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Riassunto di Padri e figli di Ivan Sergeevič Turgenev, Sintesi del corso di Letteratura Russa

Sintesi del romanzo e citazioni principali

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Caricato il 17/03/2021

Ceci1993
Ceci1993 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto di Padri e figli di Ivan Sergeevič Turgenev e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! IVAN SERGEEVIČ TURGENEV PADRI E FIGLI (1862) Otcy i deti Editore: Feltrinelli,Milano,2010 (quarta edizione,settembre 2015) A cura di Paolo Nori I 20 maggio 1859,Nikolaj Petrovič Kirsanov attende l'arrivo del figlio Arkadij in compagnia del suo servo Petr. L'uomo è sulla quarantina e possiede una tenuta di duecento anime. Dirige una fattoria di duemila desjatine di terra e suo padre era un generale. Nikolaj Petrovič era nato nel sud della Russia,come il fratello maggiore Pavel,e aveva ricevuto l'educazione in casa. Sarebbe dovuto entrare nell'esercito ma si era rotto una gamba restando zoppo. Il padre perciò lo iscrisse all'università a Pietroburgo e avviato alla carriera civile. Nel 1835 Nikolaj Petrovič si laureò e suo padre si trasferì a Pietroburgo con la moglie,ma morì improvvisamente. Sua madre, Agafokleja Kuz'minišna morì poco dopo,consumata dall'ansia della vita nella capitale. Terminato il periodo di lutto aveva sposato Maša,la figlia del funzionario Prepolovenskij. I due si trasferirono in campagna,dove vivevano sereni e dove nacque il figlio,Arkadij. Nel 1847 la moglie di Kirsanov morì. Per Nikolaj Petrovič fu un duro colpo. Nel '55 suo figlio aveva iniziato l'università. Quel giorno del 1859,il padre attende fuori da una locanda suo figlio,ormai laureato. Vede una carrozza con all'interno suo figlio. Grida il suo nome e corre,agitando le braccia. II Arkadij presenta al padre il suo amico Bazarov,dicendogli che sarà loro ospite. Evgenij Vasil'ev Bazarov è di alta statura,con il viso lungo e magro,il naso aguzzo,occhi verdi,capelli biondo scuri e basette spioventi. Esprime fiducia in sè e intelligenza. Arkadij lo definisce un ragazzo splendido e semplice. Dopo una breve presentazione,il gruppo parte per la tenuta Kirsanov. III Padre e figlio chiacchierano amabilmente nella carrozza. Il padre gli chiede di Bazarov: Arkadij lo conosce da poco ma la loro amicizia gli sta molto a cuore; lui si occupa di scienze naturali e il prossimo anno intende studiare da medico. Nikolaj Petrovič e suo figlio parlano della tenuta. Arkadij sostiene che si tratti di un luogo speciale e il padre risponde che gli sembra speciale perchè è il luogo dov'è nato. Il figlio ribatte: non importa dove uno è nato. Riprendono a conversare dei cambiamenti avvenuti nella tenuta. Nikolaj Petrovič gli parla di una ragazza,Fenečka,che ha preso a vivere con lui. Trova che sia imbarazzante per Bazarov,inoltre la dépendance è in cattive condizioni. Il figlio gli spiega che Bazarov è al di sopra di tutto questo e che non deve preoccuparsi. Sentendosi superiore,evoluto e libero intima al padre di smetterla. La carrozza attraversa i campi e si vedono bestie sfinite e contadini che hanno l'aspetto di mendicanti. Bazarov offre un sigaro ad Arkadij. Mentre fuma,il padre non può fare a meno di voltarsi dall'altra parte. Arrivano finalmente a Mar'ino,ossia "Novaja slobodka". I contadini la chiamano anche "Bobylij chutor" (la cascina degli scapoli/braccianti). IV Nikolaj Petrovič,suo figlio e Bazarov entrano in casa. Il padrone ordina che venga servita la cena. Entra in salotto Pavel Petrovič Kirsanov,fratello di Nikolaj Petrovič. Si tratta di un uomo sui quarantacinque anni,di media statura,dallo stile elegante e aristocratico. Indossa un suit inglese e saluta il nipote prima all'inglese (con uno shake hands),poi alla russa (tre baci sulla guancia). Nikolaj Petrovič gli presenta Bazarov. Quando Arkadij e il suo amico si allontanano,Pavel Petrovič chiede al fratello notizie sul ragazzo,definendolo "capellone". Sostiene inoltre di aver trovato Arkadij meno imbranato. Durante la cena Nikolaj Petrovič parla molto dell'attività di agricoltore,mentre gli altri tacciono e Arkadij appare imbarazzato quando riferisce alcune novità di Pietroburgo. Bazarov dice ad Arkadij che suo zio è eccentrico: troppo elegante per la campagna. Arkadij gli spiega che è un brav'uomo,l'altro lo trova buffo e lo definisce un "fenomeno arcaico". Di Nikolaj Petrovič pensa che sia "un buon diavolo". Bazarov è critico nei confronti della vecchia generazione: "questi vecchi romantici! Sviluppano il loro sistema nervoso fino all'eccitazione...bè, l'equilibrio è già bell'e che alterato. Comunque buonanotte. Nella mia stanza c'è un lavabo inglese,ma la porta non si chiude. Ad ogni modo è questo che bisogna incoraggiare: i lavabi inglesi,questo sì che è progresso." V Bazarov si alza presto al mattino ed esce. Trova che il posto sia "bruttino". Il giovane è in cerca di rane. Quando un ragazzo della servitù gli chiede a cosa gli servano,risponde: "io la rana la taglio,e poi guardo cosa succede lì dentro; e siccome io e te siamo anche noi rane,solo che camminiam sulle gambe,io saprò anche cosa succede dentro di noi." Arkadij e suo padre prendono il tè. Fenečka non è lì e il figlio chiede se la sua assenza dipenda da lui. Il padre risponde che probabilmente si vergogna. Arkadij lo rassicura: un figlio non giudica il padre,e in particolare un padre come lui,che non ha mai limitato la sua libertà. Nikolaj Petrovič lo ringrazia. Arkadij decide di recarsi da Fenečka lui stesso,il padre cerca invano di fermarlo. Il giovane la conosce e scopre di avere un fratello,prendendo bene la notizia. Padre e figlio si abbracciano. Entra lo zio e chiede ad Arkadij di Bazarov: è andato chissà dove e si è fermato da loro perchè è di strada per andare da suo padre (che era un medico di reggimento). Pavel Petrovič domanda al nipote cosa sia esattamente Bazarov: "E il signor Bazarov,propriamente,che cos'è?" "Che cos'è Bazarov? (...)Vuole,zietto,che le dica chi è veramente?" "Fammi la cortesia,nipotino." "E' un nichilista." (...) N.P: "Viene dal latino nihil,niente,per quel che posso giudicare; vale a dire,questa parola definisce un uomo che...che non riconosce niente?" P.P: "Dì': che non rispetta niente." A.: "Che considera tutto da un punto di vista critico." P.P: "E non è la stessa cosa?" A.: " No,non è la stessa cosa. Nichilista è un uomo che non si inchina di fronte a nessuna autorità,che non assume nessun principio come fede,indipendentemente dal rispetto da cui questo principio è circondato." P.P: "E questo sarebbe bene?" A.: "Dipende per chi,zietto. Per uno questo è bene,per un altro è molto male." P.P: "Ecco. Allora,vedo,non è una cosa che fa per noi. Noi siamo uomini del secolo scorso,noi crediamo che senza prinsipi (...),senza assumere,come dici tu,una fede,non si fa un passo,non si può respirare. Vous avez changé tout cela,che Dio vi dia la salute e il grado di generale,e noi staremo qui ad ammirarvi,signori... com'era?" A.: "Nichilisti." P.P: "Sì. Prima erano hegelisti,adesso invece nichilisti. Vedremo,come sopravviverete nel nulla,in uno spazio senza aria (...)." Scende Fenečka a portare il cacao ed è molto imbarazzata.Nel frattempo si avvicina Bazarov. Pavel significano la stessa cosa?" Lui risponde di avre usato la parola "aristocraticuccio". L'uomo continua,sostenendo di non essere d'accordo con lui e di rispettare i veri aristocratici,come quelli inglesi. Secondo lui è fondamentale rispettare se stessi per perseguire il bene pubblico. Bazarov gli fa notare che sta tutto il giorno con le braccia incrociate e ciò non garantisce affatto il bene pubblico. Pavel Petrovič risponde che "l'aristocraticità è un principio,e, ai giorni nostri,possono vivere senza principi solo le persone vuote e immorali." Per il nichilista aristocraticità, principi, liberalismo e progresso sono parole straniere e inutili. P.P: "Non la capsico più. Lei offende il popolo russo. Non capisco come si possano rifiutare i principi,le regole! In forza di cosa agisce lei?" A.: "Le ho già detto,zietto, che noi non riconosciamo le autorità." B.: "Noi agiamo in forza del fatto che riconosciamo ciò che è utile. (...) Al giorno d'oggi la cosa più utile è la negazione: noi neghiamo." P.P: "Tutto?" B.:"Tutto." P.P: "Come? Non solo l'arte,la poesia...ma anche... è terribile perfino da dire..." B.: "Tutto." N.P: "Tuttavia,permetta (...) voi negate tutto,o,per esprimersi meglio,distruggete tutto. Ma bisogna anche costruire." B.: "Questo non è affar nostro...Prima bisogna fare pulizia." A.: "Lo richiede la condizione attuale del popolo,(...) noi dobbiamo soddisfare queste richieste,non abbiamo il diritto di abbandonarci alla soddisfazione dei nostri egoismi personali." P.P: "No,no! (...) non voglio credere che voi,signori,conosciate davvero il popolo russo,che voi siate i rappresentanti dei suoi bisogni,delle sue aspirazioni! No,il popolo russo non è come lo immaginate voi! Venera con devozione le tradizioni,è patriarcale,non può vivere senza fede..." (...) B.: " Il popolo pensa che quando tira il tuono è il profeta Elia che se ne va per il cielo su un carro. E allora? Devo essere d'accordo con lui? E poi,va bene,è russo,ma forse non sono russo anch'io?" P.P: "No,lei non è russo dopo tutto quello che ha detto! Io non la riconosco come russo." (...) B.: "E quindi,se si sono meritati il disprezzo? Lei biasima il mio orientamento,ma chi le ha detto che è nato in me per caso,che non è stato creato da quello stesso spirito popolare in nome del quale si dà tanto da fare?" P.P: "Certo! Sono proprio necessari i nichilisti!" B.: "Se siano necessari o no,non lo deve decidere lei. Lei pensa,pure,di non essere inutile." (...) P.P: "ecco: vi siete convinti di tutto ciò,e avete deciso di non occuparvi di niente sul serio." (...) "Il nichilismo deve rimediare a tutti i mali,e voi,voi siete i nostri salvatori ed eroi. Ma in cosa siete diversi,anche se rimproverate quegli accusatori là? Non chiacchierate anche voi allo stesso modo, come tutti?" B.: "Abbiamo altre colpe,ma di questa non ci siamo macchiati". P.P: "E allora? Agite,forse? Vi preparate ad agire? (...) Mmm... Agire,rompere...(...) Ma come si fa a rompere senza sapere nemmeno un perchè?" A.: "Noi rompiamo perchè siamo una forza (...) Sì,e una forza non deve rendere conto." P.P: "Disgraziato! (...) se solo pensassi a quello che aiuti, in Russia, con la tua volgare sentenza! No,questo può far perdere la pazienza a un angelo! Una forza! Anche nel selvaggio calmucco e nel mongolo c'è la forza,ma cosa ce ne facciamo? A noi serve la via della civiltà,sì,signore, sì,signore, egregio signore,a noi sono cari i suoi frutti. E non ditemi che questi frutti sono insignificanti: l'ultimo degli imbrattatele, un barbouilleur,un pianista da cabaret al quale danno cinque copechi a sera,anche loro sono più utili di voi, perchè sono rappresentanti della civiltà,e non volgari forze mongole! Voi immaginate di essere uomini d'avanguardia,ma per voi vanno bene soltanto le tende calmucche! Una forza! Sì,ricordate, alla fine,signori forti,che siete solo quattro uomini e mezzo,e che gli altri sono milioni,e che non vi permetteranno di mettere i vostri piedi sulle loro cose sacre,che vi schiacceranno!" B.: " Che ci schiaccino,peggio per noi, (...) però non è detta l'ultima parola. Non siamo così pochi come lei crede." P.P: "Cosa? Voi pensate davvero di avere la meglio,di avere la meglio su un popolo intero?" B.: "Una candela da un copeco,sa,ha bruciato Mosca." (...) P.P: " (...) Ai giovani di prima toccava studiare: non volevano passare per ignoranti,e allora dovevano lavorare,per forza. Ma adesso basta che dicano: tutto,al mondo,è una porcheria! E il gioco è fatto. E infatti,prima erano dei semplici coglioni,adesso d'un tratto son diventati dei nichilisti." (...) Bazarov sostiene che sarà d'accordo solo quando Pavel Petrovič gli presenterà le istituzioni contemporanee degne di non essere negate. Lui propone allora l'obščina e la famiglia. Bazarov le nega entrambe ed esce in compagnia di Arkadij. Pavel e Nikolaj Petrovič criticano la gioventù contemporanea,i propri discendenti. Il primo è convinto che la vecchia generazione sia nel giusto ("sono convinto che io e te siamo molto più nel giusto di questi signorini benchè ci esprimiamo,forse,in una lingua un po' vecchiotta,vieillie,e non abbiamo la loro presunzione insolente..."),il secondo si rende conto di dover inghiottire la pillola (anche lui disse alla madre che non poteva capirlo perchè appartenevano a generazioni diverse). XI Nikolaj Petrovič riflette sulla frattura tra la sua generazione e quella del figlio: "Mio fratello dice che abbiamo ragione,e,lasciando da parte l'amor proprio,anche a me sembra che sono più lontani di noi dalla verità,ma nello stesso tempo sento che dietro di loro c'è qualcosa che noi non abbiamo,una specie di superiorità nei nostri confronti... La giovinezza? No: non è la sola giovinezza. Non è forse nel fatto,questa superiorità,che in loro ci sono meno tracce del sussiego nobiliare che in noi?". Si sofferma poi a pensare a sua moglie e al loro primo incontro,quando erano ancora giovani. Fenečka all'improvviso lo chiama e lui torna alla realtà. Decide di camminare in giardino,travolto da ansia e tristezza. Quella notte Bazarov spinge Arkadij ad accettare l'invito di un parente per visitare un'altra città. Il piano consiste nel trascorrere lì cinque o sei giorni e poi di recarsi dai genitori di Bazarov nella città vicina. Arkadij è emozionato alla proposta dell'amico ma si sente in dovere di nascondere i suoi sentimenti in qualità di nichilista. Il giorno seguente i due amici partono e i vecchi tirano un sospiro di sollievo. XII Arkadij e Bazarov si recano nella citta di ***,dove incontrano l'alto funzionario che aveva invitato i Kirsanov. Invita i due giovani a conoscere il governatore e a partecipare al ballo che ha organizzato. Per strada vengono fermati da un giovane,Herr Sitnikov,che saluta Bazarov e si presenta come suo allievo: "quando Evgenij Vasil'evič ha detto per la prima volta in mia presenza che non bisognava riconoscere le autorità,io ho sentito un tale entusiasmo,come se avessi riacquistato la vista; 'Ecco', ho pensato,'ho trovato finalmente un vero uomo'." Dopodichè Sitnikov invita i due a casa di una donna,Avdot'ja (o Evdoksija) Nikitišna Kukšina, separata ed emancipata. I due accettano di recarsi da lei per colazione. XIII Sitnikov e i due amici si presentano a casa di Avdot'ja Nikitišna Kukšina. Lei li accoglie e Sitnikov chiede che venga loro offferta la colazione e dello champagne. Bazarov lascia intendere che si occupa di chimica e anche la donna (ha inventato lei stessa un mastice. Si definisce una persona pratica). Arrriva la colazione e discutono di varie tematiche tra cui la condizione femminile. La Kukšina nomina un'altra donna,la Odincova: vedova,ricca e intelligentissima. Continuano a discorrere finchè i tre non decidono di andare via. XIV Arkadij,Bazarov e Sitnikov partecipano al ballo del governatore. Sitnikov avverte i due amici che la Odincova è arrivata. Loro ne restano colpiti e lui si offre di presentargliela. Secondo Bazarov "non è come le altre femmine". La Odincova è felice di conoscere Arkadij e gli dice di aver già conosciuto suo padre. Lui la trova una donna adorabile e la invita a ballare la mazurca. Parlano della vita di Arkadij e lei gli domanda del suo amico Bazarov. La donna,terminato il ballo,lo invita ad andarla a trovare in compagnia di Bazarov. Sostiene di essere curiosa di conoscere un uomo che ha il coraggio di non credere a niente. Quando Arkadij parla con l'amico della Odincova lui si mostra cinico: non ammette la libertà di pensiero delle donne; per lui quelle che pensano liberamente sono solo mostri. XV Il giorno dopo il ballo Arkadij e Bazarov si recano nell'albergo dove alloggia la Odincova per incontrarla. Bazarov in sua presenza si sente confuso. Anna Sergeevna Odincova,rimasta vedova di un uomo ricco,viveva nella sua tenuta Nikol'skoe insieme a sua sorella Katerina,di vent'anni. Bazarov le parla di medicina,omeopatia e botanica,sforzandosi di catturare la sua attenzione. Lei è lusingata dei suoi sforzi. Con Arkadij la donna si comporta come con un fratello minore. Il colloquio dura tre ore. Prima che i due giovani uscissero,la Odincova li invita a visitare Nikol'skoe. Una volta usciti Bazarov afferma che la donna ha un corpo meraviglioso e propone ad Arkadij di recarsi a Nikol'skoe due giorni dopo. La tenuta non è distante da quella dei suoi genitori. Tre giorni dopo i due viaggiano verso Nikol'skoe. XVI Arkadij e Bazarov si recano a Nikol'skoe,dove la Odincova li accoglie come ospiti. Li avverte che nella tenuta ci sono anche sua sorella,che suona molto bene il pianoforte,una vecchia zia e un vicino. Entra in salotto la sorella di Anna Sergeevna,Katerina. Anna Sergeevna e Bazarov cominciano a discutere sul senso artistico,di cui il giovane dichiara di essere privo. Secondo la donna esso è importante per conoscere gli uomini,mentre per Bazarov tutti gli uomini sono simili nel corpo e nell'animo,come degli alberi. Secondo lui bisogna riorganizzare correttamente la società affinchè tutto sia indifferente e che non ci siano più malattie. Entrano in salotto la vecchia zia e il vicino,Porfirij Platonyč. Anna Sergeevna chiede a Katja di suonare qualcosa,in particolare per Arkadij,che apprezza la musica. Quella sera Anna Sergeevna pensa che le è piaciuto Bazarov. Lei è priva di pregiudizi e non ha una salda fede. Bazarov a sua volta la considera una donna "con la testa",ma sostiene che il vero incanto sei del mattino del giorno seguente,oltre il boschetto. Bazarov propone di usare il servo Pëtr come testimone. Il giovane crede che Pavel Petrovič lo abbia sfidato perchè innamorato di Fenečka. Il mattino dopo i due sfidanti si incontrano nel luogo stabilito,con Pëtr come testimone. Bazarov non esita ad esprimere il suo parere sul duello,che trova ridicolo. Pavel Petrovič è il primo a sparare: mira alla testa ma manca l'obiettivo. Bazarov spara e colpisce l'avversario su una coscia. Il nichilista,anzichè portare a termine il duello,lo soccorre. La ferita non è grave ma l'uomo sviene. Quando riprende i sensi,Pavel Petrovič gli dice che ha agito nobilmente e che il duello non verrà ripetuto. Pëtr va a prendere intanto il calesse. Pavel Petrovič si vergogna per la sua arroganza e per l'insuccesso. Entrambi si sentono a disagio. Bazarov gli benda la gamba,dicendo che ha intenzione di partire al più presto. I due inventano una scusa da raccontare a Nikolaj Petrovič. Pëtr torna con il calesse e in sua compagnia c'è Nikolaj Petrovič. Il fratello spiega che è stato lui a sfidare il giovane per un litigio avvenuto per motivi politici,e che si era comportato ottimamente. Tornati a Mar'ino Bazarov si prende cura del ferito. Il giorno successivo il nichilista saluta i Kirsanov e si accinge a partire. Nikolaj Petrovič esprime il suo dispiacere per l'accaduto: definisce suo fratello un uomo all'antica,stizzoso e testardo. Fenečka è tormentata perchè conosce la vera ragione del litigio. Un giorno Pavel Petrovič la ferma per parlarle: le chiede se il suo amore per il fratello sia sincero. Lei risponde che ama solo Nikolaj Petrovič e con tutto il cuore. Lui la prega di amarlo e di non tradirlo mai. Nikolaj Petrovič si reca dal fratello e Fenečka esce dalla stanza. Il fratello lo prega di vivere da uomo onesto e di sposare Fenečka,anche se in passato era stato contrario a causa della sua aristocraticità e vanità. Riconosce che Bazarov aveva ragione: bisogna mettere da parte le vanità ("Comincio a pensare che Bazarov avesse ragione,quando mi accusava di aristocraticità. No,caro fratello, è ora di smetterla di fare gli smorfiosi e di pensare al mondo: noi siamo già vecchi e tranquilli; è ora di mettere da parte ogni vanità. Proprio,come dici tu, cominciamo a adempiere al nostro dovere; e vedrai che in cambio avremo anche la felicità."). Nikolaj Petrovič è convinto dal discorso,ringrazia il fratello e lo abbraccia. L'altro decide che,dopo la celebrazione del matrimonio,si trasferirà a Dresda o a Firenze. XXV A Nikol'skoe Katja e Arkadij siedono vicini in giardino. Parlano di Bazarov e della sua influenza su Arkadij. Secondo lei a Bazarov l'amico è estraneo,in quanto "addomesticato",mentre il nichilista è un "rapace". Arkadij vuole essere forte ed energico come lui,ma la ragazza gli fa notare che bisogna avere dentro di sè queste caratteristiche. In seguito parlano di Anna Sergeevna: Katja si sente inferiore rispetto a lei ma Arkadij le dice che non la cambierebbe con nessuna al mondo. Dopo quelle parole lui si allontana. Rientrato in camera,trova al suo interno Bazarov. L'amico gli racconta del duello con Pavel Petrovič. Gli comunica,inoltre,il suo parere riguardo al suo ritorno a Nikol'skoe: crede che Arkadij sia tornato perchè innamorato di Anna Sergeevna. Arkadij nega; Bazarov risponde di essere indifferente. Crede anche che l'amico si sia allontanato da lui: semplicemente si sono venuti a noia ed è momento di dirsi addio. Arkadij gli dice di essere sicuro che lui è venuto per la Odincova. Bazarov la incontra in salotto e la tranquillizza,pregandola di dimenticare la sua stupidità. Lei vuole che siano amici come prima. Sostiene che l'amore sia un sentimento finto. I due parlano di Arkadij: prima la Odincova lo considerava insignificante ma poi lo ha rivalutato. Confessa che inizialmente lui era sfuggente con lei. Bazarov allora la accusa di fingere: Anna Sergeevna sapeva che Arkadij era innamorato di lei ma non voleva ammetterlo. La donna non ne sapeva nulla e perciò risponde "Anche lui?". Lui le intima di non fare la furba. Tra loro c'è imbarazzo e il passato è tutt'altro che dimenticato. Arkadij non è in casa e viene trovato in giardino,perso nei propri pensieri: non è geloso di Anna Sergeevna e sembra che abbia preso una decisione. XXVI Katja e Arkadij hanno una conversazione nel portico,in giardino. Lui le confessa di essere cambiato e che il cambiamento è dovuto a lei: prima era borioso,ora ha aperto gli occhi grazie al sentimento. Lui cerca di proseguire ma è costretto a interrompere il discorso: Anna Sergeevna passeggia con Bazarov e i due parlano senza sapere di essere ascoltati. Stanno parlando del loro rapporto: la Odincova gli dice che sono troppo simili e che tra loro non può funzionare,oltretutto pensa sempre più spesso ad Arkadij. Quest'ultimo riprende la conversazione con Katerina Sergeevna, confessandole il suo amore e chiedendole la mano. Lei accetta di sposarlo. Il giorno dopo Anna Sergeevna mostra a Bazarov la lettera con cui Arkadij chiede la mano di Katja. Lui le suggerisce di benedirli e poi le dice addio. Lei vuole che rimanga ma lui rifiuta di fermarsi oltre. La Odincova capisce allora che Bazarov la amava e prova dispiacere per lui. Bazarov e Arkadij si dicono addio per sempre. Arkadij è troppo nobile e buono,non è fatto per battersi. L'amico gli augura di avere un matrimonio felice e parte. XXVII Bazarov fa ritorno alla tenuta dei genitori,annunciando loro che si fermerà sei settimane. Il giovane prova noia e inquietudine. Si impegna comunque a portare avanti la sua attività di medico. Un giorno un contadino muore di tifo,prima che il giovane possa curarlo. Tre giorni dopo Bazarov si cimenta in un'autopsia,procurandosi un taglio su un dito. Sono trascorse già più di quattro ore quando cauterizza la ferita: se è stato infettato è ormai troppo tardi per salvarsi. Pochi giorni dopo il giovane si ammala e ai genitori dice di avere solo la febbre e il raffreddore. I suoi genitori sono estremamente preoccupati per la sua salute. Le sue condizioni peggiorano sempre di più. Bazarov avvisa il padre di essere infetto e che gli restano solo pochi giorni di vita. Chiede al padre il favore di mandare un corriere dalla Odincova per avvertirla della sua morte imminente e salutarla. Lui non può negare la morte: "...Sì,provaci,a negare la morte. Lei nega te,e basta!". La Odincova arriva a casa di Bazarov per vederlo. Ha portato un medico con lei,che si affretta a visitare il malato. Secondo lui non ci sono speranze di guarigione. Bazarov vede Anna Sergeevna per l'ultima volta e le confessa di averla amata. I due si dicono addio. Quella sera lui cade in uno stato di incoscienza e muore il giorno seguente. XVIII Sei mesi sono trascorsi. E' giunto l'inverno. Una settimana prima sono stati celebrati due matrimoni: quello di Arkadij e Katja, e quello di Nikolaj Petrovič e Fenečka. Nikolaj Petrovič ha organizzato un pranzo di addio per il fratello,che sarebbe partito per Mosca. Gli invitati dicono addio a Pavel Petrovič. Katja e Arkadij fanno tra loro un brindisi in memoria di Bazarov. Anna Sergeevna è sposata,benchè senza amore. I Kirsanov,padre e figlio,vivono a Mar'ino e i loro affari sono migliorati. Arkadij amministra la fattoria,e Nikolaj Petrovič è diventato giudice di pace. Katja ha avuto un bambino di nome Kolja. Pavel Petrovič da Mosca si è trasferito a Dresda. Bazarov è sepolto in un piccolo cimitero di campagna,dove i suoi genitori gli fanno visita e lo piangono.
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