Scarica RIASSUNTO DI TUTTI I CAPITOLI DEI PROMESSI SPOSI e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Sommario CAPITOLO 1 ........................................................................................................................................................ 2 CAPITOLO 5 ........................................................................................................................................................ 6 CAPITOLO 6 ........................................................................................................................................................ 8 CAPITOLO 7 ........................................................................................................................................................ 9 CAPITOLO 8 ...................................................................................................................................................... 11 CAPITOLO 9 ...................................................................................................................................................... 12 CAPITLO 10 ...................................................................................................................................................... 13 CAPITOLO 11 .................................................................................................................................................... 14 CAPITOLO 12 .................................................................................................................................................... 16 CAPITOLO 13 .................................................................................................................................................... 18 CAPITOLO 14 .................................................................................................................................................... 19 CAPITOLO 17 .................................................................................................................................................... 20 CAPITOLO 20 .................................................................................................................................................... 22 CAPITOLO 21 .................................................................................................................................................... 24 CAPITOLO 22 .................................................................................................................................................... 27 CAPITOLO 23 .................................................................................................................................................... 28 CAPITOLO 24 .................................................................................................................................................... 29 CAPITOLO 25 .................................................................................................................................................... 31 CAPITOLO 26 .................................................................................................................................................... 33 CAPITOLO 27 .................................................................................................................................................... 35 CAPITOLO 28 .................................................................................................................................................... 35 CAPITOLO 29 .................................................................................................................................................... 36 CAPITOLO 30 .................................................................................................................................................... 36 CAPITOLO 31 .................................................................................................................................................... 37 CAPITOLO 32 .................................................................................................................................................... 38 CAPITOLO 33 .................................................................................................................................................... 39 CAPITOLO 34 .................................................................................................................................................... 41 CAPITOLO 38 .................................................................................................................................................... 43 CAPITOLO 1 LA SERA DEL 7 NOVEMBRE 1627, IL CURATO DI UN PAESINO VICINO LECCO, STAVA PASSEGGIANDO PER TORNARE A CASA QUANDO VIDE I “BRAVI”. ESSI STAVANO ASPETTANDO PROPRIO LUI. NON POTENDO SCHIVARE IL PERICOLO CONTINUA PER LA SUA STRADA. QUANDO FURONO FACCIA A FACCIA UNO DEI DUE INIZIÒ A MINACCIARLO, DICENDO CHE SE L'INDOMANI AVESSE SPOSATO RENZO E LUCIA PER LUI SAREBBE STATA LA FINE. PER CONCLUDERE IL DISCORSO I DUE BRAVI NOMINARONO IL POTENTE DEL VILLAGGIO: DON RODRIGO, DICENDO CHE ERA LUI A NON VOLERE IL MATRIMONIO. I BRAVI SE NE ANDARONO E IL CURATO PRESE LA VIA DEL RITORNO A CASA. QUI LA SUA SERVA, PERPETUA, SI ACCORSE SUBITO CHE DON ABBONDIO NASCONDEVA QUALCOSA E LO PREGÒ DI SVELARLE QUESTO SUO SEGRETO. DON ABBONDIO AVEVA TANTA VOGLIA DI SFOGARSI E PERPETUA DI SAPERE, COSÌ, DOPO AVERLE FATTO PROMETTERE DI NON PARLARNE CON NESSUNO, FINALMENTE LE CONFIDÒ CIÒ CHE GLI ERA SUCCESSO. LA SERA STESSA, DON ABBONDIO NON RIESCE A DORMIRE E SI DIMENA NEL SUO LETTO. LA NON VUOLE SAPERNE NIENTE DELLE SUE DIFFICOLTÀ CON DON RODRIGO E I SUOI BRAVI. NEL FRATTEMPO LUCIA ED AGNESE DECIDONO DI CONSULTARE FRA CRISTOFORO. RITORNA RENZO CHE COMUNICA A LUCIA E AD AGNESE DELL'INCONTRO NON ANDATO A BUON FINE COME SPERAVANO. AGNESE E RENZO DISCUTONO MA LUCIA INTERVIENE E LI FERMA SOSTENENDO CHE FRA CRISTOFORO L'AVREBBE SICURAMENTE AIUTATA. ALL'ALBA PADRE CRISTOFORO LASCIA IL CONVENTO DI PESCARENICO E, SOLLECITO, SI AVVIA VERSO LA CASA DI LUCIA, "COL TRISTE PRESENTIMENTO IN CUORE, D'ANDAR A SENTIRE QUALCHE SCIAGURA". PADRE CRISTOFORO NON ERA UN CAPPUCCINO COME GLI ALTRI; NON SI ERA FATTO FRATE PER VIA ORDINARIA, MA IN SEGUITO AD UNA TRAGICA CIRCOSTANZA. EGLI SI CHIAMAVA LODOVICO ED ERA FIGLIO DI UN MERCANTE CHE LO AVEVA FATTO EDUCARE SIGNORILMENTE COME I NOBILI CAVALIERI DEL TEMPO, LASCIANDOLO, ALLA SUA MORTE, GIOVANE E ASSAI RICCO. PERO UN GIORNO AVVENNE UN FATTO CHE GLI CAMBIO LA VITA. ESSO SI TROVAVA IN UNA PICCOLA VIA E DALL’ALTRA SPONDA DELLA VIA CERA UN NOBILE CHE PRETENDEVA DI PASSARE PER PRIMO. DALLE PAROLE SI PASSO AI FATTI E LODOVICO UCCISE 2 UOMINI, MA FU CONTEMPORANEAMENTE FERITO. LODOVICO FU RICOVERATO E POI SI FECE PRETE. DOPO TUTTA QUESTA DESCRIZIONE DI PADRE CRISTOFOLO VEDIAMO ESSO CHE ARRIVA ALLA PORTA DI LUCIA, LE DUE DONNE LO SALUTARONO DICENDO A UNA VOCE: "OH, PADRE CRISTOFORO! SIA BENEDETTO! CAPITOLO 5 PADRE CRISTOFOLO SI FECE DICHIARARE I FATTI DA AGNESE, E PIAN PIANO SCOPRI TUTTI I FATTI; CRISTOFOLO NON POTEVA FARE MOLTO DATO CHE AVEVA NELLE MANI SOLO L’ARMA DELLA RELIGIONE QUINDI, DECIDE DI AFFRONTARE IL PREPOTENTE NEL TENTATIVO DI DISSUADERLO. MENTRE SI INCAMMINA VERSO IL PALAZZO DI DON RODRIGO, MANZONI CI DESCRIVE IL PAESAGGIO: DOVE SI PUÒ VEDERE LA POVERTÀ E LA CARESTIA DI GENTE CONTADINA O POVERA. IL PALAZZOTTO DEL SIGNOROTTO, SEGNO DI FORZA E DI POTENZA, SORGE TETRO SULLA CIMA DI UN POGGIO QUASI COME MINACCIOSO CUSTODE DELLA GENTE DISSEMINATA NEI PAESI SOTTOSTANTI. CRISTOFOLO ESSENDO UN CAPPUCCINO GLI VIENE DATO IL PERMESSO DI ENTRARE NEL PALAZZO E ADDIRITTURA NELLA STANZA DOVE DON RODRIGO STAVA MANGIANDO ASSIEME AD ALTRI COMPAGNI: C’È PURE IL CUGINO ATTILIO, PIÙ VIVACE CHE MAI, IL PODESTÀ DI LECCO, E L'AZZECCAGARBUGLI. SI DISCUTE IN MODI FRIVOLI DI UN ARGOMENTO VIOLENTO: DEI DUELLI, SUI QUALI SI CHIEDE, DATO IL CONTRASTO DI OPINIONI TRA GLI OSPITI, IL PARERE DEL FRATE. QUESTI RICONFERMA LA LEGGE EVANGELICA DELLA NON VIOLENZA. ALTRO ARGOMENTO, QUESTA VOLTA POLITICO, È QUELLO DELLA GUERRA TRA FRANCIA E SPAGNA SCATENATA IN CONSEGUENZA DELLA MANCANZA DI UN EREDE. ALLA FINE SI SFIORA ANCHE L'ARGOMENTO DELLA CARESTIA. PER LORO NON ESISTE: È SOLO IL RISULTATO MALEFICO DELL'INTERVENTO DEI FORNAI CHE IMBOSCANO LA FARINA PER OTTENERNE PREZZI PIÙ ALTI. AD UN CERTO MOMENTO DON RODRIGO CHE MAL SOPPORTA LA VISTA DI QUEL FRATE CONCENTRATO E SILENZIOSO SI DECIDE A DARGLI UDIENZA. MANZONI, DA BRAVO NARRATORE ONNISCIENTE, CI DICE CHE QUESTI PERSONAGGI SONO STATI MANDATI DA DON RODRIGO. INFATTI ESSO VOLEVA FAR RAPIRE LUCIA, SENZA PERO TORCERGLI NEANCHE UN CAPELLO. IN QUESTO MOMENTO AVVIENE UN FLASHBACK, OVVERO MANZONI CI RIPORTA AL PALAZZOTTO DI DON RODRIGO, DOVE VEDIAMO QUESTO PERSONAGGIO INQUIETO E PENSIEROSO, (MOLTI CRITICI DICONO CHE QUESTO È UN ACCENNO ALLA SUA FUTURA CONVERSIONE). DON RODRIGO CENA CON SUO CUGINO ATTILIO, IL QUALE GLI DICE DI AVER PERSO LA SCOMMESSA E DARGLI I SOLDI CHE GLI SPETTAVANO. PERO IL GIORNO DOPO DON RODRIGO SI RISVEGLIO’ AL PIENO DELLA SUA CATTIVERIA E VA A CHIAMARE IL GRISO, CAPO DEI BRAVI PER FAR RAPIRE LUCIA. COLUI CHE È ENTRATO A CASA DI LUCIA PRIMA DEL FLASHBACK. IL FLASHBACK FINISCE E VEDIAMO RENZO, LUCIA, AGNESE E I DUE TESTIMONI CHE SI DIRIGONO ALLA CASA DEL CURATO, CONVINCENDO PERPETUA A FARSI APRIRE LA PORTA, CON LA SCUSA DI SALDARE UN DEBITO CHE TONIA HA NEI CONFRONTI DI DON ABBONDIO CAPITOLO 8 QUESTO CAPITOLO SI APRE CON DON ABBONDIO CHE CERCA DI ACCULTURARSI LEGGENDO QUALCHE LIBRO (QUI DICE LA FAMOSA FRASE: “CARNEADE CHI ERA COSTUI”, SIMBOLO DI GRANDE IGNORANZA). NEL FRATTEMPO, CHE TONIO FA FIRMARE LA RICEVUTA DI SOLDI CHE DON ABBONDIO STA RICEVENDO COMPAIONO RENZO E LUCIA, PRONTI A DICHIARARSI MARITO E MOGLIE. A QUESTO PUNTO DON ABBONDIO CAPISCE LO STRATAGEMMA E INIZIA URLARE CHIEDENDO AIUTO. IL PIANO FALLISCE E MANZONI FA UNA RAGIONAMENTO: OVVERO CI DICE CHE IN QUESTO MOMENTO, CON DON ABBONDIO CHE CHIEDE AIUTO, SEMBRA CHE SIA L’OPPRESSO MENTRE RENZO SIA L’OPPRESSORE, MA NELLA VERITA DEI FATTI È PROPRIO RENZO A ESSERE L’OPPRESSO. CONTEMPORANEAMENTE FALLISCE ANCHE IL PIANO DEI BRAVI, NEL VOLER RAPIRE LUCIA, LA QUALE NON CE IN CASA ESSENDO A CASA DI DON ABBONDIO. DON ABBONDIO FA SUONARE LE CAMPANE SCATENANDO UNA GRANDE CONFUSIONE E FACENDO SCENDERE TUTTO IL PAESE IN PIAZZA, NEL BEL MEZZO DELLA NOTTE. PIAN PIANO TUTTA QUESTA CONFUSIONE SVANISCE E IL CAPITOLO SI CONCLUDE CON IL CONSIGLIO DI DON ABBONDIO A RENZO E LUCIA, IL QUALE DICE DI FUGGIRE. E QUESTO È IL FAMOSO CAPITOLO DOVE AVVIENE L’ADDIO AI MONTI (OVVERO DOVE LUCIA DEVE LASCIARE TUTTA LA PROPRIA FAMIGLIA, I PROPRI OBBIETTIVI ECC.). CAPITOLO 9 LA SCENA SI APRE CON RENZO, AGNESE E LUCIA CHE SBARCANO A MONZA. MANZONI NON VUOLE DESCRIVERE L’INCONTRO DI AGNESE E GELTRUDE. MA BENSÌ, COME HA FATTO CON FRA CRISTOFOLO, VUOLE PRIMA PRESENTARCI GELTRUDE, ESSA VIENE DESCRITTA COME UNA BELLA DONNA DI 25 ANNI LA QUI BELLEZZA VIENE QUASI SFIORITA. GELTRUDE (CHE È ISPIRATA AL PERSONAGGIO STORIO “MARIANA DELEIMA”) FU COSTRETTA A DIVENTARE UNA MONACA FIN DA QUANDO ERA PICCOLA. QUESTO PERCHÉ, PER EVITARE CHE IL PATRIMONIO DI FAMIGLIA VENISSE DIVISO, ESSO VENIVA DATO SOLO AL PRIMOGENITO. E AGLI ALTRI FIGLI VENIVA IMPOSTA UNA STRADA VERSO LA RELIGIONE, COME CAPITO’ A GELTRUDE. LA BAMBINA VENNE MANDATA IN CONVENTO A SOLI 6 ANNI. ESSA CAPISCE SUBITO DI NON ESSERE ADATTA ALLA VITA INCARICHERÀ LUI A MILANO, DOVE SI APPRESTA A TORNARE: LÌ C'È IL LORO CONTE ZIO, MOLTO POTENTE: DA LUI OTTERRANNO L'AIUTO PER IL TRASFERIMENTO DEL FRATE. IL GRISO VIENE A SAPERE DALLE CHIACCHIERE DI PAESE CHE LUCIA E AGNESE SI SONO RIFUGIATE A MONZA E CHE RENZO SI È DIRETTO A MILANO, FUGA CHE PROVOCA LA RABBIA DI DON RODRIGO ("FUGGITI INSIEME!"). AL GRISO VIENE ORDINATO DI RECARSI A MONZA PER AVER NOTIZIE PIÙ CHIARE SU LUCIA. RENZO, INTANTO, È GIUNTO A MILANO. LE PRIME IMPRESSIONI CHE RICEVE DALLA CITTÀ SONO CONFUSE MA TUTTE TENDONO A CONVINCERLO CHE A MILANO È SCOPPIATA UNA SOMMOSSA. LUNGO LA STRADA PER CUI ENTRA, UNA LUNGA STRADA STRANAMENTE DESERTA DI GENTE, VEDE LUNGHE STRISCE BIANCHE DI FARINA; PIÙ IN LÀ DELLE BOZZETTE DI PANE. INTANTO VEDE COMPARIRE DAVANTI A SÉ UN UOMO QUASI SCHIACCIATO DAL PESO DI UN SACCO DI FARINA, DIETRO GLI È LA MOGLIE CHE PORTA UN PANCIONE SMISURATO COLMO DI FARINA, CHIUDE LA PROCESSIONE UN RAGAZZETTO CON UN CESTO SULLA TESTA, COLMO DI PANI CHE EGLI, MUOVENDOSI, SEMINA PER LA STRADA. L'IMPRESSIONE PERÒ NON LO DISTOGLIE DAL SUO PRIMO PROPOSITO, QUELLO DI RECARSI NEL CONVENTO DEI CAPPUCCINI PER CHIEDERE DI PADRE BONAVENTURA, A CUI DEVE CONSEGNARE LA LETTERA DI RACCOMANDAZIONE DI PADRE CRISTOFORO. NON LO TROVA E PERCIÒ DECIDE DI ANDARE A VEDERE COSA SUCCEDE IN CITTÀ. CAPITOLO 12 RENZO VAGA PER LE VIE DI MILANO. QUI CI NARRA CHE LA GENTE STA SVALIGIANDO I FORNAI, QUINDI STA ACCADENDO UNA RIVOLTA POPOLARE. INFATTI DATA LA CARESTIA IL PREZZO DEL PANE ERA AUMENTATO TANTISSIMO E COSI NEL 1628, IL SOSTITUTO DEL GOVERNATORE AVEVA DECISO DI ABBASSARE IL PREZZO DEL PANE, PERÒ QUESTO FA INFURIARE I FORNAI E QUINDI, IL GOVERNATORE INSIEME AD UNA GIUNTA, HA RIALZATO IL PREZZO DEL PANE. DI CONSEGUENZA LA FOLLA SI È DI NUOVO INFURIATA. IN QUESTO MOMENTO RENZO ARRIVA A MILANO E ASSISTE ALLA RIVOLTA DELLA FOLLA. INIZIA A CAPIRE COSA STA SUCCEDENDO ED È ANCHE TESTIMONE DELL’ASSALTO AL FORNO DELLE GRUCCE DOVE LA FOLLA RIESCE A ENTRARE E SVALIGIARE TUTTO. TUTTI GLI OGGETTI VENGONO POI PORTATI IN PIAZZA DUOMO E DATE AL FUOCO. MANZONI RACCONTA LA VICENDA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI RENZO, QUINDI QUEST’ULTIMO SI ACCODA ALLA FOLLA CHE AVEVA DECISO DI DIRIGERSI VERSO LA CASA DEL VICARIO (NOBILE), PER CONTINUARE A PROTESTARE. [IN QUESTO CAPITOLO, RIUSCIAMO A CAPIRE COS’È IL POPOLO PER MANZONI. INFATTI IL POPOLO VIENE VISTO DA TRE PUNTI DI VISTA: - ROMANTICO: LO VEDE COME INNOCENTE, INFATTI DICE CHE NEL POPOLO SOLO POCHE PERSONE SONO VIOLENTE, MENTRE LE ALTRE SONO PRESSOCHÉ INNOCENTI - ILLUMINISTICO: DA QUESTA PROSPETTIVA MANZONI CI VUOLE FAR CAPIRE CHE LA COLPA DELL’AUMENTO DEL PANE È DOVUTO ALLA LEGGE “DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA”, QUINDI SE NESSUNO SE NE ACCORGE, IL VERO PROBLEMA È L’IGNORANZA DOVUTA DAL NON FUNZIONAMENTO DELLA COSCIENZA E DI CONSEGUENZA DELLA MENTE, CHE NON FA RAGIONARE - CRISTIANA: MANZONI ACCUSA LA COSCIENZA DEI POTENTI PERCHÉ CI SONO POCHE PERSONE (LE POPOLO SENTENDOGLI DIRE QUESTE PAROLE LO NOMINA COME AMBASCIATORE, IL QUALE DOMANI ANDRÀ A PARLARE CON FERRERÀ. AD UN CERTO PUNTO UNA PERSONA (DI NOME AMBROGIO FUSELLA) VESTITA DA POLIZIOTTO (ANCHE SE NON LO ERA) SI INIZIA AD AVVICINARE A RENZO E DISTRAENDOLO CON ALCUNE DOMANDE LO PORTA AD UNA LOCANDA (LUNA PIENA) DURANTE TUTTO IL TRAGITTO, RENZO SI MOSTRA PER COM’È, OVVERO UN POVERO SEMPLICIOTTO A VOLTE INGENUO. INFATTI, QUANDO ARRIVA ALLA LOCANDA, RENZO INIZIA A BERE, CADENDO NEL TRANELLO DEL FALSO POLIZIOTTO. RIUSCENDO A OTTENERE I DATI ANAGRAFICI DI RENZO. IN QUESTO MOMENTO POSSIAMO NOTARE IL PUNTO DI PIÙ BASSO DI RENZO, DOVE FACENDOSI TRASCINARE DALLE BEVANDE, PARLA A VANVERA DANDO INFORMAZIONI. IL RAGAZZO LASCIANDOSI TRASCINARE DAI VARI DISCORSI TIRA FUORI IL NOME DI DON ABBONDIO, DI DON RODRIGO FINCHÉ NON RITROVA LA CALMA NEL PENSIERO DI LUCIA. CAPITOLO 17 LA NARRAZIONE SI APRE CON RENZO CHE SI STA ALLONTANANDO DA GORGONZOLA (PAESINO), E MEZZANOTTE. L’ANSIA CHE AVEVA INIZIATO AD AGGREDIRE RENZO, QUI AGGIUNGE IL SUO MASSIMO PICCO. INFATTI, RENZO AVEVA PAURA DI ESSERE SEGUITO, DA QUANDO FUGGI DA MILANO. MENTRE CAMMINA PRENDE UNA STRADA SECONDARIA E CON L’ORECCHIO VOLEVA SENTIRE LA VOCE DEL FIUME “ADDA” CHE PER LUI SAREBBE LA SALVEZZA. RENZO DECIDE DI CONCEDERSI UN PO’ DI RIPOSO DATO CHE L’ABA ERA ANCORA LONTANA. QUINDI SI RITIRA IN UN CAPANNO PER DORMIRE. DURANTE LA NOTTE SOGNA TUTTI I PERSONAGGI CHE HANNO POPOLATO LE SUE GIORNATE, MA SOLO LA VISIONE DI LUCI E FRA CRISTOFOLO GLI CONCEDONO UN MOMENTO DI PAUSA. QUANDO AL MATTINO SI SVEGLIA, RIESCE A CONVINCERE UN BARCAIOLO A TRAGHETTARLO DALL’ALTRA PARTE DEL FIUME. SUBITO DOPO CAPISCE CHE BERGAMO (CITTÀ DOVE SI STAVA DIRIGENDO, PER ANDARE DEL CUGINO) DISTA SOLO 9 MIGLIA. DURANTE IL TRAGITTO SPRECA TUTTI I SOLDATI CHE GLI ERANO RIMASTI PER MANGIARE E PER FARE CARITÀ. FINALMENTE, PERO RIESCE AD ARRIVARE A BERGAMO E AD INCONTRARE SUO CUGINO, BORTOLO CASTAGNERI. (QUESTO PERSONAGGIO E IL PERSONAGGIO ANTILIRICO PER ECCELLENZA, CHE INCARNA IL PRAGMATISMO POPOLARE E UNA PARTE DEL POPOLO LOMBARDO CHE LOTTAVA PER I PROPRI DIRITTI). CAPITOLO 20 IN QUESTO CAPITOLO ENTRA IN SCENA L’INNOMINATO. LA NARRAZIONE DEL CAPITOLO SI APRE CON LA DESCRIZIONE DEL CASTELLO DELL’INNOMINATO. LA DESCRIZIONE MOLTO PARTICOLARE, PERCHE MANZONI CERCA DI CREARE UN CLIMA FIABESCO GRAZIE A PARTICOLARI E MINUZIE (COME IL NIDO DELL’AQUILA). ABBIAMO UNA SECONDA DESCRIZIONE, OVVERO QUELLA DELL’INNOMINATO. MANZONI CE LO DESCRIVE COME UN ANZIANO, DAI CAPELLI BIANCHI, CHE PERO NEGLI OCCHI HA ANCORA LA FORZA DI UN GIOVANE. DURANTE L’INCONTRA TRA DON RODRIGO E L’INNOMINATO, VEDIAMO DON RODRIGO CHE CHIEDE AIUTO A QUESTO NUOVO PERSONAGGIO, CHE ALLA FINE DECIDE DI ACCETTARE LA RICHIESTA DI DON RODRIGO. PER RIUSCIRE NELL’INTENTO, L’INNOMINATO DECIDE DI TIRARE IN BALLO UN ALTRO SUO AMICO. EGIDIO. COLUI CHE ERA INNAMORATO DELLA MONACA DI MONZA (CAPITOLO 10). L’INNOMINATO DECIDE DI CHIEDERE CONGEDATO IL BRAVO, IL SIGNORE DECIDE DI ANDARE A TROVARE LA SUA PRIGIONIERA. ARRIVATO DAVANTI ALLA STANZA DELLA VECCHIA SERVA DA UN CALCIO ALLA PORTA E ORDINA A LUCIA, RANNICCHIATA IN UN ANGOLO DELLA STANZA, DI ALZARSI. ALLORA LA RAGAZZA SI METTE IN GINOCCHIO AL COSPETTO DELL’INNOMINATO, SUPPLICANDOLO DI LASCIARLA ANDARE E PREGANDO DIO. A QUELLE PAROLE IL SIGNORE RISPONDE CHE DIO VIENE INVOCATO SOLO DA COLORO CHE NON HANNO LA FORZA DI DIFENDERSI DA SOLI. DUNQUE LUCIA CONTROBATTE CON PAROLE ARDITE E POTENTI CHE RIMARRANNO CONFICCATE NELLA TESTA DELL’INNOMINATO: “DIO PERDONA TANTE COSE, PER UN’OPERA DI MISERICORDIA!”. DA QUESTE PAROLE RIMANE COLPITO. INFATTI LUCIA FA CAPIRE ALL’INNOMINATO CHE LUI (AL CONTRARIO DELLA VECCHIA CHE A CAUSA DELLA SUA PERMANENZA AL CASTELLO NEL CORSO DEGLI ANNI, E PER VIA DELLE VICENDE CUI HA ASSISTITO) HA UN’ANIMA. E SE LUI LA FACESSE RITORNARE A CASA, LUI POTREBBE ANCORA ESSERE PERDONATO DA DIO. L’INNOMINATO DOPO ESSERSI RIPRESO PROMETTE DI FAR PORTARE DEL CIBO E CHE SAREBBE RITORNATO L’INDOMANI. LUCIA, APPENA FU PORTATA LA CENA, SI RIFIUTÒ DI MANGIARE E IL PASTO VENNE DIVORATO AVIDAMENTE DALLA VECCHIA SERVA, LA QUALE FINITA LA CENA ANDÒ A DORMIRE DA SOLA, IN QUANTO LA RAGAZZA PREFERÌ CORICARSI IN UN ANGOLO BUIO DELLA STANZA. LA NOTTE DELLA GIOVANE INIZIA CON UN DORMIVEGLIA TORMENTATO DAI RICORDI DELLA GIORNATA E DAL RUSSARE DELLA SERVA. QUANDO NEL BEL MEZZO DELLA NOTTE LUCIA SI SVEGLIA, VORREBBE MORIRE, MA RITROVA LA TRANQUILLITÀ PREGANDO E UNENDO ALLE PREGHIERE UN VOTO DI CASTITÀ FATTO ALLA VERGINE, INFATTI DICE CHE SE MAI SI FOSSE SALVATA AVREBBE RINUNCIATO TOTALMENTE A RENZO. COSÌ SI RIADDORMENTA RASSERENATA. ANCHE LA NOTTE DELL’INNOMINATO TRASCORRE IN MANIERA TORMENTATA, INFATTI, IN LUI VI È UNA LOTTA TRA L’UOMO VECCHIO E QUELLO NUOVO. IL SIGNORE RIPENSA AI DELITTI COMMESSI IN PASSATO, VUOLE CHIEDERE PERDONO, LIBERARE LUCIA E OPPORSI A DON RODRIGO. ALLORA, PRESO DALLA DISPERAZIONE CERCA DI SUICIDARSI CON UNA PISTOLA, MA VIENE FRENATO DA NUOVE VISIONI RACCAPRICCIANTI E DALL’IMMAGINE DI LUCIA. STA PER SPUNTARE L’ALBA, QUANDO L’INNOMINATO SENTE DEI SUONI LONTANI, UNO SCAMPANIO FESTOSO. COSÌ SI AFFACCIA DALLA FINESTRA E VEDE UNA PROCESSIONE DI GENTE IN FESTA. MANDA UN BRAVO IN PAESE PER CAPIRE COSA STESSE ACCADENDO. (È ARRIVATO FEDERICO BORROMEO) CAPITOLO 22 IL BRAVO ARRIVA AL CASTELLO PER ANNUNCIARE CHE IL MOTIVO DI FESTA ERA L’ARRIVO DEL CARDINALE (FEDERICO BORROMEO). L’INNOMINATO DECIDE DI ANDARLO A TROVARE MA PRIMA PASSA DA LUCIA (COME PROMESSO). DATO CHE LA TROVA ANCORA CHE DORME AVVISA LA VECCHIA CHE VERRÀ A VISITARLA DOPO CHE AVRÀ FATTO VISITA AL CARDINALE. DOPODICHÉ SI METTE IN CAMMINO SENZA SCORTA PER RECARSI A CASA DEL CURATO. ORA INIZIA UN LUNGO FLASHBACK, DOVE MANZONI DESCRIVE NEL CURATO IL SUO UOMO CLERICALE IDEALE. INFATTI PRIMA CI DESCRIVE DON ABBONDI (IN SENSO NEGATIVO) POI FRA CRISTOFOLO (PERSONAGGIO PIÙ CONTROVERSO, CHE HA I SUOI LATI NEGATIVI E POSITIVI) E ORA, DESCRIVE UN COSIDDETTO UOMO PERFETTO. INFATTI SARÀ IL CURATO CHE AVRÀ IL COMPITO DI INIZIARE LA SECONDA CONVERSIONE (INIZIATA GRAZIE A LUCIA) MATRIMONIO NON CELEBRATO. DOPO VARIE VICENDE LUCIA RIESCE AD ABBRACCIARE SUA MADRE. LUCIA, PERO, NON RACCONTA IL VOTO FATTO ALLA VERGINE ARIA E QUESTO SCATENA UN CAMBIAMENTO NEL PERSONAGGIO. PERCHE DA UN LATO SARANNO SPINTE DALL’AMORE, MA DALL’ALTOR LATO CE LA FEDE CHE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE PER LUCIA. DOPO PRANZATO CON L’INDOMITO ANCHE IL CARDINALE RAGGIUNGE IL GRUPPO. A QUESTO PUNTO AGNESE (ALTRO PERSONAGGIO UTILIZZATO DA MANZONI PER SDRAMMATIZZARE) SI FA SFUGGIRE DALLA BOCCA CHE IL MATRIMONIO NON È STATO FATTO PER COLPA DI DON ABBONDIO. IL CAPITOLO SI CHIUDONO CON IL TERMINE DELLA CONVERSIONE DELL’INNOMINATO. INFATTI ESSO FA SAPERE AI BRAVI CHE LA COSA DA ALLORA IN POI CAMBIERANNO. CHIEDE A CHI DI LORO VORREBBE RIMANERE CON LUI AFFERMANDO CHE TUTTI COLORO CHE AFFERMANDO LA NUOVA LEGGE AVRANNO L’ULTIMO PEZZO DI PANE DEL PADRONE. INFINE L’INNOMINATO DOPO AVER RECITATO LE ULTIME PREGHIERE SI RIESCE AD ADDORMENTARE TRANQUILLAMENTE. CAPITOLO 25 SÌ TORNA AL PAESE DI RENZO E LUCIA DOVE STANNO ARRIVANDO I PRIMI PETTEGOLEZZI DELLA VICENDA. INFATTI NEL PAESE GIRANO VOCI DIFFAMANTI NEI CONFRONTI DI DON RODRIGO CHE SI PENSA CENTRI QUALCOSA CON TUTTA QUESTA STORIA. INFATTI DA CHE IL NOME DI DON RODRIGO VENIVA PRONUNCIATO CON TIMIDEZZA ORA SE NE PARLAVA LIBERAMENTE. INFATTI LA FIGURA DI DON RODRIGO CONFRONTATA CON IL CARDINALE O L’INNOMINATO APPARE RIDICOLA E MEDIOCRE. TUTTO L’ODIO POPOLARE SI RIVERSA PERO NELL’AVVOCATO AZZECCARGLI. CHE VIENE APERTAMENTE INSULTATO PER STRATO. DON RODRIGO RESTA CHIUSO PER 2 GIORNI NEL PALAZZOTTO SENTITA LA NOTIZIA, MA AL TERZO GIORNO DECIDE DI ANDARE A MILANO PER L’IMMINENTE TIMORE DEL CARDINALE. QUESTA PARTENZA VIENE PARAGONATA DAL NARRATORE ALLA PARTENZA DI CATENINA CHE LASCIA ROMA. IN QUANTO ENTRAMBI LASCIANO IL PAESE PER VENDICARSI DELLE OFFESE SUBITE. IL CARDINALE SI STAVA DIRIGENDO VERSO IL PAESE DI RENZO E LUCIA. ALLORA IL PAESE SEGUENDO DON ABBONDIO VA INCONTRO AL CORTEO DEL CARDINALE. IL GRANDE NUMERO DI PERSONE FA AVANZARE FATICOSAMENTE IL CARDINALE. NEL FRATTEMPO DON ABBONDIO, AVENDO PAURA DI DOVERSI CONFRONTARE CON IL CARDINE SUL FATTO DEL MATRIMONIO, SI NASCONDE IN CHIESA. IL CARDINALE DOPO AVER PARLATO CON IL POPOLO SI APPARTA CON DON ABBONDIO E CHIEDE INFORMAZIONI SU RENZO. INOLTRE CHIEDE SE LUCIA SARÀ AL SICURO NEL SUO PAESE E DON ABBONDIO RISPONDERÀ DI SÌ DATO CHE IL SUO PERSECUTORE NON SI TROVA IN PAESE. MA IL CARDINALE VUOLE ESSERE SICURO DI VOLER TROVARE UN RIFUGIO SICURO PER LUCIA. ALLORA INTERVIENE UNA DONNA, (DI NOME “PRASSEDE”) CHE AVENDO IL BISOGNO PERSONALE DI COMMETTERE DELLE BUONE AZIONI NEI CONFRONTI DELLE ALTRE PERSONE OFFRE CASA SUA PER OSPITARE LUCIA. DONNA PRASSEDE HA UN COMPITO BEN PRECISA. INFATTI LEI VORREBBE CERCARE DI RIPORTARE LUCIA SULLA GIUSTA STRADA. INFATTI PRASSEDE CREDA CHE LUCIA SI SIA INNAMORATA DI UN POCO DI BUONO, DI UN RICERCATO…APPUNTO RENZO. DOPO ALCUNE VICENDE FINALMENTE VEDIAMO LA SCENA DEL CARDINALE CHE CHIEDE A DON ABBONDIO LE TRASFORMAZIONE IN “ANTONIO RIVOLTA” DI RENZO. CAPITOLO 27 IN QUESTO CAPITOLO RENZO RICEVE LA LETTERA CON I SOLDI, MA ANCHE LA SPIEGAZIONE DI LUCIA CHE HA FATTO IL VOTO. RENZO PERO NON SI ARRENDE. PERO PASSA IL TEMPO E ARRIVIAMO NELL’AUTUNNO DEL 1629, QUANDO LUCIA E AGNESE DOVEVANO INCONTRARSI, MA PER VARI FATTI NON SI INCONTRERANNO…INFATTI GIÀ SAPPIAMO CHE STA ARRIVANDO LA PESTE. CAPITOLO 28 MANZONI FA UN ALTRO EXCURSUS STORICO DOVE CI RACCONTA CHE A MILANO LA SITUAZIONE STA PRECIPITANDO PER L’ARRIVO DELLA CARESTIA. INFATTI GIÀ VEDIAMO CHE IL CIBO VINEE A MANCARE, LE PERSONE DI AMMALANO, LE ATTIVITÀ COMMERCIALI VENGONO ABBANDONATE…ECC. MANZONI CI DICE CHE I POTENTI NON STANNO FACENDO NIENTE PER AIUTARE IL POPOLO. L’UNICA PERSONA CHE AIUTA IL POPOLO È IL CARDINALE BORROMEO, CHE NON MEZZI PROPRIO CERCA DI SOPPERIRE ALLE MANCANZE. A MILANO SI STANNO AVVICINANDO I LANZICHENECCHI, TRUPPA CHIAMATA PERCHE NON SI RIUSCIVA AD AVERE LA MEGLIO SUL DUCATO DI MANTOVA, QUESTO PORTERÀ CON SÉ IL FRAGELLI DELLA PESTE. A FINE CAPITOLO TROVIAMO DON GONZALO COSTRETTO A LASCIARE MILANO CON GLI INSULTI DELLA FOLLA, LASCIANDO IL COMANDO A SPINOLA. CAPITOLO 29 LA NARRAZIONE SI PARE CON IL PARROCO CHE È PREOCCUPATO PER L’ARRIVO DEI LANZICHENECCHI, PERPETUA NON RIESCE A CALMARLO. AGNESE RIESCE A CONVINCERLO A METTERSI IN VIAGGIO CON LEI PER RAGGIUNGERE IL CASTELLO DELL’INNOMINATO, CONVITA CHE COSI RIUSCIRANNO A TROVARE PROTEZIONE. PRIMA DI ARRIVARE NEL CASTELLO SI FERMANO A PARLARE A CASA DEL SARTO. INFATTI DURANTE IL PRANZO PARLANO SOPRATTUTTO SULLA CONVERSIONE DELL’INNOMINATO E DI TUTTO IL BENE CHE HA FATTO DOPO, APPUNTO, ESSERSI CONVERTITO. CAPITOLO 30 IL TERZETTO, RAGGIUNGE IL CASTELLO. MA TROVANO NELL’OSTERIA DELLA MALNOTA UN GRUPPO ARMATO CHE STA DIFENDENDO LA ZONA. L’INNOMINATO INFATTI STA CERCANDO DI DIFENDERE I POVERI ALL’INTERNO DEL PROPRIO CASTELLO. AGNESE E PERPETUA CERCANO DI AIUTARE COME POSSONO, MENTRE L’UNICO CHE NON FA NIENTE È DON ABBONDIO CHE PASSA IL TEMPO A LAMENTARSI CHIEDENDOSI SE LA CONVERSIONE DELL’INNOMINATO È REALE. I LANZICHENECCHI PIAN PIANO SE NE VANNO VERSO MANTOVA E QUINDI TUTTI I POVERI ESCONO DAL CATELLO. GLI ULTIMI AD USCIRE DAL CASTELLO SONO PROPRIO IL TERZETTO. PERCHE DON ABBONDIO AVENTE PAURA NON VUOLE USCIRE. QUANDO È IL MOMENTO DI PARTIRE L’INNOMINATO DA DELLE LENZALE AD AGNESE E UN PO’ DI DENARO. PERO AL RITORNO, DON ABBONDIO RICEVE UNA BRUTTA SORPRESA, INFATTI LA LORO CASA È STATA SACCHEGGIATA. A FINE CAPITOLO MANZONI CI INTRODUCE LE DISGRAZIE CHE VERRANNO. INFATTI MANZONI CI DICE CHE SÌ, IL TERRITORIO RIDOTTO IN FRANTUMI DAI LANZICHENECCHI È TRISTE, MA QUELLO CHE STA PER ARRIVARE SARÀ MOLTO PIÙ TRISTE. OVVERO LA PESTE CAPITOLO 31 LE PRIME VITTIME DELLA PESTE INIZIANO A ESSERCI. LE PERSONE CREDONO CHE I MORTI SIANO DATI FEDELE GRISO. SOLO CHE TANTO FEDELE NON È, PERCHE AL POSTO DI CHIAMARE UN DOTTORE INIZIA A RACCATTARE TUTTE LE RICCHEZZE E FUGGE, CHIAMANDO I MONATTI. LA SUA FINE NON SARÀ MIGLIORE, PERCHE ANCHE LUI È STATO CONTAGIATO. LA PESTE NON HA RISPARMIATO NEANCHE RENZO. MA AVENDO UNA CORPORATURA MOLTO FORTE È SOPRAVVISSUTO. DATO CHE NON PIÙ UN RICERCATO, ESSO È TORNATO A LAVORARE DA SUO CUGINO BORTOLO. RENZO DECIDE TI TORNARE A MILANO E LUNGO LA STRADA TORNA AL PROPRIO PAESE. QUI INCONTRA TONIO, ORAMI A PAZZO A CAUSA DALLE MALATTIE E LA MORTE E DEL FIGLIO. INCONTRA ANCHE DON ABBONDIO. ESSO AGGIORNA IL RAGAZZO SUGLI ULTIMI AVVENIMENTI, OVVERO CHE PERPETUA È MORTA, LUCIA È A MILANO E CHE NON SI HANNO PIÙ NOTIZIE DI FRA CRISTOFOLO. RENZO DECIDE DI PASSARE UNA NOTTE NEL SUO PAESE, MA TROVA LA SUA CASA INVASA DAI TOPI E LA SUA VIGNA COPERTA DA ERBACCE. LA DESCRIZIONE DELLA VIGNA DI RENZO È IMPORTANTE PERCHÉ CI FA CAPIRE IL PENSIERO DI MANZONI. OVVERO CHE LA NATURA È MOLTO PIÙ FORTE DI TUTTO E QUINDI SENTE IL PROPRIO RICHIAMO ALLA VITA. IL CAPITOLO SI CONCLUDE CON RENZO, CHE DOPO AVER PASSATO LA NOTTA A CASA DI UN AMICO CHE LO HA AVVERTITO DELLA FUGA DI DON RODRIGO A MILANO, DECIDE DI RIPARTIRE VERSO LA CITTA CAPITOLO 34 IN QUESTO CAPITOLO RENZO RIESCE A TORNARE A MILANO E LA PESTE RAGGIUNGE IL PROPRIO APICE. L NARRAZIONE SI APRE CON RENO CHE RIESCE AD ARRIVARE A MILANO ANCHE SE NON HA IL PERMESSO PER ENTRARE. RENZO CHIEDE INFORMAZIONI PERCHE STA CERCANDO LA CASA DI DON FERRANTE. RENZO INFATTI È A MILANO PER CERCARE LUCIA DATO CHE HA PERSO LE SUE TRACCE. RENZO PERO VIENE SCAMBIATO PER UN UNTORE. QUANDO L’UOMO A CUI HA CHIESTO LE INFORMAZIONI SI ALLONTANA. NOTIAMO CHE RENZO STA CORRENDO UN GRANDE RISCHIA, IGNARO DI TUTTO. LA NARRAZIONE CONTINUA CON MANZONI CHE CI MOSTRA UNA CITTÀ DEVASTATA DALLA PESTE. MILANO INFATTI È MOLTO SILENZIOSA E PIENA DI CARRI CHE PORTANO VIA I MALATI. L’ATTENZIONE DI RENZO VIENE CATTURATA DA UNA DONNA CHE STA CHIUSA IN CASA CON I SUOI BAMBINI. INFATTI LA DONNA GLI SPIEGA CHE QUANDO SUO MARITO È MORTA, LEI E I SUOI FIGLI SONO STATI CONTAGIATI DALLA PESTE E SONO STATI BARRICATI IN CASA. RENZO ALLORA SI DIMOSTRA PER QUELLO CHE È, OVVERO UN RAGAZZO DI BUON CUORE, QUINDI DECIDI DI DARGLI IL PANE CHE AVEVA COMPRATO PER SÉ…POI ANNUNCIA LA SUA PRESENZA AD UN PRETE. ORA STIAMO PER ASSISTERE AD UNA DELLE DESCRIZIONI PIÙ FAMOSE DEI PROMESSI SPOSI. OVVERO QUELLA DELLA MAMMA DI CECILIA. INFATTI, UNA DONNA SI AVVICINA AD UN CARRO DI MONATTI, VESTITA DI BIANCO, CON IN BRACCIO UNA FIGLIA VESTITA DA FESTA, MA IN REALTÀ MORTA. QUESTA BAMBINA È CECILIA. MANZONI SI SOFFERMA SU DI LEI E SUL SUO ASPETTO FISICO. LÀ BIMBA INFATTI HA UN ABITO DA FESTA, COME SE FOSSE PRONTA PER FESTEGGIARE, BEN VESTITA E BEN PETTINATA. QUELLO CHE L’AUTORE CI FA CAPIRE È CHE SE DA UNA PARTE LA PESTE DA UCCIDENDO LE SUE VITTIME DALL’ALTRA LA PESTE NON STA VINCENDO. E LA PUREZZA E I BUONI SENTIMENTI PRIMA O POI POTRANNO TRIONFARE. FINALMENTE RENZO GIUNGE A CASA DI DON FERRANTE, DOVE CAPISCE CHE LUCIA È MALATA ABBONDIO CERCA IN TUTTI I MODI DI SVIARE IL DISCORSO DAL MATRIMONIO. MA QUANDO VIENE TIRATO FUORI L'ARGOMENTO DAL MATRIMONIO DON ABBONDIO RISPONDE CHE SU RENZO PENDE ANCORA UN MANDATO DI CATTURA E CHE DUNQUE SAREBBE MEGLIO CELEBRARE LE NOZZE IN UN ALTRO PAESE. A QUESTO PUNTO GIUNGE RENZO CHE DICE CHE IN PAESE È APPENA ARRIVATO IL MARCHESE EREDE DI DON RODRIGO IL QUALE HA GIÀ PRESO POSSESSO DEL PALAZZOTTO. DOPO ALCUNE VICENDE DON ABBONDIO, SCOPRE CHE VERAMENTE DON RODRIGO È MORTO E PROVA UN SENSO DI PIACERE A QUESTO PUNTO PER DON ABBONDIO, LE NOZZE SI POSSONO CELEBRARE. INOLTRE NESSUNO PENSA PIÙ A RENZO. A CAUSA DELLO SCONVOLGIMENTO DELLA PESTE E COSÌ DON ABBONDIO INVITA RENZO E LUCIA A CELEBRARE LE NOZZE NELLA SUA CHIESA. DON ABBONDIO DICE CHE PRIMA DI POTER CELEBRARE IL MATRIMONIO DI RENZO E LUCIA OCCORRE OTTENERE LA DISPENSA DALLA CURIA PER ALTRI DUE ANNUNCI DI MATRIMONIO. INFATTI DOPO LA PESTE SI STANNO REGISTRANDO TANTISSIMI MATRIMONI E DON ABBONDIO AGGIUNGE CHE PERFINO PERPETUA SE FOSSE ANCORA VIVA AVREBBE TROVATO UN MARITO. E AGGIUNGE POI CHE AGNESE È LA MERCANTESSA AVRANNO PRESTO DEI CORTEGGIATORI. IL GIORNO DOPO IL MARCHESE, EREDE DI CON RODRIGO, GLI PORGE I SALUTI DAL CARDINALE BORROMEO E DICE DI VOLER RIPARARE I TUTTI I COMPROMESSI SCATURITI DA DON RODRIGO DON ABBONDIO GLI COMUNICA CHE RENZO E LUCIA HANNO INTENZIONE DI TRASFERIRSI NEL BERGAMASCO. DON ABBONDIO PARLA AL MARCHESE DEI PROBLEMI DI RENZO E CHIEDE SE È POSSIBILE OTTENERE LA REVOCA DEL MANDATO DI CATTURA CHE PENDE SUL RAGAZZO. IL MARCHESE PROMETTE DI IMPEGNARSI A FAR OTTENERE LA ASSOLUTORIA PER RENZO. IN PIU IL MARCHESE È INTERESSATO ALLE CASE DI RENZO E LUCIA CHE SONO IN VENDITA. DON ABBONDIO STABILISCE UN PREZZO, E IL MARCHESE FINGENDO DI SENTIRE MALE LO RADDOPPIA. INFINE INVITA TUTTI PRESENTI A PRANZO NEL SUO PALAZZOTTO, IL GIORNO DOPO LE NOZZE A QUESTO PUNTO DON ABBONDIO RIENTRATO IN CANONICA RIFLETTE SULLA PESTE È NOTA CHE LA PESTE HA RISOLTO TUTTI I PROBLEMI E ADDIRITTURA PENSA CHE DOVREBBE ESSERCI UNA PESTE PER GENERAZIONE A PATTO DI SALVARSI LA PELLE. FINALMENTE GIUNGE LA DISPENSA PER I DUE ANNUNCI DI MATRIMONIO È LA ASSOLUTORIA PER RENZO. COSÌ SI POSSONO CELEBRARE LE NOZZE. RENZO E LUCIA SONO FINALMENTE SPOSI. IL GIORNO DOPO, RENZO, LUCIA, AGNESE, LA MERCANTENTESSA E DON ABBONDIO. SI DIRIGONO AL PALAZZOTTO DI DON RODRIGO. DOPO I DUE PRANZI VIENE REDATTO IL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA ALLA PRESENZA DI UN AVVOCATO CHE PERÒ NON È L’AZZECCAGARBUGLI, RENZO E LUCIA HANNO UNA BAMBINA A CUI VIENE DATO IL NOME DI MARIA. IN SEGUITO HANNO ANCHE ALTRI FIGLI RENZO VUOLE CHE I SUOI FIGLI IMPARINO A LEGGERE E SCRIVERE, PERCHÉ HA CAPITO CHE QUESTA È UNA COSA DA CUI UN GIORNO POTRANNO TRARRE VANTAGGIO. RENZO AMA RACCONTARE LE SUE AVVENTURE E SPESSO IN QUESTE OCCASIONI ELENCA TUTTO CIÒ CHE HA IMPARATO PER NON METTERSI NEI GUAI. LUCIA NON È D'ACCORDO CON LUI IN QUANTO LEI È STATA UNA VITTIMA INNOCENTE E NON SI È MESSA ALLA RICERCA DI GUAI A MENO CHE NON SIA DA CONSIDERARE UN ERRORE L'ESSERSI INNAMORATA DI RENZO I DUE SPOSI DISCUTONO E ALLA FINE GIUNGONO ALLA CONCLUSIONE CHE I GUAI CAPITANO SPESSO A CHI È INCAUTO E A CHI NON HA COLPE. MA COMUNQUE BIOGNA AVERE FIDUCIA IN DIO. QUESTA CONCLUSIONE TROVATA DA RENZO E LUCIA È PER L'AUTORE, IL SUGO DI TUTTA LA STORIA. È PER QUESTO MOTIVO HA RITENUTO OPPORTUNO METTERLO ALLA FINE L'AUTORE CONCLUDE CON UN'OSSERVAZIONE IRONICA E DICE CHE SE AI LETTORI È PIACIUTA L'OPERA DOVRANNO VOLER BENE A CHI L'HA SCRITTA E UN PÒ ANCHE A CHI L'HA RIMANEGGIATA. SE INVECE I LETTORI SI SONO ANNOIATI È BENE CHE SAPPIANO CHE CIÒ È ACCADUTO NON CERTO PER VOLONTÀ DELL'AUTORE. E QUI SI CONCLUDE IL ROMANZO.