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Riassunto di Letteratura dal Medioevo alla cultura contemporanea, Appunti di Letteratura Italiana

Un riassunto di letteratura a partire dal medioevo e la letteratura volgare a cui seguirono Dante e Petrarca per poi scorrere attraverso la storia e giungere alla neoavanguardia e il romanzo psicologico. Vi è la descrizione dei vari movimenti indicati in ordine e per ognuno i maggiori esponenti con le maggiori opere. Argomenti: - Medioevo; - Il 400 e l'umanesimo; - Il 500 e il rinascimento; - Il 600 e il barocco; - La prima metà del 700; - L'800 e il romanticismo; - Il 900 e il verismo; - Il teatro.

Tipologia: Appunti

2017/2018

In vendita dal 07/06/2021

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Scarica Riassunto di Letteratura dal Medioevo alla cultura contemporanea e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Letteratura italiana riassunto MEDIOEVO (476d.C.-1492 scoperta America) La letteratura in volgare, deriva dalla lingua parlata dal volgo/popolo nel XIIIs. affiancata al latino. Una rivoluzione culturale che ha seguito la frantumazione dell’unità linguistica/culturale dell’Impero romano nel Mediterraneo da cui sono nate le lingue neolatine differenziate in: volgari del sì in Italia, volgare d’oil in Francia settentrionale e volgare d’oc in Provenza, più portoghese, castigliano e catalano nella Penisola Iberica. Il latino rimase la lingua scritta per tutto l’Alto Medioevo, ma conosciuta da pochi intellettuali ecclesiastici. Le letterature romanze, si sviluppano nell’XI-XIIs. e sono: il ciclo carolingio sulle imprese di Carlo Magno e il ciclo bretone sui cavalieri della Tavola Rotonda in lingua d’oil e la poesia cortese in lingua d’oc o provenzale. In Italia la letteratura in volgare si sviluppa nel 200, periodo di forte frazionamento politico: Comuni nelle regioni centro- settentrionali grazie alla crisi dell’impero germanico, lo Stato della Chiesa in Italia centrale e lo Stato accentratore ovvero il Regno normanno e poi svevo della Sicilia in Italia meridionale. Con i Comuni e la crisi del feudalesimo nasce la borghesia mercantile urbana formata da artigiani, mercanti e banchieri con nuove esigenze: divenne necessario usare il volgare per iscritto nelle transizioni commerciali per cui serviva personale colto e vi erano un’identità e dei valori diversi rispetto alla produzione letteraria dei chierici in latino, perciò compaiono i primi intellettuali laici. I generi della letteratura volgare delle origini furono: 1) poesia religiosa, 2) genere didattico-allegorico, 3) poesia lirica, 4) poesia burlesca e 5) prosa: 1) La poesia religiosa è tipica del 2-300 in quanto la religione era un elemento preminente nella vita degli uomini di quel tempo e si tratta di una poesia che stimola ad una condotta di vita morale e che ammonisce chi non si comporta bene. In Umbria troviamo San Francesco d’Assisi, che abbandonò gli agi per dedicarsi ad una vita spirituale, con il Cantico delle Creature volto a lodare Dio attraverso le sue creature, uno scritto in volgare umbro considerato il primo testo poetico della letteratura italiana e Iacopone da Todi. 2) Il genere didattico allegorico diffuso in poesia e prosa con molte allegorie per diffondere verità di fede e precetti morali oltre che nozioni varie. Di questo genere Brunetto Latini il maestro di Dante. 3) La lirica d’arte include i poeti della: • Scuola siciliana una corrente sviluppata alla corte di Palermo durante il Regno di Sicilia, dove re Federico II di Svevia favorì cultura/arti. Una poesia lirica amorosa raffinata sul modello della poesia provenzale sul tema dell’amor cortese, omaggio del cavaliere alla dama. Troviamo Federico II, il figlio Enzo, Pier della Vigna, Giacomo da Lentini (inventore del sonetto), Odo delle Colonne e Rinaldo d’Aquino. • Scuola toscana con la caduta della corte di Palermo, per la sconfitta vs gli Angioini, i poeti toscani ripresero i motivi della scuola precedente nel loro volgare al cui tema amoroso aggiunsero temi morali, civili e politici della dinamica vita politica dei Comuni toscani. Troviamo Guizzone d’Arezzo. • Dolce stil novo un’esperienza letteraria della Toscana della 2° 1/2 del 200 definita dolce per la delicatezza/soavità dell’espressione poetica e novo per lo stato d’animo del poeta sbigottito d’amore. Troviamo Guido Guinizzelli con il manifesto della corrente: “Al cor gentile repaira sempre amore” oltre a Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia, Lapo Gianni, Gianni Alfani e Dante con “Vita nova”. Una corrente caratterizzata da: • Una nuova esperienza di nobiltà d’animo (non di sangue) • Il legame tra amore∞cor gentil, perché solo un animo gentile può provare amore • L’idealizzazione della donna come angelica che guida il poeta, a cui suscita amore, verso la perfezione morale e spirituale (una creatura celeste che consente la beatitudine). La poesia comico-realistica/burlesca, contemporanea al dolce stil novo, vede versi scherzosi/caricaturali con temi legati alla vita quotidiana. Troviamo Rustico Filippo e Cecco Angiolieri. La prosa, anche se di piccola incidenza, ricordiamo il Novellino, cioè 100 brevi novelle di autore ignoto e Il Milione di Marco Polo sui suoi viaggi in Cina e Gran Khan. DANTE ALIGHIERI (Firenze 1265-1321) Fa della sua donna ispiratrice Beatrice, un amore spirituale di cui racconta in “Vita nova” secondo i canoni dello Stil novo. Dopo la sua morte Dante partecipa alla vita politica di Firenze diventando priore nel 1300 e cercando di porre fine alla lotta tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, i quali, con l’appoggio di Papa Bonfacio VIII, si impadronirono di Firenze con un colpo di mano. A questo punto Dante viene processato 2 volte e condannato a morte e da qui inizia il suo percorso di esilio: dai Malaspina a Lungiana, dai Della Scala a Verona e dai De Polenta a Ravenna dove morì. Le opere minori: “Rime” giovanili e “Vita nova” in volgare fiorentino sullo Stil novo - il “De vulgari eloquentia”, la questione della lingua, un trattato in latino interrotto con lo scopo di far capire agli intellettuali l’importanza del volgare - il “De Monarchia”, un trattato in latino sulle sue idee politiche di pari dignità e reciproca autonomia dell’Impero (guida politica terrena dei cristiani) e della Chiesa (guida spirituale). La Divina Commedia: scritto negli anni dell’esilio, diviso in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) formate da 33 canti + 1 introduttivo (= 100 canti) in terzine di endecasillabi a rima alternata. Un viaggio ambientato nella settimana santa del 1300, guidato da Virgilio (maggior poeta latino) simbolo della ragione e da Beatrice simbolo di teologia/scienza divina. Perso in una selva oscura (perdizione nel peccato) incontra 3 fiere: leone (superbia), lince (lussuria) e lupa (avidità). • L’antinferno racchiude gli ignavi, coloro che non hanno fatto né bene né male e che vengono rifiutati da Inferno e Paradiso. • L’Inferno è una voragine ad imbuto sotto Gerusalemme fino al centro della Terra, regno della dannazione diviso in 9 cerchi regolati dalla legge del contrappasso per cui + è grave il peccato + in in basso si è e la pena sarà maggiore. 1) Limbo con coloro che non sono stati battezzati (Virgilio) e che non possono vedere la luce di Dio 2) Lussuriosi travolti da una bufera 3) Golosi nel fango sotto la pioggia 4) Avari/prodighi spingono pesanti massi 5) Iracondi nella palude dello Stige sul cui fondo ci sono gli accidiosi 6) Eretici rinchiusi in tombe infuocate 7) 3 gironi con i violenti vs il prossimo, vs se stessi e vs Dio 8) Fraudolenti in 10 bolge dei seduttori, adulatori, simoniaci, indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri, fraudolenti, seminatori di discordie e falsari 9) Traditori nel ghiaccio. • Il Purgatorio è una grande montagna su un’isola in mezzo al mare opposta a Gerusalemme, regno della penitenza formato da 7 cornici che raccolgono le anime che si purificano da superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria con castighi temporanei. Nell’antipurgatorio alla base vi sono i negligenti a pentirsi mentre sulla cima c’è il Paradiso Terrestre dove le anime purificate vogliono salire all’Empireo. • Il Paradiso è il regno della luce, sfera del fuoco composto da 9 cieli: Luna, Mercurio,Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse e Primo Mobile. Nell’empireo Dante può osservare la Candida Rosa dove sono i saggi degli eletti e Dio con un’aurea luminosa con introno i 9 cori degli angeli; dopo la contemplazione dell’Essenza divina, il Mistero della Trinità e l’Incarnazione di Cristo scompaiono. FEDERICO PETRARCA (Arezzo 1304-1374) Con padre fiorentino dei Guelfi Bianchi che si rifugiò ad Arezzo prima del trasferimento ad Avignone, Petrarca viaggiò molto e fu incoronato poeta in Campidoglio dal Senato romano. Soggiornò nelle corti di Napoli, Parma, Milano e Padova mentre a Firenze incontrò Boccaccio e morì ad Arquà. La poetica: fu precursore dell’Umanesimo, rivalutò l’uomo in versione antropocentrica con una visione cosmopolita della cultura. Incline all’introspezione con un dissidio interiore tra l’attaccamento ai beni terreni effimeri e il desiderio dell’eterno a riprova dell’epoca in cui viveva priva di certezze religiose. Le opere: scrisse in latino e in volgare il “Canzoniere”, 336 componimenti in sonetti e canzoni distinti in “rime in vita e rime in morte di madonna Laura” in cui l’amore per Laura fa da filo conduttore. GIOVANNI BOCCACCIO (Firenze 1313-1375) Con padre mercante fece pratica a Napoli dai Bardi e qui scrisse “Il Filoloco” in prosa e poemi epico-mitologici come “Il Filostrato” e “Teseida”. Fallita la banca dei Bardi ritornò a Firenze e compose: “Ninfale fiesolano”, “Ninfale Ameto”, “L’elegia di madonna Fiammetta” e il “Decameron” (10 giornate dal greco), una raccolta di 100 novelle in una cornice narrativa; dopodiché scrisse “Rime e Corbaccio”. Il Decameron è un’opera realista che esalta la vita umana descrivendola nel dettaglio. Concepita per via dell’epidemia di peste del 1348, vi sono 10 ragazzi (7 donne e 3 uomini) che, per sfuggire al contagio, si rifugiano in una villa dove trascorrono 14 giorni in cui raccontano a turno una novella, tranne nei 2 giorni dedicati alla preghiera. SCRITTORI MINORI DEL 300 I cronisti sono autori di cronache che documentano aspetti civili, sociali ed economici del tempo come Dino Compagni che racconta delle lotte politiche a Firenze a fine 1200 e Giovanni Villani che tratta di costumi ed economia. ————————————————————————————————————————————————————————— ————————————————————————————————————————————————————————— IL 600 E IL BAROCCO Dal conformismo ed oscurantismo emerge la civiltà del barocco (stravagante in senso dispregiativo ∞ ad opere figurative, plastiche ed architettoniche e poi attribuito alla civiltà), che rinuncia all’equilibrio per inseguire stupore e meraviglia. Si esaurì il petrarchismo elegante e si adottò un lessico vario e ricco con cui si rendevano bene gli stati d’animo e le situazioni. IL MARINISMO Da Giambattista Marino , una poesia caratterizzata da: 1) concettismo (utilizzo di analogie e figure retoriche) - 2) descrittivismo (insistente sui dettagli amplificandone la qualità) - 3) musicalità (scegliere/disporre le parole riproducendo dei suoni). Scrisse: “La Lira, la Galeria, La Sampogna e l’Adone” rappresentando la poetica della meraviglia, un modello di riferimento per molti. L’ANTIMARINISMO Gli antimarinisti erano i sostenitori del classicismo come Fulvio Testi e Gabriello Chiabrera, Galilei con la prosa scientifica oltre a Sarpi e a Tassoni. GALILEO GALILEI (Pisa 1564-1642) Scienziato e letterario promosse una rivoluzione culturale e scientifica basata su libertà di ricerca e metodo sperimentale da cui nacque la prosa scientifica antitetica al barocco. Secondo lui la scienza doveva essere autonoma e non condizionata da alcuna autorità, inoltre ripropose la teoria di Copernico introducendo il relativismo pericoloso per la Chiesa, motivo per cui venne processato e condannato a carcere a vita che poi divenne un domicilio coatto ad Arcetri. La sua era una prosa essenziale, lineare e discorsiva e costruì il telescopio prendendo spunto dagli olandesi. PAOLO SARPI (Venezia 1552-1623) Ingegno libero da pregiudizi fu il + importante scrittore di storia del 600 che allacciava relazioni culturali con gli esponenti di Paesi pro la Riforma protestante. Scrisse: “Historia dell’interdetto e del Concilio Tridentino” in cui racconta il Concilio di Trento del 1945-63 definendolo un’occasione per riunificare la cristianità sprecata dalla rigidità della Chiesa. ALESSANDRO TASSONI (Modena 1565-1635) Il poema eroicomico è un ibrido derivato dall’unione di genere cavalleresco e comico-caricaturale che vede come maggior esponente Alessandro Tassoni. Autore de “La secchia rapita” sulla guerra per un secchio tra modenesi e bolognesi durante le lotte comunali del 200 - “Pensieri” in cui si scaglia contro i pregiudizi del suo tempo - “Considerazioni sopra le rime del Petrarca” in cui bersaglia i petrarchisti - “Filippiche” anonime che polemizzano con gli spagnoli dominatori. ————————————————————————————————————————————————————————— ————————————————————————————————————————————————————————— LA PRIMA METÀ DEL 700 Periodo di rinnovamento culturale in direzione del razionalismo e della laicità del sapere che, portò ad una nuova figura d’intellettuale che allenta il rapporto con le corti volendo educare coscienze a valori etico-civili. Tipico di questo periodo è l’opposizione al barocco con il ritorno della tradizione classica basata sul primato della ragione; il tutto agevolato dalla diffusione del giornale soprattutto in Veneto come: “Gazzetta veneta, Osservatore veneto, Giornale enciclopedico, Frusta letteraria di Aristarco Scannabue” e il “Caffè” a Milano dei fratelli Pietro e Alessandro Verri che si occupava di letteratura, società, politica a e costume. Esponenti + significativi: Ludovico Antonio Muratori con opere di erudizione, Pietro Giannone storico d’ispirazione laica e Giambattista Vico che propone la vera scienza (indaga i fatti dell’uomo artefice e protagonista del divenire storico). L’ARCADIA Nome da una regione della Grecia, è un’accademia letteraria di Roma del 1690 sorta grazie a Cristina di Svezia, con il proposito di restaurare la classicità ed evadere in un mondo idillico-pastorale ripristinando il buon gusto. Troviamo Pietro Trapassi che si impose come autore di melodrammi, genere teatrale basato sul dramma con accompagnamento musicale, come “Didone Abbandonanta” e le “canzonette”. ————————————————————————————————————————————————————————— L’ILLUMINISMO Lumi della ragione è un movimento culturale, filosofico e letterario sorto in Inghilterra e diffuso in Francia ed Europa, che si propone di illuminare ogni aspetto della vita sociale per il progresso sconfiggendo oscurantismo/pregiudizi. Il Secolo dei lumi, contrapposto alle tenebre e al Medio Evo ricco di fanatismo religioso, è un’ideologia della borghesia in ascesa da cui si svilupparono: in Inghilterra le teorie economiche del liberismo (Smith e Ricardo) e in Francia l’Enciclopedia di D’Alambert e Diderot, i pamphlets di Voltaire, le teroie di Montesquieu sulla divisione de poteri dello Stato e il contratto sociale di Rousseau. Caratteristiche: fede nella ragione, rottura con il passato, critica principio di autorità-spirito laico-sensismo-cosmopolitismo- universalismo (non una sola verità) e anticlericalismo. Furono una grande conquista i principi di tolleranza religiosa e politica nel rispetto delle diversità di opinione. In Italia fu influenzato dai philosophes, centri maggiori Napoli con Antonio Genovesi, Filangeri e Vincenzo Russo interessati in studi giuridici ed economici e Milano con la Società dei pugni del 1761, accademia a sfida del vecchio mondo feudale e intorno al Caffè con Alessandro e Pietro Verri che orientarono la cultura allo svecchiamento della letteratura e all’interesse verso i veri problemi. I “dei delitti e delle pene” di Beccaria ribadisce l’irrazionalità della tortura come strumento per la verità e la pena di morte come metodo di giustizia. CARLO GOLDONI (Venezia 1707-1793) Al seguito di compagnie teatrali componendo canovacci divenne un bravo commediografo che riformò il teatro comico, poi si trasferì in Francia per delle critiche e trasportò i principi della riforma alla comedie italienne. Precettore dal re luigi XVI, scrisse “La bottega del caffè - la famiglia dell’antiquario - la locandiera”. GIUSEPPE PARINI (Brianza 1729-1799) Con carriera ecclesiastica fece parte dell’Accademia dei Trasformati e dell’Arcadia; intellettuale di alta coscienza morale/civile era interessato ai concreti problemi sociali da cui prese ispirazione per le “Odi” con “Vita rustica - la caduta” dove ribadisce la sua integrità di uomo e poeta. Il “Giorno” è un poemetto satirico-didattico in 4 parti; “Mattino - Mezzogiorno - Vespero -Notte” in cui si finge precettore di un ragazzo nobile che deve osservare il suo ceto sociale = una satira a denuncia morale della nobiltà parassita ed oziosa. VITTORIO ALFIERI (Asti 1749-1803) Amante della libertà ed autore di tragedie con tema il titanismo (eroismo solitario) vs la tirannide e l’oppressione, esprime motivi illuministici ma anche tormento interiore e amor di patria. Una personalità complessa che vagava molto non solo in città ma in generi letterari: opere di teatro: “Antigone, Oreste, Merope, La congiura dei Pazzi,” - in prosa: “della tirannide” - poesia “rime e il misogallo” in cui condanna la plebe della rivoluzione francese sanguinaria. ————————————————————————————————————————————————————————— NEOCLASSICISMO Ritorno ai modelli/valori del mondo classico per via del razionalismo illuministico che voleva fissare i canoni dell’arte, da Gioacchino Wincklemann che in un suo scritto definì la bellezza assoluta come opera esclusiva dell’arte. Da qui si diffuse il mito dell’Ellade che influì sulle arti figurative. Diffusione favorita da: orientamento razionalista del 700 - interesse per il mondo antico suscitato dalle scoperte di Pompei ed Ercolano - potere politico rivoluzionario e reazionario che per sostenersi si appoggiava ai poteri antichi come la repubblica romana. Italia: architettura Piermarini con il Teatro della Scala di Milano - scultura Canova con le “Grazie” - pittura Appiani - poesia Vincenzo monti, Ippolito Pindemonte, Ugo Foscolo e Manzoni. VINCENZO MONTI Importante in questo ambito, con opere encomiastiche e di occasione, susseguì 4 stagioni di produzione letteraria ed ordinamento politico: 1) “Abate Monti” reazionario vs la rivoluzione francese - 2) “Cittadino Monti” che diventa giacobino partecipando alla municipalità di Milano - 3) ”Cavlier Monti” esaltando il cesarismo napoleonico - 4) “Austriaco Monti” sostenitore della restaurazione con l’arrivo degli austriaci a Milano. Fu un orientatore culturale le cui opere maggiori furono le traduzioni come quella dell’Iliade. ————————————————————————————————————————————————————————— PREROMANTICISMO Nella 2° 1/2 del 700 apparve insufficiente la concezione dell’uomo ridotta a sola ragione e razionalità come intendevano gli illuministi, questo perché a definire l’agire vi erano anche i sentimenti e le passioni; è per questo che si sviluppò una tendenza al superamento di questa interpretazione = il preromanticismo di cui fanno parte la Poesia sepolcrale, l’ossianesimo e lo Sturm und Drang. La Poesia sepolcrale inglese vede Thomas Gray con “L’Elegia scritta in un cimitero campestre” ed Edward Yung con “Poesie notturne” ricche di contenuti intimistici e malinconici. L’Ossianesimo dal mitico Ossian, un bardo gaelico che ha cantato le gesta dei popoli nordici racchiuse in “Canti di Ossian” da Macpherson. Nonostante sia un prodotto di finzione letteraria mostra un interesse nuovo verso il Medio Evo, i popoli rozzi e i paesaggi del Nord Europa selvaggi oltre a tristezza e malinconia. Lo Sturm und Drang (tempesta e assalto) fu un movimento che riunì in Germania Herder, Hamann e Friederich Schiller contro il razionalismo illuminista a favore dell’esaltazione della forza delle passioni. UGO FOSCOLO (Zante 1778-1827) Dedito ad una concezione neoclassica dell’arte vista come trasfigurazione della realtà in un mondo di bellezza ideale che rasserena l’animo, ebbe una base neoclassica da cui assunse una sensibilità romantica ricca di inquietudine e ispirata alla libertà di patria. Opere: • “Ultime lettere di Jacopo Ortis” un’autobiografia indiretta (in cui Foscolo proietta il suo vivere) basata sulla delusione storica per il sacrificio della patria svolto da Napoleone a Campoformio. Protagonista Lorenzo Aldreani che pubblica le lettere dell’amico Jacopo suicidatosi per via dell’opportunismo dei cittadini vendutisi al padrone. • I dodici sonetti: “In morte del fratello Giovanni - A Zacinto - Alla sera” con temi: la patria lontana, l’esilio, i miti della poesia greca, la bellezza e la poesia eternatrice. • Le odi “All’amica risanata - A Luigia Pallavicini caduta da cavallo” con il mito della bellezza consolatrice • Il carme “Dei sepolcri” 1807 dopo l’estensione dell’editto napoleonico di Saint Cloud in Italia, ispirato da una discussione con Ippolito Pindemonte sulla validità della legge di porre tutte le tombe fuori città con lapidi uguali. Si rivelano i limiti del razionalismo illuminista e l’affermazione dei valori di spiritualità e dunque la scorrettezza della legge in quanto i vivi devono illudersi che dopo la morte qualcuno curerà la loro tomba amandoli. • “Le Grazie” sono 3 inni in contemplazione alla bellezza: 1) dedicato a Venere, si celebra la nascita delle Grazie a Zacinto = bellezze ispiratrici dell’arte - 2) dedicato a Vesta, dea romana del focolare domestico/patria, si esaltano la danza, la musica e la poesia in Italia - 3) dedicato a Pallade, per proteggere le Grazie dalle passioni umane si fa tessere un velo ad Atlantide. ————————————————————————————————————————————————————————— ————————————————————————————————————————————————————————— L’800 E IL ROMANTICISMO Legato alla pubblicazione della rivista tedesca “Atenaeum” a cui collaborarono Schleiermacher e Schlegel, si contrappone al Neoclassicismo eliminando le regole nell’arte che mortificavano l’ispirazione a cui doveva giungere liberamente il genio dell’artista orientando i sentimenti nella sua opera. In Germania abbiamo Goethe ed Heine, in Inghilterra Coleridge, Byron e Wordsworth mentre in Francia Stael, Stendhal, Balzac ed Hugo, infine in Russia Puskin. In Italia venne osteggiato perché rozzo e nordico, finché nel 1816 divampò la polemica classico-romantica incrociandosi con l’impegno per la causa nazionale. “Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni” di Madame Stael venne pubblicata su “La Biblioteca italiana” ed esortava gli italiani a tradurre anche letterature straniere per un rinnovamento culturale/letterario; è da qui si accese un dibattito che schierò 2 parti: i classicisti che difendevano la tradizione letteraria e i romantici che difesero l’articolo giudicandolo un’accusa giusta al provincialismo della letteratura italiana chiusa in se stessa. Costoro si appoggiarono al “Il Conciliatore”, un giornale di Milano finché non venne chiuso e a cui collaborarono Silvio Pellico, Federico Confalonieri, Ludovico di Breme e Manzoni. ALESSANDRO MANZONI (Milano 1785-1873) Formazione da illuminista e adesione al Neoclassicismo, nel 1810 si convertì al cattolicesimo ed assunse una nuova concezione dell’arte aperta a tutti ∞ al Romanticismo. Le opere: • “Inni Sacri” tanti quante le festività religiose ma ne pubblicò solo 5: “Il Natale - Il nome di Maria - La passione - La Resurrezione - La Pentecoste” • “Odi civili” 3: ”Il proclama di Rimini - Marzo 1821 (durante i moti piemontesi) - Il 5 maggio (scritto per la notizia della morte di Napoleone)” • 2 tragedie storiche: “Il conte di Carmagnola (ambientata nel 400 durante le lotte tra gli Stai italiani) - Adelchi (ambientata durante la dominazione lombarda)” in cui seguendo il Romanticismo vengono abolite le unità di aristoteliche di tempo e luogo e si moltiplicano i personaggi • “I promessi sposi” un romanzo storico con personaggi verosimili in 3 edizioni dal 1° titolo Fermo e Lucia nel 1821-23 e la definitiva nel 40-42 in italiano parlato a Firenze in cui mostra il parallelismo tra la Lombardia sotto gli austriaci e quella di denominazione spagnola nel 600. Temi: poesia della natura ∞ alla nostalgia dei luoghi, affetti famigliari, amore, patria e storia = la rievocazione dei ricordi è un’occasione per esprimere una concezione fiera della vita. Il tema romantico del dolore ricorrente nella vita degli uomini per il troncarsi degli affetti cari, esposto con toni sobri che rimanda alla poesia virgiliana. ————————————————————————————————————————————————————————— IL DECADENTISMO Inizialmente dispregiativo indicava una civiltà complessa dell’Europa ottocentesca caratterizzata dal rifiuto della morale tradizionale e del razionalismo con esaltazione del bello = un nuovo romanticismo che vedeva in letteratura/arte l’espressione della volontà dell’individuo. In Francia, dove decadentismo equivaleva a simbolismo con Mallarmé, Verlaine, Rimbaud e Baudelaire (“poeta maledetto”), si chiamavano decadenti coloro che interpretavano la realtà attraverso i simboli a causa dell’impossibilità di una conoscenza oggettiva e razionale. Caratteristiche: rifiuto del razionalismo (scientismo positivista) - rivendicazione dell’autonomia/libertà dell’io - esaltazione dell’arte come identificazione del bene con il bello (luogo del vero) - rifiuto della tradizione letteraria/artistica sperimentando nuove modalità espressive - miti esaltanti l’esperienza individuale vs realismo e descrizione oggettiva. Per i decadenti la realtà era un mistero e consideravano l’istinto/l’inconscio + importanti della razionalità, erano anticonformisti immersi in una compiaciuta solitudine in cui esaltavano vitalismo e irrazionalismo; l’indivisdualismo diventa protesta vs la società ed evasione dalla realtà = estraniamento per conflitto. in Italia si notano tracce nella spregiudicatezza degli scapigliati e nella sensibilità del Fogazzaro che combinò elementi tardo- romantici e decadentismo oltre che all’intimismo di Pascoli e l’estetismo/superomismo di D’Annunzio. GIOVANNI PASCOLI (Romagna 1855-1912) Determinante nella sua vita la morte del padre assassinato quando lui aveva 12 anni evento da cui fu indotto a riflettere sulla malvagità degli uomini maturando l’attitudine a trasfigurare il dolore in sofferenza universale. Allontanatosi da anarchismo/socialismo dopo il carcere pubblica “Myricae - I poemetti - I canti di Castelvecchio - I Poemi conviviali - I nuovi poemetti” - delle raccolte in latino “I Carmina” - dei saggi “Il fanciullino” con i principi della sua poetica pubblicato su “il Marzocco” e successivamente con il discorso “La grande proletaria si è mossa” si schierò a favore della guerra in Libia aderendo al nazionalismo. Le sue opere: miti dell’infanzia e del nido ispirati dalla consapevolezza del mondo dominato dal male causato dall’uomo e per cui bisogna regredire al tempo dell’infanzia = fuga dalla realtà verso una dimensione infantile protetta. La natura è buona e pia perché il male è l’uomo. Nelle sue opere vediamo uno sperimentalismo lessicale/poetico-strutturale/sintattico con cui rinnovò la poesia italiana rompendo gli schemi con il passato. Myricae: 1° raccolta di poesie, il cui nome indica delle umili piante vicine al mare (tamerici), ispirati dalle cose semplici tra cui: “Lavandare (campagna solitaria e canto delle donne) - Novembre (rapimento di un istante) - X agosto (festività di San Lorenzo con stelle cadenti e morte del padre). I canti di Castelvecchio: nome dalla casa di Castelvecchio trattando di nido, infanzia e campagna oltre che mistero e memorie della gioventù come in “Il gelsomino notturno”. GABRIELE D’ANNUNZIO (Pescara 1863-1938) Prima raccolta in versi “Primo vere” sotto pseudonimo, ma si dedicò anche a letteratura e giornalismo. Fu un interventista nella scena politica durante l’imminenza della 1° Guerra Mondiale, un antidemocratico che ispirò varie manifestazioni e che condusse la marcia su Fiume come protesta vs il governo italiano e le decisioni della Conferenza di pace che portarono alla “vittoria mutilata”. Prosa: tra i miti dannunziani ricchi di individualismo vi sono l’estetismo, ovvero il culto del bello come valore supremo esaltando aspetti formali come la parola raffinata (Tipico Andrea Sperelli in “Il Piacere”) e superomismo come rielaborazione del mito dell’estetismo derivato dalla filosofia di Nietzsche (Claudio Cantelo de “Le vergini delle rocce”) = eroi fallimentari destinati alla solitudine. Poesia: capolavoro le “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi”, 7 raccolte intitolate alle stelle splendenti delle Pleiadi: “Maya, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope” in cui ritroviamo il panismo (= fusione tra uomo e natura). Teatro: lunga relazione con Eleonora Duse un’attrice per cui scrisse vari lavori. ————————————————————————————————————————————————————————— I CREPUSCOLARI Nome con cui vennero indicati Marino Moretti, Fausto Maria Martini e Carlo Chiaves, poeti che mettevano in versi il grigiore di tutti i giorni con toni sommessi e colloquiali; erano legati al Pascoli e alle piccole cose della vita quotidiana con uno sguardo di nostalgia e rimpianto. Altri furono Corrado Govoni e Aldo Palazzeschi, Sergio Corazzini (propone un colloquio con il proprio io ricco di malinconia) e Guido Gozzano. ————————————————————————————————————————————————————————— I FUTURISTI Movimento artistico e letterario che esaltò la civiltà industriale e delle macchine in prospettiva individualista il cui maggiore esponente fu Filippo Tommaso Marinetti che pubblicò su “Le Figaro” il “Manifesto-fondazione del futurismo” dove proclamava una rottura con il passato e l’esaltazione dell’arte del futuro senza una mediazione storica. Esso evidenziava un linguaggio sbrigativo e violento, l’esasperazione dell’individualismo spinto all’esaltazione della violenza e della guerra rivelatrice dell’inquietudine diffusa tra l’opinione pubblica. Altri scritti furono “Zang Tumb Tumb e assedio di Adrianopoli”. In pittura ed architettura troviamo Ardengo Soffici, Giovanni Papini, Corrado Govoni e Aldo Palazzeschi. ————————————————————————————————————————————————————————— SCRITTORI VOCIANI “La Voce” fu una rivista letteraria significativa a inizio Novecento, periodico fiorentino impegnato in battaglie culturali e letterarie a cui collaborarono Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Gaetano Salvemini e Giovanni Amendola tutti definiti vociani per l'ospitalità che diede la rivista alle loro opere accomunate da un atteggiamento critico verso la realtà culturale e letteraria italiana ed estranei ai dannunziani/futuristi con un atteggiamento composto di alta moralità. LUIGI PIRANDELLO (Agrigento 1867-1936) Studi completati in Germania dove avvertì l’influenza delle narrative Europee; in Italia subì un dramma familiare angoscioso per la malattia mentale della moglie. La sua fu un’arte apprezzata solo post guerra con lo sviluppo delle coscienze, esordì negli anni 90 con una raccolta di versi a cui seguirono poetiche, romanzi e novelle oltre all’apparizione nel teatro durante la guerra con “Sei personaggi in cerca di autore”, una messa in scena molto acclamata tanto che successivamente abbandonò l’insegnamento e fondò una propria compagnia teatrale. Opere: narrativa e teatro mostrano la crisi dell’uomo contemporaneo segnata da alienazione/smarrimento/solitudine e dunque dalla contraddizione dell’essere e dell’apparire. Una poetica dell’umorismo che si basa sul sentimento del contrario fra ideale e reale che induce a riflettere sulla condizione dell’individuo (diversa dalla comicità) e sul pessimismo derivato dall’analisi dell’uomo in conflitto con le convenzioni della società in cui vive. Novelle: raccolse tutte le novelle in un’opera di 365 scritti che intitolò “Novelle per un anno” di cui fa parte “Il treno ha fischiato” Romanzi: “Il fu Mattia Pascal” con alterego Adriano Melis, uomo dato per morto e che finge di esserlo e che successivamente fingerà una 2° morte sempre sociale per fuggire da ciò che non gli aggrada; questo comportamento di entrare ed uscire da una forma precisa però lo porterà a non sapere più qual è quella vera - “Uno, nessuno e centomila” con protagonista Vitangelo Moscarda è incentrato sull’ossessione per il suo naso non perfetto che pende, evento che lo porta a pensare che non si è mai conosciuto abbastanza e motivo per cui disgrega la sua identità annullando i tratti della sua personalità. La moglie lo abbandona perché pensa che sia impazzito e lui perde tutto, infine comprerà un’ospizio per mendicanti dove si farà rinchiudere. Le opere teatrali mostrano il gioco tra personaggio e attore che riproduce quello tra finzione e realtà e tra forma e vita. ITALO SVEVO (Trieste 1861-1928) Pseudonimo di Ettore Schimtz restò per molto sconosciuto ma scrisse grandi opere tra cui “Una vita - Senilità e La coscienza di Zeno (Zeno Cosini invitato a scrivere un memoriale dal suo psicanalista che lo pubblica a sua insaputa e mostra la vergogna su cui si regge la società)”. Per l’insuccesso dei 1° romanzi decise di smettere il vizio della letteratura, ma vi furono vari eventi che non la resero una scelta ufficiale, tra cui l’incontro con James Joyce a Trieste che lo esortò a continuare e l’apprendimento della psicanalisi di Freud. I protagonisti dei suoi romanzi sono antieroi attraverso cui indaga la crisi dell’uomo contemporaneo divenendo l’iniziatore del romanzo psicologico moderno. ————————————————————————————————————————————————————————— IL FASCISMO E LA CULTURA Regime totalitario che impose la censura di stampa e controllò le arti e la cultura chiamando gli intellettuali a condividere l’ideologia del regime e a sostenere le scelte politiche. Giovanni Gentile redasse il “Manifesto degli intellettuali fascisti” in cui si condannavano i principi di libertà/tolleranza e confronto delle idee oltre che socialismo/liberismo ed esaltavano nazionalismo e mito della grandezza della patria. Sulla stessa scia si sviluppò un movimento culturale detto novecentista dalla rivista “Il Novecento” uscita in francese per 3 anni mentre Curzio Malaparte fu un giornalista e scrittore che aderì al fascismo ma lo criticò allo stesso tempo. L’ANTIFASCISMO Gli intellettuali antifascisti furono pochi e risposero al Manifesto di Gentile con “Risposta di scrittori, professori italiani al Manifesto degli intellettuali fascisti” redatto da Benedetto Croce, filosofo/orientatore culturale e critico letterario a cui aderirono altri oppositori come Pietro Gioberti, sostenitore del rinnovamento sociale e culturale per un incontro tra borghesia progressista e proletariato e Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista d’Italia. ————————————————————————————————————————————————————————— LA RESTAURAZIONE DELLA CLASSICITÀ Post 1° Guerra Mondiale, degli scrittori de “La Ronda” (periodico mensile di Roma) promossero un ritorno alla tradizione classica dell’800 con l’esaltazione di espressione/stile vs lo sperimentalismo letterario del tempo. Vincenzo Cardarelli e Riccardo Bacchelli promossero la Prosa d’arte attenta all’eleganza formale sul modello del romanzo manzoniano e delle Operette Morali di Leopardi. ————————————————————————————————————————————————————————— L’ERMETISMO (anni 30) Termine introdotto da Ermete Trismegisto autore dei Libri ermetici (testi religiosi di difficile interpretazione) ad indicare una connotazione negativa, la tendenza della poesia contemporanea di proporre un’espressione chiusa/oscura e criptica affidata alla suggestione fonica delle parole con l’uso di analogie. Con riferimento alle liriche di Giuseppe Ungaretti e Valery successivamente fu utilizzata per indicare un’orientamento poetico diffuso tra le guerre che privilegiava il linguaggio lirico essenziale con la soppressione di parole e nessi sintattici non indispensabili. Quasimodo, Caproni, Luzi e Gatto furono alcuni ermetisti di seconda generazione che dopo la 2° guerra Mondiale andarono oltre l’ermetismo utilizzando la poesia come strumento d’impegno civile e politico abbandonando l’essenzialità della lirica per un’espressione distesa e discorsiva. GIUSEPPE UNGARETTI (Egitto 1888-1970) Riunì le sue liriche + importanti ne “L’allegria” e le successive furono incentrate sul dolore per la perdita del figlio. Rinnovò la poesia italiana azzerando le esperienze dei suoi predecessori dopo che la terribile esperienza della guerra, a cui partecipò come volontario, non lo convinse che le espressioni poetiche erano del tutto inadeguate. La parola poetica doveva essere pregna di significati e ridursi all’osso = elimina la punteggiature, sospende la sintassi e accantona la metrica tradizionale per l’essenzialità lirica; tipiche di Ungaretti le parole isolate in spazi bianchi della pagina come se uscissero dal silenzio. EUGENIO MONTALE (Genova 1896-1981) Definì una nuova ed autentica poetica libera dell’estetismo e della retorica precedente per mirare all’essenzialità della vita: il male di vivere è il tema su cui si incentra la raccolta “Ossi di seppia” che comprende “Meriggiare pallido e assorto - Spesso il male di vivere ho incontrato e I limoni”. Svolse un’opera di orientamento culturale collaborando con varie riviste e non è ascrivibile ad una sola corrente poetica se non posto tra i lirici nuovi del post guerra mondiale. SALVATORE QUASIMODO (Sicilia 1901-1968) Principale esponente dell’ermetismo che si impose tra le guerre riprendendo Ungaretti e i poeti del decadentismo francese, scrisse “Ed è subito sera” in cui pone il ricordo dell’infanzia e la mitizzazione della Sicilia uniti come in un sogno, mentre dopo le guerre la sua poetica si conclude con la meditazione sul dolore dell’uomo. Lo scritto “Giorno dopo giorno” segnò la svolta e introdusse il linguaggio discorsivo. UMBERTO SABA (Trieste 1883-1957) Ebreo che si rifugiò a Parigi durante il fascismo, fu ospitato a Firenze da Montale e scrisse “Canzoniere”, raccolta di tutte le poesie per affinità al Petrarca, in cui l’autobiografismo e realismo incrociati rappresentano sensazioni e personaggi della sua vita con un’intonazione lirica e impressionistica che mostra l’amore per la vita/moglie/figlia/Trieste. È un lungo racconto di immagini e sentimenti, un romanzo psicologico di una vita povera di avvenimenti esterni ma ricca di moti interni. ————————————————————————————————————————————————————————— IL NEOREALISMO Termine utilizzato da Bocelli alla pubblicazione del romanzo di Moravia “Gli indifferenti”, poi utilizzato in ambito cinematografico in “Roma città aperta”. Movimento culturale della fine della 2° Guerra Mondiale a sostegno dell’autenticità della realtà sociale con un nuovo linguaggio aderente al reale che evidenziasse i nuovi valori umani e sociali e l’impegno di chi partecipava alla trasformazione. I neorealisti si consideravano parte integrante del movimento di costruzione dell’Italia democratica fondata sul protagonismo delle masse popolari e vi furono 2 filoni ∞ a Guerra e Resistenza: letteratura meridionalista e condizione operaia.
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