiutarli a diventare lettori. Errore è leggere ad alta voce solo nella prima infanzia ovvero nelle prime fasi di apprendimento della lettura. La lettura ad alta voce ha valore per tutto l’intero processo di apprendimento della lettura, che è lungo e complesso. Tempo per guardare Durante la lettura ad alta voce, gli apprendisti lettori amano avere tra le mani il libro che viene loro letto. Tempo per prepararsi Non proporre mai una storia se prima non l’abbiamo letta noi insegnanti. Dobbiamo leggere ad alta voce a noi stessi per essere pronti a leggere agli altri. E’ necessario scegliere testi adatti al nostro pubblico. La lettura ad alta voce consente quindi ai bambini di sperimentare la vitalità della letteratura. Lettura, cervello e Neuroscienze I neuroscienziati sono riusciti a comprendere importanti aspetti rispetto al funzionamento del cervello nei processi di lettura. Le scoperte ci aiutano a capire quali azioni dovremmo intraprendere per favorire la crescita di lettori competenti. 1. Noi NON siamo biologicamente programmati per essere lettori → la lettura e la scrittura sono invenzioni umane = sovrastrutture create dall’uomo, e il nostro cervello ha impiegato milioni di anni per svilupparsi in questa direzione. Per questo motivo il cervello di ogni individuo deve ripercorrere l’intero processo di apprendimento. 2. L’attività mentale modifica la struttura del cervello → il nostro cervello ha moltissime potenzialità, è un sistema che si auto-organizza, è in grado di insegnare a sé stesso, si trasforma in continuazione. 3. La lettura è uno dei processi + complessi che il nostro cervello possa compiere. 4. Quando leggiamo silenziosamente sono coinvolte 3 aree del cervello: ■ parte che ELABORA I SUONI (associati a immagini e parole) ■ parte che CONTROLLA LE INFORMAZIONI VISIVE (lettere, parole, immagini) ■ parte che ANALIZZA IL SIGNIFICATO delle parole, frasi, testo Nel nostro cervello è presente un ARCHIVIO che immagazzina tutto ciò che abbiamo già sentito e letto. Quando affrontiamo un nuovo testo, il nostro cervello compie una ricerca d’archivio per trovare qualcosa che coincida con gli elementi che stiamo esaminando. Se non troviamo nessuna corrispondenza, allora quel testo risulterà troppo difficile per noi. Più elementi comuni riusciamo a reperire, più facile sarà la lettura e la comprensione del nuovo testo. S. Wren, psicologo cognitivista, esperto dei processi di lettura, in un suo articolo dedicato all’attività neurologica durante la lettura afferma che: • CORTECCIA OCCIPITALE → rielaborazione informazioni incontrate (parole, lettere, tipologia caratteri) • LOBO FRONTALE → elaborazione del significato del testo + mettere in relazione ciò che si legge con ciò che si sa già • LOBO TEMPORALE → analisi di tutti i suoni associati alla lettura (anche nella lettura silenziosa, le aree del cervello che elaborano i suoni del parlato sono attive) Le azioni complesse (come la lettura di un brano di un testo) vengono frammentate in azioni + semplici e ridistribuite alle aree del cervello specializzate per compierle. Avvertenza: le neuroscienze sono discipline relativamente giovani, c’è ancora tanto da scoprire. Dalle considerazioni di S. Wren si evincono 2 certezze: 1. La lettura ad alta voce è essenziale per lo sviluppo della capacità di lettura, anche quando il lettore è già in grado di leggere autonomamente e silenziosamente. Questo perché la zona del cervello che gestisce i suoni deve lavorare in maniera competente tanto quanto le altre due aree, cosa che può fare soltanto se ha familiarità con il suono di parole, frasi... Ecco perché è + facile leggere sottovoce un testo che abbiamo già ascoltato leggere ad alta voce. 2. Dato che ogni lettura si basa su quello che il lettore ha già letto in precedenza, maggiore è la varietà di parole, maggiore sarà la capacità di decodificare un nuovo testo. Maggiore è la quantità di riferimenti immagazzinati nel proprio archivio mentale, maggiore sarà la competenza del lettore e di conseguenza migliore sarà la sua capacità di lettura. M. Wolf afferma che i bambini per acquisire questa capacità NON naturale (cioè la lettura) hanno bisogno di ambienti educativi che supportino tutti quei circuiti bisognosi di un’acquisizione che permetta al cervello di leggere. Cita 3 ricerche che mostrano una stretta relazione tra deprivazione linguistica e ambienti depauperati → i bambini in contesti di povertà usano meno della metà delle parole già impiegate dai loro coetanei più fortunati. I fattori che influenzano l’apprendimento linguistico sono: • disponibilità di libri • ascolto di ampia gamma di linguaggi e di usi del linguaggio • occasioni di dialogo-conversazione Ascoltare le letture ad alta voce, avere una varietà di testi, conversare sono attività fondamentali per il nostro processo di crescita. L’incontro con l’autore La scelta dell’ospite Come avviare i contatti Come valorizzare il risultato dell’esperienza Da lettore a lettore • La scelta di un libro da parte dei ragazzi è fortemente condizionata dal passaparola cioè dal giudizio dei propri amici e dei propri coetanei. • Questa informazione dice a noi educatori che il tempo che dedichiamo ad incoraggiare i nostri alunni a parlare dei libri che hanno letto li stimola a leggere ancora di più! • Il successo di questa pratica dipende dalla nostra conoscenza dei bambini e dei libri, e dala nostra capacità di suggerire, al momento opportuno, il “giusto” libro al “giusto” lettore. • Ci sono alcune tecniche strutturate per aiutare bambini e ragazzi a condividere le loro letture: 1. «Hai letto questo libro?» • Si tratta di un momento dedicato allo scambio di informazioni tra giovani lettori; un’occasione per parlare dei libri più amati e per consigliarne la lettura ai compagni. • È importante ritagliare, all’interno della programmazione settimanale, un tempo prestabilito durante il quale 3/4 allievi possano presentare un libro ai compagni. • L’insegnante deve assicurarsi che gli studenti: • si preparino in anticipo; • dispongano di una copia del libro da mostrare alla classe; • curino quei dettagli che possono aiutarli a rendere la presentazione coinvolgente. • Il resto del gruppo classe deve essere incoraggiato a fare domande e ad esprimere le proprie opinioni, mentre l’insegnante modera la conversazione. • L’insegnante, infine, può sintetizzare i punti essenziali emersi dal dibattito, riprendendo il nome degli autori e i testi citati, mentre si mostrano i libri presentati. • Questa attività può essere modificata e sviluppata ulteriormente: • Una classe può parlare dei propri libri ad un’altra; • Le presentazioni possono essere condivise on-line ecc. 2. La bacheca delle nostre letture • L’idea nasce dal piacere che provano i bambini e i ragazzi a scambiarsi messaggi. Può essere realizzata con successo in tutti i gradi della scuola. • Tutto ciò che serve è una bacheca da appendere in classe o nel corridoio. • La regola: è che si può esporre o scrivere qualsiasi cosa, purchè l’intenzione sia quella di consigliare un libro ( il titolo e l’autore devono essere indicati in modo chiaro). • Il problema consiste nel lasciare i testi e le immagini in esposizione il tempo necessario per coinvolgere altri lettori. (Una scuola dell’infanzia ha ovviato a questo problema, predisponendo un album per i disegni e le immagini). 3. I materiali informativi • Occasionali: manifesti. • Periodici: giornali scolastici (cartacei/on-line) • Hanno lo scopo di veicolare notizie sui libri che possono indurre i lettori ad avvicinarsi alle storie presentate sia con recensioni sia che con semplici giochi di parole. 4. Il coinvolgimento dei lettori nella scelta dei libri • È importante cogliere ogni occasione per coinvolgere i bambini e i ragazzi nella scelta dei libri per la loro classe o biblioteca scolastica La scelta di libri richiede: • Discussioni • Confronto di opinioni • Valutazione della qualità e delle criticità dei diversi tipi di testi • Grande quantità di letture. • Per sollecitare una scelta ponderata, l’insegnante dovrebbe porre domande utili: ✓ “Come giudicate un libro?” ✓ “Su cosa focalizzare l’attenzione quando scegliete un libro per voi stessi?” ✓ “Su cosa focalizzare l’attenzione quando scegliete un libro per altre persone?” ✓ “Che cosa è per voi un buon libro?” ✓ “Ci sono diversi modi di leggere un libro? Quali sono?” Le domande sono fondamentali per guidare la CONVERSAZIONE. 5. I gruppi di lettura • Offrono occasioni per: • raccontare storie e leggere ad alta voce • incontrare ospiti importanti • guardare film tratti da libri e programmi on-line • discutere su come potenziare la lettura a scuola • decidere come realizzare le idee messe in campo. • Potrebbero aiutare i lettori entusiasti ad amare ancora di più i libri e dovrebbero anche diventare la base per contagiare alla lettura l’intera comunità. imparare a riconoscere questi modelli verbali significa anche imparare a riconoscere i modelli formali e narrativi delle storie stesse. • Talvolta i bambini hanno difficoltà a capire cosa intendiamo con il termine “modelli”. Si può provare allora a lavorare con loro su: • “Modello di storia” proposto dai racconti tradizionali • Modelli di ritmo e di rima in un limerick • Modelli visivi nelle illustrazioni che ci aiutano a costruire il “senso” del disegno. • È importante tener presente che ci sono anche modelli extra-testuali che possono venire in aiuto del lettore e che sono importanti nella costruzione del significato delle storie. a. Dal mondo al testo i lettori portano il loro mondo nel mondo del testo e attraverso questo confronto, scoprono significato in uno, nell’altro o in entrambi. b. Confronto di un testo con un altro spesso i lettori spiegano come un libro sia simile ad un altro o come se ne differenzi. c. Confronti basati sulla memoria la memoria delle nostre vite e la memoria di altri testi che abbiamo letto. L’attivazione della memoria è un processo essenziale nell’esperienza di lettura e influenza in modo significativo la percezione che abbiamo di un testo. • Parlare di letteratura è una forma di contemplazione condivisa è un modo per dare forma ai pensieri e alle emozioni suscitate da una storia e ai significati che costruiamo insieme. I modi della conversazione • Parlare di libri non significa semplicemente comunicare qualcosa a qualcun altro Si tratta di un’attività complessa e condivisa, nella quale entrano in gioco diverse motivazioni e finalità. • È importante che la conversazione con i bambini avvenga in una situazione diretta, in uno scambio a due, nel quale si parli di esperienze ed attività che coinvolgano sia l’adulto sia il bambino. quando l’adulto e il bambino sono impegnati in un’attività condivisa, è molto più facile che perseguano gli stessi obiettivi e che interpretino la situazione in modo simile. • L’approccio «Dimmi!» è costruito a partire da questa modalità comunicativa di base, il cui numero di partecipanti può ampliarsi dallo scambio a due (adulto-bambino) ad un’interazione tra un adulto educatore e una comunità di lettori interessati alla condivisione della lettura di un testo. • La conversazione sui libri promossa attraverso tale pratica è allo stesso tempo un’attività individuale ed un’attività cooperativa. • Parlare è un’attività PRIVATA (=dire qualcosa per noi stessi) sia PUBBLICA (=voler comunicare qualcosa). 1. Parlare per se stessi • La motivazione personale del “parlare per se stessi” è dettata dalla necessità di ascoltare ciò che fino a quel momento abbiamo solo pensato. • Parlare a voce altra ci può aiutare a comprendere meglio i nostri pensieri; ma parlare ad alta voce implica la presenza di qualcuno che ascolti. E la presenza di uno o più ascoltatori modifica quello che diciamo ci induce a pensare più in profondità alle nostre parole. • Il coinvolgimento di altre persone implica un altro tipo di conversazione. 2. Parlare per gli altri • L’espressione di un pensiero implica che l’ascoltatore debba interpretare ciò che è stato detto. Ne consegue che la condivisione dei nostri pensieri amplifica la nostra capacità di pensiero. Tale processo è alla base del lavoro di qualsiasi gruppo di riflessione. 3. Parlare con gli altri • La motivazione per avviare una conversazione condivisa risiede nella consapevolezza di volere trovare assieme ad altre persone la soluzione ad un problema che consideriamo troppo difficile e complesso per poterlo risolvere in modo autonomo. • Questa condivisione consapevole di riflessioni e pensieri ci consente di avvicinarci alla lettura, alla conoscenza, alla comprensione e all’apprezzamento di un testo di gran lunga più complesso di quello a cui ciascun membro del gruppo potrebbe accedere individualmente. 4. Parlare del nuovo Le capacità critiche dei giovani lettori • Il lavoro portato avanti dall’autore insieme al suo gruppo di ricerca ha dimostrato che i bambini POSSIEDONO UN INNATO SENSO CRITICO: fanno domande istintivamente, raccontano, mettono a confronto, giudicano, esprimono i loro sentimenti, amano condividere le loro passioni con entusiasmo. • I bambini dimostrano di avere capacità critica fin da piccoli, quando nutrono un vero interesse per un determinato argomento o ci sono le condizioni favorevoli per la sua discussione. • Ma quindi, che cosa fanno i critici letterari? È la stessa cosa che fanno i bambini? • È molto difficile dare una risposta. Cuddon direbbe che: «L’arte o scienza della critica letteraria si dedica al confronto e all’analisi, all’interpretazione e alla valutazione delle opere letterarie.» • La CRITICA ha a che fare con la “costruzione del significato” di un testo, con la sua ricerca e la sua discussione. • Ogni forma di critica è autobiografica alla base di qualsiasi interpretazione critica c’è la personale esperienza del testo da parte di un lettore. • Culler afferma che parlare del significato di un’opera significa raccontare “una storia di lettura”. E quindi la teoria della risposta del lettore è un buon punto di partenza per chiunque sia interessato ai bambini e alla critica letteraria. • Secondo Auden la funzione dei critici consiste in questo: a. Avvicinarsi a opere o scrittori sconosciuti fino a quel momento; b. Convincersi che si è sottovalutato un autore o un’opera perché non li si è letti attentamente; c. Mostrarsi le relazioni esistenti tra opere di epoche e culture diverse; d. Darsi di un’opera una “lettura” che ne accresca la comprensione; e. Illuminare il processo della creazione artistica; f. Illuminare i rapporti tra arte e vita. I bambini come critici I bambini possono mai fare quello che Auden si aspetta da un critico letterario? • Al di fuori delle discussioni formali in classe, è importante riuscire a cogliere anche le riflessioni che emergono casualmente. Spesso i bambini si esprimono con battute rapide e l’insegnante talvolta non coglie quei pensieri in nuce disseminati nella conversazione. • Nulla di quello che i lettori dicono durante la conversazione sui libri che hanno letto può essere sottovalutato. NON IGNORARE MAI QUELLO CHE I BAMBINI DICONO! • Esempi di situazioni in cui i bambini agiscono come critici nei loro discorsi (pag. 133-136) Tutti questi esempi confermano che ognuno di noi dispone di un’innata facoltà critica, che deve essere esercitata con la giusta attenzione con il supporto degli educatori. • In base ai principi delineati da Auden, possiamo affermare che i bambini sono in grado di esercitare il senso critico- Essi conoscono molto del mondo in cui vivono e l’insegnante deve scoprire come convogliare questa conoscenza nella discussione, per ampliarla o modificarla. Le capacità critiche dei giovani lettori • Se vogliamo aiutare i bambini a parlare delle loro letture è essenziale stabilire che ogni cosa è “degna di essere detta”. Significa che se i bambini sanno che le loro risposte potranno essere liquidate come “sbagliate”, “irrilevanti” impareranno ben presto a tenere per sé i propri pensieri. Sminuire quello che realmente pensano, porta alla disaffezione per la lettura praticata a scuola. IL RISULTATO è CHE GLI ALUNNI IMPARERANNO A DIFFIDARE DELLE LORO IDEE E A DIRE COSE CHE NON PENSANO. • La conversazione sui libri suggerita attraverso l’approccio «Dimmi!» dovrebbe seguire il processo dinamico di RI-CREAZIONE descritto da Iser. ↳ è un processo che basa la sua efficacia sulle interruzioni del flusso. Esso è guidato da due principali componenti strutturali del testo: un repertorio di modelli letterari familiari e di temi letterari ricorrenti, uniti a rinvii a contesti storici e sociali. • I lettori devono sentirsi tranquilli e fiduciosi quando raccontano la storia della loro lettura. Devono essere certi che niente di quello che diranno sarà male interpretato o utilizzato contro di loro. DEVONO ESSERE CERTI CHE QUALSIASI COSA DESIDERINO RACCONTARE SIA “DEGNA DI ESSERE DETTA”. Perché «Dimmi»? • Una delle domande che più facilmente spaventa i bambini è l’interrogativo «Perché?»: • suona come aggressiva, minacciosa, polemica e indagatoria; • è una domanda onnicomprensiva e troppo ampia per ottenere una risposta immediata ed esaustiva Nessuno è in grado di spiegare in poche parole perché un libro è piaciuto o meno! • non fornisce alcun tipo di aiuto. • Per aiutare i bambini e i ragazzi ad esprimere i loro pensieri sui libri che hanno detto, gli insegnanti dovrebbero partire da domande che aiutino ad avviare la conversazione. Il miglior modo per iniziare è quello di chiedere ai lettori di parlare degli aspetti di una storia che sono particolarmente piaciuti o che non sono stati affatto apprezzati. • L’alternativa all’interrogativo «Perché?» è «Dimmi» questa parola sollecita un desiderio di collaborazione, comunica la reale volontà dell’insegnante di conoscere ciò che pensa il lettore e rinvia ad un dialogo informale piuttosto che a un’interrogazione. «Cosa significa?» • Un’altra domanda che scoraggia i lettori all’inizio di una conversazione è: «Che cosa pensi che significhi?». I lettori non arrivano alla comprensione del significato di un testo in modo diretto e improvviso, ma attraverso progressive scoperte, negoziazioni ed interpretazioni. • Per consentire questo percorso l’insegnante deve porre le giuste domande ai lettori e riassumere quello che il gruppo sta dicendo in modo tale che ogni suo componente possa riconsiderare i diversi interventi e spostare il focus della conversazione se lo desidera. • “Quale personaggio vi ha interessato di più?” • “dove si svolge la storia?” • A differenza delle domande di base e generali, quelle specifiche non si adattano a tutte le tipologie di testo. È importante che l’insegnante individui in anticipo quelle domande specifiche che sono rilevanti per il testo di cui si sta parlando. Lo schema delle domande • L’approccio “Dimmi” non è un rigido programma da manuale. Non prevede che a tutti i lettori si sottoponga una lista di domande con la richiesta di rispondere a tutte in modo ordinato. • L’elenco che segue non deve essere consegnato agli studenti e non è pensato per essere seguito alla lettera. Le domande dovrebbero essere riformulate a partire dalla situazione e dai lettori coinvolti. • VEDI BENE PAG. 165-175 1) Le domande di base • Che cosa vi è piaciuto di questo libro? • Che cosa non vi è piaciuto? • C’è qualcosa in questo libro che non avete capito o che vi è sembrato insolito? • Avete notato dei collegamenti o dei motivi ricorrenti? 2) Le domande generali • Quando avete visto il libro, prima ancora di leggerlo, che tipo di storia vi aspettavate? • Avete letto libri simili a questo? • Avete già letto questo libro? Se sì, vi è sembrato diverso da quando lo avete riletto? • Mentre leggevate avete trovato parole, frasi o scelte che vi sono o non vi sono piaciute? • Se l’autore vi chiedesse come potrebbe migliorare la sua storia, cosa gli suggerireste? • Avete trovato in questa storia qualcosa che è successo anche a voi? • Mentre stavate leggendo, siete riusciti a “vedere” la storia nella vostra mente? • Quante storie diverse potete trovare in questo libro? • Come l’avete letto? Velocemente o lentamente? • È un libro che consigliereste ai vostri amici? Che cosa direste loro di questa storia? • Ripensando al libro, qual è la cosa più importante per voi? • Sapete qualcosa sullo scrittore di questo libro? O su come è nata tale storia? 3) Le domande specifiche • In quanto tempo si svolge la storia? • Ci sono parti della storia che si svolgono su tempi lunghi ma che sono raccontate velocemente o in poche parole? • Dove si svolge la storia? • Quale personaggio vi ha interessato di più? • Ci sono personaggi non citati, senza i quali la storia non avrebbe mai potuto accadere? • Chi è la voce narrante della storia? La conosciamo? Come facciamo a conoscerla? • La storia narrata è in prima o in terza persona? • Immaginate di essere degli spettatori. Come vedete la storia? Attraverso gli occhi di un unico personaggio o attraverso gli occhi di personaggi diversi? • Secondo voi riusciamo sempre a sapere quello che stanno pensando i vari personaggi? • Nella sperimentazione di questo approccio è stato verificato che questo schema viene velocemente assimilato dalla nostra mente e la sua applicazione diventa spontanea e quasi naturale. • È inoltre importante imparare ad ascoltare con grande attenzione le domande spontanee dei bambini ed utilizzarle come punto di partenza della conversazione. La lettura in azione I lettori presentano i loro libri • Dividiamo la classe in piccoli gruppi (min 3 max 5 bambini). Ogni gruppo leggerà un libro diverso. • I lettori di ogni gruppo affronteranno prima le 4 domande di base, per poi passare a quelle generali e specifiche. L’insegnante monitorerà il lavoro dei gruppi per tutto il tempo. • Terminata la discussione, ogni componente del gruppo scriverà la cosa più importante che vorrebbe raccontare ai compagni. • In un secondo momento, ogni lettore condividerà le proprie impressioni con gli altri componenti del gruppo, e tuti si aiuteranno ad esprimere al meglio il proprio pensiero. • Infine ogni gruppo deciderà con quale ordine presentare le proprie riflessioni alla classe. • Da questo momento in poi la classe lavora tutta insieme. Il gruppo prescelto dall’insegnante prenderà posto di fronte alla classe e comunicherà il titolo e l’autore del libro letto, mostrandone una copia. Quindi leggerà il testo scritto e concordato con i compagni. • Al termine della presentazione il resto della classe potrà intervistare il gruppo sul libro letto. • L’insegnante lascerà che il confronto si prolunghi fino a quando lo considererà fruttuoso, e alla fine chiederà se qualcuno desidera leggere il libro presentato. • Attraverso questa attività, i lettori imparano ad individuare le domande che sono in grado di far procedere la conversazione. Il ruolo dei non lettori • Normalmente sono considerati un disturbo. Ci sono invece diversi modi per valorizzarli. • Si può assegnare loro il compito di porre domande e di chiedere chiarimenti. • La loro presenza non deve essere lasciata al caso. Ogni tanto l’insegnante inviterà i non lettori a sintetizzare quello che pensano sia stato detto, e questo indurrà gli altri componenti del gruppo a riflettere sul loro intervento per esprimersi con maggior cura. La responsabilità della scelta • È un’attività che aiuta i bambini a sviluppare le loro capacità di comprensione di un testo e delle funzioni e motivazioni della lettura. • Ci sono molti modi per favorire l’assunzione di responsabilità della scelta del testo da proporre ai compagni. Vediamo alcuni esempi: 1. Gli alunni più grandi propongono alcuni titoli per gli alunni più giovani. 2. Si programmano incontri centrati sulla domanda “Hai letto questo libro?” da proporre alla propria classe o ad altri classi. Questo significa prepararsi attentamente sul libro proposto, riflettere in modo approfondito su quello che si vuole dire e sul perché valga la pena scegliere quel determinato testo. 3. Si preparano recensioni scritte, biografie degli autori, illustrazioni, disegni di copertina da pubblicare su pannelli informativi o riviste scolastiche ecc. 4. Si predispone una scelta antologica da presentare all’intera scuola o a singole classi. IV. L’educatore alla lettura I lettori nascono da altri lettori • I lettori nascono da altri lettori Si tratta di un principio fondamentale di cui non dobbiamo scordarci. Molto dipende da quanto e da cosa noi educatori leggiamo. Inevitabilmente tendiamo a trasformare gli altri nel tipo di lettori che noi siamo! • Se vogliamo crescere lettori appassionati e competenti, è fondamentale il lavoro che facciamo su noi stessi in quanto educatori. La formazione degli educatori e degli insegnanti • Per aiutare i bambini a diventare lettori dobbiamo aggiornarci costantemente, cercando di conoscere anche quegli autori che non abbiamo mai affrontato e quei libri che non conosciamo. • Gli insegnanti sono quei professionisti che si prendono cura dei giovani e che hanno la responsabilità di aiutarli a diventare lettori. Il consiglio è quello di leggere TUTTO, utilizzando al meglio il tempo che si ha a disposizione. • Alcuni suggerimenti: 1. AGGIORNARSI 2. AIUTARSI RECIPROCAMENTE il confronto con i colleghi è fondamentale per sostenere il nostro entusiasmo e per continuare a crescere come lettori. È consigliato organizzare alcuni incontri formativi dedicati all’acquisizione di specifiche competenze nell’ambito della letteratura per ragazzi. ■ Confronti periodici ■ Gruppi di lettura ■ Formazione in servizio 3. AIUTARE NOI STESSI • Diario delle nostre letture è uno stimolo per continuare a leggere Che cosa fanno gli adulti che educano alla lettura? A. Si preoccupano di tutti gli aspetti che hanno a che fare con la lettura. B. Mettono a disposizione i libri e il tempo per leggerli. C. Predispongono un ambiente invitante dove le persone desiderano leggere. D. Stimolano il desiderio di diventare lettori consapevoli. E. Mostrano, attraverso la lettura ad alta voce, quello che fa un “buon” lettore. F. Rispondono ad ogni persona della comunità di lettori a cui appartengono. ATTRAVERSO LA CREAZIONE DI UN CONTESTO FAVOREVOLE ALLA LETTURA, POSSIAMO AIUTARE I BAMBINI E I RAGAZZI A SCOPRIRE NELLE LETTERATURA LA FONTE DELLA NOSTRA LIBERTÀ ED IMMAGINAZIONE. Fine.
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