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Parsons e il Sistema Sociale: Struttura, Funzioni e Norme, Appunti di Sociologia

Parsons, sociologo americano, introduce il concetto di sistema sociale attraverso lo struttural-funzionalismo. Il sistema sociale è un insieme di parti interconnesse che autoregolamentano, con ogni individuo svolgendo una funzione necessaria. Parsons distingue personalità, sistema sociale e cultura, e analizza l'azione, le norme, i ruoli, le istituzioni e la socializzazione. Il sistema sociale moderno è caratterizzato da universali evolutivi come la stratificazione sociale, la burocrazia, il mercato e la democrazia.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 16/09/2021

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silvia-d-4 🇮🇹

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Scarica Parsons e il Sistema Sociale: Struttura, Funzioni e Norme e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! TALCOTT PARSONS Parsons è considerato il sociologo americano che ha adottato l’approccio dello struttural-funzionalismo, più specificatamente, egli nella sua ricerca si focalizza sul concetto di sistema. Per struttura, Parsons intende l’insieme di relazioni che collegano i diversi elementi della società, che non esistono isolatamente, bensì in base alla loro correlazione e alla funzione che svolgono. Parsons integra le ricerche di Weber e Durkheim: egli vuole comprendere il senso dell’azione dell’individuo, ma si focalizza soprattutto sull’influenza del sistema sociale sull’azione individuale. Egli definisce l’azione, o meglio, l'atto, come unità elementare della ricerca del sociologo: un atto è tale quando vi è individuato: Un attore, un soggetto che lo compie; Un fine in base al quale è orientata quell’azione; ® Unasituazione iniziale dalla quale si parte che ha caratteristiche diverse da quella di arrivo. Essa presenta degli elementi su cui il soggetto non ha controllo (condizioni) e degli elementi che il soggetto controlla (mezzi); Nell’analisi dell’azione, è necessaria una relazione tra questi elementi. La combinazione di tali elementi costituisce l'orientamento normativo dell’azione. Dunque, Parsons vuole evidenziare sia la relativa libertà dell’attore (in base alle condizioni iniziali), sia il peso delle norme che vincolano e governano l’azione. Per norme, si intendono i vincoli che collegano l’azione del singolo alla società, esse collegano la personalità dell’individuo all’insieme di cui è parte. Le norme sono consolidate in un insieme di valori e di credenze che formano una cultura. Dunque, Parsons suddivide i concetti di personalità, sistema sociale e cultura, specificando che un sistema sociale funziona quando i suoi membri sono dotati di personalità e che abbiamo fatto proprie le norme in cui si esprime una cultura comune. In Il sistema sociale, Parsons definisce il suo concetto di sistema: un sistema è un insieme di parti che interagiscono con l’ambiente ed è capace di autoregolamentazione: ognun svolge una funzione necessaria all’interno del sistema. Ogni sistema deve essere in grado di svolgere 4 funzioni, deve avere una serie di requisiti funzionali: 1. Adattarsi all’ambiente (attraverso il sottosistema economico); 2. Definire i propri obbiettivi (attraverso il sottosistema politico); 3. Conservare la propria organizzazione (attraverso il sottosistema educativo); 4. Garantire l’integrazione delle varie parti (attraverso il sottosistema giuridico). Dunque, il sistema sociale mette in relazione individui che agiscono. E” necessario, però, che questi individui siano dotati di personalità che fa loro ricoprire dei ruoli: un insieme di modelli di comportamento per svolgere una funzione. + il sistema sociale è un sistema di ruoli. Le azioni che ogni personalità svolge in base al proprio ruolo in questo organico sistema sociale prevede un feed-back: una risposta, un’aspettativa da parte di altri a svolgere il proprio ruolo, in questo modo rafforzando le norme stesse con il fatto che vi aderiamo. Queste aspettative sono possibili grazie al fatto che ogni individuo ha interiorizzato le norme di una cultura comune. Questo concetto viene ripreso da Freud ed evidenzia come, attraverso un’istanza psichica (il Super-Io), ognuno di noi produce al suo interno un’autorità che gli si impone come un vincolo esterno. L’interiorizzazione delle norme in una cultura comune coincide con la socializzazione, con l’integrazione del singolo nella società. Questo processo avviene in seno alla famiglia. La famiglia è la prima istituzione del sottosistema educativo, essa media tra il sistema sociale e la personalità. Per socializzazione si intende l’insegnamento di norme e valori fondamentali della cultura di un bambino attraverso l’esempio dei genitori. Nella storia, la famiglia ha sempre più conosciuto un processo di differenziazione e specializzazione nella società moderna. La differenziazione prevede una molteplicità di ruoli che rispecchia la crescente complessità del sistema sociale; la specializzazione prevede la presenza di ruoli sempre più circoscritti per una maggior efficacia del compito svolto. La famiglia moderna ha caratteristiche che la distinguono da altri tipi di famiglia della storia. Essa è una famiglia nucleare, composta soltanto dai genitori e dai figli, distaccandosi da altri legami di parentela. Le funzioni dei genitori si differenziano: la madre ha il compito di dirigere la dimensione affettiva dei rapporti familiari; il padre procura il denaro sufficiente per il sostentamento della famiglia ed è il leader Gli studi di Parsons sulle caratteristiche delle società moderne hanno aperto la pista ad una serie di studi americani che considerano i processi di mutamento dei paesi extra-occidentali. La modernità viene assunta come lo stato più avanzato dell’evoluzione sociale, già raggiunto dagli Stati Uniti a cui ogni altor paese aspira ad accedere per omologarsi. In questo contesto nasce il termine Terzo Mondo, per definire quei paesi che non appartengono all’area dei paesi occidentali economicamente avanzati (primo mondo), né all'area egemonizzata dal modello sovietico (secondo mondo). I teorici della modernizzazione vogliono studiare il modo con cui i paesi del terzo mondo possono entrare nell’orbita dello sviluppo trainato dall’Occidente. La modernità è considerata una miscela coerente di industrialismo, democratizzazione della vita politica, razionalizzazione, secolarizzazione e individualismo, attraverso uno sviluppo graduale e non rivoluzionario (come il modello proposto dal comunismo). Gli ostacoli delle società tradizionali che vanno contro un normale processo di sviluppo sono perlopiù di tipo culturale più che economico: l’assenza di una mentalità adeguata e favorevole allo sviluppo è dovuta anche a tendenze all’orientamento ascrittivo, che sfavorisce l’enfasi sull’importanza dell’individuo che può contare sulle proprie forze, ma anche a tendenze particolaristiche che sono sintomo di un’imprevedibilità delle norme. La soluzione offerta dai teorici è la diffusione di macchine e risorse inanimate che imporranno la propria supremazia produttiva, la diffusione di istituzioni e media e il supporto di imprese dell’Occidente. La validità di queste teorie è messa in discussione da vari fattori. In primo luogo, ai paesi del terzo mondo viene forzato in questo modo uno sviluppo troppo repentino che nei paesi avanzati ha conosciuto un andamento più regolare e moderato: queste aspettative di benessere si fanno pressanti ancora prima di portare benefici. In secondo luogo, è sbagliato affermare una distinzione netta tra società moderne e tradizionali: molte società moderne risentono ancora di tradizioni secolari e, viceversa, molte società considerate prettamente tradizionali godono di istituzioni e strutture burocratiche caratterizzate da criteri universalistici. Lo studioso Shils distingue, infatti, tradizionalismo e tradizione: il primo tende ad affidare al passato valori positivi e legittima norme in base al fatto che queste siano basate sul passato; il secondo termine si riferisce ad un trasferimento di sistemi culturali attraverso le generazioni, processo che avviene comunemente. Inoltre, un fattore importante è che la modernità di molti paesi non è omogenea: settori istituzionali sono più sviluppati di altri e soprattutto la modernizzazione economica non corrisponde per forza alla democratizzazione politica: paesi economicamente avanzati sono caratterizzati dalla presenza di regimi autoritari. Le teorie della modernizzazione ispirate da Parsons argomentano la propria tesi enfatizzando i rapporti tra i paesi già sviluppati con quelli che si avviano allo sviluppando, rapporti considerati prettamente positivi, sostenendo che questi ultimi abbiano le stesse possibilità di sviluppo dei primi. Queste tesi vengono confutate, ad esempio, dalla teoria della dipendenza (elaborata in America Latina). Questa teoria dimostra che, in realtà, il potere contrattuale e i prezzi dei manufatti industriali e delle materie grezze prodotte dai paesi sviluppati siano in mano a questi ultimi, che hanno interesse ad accrescere i propri profitti, non quelli dei paesi del Terzo Mondo. Ancora: le imprese dei paesi sviluppati che investono nei paesi del terzo mondo traggono esse stesse profitto. Non è un meccanismo di aiuto, ma di sfruttamento che viene chiamato ‘sviluppo del sotto-sviluppo”. ROBERT K. MERTON Merton è uno scienziato sociale che propone un punto di vista su un diverso modo di fare ricerca. Egli sostiene che gli scienziati sociali pretendano di giungere a verità universali, molto spesso sacrificando l’attendibilità delle loro teorie. Merton propone teorie chiamate a medio raggio, che si propongono di affermare concetti logicamente legati tra loro ma non pretendono di essere universali, bensì vogliono approfondire aspetti più specifici e costituire collegamenti fra ricerche diverse. Anche Merton analizza il concetto di funzione, in maniera diversa da Parsons. La funzione degli elementi di una società non è la chiave di comprensione del funzionamento di quella società. Ogni elemento che agisce in un sistema sociale non è funzionale a tutto il sistema, poiché il mondo sociale è conflittuale. Merton ritiene, inoltre, che non tutte le istituzioni della società abbiano una funzione indispensabile: alcune l'hanno persa, altre non l'hanno trovata, diverse istituzioni hanno svolto le stesse funzioni nel corso della storia. Ogni istituzione, così come ogni azione individuale, ha una funzione manifesta e una funzione latente. Molto spesso esse vanno in contrasto o si affiancano rendendo il quadro più complesso: in ogni caso un quadro funzionalista di una società non implica che le funzioni svolte siano chiare a chi le svolge, infatti è importante specificare che le funzioni latenti siano nascoste anche ai soggetti che le compiono. Merton analizza teorie e concetti di alcuni studiosi, ampliandone la ricerca e fornendo spunti sugli studi futuri. Egli rielabora i concetti di devianza e anomia. Per quanto riguarda la devianza, Merton ne distingue quattro tipi: 1. I devianti “innovatori” coloro che deviano rispetto ai mezzi per raggiungere scopi dominanti; 2. I “ritualisti” sono coloro che impiegano mezzi consueti al fine di raggiungere obbiettivi diversi; ds ci» pr ce . . . .. 3. I “rinunciatari” che rifiutano sia i valori che gli scopi comuni; 4. I “ribelli” che lottano per affermare obbiettivi e mezzi diversi. Il secondo concetto, l’anomia, non viene vista da Merton come un’assenza o un’instabilità delle norme, bensì come un raggiungimento degli scopi prefissati dalla società con mezzi illegali o devianti. Per esempio, se la società impone il successo personale ma non garantisce i mezzi per raggiungere questo obbiettivo, gli individui troveranno mezzi devianti e illegali per arrivare a
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