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Riassunto di Storia Moderna, Appunti di Storia Moderna

Riassunto di Storia moderna dalla Scoperta dell'America alla fine dell'Impero di Napoleone

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 05/06/2020

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ripetizioni-chiara 🇮🇹

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Scarica Riassunto di Storia Moderna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 1 STORIA MODERNA Introduzione L’età moderna non termina esattamente con la fine dell’antico regime (4 agosto 1789-rivoluzione francese), ma termina nel primo conflitto 1915 (inizio dell’età contemporanea e fine dell’età moderna). Dal 1450 al 1915 l’Europa è la dominatrice (culturale, politica, militare) del pianeta conosciuto. Dal 1915 in poi l’Europa declina quasi totalmente e perde i caratteri che l’avevano resa la potenza più significativa dell’età moderna. Questo declino è ancora evidente. La modernità parte dagli umanisti (metà 1400) e termina con l’inizio della prima guerra mondiale (1915). Nei cinque secoli precedenti l’Europa è una grande macchina da guerra che conquista il pianeta “europeizzandolo”. Quando si parla di globalizzazione ci si riferisce al mondo di oggi. Questo fenomeno si è sviluppato molto velocemente negli anni 1980, ma inizia nel 1700-1800 e ha come centro proprio l’Europa. Essa detta i parametri a tutto il mondo conosciuto (globalizzazione europea) → es. ha insegnato la libertà su stampo della polis greca, ha esportato diritto, ha insegnato la libertà religiosa e le persecuzioni. L’Europa in età moderna fu una meravigliosa macchina da guerra per la conquista del pianeta e la civiltà europea fu vincente su scala globale. Caratteri della civiltà europea 1. Presenza di una ben consolidata nobiltà come ceto Essa è uno stato in senso privatistico, una condizione personale che si acquisisce attraverso il padre che trasmette il proprio cognome. → la nobiltà in Europa da dove viene? Secondo gli europei deve trovare una fonte su un’autorità superiore capace di attribuire il titolo di nobile. Nella società sono presenti due grandi potenze → Impero e Chiesa (imperatore e papa) le quali hanno costituito alcune famiglie nobili. Questo fenomeno avviene nei principati e nelle repubbliche come Venezia. A Roma, nello stato pontificio, c’è un’autorità ben precisa che svolge il ruolo di nomina dei nobili. Parliamo di Sacro Romano Impero → esiste per nove secoli, si trova ovunque e in nessun posto, ma principalmente in Europa centrale. A est troviamo la Repubblica di Venezia che è NON è soggetta alle autorità di papa e imperatore. → come fa Venezia a nominare i suoi nobili? Attraverso la “serrata” del maggior consiglio – “tutti quelli che siedono nel maggior consiglio al giorno d’oggi, rappresenteranno la nobiltà di Venezia”. Nel maggior consiglio erano presenti solo maschi, un maschio per famiglia, i nomi di essi verranno trascritti nel libro oro della repubblica di Venezia. I cittadini originari non facenti parte del consiglio, riceveranno dei privilegi e verranno trascritti nel libro argento; non costituiranno la nobiltà del paese. 2. Il Cristianesimo quindi la religione Il Cristianesimo si diffonde soprattutto in Oriente, a Roma arriva quasi quattro secoli dopo. Per una serie di motivi diventa, dopo Costantino, religione di Stato. Impero romano d’Occidente + sapienza della filosofia greca + parole di un uomo che dice di essere figlio di Dio = storia importante che permette alla religione di diventare religione assoluta. L’Europa dispone di un solo Dio, una sola Chiesa (quella di Roma) e una città santa ed eterna come Roma. Il pontefice è il rappresentante di Dio in terra, vescovi e cardinali sono due figure diverse; il cardinale elegge il papa, mentre il vescovo si occupa di questioni di minor rilevanza. Il nemico dello stato e della chiesa è rappresentato dagli eretici. L’Europa non si caratterizza da subito come una realtà tollerante, ci vorranno almeno 150 anni di conflitti (in seguito alla pace di Vestfalia) prima che essa inizi a pensare all’idea e in seguito alla pratica della tolleranza. 3. Città Sono il nucleo propulsore di ciò che viene fatto di buono della civiltà europea. Gli europei inventarono l’Università che per molto tempo rimase sotto il controllo diretto della Chiesa, era quest’ultima a dare il dottorato. Rappresentano il motore del progresso e della ricchezza poiché rappresentano il luogo in cui si 2 elaborano le scoperte e le idee importanti per la civiltà. Ogni stato aveva un proprio luogo dedicato alla scoperta e all’istruzione: l’insegnamento del diritto fu molto importante poiché forniva le regole della civiltà, senza il diritto era difficile pensare ad una organizzazione stabile e forte. L’Europa del 400-500 dispone di un ceto di giuristi molto preparato legato al diritto romano. Nella città ci sono le botteghe che svolgono un ruolo importante, in esse i garzoni imparavano il mestiere, veniva trasmesso il sapere fondamentale della società. Nelle città principali erano presenti un vescovo e una parrocchia, ovvero una unità territoriale rilevante per il controllo del territorio e delle persone che vivevano al suo interno. Oltre a ciò erano presenti anche la banca che dava la possibilità di accedere al credito grazio agli ebrei e l’ospedale. 4. Famiglia Esiste una grande differenza tra la famiglia europea e quella islamica: → fam. Europea – quando due persone si sposano le parentele che si formano coinvolgono sia la linea maschile che quella femminile, il figlio che nascerà avrà la possibilità di far riferimento a due linee familiari (monogamia). → fam. Islamica – quando due persone si sposano si forma una sola parentela, quella da parte del padre. Il figlio che nascerà potrà fare riferimento solo alla linea familiare maschile (poligamia). Il matrimonio non è solo un contratto regolato dal codice civile, ma un impegno per la vita stipulato davanti a Dio e alla Chiesa, attraverso la benedizione del sacerdote. Nel contratto matrimoniale il patrimonio della famiglia è molto importante. SCOPERTE GEOGRAFICHE: UN MONDO PIÙ LARGO L’avvio della cosiddetta età moderna della storia europea viene indicato nel 1492, anno in cui Colombo sbarcò nell’isola di Santo Domingo, credendo di essere arrivato sulle coste dell’Asia. Inoltre tra XIV e XV l’impero ottomano si era espanso e consolidato, interrompendo la tradizionale via che univa fin dall’Alto Medioevo le economie dell’Europa Occidentale con le regioni dell’Asia (via della seta). Espansione portoghese Il regno di Portogallo fu il primo paese europeo a muoversi già alla fine del XIV secolo, puntava alla circumnavigazione dell’Africa, allo scopo di aprire una rotta commerciale con le coste dell’Asia, intraprese un’opera di consolidamento della propria presenza nel Mediterraneo con la conquista di Ceuta (1415) e successivamente l’occupazione di Madera e delle isole delle Azzorre (1427). Peraltro la corona si riservava il diritto di gestire il 30% dei prodotti in arrivo dell’Oriente attraverso la Casa de India. La dinastia degli Avis ottenne dal papa la bolla Aeterna Regis nel 1481 che preludeva al riconoscimento dei possessi africani (importazione oro, spezie, schiavi). Nel 1487 Bartolomeo Diaz raggiunse la costa sud dell’Africa “Capo delle tempeste” battezzato come Capo di Buona Speranza. Giunti qui si apriva la strada per circumnavigare l’Africa ed arrivare in India, nel 1497 Vasco da Gama risalendo le coste dell’Africa orientale, arrivò a Calicut. Nel 1509 dopo aver sconfitto la flotta egiziana i portoghesi si assicurarono il predominio dell’oceano Indiano. Scoperta dell’America Nel 1491 gli europei conoscevano la costa africana fino a Città del Capo, l’Asia fino alla Cina e l’Europa. Cristoforo Colombo partì, dopo aver ottenuto le risorse da Caterina di Castiglia, e si rivolse verso Oriente per arrivare nel posto in cui era arrivato Marco Polo. Non era però consapevole di essere giunto in una parte del mondo mai scoperta prima: non gli venne questa idea perché non aveva la possibilità di conoscere una terra che nessuno aveva mai visto. Era consapevole che la terra fosse sferica ed è per questo che pensava di arrivare in Orienta andando verso ovest. Quello che non sapeva era dell’esistenza di un nuovo mondo, essendo prigioniero del suo schema mentale (paradigma mentale), pensa quindi di essere giunto in Giappone, tuttavia le descrizioni di Marco Polo non corrispondevano con ciò che vedeva. (altri viaggi vedi manuale: Magellano, Diaz..). L’incontro con la diversità: il continente americano del sud e del nord, dà la possibilità agli europei del 1500 di avere un incontro con la diversità, una diversità biologica e antropologica. 5 1519 a Lipsia, anno di elezione di Carlo V che è e sarà sempre legato al pontefice (infatti disapprova il punto di vista luterano). Dopo il dibattito Roma reagisce nel 1520 con una bolla di scomunica “Exsurge Domine” che condanna Lutero e le sue posizioni ma egli la bruciò in piazza. Nel 1521 Lutero viene convocato alla dieta di Worms, all’intero di cui vi sono principi ecclesiastici che chiedono a Lutero di cambiare opinione, lui non lo fa, e viene messo al banno dall’imperatore Carlo V e dichiarato eretico (= nemico non ha più diritto ad alcuna forma di protezione anche di carattere personale). Ma al ritorno da Worms venne rapito da Federico di Sassonia, uno dei principi elettori, che lo portò nel castello Wartburg per proteggerlo, altrimenti non sarebbe sopravvissuto. All’interno del castello Lutero tradusse in tedesco (volgare) del nuovo testamento. Da questa traduzione la lingua tedesca viene nobilitata, inoltre è la prima volta in 1600 anni che si offre la possibilità a molti di ascoltare e capire le parole che vengono usate nel nuovo testamento, prima nessuno capiva perché era in latino, inoltre nel nuovo testamento vi è anche la traduzione dell’epistola ai romani, testo fondamentale della riforma protestante. Dal 1521 al 1529 Carlo V fu impegnato delle guerre con la Francia, Lutero invece, dopo un anno uscì dal castello e dovette sistemare la situazione creata da irruenti agitatori per quanto riguardava i problemi di natura organizzativa, i quali erano per Lutero irrilevanti (per lui era importante la riforma della coscienza), ma per evitare tumulti popolari dovette proporre una serie di riforme: 1 Il latino viene abolito nella messa e sostituito dalla lingua volgare 2 Nella messa una buona parte riguardava la lettura della Bibbia e la spiegazione con un sermone, cui popolo e fedeli rispondeva con canto e inni 3 riduzione dei sacramenti 4 Negazione di ogni differenza tra laici e clero, il celibato veniva quindi abolito insieme a privilegi e gerarchie. Inoltre, Lutero sosteneva che il cristiano doveva ubbidire allo Stato, pensando lui stesso che lo stato era un freno agli istinti malvagi nell’uomo. Lutero quindi non ostacola l’intervento dello stato nella chiesa anche nel caso dei possedimenti. Per questo motivo la Riforma luterana venne promossa dalle autorità a cominciare dall’Elettore di Sassonia. La riforma spirituale influenzò rivendicazioni anche in campo politico e sociale A) La rivolta dei cavalieri scoppiò nel 1522-1523, i cavalieri assaltarono le proprietà ecclesiastiche, con l’obbiettivo di formare principati autonomi. B) La guerra dei contadini nel 1525, i contadini tedeschi appartenevano al terzo stato. I cristiani dovevano essere molto legati al vangelo, il quale sosteneva che bisognava condividere i beni, amare i fratelli e altre cose importanti, quindi i contadini per la prima volta chiedono la liberazione della propria condizione (essi appartenevano alla terra, e potevano essere comprati, dovevano continuare a lavorare lì). I contadini decisero di fare una loro comunità dove condividevano i beni e si opposero alla servitù attaccando i grandi monasteri, la loro volontà era quella di instaurare una vera repubblica cristiana. Sebbene il leader dei contadini tedeschi fosse un monaco agostiniano, Thomas Müntzer, amico di Lutero, egli fece massacrare i contadini delle rivolte e diede l’ordine di non appoggiare costoro poiché la sua riforma non doveva avere nulla di carattere sociale. Nella riforma protestante conta: “sola scriptura sola fide” La chiesa intesa come gerarchia ecclesiastica (struttura della chiesa romana) ha una funzione del tutto irrilevante per la propria salvezza, in questo modo la Chiesa veniva svalutata del potere più importante, il privilegio di mediare la salvezza dell’individuo. Per Lutero è importante il rapporto diretto che ogni persona ha con Dio, questo attraverso la scrittura. “Sola scriptura” = non aver più bisogno della chiesa come intendiamo oggi, infatti le chiesi protestanti sono semplici non arricchite (elezione per votazione non nomina). Inoltre la Chiesa di Roma dava la salvezza attraverso i sette sacramenti, amministrati dalla chiesa, mentre Lutero sosteneva che solo due sacramenti erano dispensabili: - il battesimo perché fa entrare nella comunità, - l’eucarestia con un distinguo importante di carattere ideologico: ogni volta che si consacra pane e vino (alimenti mediterranei) non avviene la trasformazione in corpo e sangue di Cristo, ma pane e vino rimangono così ma sono accompagnate dalla presenza di Cristo (consustanziazione, mentre per i cristiani era transustanziazione). Ulteriore passo ancora più rivoluzionario è che l’uomo si salverà solo se perché ha fede, non anche con le opere di carità, la fede deve essere coltivata. Queste affermazioni liberava l’individuo dalla Chiesa. L’uomo di fede nel figlio di Dio, conosciuto attraverso il nuovo testamento per capire che i meriti che Cristo acquisì quando fu ingiustamente crocifisso sono talmente sovrabbondanti che con quei meriti verrà pagato il debito di tutti (per questo non sono necessarie le opere, perché l’uomo rimane piccolo e pieno di difetti). 6 Espansione della riforma in Germania: per Lutero i principi erano responsabili davanti a Dio per l’autorità ricevuta e dovevano occuparsi del buona andamento della società civile e anche spirituale dei sudditi, sostituendosi agli ecclesiastici. La riforma fu dunque promossa anche dalle autorità. La Riforma in Svizzera Erasmo dopo un primo periodo di simpatia verso la battaglia di Lutero contro la scolastica era rimasto perplesso dagli sviluppi rivoluzionari. Erasmo auspicava una riforma che togliesse gli abusi più gravi. Huldrych Zwingli, formato alla scuola degli umanisti e di Erasmo, promuove una radicale trasformazione nelle istituzioni ecclesiastiche di Zurigo, per eliminare tutto quello che non era fondato sul Nuovo Testamento. Questa riforma svizzera aveva caratteri diversi da quella luterana: uomini di formazione erasmiano-umanistica non monastica e con atteggiamento più radicale; volevano fare tabula rasa di tutto ciò che non avesse un preciso fondamento nel Nuovo Testamento (Lutero eliminava dalla Chiesa ciò che contrastava la Scrittura); non tenevano nessun sacramento; la riforma luterana si imponeva dall’alto mentre quella svizzera si diffondeva dal basso. La diffusione della Riforma luterana Svezia: nel 1523 caccia la dinastia danese e proclama la propria indipendenza sotto il luteranesimo. Danimarca: nel 1525 insorge contro il sovrano, il nuovo sovrano abbraccia il luteranesimo, si estende alla Norvegia. Ducato di Prussia: nel 1525 si forma con Alberto di Hohenzollern sotto la sua dinastia. Carlo V e il Sacro Romano Impero: le continue guerre avevano impedito all’imperatore di affrontare il problema della pacificazione politico-religiosa in Germania. Nel 1529 con la dieta di Spira si minacciò la rimessa in vigore del bando contro Lutero e i suoi seguaci, i principi e le città aderenti alla Riforma risposero con proteste (da qui il nome protestanti). Nel 1530 perciò Carlo V radunò la dieta di Augusta: i protestanti presentarono una confessione di fede, la Confessio Augustana, che diventa la dichiarazione fondamentale del luteranesimo. Dati gli insuccessi Carlo V minacciò di passare a misure di coercizione, ma si formò la Lega di Smalcalda contro di lui Carlo V dovette abbandonare l’idea di sottomettere i luterani. L'anno prima dell'abdicazione di Carlo V, nel 1555 con la dieta di Augusta si regolano i rapporti tra i principi cristiani e quelli protestanti sulla base di 2 principi fondamentali: - Cuius regio eios religio: il principe luterano che è anche principe di un territorio, ossia della Sassonia, in questo caso Alberto di H, impone in base alla propria scelta la religione protestante su tutti i sudditi. Il principe fa valere nel proprio territorio la propria scelta religiosa. - Reservatium ecclesiasticum: in base al quale i beni ecclesiastici di chi fosse passato alla riforma dovevano rimanere di proprietà della chiesa romana. I beni della chiesa anglicana vengono esclusi dal controllo romano. Da una disputa dottrinale non vi fu modo di trovare una conclusione, le due chiese rimangono divise. La riforma di Lutero sboccò in un regime di Chiesa di Stato: nei principati germanici e scandinavi il principe divenne il custode della coscienza stessa dei propri sudditi. Da una parte si ebbe l’accentuazione delle responsabilità morali, ovvero concezione etica dell’autorità statale, dall’altra si dette allo stato un carattere autoritario. La Riforma in Italia Anche in Italia vi sono delle influenze dallo spiritualismo evangelico di Erasmo. A Napoli negli anni 1530-45 si ha l’azione dell’umanista Juan de Valdés che ha idee di riforme fondate sulla lettura degli Evangeli. A nord, nel Veneto i frequenti contatti con le città tedesche e svizzere favoriscono la penetrazione del protestantesimo. Infine alla riforma svizzero-strasburghese aderiscono i superstiti Valdesi in Piemonte, Francia e Italia meridionali (1532). Nella penisola la diffusione di queste idee non portò alla formazione di una Chiesa dissidente, come avvenuto negli altri stati, il tutto rimase limitato a gruppi per lo più di intellettuali che scomparvero con l’Inquisizione. La riforma cattolica Già negli anni prima alla riforma di Lutero, nel 1512 era stato riunito il V Concilio Lateranense pro riforma ecclesiastica con l’esigenza di una vita religiosa più profondamente vissuta che sboccava però nel Divino Amore con due conclusioni diverse. Una corrente si inclinava verso una posizione erasmiana con una rinascita fondata sullo spirito dell’umanesimo; un’altra pensava alla rinascita della pietà medievale e della teologia scolastica tradizionale. Da questa seconda tendenza nacquero molti nuovi ordini religiosi. 7 La Controriforma La Chiesa, vista la vasta diffusione del protestantesimo decise di intraprendere una vasta manovra controffensiva: la Controriforma. Eventi importanti furono: 1) la formazione della Compagnia di Gesù fondata da San Ignazio di Loyola nel 1534. Ignazio dopo un periodo di malattia si votò alla povertà e per dominare la parte terrena di se stesso scaturì gli esercizi spirituali: graduali riflessioni rivolte all’uomo per portarlo a sentire l’orrore del peccato e lo spavento del castigo. Ignazio si convinse che una preparazione culturale fosse indispensabile all’opera religiosa. Lasciata la Francia arrivò in Italia dove guadagnò insieme ai suoi seguaci una larga ammirazione per l’assistenza ai poveri e agli ammalati e per la santità della vita. Si mise quindi a incondizionata disposizione del pontefice, il gruppo si trasferì a Roma dove assunse forma definitiva col nome di Compagnia di Gesù. Differenze col luteranesimo: spirito di subordinazione e non autoritario; sono missionari che girano il mondo proclamando la fede; importante l’istruzione (nobili studiano nei collegi gesuiti). 2) la riorganizzazione dell’Inquisizione e l’istituzione del Santo Uffizio nel 1542. L’inquisizione, cioè il tribunale ecclesiastico cattolico contro le eresie era nato nel 1184 contro i catari. Nel 1542 il papa Paolo III emana la bolla Licet ab initio e venne crea la Congregazione del Santo Uffizio per promuovere l’estirpazione degli eretici. 3) l’apertura del concilio di Trento nel 1545 a cui seguirono i primi provvedimenti contro la stampa dei libri eretici. Il concilio durò 18 anni, periodo in cui si alternarono tre papi. Il conclusione il concilio di Trento avrebbe dovuto conciliare cattolici e protestanti, ma si risolse con una serie di affermazioni tese a ribadire la dottrina cattolica. 4) Indice dei libri proibiti, 1564. 5) Rinnovamento interno della chiesa: sorgono nuovi ordini religiosi (attivismo, educazione e carità); esaltazione mistica (arte della Controriforma, si lega allo stile barocco con edifici giganti e sontuosi); musica sacra; accentuazione della carità; pratica dei sacramenti; azione controriformistica verso la plebe; le missioni per riconquistare intere popolazioni ma si dirige per lo più verso i nuovi continenti. Il calvinismo Giovanni Calvino (calvinisti), uomo di cultura francese, studia e lavora a Parigi, però viene allontanato e trovò una città disposta ad accoglierlo: Ginevra che diventa la sede principale del calvinismo. Egli appartiene alla generazione successiva di Lutero. A Ginevra Calvino propone una nuova organizzazione della chiesa (Venerabile compagnia dei pastori, Concistoro formato dai pastori e da dodici laici come custode della morale pubblica e della vita religiosa della città). Il passo in avanti di Calvino è quello di prendere il punto nevralgico della dottrina luterana: la storia della salvezza attraverso la fede. calvino arriva ad esprimere la dottrina della predestinazione (ancora prima di nascere, alla salvezza o alla dannazione). Nel 1545* propone nella sua grande opera questa dottrina sconvolgente: la predestinazione alla salvezza attraverso al fede è il segno visibile del dono che dio ha fatto all’uomo, poiché l’uomo ha la fede (personale ma dono di Dio) riconosce di essere predestinato, donata da Dio poiché egli ha pensato alla salvezza dell’uomo. Anche Calvino ha quindi una concezione pessimista dell’uomo e della sua natura. Il credente non deve fare del bene per meritare la salvezza ma per dimostrare nel mondo la gloria di Dio. Differenze di pensiero politico con Lutero: mentre Lutero asserisce che davanti ad un principe malvagio non vi è altro da fare che accettare il martirio. Calvino pensa che se il principe è malvagio non si può lasciare che compia la sua opera, quindi i magistrats inférieurs hanno il dovere davanti a Dio di controllare che il principe si conformi alla parola di Dio. Dunque al posto dell’assolutismo per diritto divino di Lutero, il calvinismo pone il principio di un controllo del governo. Partendo dalla predestinazione cioè dalla vocazione dei credenti a compiere nel mondo una missione affidata loro da Dio alla sua gloria, il calvinismo esalta il lavoro come atto religioso, perciò il tempo non va sprecato nell’ozio, ne va sprecato denaro, il guadagno è sacro: sobrietà, risparmio, ricchezze. Ginevra divenne la città tipo del calvinismo, importante il Concistoro formato da uomini religiosi che governano la città su una predestinazione un po’ più forte. Diffusione del calvinismo (Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, Scozia, Paesi Bassi, Ungheria, Polonia, Boemia): non si circoscrive in ambito nazionale come era accaduto alla firma luterana nei paesi germanici e scandinavi. Nel 1570 l’Europa cristiana è più povera dell’Europa anglicana e calvinista. Calvino libera l'uomo da tutte le preoccupazioni dottrinali, morali, civili, tipiche della cultura cristiana negli ultimi secoli. Lo sviluppo economico dell'Europa dopo Calvino nei decenni seguenti non sarà più dei popoli del sud del mediterraneo, ma diventerà dei popoli del nord. I primi calvinisti si trovano sul campo dell'economia con la scoperta del nuovo mondo (gli olandesi 10 ASBURGO Filippo II era un Asburgo. Dal 1556 al 1564 l’imperatore del sacro romano impero sarà Ferdinando I Dal 1574 al 1576 Massimiliano II Dal 1576 al 1612 Rodolfo II d’Asburgo Dal 1612 al 1619 è Matti Dal 1619 al 1637 è Ferdinando II Dal 1637 a 1678 è Ferdinando III. Questi sono gli anni delle guerre di religione, Ferdinando III concluderà la guerra dei 30anni. Sia Ferdinando I sia Massimiliano II (1556- 1576) cercheranno di conquistare con le armi le regioni luterane ovvero: Sassonia che era il centro del protestantesimo, Palatinato era calvinista con capitale Francoforte, la Boemia è hussita, l’Ungheria è turca, luterana e calvinista insieme. Nonostante i vari tentativi non cambierà nulla, la cosa più importante avviene durante il regno di Mattia d’Asburgo. Egli era molto intransigente, è l’uomo che fece iniziare la guerra dei 30anni 1618-1651, una guerra religiosa in cui l’Europa religiosa si scontra tra cattolici e luterani. La questione religiosa non è incentrata sulla salvezza delle persone, si tratta di un problema territoriale e di espansione. Tutta la serie di benefici ecclesiastici che l’imperatore era stato abituato ad amministrare e a dare ai propri alleati vengono a mancare nell’impero poiché i vari rappresentanti (Sassonia, Franconia) vengono nominati dal loro principe o vescovo e non dall’imperatore. Inoltre tutti questi stati non pagano più la decima al pontefice, quindi diminuisce il potere di Roma. LA GUERRA DEI 30’ANNI 1618-1648 La Pace Cateau Cambresis nel 1559 chiude le guerre d’Italia e il conflitto franco-imperiale, è la pace che stabilisce e riconosce il dominio spagnolo degli Asburgo in Europa (qualche anno dopo l’abdicazione di Carlo V). Nella penisola italiana abbiamo: - i Regni di Sardegna, Sicilia e Napoli che appartengono alla Spagna e sono governati da i vice re. - Lo stato della chiesa è indipendente (provengono dalle famiglie più importanti e ricche della nobiltà italiana). - Il Gran ducato di toscana è in mano ai Medici che dal 1530 erano diventati gran duchi e trasmettono il loro potere ereditariamente, sulla carta sono autonomi, ma realmente sotto la protezione spagnola. - Altri piccoli ducati: il Ducato di Parma della famiglia Farnese, il ducato di Modena in mano agli Estensi - il ducato di Milano è spagnolo però il vice re è di Austria, i Savoia erano una famiglia legatissima alla Spagna. Gli stati sono cattolici, legati a Roma, disposti a combattere per Roma e per un po’ affianco all’impero. Molti storici parlano di questo periodo storico come il periodo della rifeudalizzazione (inizio XVII): l’Italia del seicento è quella del barocco, non definibile arte povera quindi è difficile pensare che non vi sia ricchezza nella penisola. Dunque il Seicento non è solo decadenza ma è il secolo di Keplero e Galileo. L’equilibrio risorse popolazione era già precario, nel momento in cui veniva meno uno di questi due poli, significava anche un impoverimento dell’altro (la peste porta carestia e povertà, nonostante ciò l’Europa riesce ad esprimere una forza gigantesca nella guerra dei 30 anni). La guerra dei 30 anni è un conflitto di dimensione europeo combattuto largamente nel centro dell’impero: l’impero nel 1555 con la pace di Augusta aveva trovato una pace provvisoria che aveva stabilito di dividere i territori imperiali tra i cattolici romani e i protestanti. I territori calvinisti sono relativamente pochi: il Palatinato, la Boemia, e i Paesi bassi; ma i luterani sono tanti perché tutto il sacro romano impero nord est è protestante, questo territorio confina con i paesi nordici che saranno anch‘essi luterani (es. Svezia), sarà quindi un’area forte. La Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) fu un avvenimento di eccezionale importanza perché con essa si concluse la lunga e drammatica fase delle guerre di religione. Viene solitamente divisa in quattro fasi che prendono il nome dalle potenze intervenute nel conflitto: 1. fase boemo-palatino (1618-1623) → Lo scontro iniziò in Boemia. Il sovrano abolì la Lettera dell’imperatore che garantiva tolleranza religiosa a cattolici e protestanti in Boemia. Per rivendicare la libertà religiosa, nel 1618, venne convocata a Praga un’assemblea protestante, nel corso la folla sfogò la propria rabbia scaraventando dalle finestre delegati dell’impero. L’episodio, noto come la “defenestrazione di Praga“, segnò l’inizio della Guerra dei Trent’Anni. Dopo questo evento la nobiltà boema dichiarò decaduto dal trono il sovrano e proclamò re di Boemia il calvinista Federico V del Palatinato. 11 2. fase danese (1625-1629) → Il sovrano di Danimarca temeva che il suo regno venisse assorbito da un Impero troppo forte. La sua impresa fu ben finanziata da Inglesi, Francesi e Olandesi, ma fallì rapidamente: più volte sconfitto, fu costretto a firmare la Pace di Lubecca che lo impegnava a tenere la Danimarca al di fuori delle vicende tedesche. 3. fase svedese (1629-1635); → Il re di Svezia, di fede luterana, era preoccupato che l’imperatore asburgico estendesse il suo diretto controllo sul Mar Baltico (aveva territori in Europa: Lituania e Estonia), una delle zone chiave dell’economia europea. L’avanzata svedese fu vincente: non ha un esercito mercenario ma un esercito nazionale, ed ha una tecnica militare innovativa: usano molto il fucile; adottano la prima linea (gli altri invece il quadrato). Nel complesso sono molto efficaci tanto che in queste guerre, la popolazione dell’Impero diminuisce del 30-32% circa, come avvenne con la strage della peste. Solo la morte del comandante svedese permette all’impero di ritirarsi. 4. fase francese (1635-1648) → Per impedire l’intervento dell’imperatore asburgico Ferdinando II nei Paesi Bassi, il re di Francia Luigi XIII e il suo primo ministro, cardinale di Richelieu, dichiararono guerra alla Spagna (1635). La Francia non vuole che l’impero possa avere una vittoria netta sui protestati. Alla Francia infatti sta bene la presenza protestante nel Sacro Romano Impero perché significa una debolezza anche militare. Quando i protestanti del Sacro Romano Impero si consolidano, gli Asburgo cercano di sconfiggerli ma non ci riescono né con la guerra dei 30 anni, né con quella successiva. Per rimanere importanti, Vienna guarda ad est dove ci sono territori che può inglobare, i quali sono ancora cattolici. Tuttavia non aveva fatto i conti con l’impero ottomano. Gli Asburgo, passato Carlo V, iniziano una lentissima decadenza. Ci fu un tentativo di pace nel 1635 a Praga voluto dal cardinale francese, ma non fu definitiva. Si arriva così all’ottobre del 1648: la pace di Vestfalia di cui l’aspetto più importante è che è la pace che il diritto internazionale odierno riconosce come proprio atto fondativo. La pace stabilisce che: - la Francia guadagna Metz, Toul, Lorena, Verdun e i territori asburgici dell’Alsazia. - la Svezia riceve la Pomerania Anteriore e altri territorio (stato nuovo) - il re di Boemia conquista anche il Palatinato all’interno del Sacro Romano Impero il re di Boemia Palatinato (l’area protestante aumenta) - i Brandeburgo con Hohenzollern conquistano la Pomerania orientale, - la Baviera rimane invece cattolica. Non ha perso ne vinto nessuno ma certamente il Sacro Romano impero esce dal conflitto più vulnerabile e debole di quello che aveva diviso Carlo V settant’anni priva. La pace di Vestfalia riconobbe accanto alle confessioni cattolica e luterana (già riconosciute dalla Pace di Augusta del 1555) l’esistenza di una terza confessione, quella calvinista. Queste decisioni consentivano la convivenza delle confessioni, ma non significavano che la libertà religiosa fosse riconosciuta pubblicamente. La Guerra dei Trent’Anni comportò terribili devastazioni in ampie zone del territorio europeo, anche a causa dell’uso frequente del saccheggio su vasta scala come strumento di retribuzione delle truppe. LE DIVERSE STORIE NAZIONALI EUROPEE L’inghilterra La prima dinastia moderna che governa l’Inghilterra sono i Tudor. La dinastia nasce con Enrico VII che governa dal 1485 al 1509, fonda la dinastia perché diventa erede di due case che si erano combattute gli York e i Lancaster. Da lui discende Enrico VIII (1509 – 1547), il cui regno corrisponde al periodo più turbolento della storia dell’Europa continentale e allo scisma della chiesa anglicana. Enrico VIII governa con il parlamento inglese, il quale era allora diviso nella camera dei Lords e nella camera dei comuni. Il re disponeva anche di un consiglio personale, analogo al consiglio di stato di Filippo di stato, piccolo e stretto attorno al re. Lords → possono essere sia ecclesiastici sia laici (spirituali, temporali), questa è la stretta nobiltà, alla camera si accede per diritto ereditario. Comuni → l’Inghilterra è il paese che riesce a dare una voce politica alla gentri, l’espressione della borghesia europea. In Inghilterra ci sono molti artigiani, professionisti, professori, piccoli imprenditori terrieri, che costituiscono lo stato e la ricchezza di fondo dell’Inghilterra. Costoro hanno voce politica nel parlamento (camera delle rappresentanze, che può e deve intervenire in materia fiscale, in tutto il resto il re con il suo consiglio può fare quello che vuole). Il Parlamento rappresenta la 1^ grande differenza della monarchia inglese con le altre: il sovrano non poteva 12 approvare tasse o imposte senza l’approvazione del parlamento. Ciò è importante perché le imposte all’epoca servivano per fare la guerra. Questo permetteva di controllare lo strumento principale della politica estera inglese: la guerra (Karl von Clausewitz grande generale prussiano delle guerre napoleoniche, nel 1810 afferma che la guerra è lo strumento della politica estera degli stati, dunque se non aggredisci perirai. Scritto III secoli dopo l’era di Enrico VIII, rappresenta un nunzio apostolico stabile: la diplomazia c’è quando in ognuno dei due stati risieda stabilmente un rappresentante dell’altro stato).Enrico VIII era sposato con Caterina d’Aragona, si innamora di un'altra donna, Anna Morena, ma sciogliere un matrimonio cristiano è difficile. Questa è un’occasione per la monarchia inglese di distaccarsi da Roma. I Tudor non vogliono distaccarsi per motivi teologici come i luterani, ma è molto importante per affermare l’autorità del sovrano su tutti i poteri. Nel 1534 Enrico VIII fece emanare il primo atto di supremazia (legge), secondo cui il re diventava il capo della chiesa d’Inghilterra. Avviene così uno scisma, ma non si consuma un’eresia come nel Sacro Romano Impero (ad esempio fino a quel momento solo gli arabi da sempre combinavano nel Califfo il potere temporale e quello religioso (cesaropapismo)). Enrico VIII crea un primate religioso della chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury (primate, no capo). La chiesa inglese pagherà un tributo all’arcivescovo o al re, ma non arriveranno a Roma, rimangono invece in Inghilterra. Roma quindi perde gerito. Enrico VIII muore nel 1547 e sale al trono il figlio Edoardo VI fino al 1553. Edoardo morì giovane e il trono passò alla sorella Maria, sposa di Filippo II di Spagna che restaurò una politica di persecuzioni verso i protestanti, Maria regna dal 1553-1558, date le numerose persecuzioni era conosciuta come Maria la Sanguinaria e non era gradita dal popolo poiché aveva più interessi per la Spagna che per l’Inghilterra. Elisabetta (1558- 1603) Elisabetta, sorellastra di Maria, eredita il trono nel 1558 (un anno prima di Cateau Cambresis). Elisabetta mise appunto un’eccezionale politica religiosa, riuscendo a trovare la via del compromesso della questione religiosa. In Inghilterra vi era un piccolo numero di protestanti, si trattava di un gruppo di anglicani più radicali pronti alla guerra civile. Elisabetta per evitare un ennesima guerra di religione cerca di ripristinare il vecchio ordinamento ecclesiastico: quello di Edoardo, in base al quale il monarca è il governatore supremo di tutto, ma poiché l’influenza dell’atto di supremazia era venuto meno nel 1559 Elisabetta emana un altro atto di supremazia (il secondo in Inghilterra), nel quale si ribadisce che il Papa è escluso dagli affari della chiesa inglese. Un altro atto è poi l’atto di uniformità attraverso cui il culto della chiesa anglicano viene imposto in tutto il paese: l’Inghilterra non è quindi un paese tollerante. Nel 1570 un papa poco tollerante, Pio V, scomunica Elisabetta, e avvia un controllo forzato dei cattolici in Inghilterra, come pure contro i puritani (calvinisti). Se l’età della regina Elisabetta ha visto l’affermazione e il consolidamento dell’Inghilterra, l’età della guerra dei trent’anni assiste invece allo scoppio di una lunga crisi interna del regno inglese. Giacomo Stuart (1603-1625) Alla morte di Elisabetta, nel 1603 (età di consolidamento dell’anglicanesimo) sale al trono Giacomo Stuart, figlio di Maria Stuart (Scozia). Giacomo governa dal 1603 al 1625 (antipatie, conflitti col parlamento e con il popolo), è fortemente osteggiato dal partito calvinista che è rappresentato proprio dalla gentry ed è anche malvoluto dai puritani. Durante il suo regno avviene un fatto irrilevante agli occhi loro, ma rilevante per noi: dall’Inghilterra partono i padri pellegrini, per la stragrande maggioranza puritani. Poiché il regno di Giacomo era assolutista, la minoranza religiosa trova molto più praticabile andare a vivere in quei territori che i fratelli Caboto avevano scoperto 60 anni prima: le coste dell’America del nord. Questi pellegrini formarono l’attuale New England. Giacomo non aveva nessuna consapevolezza di ciò che da lì sarebbe nato. Carlo I Stuart (1625-1649) A lui succede Carlo I Stuart (1625-1649), ancora più assolutista del padre. Nel 1629 decide di non convocare più il parlamento per ben undici anni, contando di poter avere nuove tasse grazie al suo potere assoluto: questa è una politica impopolare. Tuttavia date le tensioni con i puritani e i calvinisti della Scozia, nel 1640 convoca il parlamento per procurarsi i mezzi finanziari con cui fronteggiare gli scozzesi. Il parlamento assunse però un atteggiamento ribelle e il re lo sciolse dopo tre settimane, da qui la definizione Corto Parlamento. Il sovrano riaprì quindi le elezioni per un nuovo Parlamento, definito Parlamento lungo poiché durò fino al 1653. Questo è il parlamento che ebbe il coraggio di opporsi (lungo perché non viene sciolto) alla corona e diede inizio alla guerra civile nel 1642. 15 3 Che l'ordine di costituzione delle recente Corte di Delegati per le Cause ecclesiastiche, e tutti gli altri ordini e corti di siffatta natura, sono illegali e perniciosi (Ogni corte di giustizia deve giudicare i reati indipendentemente dallo stato/ dalla persona di chi compie l’azione → immenso passo avanti) 4 Che imporre tributi in favore o ad uso della Corone, per pretese prerogative, senza l'approvazione del Parlamento, per un periodo più lungo o in altra maniera che lo stesso Parlamento non ha e non avrà concesso, è illegale. 5 Che i sudditi hanno il diritto di petizione al Re ed ogni incriminazione o persecuzione per tali petizioni sono illegali. 6 Che riunire e mantenere nel Regno in tempo di pace un esercito stabile, se non vi è il consenso del Parlamento, è contro la legge (molto importante, radunare o mantenere un esercito permanente è illegale). 7 Che i sudditi Protestanti possono tenere armi per la loro difesa adeguate alla loro condizione e permesse dalla legge. 8 Che l'elezione dei membri del Parlamento deve essere libera. 9 Che la libertà di parola e di discussione o di stampa in Parlamento non deve essere impedita o contestata in nessuna corte o luogo fuori del Parlamento. 10 Che non devono essere richieste eccessive cauzioni, né ammende eccessive, né inflitte pene crudeli e inusitate. 11 Che i giurati devono essere debitamente iscritti nelle liste e debitamente nominati, e che i giurati dei processi di alto tradimento devono essere liberi proprietari ("freeholders", titolare di un diritto reale limitato o illimitato, n.d.r.). 12 Che ogni consenso o promessa di pagamento di pene pecuniarie prima che il reo sia convinto è illegale e nulla. 13 Che, per far giustizia di ogni gravezza e per emendare, rafforzare e preservare le leggi, le riunioni del Parlamento devono essere tenute frequentemente. Dal 1689 al 1702 al trono ci sono Maria e Guglielmo terzo d’Orange (olandesi). Nel 1701 non avendo Anna d'Orange figli diretti, il parlamento inglese designa al trono l'elettore dell'Hannover (sacro romano impero). Gli elettori avrebbero potuto eleggere imperatore del sacro romano impero anche un prussiano ma hanno sempre eletto degli Asburgo. L’elettore è un tedesco. Il Parlamento non vuole restituire agli Stuart il trono d'Inghilterra, quindi scelgono un principe tedesco, a condizione che fossero e rimanessero protestanti, in questo modo nel 1714 inizia per l’Inghilterra la dinastia degli Hannover. Giorgio I Hannover: non parla nemmeno inglese, parla tedesco. Questa dinastia continuerà fino alla regina Vittoria. Tutto questo perché il parlamento non vuole re cattolici. Francia La dinastia dei Valois regna in Francia dal 1328 fino al 1589. La firma del trattato di Cateau Cambresis del 1559 avviene con Enrico II che muore nello stesso anno. Il re Enrico II Valois Angouleme. A lui succede Francesco II che però muore l’anno successivo. Alla sua morte l’erede è Carlo IX, ma ha solo 9 anni, quindi assume la reggenza la madre Caterina de’ Medici (nel frattempo Firenze è diventata il gran ducato d Toscana). Durante la reggenza in Francia si verificano problemi religiosi e ci sono come sempre due partiti: - cattolico (filoromano) capeggiato dai Guisa - ugonotti (calvinisti francesi) fa riferimento alla famiglia dei Borbone La Francia non riesce ad attuare la stessa politica dell’Inghilterra (far emigrare i sostenitori delle altre religioni) e quindi si susseguirono ben otto guerre di religione. Nel 1570, dopo la prima guerra, i protestanti calvinisti hanno libertà di culto e governano alcune città. Questa situazione di tolleranza di fatto non è gradita a Caterina de’ Medici, la quale decide di assassinare il più gran numero possibile di ugonotti e nella famosa notte di San Bartolomeo, 1572. La notte di San Bartolomeo rappresenta l’apice delle guerre di religione in Francia e si conclude con la strage degli ugonotti francesi. Questo non significò l’annientamento del calvinismo in Francia, piuttosto segnò la trasformazione di questo gruppo in vero e proprio partito politico che prese il nome dalla dottrina di base “Partito dei Monarcomachi” che consiste nel legittimare il ricorso alla forza per rimuovere un sovrano ritenuto responsabile e colpevole dei crimini più efferati (es. voler controllare la religione). Morto Carlo IX la corona di Francia passa a Enrico III (figlio di Caterina e Enrico II). Agli ugonotti in armi capeggiati da Enrico di Borbone si oppone una Lega Cattolica capeggiata da Enrico di Guisa appoggiata dalla Spagna, che conduceva la guerra contro i calvinisti per conto proprio. Da qui viene il nome di guerra dei tre Enrichi. La guerra termina col l’assassinio nel 1585 di Enrico di Guisa da parte di Enrico III, stanco della prepotenza della Lega. Enrico III resta al potere dal 1574 al 1589 (viene cacciato da Parigi e cerca appoggio da Enrico di Borbone). 16 Enrico IV Borbone Enrico III alla sua morte designa come erede al trono Enrico di Borbone (filoprotestante). Enrico IV però mentre sta entrando a Parigi abiura e diventa cattolico. |Come il partito ugonotto diventa monarcomaco → nel momento in cui vi fosse un abuso di sovranità, anche se perpetrato dal re, il suddito ha diritto ad intervenire per rimuovere il re. Anche il mondo cattolico ha i propri intellettuali, uno di questi è il fondatore della seconda scolastica (filosofia scolastica, quella insegnata durante il medioevo, san Tommaso, domenicano che commenta nella sua opera la filosofia classica): la scuola dei gesuiti (i gesuiti li troviamo sulla riforma cattolica, il concilio di Trento, la compagnia di Gesù, predicano gli esercizi spirituali, sono i maestri di spiritualità. I gesuiti ebbero un ruolo importante nella storia moderna dei collegi, influenza notevole nella nobiltà). Suarez, gesuita, è l’ideologo dei Guisa.| Dopo la pace di Vervins, stipulata alla fine del conflitto tra Enrico IV e la Spagna, Enrico IV nel 1598 emana l’Editto di Nantes. (evento più importante dell’ infinito conflitto tra cattolici e protestanti). Si tratta di un editto tollerante, che concedeva agli ugonotti (calvinisti) libertà di culto ed uguaglianza di diritti civili coi cattolici, nonché il diritto di presidiare una serie di piazzeforti. Gli veniva data la tolleranza religiosa, che è un valore importante nella società, anche se diversa dalla libertà religiosa che c’è oggi in Europa. La religione cattolica sopporta la presenza di altri culti nello stesso regno. La Francia si discosta dall’orientamento fondamentalista, dove, invece, è solo il sovrano che sceglie la religione. Alcune leggi dell’editto: - Cancellare le guerre di religione avvenute in Francia, i morti di entrambi le religioni, e vogliono cancellare la memoria delle guerre di religione - “Noi ordiniamo che la regione cattolica apostolica romana (papa a Roma) sia restaurata e ristabilita in tutti i luoghi e distretti del nostro regno e nelle terre sotto il nostro dominio, nelle quali terre la sua pratica è stata interrotta a forza, vietiamo espressamente di trovare importunare o causare molestie ai sacerdoti nella celebrazione dei riti romani, nel ricevimento e godimento di decime, pensioni e rendite dei loro benefici e proibiamo espressamente a coloro della cosiddetta religione riformata di tenere adunanze religiose o altre devozioni della suddetta religione in chiese, abitazioni e case dei suddetti ecclesiastici romani o nei loro pressi”: La rendita di un ecclesiastico in antico regime si chiama beneficio, tutte le risorse che erano destinate a uomini e donne consacrate tutte le rendite di qualsiasi tipo esse fossero si chiamavano in antico regime genericamente benefici. Enrico IV ricordando questo aspetto, salvaguarda i benefici ecclesiastici. In tutti gli atti che riguardano la proprietà viene scritto che una parte del raccolto, beni, vanno dati ad una tal persona, le proprietà sono gravate da una servitù. Ciò che si acquistava non era libero, perché nell’antico regime la distribuzione della ricchezza, che oggi avviene grazie alla fiscalità e serve per ridistribuire la ricchezza, significava tutelare gli ecclesiastici. La ricchezza di questo periodo è la terra. Gli ecclesiastici svolgono, anche in età moderna, la funzione centrale della società umana ovvero essere graditi a Dio. - 6 al fine di eliminare ogni causa di discordie tra i nostri sudditi, noi (re) abbiamo concesso e concediamo a quelli della cosiddetta religione riformata di vivere e di risiedere in tutte le città e i distretti del nostro regno senza che siano molestati, importunati o costretti a compiere alcunché contro la loro coscienza. - 9 Concediamo pure di coltivare la pratica (libertà di culto) nelle città e distretti, tali diritti e seguaci della cosiddetta religione riformata si intendono come effettivi - 10 Proibiamo però alla suddetta religione di professare fuori dai luoghi permessi dal presente editto. Luigi XIV Borbone (1643 -1715) Luigi XIV Borbone (dinastia molto cattolica, pur essendo partiti come dinastia protestanti) diventa re nel 1643, a soli 5 anni, il suo regno è lunghissimo e dura 54 anni. Diventa effettivamente re nel 1661 quando muore il cardinale Mazzarino. Luigi XIV è ritenuto la persona più influente nella seconda metà del 600, e con lui la Francia detiene il potere in tutta Europa in modo molto rilevante. Fu soprannominato dai suoi membri della corte il Re Sole. La storia moderna assume Luigi XIV come il monarca più assoluto di tutti (culmine dell’assolutismo francese, pensava che il sovrano fosse tale per diritto divino e da Dio direttamente ha ricevuto un potere senza limiti). La sua idea politica era quella di accentrare il potere nelle proprie mani e per fare ciò: alla morte del cardinal Mazzarino abolì la figura del primo ministro; in secondo luogo fece costruire la reggia di Versailles (grande corte 17 dell’età moderna) in modo da occupare in attività futili la nobiltà e deconcentrala da eventuali aspirazioni politiche. Impose alle persone che vivono vicino a lui un'etichetta rigidissima che mirava al “culto del sovrano” (Il re vive nella Reggia di Versailles con circa 10 000 persone). Norbert Elias, sociologo, ha scritto un libro di storia che parla dell'etichetta di corte di Luigi XIV. Spiega le varie procedure che il re doveva eseguire ogni giorno, come ad esempio “il re non poteva mai stare solo”, “mangiava con una certa codificazione: stessi posti, con una certa postura e dei certi vestiti”, ecc... . Quando Luigi sale al trono deve affrontare vari problemi: 1 La Fronda, una rivolta all’interno della Francia, la Fronda, la quale è costituita da un gruppo nobiliare e anche da contadini, decisi a contrastare la pressione fiscale del re di Francia. 2. Belgio e Olanda (politica espansionistica). Luigi XIV impiega una parte della sua vita per occupare i territori strategici che sono da una parte autonomi e dall’altra filospagnoli. La guerra d’Olanda si conclude per la Francia con nulla di fatto, avendo Luigi contro di se la Coalizione antifrancese europea. 3. La Franca Contea, Luigi è ossessionato da questo territorio, ambito anche dall’impero. Si trattava di territori che secondo lui dovevano essere all’interno del regno di Francia, tuttavia non riuscì ad ottenere nulla durante il suo impero, sperperò solo uomini e denaro. Esercito: L’esercito con Luigi XIV diventa qualcosa di molto simile al futuro esercito popolare del generale Bonaparte (poi imperatore). Viene creata la milizia, dove l'esercito che non è esclusivo della nobiltà, ma il terzo stato viene costretto a farne parte. Il re chiama alla sua corte un grande ingegnere militare Sébastien Le Prestre de Vauban, questo ingegnere non solo progetta fortificazioni sempre più impenetrabili, ma inventa strategie d’assedio: prima si era soliti assediare mandando avanti la fanteria, egli costruisce trincee più vicine possibili alle fortificazioni per sparare agli assediati o scava dei corridoi sotterranei; inoltre era solito usare l’artiglieria pesante come i cannoni. L’esercito francese, sotto la guida di Louvois si trasforma nella più poderosa macchina da guerra dell’Europa di quel tempo. Per fare la guerra ed avere un esercito ci vogliono risorse. Per ottenere queste risorse Luigi XIV chiama un esperto di finanza pubblica: Jean-Baptiste Colbert. Jean-Baptiste Colbert (colbertismo, politica di accentuato intervento statale nell’economia) Il ministro delle finanze Jean-Baptiste Colbert con la sua politica mercantilista riuscì a risollevare l'economia della Francia maneggiata dalla audace politica di Luigi XIV. Innanzitutto Colbert afferma che la ricchezza del regno è strettamente correlata alla quantità d'oro che quest’ultimo possiede. Per procurarsi l’oro si impone all'economia della Francia l'esportazione (soprattutto arazzi) con il pagamento in oro o argento. Allo stesso tempo viene vietata l’importazione di qualsiasi bene (per non pagarlo in oro o argento). In poche parole si attua una politica di protezionismo. Inoltre, per incrementare le casse del regno, impone nuove imposte sia dirette che indirette. Tra le imposte dirette ricordiamo “la Taille” o “la Taglia”(imposta fondiaria) e “il Testatico” (imposta pubblica gravante sulle persone facenti parte di una comunità, come, feudo, regno). Ogni individuo superiore ai 15 anni doveva versare questa imposta ogni anno calcolata in base alla popolazione e non al reddito, quindi era uguale per ogni cittadino. Colbert adotta una politica di protezionismo doganale, in modo da scoraggiare chiunque dal voler anche solo provare ad importare beni in Francia. La tariffa doganale introdotta nel 1664 colpiva le manifatture provenienti dall’Olanda e dall’Inghilterra, incentivando al massimo le compagnie mercantili locali. Questa imposta indiretta sugli scambi e sui consumi delle merci si chiamava “Gabella” ed equivale ai nostri dazi. Luigi divise il territorio in 30 province/dipartimenti con “a capo” dei prefetti. Allo scopo di favorire la produzione locale appoggiò il commercio interno crea un canale artificiale lungo 241 km che collega il fiume Garonna al Mar Mediterraneo (in poche parole il nord e il sud della Francia) chiamato “Canal du Midi” o “Canale di Mezzogiorno”. Diventa una via di comunicazione molto importante, dal 1996 è patrimonio Unesco. Per incrementare, secondo l'esempio inglese e olandese, il commercio con l'estero, viene promossa la formazione di cinque compagnie commerciali privilegiate a cui affidò il monopolio dei traffici francesi con le colonie. Benché Colbert avesse cercato di ispirarsi al modello di sviluppo economico inglese, la Francia non riuscì ad ottenere gli stessi risultati dell’Inghilterra. In Inghilterra la nobiltà partecipava all’attività economica, mentre in Francia questa classe preferiva tenersi lontano dall'attività economica proprio per la dignità del rango di appartenenza Pertanto mentre in Inghilterra la nobiltà pagava allo Stato le imposte, in Francia tendeva a trasformarsi sempre più in un ceto inutile incapace di favorire lo sviluppo produttivo. Differenze anche nella politica coloniale: le compagnie inglesi erano private ed erano 20 disponibilità di terra da comprare. Siamo a seconda metà del ‘700, prima della rivoluzione industriale. Nel momento in cui inizia la rivoluzione industriale ci devono essere merci da comprare e la terra era il bene più apprezzato. Si inizia quindi a prendere la terra dagli enti ecclesiastici. I sovrani illuminati sono giurisdizionalisti (dispotismo illuminato). Il giurisdizionalismo è sia una dottrina sia una prassi: si ha la separazione sfera ecclesiastica- civile, inoltre la sfera civile ha degli iura circa sacra (diritti sulle cose sacre), ovvero dei diritti su tutti i beni materiali degli ecclesiastici. La manonera deve finire, e lo stato può senza consenso demanializzare (rendere pubblica) la proprietà o una parte degli enti ecclesiastici. Nel momento in cui si ha a disposizione un immenso territorio pubblico si compie un’operazione di vendita all’asta. Questi beni sono posti all’atto dall’autorità pubblica che si prende il diritto di vendita. Quindi si dice che l’asse ecclesiastico (i suoi beni) viene distrutto (eversione dell’asse ecclesiastico). Siamo davanti a un provvedimento di privatizzazione. Il patrimonio viene diviso il lotti e venduto all’asta (dallo stato al privato e non dall’ecclesiastico al privato). L’istituto della manomorta viene quindi cassato (aspetto importante del moderno giurisdizionalismo). La proprietà mobiliare è protetta, non dalla mano morta, ma da un altro istituto giuridico: la primogenitura fedecommesso. I genitori sono tenuti a conservare la proprietà per il primo figlio maschio (qualcosa di simile, il maso chiuso e ancora in vigore in Trentino Alto Adige). Il generale Bonaparte, cioè la Francia rivoluzionaria, toglierà questo istituto antico, poiché il ‘700 riformatore non ne era stato capace. I figli maschi non primogeniti avevano come alternativa entrare a far parte dell’esercito o intraprendere la carriera ecclesiastica. Le figlie donne, nonostante non si potesse sottrare una parte del patrimonio per dare a loro la dote, lo si fa comunque e viene chiamata “dote spirituale” (la dote è necessaria per sposarsi e per entrare in convento). Il catasto della seconda metà del ‘700 è qualcosa di simile ai vecchi catasti dell’età medievale/inizio età moderna, ma ha anche qualcosa di nuovo. Quando Maria Teresa vuole un nuovo catasto lo fa per motivi di equità fiscale. Era necessario standardizzare, cioè descrivere tutte le proprietà fondiarie con piccole particelle catastali, le quali erano numerate per indicare luogo per luogo in modo analitico, tutti i beni presenti sulla terra. Allora si inizia a costruire delle mappe molto dettagliate delle varie unità che in un secondo momento saranno chiamate a pagare un’imposta. L’idea è quella di abbinare il catasto alla equità fiscale. Successivamente la Francia fece una cosa simile, senza differenziazione di ceto. Novità: guardare al bene, non allo stato/qualità del proprietario (lo stato di appartenenza non è più rilevante ai fini fiscali). Gli ecclesiastici e i nobili non erano contenti perché veniva a meno l’importanza della distinzione dei ceti. LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Tra il ciclo economico e il ciclo demografico esiste una relazione molto stretta. La demografia storica è una disciplina che studia l'andamento della popolazione su un dato territorio in un arco di tempo generalmente piuttosto lungo. Si occupa del tasso di natalità e mortalità, di nuzialità, che sono variabili e se le mettiamo insieme ci dà l'andamento della popolazione. Per tutto l'antico regime non abbiamo delle variabili significative tranne per alcuni casi come le malattie e le questione alimentari. La disponibilità alimentare nell'antico regime è fissa, ogni tanto tende a calare, ma difficilmente ad aumentare. Questo tiene per secoli la popolazione europea su valori quasi immutati. Se non fosse pervenuta una qualche riforma agraria non ci sarebbe mai stata la rivoluzione industriale. Il punto di partenza della Rivoluzione Industriale è la Rivoluzione agricola. Malthus aveva studiato il rapporto tra popolazione e risorse, secondo cui maggiore è la popolazione, maggiori sono le risorse. Se giunge qualcosa di nuovo in un mondo con costanti e rigidità strutturali porterà sempre a qualche problema. INCREMENTO RISORSE → INCREMENTO POPOLAZIONE ↑ ↓ DIMINUZIONE POPOLAZIONE ← DIMINUZIONE RISORSE Fino al XVIII secolo l’andamento della popolazione era vincolato com'era ad una strutturale limitatezza delle risorse dovuta alla stabilità della produttività, era sempre stato tipicamente "malthusiano". L’aumento della popolazione a partire dal 1750 non fu un effetto della rivoluzione industriale, ma della rivoluzione agricola. La rivoluzione agricola non avviene in tutta Europa: il take off (decollo) avviene in zone molto ristrette del singolo stato, è un piccolo segmento di popolazione che riesce a modificare le condizioni di vita precedenti. Successivamente attraverso un 21 processo di emulazione anche altri territori cercheranno di aggiornarsi, ma la scintilla parte da un luogo molto ristretto. LA RIVOLUZIONE AGRICOLA Il notevole aumento della popolazione a metà del ‘700 fu dovuto non solo ad un aumento delle nascite (comunque rilevante in Inghilterra), quanto ad una diminuzione delle morti, a sua volta riconducibile al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Nel giro di un secolo (1815-1914), la popolazione europea sarebbe passata da 190 a oltre 400 milioni. Tutto questo fu dovuto ad un notevolissimo miglioramento della produttività agricola, peraltro stimolato proprio dalla crescita della popolazione che, comportando la richiesta di una maggiore quantità di derrate alimentari, aveva incentivato gli investimenti tesi all'ottimizzazione della resa dei terreni. La rivoluzione agraria consiste in una profonda trasformazione dell’agricoltura verificatasi per la prima volta tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo in Inghilterra. Gli effetti economici più rilevanti sono la diminuzione della popolazione attiva occupata in agricoltura e il contemporaneo aumento della produzione. Il miglioramento della produttività ha svolto una funzione propulsiva fondamentale poiché: - ha permesso di sostenere la crescita progressiva della popolazione e, in particolare, di alimentare le masse crescenti di popolazione urbana, favorendo con ciò, in una seconda fase, il processo di industrializzazione; - ha migliorato sensibilmente il benessere degli imprenditori agricoli, consentendo loro di aumentare la domanda di beni strumentali per l’agricoltura, di pagare maggiori imposte - ha espulso manodopera dall’agricoltura, rendendola disponibile per lo sviluppo degli altri settori economici e specialmente dell’industria. Privatizzazione delle terre L’aumento della produttività agricola, effetto fondamentale della rivoluzione agraria, è stato ottenuto grazie alla trasformazione dei regimi agrari precedenti, d’impronta feudale e collettivistica, in regimi agrari di impronta capitalistica e individualistica, basati sul libero e pieno godimento della proprietà privata della terra. I cambiamenti strutturali si manifestarono in Inghilterra in notevole anticipo rispetto al resto d’Europa. La vendita delle terre ecclesiastiche (eversione dell’asse ecclesiastico), confiscate dalla corona, fu il primo passo verso la liberalizzazione del mercato e diede origine a una forte concentrazione della proprietà terriera. Nel corso del ‘700 la crescita della popolazione britannica determinò un aumento della domanda dei prodotti alimentari e aumentò la redditività degli investimenti nel settore agricolo. Le “enclosures”, ovvero la privatizzazione delle terre, agevolate da alcuni provvedimenti legislativi del governo (a differenza della monarchia assoluta che le frenava per timore di causare malesseri sociali) furono un fattore decisivo nell’avviare la modernizzazione dell’agricoltura. Avviarono il cosiddetto individualismo agrario (il libero e pieno diritto di godere e disporre della proprietà privata senza alcun vincolo o tutela di sorta) che permise di sperimentare quelle innovazioni tecniche che avrebbero consentito l’avvio della rivoluzione agraria. Le innovazioni tecniche Impiego di differenti colture che rigeneravano le sostanze fertili nel terreno, incremento dell’allevamento, introduzione di rotazioni pluriennali, perfezionamento degli attrezzi agricoli come gli aratri (costruiti totalmente in ferro) e di macchine, utilizzo dei cavalli come animali da traino. Nel corso dei secoli XIX e XX la produttività agricola sarebbe ulteriormente aumentata grazie al miglioramento delle scoperte scientifiche, all’incremento della meccanizzazione e al crescente utilizzo di concimi chimici naturali (i perfosfati) e artificiali (i concimi azotati). La liberalizzazione del mercato In Inghilterra, più precocemente che nel resto d’Europa, venne progressivamente smantellato il mercato regolato dalle autorità pubbliche, conseguendo la liberalizzazione degli scambi su scala geografica e dei prezzi, passando con ciò dal cosiddetto “public market” a un “private market”. Nel resto d’Europa il processo di liberalizzazione fu assai più lento. In alcune aree qualche progresso si registrò nella seconda metà del ‘700 grazie alle riforme giurisdizionalistiche compiute da alcuni monarchi illuminati, riguardanti il progressivo abbattimento di alcuni vincoli feudali (maggiorasco, fedecommesso, ecc.), in modo da creare le basi per la libera contrattazione delle terre. In alcuni casi la formazione dei catasti geometrico-particellari (basati cioè su precise misurazioni compiuti da tecnici statali), che delineavano con grande precisione gli appezzamenti di terra e ne valutavano altresì la redditività a seconda della destinazione d’uso, coltura per coltura (a frumento, arborato, frutteto, ecc.), incentivò una migliore gestione del patrimonio fondiario. I proprietari, infatti, per pagare le tasse erano incentivati a migliorare la redditività delle terre oppure a venderle o ad affittarle a conduttori più intraprendenti. 22 Le terre avevano un loro ciclo e bisognava lasciarle a riposo. La terra europea è una terra molto povera, questa debolezza verrà sanata dalla Germania con l'industria chimica. L’Inghilterra introduce il sistema di coltura di rotazione su un ciclo di 4 anni, nonostante la poca vocazione del terreno, ci sono stati risultati positivi che hanno portato all’aumento della popolazione. Aumento popolazione = aumento richiesta dei beni, in particolare delle casa. L’introduzione della lamiera risolverà l’umidità e le infiltrazioni d’acqua: la famiglia sta meglio, più braccia che lavorano e si comincia a crescere. Le due rivoluzioni spezzano il precedente meccanismo poco virtuoso. Quando parliamo di demografia e risorse tracciamo una linea sugli assi cartesiani: tempo (in secoli) e milioni della popolazione. Il trend è per tutto l’antico regime uguale, dal ‘700 in poi ha un aumento molto elevato (in una sessantina d’anni la popolazione duplica). Citazione di Malthus: il cibo è necessario all'esistenza dell'uomo e la capacità che la popolazione ha di accrescersi è maggiore della capacità della terra di produrre mezzi di sussistenza per l'uomo. Si tratta di una riflessione preindustriale, la rivoluzione industriale spezza la seconda parte dell’ affermazione. La rivoluzione con nuove tecniche e nuove energie riuscirà a far sì che la produzione di mezzi di sussistenza sia maggiore (sogno del capitalismo). Il lavoro com'è stato inteso per millenni verrà sostituito da macchine. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La Prima rivoluzione avvenuta dal 1780 al 1830 riguardò principalmente il settore produttivo tessile e metallurgico. La produzione divenne più veloce e semplice grazie alle nuove scoperte scientifiche con l’introduzione di nuovi macchinari azionati dalla macchina a vapore. Il Paese che diede origine al processo di rivoluzione industriale in Europa fu l’Inghilterra, la quale si prestò meglio all’evoluzione del mercato produttivo, grazie alla presenza di condizioni più favorevoli. Particolarmente importante fu l’approvazione nel 1800 delle leggi sull’agricoltura “ Enclosures acts” che favorirono gli interessi dei grandi proprietari terrieri a discapito dei piccoli agricoltori, i quali diventarono la nuova forza lavoro. Avviene dunque un processo di urbanizzazione: i contadini si trasferirono dalle campagne e diventarono operai. Di fondamentale importanza per l'inizio della rivoluzione industriale fu il convogliamento dell’energia termica in energia meccanica per far funzionare una macchina con l’introduzione della macchina a vapore che cambiò radicalmente tutti i sistemi produttivi. Nonostante i nuovi sobborghi proletari avessero delle condizioni sanitarie precarie, i processi di miglioramento tecnologico e scientifico incisero anche sull’andamento demografico della popolazione. Con l’aumento dell’offerta di bene diminuiscono i costi e quindi anche i ceti meno fortunati potevano permettersi qualcosa in più. La rivoluzione offre a tutti la possibilità di una crescita e di un condizione di vita migliore di quella precedente. Si registrò, infatti, un notevole aumento dei cittadini dovuto a due fattori: le nuove tecniche di coltivazione produssero un incremento di risorse naturali facilmente accessibili anche alle classi più povere; il trasferimento della popolazione nelle città provviste di sistemi igienico-sanitari più efficienti rispetto la campagna, limitò lo sviluppo di epidemie con il conseguente abbassamento della mortalità. Diffusione della Rivoluzione Industriale Il decollo industriale in Europa continentale avvenne con ritardo rispetto all’Inghilterra. I paesi europei avviarono un loro processo d’industrializzazione autonomo ma molto simile a quello Inglese, ciò in base alle loro possibilità e al loro vissuto storico. Infatti il decollo industriale avviene prima in Francia e in Belgio (1833-1860), mentre in Germania avvenne successivamente, dopo la dissoluzione del Sacro Romano impero e le varie guerre successive. In Italia il processo tardò più di un secolo (1896-1907) proprio per via delle condizioni del paese. L’industrializzazione di Francia e Belgio è partita da alcune regioni di questi stati che hanno caratteristiche simili a quelle dell’Inghilterra, come la presenza di miniere di carbone e vie di comunicazione efficienti. Avevano inoltre il vantaggio di essere le più vicine all’Inghilterra, ed avevano dunque meno problemi ad importare le nuove macchine. Anche negli stati che si sono industrializzati più tardi il fenomeno ha riguardato solo alcune regioni. Ognuna di queste Nazioni però ebbe un fattore comune: tutti i loro governi attuarono delle riforme legislative e sostennero attivamente l’industrializzazione con dei finanziamenti. Diversamente in Inghilterra ciò non avvenne: la popolazione era spinta dallo spirito della libera iniziativa ed investì ingenti capitali privati nella costruzione di nuove fabbriche e macchinari e sostennero economicamente le ricerche scientifiche. Si può quindi affermare che in Inghilterra la rivoluzione industriale avvenne anche grazie alla lungimiranza di una classe ristretta di cittadini. 25 che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finchè siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell'attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un'assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede. 1) Egli ha rifiutato di approvare leggi sanissime e necessarie al pubblico bene. 2) Ha proibito ai suoi governatori di approvare leggi di immediata e urgente importanza, se non a condizione di sospenderne l'esecuzione finché non si ottenesse l'assentimento di lui, mentre egli trascurava del tutto di prenderle in considerazione. 3) Ha rifiutato di approvare altre leggi per la sistemazione di vaste zone popolate, a meno che quei coloni rinunziassero al diritto di essere rappresentati nell'assemblea legislativa - diritto di inestimabile valore per essi e temibile solo da un tiranno. 4) Ha convocato assemblee legislative in luoghi insoliti, incomodi e lontani dalla sede dei loro archivi, al solo scopo di indurre i coloni, affaticandoli, a consentire in provvedimenti da lui proposti. 5) Ha ripetutamente disciolte assemblee legislative solo perché si opponevano con maschia decisione alle sue usurpazioni dei diritti del popolo. 6) Dopo lo scioglimento di quelle assemblee si è opposto all'elezione di altre: ragion per cui il Potere legislativo, che non può essere soppresso, è ritornato, per poter funzionare, al popolo nella sua collettività, - mentre lo Stato è rimasto esposto a tutti i pericoli di invasioni dall'esterno, e di agitazioni all'interno. 7) Ha tentato di impedire il popolamento di questi Stati, opponendosi a tal fine alle leggi di naturalizzazione di forestieri rifiutando di approvarne altre che incoraggiassero la immigrazione, e ostacolando le condizioni per nuovi acquisti di terre. 8) Ha fatto ostruzionismo all'amministrazione della giustizia rifiutando l'assentimento a leggi intese a rinsaldare il potere giudiziario. 9) Ha reso i giudici dipendenti solo dal suo arbitrio per il conseguimento e la conservazione della carica, e per l'ammontare e il pagamento degli stipendi. 10) Ha istituito una quantità di uffici nuovi, e mandato qui sciami di impiegati per vessare il popolo e divorarne gli averi. 11) Ha mantenuto tra noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dell'autorità legislativa. 12) Ha cercato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile, e a questo superiore. 13) Si è accordato con altri per assoggettarci a una giurisdizione aliena dalla nostra costituzione e non riconosciuta dalle nostre leggi, dando il suo assentimento alle loro pretese disposizioni legislative miranti a: a) acquartierare tra noi grandi corpi di truppe armate; b) proteggerle, con processi da burla, dalle pene in cui incorressero per assassinii commessi contro gli abitanti di questi Stati; c) interrompere il nostro commercio con tutte le parti del mondo; d) imporci tasse senza il nostro consenso; e) privarci in molti casi dei benefici del processo per mezzo di giuria; f) trasportarci oltremare per esser processati per pretesi crimini; g) abolire il libero ordinamento dileggi inglesi in una provincia attigua, istituendovi un governo arbitrario, ed estendendone i confini si da farne nello stesso tempo un esempio e un adatto strumento per introdurre in queste Colonie lo stesso governo assoluto; h) sopprimere le nostre carte statutarie, abolire le nostre validissime leggi, e mutare dalle fondamenta le forme dei nostri governi; 26 i) sospendere i nostri corpi legislativi, e proclamarsi investito del potere di legiferare per noi in ogni e qualsiasi caso. Egli ha abdicato al suo governo qui, dichiarandoci privati della sua protezione e facendo guerra contro di noi. Egli ha predato sui nostri mari, ha devastato le nostre coste, ha incendiato le nostre città, ha distrutto le vite del nostro popolo. Egli sta trasportando, in questo stesso momento, vasti eserciti di mercenari stranieri per completare l'opera di morte, di desolazione e di tirannia già iniziata con particolari casi di crudeltà e di perfidia che non trovano eguali nelle più barbare età, e sono del tutto indegni del capo di una nazione civile. Egli ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri in alto mare a portare le armi contro il loro paese, a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Egli ha incitato i nostri alla rivolta civile, e ha tentato di istigare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera i crudeli selvaggi indiani la cui ben nota norma di guerra è la distruzione indiscriminata di tutti gli avversari, di ogni età, sesso e condizione. A ogni momento mentre durava questa apprensione noi abbiamo chiesto, nei termini più umili, che fossero riparati i torti fattici; alle nostre ripetute petizioni non si è risposto se non con rinnovate ingiustizie. Un principe, il cui carattere si distingue così per tutte quelle azioni con cui si può definire un tiranno, non è adatto a governare un popolo libero. E d'altra parte non abbiamo mancato di riguardo ai nostri fratelli britannici. Di tanto in tanto li abbiamo avvisati dei tentativi fatti dal loro parlamento di estendere su di noi una illegale giurisdizione. Abbiamo ricordato ad essi le circostanze della nostra emigrazione e del nostro stanziamento in queste terre. Abbiamo fatto appello al loro innato senso di giustizia e alla loro magnanimità, e li abbiamo scongiurati per i legami dei nostri comuni parenti di sconfessare queste usurpazioni che inevitabilmente avrebbero interrotto i nostri legami e i nostri rapporti. Anch'essi sono stati sordi alla voce della giustizia, alla voce del sangue comune. Noi dobbiamo, perciò, rassegnarci alla necessità che denuncia la nostra separazione, e dobbiamo considerarli, come consideriamo gli altri uomini, nemici in guerra, amici in pace. Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d'America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell'Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l'autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo: che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, stati liberi e indipendenti; che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegnamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore. John Hancock (Seguono 55 firme di Rappresentanti dei 13 Stati) La costituzione degli Stati Uniti Oltre all’indipendenza politica, la rivoluzione portò importanti conseguenze anche nell’ordine sociale: - Emigrazioni dell’antica classe dirigente locale, alla quale seguirono grandi redistribuzioni della proprietà fondiaria; - Separazione tra stato e chiesa, sparì la posizione privilegiata della chiesa anglicana; - Abolizione della schiavitù. Il Congresso riunito promulga l’Ordinanza di Nord Ovest, stabilisce che i territori ancora selvaggi non devono essere colonie inglobate dagli stati già esistenti (come la Virginia), ma devono essere trasformati in Stati popolati e civili al pari degli altri in diritti e doveri. Ma siccome gli stati erano molto deboli nei confronti degli altri stati stranieri, si delineò una corrente favorevole alla creazione di un potere federale, superiore agli stati e che potesse riunirli tutti sotto la stessa “legge”. Si riunì, pertanto, la Convenzione di Philadelphia, nel 1787, sotto la presidenza di George Washington e stese la Costituzione degli Stati Uniti che fu proposta poi all’approvazione dei vari stati. La costituzione, pur conservando intatta l’autonomia degli stati, impegnava questi a rinunciare ad una parte della propria sovranità a favore di un governo federale a cui venivano demandate alcune funzioni di interesse comune. 1)Potere legislativo: Congresso composto da una Camera dei Rappresentanti e un Senato. La camera ha, per ogni stato, un numero di seggi proporzionale alla popolazione. Il senato ha due seggi per ogni stato, qualunque sia il numero degli abitanti per stato. Uno dei primi atti del congresso fu l’adozione di un emendamento alla Costituzione, che elencava in modo preciso le libertà del cittadino, coerentemente ai principi rivoluzionari, chiamata Bill of Rights sul modello dell’analoga legge equilibrio tra stati. 27 inglese del 1689. (con gli emendamenti si può intervenire in una costituzione flessibile, e servono per andare a modificare aspetti della costituzione che non vanno bene. Quella Italiana non si possono fare perché è rigida). 2)Potere giudiziario: Giudici. Essi sono nominati dal Presidente e hanno incarico a vita. Il governo federale non doveva fare nessuna discriminazione religiosa, mantenendo separate la sfera civile da quella ecclesiastica. 3)Potere esecutivo: Presidente Viene eletto dal popolo e rimane in carica per 4 anni. La costituzione entrò in vigore e George Washington venne eletto presidente, nel 1789, unanime, da tutti i cittadini. La Rivoluzione Americana come modello La rivoluzione americana è stata un modello importantissimo di rivoluzione in Europa, fu il modello di quella Francese, per un’idea molto semplice: se ce l’hanno fatta loro possiamo farcela anche noi. Così come erano riusciti i coloni inglesi a liberarsi dell’Inghilterra, verosimilmente il terzo stato pensava di potersi liberare della nobilita e degli ecclesiastici: valore paradigmatico. La rivoluzione americana era una guerra per l’indipendenza, la ragione non era il grande esperimento che poi faranno, ma liberarsi dell’Inghilterra. Una volta acquisita l’indipendenza allora si si poté realizzare una rivoluzione perché i coloni provarono a fare qualcosa che non era mai stato tentato prima: una repubblica su larghissima scala. Nella tradizione repubblicana si parlava di territori relativamente piccoli (Repubblica di Venezia, Firenze..), invece le 13 colonie che decideranno d diventare una repubblica avranno di fronte a sé una sfida, quella di realizzare la repubblica su un territorio di esorbitanti dimensioni, rispetto a quelle tipiche delle repubbliche precedenti. Perché fu un successo? Sostanzialmente perché le colonie si danno un ordinamento che funziona e sembra fatto apposta per la nascente rivoluzione industriale. Poiché la rivoluzione industriale non ha bisogno di stati ma di libertà, i coloni inglesi sono quelli che lottano per la libertà che è un valore in sé ed è l’ingrediente fondamentale del futuro sviluppo economico degli stati uniti. NB: America del nord e del sud sono mondi totalmente opposti. L'America del sud sfruttata sia in uomini sia in cose per l'arricchimento. Nel nord c'è la ricerca di libertà e ricchezza culturale. L’America anche oggi è molto propensa all’isolazionismo, talmente grande la loro storia e talmente sono legati alla loro storia, cresciuti nel mito dell’autosufficienza. La rivoluzione americana ha dato a questo popolo inglese una consapevolezza di essere un popolo speciale, di essere in una situazione ideale, i più liberi del pianeta, i più magnanimi, e di lì a poco scopriranno di essere i più potenti del pianeta. LA RIVOLUZIONE FRANCESE Condizioni della Francia prima della rivoluzione La Francia del 1789 è retta da Luigi XVI sotto forma di monarchia assoluta. La rivoluzione francese è il superamento dell’antico regime, più precisamente di ciò che successivamente viene definito da Toqueville come “ancien regime”, per differenziarlo dalle condizioni della Francia post rivoluzionaria. In particolare dopo il 4 agosto 1789, infatti dal 5 agosto non c’è più l’antico regime. Cos’è l’antico regime? L’antico regime è (storia europea dalla fine dell’umanesimo fino alla notte del 4 agosto) la suddivisione sociale in ordini (ordine = strumento giuridico che ha la funzione di separare ed individuare gruppi di una compagine sociale e separarli da tutti gli altri. Sono talmente autonomi che ogni ordine ha la propria giustizia. Questa separazione radicale dura per secoli). Questi ordini in casi eccezionali entrano in contatto, ad esempio la nobiltà può essere acquistata, ma soprattutto vestire l’abito, infatti dal terzo stato si può passare ad un'altra condizione, quella di ecclesiastico (vale sia per gli uomini che per le donne). Questi passaggi sono definiti come mobilità sociale. Gli ordini comportavano dei privilegi, i primi due ordini sono per definizione “ordini privilegiati”. Il privilegio degli ecclesiastici e dei nobili consiste nella diversità e non nella sottrazione di obblighi, la fiscalità che colpisce questi due ordini è quindi differente (imposte proprie) da quella che colpisce il terzo stato. Nell’antico regime si è sempre fatto in modo che la diseguaglianza tra i tre ordini sia più marcata possibile (invece la dichiarazione americana del 1776 afferma che tutti gli uomini sono creati in modo uguale). Secondo alcuni storici gli ordini sarebbero solo due, all’interno dei quali sarebbero attivi diversi “stati”: la nobiltà di razza è qualcosa della nobiltà di plancia o la nobiltà di toga, c’è la grande nobiltà e la piccola nobiltà, ci sono distinzioni nel modo di acquisizione della nobiltà, come per diritto ereditario (più importante) o per acquisto. Nel primo ordine sono tutti in un contesto di separatezza: gli ecclesiastici appartengono tutti allo stesso ordine, ma all’interno ci sono diversi stati poiché non tutti gli ecclesiastici hanno lo stesso valore. (non cambia il discorso generale ma solo l’articolazione). Quello che noi intendiamo terzo stato secondo questa logica non esiste. I nobili di razza attorno al re (10 000, corte di 30 L’emancipazione di queste terre poteva avvenire solo dove vi fosse un consenso unanime tra i contadini. Anche i fondi ecclesiastici sono gravati dalla decima della Chiesa, e anche questi dovevano essere emancipati, però non si sapeva dove sarebbe andato a finire tutto il clero. Allora la decima durane il 1789 rimane, venne tolta solo nel 1793. Un conto è proclamare un programma, dire che è ora di cambiare, un conto è trovare il modo di mantenere in vita tutte le terre e gli uomini liberati da un giorno ad un altro. I banchieri e gli avvocati erano interessati a liberare la terra per poi poterla vendere come merce di scambio, poco li interessava dei poveri che ci lavoravano. La rivoluzione da un lato è la promulgazione di libertà dai principi, dall’altro è trovarsi a rimediare a tutto quello che si è distrutto in moda da ristabilire un equilibrio post rivoluzionario. La grande paura Un fenomeno importante, oltre la presa della Bastiglia del 14 luglio, è il 20 luglio quando si apre una fase, soprattutto nelle campagne: la grande paura. I contadini hanno paura della rivoluzione perché perdono il vincolo con la terra e con il signore della terra, e quindi ogni forma di protezione. I disordini nelle campagne rimangono tali, perché le forze dell’esercito erano tutte ancora legate alla corona. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini Il 26 agosto esce la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini, simile ma non uguale alla dichiarazione d’indipendenza americana del 1776. Questa dichiarazione funzionerà di lì a due anni come preambolo alla costituzione francese, sancendone i principi generali. Il testo fu ampiamente perfezionato da Thomas Jefferson che al tempo si trovava a Parigi. I rappresentati del popolo francese costituiti in assemblea nazionale: Sono gli stati generali convocati con tutt’altro spirito e motivazione, l’assemblea non è più degli ordini ma del popolo francese, (rappresentati= delega)|…| Hanno stabilito di esporre, in una solenne Dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili (es il diritto alla vita) sacri dell’uomo → linguaggio degli illuministi, è lo stesso linguaggio della dichiarazione d’indipendenza di Jefferson. Diritti naturali perché si basano alla natura dell’essere umano, dunque non sono legati ad una condizione, ma alla natura umana, per questo sono inalienabili. I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerato che l'ignoranza, la dimenticanza o il disprezzo dei diritti dell'uomo sono le uniche cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne Dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell'uomo, affinché questa Dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale rammenti loro continuamente i loro diritti e i loro doveri; affinché gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo, potendo essere in ogni momento paragonati con il fine di ogni istituzione politica, siano più rispettati; affinché i reclami dei cittadini, fondati d'ora innanzi su principi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre alla conservazione della Costituzione e alla felicità di tutti. In conseguenza, l'Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'Essere Supremo(=Dio, dell’illuminismo, deismo riconoscere che c’è qualcosa di più alto), i Diritti seguenti dell'Uomo e del Cittadino. 1 Gli uomini nascono e rimangono liberi (come nella dichiarazione d’indipendenza)ed eguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull'utilità comune(ognuno fa la sua parte). 2 Lo scopo di ogni associazione politica é la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione(linguaggio della dichiarazione americana). Libertà, proprietà, sicurezza e la resistenza all’oppressione 3 Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione.→ la sovranità è nel popolo (entità unitaria), non esistono più gli ordini quando si parla di nazione (superamento della distinzione dell’antico regime). Nessun corpo (corporazione, organizzazione), nessun individuo può esercitare un'autorità che da essa non emani espressamente. Non è più possibile che il mondo del lavoro organizzato provveda autonomamente ad una legislazione a meno che la nazione nono abbia chiesto e conferito o delegato a questo corpo intermedio il potere di farlo. 4 La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; cosi l'esistenza dei diritti naturali di ciascun uomo non ha altri limiti che quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti non possono essere determinati che dalla Legge. → la legge è la voce della nazione, perché è la nazione che può emanare la legga alla quale tutta la popolazione deve sottoporsi, prima le leggi erano differente a seconda degli ordini. 31 6. La Legge è l'espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere personalmente o per mezzo di loro rappresentanti alla sua formazione. Essa deve essere la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici, secondo la loro capacità e senz'altra distinzione che quella della loro virtù e del loro ingegno. 7. Nessuno può essere accusato, arrestato o detenuto che nei casi determinati dalla Legge, e secondo le forme che essa ha prescritto. Quelli che sollecitano, spediscono, eseguono o fanno eseguire ordini arbitrari debbono essere puniti; ma ogni cittadino che sia chiamato o tratto in arresto in virtù della Legge, deve ubbidire istantaneamente: si rende colpevole con la resistenza. 8. La Legge non deve stabilire che pene strettamente ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito che in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto, e legalmente applicata. 9. Poiché ogni uomo è presunto innocente fino a che non sia stato dichiarato colpevole, se si giudica indispensabile arrestarlo, ogni rigore che non sarà necessario per assicurarsi della sua persona deve essere severamente represso dalla Legge. 10. Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la loro manifestazione non turbi l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. 11. La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni é uno dei più preziosi diritti degli uomini; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente, salvo a rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. 12. La garanzia dei diritti dell'uomo e del cittadino ha bisogno di una forza pubblica; questa forza è dunque istituita per il vantaggio di tutti, e non per l'utilità di coloro ai quali è affidata. 13. Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese di amministrazione, é indispensabile una contribuzione comune. Questa deve essere ugualmente ripartita tra tutti i cittadini, in ragione delle loro facoltà. 14. Tutti i cittadini hanno diritto di constatare da loro stessi o per mezzo di loro rappresentanti la necessità dei contributi pubblici, di consentirgli liberamente, di seguirne l'impiego e di determinarne la quantità, la ripartizione, la riscossione e la durata. 15. La società ha il diritto di domandare conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione. 16. La società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha Costituzione. 17. La proprietà è un diritto inviolabile e sacro, pertanto nessuno può esserne privato, se non quando la pubblica necessità, legalmente constatata, lo esige evidentemente, e sotto la condizione d'una giusta e previa indennità. Periodo post rivoluzionario I problemi finanziari devono essere risolti. La Francia ha un’idea “vecchia” ma applicata in modo innovativo: secolarizzazione dei beni ecclesiastici (Impero di Maria Teresa, la dottrina alla base della soppressione è il giurisdizionalismo → dispotismo illuminato, definizione su treccani riguarda la separazione dei poteri tra stato e chiesa. Si prevede la possibilità da parte dell’autorità civile di intervenire nel diritto di proprietà della chiesa per quel che attiene la sfera non strettamente religiosa. Di fatto imponendo una sorta di diritto prevalente sui beni ecclesiastici, iniziano ad essere vendute le proprietà fondiaria ecclesiastiche. La Francia fa un’operazione che in Europa era già stata praticata dai despoti illuminati, ma che in Italia era stata praticata tra ‘600-‘700 dalla Repubblica di Venezia. Vengono alienati i beni ecclesiastici regolari, ossia quei beni delle comunità nate per perfezionare il monaco (beni degli ordini regolari, che hanno una regola, es.Benedettini), ma non i beni secolari (il clero secolare, sono in cura d’anime). I beni regolari in età moderna erano molto diffusi. Dunque durante la Rivoluzione francese avvenne una grande secolarizzazione di beni ecclesiastici. Nel novembre del 1789 i beni del clero furono messi a disposizione della Nazione per l'estinzione del debito pubblico. Essi divennero dei beni nazionali che sarebbero stati venduti in lotti per ricoprire il deficit dello Stato. Lo stesso anno vennero introdotti gli assegnati, una forma di carta moneta garantita dai «domini nazionali», che i detentori potevano scambiare con i terreni confiscati. Nel 1790 gli assegnati divennero una vera moneta, furono emessi circa 400 milioni di assegnati e questo fu l'inizio di un periodo di forte inflazione. Gli assegnati sono un sistema finanziario che porterà un po’ alla rovina, ma al momento si incassa subito (oggi cartolarizzazione). La cosa importante di questo meccanismo è che porto ad un’inflazione incredibile (dal 1793 in poi furono ritiranti dal mercato, vita breve) perciò il valore nominale.. 32 La prima Repubblica e il regime del terrore La storia della rivoluzione può essere divisa nella fase monarchica e nella fase repubblicana, che inizia alla morte del re. Il re nel 1791 prova a fuggire con Maria Antonietta, poiché non è favorevole alla rivoluzione trova un’alleata straniera, quella austriaca per farsi aiutare a sconfiggere la rivoluzione (alleato straniero che portasse le armi in Francia per restaurare l’antico regime). Il re tradisce la nazione scappando, ma viene trovato e portato a Parigi. Nel gennaio del 1793 il re viene condannato alla pena. Dal 1793 la Francia diventa una Repubblica, è la prima repubblica francese. Il re viene giustiziato come un qualsiasi malfattore (ghigliottinato). In Francia dal ’93 in poi, per circa 1 anno e mezzo il potere è in mano all’estrema sinistra della rivoluzione: il partito giacobino. Giacobini poiché fanno le loro riunioni nel convento di san Giacomo, e i giacobini (virtù) sono capeggiati da Robespierre. Robespierre è il leader del comitato di salute pubblica, che è l’organo esecutivo dell’assemblea nazionale. Quest’organo gestisce tutta la politica, interna ed esterna, gli storici hanno identificato questo momento della rivoluzione come “il terrorismo della virtù”. Ovvero che chi secondo il Comitato di salute pubblica non si fosse trovato perfettamente in linea con le direttive della rivoluzione doveva essere ucciso. Dunque viene utilizzato il metodo politico del terrore: consiste nell’assassinio sistematico dell’avversario politico. In 4 anni la rivoluzione ha percorso una via che dall’essere la rivoluzione degli ordini è diventata una rivoluzione sociale molto forte in mano di un manipolo di persone, quasi come una dittatura. Questo gruppo nel giugno del 1793 promulga una nuova dichiarazione dei diritti e una nuova Costituzione della repubblica francese (Costituzione dell’Anno I della Repubblica), dichiarazione e costituzione più libertaria fatta in Francia e voluta da Robespierre, ma non furono mai vigenti. Questi due documenti sono importanti perché per la prima volta nell’Europa continentale, in modo particolare nel luogo dell’assolutismo, si parla dei diritti sociali, come il diritto al lavoro. Lo stato deve prendersi cura dei propri cittadini, questo non era mai stato ipotizzato ne detto con chiarezza fino a quel momento. La storia dello stato del benessere moderno potrebbe partire da questi due documenti che si basano sul diritto alla protezione sociale. Un regime come quello di Robespierre ebbe una vita relativamente breve, 18-19 mesi, infatti nel 1794 Robespierre viene accusato di volersi fare tiranno della Francia, avendo appunto creato un periodo di terrore in cui le condanne a morte venivano dati senza gravi accuse. Il Direttorio Arrivò al potere un gruppo molto più conservatore: il direttorio. Il direttorio era formato da 5 persone (potere esecutivo) e si sostituì il comitato. Ci interessa perché fu l’organo che individuò un generale particolarmente dotato e capace che di lì a poco avrebbe cominciato a cambiare le sorti dell’Europa: Napoleone Bonaparte. Ancora giovanissimo, corso, arriva a Tolone e da buona prova di sé, il direttorio quindi pensa di spedirlo in un territorio che stava molto a cuore alla Francia del direttorio: il nord dell’Italia, perché confinava con l’Austria (insieme all’Inghilterra erano i due grandi nemici della rivoluzione). L’idea era di poter penetrare il Sacro romano Impero. NAPOLEONE BONAPARTE Nasce nel 1769 ad Aiaccio, da una famiglia di piccola nobiltà. Si arruola come cadetto e nel 1785 è sottotenente. In Corsica lavorerà a fianco di Pasquale Paoli, un uomo che cerca l’autonomia della Corsica (indipendenza). Siccome la convenzione è contraria a questa idea, fa capire a Napoleone che se vuole avere una carriera non deve appoggiare il cospiratore. Fu Pasquale ad espellere dall’isola Napoleone e mandarlo a Marsiglia dove arrivò nel 1793. Aveva la fama di essere un giacobino, del partito di Robespierre. Il primo episodio importante è a Tolone, la città era occupata dagli inglesi, Napoleone si contraddistingue come stratega nell’assedio della città. Immediatamente la Francia del terrore lo promuove a generale di Brigata (salto di posizione). Successivamente fu arrestato perché giacobino dal terrore bianco del direttorio, ma siccome era particolarmente dotato nelle arti militari fu immediatamente richiamato in servizio contro i realisti, coloro che lavorano per far tornare la monarchia in Francia. Dal 1796 al 1797 viene incaricato della campagna d’Italia, che vista in chiave internazionale è l’opposizione della prima coalizione contro la Francia rivoluzionaria (7 coalizioni). La campagna d’Italia Il primo test di prova per Napoleone è la campagna d’Italia: il Direttorio incarica Napoleone di entrare con l’esercito popolare dal Piemonte e di arrivare fino a Venezia. Quando il generale Bonaparte arriva in Veneto la Repubblica di Venezia collassa nel 1797, (repubblica di più di mille anni) e cessa di esistere. Il Veneto viene donato all’Austria con il trattato di Campoformio e comincia una dominazione austriaca su queste terre che a parte alcune interruzioni durerà 35 Coalizioni antinapoleoniche 1 96-97 Campagna d’Italia 2 1799-1801 Trafalgar: coalizzazione di Inghilterra, Russia e Austria 3 1805 Napoleone sbaragliò austriaci e russi ad Austerlitz. Contro Inghilterra, Russia, Austria e Napoli 4 1806-07 Gran Bretagna, Russia e Prussia, sancisce la fine del Sacro Romano Impero con il trattato di Tilsit 1806, cessa dopo più di 900 anni. È il periodo nel quale a Berlino c’è l’idealismo. Napoleone decise di andare nel cuore dell’impero, ovvero Berlino, anche se il vero cuore non era quella città ma Vienna. Però Napoleone sapeva che tra tutti i regni che facevano parte del Sacro Romano Impero la Prussia era quello più importante e ricco. Berlino era diventata un luogo di grandi riforme, ma soprattutto era la Prussia che possedeva l’esercito più importante ed agguerrito del mondo. Napoleone ottiene alcune importanti vittorie: Uhlm, Iena, Houerstadt. Le ultime Eilay e Friedland, l’esercito prussiano viene ridotto a nulla. La pace avviene con il trattato di Tilsit nel 1806 e finì così il Sacro Romano Impero (dopo 844 anni 962-1806). Come tenere insieme questi territori? Viene istituita la confederazione del Reno, che è la confederazione di circa 32 realtà statuarie, e da questa confederazione partiranno le guerre per la liberazione dei territori occupati da Napoleone (guerre di liberazione tedesche). La successiva evoluzione sarà la soluzione Grande Tedesca che fece la Prussia, regno leader nella confederazione con Vienna satellite di Berlino, però non venne accettata e si arrivò a due confederazioni: - la Soluzione Grande tedesca, Prussia, Hohenzollern - la soluzione piccola tedesca, Austria, Asburgo Con la soluzione della Francia di non fare mai alleanze. Dunque se prima erano insieme ora ognuno ha un suo impero. La Prussia si trasformerà poi nel primo impero tedesco. 5 1809. Gran Bretagna e Austria, le armi napoleoniche trionfarono sull’Austria nella battaglia di Wagram. 6 1813-1814, Gran Bretagna, Russia, Prussia, Austria e Svezia. Napoleone perde a Lipsia. 7 1815, GB, Russia, Prussia, Austria e Svezia. ultima Coalizione europea nel 1815 sconfiggono con Austria le truppe napoleoniche che stanno rientrando dalla campagna di Russia, a Waterloo Napoleone viene sconfitto. Napoleone Bonaparte verrà mandato in esilio, la prima volta sull’isola d’Elba, l’unica sovranità che gli venne lasciata, ma riesce a tornare in Francia; la seconda volta verrà mandato in esilio sull’isola di Sant’Elena. NAZIONE/NAZIONALITA’ → Tema legato alla rivoluzione francese Dopo il colpo di stato del 18 Brumario dell’anno settimo della rivoluzione, quindi 9 novembre 1799, (parte dal processo al re- dal periodo repubblicano), fatto da Bonaparte generale più popolare della Francia con consenso fortissimo. Il consenso si basa su: - ordine amministrativo, istituzionale, statale - famiglia nucleo essenziale della società francese - religione cattolica - principio di autorità, tutela ad oltranza della proprietà privata - istituzione della Legion d’onore - la nuova nobiltà napoleonica - il concordato con la chiesa - l’assoluzione degli assegnati e dei beni nazionali - i nuovi codici Questo è il capolavoro Napoleonico, l’insieme dà vita alla grande borghesia napoleonica, un nuovo ceto sociale e politico che recepirà e realizzerà la rivoluzione industriale francese. La nobiltà rimane perché Napoleone doveva gratificare chi lo aveva appoggiato, si intende la nuova nobiltà. Ma la nobiltà più importante è quella degli alti funzionari dell’amministrazione pubblica che costituiscono la base del controllo della repubblica francese e delle consorelle che erano state trasformate in stati simili a quello francese. Quando diventò imperatore 1504 il suo scopo principale (ultimo tentativo nella storia), fu cercare un uniformità territoriale allargando i vecchi confini della Francia. Tutte le regioni annesse furono chiamati “stati vassalli”, come ad esempio il regno italico, governati con le stesse regole che governavano la Francia. Dettaglio importante: l’Inghilterra doveva essere combattuta sul mare con il blocco continentale che significava la chiusura dei traffici mediterranei e atlantici alle navi inglesi, in modo da impoverire gli inglesi che traevano la loro ricchezza dal commercio. Tuttavia non riuscì in questo progetto. Il nazionalismo, che è un sentimento, romantico ottocentesco nasce esattamente in opposizione a questa egemonia 36 francese. Napoleone avendo portato in Europa la rivoluzione francese e quindi il regime repubblicano-imperiale, non assimila alla Francia le nazioni sottoposte, ma in alcune realtà, principalmente nel Sacro Romano Impero, ma anche in Italia, quello che nasce è il nazionalismo. Ovvero un sentimento che contrasta ogni forma di egemonia straniera sulla base di una rivalutazione della tradizione della nazione. Es. Quando a Milano c’è Eugenio di Beauharnais gli intellettuali italiani si riuniscono fuori dall’Italia, in particolare a Lione (esuli italiani). Essi intravedono in questo cambiamento: essersi tolti il giogo imperiale che fino a quel momento non era mai venuto meno. La richiesta della costituzione italiana viene esattamente perché tutti gli italiani passati da un’egemonia imperiale che si sentiva poco a una che si sentiva tanto, sono esasperati. l’Italia in questo caso è un’espressione geografica (Penisola)→ Metternich, austriaco, artefice della Restaurazione europea, voleva sconfiggere le rivoluzioni liberali e costituzioni che erano scoppiate in alcune nazioni (garante dell’assolutismo). L’Italia si identifica per l’uso comune della nostra lingua, non c’è niente altro in comune esclusa la lingua, il nostro nazionalismo, ovvero quello che prende corpo nel risorgimento è un nazionalismo linguistico culturale (perché la penisola era frammentata). La Germania ha un nazionalismo di tutt’altra specie, è di tipo razziale, si basa sulla razza ariana. Sono due caratteri distintivi forti della storia europea. La letteratura ci aiuta a capire, ad esempio Foscolo “celeste è questa corrispondenza di amorosi sensi” corrispondenza tra chi è morto e chi è vivo. Cambiamenti semantici (semantica storica, indagine su parole chiave per indagarne il mutamento di significato) “Stato”: stato moderno del ‘500 per arrivare dire che oggi è cambiato, sebbene la parola usata sia la stessa “Repubblica”: Repubblica romana, Venezia, Province Unite, Cromwell, Stati uniti d’America, hanno tratti comuni ma non sono la stessa cosa. Los torico deve ricostruire il cambiamento semantico. “Diritto” “Diritti” “Rivoluzione” Libro “Lingua e Rivoluzione” la rivoluzione cambia i significati delle parole: - democratico → può essere un provvedimento, un’istituzione, un tribunale, un governo.. ma esistono anche i democratici che per eccellenza nel linguaggio della rivoluzione è il Giacobino (si potrebbe anche dire democratico giacobino) - repubblica → implicito un carattere etico e morale (nella rivoluzione) perché è implicito un grado di virtù maggiore rispetto a quello presente nelle altre forme di governo - libertà → indica qualsiasi realtà o lotta che aspiri a un valore. Parola d’ordine dei rivoluzionari che dà l’unico senso alla lotta politica (lotta virtuosa, serve per conseguire un valore). - felicità democratica → oppure la libera felicità (diversa da quella americana) - patria → (noi non usiamo mai) è un luogo mitico di tutti i territori toccati dalla rivoluzione. Mitico in questo contesto sta a significare che è qualcosa di irreale e ideale. La patria oltre a ciò è anche un’organizzazione, uno stato, e alla fine sarà una repubblica (perché ha qualcosa di superiore dato che al suo interno vi è un carattere morale). Amare la patria può anche voler dire voler/dover morire per la patria (sacrificarsi per la patria, e quindi per un ideale, durante la rivoluzione sono state fondate società patriottiche). Il patriottismo è l’amore per la patria democratica e repubblicana (linguaggio rivoluzionario), ovvero verso una dimensione etica. Oggi questo concetto è desueto e lontano dal discorso politico e scientifico poiché l’età napoleonica è il momento del Romanticismo, la cui poetica è sempre molto nazionale e legata ad un luogo e una lingua (nazionalismo), questi nazionalismi si sono espressi attraverso le letterature nazionali. Lo stato ha confini molto rigidi, ma poi e sotto gli occhi di tutti che questi non esistano più, non esiste più il confine. La patria era un collante tra popolo, lingua, tradizioni, residenza in un territorio abitualmente occupato dalle stesse persone, ma questo con la mobilità degli ultimi molti decenni viene sempre meno. quindi è difficile fare un discorso di nazionalismo quando parte della popolazione non è “francese”. Si reagisce al tentativo omologatore di Napoleone (il romanticismo → ricerca delle tradizioni). La Francia aveva sviluppato molto il concetto di patria. - nazione → per i rivoluzionari che usavano questo sostantivo poteva voler dire il popolo, il territorio, la tradizione, ma anche la comunità umana che a un certo momento si dà una specifica organizzazione politica (le parole sono correlate tra loro) - partito → il partito in antico regime aveva un significato negativo perché era una “parte” che si opponeva ad un’altra parte all’interno di una res-pubblica che invece intendeva una cosa di tutti. Quindi il partito divideva questo concetto. L’idea inizia a cambiare quando Rosseau parla di maggioranza e minoranza, quindi la repubblica non ha più un solo colore, ma si parla almeno di due parti opposte (una governa, l’altra si oppone, due leader). Nella rivoluzione francese 37 ci sono molteplici partiti che assumono un connotato positivo poiché era l’articolazione della rivoluzione. Si passa dal concetto di fazione/setta (Savonaroliani) al concetto moderno di partito politico che è un veicolo attraverso il quale si diffondono visioni ed interessi particolari. - rappresentante → vuol dire “eletto” (i rappresentanti del triennio giacobini sono i rappresentanti eletti) - costituzione → non ha più il significato di legge fondamentale, ma è un atto (=act) - assemblea → in Italia nel 1789 non esisteva perché non c’era il diritto di riunirsi in assemblea, che sarà introdotto solo nel 1848 dallo statuto Albertino. Ciò vuol dire che nelle repubbliche italiane di allora non si dava l’assemblea, ciò arriva solo con il triennio giacobino. Nell’assemblea prendono posto gli eletti ed implica la necessità di una votazione, mentre nei consigli si andava perché si faceva parte di determinate famiglie, quindi di diritto. L’assemblea ha quindi un carattere etico - amministrazione → nel linguaggio nuovo i componenti sono gli ufficiali, gli agenti, il ministeriale, l’impiegato, il funzionario, il direttore e il co-direttore, l’incaricato d’affari, l’ispettore, il negoziatore (tutte parole nuove, legate a funzioni che prima non esistevano, funzioni amministrative che si svolgono nelle municipalità e nei governi centrali Organizzazione e confine di un territorio: - distretto (oggi provincia o regione) - comune - cantone Modo di organizzare la lingua nei fatti e nei luoghi Dalla rivoluzione si comincia a dare in giurisdizione i territori immensi ai funzionari (confiscati in precedenza agli ecclesiastici e a volte anche ai nobili, territori res..*)
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