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Riassunto di "Una scuola di classe", Schemi e mappe concettuali di Sociologia dell'Educazione

In questo libro si parla di una ricerca etnografica sui processi di orientamento scolastico e su come questi influenzino la costruzione della soggettività e delle scelte; inoltre, su come la violenza simbolica da parte dell’istituzione scolastica comporti l'adesione cognitiva degli studenti all'ordine sociale così com'è e alle disuguaglianze che lo attraversano, invece di svolgere un ruolo propulsivo capace di innescare traiettorie impreviste e dunque cambiamento sociale.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

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Scarica Riassunto di "Una scuola di classe" e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia dell'Educazione solo su Docsity! Riassunto di Agnese Fortuna UNA SCUOLA DI CLASSE – MARCO ROMITO In questo libro si parla di una ricerca etnografica sui processi di orientamento scolastico e su come questi influenzino la costruzione della soggettività e delle scelte; inoltre, su come la violenza simbolica da parte dell’istituzione scolastica comporti l'adesione cognitiva degli studenti all'ordine sociale così com'è e alle disuguaglianze che lo attraversano, invece di svolgere un ruolo propulsivo capace di innescare traiettorie impreviste e dunque cambiamento sociale. Le pratiche di orientamento osservate appaiono infatti come una forza tesa alla riproduzione del senso comune, con le disparità sociali che produce e che legittima e dunque alla conservazione dell'esistente. Con la riforma del 1962 della scuola media, più persone hanno avuto accesso alla scolarizzazione, tuttavia si è notato con numerose ricerche che, nonostante la crescente scolarizzazione, i livelli alti di istruzione vengono raggiunti nella maggior parte dei casi dai figli di persone agiate → c’è una segragazione di censo, di origine nazionale e di classe. Si è notato inoltre che il tasso di abbandono scolastico è maggiore negli istituti professionali. Secondo Davis e Moore solo le persone più dotate di talenti personali e che si impegnano di più possono ambire alle posizioni più elevate, secondo le loro teorie per il MERITO→ si sono meritati attraverso l’acquisizione di capitale culturale, una posizione migliore nella società. Questo libro si basa su una ricerca fatta in due scuole medie milanesi tra il 2011 e il 2013; ciò che va a indagare sono i meccanismi che frenano la mobilità sociale attraverso l'istruzione e le pratiche di orientamento e del senso che viene attribuito loro dalle insegnanti. La scelta delle scuole superiori incide sul futuro scolastico lavorativo e di opportunità delle persone, per questo vale la pena indagarlo. CAPITOLO 1 – LA RICERCA La domanda di ricerca si è modificata nel corso del le prime osservazioni etnografiche; il ricercatore si è infatti accorto che i mondi privati delle famiglie degli studenti incontrati nel corso della ricerca non potevano spiegare interamente il loro confinamento nelle scuole tecniche e professionali ma al contrario le pratiche più o meno formalizzate di orientamento scolastico testimoniavano un ruolo centrale giocato dalla scuola nella riproduzione delle disuguaglianze educative e di classePierre Bourdieu→ concetto di violenza simbolica→ “quando i dominati applicano a ciò che li domina schemi che sono il prodotto del dominio, o, in altri termini, quando i loro pensieri e le loro percezioni sono strutturate conformemente alle strutture stesse del rapporto di dominio che subiscono i loro atti di conoscenza sono inevitabilmente atti di riconoscenza di sottomissione”→gli studenti provenienti dalle classi popolari di origine immigrata riconoscono il punto di vista degli insegnanti come il più coerente con i loro risultati scolastici e le loro presunte potenzialità→ruolo chiave degli insegnanti che legittimano e rafforzano l'ordine scolastico le sue disuguaglianze→ quindi non ha ragione la prospettiva di tipo culturalista secondo la quale le aspirazioni vengono trasmesse da genitori a figli ma nella relazione che questi soggetti intrattengono con l'istituzione scolastica e nei modi attraverso cui le istituzioni inquadra manipola e costruisce i loro orizzonti di possibilità. CAPITOLO 2 – IL CAMPO DELLA SCELTA SCOLASTICA Sia la prospettiva tecnico-funzionalista (Parsons) che quella del capitale umano hanno una visione ottimistica della funzione della scuola nella società industriale. Inoltre secondo le teorie di Davis e Moore, la scuola consentiva una distribuzione più giusta ed efficace degli individui lungo la gerarchia occupazionale poiché basata sul merito e sul talento di ciascuno. I teorici del conflitto invece, tra cui Marx e Weber, pensano che la scuola sia utilizzata per il mantenimento dell’ordine sociale e dei rapporti di diseguale potere e oppressione. →Negli anni ’70 a seguito di numerose ricerche si dimostra il peso delle origini sociali sui titoli di studio conseguiti→ al contrario di Parsons che sosteneva che le appartenenze sociali ascritte avrebbero contato meno per la meritocrazia → fallimento della teoria del deficit culturale: i programmi di educazione compensatoria per colmare le lacune della famiglia falliscono → Secondo Collins le credenziali scolastiche non hanno un immediato valore d’uso ma funzionano come strumento di selezione sociale→ contro il funzionalismo che pensava che la continua specializzazione scolastica servisse per occupare i ruoli emergenti lavorativi sempre più specializzati → la scuola non è un attore neutrale→ non è solo il talento di ciascuno che permette di avere successo, ma è il prodotto dell’interazione alunni-insegnanti (stereotipi- pregiudizi su classe, razza e etnia) Emerge l’approccio CONFLITTUALISTA→ mette in risalto la dimensione intrinsecamente conflittuale delle relazioni tra i gruppi sociali→ Althusser, Bowles e Gintis, Weber, Collins→l’istruzione formale è vista come strumento del dominio sia culturale che economico 2.2 il conflitto nell’evoluzione dei sistemi scolastici la nascita del sistema educativo nei regni illuminati serviva per dominare e educare le masse un certo tipo di attitudini e comportamenti per poi essere adatti alle logiche capitaliste, inoltre era uno strumento molto efficace per rafforzare la propria autorità→ l'obiettivo era quello di creare una forza lavoro docile e efficiente. il processo di espansione dell'istruzione formale a livello globale è da interpretare alla luce delle strategie imperialistiche delle potenze europee che, attraverso la scuola, praticavano una colonizzazione esterna e una colonizzazione interna al fine di favorire la cooperazione dei dominati al potenziamento del sistema capitalistico. alcune ricerche inglesi inoltre sostengono che attraverso la scuola si cercava di creare una forma di controllo sociale complementare alla repressione poliziesca. Da ricordare anche le ricerche di Freire, sull’oppressione e sullo sfruttamento. Ricerche sia in Inghilterra che in Germania→ci sono percorsi differenziati per il popolo e per le classi colte→meccanismi di selezione→controllo ideologico o simbolico con cui si legittimano le differenze. In Italia ci sono stati alcuni studi sull'orientamento tra medie e superiori in cui emerge che c'è un dispositivo attraverso il quale vengono legittimate le differenze e si rafforza la diversità sociale dei diversi indirizzi. 2.3 il conflitto nella scuola →le posizioni sociali si traducono in esperienze di vita scolastica differenziate In questo paragrafo vengono richiamati alcuni contributi di ricerca che si sono soffermati sull'analisi delle interazioni tra personale docente e studenti: - precognizioni degli insegnanti e giudizio scolastico: Davis e Dollard parlano di carenza di rafforzamenti positivi nei confronti di studenti delle classi inferiori, vengono ricompensati e apprezzati sono gli studenti delle classi superiori; Portois parla di pregiudizi verso i loro milieux sociali→ secondo lui infatti ci sono aspettative educative basse per i figli degli operai. - teorie delle etichettamento Beker: essere etichettati condiziona l'immagine che ho di me stesso→ nell'interazione con insegnanti si formano le identità degli studenti. per gli insegnanti lo studente ideale e quello appartenente alla classe media, chi ha certe caratteristiche nel modo di parlare, nei suoi interessi, nel suo modo di vestire, che corrispondono all'immagine nella mente degli insegnanti di studente modello. Si crea così un processo circolare tra aspettative delle insegnanti, comportamenti degli allievi i pratiche didattiche in classe. Rist fa un'analisi gli scambi verbali, posizioni, aspetto fisico in una scuola primaria in una comunità afroamericana di Saint Louis: le classi sociali gioca un ruolo significativo nel condizionare il tipo di attenzioni, apprezzamenti e ricompense che gli studenti ricevono dagli insegnanti→ Ciao ma formalmente dicendo che ognuna ha VALORE perché sviluppa COMPETENZE SPECIFICHE. (RETORICA GIUSTIFICAZIONISTA per la differenza nell’orientamento dei ragazzi) 3.3 Criteri di classificazione degli alunni e indicazioni orientative Il consiglio orientativo si basa come abbiamo detto in precedenza quindi sia sulle valutazioni conseguite (dimensione certificativa) che sulla cristallizzazione dell’immagine di potenzialità degli alunni (dimensione predittiva). Ai fini sia delle valutazioni che delle previsioni, gli insegnanti utilizzano inconsapevolmente degli schemi e delle rappresentazioni implicite (di cui non sono pienamente coscienti). Spesso infatti identificano alcuni studenti con “quel qualcosa in più” non sapendo identificare esattamente a cosa attribuirlo, tuttavia ciò rende rilevante il CAPITALE CULTURALE acquisito dal bambino dalla sua famiglia (argomenti brillanti, modo di parlare, interessi extrascolastici, tratti culturali affini al mondo dell’insegnante→concetto di habitus di classe di Bourdieu). In questo modo l’insegnante filtra i contenuti ritenendo solo alcuni più appropriati di altri, chi è in difficoltà viene zittito. La competenza linguistica è considerata importantissima. Le insegnanti si lasciano andare all’intuito, al senso pratico, senza una delibera razionale. (→ASSOCIAZIONE IRRIFLESSIVA TRA HABITUS E I DIVERSI INDIRIZZI FORMATIVI DISPONIBILI) Vi è però anche una rilevanza del capitale economico, in quanto il giudizio degli insegnanti è anche legato alla posizione occupazionale e alla disponibilità economica della famiglia; gli insegnanti hanno così una rappresentazione dei bisogni delle famiglie, che è però la proiezione del proprio punto di vista. Per esempio ci possono essere famiglie percepite come in disagio. Le insegnanti immaginano i destini più probabili della loro categoria. A questo proposito è di rilievo il “dilemma dell’inclusione” → si operano discriminazioni per le origini sociali ma allo stesso tempo si pensa di non poterlo evitare, per i costi sociali e i rischi per il futuro dei ragazzi se inseriti in percorsi scolastici troppo difficili per loro. (non dare aspirazioni illusorie per il lor pdv.) Il terzo modo in cui le appartenenze ascritte condizionano le decisioni dei consigli di classe, fa riferimento al modo in cui gli insegnanti conoscono, tengono conto e a volte accomodano le aspettative educative dei genitori. Queste aspettative si conoscono attraverso i colloqui rutinari, interpretando ciò che non è chiesto esplicitamente. Dunque la formulazione del consiglio orientativo riflette le diseguaglianze sociali di fronte all’istruzione da molti punti di vista: attraverso il meccanismo misconosciuto che lega i criteri di definizione dell’eccellenza scolastica al possesso di specifiche competenze, risorse e tratti culturali; attraverso la scelta di indirizzare i soggetti economicamente più vulnerabili verso i percorsi che inibiscono i processi di mobilità ascendente; infine attraverso il riconoscimento di un peso rilevante alle competenze culturali e alle aspettative scolastiche familiari nelle future carriere scolastiche degli studenti. CAPITOLO 4 – IL DISCORSO SUL CONSIGLIO ORIENTATIVO E LE RETORICHE GIUSTIFICATIVE Spesso la decisione degli insegnanti è densa di dubbio e incertezza perché comunque segnerà il futuro di quei ragazzi. Qual è la base del discorso che legittima e dà senso le pratiche messe in atto? Ci possono essere valutazioni errate in quanto è un'età precoce per l'espressione di talenti e inoltre l’imprevedibilità di percorsi di vita. è comune l’dea secondo cui i professori possono capire la vera essenza degli studenti e la loro vera natura, di conseguenza il corso di studi più appropriato per loro. Vi è una lotta simbolica tra la scuola e gli studenti/le famiglie. C’è un discorso retorico che giustifica il consiglio orientativo e il sistema in cui si iscrive: innanzitutto i professori dicono di conoscere bene i loro studenti e che vorrebbero far emergere i loro talenti e le doti innate; inoltre dicono che “i voti parlano chiaro”, quindi stabiliscono i voti come codice condiviso legittimo (i voti sono infatti lo strumento principe della classificazione scolastica→è uno strumento di potere simbolico, in quanto si presume una sua neutralità). Il giudizio dei professori si basa anche sulla loro esperienza professionale, da cui si pensa derivi una correttezza delle previsioni (le conferme rafforzano gli assunti di base). Infine gli insegnanti dicono di cercare di tutelare i loro studenti dal fallimento scolastico, derivato dal puntare troppo in alto (dispersione scolastica è colpa dei genitori e degli studenti che non seguono le indicazioni e puntano troppo in alto→ invece ci sono fattori strutturali e istituzionali da studiare). CAPITOLO 5 – L’ORIENTAMENTO INFORMATIVO Gli insegnanti spesso non hanno competenze necessarie per poter orientare gli studenti e per questo o ricorrono a esperti, oppure tendono solo a dare informazioni (raccolta e produzione di informazioni sulla scuola superiore→presentazione dell’offerta scolastica) è necessaria un’analisi delle pratiche di orientamento per avere un’analisi delle retoriche e rappresentazioni più comunemente utilizzate per dar conto dell’eterogeneità degli indirizzi di scelta disponibili, delle disparità sociali e nella qualità e quantità di informazioni ricevute nella formazione di aspirazioni educative nei soggetti. 5.2 Conferenze con gli studenti →partecipano solo i più bravi con profitto, per gli altri serve solo a perdere tempo; per gli insegnanti serve a garantire che tutti possano avere il diritto di cittadinanza formale e chiarire dubbi per gli interessati. In realtà si tratta di un dispositivo attraverso cui gli studenti possono riconoscere la distanza o vicinanza a un “tipo” scolastico e quindi il loro posto all’interno del campo scolastico (il proprio orizzonte di possibilità e azione. 5.3 open day, mini campus e incontri con i genitori→ non ci sono i genitori di chi ne avrebbe veramente bisogno, si informano solo i genitori che già sostengono i figli nella scelta. Più si è in periferia, meno sono i genitori che vengono (poco interesse? Poco capitale culturale? Poco tempo perché lavorano? “figli abbandonati alla deriva”→spiegazione culturalista non è giusta) 5.4 il “rumore nella comunicazione scuola-famiglie → per esempio la comunicazione tramite il diario presuppone una certa comunicazione a casa; spesso la comunicazione non è efficace, arriva solo agli studenti modello, in più i genitori esperti si attivano già autonomamente 5.5 Dalle disparità di accesso all’orientamento informativo alle modalità di fruizione→ per esempio la modalità della conferenza è accessibile solo per le persone che sono “abituate” alla scuola (HABITUS modo di parlare, attenzione per molto tempo, appunti, fare domande davanti a tutti) La scarsa partecipazione è dovuta a un condizionamento di classe (poca cultura, poco interesse, non si capisce l’importanza, c’è poca consapevolezza)→DISPARITÀ SOCIALI NELL’ACCESSO ALLE OPPORTUNITÀ INFORMATIVE E FRUSTRAZIONE PER INCAPACITÀ DI SFRUTTARE APPIENO LE OCCASIONI NFORMATIVE 5.6 “come pesci nell’acqua”→ La scuola parla attraverso certi linguaggi per le comunicazioni e dà per scontato che tutti capiscano →insieme di comportamenti, repertori e attitudini →capitale culturale (non solo linguistico) per parlare a scuola con i professori in modo paritario→competenza linguistica e competenza di mediazione sono necessarie per poter essere capiti →chi non riesce o sta in silenzio, oppure fa resistenza, un’opposizione esplicita →capitale SIMBOLICO→le parole del professore Marco Romito vengono considerate importanti dagli insegnanti, perché pensano che abbia un prestigio la sua professione, stima di lui gli consente di essere ascoltato CAPITOLO 6 – ORIENTAMENTO AL RIBASSO? Le scelte sono il frutto di una costruzione intersoggettiva, dove però i diversi soggetti hanno diverso POTERE SIMBOLICO (e capitale simbolico). Quale potere hanno i docenti nella costruzione dell’identità scolastica degli studenti? Nella costruzione dei loro orizzonti di possibilità? Hodkinson e Sparkes (1996) La direzione verso cui orientarsi viene data dalle informazioni disponibili attraverso canali relazionali che sono parziali e dipendenti dai contesti sociali di riferimento→c’è un’influenza PROSPETTICA E REGOLATIVA→PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E POI NEL GRUPPO DI PARI →le scelte delle classi popolari sono “in negativo” perché percepiscono la propria incapacità di accedere a traiettorie più alte →inoltre le scelte all’inizio dell’anno, che potevano essere più “alte” vengono cambiate a fine anno, perché ri-orientate durante l’orientamento (al ribasso) ORIENTAMENTO FORMATIVO→ supporta gli studenti nella definizione delle loro capacità. Attitudini e ambizioni→c’è un abbinamento tra identità scolastica e le scuole superiori In alcune scuole il percorso di orientamento prevede un test iniziale in cui lo studente è invitato a guardarsi allo specchio→ DOMENDE DI UN QUESTIONARIO per inquadrarli e fissarli in una posizione →convincono gli studenti che devono ascoltare gli insegnanti nel loro consiglio, che non devono fare di testa loro nella scelta→LE IDENTITÀ VENGONO FISSATE→ in base a come sei ora pensa a cosa vuoi fare nei prossimi 3/5 anni Nel fornire le informazioni sulle varie scuole viene svalutata la scelta del liceo, c’è una forzatura verso il basso→allo stesso tempo viene sostenuta un’apertura teorica del sistema scolastico I consigli personalizzati – sia formalmente che nella quotidianità→commenti al lavoro svolto quotidianamente dagli studenti, svalutazione per influenzarli nella scelta (studenti pensano di non potercela fare al liceo, perché a forza di sentirsi dire non ce la fai, alla fine non lo scelgono per paura di sbagliare)→arma di ricatto o punizione, vengono negate le ricompense e il riconoscimento CAPITOLO 7 – LE FAMIGLIE DI FRONTE ALL’ORIENTAMENTO SCOLASTICO Le decisioni vengono prese dai genitori con i figli per dargli la responsabilità della loro scelta; il genitore nella quotidianità cerca di lavorare e trasformare, inquadrare gli orizzonti entro cui fare la scelta. Il tentativo in questo capitolo è quello di esplicitare Il processo attraverso il quale le famiglie e gli studenti hanno scelto la scuola secondaria. come abbiamo visto nella formulazione delle indicazioni orientative gli insegnanti utilizzano criteri di giudizio e di classificazione che rafforzano il peso delle appartenenze sociali sulle scelte ritenute più appropriate per i loro studenti. si è rilevato che a parità di rendimento scolastico gli studenti provenienti da famiglie scarsamente dotate di capitale culturale o economico vengono più spesso indirizzati verso la formazione tecnica o professionale piuttosto che versi percorsi liceali. Trattando il tema dell'orientamento informativo sia rilevato che la dotazione di capitale culturale delle famiglie di origine è anche estremamente importante nel definire la quantità e la qualità delle conoscenze acquisite attraverso gli occasioni orientative offerte dall'istituzione scolastica. il capitale culturale la presenta però anche una dimensione cruciale per distinguere le famiglie in merito al tipo di rapporto instaurato con il giudizio scolastico con i consigli di insegnanti e più in generale con l'attività orientativa che la scuola rivolge agli studenti. I processi decisionali analizzati nei vari casi si distinguono sulla base della posizione delle famiglie incontrate nel corso della ricerca lungo l'asse definito dal capitale culturale. 7.3 famiglie con scarso capitale culturale SABRINA→ voto 7 la mamma è divorziata ex tossicodipendente, Mohamed il compagno della mamma è un muratore, lei ha vissuto in una comunità da piccola non voleva studiare era arrabbiata e ribelle e quindi è stata bocciata un anno. lei ha paura di non farcela a fare il liceo e quindi vuole scegliere un alberghiero o un CFP. strutture mentali, tra campo e habitus tra il modo in cui ho ordinato il campo scolastico e gli schemi di giudizio attraverso cui ordinarlo. Bisognerebbe analizzare ciò che è dato per scontato ciò che viene pensato in maniera implicita. il secondo problema che ci si è posti nel corso della ricerca è stato quello di esplorare in che modo la scuola riuscisse a filtrare gli ingressi nella scuola superiore pur non essendone riconosciuti strumenti formali di selezione. →teoria della violenza simbolica→le speranze soggettive le aspirazioni le ambizioni le condotte sono lo specchio delle opportunità oggettive che si dischiudono a chi occupa una determinata posizione sociale. → così come sistemi di giudizio utilizzati dai docenti sono al contempo il prodotto è ciò che riproduce la struttura del campo educativo anche gli studenti riescono a prevedere il proprio destino scolastico poiché hanno familiarizzato con i principi di fondo che regolano il successo e il fallimento nel sistema di istruzione formale. →il lavoro di ricerca ha messo in luce che questo processo di reciproco adattamento tra speranze soggettivi e strutture oggettive non è immediato→l'ordine sociale necessita di alcuni dispositivi in grado di rafforzarlo e rilegittimare quotidianamente, in questo caso le pratiche di orientamento scolastico. Come ci ricorda Bourdieau le relazioni di dominio si riproducono e si rafforzano se dominanti e dominati condividono un medesimo ordine simbolico che consente di naturalizzare e misconoscere l'arbitrio su cui si fonda→la violenza simbolica è un processo quotidiano chi si esprime nei modi attraverso cui diverse categorie di attore riescono a imporre oppure subire specifiche definizioni della realtà. Questa ricerca ha anche mostrato come le decisioni prese al termine della scuola media si radicano negli immaginari familiari e sociali degli studenti che rendono alcuni percorsi come più normali e accettabili di altri. si può fare in modo che questa ricerca sia utile per cambiare il sistema di orientamento scolastico della scuola superiore e l'impostazione della scuola così come oggi→ l'orientamento può costituire un quadro cognitivo entro cui situare pratiche in grado di attivare un processo che non sia solo di empowerment individuale ma anche di destrutturazione del senso comune. l'orientamento può svolgere un'azione pedagogica che costruisca identità capaci di immaginare traiettorie educative impreviste, Ma può rappresentare un'occasione per favorire una riflessione sulle disuguaglianze nelle transizioni educative per poi creare strategie per farvi fronte. APPENDICE SCHEDA1 – LA RAZIONALITÀ NELLA SCELTA ALLA PROVA Si assume che in una scelta gli attori utilizzino la razionalità strumentale per prefigurare il futuro→si assume che gli attori usino gli stessi procedimenti cognitivi di deliberazione qualunque sia la posizione che occupano nella gerarchia sociale → Le disuguaglianze educative sono strutturali, frutto di una diversa valutazione tra corsi e opportunità →manca la dimensione culturale normativa e simbolica→ concetto di habitus - calcolo costi rischi attraverso raccolta di informazioni - istruzione per benefici futuri, ma c'è rischio di fallimento - obiettivi lontani vs bisogni e desideri immediati - costi ossia anni di studio libri e tasse, ma poi maggiori benefici ossia migliori chance occupazionali retribuzioni e status sociale - istruzione come strumento di ascesa sociale? Questa teoria è stata fortemente criticata perché nella scelta scolastica per esempio molti genitori non hanno autonomia decisionale ma cercano conferme consigli indirizzi perché non sanno farlo sono quindi condizionati da altre persone. prendono informazioni da altri e il parere degli insegnanti per prendere decisioni. inoltre spesso influiscono fattori ambientali tra cui la vicinanza lontananza da casa della scuola, la percezione di un ambiente come sicuro o pericoloso. Infine l'insicurezza del futuro lavorativo non permette di fare previsioni abbastanza accurate e verosimili. SCHEDA 2 - APPROCCIO CULTURALISTA ALLA PROVA Milieux di origine degli studenti come determinante→ allievo il suo contesto familiare sociale secondo questa teoria c'è un'uguaglianza nelle possibilità di accesso e riuscita nella scuola, i fattori di ritardo delle classi svantaggiate vengono condotti alla classe sociale di appartenenza, ai valori trasmessi ai figli, alle condizioni di vita e pratiche educative familiari. inoltre le classi medie avrebbero un orientamento al futuro diverso. le differenze nella riuscita scolastica vengono attribuite a diversi tratti culturali ha una diversa percezione di sé→queste influenzerebbero comportamenti scelti immaginari e universi sociali e culturali. A questo proposito si può citare la teoria del deficit o della deprivazione culturale di Lewis, il funzionalismo di Parsons, secondo cui il sistema sociale delle società industrializzate dove va progressivamente favorire l'affermarsi dell'acquisizione sulla scrizione era necessario esplorare i motivi per cui ciò non avveniva. per Parson la scuola aveva una funzione positiva nel permettere l'ascesa sociale, a una maggiore scolarizzazione sarebbe risposto una maggiore mobilità sociale. in quegli anni erano stati creati molti programmi di educazione compensatoria per colmare le lacune familiari→ non hanno successo e quindi viene criticato questo approccio culturalista i teorici della deprivazione culturale sono stati accusati infatti di essere uno strumento ideologico che contribuisce ha sviare l'attenzione dalle cause strutturali dello svantaggio sociale ai sistemi culturali comportamenti dei gruppi dominati→ quest'approccio rifica la dimensione culturale offrendo una visione semplificata→ non hanno un ruolo causale il gruppo in arginali condividerebbero ovunque con le classi medie alte l'idea dominante dell'ascesa sociale per mezzo dell'istruzione ma non possedendo le competenze culturali necessarie per la realizzare questo obiettivo non sarebbero in grado di intrattenere collette di azione in accordo con questi valori. delle disuguaglianze sono strutturali
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