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"La Spagna Imperiale (1469-1716)" di J. H. Elliot - Riassunto, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto del testo "La Spagna Imperiale (1469-1716) di J. H. Elliot, per l'esame di Storia Moderna da 9 cfu del prof. Walter Panciera dell'Università di Padova Voto 30/30 e lode

Tipologia: Sintesi del corso

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Caricato il 27/06/2020

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Scarica "La Spagna Imperiale (1469-1716)" di J. H. Elliot - Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 1 La Spagna Imperiale 1469-1716 di J. H. Elliot L'unione delle due corone La mattina del 19 ottobre del 1469 Ferdinando, re di Sicilia ed erede al trono di Aragona, sposò Isabella, erede al trono di Castiglia, a Valladolid. Entrambi dovettero fuggire di nascosto per potersi sposare, e siccome erano in uno dei gradi parentela che non permettevano il matrimonio, dovettero chiedere una bolla papale di dispensa, anche se poi si scoprì che questa era un falso. Il re francese vedeva una minaccia nella loro unione, così come erano ostili anche i nobili castigliani; il loro matrimonio fu l'esito di decisioni sofferte e laboriose: la Spagna del XV° secolo era suddivisa in varie corone cristiane, ovvero: a) il regno di Aragona = ad est e confinante con Francia a nord e Catalogna ad est. b) il regno di Castiglia = al centro e confinante con il regno di Aragona ad est, col sultanato di Granada a sud e col regno del Portogallo ad ovest; c) il regno di Portogallo; La grande dinastia dei re di Aragona si era interrotta nel 1410 con la morte di Martino I° e nel 1412 il problema della successione fu risolto con il “Compromesso di Caspe”, grazie al quale al trono salì un ramo cadetto della dinastia castigliana dei Trastamara, perciò gli esponenti dei due rami della stessa dinastia castigliana tennero la corona di Castiglia e quella di Aragona, ma non c'era nessuna fondamentale ragione per unirle. I contatti però si moltiplicarono. Gli abitanti della penisola si reputavano geograficamente abitanti della Spagna (a causa del termine Hispania, in uso per tutto il Medioevo), ma avevano anche l'idea dell'antica Spagna romana, divisa in due sole province (Ulterior et Citerior) Giovanni II d'Aragona (1458-1479) dovette far fronte all'insurrezione della Catalogna e alle mire espansionistiche di Luigi XI°, re francese, e non avendo i mezzi per farcela da solo, ripose le sue speranze nella Castiglia, e per questo motivo ci fu il matrimonio. I mesi cruciali furono quelli dell'autunno del 1468, quando Enrico IV° riconobbe come erede al trono la sorellastra Isabella, e quelli della primavera dell'anno successivo, poiché questo riconoscimento fece divenire la situazione di portata internazionale, con tre possibili candidati: 1) Carlo di Valois = figlio di Carlo VII° di Francia; 2) Alfonso V° = re portoghese; 3) Ferdinando = figlio ed erede di Giovanni II° d'Aragona. - 1469: Isabella scelse quest'ultimo, anche su forti pressioni, ma comunque avendo l'ultima parola: Giovanni II° non poteva imporre alcuna condizione, perciò venne stabilito che Ferdinando dovesse vivere in Castiglia e combattere per la causa della principessa e fu messo subito in chiaro che egli avrebbe avuto il secondo posto nel governo del paese. Il matrimonio fra Ferdinando e Isabella non fu approvato da Enrico IV, che ritrattò la designazione a erede del trono di Castiglia della propria sorellastra Isabella e giurò pubblicamente, assieme alla moglie, che “Juana la Beltraneja” era sua figlia legittima e la proclamò erede al trono. - 1474: Enrico IV° morì ed Isabella si proclamò immediatamente regina di Castiglia, ma la fazione anti-aragonese della corte aveva già preso contatti con Alfonso V° di Portogallo, che si era offerto di sposare la figlia di Enrico, Juana. - 1475: Juana rivendicò il trono castigliano, e i soldati portoghesi attraversarono la frontiera portandosi in Castiglia, e per tutto il Paese scoppiarono rivolte contro Ferdinando e Isabella. Alla fine però fu quest'ultima a vincere, e così la storia ci riporta di come Juana non fosse veramente figlia di Enrico, e con il termine Spagna si vennero ad indicare Castiglia e Aragona. 2 - 1476: fu Ferdinando poi ad occuparsi di ripristinare l'ordine in Castiglia, sfruttando anche l'incompetenza del Re portoghese, che venne sconfitto nel 1476 nella battaglia di Toro, anche se poi solo nel 1479 effettivamente l'intera Castiglia tornò in mano a Isabella. Alla fine di quell'anno morì anche Giovanni II°, padre di Ferdinando, e così ormai la Spagna era diventata una realtà. Non ci fu l'unione dei due popoli, ma solo delle famiglie reali, anche se per la politica estera andarono nella stessa direzione, però ognuna delle due parti conservava le proprie istituzioni e i propri costumi. - 1492: dopo l'annessione di Granada nel 1492 la Corona di Castiglia comprese territori che equivalevano a circa due terzi dell'intera penisola iberica; l'estensione del territorio castigliano era tre volte quella dell'Aragona ed aveva anche una popolazione più numerosa. Gli inizi della storia dell'Aragona e delle caratteristiche fondamentali che la facevano così diversa dalla Castiglia devono essere indicati nella lunga lotta che la Spagna medievale condusse contro l'Islam. Gli arabi avevano invaso la penisola iberica nel 711 e l'avevano poi conquistata nel giro di settant'anni, perciò la storia della Spagna medievale si era tutta improntata sulla Reconquista, che vide nel XIII secolo il suo periodo più splendente: mentre Castiglia e Leon, sotto Ferdinando III, conducevano la guerra per conquistare l'Andalusia, il Portogallo si impegnò nel riscatto delle sue province meridionali, e Catalogna e Aragona si presero la Valenza e le Baleari. Catalogna, Aragona e Valenza costituirono l'entità politica che va sotto il nome di Corona di Aragona, anche se la dinastia era catalana ed era proprio la Catalogna quella che ebbe la parte preminente nella grande espansione oltremarina della Corona aragonese, e tra fine XIII e inizio XIV ci fu la conquista di un impero d'oltremare, che fu soprattutto un impero commerciale, la cui prosperità si fondava sull'esportazione di tessuti. Ciò contribuì a rafforzare i potenti patriziati urbani, con il ceto nobile costituito dalla piccola nobiltà; perciò, avendo il dominio sulla vita economica del Paese, la borghesia riuscì a forgiare un peculiare sistema costituzionale che corrispondeva esattamente ai suoi ideali e alle sue aspirazioni: tra sovrano e sudditi doveva esistere una reciproca fiducia e sincerità di rapporti, fondate sul riconoscimento da entrambe le parti contraenti che ognuna aveva i suoi obblighi e che al loro potere c'era un confine. Le istituzioni più importanti erano le Cortes, una per ogni parte del Regno, che si riunivano separatamente: a) le Cortes aragonesi = erano articolate in quattro camere, poichè l'aristocrazia era divisa in due corpi: 1) i “ricoshombres” = sono chiamati ricos-homes coloro che in altri territori si dicono conti o baroni; 2) i “caballeros” = nobili. Il regno di Aragona aveva anche il “Justicia”, un alto funzionario, nobile aragonese designato dalla Corona con il compito di sorvegliare che le leggi del Paese non venissero violate dai funzionari regi o baronali e che i sudditi fossero protetti dall'esercizio arbitrario del potere. Sia Sardegna che Sicilia ebbero i loro parlamenti, sulla stessa lunghezza d'onda di quello aragonese, perciò l'impero aragonese fu insieme sconnesso di territori diversi, indipendente e autonomo, e l'autorità del monarca era rappresentata dalla carica di Viceré. Le Cortes di Catalogna e Valenza = erano articolate in tre Stati, dove ognuno doveva pronunciarsi all'unanimità. Le riunioni si tenevano regolarmente e gli Stati dovevano deliberare ognuno per proprio conto 5 alla fine Giovanni II° di Trastámara vinse, concedendo l'amnistia agli avversari e giurando di mantenere la loro autonomia, ma non pacificò il Paese. L'economia della Catalogna aveva subito un tracollo, poiché i raccolti erano andati bruciati, le proprietà confiscate e i lavoratori erano fuggiti dal Paese; il suo indebolimento ebbe conseguenze in tutta l'Aragona, che nell'ultima parte del secolo entrò in una fase di stagnazione. La sua inferiorità rispetto alla Castiglia quando avvenne l'unione delle Corone lasciò a quest'ultima campo libero, in quanto, al contrario, possedeva una società dinamica e in espansione. Il dinamismo che portò alla formazione dell'Impero spagnolo venne quasi unicamente dalla Castiglia, ma l'Aragona aveva esperienza amministrativa ed era addestrata nelle tecniche di diplomazia e governo. La Reconquista e le nuove conquiste - 1492: Ferdinando e Isabella fecero il loro ingresso vittorioso nella città di Granada ed il 17 aprile fu raggiunto l'accordo sulla natura che doveva avere il viaggio di esplorazione proposto da Cristoforo Colombo. La sua flotta, formata da tre caravelle, doveva far vela da Palos il 3 agosto, partendo poi dalle Canarie il 6 settembre per andare verso l'ignoto, raggiungendo poi le Bahamas il 12 ottobre. La caduta di Granada completò la Reconquista e diede inizio a un nuovo periodo di crociata contro i mori; la scoperta del Nuovo Mondo segnò l'avvio di una nuova fase, ma contemporaneamente costituì l'apice di un periodo dinamico ed espansionistico della storia castigliana. - 1453: con la caduta di Costantinopoli ebbe una seconda giovinezza lo spirito crociato, che portò nel 1455 Enrico IV° di Castiglia a procedere con la Reconquista: per due anni si penetrò nel regno di Granada senza successo, ma era un modo come un altro per spillare soldi ai sudditi. - 1482: i castigliani conquistarono Alhama; successivamente fu proseguito con una serie di campagne di guerra con cui si volle procedere passo passo alla conquista del regno, finché questo si ridusse alla sola città di Granada, la quale venne vinta anche con la diplomazia. La famiglia reggente era divisa da contrasti interni alimentati dai due figli del sultano: a) Boabdil = che venne riconosciuto come Re b) Yusuf. Il padre di entrambi, Mulay Hassan e suo fratello El Zagal, si rifugiarono a Malaga, e tra le due metà del regno scoppiò una guerra civile. Boabdil fu catturato dagli spagnoli ed il regno fu riunito sotto il vecchio Mulay Hassan prima e poi da El Zagal. Ferdinando e Boabdil si accordarono però in segreto. In cambio della libertà, Boabdil si impegnava a: a) divenire vassallo del re spagnolo; b) accettare una tregua di due anni; c) intraprendere guerra contro suo zio. - 1485: dopo il ritorno in patria di Boabdil, gran parte dei territori occidentali del regno di Granada erano già caduti in mano spagnola. Boabdil si riappacificò per un momento con lo zio, ma catturato una seconda volta si pose sotto la protezione dei sovrani cattolici. - 1487-88: gli spagnoli avevano completato la conquista della parte occidentale del regno con la presa di Malaga. La campagna spagnola del 1488 puntò sulle città che dovevano essere assicurate 6 a Boabdil in cambio di Granada e che chiaramente non gli furono consegnate; -1489: El Zagal si sottomise ai sovrani spagnoli e Boabdil sconfessò l’accordo con gli spagnoli per riprendersi il regno. - 1490: l'esercito cristiano si accampò sotto Granada e nei mesi successivi lì venne eretta la città di Santa Fe. - 1491: si aprirono le trattative e il 2 gennaio del 1492 Granada si arrese. Ai mori: a) si lasciava il possesso di armi e beni; b) si garantiva il diritto di osservare le loro leggi e praticare i loro culti, di seguire le proprie consuetudini e di vestirsi come volevano; c) di rimanere sotto il governo dei loro magistrati locali e di pagare gli stessi tributi. I sovrani lasciarono la guida del regno ad un triumvirato formato da Hernando de Zafra (segretario reale), dal conte di Tendilla e da Hernando de Talavera, primo arcivescovo di Granada, con il compito subitaneo di assicurare l'ordine pubblico e consolidare l'autorità della Corona. I sovrani temevano un'intesa tra mori africani e spagnoli, così cercarono di proteggere la frontiera con torri di guardia e guarnigioni sulla costa e esiliando i mori più influenti, tra cui proprio Boabdil che di fatto fu il 22º sultano della dinastia dei Nasridi ed ultimo sultano del Sultanato di Granada. - 1499-1500: il primo arcivescovo di Granada pensava che le conversioni forzate fossero inutili, ma non la pensava così l'arcivescovo di Toledo Francisco Jimenez, che nel 1499 si lanciò in una campagna di conversioni forzate e battesimi di massa, così che si scatenò una ribellione che Ferdinando dovette sedare nel 1500. - 1502: tutti i mori dovettero diventare cristiani. - 1504: muore Isabella di Castiglia. Gli Spagnoli in Africa - 1505: il Papa Alessandro VI°, già nel 1494, aveva dato la sua benedizione ad una crociata in Africa. Per anni però non si tentò mai la guerra, in quanto le forze spagnole erano impegnate in Italia. Un corpo di spedizione venne allestito a Malaga e nell'autunno del 1505 fece vela per l'Africa settentrionale. Gli spagnoli riuscirono ad impadronirsi di Mers-el-Kebir in Algeria. - 1509: venne presa Orano, città accanto a Mers el kebir. l'Africa veniva controllata attraverso una serie di punti chiave, ma l'interno era lasciato ai mori. - 1529: i pirati si ripresero Penon d'Argel; - 1534: i corsari ottomani (Khayr al-Dīn Barbarossa, è stato un corsaro e ammiraglio ottomano, Bey di Algeri e di Tlemcen, nonché comandante della flotta ottomana.) presero Tunisi; - 1534: Carlo V° riconquista Tunisi. Il controllo spagnolo resisterà sino al 1574. - 1540: Carlo V° si preparò allo scontro, ma non ebbe successo. - 1556: quando salì al trono Filippo II, l'Africa spagnola era in una situazione precaria e continuò gradualmente a restringersi: il piano per l'Africa era fallito per i troppi impegni su altri fronti, per la scarsezza delle milizie e la mancanza di un piano ben congegnato. Gli Spagnoli in America La Castiglia medievale si era data una tradizione militare di tipo crociato, mentre si sviluppava parallelamente l'esperienza marinara; catalani e aragonesi durante il Medioevo avevano acquistato 7 una lunga esperienza di iniziative commerciali e coloniali, a Maiorca si era affermata un'importante scuola di cartografia, i baschi potevano fornire abili piloti e costruttori di navi, i portoghesi avevano perfezionato la caravella, e tutti questi progressi si produssero proprio quando l'Europa stava palesando un interesse crescente per i viaggi marittimi, in particolare il Portogallo che era in cerca di terre adatte alle coltivazioni di cereali. -1493: uno dei principali luoghi di scontro fra Portogallo e Castiglia furono le Canarie: i castigliani riuscirono a conquistarle effettivamente nel 1493, mentre i portoghesi con un trattato vi avevano rinunciato nel 1479 e in cambio ebbero diritti esclusivi sulla Guinea, il regno di Fez, Madera e le Azzorre. La colonizzazione delle Canarie, comunque, fu il tramite per collegare la Reconquista alla conquista dell'America. Nelle Canarie i castigliani posero le basi per i metodi con cui poi conquistarono l'America: la conquista avveniva con la collaborazione del potere pubblico e di privati, attraverso: a) le capitulaciones = che avevano l'obiettivo di riservare nei territori di recente conquista certi diritti alla Corona; b) l’adelantado = carica con titolo ereditario che conferiva al detentore particolari poteri militari, e il diritto a governare una provincia di frontiera; I governatori furono tenuti strettamente sotto il controllo regio e la Corona insistette sul proprio diritto ad organizzare la distribuzione di terre fra i coloni; tutte le nuove città dovevano fondare le loro libertà e i loro privilegi su una carta o una concessione regia. Colombo, quando si apprestò a partire per la sua avventura, chiese per sé e i suoi discendenti in perpetuo la carica di governatore generale e vicerè di tutti i territori che avrebbe scoperto; i sovrani si impegnarono a finanziare la spedizione senza aiuti, in quanto temevano che la partecipazione dei grandi nobili avrebbe portato alla formazione di signorie indipendenti oltremare, e a Colombo garantirono il titolo di grande ammiraglio e il diritto a percepire un decimo sul valore degli scambi e della produzione dei nuovi territori. Nell'agosto del 1492 Colombo partì con le sue tre navi e la sua ciurma di 88 persone: il suo obiettivo era quello di scoprire e sfruttare le ricchezze orientali unitamente allo stato che gli aveva concesso la propria protezione; ma mentre pensava che il suo compito fosse fondare basi per i traffici e avamposti commerciali, i castigliani rimanevano ancora fedeli all'idea di dover compiere continui acquisti militari, così era inevitabile che queste due tradizioni, a contrasto, venissero a conflitto, e a Colombo fu impossibile tenere testa alla mentalità profondamente radicata di una società che si voleva mobilitata per la crociata. -1506: quando Colombo morì vennero fatte altre scoperte e le speranze di trovare l'oro si fecero sempre più frementi: tra il 1499 e il 1508 le spedizioni partite dalla Spagna portarono a stabilire che esisteva un vasto continente americano, mentre dal 1508 al 1519 le prime investigazioni esplorative erano state fatte. - 1519: la fondazione di Panama diede alla Spagna il controllo dell'istmo omonimo e la sua prima base sul Pacifico. - 1519-1540: in questi anni si vide la costruzione di un Impero a discapito di altri due imperi di popolazioni indigene: a) quello degli Aztechi = venne compiuta partendo da Cuba nel 1519 e ne fu protagonista Cortès. Cortés distrusse l'Impero di Montezuma con seicento soldati e sedici cavalli. b) quello degli Incas = venne compiuta da Pizzarro che utilizzò trentasette cavalli e solo 10 indiani erano inferiori agli spagnoli. - 1530: un decreto reale vietò che si procedesse ulteriormente a ridurre in schiavitù gli indiani, rinnovato poi nel 1542 con le 'Nuove Leggi', nelle quali si stabiliva anche che, chi aveva degli schiavi, doveva dimostrare di averne il diritto. - 1570: non c'erano quasi più schiavi nei possedimenti spagnoli. Questo fu un successo ed implicò un risveglio della coscienza pubblica spagnola. La Corona appoggiò Bartolomeo perché era preoccupata di affermare e preservare il proprio controllo sui territori di recente acquisto, e schiavitù ed encomiendas erano una grave minaccia a questo progetto. Le encomiendas non divennero mai formalmente ereditarie e il loro valore fu costantemente ridotto dall'imposizione su di esse di svariati oneri ogni qualvolta si rendevano vacanti; inoltre il numero degli encomenderos diminuì man mano che l'encomienda ritornava alla Corona. La Spagna e il suo nuovo ordinamento La Spagna modellata da Ferdinando e Isabella fu sotto molto aspetti diversa dal modello teorico della nuova monarchia, in quanto essi credevano nel buon governo regio che doveva proteggere i deboli e gli umili dalle prepotenze dei forti, ad esempio. Tutto il modo di pensare dei due sovrani fu informato all'idea che esistesse una coincidenza naturale tra: a) l'esercizio da parte della Corona di un'autorità concessa da Dio; b) il godimento da parte dei sudditi dei loro diritti tradizionali, che erano diversi tra Castiglia e Aragona. Ogni Stato restò autonomo nei suoi limiti e venne governato dalle sue leggi tradizionali, proprio questo fatto venne posto in risalto dal testamento di Isabella del 1504, in cui si dice che: a) la Corona di Castiglia sarebbe andata alla figlia Giovanna e non al marito Ferdinando; b) la giurisdizione sulle terre americane sarebbe toccato alla Castiglia; c) la riorganizzazione politica della Catalogna sarebbe toccato all’Aragona. - 1503: la Castiglia, concedendo nel 1503 il monopolio dei traffici con l'America al porto di Siviglia, si garantì che lo sfruttamento delle ricchezze americane rimanesse prerogativa castigliana. Un modo per favorire l'unità spagnola era quello di consentire a tutti gli abitanti della penisola una paritaria partecipazione ai benefici dell'impero coloniale, ma non si fece nulla al riguardo e ciò fu chiaramente un problema. I problemi della Catalogna La riorganizzazione della Catalogna fu abilmente congegnata in modo da facilitare la strada ad una struttura istituzionale che la rendesse conforme al modello castigliano, anche se Ferdinando avesse mirato ad abolire le libertà tradizionali dei catalani, non era tanto forte da poterlo fare. - 1486: l'aspetto nuovo di questa riorganizzazione è da vedere nella soluzione da lui data al problema delle campagne, con la famosa “Sentencia de Guadalupe” dell'anno 1486, che prevedeva che: a) i contadini che erano stati vincolati alla terra fossero resi liberi; b) i sei “malos usos”, che i signori esigevano, furono aboliti e sostituiti da un canone in denaro; c) pur rimanendo il signore, sotto il profilo giuridico, padrone ultimo della terra, i contadini ne avevano il possesso effettivo e potevano lasciarla in eredità o disporne senza dover ottenere il consenso del signore. 11 d) sia nella “Generalitat” che nell'”Amministrazione Municipale” di Barcellona venne introdotto, per l'accesso ai pubblici uffici, il sistema del “sorteggio”, cercando così di sottrarre le due istituzioni al predominio di una ristretta cerchia di famiglie che solevano accaparrare le cariche esclusivamente per i loro esponenti. Nessuna iniziativa venne invece presa per realizzare una più stretta armonizzazione di Castiglia e Aragona. I sovrani di Spagna, in Aragona, avrebbero: a) continuato a convocare le Cortes = cosa che in Castilla era pressoché facoltativa; b) non ebbero mai modo di alterare le leggi o di introdurre mutamenti di natura amministrativa senza il consenso delle Cortes; c) erano impossibilitati di arruolare soldati senza venire a conflitto con le leggi e i privilegi locali. In quasi quarant'anni di regno, Ferdinando ne passò quasi quattro in Catalogna e, per ridurre al minimo le conseguenze di tale assenteismo, l'istituto tradizionale del vicerè divenne un aspetto permanente del governo nella Corona di Aragona. La “Curia Regis” della corona di Aragona nel 1494 fu trasformato nel “Consiglio di Aragona”, e doveva essere presieduto da un vice- cancelliere: era formato da un tesoriere generale e da cinque reggenti che rappresentavano i diversi Stati dell'Aragona. In questo modo si ridussero le possibilità della monarchia spagnola di diventare uno Stato unitario: la nuova Spagna risultò uno stato pluralistico e non unitario e si compose di tutta una serie di patrimoni dinastici retti con le loro leggi peculiari. La struttura giuridica e politica esistente di tutti questi vari stati particolari restò largamente inalterata: al vertice stava l'autorità regia, alla base stava il potere dei signori sui loro vassalli e in mezzo stava il settore dei diritti di autonomia che rientravano nell'ambito del potere sovrano, ma erano impersonati dai Consigli cittadini. Ferdinando e Isabella si accontentarono di rispettare l'ordinamento vigente, allora, insistendo sul pieno esercizio dell'autorità sovrana, ma sempre riconoscendo che c'erano confini oltre i quali essa non poteva andare. La politica estera era affidata al solo Ferdinando, ma per il resto i sovrani operarono uniti nella determinazione di rendere grandi i loro regni esercitando in pieno la propria autorità: essi posero le basi di uno Stato nuovo ridando vita alle istituzioni tradizionali, piegandole agli obiettivi che stavano loro a cuore. Dopo che la guerra di Successione era stata vinta, il problema più assillante restava quello di umiliare il potere dell'aristocrazia castigliana e di porre un termine al funesto periodo di anarchia: i sovrani poterono avvalersi dell'appoggio di tutti coloro che erano stanchi del continuo disordine e che non ne potevano più degli abusi dell'aristocrazia. Fu utile quindi: a) creare un corpo di polizia/controllo che rispondesse direttamente alla Corona; b) assicurare alla Corona la guida suprema del potente “Ordine di Santiago”, il più importante dei Tre Ordini religioso-militari della Castiglia medievale, che possedevano vaste estensioni di terreno e grandi rendite, e si è calcolato che esercitassero la loro giurisdizione feudale su almeno un milione di persone, finendo per essere uno Stato nello Stato. - 1523: una bolla papale stabilì che i tre Ordini erano posti sotto il controllo della Corona. Sul piano finanziario la Corona si giovò moltissimo della possibilità di controllarne le ricchezze, ma gli Ordini militari erano anche uno strumento prezioso per la concessione di benefici e l'esercizio di un alto patronato. Di importanza essenziale che le città e i loro organi di governo locale fossero soggetti ad un 12 controllo rigido, attraverso: a) designazione delle autorità locali da parte della Corona; b) istituzione e vendita di nuove cariche municipali = contravvenendo quanto prevedevano gli statuti, nei quali era indicato con ogni cura quanti dovessero essere i titolari di cariche cittadine; c) tutte le città che non possedevano ancora un palazzo municipale dovevano costruirsene uno entro due anni e dovevano tenere registri in cui fossero riportate tutte le leggi e i privilegi speciali; d) in tutte le città principali della Castiglia vennero nominati dei “Corregidores” = i quali erano il tramite essenziale tra il governo centrale e le autorità periferiche. Essi avevano l'obbligo di sorvegliare tutti gli affari della comunità, organizzare il suo vettovagliamento, curare l'ordine pubblico e prevenire qualsiasi tentativo di nobili ed ecclesiastici all'usurpazione di poteri giurisdizionali. Sul finire del 1400 la Corona ancora non era in grado di muovere un attacco diretto alle giurisdizioni private o particolari e dovette accontentarsi di provvedimenti che solo col passare del tempo avrebbero potuto essere di aiuto nello svuotamento del potere signorili. La giustizia Essendo membro della piccola nobiltà il “Corregidor” era spesso carente di adeguata formazione giuridica, e per questo gli si dovettero spesso affiancare due giuristi esperti, gli “Alcaldes Mayores”, dei quali: 1) uno era specializzato in diritto civile; 2) uno era specializzato in diritto penale. Quindi o lui stesso o i suoi facenti funzione, che agivano per suo conto, potevano pronunciare sentenze. Contro tali sentenze era però possibile interporre appello ricorrendo ad un altro tribunale, composto da: a) il corregidor stesso = già giudice di I° grado; b) da due membri del consiglio cittadino. NB: nei processi penali, l’imputato aveva anche diritto a “ricusare il proprio giudice”, e allora la causa veniva ridiscussa davanti ad altro giudice che doveva essere assistito da due assessori scelti dal Consiglio cittadino fra i propri componenti. La sentenza diveniva definitiva solo se almeno uno di questi assessori si dichiarava d'accordo col “Corregidor”, altrimenti la causa doveva essere rimessa a una “Chancilleria” = Tribunale supremo della Castiglia. All'inizio del regno di Isabella esisteva solo quella di Valladolid, formata da 16 giudici suddivisi in: 1) 4 camere civili = che trattavano le cause civili; 2) 3 camere penali = che trattavano le cause penali. - 1494: fu necessario creare una seconda “Chancilleria” a Ciudad Real e nel 1505 fu trasferita a Granada. In ultima istanza si poteva andare in appello contro le “Chancillerias” direttamente al “Consiglio di Castiglia”. La preoccupazione dei re Cattolici era che la giustizia venisse amministrata con imparzialità, perciò ogni venerdì veniva dedicato alle udienze pubbliche. 15 Tale tribunale portò sotto una fede comune castigliani, aragonesi e catalani, avendo così anche un peso politico: ogni successo politico o militare della nuova dinastia acquisì sempre un significato più alto. - 1492: a Granada, i Re Cattolici apposero le loro firme ad un editto che ordinava l'espulsione di tutti gli ebrei professi dai loro regni entro quattro mesi e perciò molti decisero di lasciare il paese. Questi eventi contribuirono ad imporre un'unità che trascendeva le barriere amministrative, linguistiche e culturali, ma ciò fu pagato ad alto prezzo, in quanto dal paese uscì un ceto dinamico, che aveva aiutato ad arricchire la Castiglia, e si toglieva un'importante base economica al nuovo impero. L’economia I sovrani dispiegarono energia nel fare leggi a favore dell'economia del paese pari a quella con cui si applicarono alla riforma religiosa e a quella degli organi di governo, in particolare: a) l'esportazione di oro e argento fu vietata; b) furono introdotte leggi sui trasporti marittimi per favorire la cantieristica spagnola; c) il sistema delle corporazioni fu irrobustito e riorganizzato; d) furono fatti tentativi sporadici per proteggere la fabbricazione di tessuti castigliani; e) furono incoraggiati artigiani fiamminghi e italiani a venire in Spagna, promettendo loro l'esenzione per dieci anni da ogni tributo. La legislazione economica deve essere considerata come la risposta che i sovrani diedero a immediati e urgenti problemi di natura fiscale o economica, che mirò a incrementare la ricchezza generale della Castiglia e il potere dei suoi sovrani. L'alta nobiltà (che era sempre vista di mal occhio) rimase comunque un ceto immensamente ricco. La nuova Spagna si contraddistinse per l'incremento sociale e d economico dei grandi nobili, che riuscirono a trarre vantaggio dalla distribuzione di terre del regno di Granada. I grandi nobili parteciparono alla vita di corte in misura minore di quel che avevano fatto sotto i sovrani precedenti, ma vedeva comunque le loro ricchezze aumentare. La nobiltà spagnola La scala nobiliare spagnola vedeva: a) al vertice = i 25 Grandi (nobili) di Spagna; b) al 2° posto = gli aristocratici titolati; c) al 3° posto = i nobili cadetti delle grandi casate; d) al 4° posto = la nobiltà minore, i cui membri venivano comunemente designati cavalieri o hidalgos, alcuni ricchi e altri poverissimi. Soprattutto tra gli hidalgos, molti si impegnarono a fondo nell'amministrazione finanziaria dello Stato, e molti erano pure coinvolti in attività commerciali di varia specie, e questo non pare fosse reputato un fatto incompatibile con la loro carica. Quest’ultimi godevano di molti dei privilegi spettanti ai grandi come: a) l'esenzione dai tributi imposti al paese dalla Corona; b) non potevano essere sottoposti alla tortura o essere condannati alle galere, né potevano essere messi in carcere per debiti; c) nelle cause civili non si potevano sequestrare le loro case, armi e cavalli. 16 Dal secondo decennio del Cinquecento il loro titolo venne posto in vendita, sperando di poter alleggerire la pesante situazione finanziaria in cui versava il tesoro. - 1480: per quanto riguarda le campagne, un decreto del 1480 liberò i contadini delle terre signorili dalle ultime tracce di servaggio e li rese liberi di vendere la loro proprietà e spostarsi dove volevano, tuttavia continuarono ad avere l'obbligo di prestazioni a favore del signore ed erano sempre soggetti alla giurisdizione signorile, che dovette variare molto, secondo l'indole del signore. NB: c'era una “piccola aristocrazia contadina” costituita da contadini ricchi, e c'erano anche molti che abitavano in città e univano alla coltivazione dei loro terreni anche un lavoro artigiano o l'esercizio di un piccolo commercio svolto nel loro domicilio urbano. La massa però viveva in condizioni di miseria. I settori produttivi Nonostante si facesse sempre più grave il problema delle risorse alimentari per tutto il paese, Ferdinando e Isabella non seppero adottare provvedimenti energici per stimolare la produzione di cereali, in quanto più a favore dell'allevamento ovino. Quindi: a) nel settore agricolo = scarsi investimenti e stimoli anche purtroppo ai sistemi agricoli rudimentali. Vi erano spesso carestie affrontate con l’acquisto di grano dall’estero. b) nel settore dell’allevamento ovino e bovino = alla Mesta vennero concessi ampi privilegi e favori. L'apice venne raggiunto nel 1501, disponendo che tutti i terreni su cui i greggi transumanti avevano pascolato una volta, dovevano essere riservati in perpetuo a pascolo e non potevano più essere destinati dal proprietario ad altra forma di sfruttamento. In forza di tale legge, grandi estensioni di terreno dell'Andalusia e dell'Estremadura furono escluse da qualsiasi possibilità di essere poste a coltivo; c) il commercio laniero = venne assoggettato ad un controllo monopolistico e rappresentò una sorgente abbondante di entrate per la Corona. - 1494: a tal fine i sovrani istituirono il “Consulado di Burgos” = i mercanti locali e i sovrani vi scorsero uno strumento ideale per stimolare una piena espansione del commercio laniero e per ridurlo sotto una efficiente direzione centralizzata. La lana per il commercio era preparata all'interno della Castiglia, poi era venduta ai mercanti e agli esportatori in occasione delle fiere e veniva infine trasportata a Burgos, il deposito centrale che, pur non essendo una città portuale, acquistò il completo monopolio dell'organizzazione del traffico cantabrico col nord Europa. - 1500: i Re emanarono una legge sui trasporti marittimi, con la quale si stabiliva che le merci castigliane dovevano essere esportate solo su navi castigliane. Gli ostacoli al progresso delle attività manifatturiere erano formidabili. c'era: a) la carenza di capitali; b) la carenza di manodopera specializzata; c) le vie di comunicazione erano scarse e disagevoli; d) il costo dei trasporti faceva crescere in misura vertiginosa i prezzi delle merci. Al tempo di Ferdinando e Isabella, furono riparate strade e si procedette anche alla costruzione di nuove. - 1497: i “carrettieri” furono riuniti in un'organizzazione che ebbe privilegi relativi al passaggio per le vie maestre spagnole ed era esente dal pagamento di pedaggi e tributi locali. 17 Si fecero anche tentativi per mettere in piedi un sistema postale che avesse diramazioni internazionali. Barcellona divenne il centro di una rete postale internazionale che si irraggiava all'estero fino a raggiungere la Castiglia, il Portogallo, la Germania, la Francia e l'Italia. NB: il sistema di dazi fu lasciato intatto e così tutte le merci continuarono a pagare tributi pesanti ogni volta che passavano da una regione all'altra. I due sistemi economici distinti continuarono ad esistere fianco a fianco: a) il sistema atlantico della Castiglia = il più fiorente; b) il sistema mediterraneo di Aragona = il più debole a causa della Catalogna. Castiglia e Aragona avevano addirittura una moneta diversa, così nel 1497 si stabilì che le monete principali della Spagna avessero tutte lo stesso valore. Ferdinando e Isabella avevano unito due corone, ma non si impegnarono mai nell'unire i due popoli: a) abbatterono il potere politico della grande nobiltà, ma ne lasciarono intatta l'influenza sul tessuto economico e sociale; b) riorganizzarono l'economia castigliana, ma al prezzo di un rafforzamento del sistema latifondistico e del predominio consentito all'allevamento; c) non seppero intrecciare economia castigliana e aragonese; d) riformarono la Chiesa, ma istituirono l'Inquisizione; f) espulsero gli ebrei. Fecero grande la Spagna, utilizzando gli strumenti di governo aragonesi e il dinamismo castigliano. Il destino imperiale - 1475-1477: furono mandati da Ferdinando degli agenti diplomatici in Germania, Italia, Inghilterra e Paesi Bassi per offrire la loro alleanza e isolare diplomaticamente la Francia. Francia che, ricordiamo, era fino ad allora alleata della Castiglia, ma acerrima nemica dell’Aragona. - 1480-1490: rafforzamento dell’alleanza col Portogallo; - 1489: sottoscrizione del Trattato di Medina del Campo, alleanza militare con l’Inghilterra. - 1492: espulsione dei Mori da Granada; La caduta del sultanato nel 1492 consentì per la prima volta al re di indirizzare le sue energie fuori dalla Spagna per una politica estera più attiva, ovvero la frontiera franco-catalana e l'Italia, col recupero delle contee catalane del Rossiglione e della Cerdagna, all’epoca sotto controllo francese. - 1493: il re di Francia Carlo VIII vantava attraverso la nonna paterna, Maria d'Angiò (1404- 1463), un lontano diritto ereditario alla corona del Regno di Napoli. Nel 1492 indirizzò le risorse del suo regno verso la conquista di quel reame, incoraggiato da Ludovico Sforza, detto Il Moro (che ancora non era duca di Milano ma ne era solo reggente). La riconquista del regno più grande della Penisola, già governato dalla Casata degli Angioini (dal 1282 al 1442) ed attualmente da un ramo collaterale Aragonese, non comprendeva, nei progetti di Carlo, anche la Sicilia che era possedimento direttamente Aragonese. Quest'ultimo fatto depone a favore della tesi secondo la quale Carlo VIII non intendesse accrescere semplicemente i domini della sua Casata, ambizione comune a molte case regnanti di area mitteleuropea o anglosassone, ma farne piuttosto la base di partenza per quelle Crociate la cui eco era stata rinvigorita dalla 20 - 1517–1556: Carlo V resse la Spagna in questo periodo, ma vi fu presente per un periodo inferiore ai 16 anni, perciò non fu un re residente e dovette bilanciare gli interessi spagnoli con quelli imperiali. Si posero quindi diversi problemi: 1) stabilire a chi dovesse essere affidata la reggenza; 2) stabilire quale posizione avesse la Spagna in un contesto di “Sacro Romano Impero”. -1522-1529: il suo consigliere principale fu Mercurino Gattinara; Per governare la Spagna e i suoi domini d'oltreoceano e per mobilitare le loro risorse a sostegno delle guerre, era necessario avere un grande numero di funzionari. Fin dal 1522 era divenuto evidente che il sistema di governo esistente era inadeguato ai molteplici compiti che ora aveva, così il gran cancelliere Gattinara: a) riformò il Consiglio della Castiglia; b) creò il Consiglio delle Finanze; c) riorganizzò il governo della Navarra; d) istituì un Consiglio per le Indie. I diversi Consigli possono essere divisi in due grandi categorie: 1) quelli che dovevano consigliare il sovrano su questioni generali o sezionali relative alla monarchia nel suo insieme; 2) quelli responsabili del governo di singoli territori in essa compresi. Esempi: a) il Consiglio di Stato = doveva consigliare il sovrano su temi di politica generale in Spagna e Germania; b) il Consiglio di Guerra = responsabile dell'organizzazione militare della monarchia. c) il Consiglio delle Finanze = l'intenzione originaria era che si occupasse delle finanze castigliane, ma si occupò in generale di quelle della Corona; d) il Consiglio di Castiglia = ridimensionato, restò l'organo principale di governo, ma venne successivamente creato un consiglio di gabinetto, costituito solo da tre o quattro dei consiglieri membri del Consiglio della Castiglia, ed aveva il compito precipuo di assistere il re in tutti gli affari concernenti il Patronato regio sulla Chiesa spagnola. d) Consiglio per le Indie = composto da un presidente e otto membri, cui spettò il controllo supremo di tutti gli affari amministrativi, giudiziari ed ecclesiastici riguardanti le Indie, e fu lo strumento col quale la Corona stabilì la propria autorità sui suoi possessi americani. Nelle Indie, l'autorità della Corona fu stabilmente impersonata: 1) dalle “audiencias” = si diversificarono da quelle esistenti in Spagna per il fatto che alle funzioni giudiziarie, aggiunsero anche quelle politiche e amministrative; 2) dai “vicereami” = i vicerè si trovarono ad avere un potere più limitato rispetto agli aragonesi, perché furono dei governatori senza potere di amministrazione della giustizia. Ogni vicerè doveva operare in sintonia con un Consiglio che aveva funzione amministrative. Lo strumento che consentì di rendere effettiva l'azione dei Consigli fu la “Consulta” = un consiglio che teneva regolarmente le sue sedute si metteva a discutere degli ultimi dispacci del vicerè e di tutte le faccende che avessero riferimento generale ai territori che erano sotto la sua giurisdizione. Il re o si limitava ad accettare i risultati della maggioranza, oppure trasmetteva la consulta al Consiglio di Stato perché ne facesse materia di discussione, e alla fine essi ritrasmettevano il loro parere sotto forma di un'altra consulta; il re poi comunicava la sua decisione con un ordine scritto. 21 il fatto che non ci fosse una capitale fissa rese arduo ai Consigli operare senza perdere efficacia, anche perché il numero sempre crescente di atti ufficiali rese necessario creare un qualche deposito ufficiale, che Carlo V e il Cobos trovarono nella fortezza di Simancas. -1526: Carlo V sposò la cugina Isabella, figlia del re di Portogallo, e chiamò il figlio Filippo, e fu lei a fungere da reggente in mancanza del re. Tuttavia il governo effettivo fu tenuto da Francisco de los Cobos. Carlo V era incline a guardare ad ognuno dei domini come ad un'entità a sé stante, retta dalle sue leggi tradizionali. Ne risultò impedita la formazione di più stretti vincoli tra i diversi dominii sia sul piano economico che su quello politico. Problemi di politica estera: a) contesa con il Re di Francia = la Castiglia non venne interessata nemmeno indirettamente; b) contesa coi principi tedeschi protestanti = la Castiglia non venne interessata nemmeno indirettamente; c) espansione ottomana notevole e pericolosa = la Castiglia venne interessata solo per le questioni nord africane; La Burocrazia spagnola a) funzionari minori = che svolgevano le mansioni di scrivani e di semplici impiegati, ispettori ed esattori fiscali; b) funzionari di maggior prestigio = appartenenti all'apparato amministrativo dei vice-reami; c) i segretari del re, i membri dei vari consigli unitamente a tutti i funzionari addetti al disbrigo delle pratiche dei vari settori dell'amministrazione centrale. Quest’ultimi provenivano dalla piccola nobiltà municipale e non avevano né peculiari interessi culturali né uscivano dalle università, ma furono funzionari di professione. Carlo V e Filippo II scelsero gli esponenti dell'alta nobiltà solo per i comandi militari e per il posto di vicerè, mentre per il servizio a corte e nei tribunali preferirono uomini che venivano da famiglie di hidalgos o da quelle della borghesia cittadina. Il Nuovo Mondo Il Nuovo Mondo si presentava come una possibile fonte di beni che la Castiglia possedeva in quantità esigua e anche come un mercato per i prodotti castigliani, quindi: a) nel 1501 = si vietò in maniera formale a qualsiasi straniero l'ingresso alle Indie; b) venne istituita una Casa di contrattazione di Siviglia = che doveva esercitare il controllo assoluto sui traffici del Nuovo Mondo. - 1524: Carlo V consentì che mercanti stranieri commerciassero con le Indie, anche se continuò il divieto ad una loro installazione nel Nuovo Mondo. - 1525-1526: sudditi provenienti da quasi tutti i domini dell'imperatore ebbero il permesso di recarsi in America. -1529: la Corona si spinse al punto di permettere a dieci porti castigliani il commercio col Nuovo Mondo, con la riserva che i loro navigli dovessero essere tutti registrati a Siviglia e ivi 22 approdassero nel viaggio di ritorno, ma questo provvedimento rimase lettera morta. - 1538: si giunse ancora a vietare l'accesso a tutti gli stranieri. Il metallo prezioso che arrivava a Siviglia apparteneva: a) in parte alla Corona; b) in parte ai privati. Qualsiasi miniera scoperta nelle terre appartenenti al re doveva essere considerata parte del patrimonio della Corona. Anche dopo che i coloni si erano stabiliti nel loro nuovo ambiente continuarono a restare dipendenti dalla madrepatria, in quanto l'agricoltura nelle Indie si sviluppò molto lentamente. L’Economia spagnola Sotto Carlo V la Spagna aveva tre economie: a) Siviglia = tutta protesa verso l'America; b) la Castiglia settentrionale = protesa verso le Fiandre ed il Nord Europa che chiedevano lana merinos spagnola. c) l'Aragona = con i mercati nel Mediterraneo di ceramica e cuoio. Altro problema era quello della manodopera, a causa dell'enorme domanda. Ci si rivolse allora a contadini, vagabondi e mendicanti. - 1540: venne rinnovata la legge sui poveri del 1387 e con essa si comminavano punizioni severe ai vagabondi e si autorizzavano le autorità locali a costringerli a lavorare senza salario In questo periodo abbiamo la c.d. “Rivoluzione dei prezzi”, già trattata nell’altro testo. Le risorse da reperire. Dal momento in cui fu eletto imperatore, Carlo V fu sempre a corto di fondi dovendo sempre volgersi da un dominio all'altro in cerca di nuovo denaro. L’imperatore: a) chiese prestiti ai banchieri tedeschi e genovesi; b) ipotecò in misura sempre maggiore le sue entrate presenti e future; c) incrementò le tasse, soprattutto nei Paesi Bassi e Italia, ma dal 1540 il contributo della Spagna fu sempre più rilevante; d) incassava i contributi diretti dati dalla Chiesa spagnola: 1) la c.d. “tercias reales” = il terzo di tutte le decime riscosse dalla Chiesa nel regno di Castiglia; 2) il c.d. “subsidio” = un'imposta su tutte le entrate e i redditi della Chiesa nei vari regni spagnoli, la cui entità veniva concordata tra il Papa e la Corona. 3) nel 1567 si aggiunse a queste due “l'excusado” = una nuova imposta con cui si voleva sovvenire al costo della guerra nelle Fiandre: era l'intera decima che in ogni parrocchia pagava la più ricca proprietà terriera. 4) la Corona fruiva anche dei frutti delle sedi vacanti e poteva contare sui beni e sui redditi degli Ordini militari. 5) la c.d. “cruzada” = a scadenza triennale, la pagavano ogni uomo, donna o bambino che volesse 25 b) Venezia; c) Santa Sede. - 1571: la Lega, agli ordini di don Giovanni d'Austria, sbaragliò la flotta ottomana a Lepanto. Dopo tale battaglia, i turchi prepararono la controffensiva, ma in realtà poi rivolsero le loro attenzioni alla Persia, mentre gli spagnoli sul fronte atlantico. Un solo re, un solo impero, una sola spada Era convinzione di Filippo che il re dovesse proteggere il popolo dai nemici esterni e amministrare la giustizia. Il re che si faceva beffe della legge morale e trasgrediva i confini della giustizia era considerato un tiranno. I confessori del re e i teologi di corte dovevano consigliare il sovrano su tutte le questioni che presentavano un problema di coscienza e il re aveva l'obbligo morale di seguire il loro consiglio. Don Carlos, che Filippo aveva avuto dalla prima moglie, era cresciuto mostrando un'indole incline a soddisfare tutte le sue passioni, perciò era inadatto a prendere in mano l'impero; alle undici della notte del 18 gennaio 1568 la camera venne sbarrata, furono poste guardie fuori dalla porta e don Carlos divenne prigioniero. L'azione del re venne apertamente criticata dai sudditi; don Carlos morì il 24 luglio, e la versione che circolò fu che il re aveva avvelenato il figlio. - 1561: la corte spagnola si portò da Toledo a Madrid, perché era il centro matematico della Spagna. La scelta di una capitale venne a contraddire i presupposti fondamentali su cui si reggeva la monarchia spagnola. Filippo: a) diede sempre meno importanza alle autonomie locali; b) suppose (sbagliando) che il porre la sede del regno nel centro matematico della penisola avrebbe dato impressione di assoluta imparzialità. Il re aveva stabilito la sua residenza in un ambiente tipicamente castigliano, era circondato da castigliani e la maggior parte delle sue entrate proveniva dalla Castiglia, tant'è che le Cortes di Aragona le convocò solo due volte. Filippo pare non abbia mai concepito la monarchia spagnola come un organismo vivo con una sua esistenza che non fosse semplicemente quella data dalla subordinazione dei singoli domini ad un unico sovrano (spazzando via leggi e autonomie locali). La soluzione castigliana era però una di quelle possibili al problema insito nella mancanza di omogeneità dei territori che componevano la monarchia. Un'idea alternativa vedeva invece lo Stato come un organismo federale alla cui testa sta un sovrano che si avvale dei consiglieri tratti da tutti i suoi domini. Il Re preferì la prima, ma gli aristocratici si spaccarono tra: 1) centralisti = come il Re; 2) localisti = preferendo un’ottica federale e di autonomia locale. Ciò si manifestò anche in politica estera ed in particolare per la gestione dei domini spagnoli fuori dalla penisola iberica, come nei Paesi Bassi. - 1573: il duca d'Alba (realista e per il centralismo statale) fu inviato nei Paesi Bassi, per sedare le rivolte, ma fallì lasciando così libertà alla fazione localista/federalista di risolvere la questione. I rimedi per sedare la ribellione consistevano in una serie di misure finalizzate alla pacificazione e 26 alla riconciliazione, tra cui: a) lo scioglimento dei “Consigli dei Torbidi” = il “Consiglio dei torbidi” era un tribunale speciale istituito il 9 settembre 1567 dal duca d'Alba, governatore generale dei Paesi Bassi asburgici, su ordine di Filippo II di Spagna, per punire i leader dei "torbidi" politici e religiosi nei Paesi Bassi. A causa delle molte sentenze di morte pronunciate, il Consiglio fu chiamato anche “Tribunale di sangue”. Il Tribunale fu abolito dal successore del duca d'Alba, Luis de Zúñiga y Requesens, il 7 giugno 1574, in cambio di un sussidio versato dagli Stati Generali dei Paesi Bassi, ma in pratica rimase in funzione fino alla rivolta popolare scoppiata a Bruxelles nell'estate del 1576. b) l'abbandono della tassa del 10% sulle vendite; c) la garanzia regia spagnola di preservazione le leggi e le libertà tradizionali dei Paesi Bassi; L'uomo scelto da Filippo per attuare tale politica, in sostituzione del Duca d’Alba, fu don Luis de Requesens, esponente di una delle famiglie più in vista della Catalogna, ma la crisi economica obbligò Filippo a: 1) concedere inizialmente un’amnistia generale; 2) non riuscendo più a pagare i soldati spagnoli nei Paesi Bassi, dovette dichiarare bancarotta nel 1575. 3) la conseguenza fu un ammutinamento generale ed il saccheggio dei Paesi Bassi da parte delle truppe spagnole; Morto don Luis de Requesens, venne sostituito da Giovanni d'Austria, il nuovo pacificatore. - 1577: fu firmato il c.d. “Editto Perpetuo”, che faceva moltissime concessioni agli olandesi. I primi due decenni di regno erano stati per Filippo II un periodo di gravi difficoltà. Le fonti tradizionali di entrata in Castiglia erano state sfruttate fino al limite massimo, ma nel 1575 si ebbe un incremento incredibile della disponibilità d'argento, che concesse libertà di manovra al sovrano. - 1580: Filippo II portò a buon fine l'annessione del Portogallo, nonostante forti resistenze da parte della nobiltà portoghese. Dovette intervenire il Duca d’alba direttamente con l’esercito per sconfiggere le ultime resistenze armate. Filippo giurò di osservare tutte le leggi e le consuetudini del suo nuovo regno, e da parte delle Cortes portoghesi fu infine riconosciuto come re legittimo del Portogallo, al prezzo però di garantire ampia autonomia allo Stato. Al re si chiedeva: a) di trascorrere il maggior tempo possibile in Portogallo; b) affidare la carica di vicerè a un membro della famiglia reale o ad un portoghese; c) istituire un Consiglio di Portogallo che doveva svolgere tutta la sua attività usando la lingua portoghese; d) le cariche dovevano essere date solo a dei portoghesi e solo portoghesi potevano essere nominati alle mansioni della corte portoghese; e) il Portogallo doveva conservare la propria moneta e i traffici con i suoi territori coloniali dovevano rimanere esclusivi. Gli articoli furono accettati, e per tutto il 1581 e 1582 Filippo rimase a Lisbona per consolidare la sua posizione in Portogallo. - 1583: il re lasciò Lisbona per far ritorno a Madrid e lasciò come governatore l'arciduca Alberto, 27 suo nipote. Splendori e miserie Bancarotta spagnola: 1) 1557 = agli inizi del suo regno a causa delle costosissime imprese del predecessore Carlo V 2) 1575 = guerra nei Paesi Bassi troppo costosa, impossibilità di pagare l’esercito. 3) 1596 = ebbe luogo nel corso della Guerra anglo-spagnola (1585-1604) col tentativo di invadere l'Inghilterra da parte di Filippo II di Spagna. Filippo ordinò un attacco nella speranza di assistere i ribelli irlandesi nella loro ribellione contro la Corona inglese. La strategia del re di Spagna era quella di aprire un nuovo fronte di guerra, costringendo le truppe inglesi a rimanere lontane da Francia e Paesi Bassi dove pure stavano combattendo. L'Armada al comando dell'Adelantado Martín de Padilla venne colpita da una tremenda tempesta al largo di Capo Finisterre causando notevoli danni e costringendo le navi a fare ritorno nei porti in patria. Quasi 5000 persone morirono sia a causa della tempesta che per le malattie sviluppatesi e 38 navi andarono perdute, numeri abbastanza forti da far postporre l'impresa irlandese. Le perdite materiali e finanziarie fecero andare il regno spagnolo sull'orlo della bancarotta nell'autunno del 1596. La terza bancarotta del 1596 significò anche la fine dei sogni imperialistici di Filippo II: - 1598: Filippo morì il 13 settembre 1598. Il nuovo governo di Filippo III si impegnò in un altro sforzo militare nelle Fiandre e nel 1601 ci fu anche una spedizione in Irlanda. 4) 1607: la Corona spagnola si vide costretta a non riconoscere i propri debiti e due anni dopo venne firmata la c.d. “Tregua dei dodici anni” tra la Spagna e le province olandesi ribelli. 5) 1627 e poi ben quattro volte fra il 1647 e il 1662. Le circostanze che obbligarono la Spagna ad un arresto delle sue imprese imperialistiche furono determinate sia dalla situazione generale della politica economica sia da quella propria della Castiglia. Il mutamento fu frutto diretto della guerra (tra 1557 e 1648) che la Spagna aveva intrapreso con le potenze protestanti del Nord: a) gli olandesi = avevano continuato i commerci con la penisola iberica; b) gli spagnoli = avevano preferito interrompere le attività nonostante dipendessero dall'Europa settentrionale e orientale per i rifornimenti di derrate alimentari e di materiale nautico. - 1585: Filippo II decretò l'embargo per le navi olandesi solite a frequentare porti spagnoli e portoghesi, e fu rinnovato nel 1595. Gli olandesi avevano bisogno dell'argento e dei prodotti coloniali spagnoli, così si recarono direttamente nel Caraibi e nell'America spagnola. - 1599: gli olandesi si impadronirono dell'isola di Araya con le sue saline e questa intrusione sconvolse il sistema delle comunicazioni marittime tra i vari possedimenti coloniali spagnoli. Durante l'ultimo decennio del Cinquecento la prosperità giunse al termine, a causa di una catastrofe demografica: mentre la popolazione bianca e quella meticcia del Nuovo Mondo continuarono a crescere, la popolazione indiana di Messico e Perù precipitò, e la manodopera fu quindi drasticamente ridotta di numero. Nel secolo successivo l'economia dell'America si chiuse in se stessa, non avendo nulla da chiedere e nulla da dare alla Spagna. 30 Risultò che la miseria e lo spopolamento del paese erano attribuiti: a) alle imposte eccessive; b) alla corte che doveva essere sfoltita; c) al mancato ripopolamento delle zone abbandonate ed ai mancati incoraggiamenti all'agricoltura; d) all’eccessivo numero di conventi e scuole primarie. - 1619: Filippo III si recò in visita di stato in Portogallo, dove furono riunite le Cortes per prestare giuramento di fedeltà al figlio e nel viaggio di ritorno morì, il 31 marzo 1621; - 1621: gli successe Filippo IV, che aveva scelto come favorito Gaspar de Guzman, conte di Olivares. Egli riuniva: a) l'imperialismo di Carlo V e Filippo II; b) l'orientamento realistico e pratico degli arbitristas. L'Olivares comprese che un'energica politica navale era essenziale per il successo delle armi spagnole e con un ordine del novembre 1621 si dispose che la flotta atlantica fosse aumentata fino a raggiungere le 46 navi. Con altro ordine del re: a) i fondi per l'esercito che operava nelle Fiandre raddoppiarono; b) venne tagliato il numero di persone che percepiva donativi e pensioni dalla Corona; c) fu ordinata un'inchiesta su tutti i beni acquisiti da chi aveva avuto incarichi di governo a partire dal 1603; d) si dispose che il numero di uffici municipali esistenti fosse ridotto di due terzi; e) si prospettarono misure per incentivare l'incremento demografico; f) si attuò una politica protezionistica. Nel giro di un triennio questo piano non partorì nulla, mentre la monarchia era precipitata in una situazione estremamente grave. I regni non castigliani protestavano perché avrebbero dovuto pagare imposte più numerose per mantenere un impero in cui solo la Castiglia riceveva benefici; l'Olivares allora propose che, mentre si dovevano gradualmente conformare le leggi degli altri regni con quelle castigliane, la monarchia nel suo complesso non avesse più un carattere così esclusivamente castigliano. Il che poteva essere ottenuto se il sovrano si fosse recato assai più spesso in visita alle varie province della monarchia e se ad uffici importanti fossero stati chiamati in maggior numero degli aragonesi, dei portoghesi e degli italiani. All'Olivares parve che il processo di uniformità potesse avere inizio introducendo una qualche forma di collaborazione delle varie province in campo militare; così le province non solo si sarebbero viste obbligate a pensare con una visione più larga, ma si sarebbero viste aiutate a risolvere i problemi di denaro e di manodopera che in quel momento minacciavano di travolgere la Castiglia. Il progetto “Unione delle Armi” doveva essere realizzato mediante la creazione di una comune forza di riserva composta da 140.000 uomini, forniti e mantenuti secondo proporzioni fisse da tutti gli Stati della monarchia. - 1626: le Cortes dell'Aragona, della Catalogna e della Valenza si dimostrarono ancora più fredde di quanto si pensasse. Le più ostili furono quelle catalane. La sollecitudine prioritaria dei catalani fu quella di ottenere riparazione dei mali precedenti e assicurazioni per il futuro, ma l'Olivares compì l'errore di provare a forzare la mano all'assemblea, e il risultato fu che all'ostruzionismo conseguì l'ostruzionismo, e il 4 maggio il re e il suo seguito lasciarono Barcellona, con la sessione delle Cortes ancora aperta. 31 Aragona e Valenza però avrebbero versato il loro obolo e così si proclamò ufficialmente la costituzione dell'Unione delle Armi. Inizialmente questo progetto non poteva fornire un contributo serio al problema della difesa dell'impero spagnolo e l'onere principale continuava a pesare sulla Castiglia. - 1627–1628: il paese si trovò sorpreso da una subitanea ascesa dei prezzi e il governo fu sommerso da lagnanze sull'alto costo della vita. Probabile che tale inflazione dipendesse soprattutto dai cattivi raccolti e dalla scarsità di merci straniere. - 1627: morì il duca di Mantova e il candidato con maggiore probabilità era il duca di Nevers, francese, e questo avrebbe potuto significare un pericolo per la presenza spagnola nell'Italia settentrionale e a Milano, quindi il don Gonzalo de Cordoba, governatore di Milano, nel marzo del 1628 penetrò coi suoi soldati nel Monferrato. La guerra durò fino al 1631 e rimise in circolo tutti gli antichi timori europei sulle intenzioni aggressive della Spagna, portando i francesi a passare le Alpi per aiutare il duca mantovano. Anche stavolta la Spagna si vide andare incontro a grosse spese. La finanza pubblica era ancora l’enorme problema spagnolo. Col passare degli anni l'Olivares aveva formato un nucleo di nuovi uomini nei quali poteva riporre una fiducia assoluta. - 1631: venne istituita un'imposta gravante sulle entrate del primo anno di ogni ufficio e fu pure introdotta una tassa sul sale. - 1632: ottenne il consenso papale ad un donativo straordinario del clero spagnolo e incamerò il reddito di un anno di beni spettante all'arcivescovo di Toledo. - 1634: l'Olivares nominò la principessa Margherita di Savoia governatrice del Portogallo, a causa delle lagnanze dei portoghesi che dicevano di essere trascurati dal sovrano. Il governo di Lisbona però si scisse in due fazioni rivali che resero impossibile il funzionamento della macchina amministrativa; la principessa era stata mandata a Lisbona con il mandato di ottenere dai portoghesi un contributo fisso di 500.000 curzados l'anno, ma la cosa non piacque alla gente comune. - 1635: passò a confiscare metà del reddito di tutti i suoi juros che fossero in mani spagnole e tutto il reddito dei juros in mano agli stranieri. - 1637: fu la volta di una nuova imposta, che conseguì all'adozione obbligatoria della carta da bollo per tutti gli atti ufficiali e legali. Vendette i redditi della Corona, i titoli e gli uffici e rimise in vita le antiche obbligazioni feudali dell'aristocrazia. Lo scoppio della guerra con la Francia rese la posizione della Catalogna molto importante. Nel 1637, quando le forze francesi avevano attraversato la frontiera catalana, i catalani erano stati lenti a muoversi e nel 1638 solo la Catalogna, tra i vari Stati della Corona, non aveva voluto sapere di alcun sussidio militare. - 1639: l'Olivares decise che il preventivato attacco spagnolo alla Francia dovesse muovere dal confine catalano, in modo che gli abitanti venissero coinvolti e così nell'autunno del 1639 il vicerè e le autorità locali fecero del loro meglio per indurre la popolazione adulta maschile della Catalogna a prepararsi alla guerra. Molti soldati però disertarono e l'Olivares, furioso, diede ordine ai funzionari regi del principato di passare sopra agli statuti catalani ogniqualvolta ne andasse di mezzo l'efficienza dell'esercito e giustificò l'ordine dicendo che la suprema legge della difesa aveva la meglio su tutte le altre. In Castiglia le risorse umane erano arrivate allo stremo, i mercanti avevano perso ogni fiducia, i trasporti marittimi erano in fase di decadenza e tutto il sistema creditizio e fiduciario con cui Siviglia aveva sostenuto la monarchia stava andando in pezzi. A quel punto il conte duca dispose 32 che l'esercito che aveva combattuto per riprendere Salses restasse acquartierato nella Catalogna fino alla prossima campagna di guerra, ma le città e i contadini della Catalogna non ne volevano sapere di addossarsi questo onere e durante i mesi di febbraio e marzo del 1640 soldati e popolazione civile ebbero degli scontri e la Catalogna si dichiarò indipendente. - 1640: divamparono le insurrezioni in tutto il paese e che portarono ad una prima dichiarazione di indipendenza del Portogallo. - 1643: Filippo IV lasciò il potere nelle mani di don Luis de Haro, nipote dell'Olivares, e il suo compito era quello di riportare la monarchia alla pace. - 1648: i termini generali di un trattato di pace separato tra spagnoli e olandesi furono messi a punto e formarono poi la base del Trattato di Munster, siglato il 24 ottobre del 1648. Con tale accordo la Spagna riconosceva l'indipendenza e la sovranità delle Province Unite. La guerra con la Francia però continuava. - 1652: il sovrano concesse un'amnistia generale. Finché la Corona lasciava intatte le libertà delle singole province e agiva come baluardo dell'ordine sociale esistente, la fedeltà al re di Spagna da parte dei ceti che nelle varie società provinciali occupavano il vertice, non veniva meno. A poco a poco le province ribelli tornarono alla sottomissione, tranne il Portogallo, per svariate ragioni: era stato unito alla Castiglia per soli sessant'anni, si affacciava sull'Atlantico e possedeva forti legami commerciali coi paesi dell'Europa del Nord. - 1659: si concluse la guerra franco-spagnola. Le perdite territoriali furono poche, solo l'Artois, il Rossiglione e parte della Cerdagna. Si organizzò quindi il matrimonio tra: a) Maria Teresa, figlia del re spagnolo; b) il re francese Luigi XIV. A quel punto Filippo poté concentrare i suoi sforzi nella guerra col Portogallo, ma non c'erano abbastanza risorse per poterla mantenere alla lunga; i soldati spagnoli inviati contro i portoghesi erano male equipaggiati e mal guidati, mentre i nemici erano aiutati da Inghilterra e Francia, così l'esercito fu sconfitto nel 1663 ad Amexial e poi successivamente nel 1665 a Villaviciosa, così il 13 febbraio del 1668 la Spagna riconobbe l'indipendenza portoghese. Filippo IV però era morto il 17 settembre 1665. Portogallo, breve storia: - 1578: il giovane re Sebastiano morì in battaglia senza lasciare eredi (il corpo non venne trovato), provocando una crisi dinastica. Filippo II di Spagna per parte di madre era nipote di re Manuele I del Portogallo e su queste basi rivendicò il titolo di re del Portogallo. Filippo II venne opposto ad Antonio, il priore di Crato, il quale era figlio illegittimo di uno dei figli di Manuele I. - 1580: la Spagna quindi invase il Portogallo e Filippo d'Asburgo ne divenne il re. Da quel momento gli imperi di Spagna e Portogallo furono sotto lo stesso monarca. Tuttavia non finiva la resistenza al dominio spagnolo, perché Antonio, il priore di Crato si rifugiò nelle Azzorre e tentò ancora di recuperare il regno. Intanto, in aggiunta, entravano nella scena alcuni impostori, i quali rivendicavano di essere Sebastiano. - 1600 e ss.: il Portogallo vide la sua ricchezza decrescere e, benché fosse ufficialmente uno Stato autonomo, il paese fu sotto il comando di un monarca castigliano dal 1580 al 1640. Per tale motivo le colonie portoghesi furono attaccate dagli avversari della Castiglia, in modo particolare gli inglesi e gli olandesi, i quali aspiravano a controllare sia il mercato degli schiavi
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