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Solidarietà e Suicidio: Un'analisi sociologica - Prof. Sassatelli, Dispense di Sociologia

Una comparazione tra la solidarietà meccanica e organica, e l'influenza di forze sociali come integrazione sociale e regolazione sociale sul suicidio. Inoltre, vengono introdotti concetti chiave come razionalizzazione, interazionismo simbolico e struttura occupazionale. Il testo conclude con un'analisi del ruolo del genere nella stratificazione sociale.

Tipologia: Dispense

2023/2024

Caricato il 27/01/2024

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 di Sociologia Anthony Giddens 1 
 2 Èmile Durkheim (1858-1917) I fatti sociali La sociologia studia i fatti sociali
 la vita sociale può essere studiata con lo stesso rigore riservato agli eventi naturali. I fatti sociali sono elementi della vita sociale che determinano le azioni individuali. I fatti sociali sono esterni agli individui ed esercitano un potere di coercizione sugli individui. La divisione sociale del lavoro (1893) Analisi del mutamento sociale: nell’era industriale si afferma un nuovo tipo di solidarietà. Società tradizionali —> Solidarietà meccanica Società moderne —> Solidarietà organica Solidarietà meccanica - I membri della società si dedicano in prevalenza a occupazioni simili tra loro 
 - Prevalgono le esperienze comuni e le credenze condivise 
 - La coesione sociale è garantita da sanzioni repressive Solidarietà organica 
 - I membri della società si dedicano in prevalenza a occupazioni diverse tra loro 
 - Prevale l’interdipendenza reciproca, come tra le componenti di uno stesso organismo 
 - La coesione sociale è garantita da sanzioni restitutive Il suicidio (1897) 
 Il suicidio è un fatto sociale che può essere spiegato solo da altri fatti sociali.
 Due forze sociali, esterne all’individuo, influenzano, per carenza o per eccesso, i tassi di suicidio Forza sociale 1: Integrazione sociale - suicidio egoistico (carenza di integrazione sociale) - suicidio altruistico (eccesso di integrazione sociale) Forza sociale 2: Regolazione sociale - suicidio anomico (carenza di regolazione sociale) - suicidio fatalistico (eccesso di regolazione sociale) 5 Karl Marx (1818-1883) Studia i cambiamenti della società moderna legati allo sviluppo del capitalismo: un modo di produzione radicalmente diverso dai suoi precedenti storici e costituito da due elementi: - il capitale: mezzi di produzione usati per produrre merci; - il lavoro salariato: l’insieme dei lavoratori che, privi dei mezzi di produzione, vendono la propria forza lavoro in cambio di un salario. Due classi Il capitalismo è un sistema classista e nella società capitalista sono presenti due classi: - la borghesia: i capitalisti proprietari dei mezzi di produzione; -il proletariato: la classe operaia priva dei mezzi di produzione. Il rapporto fra classi è conflittuale, fondato sullo sfruttamento: - la borghesia è la classe dominante;
 - il proletariato è la classe subordinata. Il processo storico poggia sulla concezione materialistica della storia: Le cause del mutamento sociale non sono da ricercare nelle idee o nei valori, ma nei fattori economici. Le società cambiano a causa delle contraddizioni insite nei rispettivi modi di produzione. Il sistema capitalistico è destinato a essere rovesciato da una rivoluzione dei lavoratori, che instaurerà una società senza classi. 6 Max Weber (1864-1920) A differenza di Marx, per Weber l’influenza di idee e valori sul mutamento sociale è pari a quella delle condizioni economiche. La sociologia è comprendente: ha il compito di comprendere il significato dell’azione sociale. L’etica protestante L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) L’etica protestante spinge l’individuo a impegnarsi per il successo delle proprie iniziative economiche, segno di predestinazione divina. Lo spirito del capitalismo è quel complesso di orientamenti normativi che sono alla base della società occidentale moderna, favorito dall’etica protestante e dal dogma della predestinazione. Il tipo ideale è un modello concettuale utile a comprendere il mondo.
 L’aggettivo ‘ideale’ non è sinonimo di desiderabile, ma designa la forma pura di un fenomeno.
 I tipi ideali non esistono nel mondo reale, ma aiutano a comprendere i fenomeni concreti. Il termine razionalizzazione indica l’affrancamento della società moderna dalle credenze radicate nella superstizione, nella religione, nelle usanze, nelle abitudini tradizionali, cui subentra il calcolo strumentale razionale, tendente al raggiungimento dell’efficienza sulla base delle conseguenze prevedibili. Il pensiero razionale moderno ha spazzato via le credenze di carattere ‘magico’, cioè non scientifico, legate alla tradizione. 7 - stanzialità su un territorio; - approvvigionamento più sicuro di cibo; - dimensioni più ampie rispetto alle società precedenti. • Le società tradizionali nascono a partire dal 6.000 a.C. Esse si caratterizzano per: - dimensioni ancora più ampie rispetto alle società precedenti; - sviluppo urbano; - disuguaglianze di ricchezza e potere pronunciate; - governo da parte di re o imperatori; - uso della scrittura; - sviluppo tecnologico rudimentale; - sviluppo di scienze e arti. Per quest’ultimo motivo queste società sono state definite anche civiltà. • Le società industrializzate Le società che hanno dominato la storia fino a due secoli fa sono state distrutte dall’industrializzazione, l’avvento della produzione meccanizzata e alimentata da risorse energetiche inanimate, come il vapore e l’elettricità. Le società industrializzate si caratterizzano per: - lavoro prevalentemente extra-agricolo; - urbanizzazione; - stato nazionale. Lo stato-nazione ha confini ben definiti ed emana leggi vincolanti per tutti coloro che vivono al loro interno; esso coniuga sviluppo economico, coesione politica e potenza militare. Il colonialismo Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo => creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se necessario, alla superiore potenza militare. Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo. Ponendo al centro dell’attenzione il costante processo di sviluppo economico e sociale che riguarda tutti i paesi del mondo si può parlare di: - Paesi sviluppati; - Paesi in via di sviluppo; - Paesi di nuova industrializzazione. • Paesi sviluppati (Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone) sono completamente industrializzati e hanno un elevato prodotto interno lordo pro capite. • Paesi in via di sviluppo (Cina, l’India e la maggioranza dei paesi africani e sudamericani) sono meno industrializzati, hanno livelli più bassi di prodotto interno lordo pro capite. Molti di questi paesi hanno conquistato l’indipendenza molto di recente e i loro sistemi 10 politici hanno seguito il modello occidentale dello stato-nazione. Alcuni paesi in via di sviluppo sono riusciti ad avviare un processo di rapida industrializzazione. • Paesi di nuova industrializzazione Con l’espressione paesi di nuova industrializzazione indichiamo, tra gli altri, il Brasile, il Messico e le quattro cosiddette ≪tigri≫ asiatiche: Hong Kong, Corea del Sud, Singapore e Taiwan. Il tasso di crescita economica dei paesi di nuova industrializzazione dell’Asia orientale è varie volte superiore a quello delle economie occidentali. Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo. Il mutamento sociale Il mutamento sociale è difficilmente definibile perché, in un certo senso, la società muta in continuazione. Principali fattori del mutamento sociale: ✓Sviluppo economico->l’ambiente fisico può favorire o limitare lo sviluppo economico. Per quanto sia dovuto principalmente a fattori economici, l’impatto della scienza e della tecnologia sul nostro modo di vivere si estende ben oltre la sfera dell’economia. ✓Sul piano del mutamento socioculturale occorre considerare il ruolo della religione, delle comunicazioni, della leadership e delle idee. ✓l’organizzazione politica è determinante nell’orientare lo sviluppo di una società. Il conflitto politico-militare tra le nazioni è stato una forza propulsiva del cambiamento nell’età moderna. La globalizzazione Per alcuni la globalizzazione indica una serie di processi che comportano crescenti flussi multidirezionali di beni, persone e informazioni in tutto il pianeta [Ritzer 2009]. Questa definizione mette in evidenza la crescente fluidità o liquidità del mondo contemporaneo, ma per molti studiosi globalizzazione significa anche che viviamo sempre più in uno stesso mondo, dato che individui, aziende, gruppi e nazioni diventano sempre più interdipendenti. Elementi della globalizzazione: ✓ sviluppo della Ict (information and communication technology) ✓ una serie di importanti progressi tecnologici nell’infrastruttura mondiale delle telecomunicazioni ✓ oltre ad aver moltiplicato le possibilità di contatti tra individui di tutto il mondo, la diffusione dell’Ict ha anche facilitato la circolazione di informazioni su persone ed eventi geograficamente distanti ✓ globalizzazione economica 11 ✓ ruolo delle imprese transnazionali-> catene globali delle merci Fattori della globalizzazione politica: ✓   crollo del comunismo avvenuto nei paesi dell’Est europeo a partire dal 1989 e culminato nella dissoluzione dello stesso regime sovietico nel 1991 ✓   l’ampliamento dei meccanismi internazionali e regionali di governo che avvicinano tra loro gli stati-nazione e che spingono le relazioni internazionali verso forme di governance globale (Onu e l’Unione Europea) ✓  presenza di organizzazioni internazionali governative e non governative Approcci alla globalizzazione: ✓ Iperglobalisti: la globalizzazione è un fenomeno molto reale le cui conseguenze sono avvertibili ovunque ✓ Scettici: si esagera la portata della globalizzazione e la maggior parte delle teorie in proposito sono chiacchiere su un fenomeno nient’affatto nuovo. A giudizio degli scettici, i livelli attuali di interdipendenza economica non sono senza precedenti ✓ Trasformazionalisti: si collocano in un certo senso in una posizione intermedia tra gli scettici e gli iperglobalisti. Essi vedono nella globalizzazione il processo fondamentale sotteso a un ampio spettro di cambiamenti che plasmano le società contemporanee, pur nella persistenza di vecchie strutture Cultura globale La globalizzazione produce una cultura globale? Secondo molti, la rapida espansione mondiale di Internet accelererà la diffusione di una cultura globale che assomiglierà alle culture dell’Europa e del Nord America, in cui attualmente risiede oltre metà degli utenti mondiali di Internet. Può essere prematuro concludere che la globalizzazione farà piazza pulita delle culture tradizionali. Anzi, sembra di poter affermare che le forze globali possono avere l’effetto di rafforzare i valori tradizionali-> glocalizzazione [Roland Robertson 1995] Con il progredire della globalizzazione emerge l’inadeguatezza di strutture e modelli politici in un mondo pieno di sfide che trascendono le frontiere nazionali->esigenza di una efficace governance globale 12 L’eterogeneità etnica L’eterogeneità etnica può costituire:
 • una grande ricchezza sociale
 • una grande fragilità sociale Oggi, molti dei conflitti che infestano il globo sono basati su divisioni etniche e nel corso di questi conflitti si verificano tentativi di: - pulizia etnica: creazione di aree etnicamente omogenee attraverso l’espulsione forzata delle altre etnie; - genocidio: eliminazione sistematica di un gruppo etnico da parte di un altro. Le migrazioni Le migrazioni (o movimenti migratori) si compongono di due processi: • Immigrazione: Afflusso in un paese di persone che hanno abbandonato altri paesi. • Emigrazione: L’uscita da un paese di persone che intendono stabilirsi in altri paesi. I movimenti migratori:
 - accentuano la diversità etnica e culturale di una società; 
 - contribuiscono a determinare la dinamica demografica, economica e sociale. Gli studiosi hanno identificato quattro modelli migratori: - modello classico: l’immigrazione è largamente incoraggiata e la promessa della cittadinanza è estesa a tutti i nuovi venuti (es. Canada, Usa e Australia); - modello coloniale: favorisce l’immigrazione dalle ex colonie (es. Francia e Gran Bretagna); - modello dei ‘lavoratori ospiti’: prevede l’immigrazione su base temporanea, per rispondere a richieste del mercato del lavoro, ma non la concessione dei diritti di cittadinanza (es. Germania, Svizzera e Belgio); - modelli illegali: ingresso illegale di immigrati in un paese. Le migrazioni del XX secolo Le migrazioni del XX secolo hanno trasformato il volto di molti paesi europei e si possono distinguere in alcune fasi: - primi due decenni del secondo dopoguerra: i paesi mediterranei prestavano a quelli nord- occidentali manodopera a buon mercato; - esaurimento del boom economico: rallentamento dell’immigrazione di lavoratori verso l’Europa occidentale; - caduta del muro di Berlino (1989): nuove migrazioni a seguito dell’apertura delle frontiere fra est e ovest; - guerra nella ex Jugoslavia: esodo di 5 milioni di rifugiati verso altri paesi europei. 15 L’immigrazione da paesi extra-Ue • L’immigrazione da paesi extra-Ue è oggi una delle questioni più pressanti dell’agenda politica di molti Stati dell’Unione europea. 
 
 I paesi che hanno aderito agli accordi di Schengen consentono il libero ingresso dagli altri paesi firmatari ⇒ gli immigrati irregolari che riescono a entrare in uno qualsiasi dei paesi aderenti possono poi muoversi senza impedimenti in tutto lo spazio di Schengen.
 
 Oggi la maggior parte dei paesi dell’Ue limita fortemente l’immigrazione legale ⇒ gli episodi di immigrazione irregolare tendono a moltiplicarsi. 
 Quali forze stanno dietro ai movimenti migratori globali? Le prime teorie delle migrazioni si sono concentrate su: • fattori di push (spinta): problemi interni al paese d’origine (es. guerre, carestie, oppressione politica) che spingono le persone all’emigrazione; 
 • fattori di pull (attrazione): caratteristiche dei paesi di destinazione (es. lavoro, libertà) che attirano gli immigrati. Oggi gli studiosi delle migrazioni adottano un approccio ‘sistemico’ ⇒ i modelli migratori globali sono considerati ‘sistemi’ prodotti da interazioni tra processi macro e micro. I modelli migratori dei prossimi anni Le principali tendenze capaci di caratterizzare i modelli migratori dei prossimi anni sono: accelerazione: aumenta il numero di migranti da un paese all’altro; diversificazione: molti paesi sono destinatari di un’immigrazione più diversificata che in passato; globalizzazione: le migrazioni assumono un carattere sempre più globale; femminilizzazione: aumento dell’emigrazione femminile legata ai cambiamenti del mercato del lavoro globale. Diaspora ⇒ processo per cui un’etnia abbandona il luogo di insediamento originario per disperdersi in altri paesi, spesso sotto costrizione o a causa di circostanze traumatiche. 
 ✓ A seconda delle forze propulsive che determinano la dispersione di una popolazione, Cohen distingue cinque categorie di diaspore: -  diaspora di vittime (africani, ebrei e armeni); -  diaspora imperiale (britannici); -  diaspora di lavoratori (indiani); -  diaspora di commercianti (cinesi); -  diaspora culturale (caraibici). 
 16 Qualsiasi tipo di diaspora deve soddisfare i seguenti criteri: • trasferimento, forzato o volontario, da una patria di origine a uno o più nuovi paesi; • ricordo comune della patria di origine, impegno per la sua preservazione e speranza di tornarvi; • senso di identità etnica più forte del tempo e delle distanze; • senso di solidarietà verso i membri dello stesso gruppo etnico che vivono nell’area della diaspora; • tensione nei confronti delle società ospiti; • capacità di apportare un contributo creativo al pluralismo delle società ospiti. 17 La teoria di Erik Olin Wright
 Nel capitalismo moderno vi sono tre dimensioni di controllo delle risorse economiche: • controllo degli investimenti (capitale monetario); • controllo dei mezzi fisici di produzione (terra, fabbriche, uffici); • controllo della forza lavoro. È così possibile individuare differenti classi: classe capitalistica: detiene il controllo in tutte e tre le dimensioni; classe operaia: è priva di controllo in tutte e tre le dimensioni; classi contraddittorie: controllano alcune dimensioni e non altre (es. colletti bianchi). Concetto di intersezionalità delle disuguaglianze Nella seconda metà del XX secolo la sociologia della disuguaglianza ha preso le distanze da un interesse pressoché esclusivo per la classe sociale, rivolgendo l’attenzione ad altre disuguaglianze: genere, etnia, sessualità, disabilità. Concetto di intersezionalità delle disuguaglianze ovvero il complesso intreccio di disuguaglianze sociali che dà forma alla vita quotidiana e complica quella che un tempo era l’analisi relativamente semplice delle classi. • Il concetto di ‘classe’ è impreciso ⇒ per sottoporlo a verifica attraverso la ricerca empirica è necessario operazionalizzarlo. • I modelli della stratificazione sociale così ottenuti permettono di collocare gli individui in una delle classi sociali contemplate dal modello stesso. • La maggior parte di questi modelli è ricavata dalla struttura occupazionale ⇒ le classi corrispondono a disuguaglianze materiali e sociali legate alle categorie occupazionali. • I modelli della struttura occupazionale possono essere: 
 descrittivi: mera descrizione della struttura sociale come una sorta di gerarchia naturale relazionali: struttura sociale come sistema di relazioni spesso conflittuali 20 J. Goldthorpe ha proposto un modello relazionale della struttura di classe. Questo modello si basa sul concetto di ‘relazione d’impiego’, che consente di distinguere fra: • contratti di lavoro • scambio ben definito e delimitato fra prestazioni e salari • contratti di servizio • contemplano elementi ‘prospettici’ (incrementi di stipendio e possibilità di carriera) Il modello relazionale della struttura occupazionale di Goldthorpe si basa su tre classi: classe di servizio: si applicano contratti di servizio; classe intermedia: si applicano contratti ibridi; classe operaia: si applicano contratti di lavoro. Questo modello non ha carattere gerarchico, ma riflette la struttura delle relazioni di classe. Alcune critiche ai modelli di classe occupazionali • I modelli di classe basati sulla struttura occupazionale: -   non colgono la dinamicità dei processi di formazione e trasformazione delle classi, provocati dai rapidi mutamenti economici; -  si applicano difficilmente alle persone economicamente non attive (disoccupati, studenti, bambini, pensionati); 
 
 - non rispecchiano l’importanza della ricchezza e della proprietà ⇒ l’occupazione non è un buon indicatore delle risorse possedute. Nelle società occidentali contemporanee è possibile distinguere la: classe superiore: alti dirigenti, imprenditori e capitalisti finanziari; 
 classe media: professionisti, dirigenti, funzionari, impiegati, tecnici; 
 classe operaia: operai—> imborghesimento: processo attraverso il quale gli operai con redditi da classe media ne adottano anche i valori, la mentalità e gli stili di vita ; 
 sottoproletariato: emarginati ed esclusi!concetti di esclusione sociale e cultura della povertà Genere e stratificazione J. Goldthorpe ha sottolineato che la posizione di classe delle donne è spesso il riflesso di quella del marito, perché: 
 - hanno una remunerazione più bassa;
 - svolgono più spesso lavori part-time;
 - svolgono più spesso lavori temporanei;
 - sono impegnate per lunghi periodi nella maternità e nella cura dei figli. 
 21 Alcune critiche alla tesi di Goldthorpe: - in molti casi il reddito della moglie è essenziale per mantenere la posizione economica e lo stile di vita della famiglia; 
 - l’occupazione della moglie può definire in via principale la posizione di classe della famiglia; 
 - è più corretto analizzare la specifica posizione di classe occupata dal marito e dalla moglie (doppia appartenenza di classe); è in aumento la quota di famiglie in cui la donna è l’unica fonte di reddito. La mobilità sociale La mobilità sociale è data dai movimenti di individui e gruppi tra diverse posizioni socioeconomiche. È possibile distinguerla in: mobilità verticale: movimento verso l’alto o verso il basso nella scala delle posizioni socioeconomiche; mobilità orizzontale: movimento geografico attraverso quartieri, città, regioni e paesi; mobilità ascendente: si ha quando un individuo o un gruppo guadagna in ricchezza, reddito, status ecc.; mobilità discendente: si ha quando un individuo o un gruppo subisce una perdita di ricchezza, reddito, status ecc. • Esistono due modi per studiare la mobilità sociale: Mobilità intragenerazionale cambiamento di posizione socioeconomica di un singolo individuo all’interno dell’arco di vita: Carriera lavorativa del singolo individuo Mobilità intergenerazionale cambiamento di posizione socioeconomica rispetto alla generazione precedente: Scostamento della condizione occupazionale dei figli in rapporto a quella del padre • La mobilità discendente, seppur meno frequente di quella ascendente, rimane un fenomeno diffuso. 
 
 I principali fattori della mobilità discendente sono: 
 -  l’insorgere di problemi e disturbi psicologici; 
 -  la disoccupazione; 
 -  le ristrutturazioni aziendali; 
 -  i tagli occupazionali; 
 -  il divorzio (soprattutto per le donne). Genere e mobilità sociale Nel complesso le donne hanno oggi opportunità molto superiori a quelle della generazione precedente, ma perdurano importanti ostacoli alla cessazione delle disuguaglianze di genere. 22 Esiste una diversità di genere
 nelle interazioni sociali quotidiane? Considerato che esse sono modellate dal contesto sociale, non possiamo sorprenderci che la comunicazione verbale e non verbale possano essere percepite ed espresse in maniera differente da uomini e donne. Nelle interazioni concrete si ravvisano anche una dimensione di classe e una etnica. • L’identità di genere di una persona viene espressa anche attraverso l’esperienza del corpo, proprio e altrui, e dei suoi movimenti -> di conseguenza, è socialmente creata e, nello stesso tempo, embodied (incarnate e incorporate). 
 
 • Richard Jenkins [2008, 5] afferma che l’identità è «la capacità umana, radicata nel linguaggio, di sapere “chi è chi” (e di conseguenza “cosa è cosa”). Ciò significa sapere chi siamo, sapere chi sono gli altri, sapere che essi sanno chi siamo noi, sapere che noi sappiamo cosa essi pensano che noi siamo e così via». 
 
 • Ne consegue che tutte le identità umane sono «identità sociali». 
 
 • Le identità sono costruite e non date, ma nondimeno presentano tre aspetti: sono in parte individuali o personali, sono in parte collettive o sociali, sono sempre embodied. 
 
 Distinzione tra «identità primarie» e «identità secondarie», connesse rispettivamente con i processi di socializzazione primaria e secondaria. ✓  Le identità primarie sono quelle che si formano nei primi anni di vita e comprendono il genere, la razza/etnia e probabilmente anche la disabilità. 
 ✓  Le identità secondarie si costruiscono su quelle primarie e comprendono quelle associate a ruoli sociali e status acquisiti, come il ruolo occupazionale e il rango sociale. Le identità sociali sono piuttosto complesse e fluide, e cambiano nel momento in cui gli individui assumono nuovi ruoli e si lasciano indietro quelli vecchi. 
 Le identità marcano differenze e somiglianze nell’interazione sociale 
 In molte situazioni sociali noi intratteniamo con gli altri una: Interazione non focalizzata È regolata dalla disattenzione civile e si verifica ogni volta che, in un dato contesto, gli individui si limitano a mostrare reciproca consapevolezza dell’altrui presenza. Interazione focalizzata Si verifica quando un individuo presta direttamente attenzione a ciò che altri dicono o fanno: Incontro è una ‘unità di interazione focalizzata’. Incontro Le caratteristiche dell’incontro: - prende avvio da un’apertura, che segnala il superamento della disattenzione civile ed è un momento che può risultare rischioso in quanto possibile fonte di fraintendimenti: Le parole sono la fonte dei malintesi (Antoine de Saint’Exupéry, il piccolo principe) 25 Ruolo sociale: In sociologia i ruoli sono le aspettative socialmente definite cui soggiace una persona che appartiene a un certo status o posizione sociale. • Ogni individuo è molto sensibile al modo in cui viene visto dagli altri e si sforza di esercitare molteplici forme di controllo delle impressioni che questi possono avere di lui. Status Gli individui possiedono molti status allo stesso tempo, ciò che viene definito set di status: 
 • status ascritto: si viene «assegnati» per ragioni biologiche (sesso ed età); • status acquisito: viene invece raggiunto attraverso lo sforzo individuale («laureato», «atleta »). 
 Rappresentazione teatrale Goffman equipara la vita sociale a una rappresentazione teatrale, in cui il comportamento dell’individuo dipende dal ruolo che sta interpretando in un dato momento. Approccio drammaturgico Ribalta È costituita da quelle circostanze sociali in cui gli individui agiscono secondo ruoli formalizzati e codificati, allestendo delle “rappresentazioni sceniche”. Retroscena È costituito da quegli spazi in cui gli individui approntano gli arredi scenici e si preparano all’interazione che avverrà nel contesto più formale
 della ribalta. Le distanze tra soggetti considerate ‘opportune’ nei diversi tipi di interazione variano da cultura a cultura. Edward T. Hall distingue quattro tipi di distanza tra individui: - distanza intima: (fino a 50 cm.) riservata ai soggetti con cui si ha una regolare confidenza fisica (es. genitori, amanti); - distanza personale: (dai 50 ai 120 cm.) riservata agli incontro con amici e buoni conoscenti; - distanza sociale: (dai 120 ai 350 cm.) riservata ai contesti formali di interazione (es. interviste); - distanza pubblica: (oltre i 350 cm.) adottata da coloro che agiscono di fronte a un pubblico di spettatori. Il linguaggio La maggior parte delle interazioni sociali ha luogo attraverso lo scambio verbale occasionale nel corso di conversazioni informali. Il mezzo attraverso il quale questo scambio si realizza è il linguaggio e molti sociologi hanno incentrato i propri studi sul linguaggio. Il significato di una comunicazione verbale risiede sia nelle parole, sia nel modo in cui il contesto sociale struttura ciò che viene detto. 26 Etnometodologia Harold Garfinkel è il fondatore dell’etnometodologia: ✓lo studio degli etnometodi, cioè le pratiche di uso comune, radicate in una certa cultura, di cui ci serviamo per conferire senso a ciò che gli altri fanno, in particolare a ciò che gli altri dicono. ✓La comprensione condivisa: Le parole usate nei discorsi quotidiani non hanno sempre significati precisi e noi «mettiamo a punto» ciò che intendiamo dire grazie alle supposizioni tacite che sorreggono lo scambio verbale. Duneier e Molotch hanno studiato gli scambi verbali tra ‘gente di strada’ e passanti newyorkesi utilizzando la tecnica dell’analisi della conversazione: tecnica che esamina il significato di ogni elemento di una conversazione, dal più piccolo ‘riempitivo’ (“ehm”, “ah”) all’esatta tempistica degli scambi (comprese pause, interruzioni e sovrapposizioni). Questi scambi verbali si caratterizzano per il fatto di essere “tecnicamente incivili”, nel senso che violano le regole tacite della socialità, e l’espressione “vandalismo interazionale” indica le situazioni di disagio e incertezza da essi derivanti. Prontezza controllata Nelle situazioni interattive ci si aspetta costantemente quella che Goffman chiama la prontezza controllata: una dimostrazione di competenza nelle routine della vita quotidiana. Un tipico esempio di ‘prontezza controllata’ sono i gridi di reazione: espressioni linguistiche che hanno la forma di esclamazioni inarticolate (es. Oplà), che segnalano una capacità di controllo sui dettagli della vita sociale. Il significato e il modo di utilizzo dei gridi di reazione può variare al variare del contesto sociale, nonché della cultura di appartenenza. Gestione dello spazio e del tempo Le forme della vita sociale sono strettamente legate alla gestione dello spazio e del tempo ⇒ le interazioni sociali sono situate, ossia:
 - si svolgono in un luogo particolare; 
 - hanno una specifica durata. Nell’analisi delle interazioni è importante tenere conto: 
 - della convergenza spazio-temporale: fenomeno per cui lo spostamento nello spazio è associato a quello nel tempo (le distanze “si accorciano” se diminuisce il tempo necessario a percorrerle); 
 - della regionalizzazione: il modo in cui la vita sociale si colloca nello spazio-tempo. Nelle società moderne la delimitazione delle attività è fortemente influenzata dal tempo cronometrico. Il sistema di riferimento temporale su scala planetaria fu introdotto nel 1884, quando il globo fu suddiviso in 24 fusi orari di un’ora ciascuno. Oggi la misurazione del tempo con orologi è standardizzata in tutto il mondo ⇒ è possibile quel complesso sistema di trasporti e comunicazioni che caratterizza la nostra vita. 27 Pluralità di forme familiari Nelle società umane esiste oggi una pluralità di forme familiari. Cambiamenti generalizzati investono la maggior parte dei paesi in via di sviluppo. 
 Sebbene la diversità sia l’aspetto saliente delle famiglie a livello mondiale, è possibile individuare modelli generali di cambiamento: 
 ✓  diminuita importanza dei clan e degli altri gruppi basati sulla parentela; ✓  tendenza diffusa alla libera scelta del coniuge; ✓  riconoscimento formale più ampio dei diritti delle donne; ✓  maggiore libertà sessuale per uomini e donne; ✓  tendenza generale al riconoscimento e all’estensione dei diritti dei bambini; ✓  accettazione crescente delle unioni omosessuali. 
 In Occidente, negli ultimi decenni, i modelli familiari hanno subìto profonde trasformazioni: - è diminuita la propensione al matrimonio; - è aumentata l’età media al matrimonio; - è aumentato il tasso di divorzi; - sono aumentate le famiglie monoparentali (con un solo genitore); - sono aumentate le famiglie ricostituite (si formano dopo un nuovo matrimonio o attraverso nuove relazioni che coinvolgono i figli delle unioni precedenti). Il divorzio In Occidente, per molti secoli, si è considerato il matrimonio indissolubile ⇒ il divorzio era concesso solo in caso di ‘mancata consumazione’ del matrimonio. In seguito il divorzio fu introdotto sulla base del ‘sistema accusatorio’: per divorziare uno dei coniugi doveva accusare l’altro di crudeltà, abbandono del tetto coniugale o adulterio. Negli anni ’70 furono introdotte le prime leggi che prevedevano il divorzio ‘senza colpa’ ⇒ per divorziare non è più necessaria la colpa di uno dei coniugi, ma è sufficiente che la convivenza sia diventata intollerabile. Il mutamento del diritto di famiglia, con l’introduzione del divorzio, è stato accompagnato da una crescita dell’instabilità coniugale. 30 Perché oggi il divorzio è sempre più diffuso?
 - il matrimonio non ha più molte connessioni con la trasmissione di ricchezza e status tra generazioni;
 - le donne sono sempre più indipendenti economicamente ⇒ il matrimonio non ha più gli aspetti di partnership economica di un tempo; - il divorzio non è più oggetto di pregiudizi; - si tende a valutare il matrimonio sulla base della soddisfazione personale. Negli ultimi anni sono in crescita alcuni fenomeni:
 - famiglie monoparentali: risultato di vedovanza, separazione o divorzio, madri mai sposate;
 - seconde nozze: tutti i matrimoni successivi al primo; 
 - famiglie ricostituite: famiglie in cui almeno uno degli adulti ha figli nati da un precedente matrimonio o relazione. In queste famiglie spesso si sviluppano nuovi rapporti di parentela: il divorzio spezza il matrimonio, ma non la famiglia, soprattutto se vi sono dei bambini: famiglie binucleari: i legami persistono nonostante la costruzione di nuovi rapporti familiari da parte dei genitori che si risposano. Padre assente
 Un altro fenomeno in crescita è quello del padre assente: legame sporadico del padre con i figli a causa della separazione o del divorzio. Per alcuni sociologi questo fenomeno è all’origine di problemi sociali (es. esplosione dei costi per il sostegno all’infanzia, aumento dei tassi di criminalità, difficoltà dei figli a diventare bravi genitori). Per altri, invece, i crescenti livelli di occupazione femminile provocano la crisi della figura paterna: gli uomini percepiscono le donne come capaci di occuparsi dei figli in modo autosufficiente ⇒ si sentono deresponsabilizzati. Alternative al matrimonio - Convivenza: è il rapporto tra due persone legate sessualmente, che vivono insieme senza essere sposate. Oggi un numero crescente di coppie con rapporti consolidati decide di non sposarsi, pur coabitando e allevando congiuntamente i figli. - Famiglie omosessuali: in molti paesi i rapporti di coppia omosessuali non sono riconosciuti legalmente ⇒ si fondano sull’impegno personale e sulla reciproca fiducia. In alcuni paesi, sono stati introdotti i ‘Pacs’ (Patti civili di solidarietà => assistenza e responsabilità in caso di malattia, diritto all’eredità e alla reversibilità della pensione, subentro nei contratti e nelle licenze), che estendono alcune prerogative tradizionali delle coppie sposate alle coppie di fatto, tra cui anche quelle omosessuali. 31 Conciliare lavoro e famiglia • uno dei fattori principali che influenzano negativamente le carriere delle donne è la percezione che per esse il lavoro venga al secondo posto dopo i figli, e che badare a questi ultimi sia «naturale» e biologicamente determinato. Tali convinzioni hanno un impatto diretto sull’equilibro lavoro-famiglia sia per gli uomini sia per le donne. 
 • Nonostante i grandi cambiamenti verificatisi negli ultimi decenni, tra cui l’ingresso delle donne nelle professioni dominate dagli uomini, decisamente indietro è rimasto l’ambito del lavoro domestico. Benché rispetto agli anni ’60 e ’80 gli uomini si occupino un po’ più delle faccende domestiche e le donne un po’ meno, la situazione è ancora nettamente squilibrata 
 Tensioni, violenze e abusi I rapporti familiari sono solitamente considerati fonte di calore e appagamento, ma possono anche essere carichi di tensioni, violenze e abusi. Spesso si verificano casi di:
 - violenza domestica: il maltrattamento fisico esercitato da un membro della famiglia contro un altro o altri suoi membri; - abuso sessuale sui minori: l’atto sessuale di un adulto con persone di età inferiore a quella prevista per poter consentire legalmente a questo tipo di attività; - incesto: un rapporto sessuale tra parenti prossimi. Violenza domestica Il luogo più pericoloso della società è la casa: un individuo ha molte più probabilità di essere aggredito in casa propria che per strada di notte. La violenza domestica è prevalentemente una pratica maschile e le principali vittime sono i bambini, seguiti dalle donne. Ci sono anche casi di violenza domestica femminile, ma è più contenuta ed episodica di quella maschile. Abuso sessuale sui minori: - è un fenomeno ‘scoperto’ solo in tempi recenti;
 - non è raro e si sta dimostrando preoccupante;
 - è presente in tutti i livelli della gerarchia sociale;
 - è presente nelle istituzioni (scuole, collegi ecc.);
 - è attuato in genere con l’uso della forza o la sua minaccia;
 - per il bambino è motivo di turbamento, vergogna o disgusto; - può avere conseguenze a lungo termine. Incesto L’incesto non comporta necessariamente abuso sessuale: un rapporto fra fratello e sorella è incestuoso, ma non rientra nella definizione di ‘abuso’ (a meno che uno dei due sia adulto e l’altro minore). Tuttavia, la forma più comune di incesto è il rapporto tra un padre e una figlia minore e costituisce anche una forma di ‘abuso’. 32 ECONOMIA E LAVORO La recessione (cioè una diminuzione del prodotto interno lordo per due trimestri consecutivi) del 2009, deve molto anche alla globalizzazione, che facilita il rapido movimento mondiale dei capitali e del debito, creando un sistema economico globale sempre più strettamente interconnesso. La prima recessione economica del XXI secolo ha avuto un impatto profondo su molti aspetti della vita sociale. Moltissime persone hanno perso il lavoro e sono rimaste disoccupate a causa di fallimenti aziendali o di tagli alla spesa pubblica. ->Tutti questi argomenti costituiscono l’oggetto della sociologia economica. F.W. Taylor: organizzazione scientifica del lavoro analisi rigorosa e oggettiva di ogni singolo compito del processo produttivo (operazioni elementari) per determinare l’‘unico modo migliore’ di svolgerlo. Alcune caratteristiche del taylorismo: - accurato monitoraggio dei dipendenti;
 - scarsa autonomia d’azione;
 - svolgimento delle mansioni secondo standard prefissati;
 - salario legato alla produttività dell’operaio. Con la trasformazione del taylorismo in un processo produttivo continuo e dinamico collegato ai mercati di massa si ha il passaggio al fordismo. Fordismo La principale innovazione apportata dal fordismo è stata l’introduzione della catena di montaggio. Alcuni limiti del fordismo e del taylorismo: - applicabilità circoscritta a settori che producono merci standardizzate per mercati di massa; 
 - impianti produttivi altamente costosi; 
 - elevata rigidità del sistema produttivo; 
 - sistema a basso affidamento: l’alta sorveglianza sui lavoratori produce demotivazione,
 - insoddisfazione e assenteismo. Post-fordismo • Negli ultimi decenni si è assistito a un costante declino dei mercati di massa e a uno sviluppo dei mercati di nicchia ⇒ beni innovativi e di alta qualità. 
 
 Post-fordismo Produzione flessibile:
 progettazione e manifattura assistite dal computer (Cad eCam) 
 quantità ridotte di beni
 soddisfazione della clientela. Produzione di gruppo:
 motivazione lavoratori 
 collaborazione dei gruppi di lavoro al processo produttivo⇒ circoli di qualità Customizzazione di massa dei dei prodotti 35 Il lavoro Il lavoro consiste nello svolgimento di compiti che richiedono uno sforzo fisico o mentale, con l’obiettivo di produrre beni o servizi destinati a soddisfare i bisogni umani. Il lavoro è la base dell’economia ⇒ insieme delle attività concernenti la produzione e la distribuzione di beni e servizi. Il lavoro può essere: retribuito ⇒ occupazione: prestazione di lavoro regolarmente retribuita con un salario o uno stipendio; non retribuito ⇒ economia informale: attività esterne alla sfera dell’occupazione regolare. Caratteristiche del lavoro ✓ Il lavoro nelle società industriali si caratterizza soprattutto per la separazione del luogo di lavoro dall’abitazione; ✓ Nelle società sviluppate vige una divisione del lavoro altamente complessa; ✓ sostituzione della produzione artigianale con la produzione di massa; ✓ passaggio dall’autosufficienza all’interdipendenza economica.
 
 Possibili conseguenze di queste trasformazioni: Marx -> alienazione;
 Durkheim -> passaggio dalla solidarietà meccanica a quella organica e rischio anomia. Una delle principali conseguenze della progressiva diminuzione della popolazione operaia nei paesi industriali è stata la riduzione del numero di iscritti al sindacato. Diversi fattori concorrono al calo della rappresentatività dei sindacati: ✓ recessione;
 ✓ l’intensificarsi della competizione internazionale; 
 ✓ l’avvento in molti paesi di governi di destra;
 ✓ l’ascesa della produzione flessibile. Luogo di lavoro ✓ Uomini: svolgono un lavoro esterno alla famiglia e si occupano di questioni locali, politiche ed economiche ->sfera pubblica. ✓ Donne: allevamento della prole, cura della casa e preparazione dei pasti ! portatrici di ‘valori domestici’. Il lavoro domestico nasce con la separazione della casa dal luogo di lavoro ⇒ divisione fra il ‘vero’ lavoro e il lavoro domestico ‘invisibile’. Il lavoro domestico è: tipicamente femminile; (spesso) non remunerato; importante per l’economia ⇒ fornisce gratuitamente servizi; fonte di isolamento e insoddisfazione. 36 Donne e lavoro Il lavoro nelle società preindustriali era caratterizzato da: - assenza di separazione fra attività produttive e domestiche; 
 - produzione (prevalentemente agricola) svolta in casa o nelle immediate vicinanze; 
 - partecipazione di tutti i membri della famiglia al lavoro agricolo o artigianale. 
 
 Le donne: 
 avevano una discreta influenza nell’ambito familiare; curavano l’amministrazione degli affari; 
 gestivano attività in proprio; 
 MA erano escluse dal monopolio maschile della politica e della guerra. 
 Le disuguaglianze di genere sono ancora presenti nel mondo del lavoro. ✓ Le principali forme di discriminazione sono: • segregazione occupazionale di genere: uomini e donne si concentrano in lavori diversi ⇒ segregazione verticale (concentrazione delle donne in posizioni di scarso potere e con poche prospettive di carriera) e orizzontale (destinazione di uomini e donne in diverse categorie d’impiego); 
 • concentrazione in lavori part-time: migliore conciliazione con gli impegni familiari, ma retribuzione ridotta, insicurezza del posto e limitate opportunità di carriera; 
 • divario retributivo: retribuzione media delle donne occupate è inferiore a quella degli uomini. 
 ✓ Il crescente ingresso delle donne nel mercato del lavoro sta modificando il loro ruolo nel lavoro domestico ⇒ gli uomini contribuiscono di più alle faccende domestiche. Ma questi cambiamenti: ✓ sono molto lenti (adattamento ritardato); ✓ la responsabilità principale del lavoro domestico continua a gravare sulle donne (secondo turno). Tali disuguaglianze sono meno accentuate fra: 
 ✓ le coppie appartenenti alle classi superiori; 
 ✓ le coppie più giovani. 
 ✓  La conclusione che possiamo trarre è che oggi le donne sono, nella maggior parte dei paesi sviluppati, una componente «normale» della forza lavoro e che questo cambiamento va trasformando progressivamente le relazioni di genere. 
 ✓ Tuttavia le donne costituiscono tuttora la maggioranza dei lavoratori part-time, conseguentemente sono meno pagate e il loro posto di lavoro è meno sicuro. 
 ✓ Assai più difficile da modificare è poi la segregazione verticale di genere 
 Tecnologia e lavoro I sociologi si interessano da tempo del rapporto tra tecnologia e lavoro->La tecnologia può condurre a maggiore efficienza e produttività, ma come influisce sull’esperienza stessa del lavoro? Diffusione dell’automazione -> dibattito sulle competenze dei lavoratori: 37 MASS MEDIA E COMUNICAZIONE Nel nostro secolo le tecnologie della comunicazione rendono possibile la condivisione istantanea delle informazioni in quasi tutto il mondo.
 La comunicazione, cioè il trasferimento delle informazioni tra individui o gruppi sia attraverso la parola sia attraverso i moderni mass media, è cruciale per qualsiasi società. M. McLuhan: il mezzo è il messaggio —> natura dei media influenza la società molto più dei messaggi trasmessi. I media elettronici, secondo McLuhan, stanno creando ciò che egli chiama villaggio globale, in cui persone di ogni parte del mondo assistono insieme ad avvenimenti che suscitano il loro interesse. Le diverse tecnologie di comunicazione (stampa, televisione e cinema), che solo una trentina di anni fa erano ancora sfere relativamente autonome, oggi sono strettamente intrecciate grazie a un fenomeno chiamato convergenza dei media, che indica il processo attraverso cui tecnologie di comunicazione un tempo distinte vanno progressivamente fondendosi. Per gran parte della storia dell’umanità il principale strumento di comunicazione è stata la parola, e l’interazione faccia a faccia costituiva la norma. Nelle culture orali le informazioni, le idee e le conoscenze venivano trasmesse verbalmente. Quando fu possibile trascrivere le parole e conservarle, inizialmente sulla pietra, cominciarono a comparire le prime culture scritte, a partire da quella cinese di circa tremila anni fa. Un importante precursore dei mass media moderni fu, verso la metà del XV secolo, la stampa a caratteri mobili di Gutenberg, che rese possibile la riproduzione dei testi. Alla fine del XX secolo la tecnologia digitale ha prodotto i nuovi media La rivoluzione digitale Ogni unità di informazione può essere trasformata in bit.
 Ha consentito lo sviluppo della multimedialità: quelli che una volta erano media diversi, funzionanti sulla base di tecnologie diverse, possono ora essere integrati in un solo medium.
 E anche alla base dei media interattivi, che consentono agli individui di intervenire attivamente su ciò che vedono o ascoltano Internet Nasce al Pentagono nel 1969: consente agli scienziati della Difesa statunitense di mettere in comune risorse e condividere l’uso di costosi strumenti. 
 Dal 1985 la rete è cresciuta a un tasso annuo del 200%. 
 Uno sviluppo che può condurre a una diffusione ancora più veloce di Internet è l’avvento del cloud computing, che consente di distribuire agli utenti le capacità elaborative sotto forma di servizio anziché di prodotti. 
 40 • Aspetti positivi di Internet: - promuove nuove forme di relazione elettronica che integrano o potenziano le interazioni faccia a faccia; 
 - facilita il superamento della distanza e della separazione; - espande e arricchisce la rete dei rapporti sociali. • Aspetti negativi di Internet: - spinge a trascurare le interazioni con familiari e amici; 
 - accentua l’isolamento sociale e l’atomizzazione; 
 - stravolge l’esistenza domestica offuscando la distinzione tra lavoro e famiglia; 
 - induce a trascurare forme di intrattenimento tradizionali (es. lettura, cinema e teatro); 
 - indebolisce il tessuto della vita sociale. Il cinema La prima proiezione cinematografica a pagamento fu quella dei fratelli Lumière in Francia, nel 1895, con L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat 
 Con il progresso delle tecnologie digitali, la produzione cinematografica è ormai alla portata di cineasti dilettanti che sono in grado di creare i propri film e renderli disponibili online attraverso siti di condivisione come YouTube. 
 La televisione 
 rappresenta il più importante sviluppo verificatosi nei media nella metà del XX secolo. Le reti televisive possono essere: generaliste 
 - accessibili a tutti (trasmissione in chiaro); 
 - palinsesto prefissato. ad accesso condizionato 
 via cavo o via satellite 
 - accessibili agli abbonati (trasmissioni criptate); 
 - palinsesto personalizzato Diversi teorici dei media hanno espresso forti critiche riguardo agli effetti di una dieta apparentemente sempre più nutrita di televisione.
 Robert Putnam [1995] ha affermato che negli Stati Uniti il netto declino degli obblighi e della fiducia reciproci, il cosiddetto «capitale sociale», corrisponde con una certa precisione all’avvento della televisione. La musica è antica come le società umane e precede lo sviluppo delle forme complesse di linguaggio. 
 
 Theodor Adorno [1962] sosteneva che le forme musicali tendono a riflettere la società in cui vengono sviluppate. 
 41 Wikström [2009] sostiene che la rivoluzione della musica digitale ha tre caratteristiche fondamentali: la connettività, la musica come servizio e la produzione amatoriale. 
 Teorie dei media • Teorie funzionaliste ✓ Verso la metà del XX secolo i teorici del funzionalismo si concentrarono sul contributo reso dai media all’integrazione sociale ✓ Denis McQuail [2000], identifica cinque importanti funzioni dei media in grado di contribuire alla stabilizzazione del sistema sociale: informazione, correlazione, continuità, intrattenimento, mobilitazione. • Teorie del conflitto ✓ le due più importanti teorie dei media che discendono in senso lato dalla prospettiva marxista: l’approccio dell’economia politica, che si concentra sulla proprietà e sul controllo dei media, e l’approccio dell’«industria culturale» elaborato dalla scuola critica di Francoforte. ✓ricerche del Glasgow University Media Group, derivate anch’esse della teoria marxista. Jürgen Habermas ✓ Sfera pubblica: arena di pubblico dibattito in cui possono essere discusse questioni di interesse generale e si formano così le opinioni. Gli individui si incontrano da eguali in uno spazio di pubblico dibattito ⇒ la sfera pubblica favorisce lo sviluppo iniziale della democrazia. Oggi l’opinione pubblica non si costruisce più attraverso una discussione aperta e razionale. L’opinione pubblica è controllata e manipolata dai mass media. • Teorie interazioniste ✓  Uno dei primi tentativi di analizzare le influenze mediatiche a partire dalle persone che le subivano fu lo studio degli anni Trenta di Herbert Blumer dedicato all’impatto del cinema sul pubblico. 
 ✓  Il più influente approccio interazionista allo studio dei media è forse rappresentato dalla teoria del panico morale, che discende dalle prospettive dell’etichettamento di Charles Lemert e Howard Becker: le rappresentazioni mediatiche esagerate e sensazionalistiche contribuiscono ad alimentare nella società ondate ricorrenti di panico morale. 
 ✓  Secondo John Thompson, troppo spesso gli individui sono stati concepiti come terminali passivi dei messaggi mediatici, anziché come agenti attivi. John Thompson - interazione I mass media non impediscono il pensiero critico ⇒ le persone non sono ricettori passivi dei messaggi mediatici.
 
 È possibile distinguere tre tipi di interazione: interazione faccia a faccia: avviene in contesto di compresenza, è ricca di indizi simbolici, rivolta a destinatari specifici, è dialogica; interazione mediata: avviene in contesti separati, è povera di indizi simbolici, è rivolta a destinatari specifici, è dialogica (es. il telefono); 42 GENERE E SESSUALITÀ Genere: differenze psicologiche, culturali e sociali tra maschi e femmine ⇒ è collegato alle nozioni socialmente costruite di maschilità e femminilità. Molte differenze fra uomini e donne non sono un prodotto diretto del sesso biologico Biologia e orientamento sessuale: Il nucleo biologico maschile e femminile governerebbe il diverso comportamento sessuale di uomini e donne. Numerose critiche agli approcci evoluzionisti: • Gli esseri umani non solo possono apprendere più delle altre specie, ma devono farlo per essere membri attivi di società sempre più diversificate e complesse. All’evoluzione biologica si sovrappone lo sviluppo sociale, e ogni tentativo di spiegare questo sulla base di quella è inevitabilmente inadeguato. • L’orientamento sessuale riguarda l’oggetto dell’attrazione sessuale ed emotiva dell’individuo, è il risultato di una complessa interazione tra fattori biologici e sociali che non comprendiamo ancora appieno. • L’orientamento sessuale più comune è l’eterosessualità, cioè l’attrazione sessuale ed emotiva per persone dell’altro sesso. L’omosessualità, invece, è l’attrazione sessuale ed emotiva per persone dello stesso sesso. • Oggi i sociologi non accettano che la complessità del comportamento umano e della vita sociale possa essere spiegata mediante il ricorso a una «natura umana» immutabile o all’«essenza» biologica di maschi e femmine. I tentativi in questa direzione sono noti come essenzialismo. 
 • Genere e sessualità devono essere visti, almeno in larga misura, come costrutti sociali: il significato di «uomo» o «donna», «gay» o «etero», è appreso e non dato. Esso dipende in gran parte dal tempo e dal luogo in cui vivono le persone, e dalla loro esperienza del processo di socializzazione. La socializzazione di genere • I sociologi usano il termine «sesso» per riferirsi alle differenze anatomiche e fisiologiche che caratterizzano i corpi maschili e femminili. Il«genere», invece, concerne le differenze psicologiche, culturali e sociali tra maschi e femmine. • Il genere è collegato alle nozioni socialmente costruite di «maschilità» e «femminilità», non necessariamente un prodotto diretto del sesso 
 biologico. • Con socializzazione di genere si intende l’apprendimento dei ruoli di genere attraverso agenti sociali come la famiglia, la scuola e i media. 
 Le differenze di genere sono un prodotto culturale e bisogna distinguere fra: Sesso biologico Definito alla nascita del bambino Genere sociale Il bambino, attraverso il contatto con gli agenti sociali, interiorizza le norme e le aspettative sociali corrispondenti al proprio sesso Nel processo di apprendimento del proprio genere, i bambini sono guidati da sanzioni positive e negative, che agiscono per ricompensare o reprimere determinati comportamenti. 45 R.W. Connell: l’ordine di genere Connell ha sviluppato una teoria complessiva delle relazioni di genere e ha posto attenzione alla crisi della maschilità. Ordine di genere: “ambito organizzato di pratiche umane e relazioni sociali” che definisce le forme della maschilità e della femminilità. L’ordine di genere è composto da tre dimensioni:
 - il lavoro: divisione sessuale delle attività; 
 - il potere: relazioni basate sull’autorità, sulla violenza o sull’ideologia nelle istituzioni sociali e nella vita domestica; 
 - la catessi: dinamica dei rapporti intimi, emozionali e affettivi. La gerarchia di genere di Connell L’omosessualità L’omosessualità è l’orientamento dell’interesse sessuale o affettivo verso individui del proprio sesso: - esiste in tutte le culture; 
 - non in tutte le culture è accettata; 
 - non è una malattia o un disturbo psichico; 
 - talvolta è considerata un atto deviante, punibile anche con la pena di morte. 46 Il processo di accettazione degli omosessuali ha subìto progressi grazie a: - pubblicazione del rapporto Kinsey sul comportamento sessuale alla metà del secolo scorso; 
 - rivolta di Stonewall del 1969;
 - scoppio dell’epidemia di Aids nei primi anni ’80. K. Plummer ha distinto quattro tipi di omosessualità all’interno della cultura occidentale moderna: 
 - omosessualità casuale: esperienza transitoria che non struttura l’intera vita sessuale di un individuo; 
 - omosessualità situata: le attività omosessuali sono regolarmente praticate, ma senza diventare una preferenza dominante per l’individuo; 
 - omosessualità personalizzata: individui che preferiscono le attività omosessuali, ma rimangono isolati in gruppi in cui questa viene accettata; 
 - omosessualità come stile di vita: individui che sono ‘usciti allo scoperto’. L’atteggiamento verso l’omosessualità: Eterosessismo: Individui non eterosessuali sono classificati e discriminati sulla base del loro orientamento sessuale Omofobia: Paura e disprezzo nei confronti degli omosessuali Negli ultimi decenni la tolleranza verso l’omosessualità è aumentata grazie a: ✓promulgazione di leggi a protezione dei diritti degli omosessuali; ✓riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali. Le differenze di genere sono una fonte di disuguaglianze sociali ⇒ uomini e donne hanno diverso potere, prestigio e ricchezza. I ruoli maschili sono più reputati e premiati di quelli femminili: alle donne sono affidati i lavori domestici e la cura dei figli, gli uomini provvedono al mantenimento della famiglia—> divisione sessuale del lavoro. I principali approcci alla natura delle disuguaglianze di genere a livello sociale generale sono: - approcci funzionalisti; 
 - approcci femministi. Approcci funzionalisti Le differenze di genere contribuiscono alla stabilità e all’integrazione sociale. Parsons: la famiglia è un agente di socializzazione efficiente se esiste una netta divisione sessuale del lavoro —> le donne svolgono i lavori espressivi, gli uomini svolgono quelli strumentali. Bowlby: la madre svolge un ruolo centrale nella socializzazione primaria dei figli => se la madre è assente, si crea una situazione di privazione materna che rischia di compromettere gravemente la socializzazione. Approcci femministi Principali filoni del pensiero femminista sono: - femminismo liberale: attenzione ai singoli fattori che contribuiscono alle disuguaglianze di genere (es. sessismo, discriminazione sul lavoro) ! tentativi di riforma graduale del sistema dall’interno; 47 -  A 4-5 anni acquisiscono il senso della propria identità attraverso l’assunzione del ruolo dell’altro in quanto il gioco si fa più complesso. Passano dall’io al me. L’io è il bambino non socializzato. 
 
 -  A 8-9 anni i bambini prendono parte a giochi più organizzati. Si tratta di comprendere le regole del gioco. Mead parla di cogliere l’altro generalizzato o le norme e i valori della società in cui si vive. 
 Secondo Mead l’autoconsapevolezza non si forma con lo sviluppo del cervello ma è frutto di una interazione sociale. 
 Jean Piaget (1896-1980)
 gli stadi dello sviluppo cognitivo -  Dalla nascita a 2 anni: stadio sensomotorio - In questo stadio caratterizzato dall’esplorazione dell’ambiente il bambino scopre che egli è diverso dall’ambiente che lo circonda. 
 -   Dai 2 ai 7 anni: stadio preoperatorio - Acquisizione del linguaggio e uso delle parole per rappresentare gli oggetti. Periodo egocentrico. 
 -  Dai 7 agli 11 anni: stadio delle operazioni concrete - Capacità di eseguire operazioni mentali su oggetti materiali e manipolabili. 
 - Dagli 11 ai 15 anni: stadio delle operazioni formali. Capacità di comprendere ide astratte e ipotetiche. Interesse per temi sociali e di giustizia. Capacità di esaminare diverse prospettive di un problema. Per Piaget i primi tre stadi sono universali, il quarto (sviluppo del pensiero operativo formale) dipende dalla scolarizzazione. Un livello di istruzione limitato porta a pensare in termini concreti e rimanere egocentrici. Lev Vygotsky, psicologo russo, criticando Piaget, sostiene che i processi di apprendimento non sono universali ma dipendono da strutture e interazioni sociali. Gli agenti della socializzazione Attraverso il processo di socializzazione si diventa membri consapevoli di una società e la società, di riflesso, ha modo di riprodurre se stessa. Agenti della socializzazione sono gruppi e istituzioni in cui si verifica un significativo processo di socializzazione. Distinguiamo:
 
 - Una socializzazione primaria che avviene nell’infanzia e costituisce il periodo più intenso dell’apprendimento. Principale agente, in questo caso, è la famiglia. - Una socializzazione secondaria, in età medio-adulta, in cui si apprendono i valori, le norme e le credenze della società dove si vive. 
 Agenti in questa fase sono la scuola, i gruppi dei pari, le organizzazioni, i media, il lavoro. Il ruolo di genere Il ruolo di genere è espressione della socializzazione? E’ evidente che fin da bambini vi è un modo diverso di trattare i maschietti e le femminucce. L’assegnazione del ruolo di genere richiede che ognuno si comporti in conformità del ruolo assegnato. Dal punto di vista teorico cosa ha determinato l’apprendimento delle differenze di genere? 50 Tre posizioni in merito alle differenze di genere nella prima infanzia: 
 
 Sigmund Freud: passa attraverso la consapevolezza del possesso del pene.
 
 Nancy Chodorow: passa attraverso l’attaccamento alla madre fin dalla più tenera età. Carol Gilligan: (in linea con il pensiero della Chodorow) etica della cura per le donne ed etica della giustizia per gli uomini. INFANZIA ADOLESCENZA ETÀ ADULTA Premessa Gli stadi che attraversiamo durante la vita sembrano biologicamente determinati e universali. Tuttavia le fasi biologiche sono solo un aspetto del corso di vita, fenomeno soggetto a processi di costruzione sociale e variabile da una società e da un’epoca ad un’altra. - Condizioni materiali e norme culturali influenzano le fasi della vita. - Anche le classi sociali, il genere e l’etnia influenzano il corso di vita. 
 - Non esistono fasi universali della vita legate all’età Anche il fattore temporale struttura il corso di vita. A tal proposito distinguiamo: Le coorti - gruppi di individui che hanno condiviso lo stesso evento nello stesso intervallo di tempo. Le coorti di nascita. Le generazioni - gruppi di individui nati nella stessa serie di anni che condividono un’esperienza e una visione del mondo. Le generazioni La collocazione generazionale può influire in modo particolare nel plasmare credenze e atteggiamenti individuali.
 Vediamo come:
 I baby boomers (nati tra la metà degli anni quaranta e gli anni sessanta). Caratteristiche del tempo: forte aumento economico e demografico. Esperienze condivise: televisione in casa, nuova cultura giovanile, livelli crescenti di benessere, atteggiamenti aperti nei confronti del sesso e della morale. Generazione X (nati tra gli anni sessanta e ottanta), detta anche generazione invisibile perché meno numerosa della prima e priva di identità definita. Generazione Y (nati tra gli anni ottanta e novanta), detta dei millenials perché diventati adulti a cavallo del nuovo millennio. Detta anche generazione Ipod (insicure, pressured, overtaxed, debt- ridden). Generazione Z (nati dopo l’inizio del nuovo secolo) detta dei nativi digitali socializzati fin dall’infanzia con l’uso delle tecnologie informatiche e dei social media. L’INFANZIA Cosa può definire l’infanzia dal punto di vista sociologico? - Fino alla metà degli anni ottanta era ritenuta una fase preparatoria al processo di trasformazione in adulti. 51 - Alla fine degli anni ottanta subentra un approccio definito nuova sociologia dell’infanzia secondo cui, tra l’altro, essa è in buona parte mera costruzione sociale: esperienza e significato variano secondo area geografica e periodo storico. - Tale visione pone il bambino al centro dell’attenzione sociologica e spinge ad avviare ricerche dal punto di vista peculiare del bambino. - Il concetto di infanzia è stato elaborato recentemente negli ultimi tre secoli; in passato i bambini erano considerati piccoli adulti ed entravano subito nel mondo del lavoro. - L’idea che i bambini abbiano diritti specifici e che il ricorso al lavoro minorile è moralmente ripugnante è abbastanza recente. - La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (United Nations Convention on the Right of the Childs – Uncrc), ratificata da 196 paesi escluso gli Stati Uniti, risale al 1990 e definisce bambino chi ha meno di 18 anni. - Alcuni studiosi sostengono che oggi i bambini crescono tanto velocemente che il confine tra loro e gli adulti si assottiglia sempre più portando alla scomparsa dell’infanzia nelle società sviluppate. - I bambini diventano sempre più precoci consumatori di prodotti per adulti (programmi televisivi, cellulari, pubblicità). - Inoltre i bambini sono spinti a comportamenti sessualizzati prima di essere pronti. - Tutto questo fa supporre che il concetto di infanzia come periodo separato e protetto oggi è seriamente messo in discussione. L’ADOLESCENZA I cambiamenti biologici della pubertà (insorgenza dell’attività sessuale adulta e procreativa) sono universali ma non producono gli stessi effetti nelle diverse culture.
 - Nelle culture che promuovono le classi di età: la transizione alla maturità è scandita da riti di passaggio e il processo di sviluppo psicosessuale sembra meno problematico. - Nelle società dove i bambini lavorano a fianco degli adulti: il distacco dall’infanzia risulta meno traumatico.
 - Nelle società sviluppate la situazione è complessa: gli adolescenti cercano di seguire i modelli degli adulti ma sono frenati perché le leggi lo impediscono. - Il concetto di cultura giovanile è strettamente legato a quello di adolescenza; si comincia a parlarne negli anni cinquanta e sessanta quando gli adolescenti iniziarono a beneficiare del benessere postbellico. Il concetto di cultura giovanile tende a considerare tutti i giovani uguali mentre sarebbe più opportuno parlare di stili di vita giovanili che permette di individuare una vasta gamma di comportamenti. I GIOVANI ADULTI 
 
 Sono individui tra i 18 e i 35 anni, che non si sono ancora sposati, non hanno figli e sperimentano relazioni e stili di vita. - In passato era uno stile di vita che potevano permettersi solo i benestanti. - Oggi trattasi di un rinvio di responsabilità dovuto alla disoccupazione, sottoccupazione giovanile, agli elevati costi abitativi e alle politiche poco accorte che mettono i giovani in situazione di dipendenza materiale ed economica dai loro genitori. 52 Il tasso di dipendenza Ci permette di capire come cambia la società in seguito all’invecchiamento: segnala il rapporto tra le persone considerate dipendenti (fino a 15 e oltre i 65 anni) e quelli in età lavorativa (15 -64 anni). Prendiamo in considerazione solo il rapporto tra le persone con più di 64 anni e quelli in età lavorativa. Nell’Unione europea il tasso di dipendenza degli anziani: Nel 2019 era di poco superiore al 30%
 Nel 2060 sarà di circa il 55% ( in Italia supererà il 60%) Questo significa che ogni persona in età lavorativa avrà a suo carico più di un anziano. Analisi del dato Alcuni vedono l’aumento del tasso di dipendenza come una bomba ad orologeria che minaccia la previdenza, la sanità e i servizi sociali. Altri sostengono che questo è un falso allarmismo perché ciò non comporterà l’aumento esponenziale della malattia e della dipendenza. Invecchiare non è un patologia: molti continuano a lavorare oltre i 65 anni. - E’ necessario revisionare il concetto di dipendenza perché oggi sono pochi i giovani che entrano nel mondo lavorativo a 15 anni e cresce il numero di chi continua a lavorare oltre i 65. Insomma il mercato del lavoro è notevolmente cambiato: alcuni entrano ed escono da esso, le donne che lavorano di lavoro retribuito aumentano sempre più, e il contributo all’economia è dato anche dal lavoro non formale (molti anziani forniscono assistenza non retribuita a partner disabili, si occupano dei nipoti, sono attivi nelle organizzazioni di volontariato). Non si può pertanto considerare l’anziano come un peso ma come una risorsa per la società. L’ageismo Sulla scorta di quanto detto il termine ageismo è un atteggiamento discriminatorio basato sull’età. Si applica ad ogni forma di pregiudizio nei confronti di ogni fascia di età. La ricerca sociologica si occupa di quello orientato soprattutto verso gli anziani. Si manifesta in tre aree della vita sociale: atteggiamenti, lavoro, consumo. A riguardo girano molti stereotipi. Ultimamente in molti paesi sono state approvate leggi per vietare la discriminazione in base all’età nelle assunzioni, nella formazione professionale, nella retribuzione, nella conservazione del posto di lavoro. Nella cultura occidentale il processo di invecchiamento viene strettamente collegato al concetto di mortalità e naturalmente c’è la tendenza a nascondere questo evento dietro le quinte. LA MORTE E IL LUTTO La sociologia della morte La morte ha una sua rilevanza sociale anche se trascurata da sempre dalla sociologia mentre ha trovato ampi spazi di interesse nell’antropologia culturale. 55 Alcune domande: in che modo le società si prendono cura delle persone che muoiono? Quale sostegno viene fornito ai parenti in lutto? Le credenze nella vita ultraterrena hanno rilevanza sociale? L’attenzione della sociologia si concentra, a tal riguardo, sul mondo sviluppato cogliendo molte differenze culturali ed alcune caratteristiche comuni. Le teorie della morte Nelle società tradizionali la morte era parte integrante della vita. Nelle società moderne incalza un atteggiamento di impersonalità nel momento della morte: si muore in ospedale, lontani dai parenti e dai flussi di vita sociale. I corpi vengono spostati in edifici separati lontano da tutti. Norbert Elias in La solitudine del morente: è più facile nel corso normale della vita dimenticare la morte. Questo pone problemi emotivi nei confronti di quelli che devono affrontarla: morire è un esperienza molto solitaria. Zigmunt Bauman nota che le società moderne collocano la morte in un futuro remoto: si combatte fino all’ultimo le proprie malattie. Negli ultimi tempi la creazione degli Hospice mira ad offrire un’alternativa all’impersonalità degli ospedali per malati terminali. Essi premettono una maggiore presenza dei parenti che altrove è vista come un fastidio. La morte assistita Eutanasia e morte assistita sono fenomeni alla ribalta delle società sviluppate. Eutanasia: intervento deliberato, da parte di medici in genere, di porre fine alla sofferenza. Morte assistita: quando si aiuta un altro a togliersi la vita fornendo i mezzi per farlo. L’eutanasia è stata legalizzata in Belgio, Svizzera, Germania, Giappone, Lussemburgo e Paesi Bassi. La questione pone ampi problemi di carattere morale: i medici devono salvaguardare la vita e non sopprimerla, può costituire una pressione indebita su persone che non vogliono diventare peso per la famiglia, il suicidio può diffondersi ad altre forme di vita come la disabilità. La questione è molto aperta e tendenzialmente proiettata verso alti sviluppi. Destigmatizzare la morte Prende sempre più piede la forma del funerale laico in alternativa ai tradizionali riti religiosi e si assiste a diverse forme:
 - Suonare musica pop, scegliere oratori e discorsi da pronunziare, vestirsi di abiti colorati. - L’abitudine di contrassegnare i luoghi della morte con fiori e oggetti personali. -Gli omaggi sul web e i siti in memoria dei defunti. 56 L’informalizzazione del lutto nelle società sviluppate fa pensare che mentre si è tendenzialmente proiettati a nascondere e negare la morte, nello stesso tempo vi sono chiari segni di cambiamento culturale e sociale nel rapporto con la morte ed il lutto. Prospettive future Alcune questioni emergenti da affrontare: - Quando si smette di essere bambini? Quando inizia l’età adulta? Come si fa a sapere se abbiamo raggiunto la vecchiaia? Quando le società cambiano, cambiano anche le fasi della vita e la loro stessa durata. È necessario, in futuro, spostare l’attenzione dalle società sviluppate o paesi industrializzati, ad altri contesti. Come la globalizzazione influenzerà il corso di vita nei paesi in via di sviluppo?
 I cambiamenti economici, tecnologici e sociali avranno lo stesso impatto nel sud globale? 57
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