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riassunto e appunti integrativi di Economia dei servizi finanziari, Appunti di Economia Finanziaria

Riassunto e appunti integrativi per il 1 parziale di economia dei servizi finanziari, in riferimento al libro IL SISTEMA FINANZIARIO: FUNZIONI, MERCATI E INTERMEDIARI

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 16/02/2023

Michiii2721
Michiii2721 🇮🇹

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Scarica riassunto e appunti integrativi di Economia dei servizi finanziari e più Appunti in PDF di Economia Finanziaria solo su Docsity! ECONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARI 1 CAPITOLO 1 IL SISTEMA FINANZIARIO Che cos’è il sistema finanziario? il sistema finanziario è costituito dall’insieme dei contratti finanziari, dai mercati in cui essi sono negoziati, dagli operatori e dalle regole che sono necessarie per tenere insieme il sistema finanziario e per garantire il suo corretto funzionamento. (il sistema finanziario è quello più regolamentato) PERCHÉ ESISTE IL SISTEMA FINANZIARIO? Il sistema finanziario permette lo svolgimento dell’intermediazione finanziaria. Esso svolge il compito di rendere effettiva la negoziazione di operazioni finanziarie e la circolazione degli strumenti finanziari. L’intermediazione finanziaria nasce per: soddisfare le esigenze finanziarie (= pagamento e investimento) degli operatori che possono essere:  Famiglie (scelte di portafoglio= come allocare il surplus)  Imprese (reperimento risorse e assetto finanziario ovvero quando devono finanziare degli investimenti  Settore pubblico (finanziamento del disavanzo= cercare di risanare il deficit pubblico attraverso l’emissione di titoli di debito pubblico  Deficit di bilancio: differenza tra entrate e uscite pubbliche dello stato di ogni anno  Deficit pubblico: la somma di tutti i deficit annuali  ‘Estero= circa il 40% del debito pubblico italiano è posseduto dall’estero questi operatori possono essere sia in surplus sia in deficit tranne il settore pubblico= stato che è sempre in deficit DIMENSIONI DEL SISTEMA FINANZIARIO:  DIMENSIONE STRUTTURALE DIMENSIONE FUNZIONALE DIMENSIONE STRUTTURALE = quale struttura deve avere il sistema finanziario per funzionare correttamente È un complesso integrato di: Strumenti/contratti, Operatori (Istituzioni, intermediari e mercati) e Regole che, in un dato luogo e momento, presiedono al suo funzionamento e consentono la creazione e il trasferimento di mezzi di pagamento e di strumenti finanziari. Considerando la sua STRUTTURA FUNZIONALE (=studia gli scopi del sistema finanziario), il sistema finanziario è un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento dei bisogni finanziari delle unità economiche. Ha il compito di rendere possibile la negoziazione delle operazioni finanziarie e la circolazione di strumenti finanziari. In particolare, svolge le seguenti funzioni: 1. FUNZIONE MONETARIA: creazione e circolazione dei mezzi di pagamento 2. FUNZIONE DI TRASMISSIONE: trasmissione della politica monetaria ed economica 3. FUNZIONE CREDITIZIA E D’INTERMEDIAZIONE: il trasferimento di risorse finanziarie dalle unità in surplus (=in avanzo finanziario) alle unità in deficit (= in disavanzo finanziario) 4. FUNZIONE DI ASSICURAZIONE E COPERTURA RISCHI: riguarda la copertura dei rischi puri*(contratti finanziari) e gestione dei rischi speculativi* attraverso la negoziazione di diritti/impegni futuri (contratti derivati*) 1 FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria consiste nella produzione e circolazione della moneta sia come moneta legale sia moneta bancaria (=strumenti di debito della banca come c/c, assegni, depositi bancari, carte credito) che sono accettati dal mercato come se fossero moneta legale. La moneta viene creata da:  Banca centrale europea (BCE): emette moneta legale  Banche: emettono moneta bancaria ovvero gli strumenti di debito della banca sopra elencati. Il sistema finanziario è chiamato ad assicurare la funzionalità del sistema dei pagamenti ovvero un efficiente funzionamento dei meccanismi di produzione e di circolazione della moneta. È chiamato ad assicurare la funzionalità del sistema dei pagamenti ovvero un efficiente funzionamento dei meccanismi di produzione e di circolazione della moneta.  Tra gli elementi che compongono la dimensione strutturale del sistema finanziario, vi troviamo: 1. Strumenti/ contratti finanziari 2. Operatori (istituzioni, intermediari e mercati) 3. Regole 1.3 CONTRATTI FINANZIARI Le operazioni finanziarie (scambi finanziari) si concretizzano in un rapporto contrattuale dove entrambe le prestazioni delle parti coinvolte sono espresse in moneta e differenziate nel tempo. La natura monetaria ed il fattore tempo costituiscono i principali elementi qualificanti di un’operazione finanziaria. A seconda che si sottolinei la natura patrimoniale dei diritti oppure degli obblighi contrattuali, una operazione finanziaria è rispettivamente classificabile come attività finanziaria. Per operazione finanziaria si intende generalmente una qualsiasi specie di operazione finanziaria e di contratto finanziario. Le attività finanziarie presentono la caratteristica di figurare nel bilancio di due operatori. Infatti, per sua natura, un’attività finanziaria è al tempo stesso una componente dell’attivo di un operatore e un elemento del passivo di un altro. Le attività reali, invece, si differenziano da quest’ultime per il fatto che compaiono nel bilancio di un solo operatore in quanto sono espressione di un contratto di proprietà. Le attività reali sono rappresentate tipicamente da beni tangibili (es. immobili, macchinari…)  CARATTERISTICHE/ELEMENTI DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE:  Natura monetaria=la moneta è veicolo universale per il trasferimento del potere di acquisto.  Tempo= tra la prestazione e la contro-prestazione (vendita) vi è un gap temporale ovvero la distanza temporale che separa nell’economia reale la produzione e la vendita di beni e servizi che è alla base della creazione delle attività finanziarie.  Interesse= è la remunerazione per il tempo, per il rischio e per l’inflazione (= la perdita progressiva del potere d’acquisto della moneta nel tempo)  Informazione= è al tempo stesso input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari.  Natura del contratto sottostante  Rischio  In base alla natura del rapporto/contratto e al tipo di rischio sottostante collegato, avremo 4 diverse tipologie di contratti: 1. di indebitamento: Rimborso capitale precedentemente prestato  Rischio di credito 2. di partecipazione: Diritto di proprietà del capitale di un’impresa  Rischio d’impresa 3. di assicurazione: Diritto di risarcimento al verificarsi dell’evento con trasferimento del rischio ad istituzioni specializzate  Rischi puri 4. Derivati o d’opzione: diritti/obblighi relativi ad altre attività sottostanti da cui dipende la valorizzazione del contratto; acquisto e vendita a termine subordinate o meno al verificarsi di un evento. Rischio speculativo 1 CONTRATTI DI INDEBITAMENTO= TITOLI DI DEBITO Si tratta di un’operazione creditizia che implica l’esecuzione da parte di un primo contraente, detto creditore, di una prestazione monetaria attuale sulla base di un contestuale impegno, della controparte, debitore, a restituire il capitale ad una scadenza futura aumentato dell’interesse quale compenso riconosciuto al prestatore di fondi (creditore). Tale operazione si può definire “moneta oggi contro moneta domani”. Rientrano tra queste operazioni: l’emissione di titoli obbligazionari, la negoziazione di un mutuo o di un prestito bancario, il versamento di una somma di denaro in un conto di deposito della banca. Le caratteristiche del contratto di indebitamento sono le seguenti:  Promessa della controparte ad adempiere agli obblighitale operazione sottintende la presenza di un rapporto di natura fiduciaria tra i soggetti dello scambio poiché colui che cede potere di acquisto fa affidamento alla promessa della controparte di adempiere agli impegni assunti, anche se, data la prestazione differita vi può sempre essere l’eventualità di una insolvenza da parte del debitore  Aleatorietà(=incertezza) a carico del creditore il creditore, infatti, prima di finanziare la controparte dovrà valutarne le capacità di rispettare gli impegni assunti  Altra componente fondamentale consiste nel disporre informazioni sull’attività economica per trarne giudizi sulla rischiosità dell’operazione. Vi è però una asimmetria informativa tra debitore(=agente) e creditore(=principale) in quanto una parte possiede maggiori informazioni dell’altra. Solitamente l’agente ha sempre più informazioni. Il contratto di indebitamento, in particolare qualsiasi attività di prestito, è esposto ad un rischio di credito cioè alla possibilità che il debitore non assolva al rimborso del capitale e al pagamento degli interessi previsto dal contratto. 2 CONTRATTI DI PARTECIPAZIONE= TITOLI DI CAPITALE I Contratti di partecipazione sono rappresentativi di diritti relativi al conferimento di quote di capitale d’impresa. Tali contratti presentano un rapporto finanziario tra due diversi soggetti giuridici ovvero l’impresa emittente e il conferente. A differenza dei rapporti di credito, questa categoria di contratti si caratterizza per l’interesse diretto ai risultati dell’attività economica svolta dall’emittente e per il vincolo che lega i capitali investiti alla vita dell’impresa. Questi contratti sono rappresentati essenzialmente da azioni, quote di srl; conferiscono ai titolari sia diritti patrimoniali (quota parte degli utili e del patrimonio) e diritti amministrativi (gestione della società).  Rischio di liquidità: difficoltà della banca a far fronte tempestivamente ed economicamente alle uscite di cassa. È un rischio temporaneo e quindi meno grave del rischio di credito, ma per tanto tempo è stato considerato la principale causa dei problemi di gestione delle banche. Le banche sono particolarmente esposte a questo rischio per problemi della trasformazione delle scadenze: in questo modo la banca è soggetta al rischio di un ritiro non previsto di depositi e alla necessità di reperire in modo tempestivo la corrispondente quantità di moneta (banking liquidity risk). Il rischio di liquidità può assumere due sottospecie:  Funding liquidity risk: che si verifica quando la banca trova difficoltà nel raccogliere risorse liquide, per esempio nel mercato interbancario =tra banche  Market liquidity risk: si manifesta quando vi sono difficoltà nel reperire la liquidità necessaria sui mercati tramite la cessione di titoli a causa di difficoltà nella negoziazione 3 CONTRATTI DI ASSICURAZIONE I contratti di assicurazione prevedono che, dietro pagamento di un premio, l’assicuratore assuma un onere finanziario al verificarsi di un dato evento futuro e incerto. Esso può riguardare il patrimonio: ramo danni oppure alla persona: ramo vita. Trasferimento del rischio trasformazione del rischio individuale in rischio collettivo, redistribuzione dei rischi tra tutti i soggetti assicurati. Il diritto del singolo assicurato a ricevere la prestazione configura un credito aleatorio verso l’assicurazione. Tale premio a meno di casi particolari come il riscatto di una polizza unit linked, index linked, ecc. è indisponibile e non liquidabile. Ai contratti di assicurazione sono legati dei rischi puri: ovvero indica la possibilità che si verifichi un evento futuro SOLO sfavorevole di natura incerta e che in caso di accadimento si traduce in un danno. 4 CONTRATTI DERIVATI =D’OPZIONE I contratti derivati sono strumenti il cui prezzo dipende da quello di un altro contratto finanziario o di un bene reale sottostante (merci). Sono anche denominati strumenti contingenti poiché rappresentano obblighi contrattuali che possono o no tradursi in prestazione effettive. I contratti derivati sono quindi titoli che consentono agli operatori di affrontare i problemi di gestione dei rischi speculativi: ovvero tutti i rischi finanziari connessi alle attività economiche e che possono produrre effetti futuri sia positivi sia negativi. ALTRI TIPI DI RISCHIO:  Rischio paese: è il rischio di credito che una banca si assume quando presta fondi o acquista un’attività finanziaria emessa da un’impresa che opera in un paese estero.  Rischio sovrano: indica il rischio di interruzione del pagamento di prestiti da parte di mutuatari esteri a causa dell’interferenza di un governo sovrano estero. a. Investitori istituzionali con delega: svolgono un’attività professionale di investimento sul mercato mobiliare ed immobiliare a valere su di un patrimonio loro conferito dai singoli investitori, attraverso una delega all’investimento (gestioni collettive e individuali) fa riferimento al canale diretto con delega 1.6 I CONTROLLI DI VIGILANZA Tra le varie Autorità di vigilanza in Italia troviamo: 1. Banca d’Italia vigila sul comparto bancario garantendo stabilità per il sistema bancario e società di gestione del risparmio (SGR) e imprese di investimento. Svolge inoltre funzioni di supervisione sui mercati e, congiuntamente con la BCE, di sorveglianza sui sistemi di pagamento. 2. CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) esercita controlli sulla correttezza e trasparenza per operazioni su strumenti finanziari scambiati sui mercati. Controlla anche la solvibilità degli emittenti e la correttezza del comportamento degli intermediari. 3. IVASS (Istituto di Vigilanza Assicurativa) esercita controlli sul comparto assicurativo. Opera per garantire l’adeguata protezione degli assicurati perseguendo la sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione e la loro trasparenza e correttezza nei confronti della clientela. 4. COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) spettano ad essa i controlli sui fondi pensione garantendo stabilità e trasparenza nei rapporti tra il fondo e i partecipanti. 5. ANTITRUST (Autorità garante della concorrenza e del mercato= AGCM) istituita con legge 287/1990 e che si occupa con legge 262/2005 anche del comparto bancario (in collaborazione con Bankit: Banca d’Italia) e per le assicurazioni sentito il parere di IVASS. Gli compete la vigilanza sul rispetto della normativa antimonopolistica. 1.7 INDICATORI PER MISURARE LA DIMENSIONE DEI MERCATI FINANZIARI Le informazioni di sintesi sulla struttura finanziaria dell’economia possono essere ottenute analizzando alcuni indicatori finalizzati a raccogliere il peso svolto dai mercati e dagli intermediari finanziari nell’ambito della raccolta e allocazione delle risorse finanziarie tra i vari settori istituzionali. 2 I SALDI FINANZIARI CAPITOLO 2 Esistono due approcci per studiare i saldi finanziari: approccio Microeconomico Approccio Macroeconomico approccio Microeconomico I comportamenti economici dei singoli soggetti sono finalizzati a modificare, per ogni dato intervallo temporale, la dotazione iniziale di ricchezza. Le operazioni svolte da ciascun soggetto economico possono essere identificate in un bilancio composto da: uno STATO PATRIMONIALE che rileva crediti, debiti, beni di proprietà esprimendoli in voci di stock: ovvero fornendo una “fotografia” statica; e da un CONTO ECONOMICO riassuntivo dei flussi di risorse in entrata e in uscita che generano costi e ricavi in un determinato periodo di tempo. CONCETTI ELEMENTARI DEL BILANCIO: 1. Stato patrimoniale SP: espressione dello stock di beni disponibili e dei crediti e debiti in essere 2. Patrimonio netto PN: costituisce la ricchezza netta disponibile ad una certa data, è dato dalla differenza tra il totale dell’attivo AT e le passività finanziarie PF 3. Conto economico CE: flussi di ricavi e di costi e risultato netto di periodo: che può essere un utile, il quale può essere reinvestito portando ad un incremento del patrimonio oppure una perdita che va a decrementare il patrimonio poiché vengono diminuite le riserve per poterla coprire. 1 STATO PATRIMONIALE Lo stato patrimoniale è composto da: ATTIVITA’(=IMPIEGHI) e da PASSIVITA’ (=FONTI). I beni e i valori che costituiscono l’attivo possono avere natura reale o finanziaria, mentre invece le passività solamente natura finanziaria. Le attività finanziarie compaiono nell’attivo dei soggetti titolari dei diritti a ricevere le prestazioni monetarie concordate con le controparti; le passività finanziarie compaiono nel lato destro dello stato patrimoniale dei soggetti che hanno sottoscritto l’impegno ad eseguire le prestazioni monetarie concordate. Differenza fra attività reali e finanziarie: Attività reali AR: esprimono rapporti di proprietà. Attribuiscono la facoltà di determinarne l’uso. Si riferiscono a beni tangibili (impianti, macchinari, case, terreni etc) e intangibili (avviamenti, brevetti etc.). Compaiono nel bilancio di un solo operatore 2.2 L’AGGREGAZIONE DEI SALDI FINANZIARI  DERIVAZIONE MACROECONOMICA Due differenti situazioni: 1. S=I>0 in tale caso l’impresa è in grado di autofinanziarsi utilizzando solamente le risorse interne; non ci sarebbe il bisogno di emettere altri strumenti finanziari e il sistema finanziario non subirebbe alcuna modifica. Ma se questa uguaglianza è rispettata ex-post non è detto che lo sia ex-ante. Vi sono differenze intersettoriali che danno origine all’emissione e allo scambio di strumenti finanziari 2. S e/o =I=0; S In questi casi è necessario che l’impresa si indebiti procedendo all’emissione di passività/attività finanziarie tali da coprire i fabbisogni sia di investimento sia di ripiano dei deficit correnti. Quanto più è ampia la divergenza tanto più ampio sarà il ricorso al sistema finanziario per l’attivazione di circuiti diretti od indiretti L’equivalenza fra risparmi e investimenti è verificata ex post, ma non ex ante. In un sistema economico chiuso, il risparmio nazionale coincide con la variazione delle attività reali, cioè con gli investimenti. In un sistema aperto, se S < I (il paese consuma più risorse di quante ne produce) si avrà indebitamento netto verso il resto del mondo Necessità dell’intermediazione finanziaria perché:  Paesi diversi  Monete diverse 2.3 INTENSITA’ FINANZIARIA DEL SISTEMA- DISSOCIAZIONE TRA RISPARMIO E INVESTIMENTO La dimensione dei saldi finanziari è frutto delle scelte degli operatori dei singoli settori, influenzate dalla storia economica e dagli interventi pubblici (modalità di distribuzione del reddito e interventi di politica economica). In genere le imprese presentano un valore degli investimenti superiore all’ammontare del risparmio del periodo, mentre le famiglie presentano il caso opposto ovvero un valore dei risparmi superiore di quello degli investimenti in attività reali. Infatti, solitamente il settore in avanzo finanziario è rappresentato dalle famiglie mentre quelli in disavanzo sono costituiti da imprese e settore pubblico. Il settore estero invece può presentare saldi positivi o negativi che, in genere, si alternano nel corso del tempo. Il trasferimento dei saldi dà luogo ai flussi finanziari che si muovono secondo i modelli di intermediazione in essere: circuiti diretti o indiretti. Nell’ambito delle singole economie, la distribuzione dei saldi finanziari tra settore in avanzo (famiglie) e settori in disavanzo (impresse, settore pubblico) ha natura strutturale è evidente che più è elevato il livello di dissociazione, tanto è più ampia la domanda di servizi di trasferimento di risorse= ciò significa che maggiore è il grado di sviluppo di un paese e maggiore è il grado di intensità finanziaria. 2.4 SALDO FINANZIARIO DELLE IMPRESE L’indebitamento e il netto patrimoniale esprimono le fonti di copertura del fabbisogno finanziario generato dagli investimenti in corso di realizzo (capitale investito o totale attivo). Il passivo indica la provenienza della fonte di finanziamento, il tipo di contratto e la durata:  Capitale di terzi e capitale proprio  Debito e titoli di capitale  Breve e lungo termine  Debiti: Corrente o breve termine (< 12 mesi) e Consolidato o medio-lungo termine (> 12mesi)  Patrimonio netto:  Capitale sociale  Riserve (da utili e da sovrapprezzo azioni) AUTOFINANZIAMENTO Grado di indebitamento dell’impresa o leverage o leva  = debiti/patrimonio  = totale attivo/patrimonio  = debiti/totale attivoMaggiore è la leva maggiore è il rischio finanziario:  Maggiori oneri per interessi  Maggiore rischio di credito per i finanziatori  Maggiore rischio per gli azionisti che sono residuali rispetto ai creditori  Le imprese esprimono diversi bisogni finanziari ai quali il sistema finanziario (intermediari e mercati) cercano di rispondere attraverso l’offerta di servizi finanziari: 2.5 FABBISOGNO FINANZIARIO Il fabbisogno finanziario definisce il bisogno delle imprese di finanziamento.  Le imprese prima investono (uscita), poi vendono i propri prodotti e da tale vendita incassano (entrata). Questo è il ciclo tipico delle imprese, esiste però un tipo di impresa con ciclo finanziario invertito: le assicurazioni esse, infatti, prima incassano il premio pagato dai consumatori e poi nel caso di manifestazione di un evento dannoso hanno un’uscita. Le variazioni del capitale investito definiscono anche le variazioni del fabbisogno finanziario o fabbisogno finanziario addizionale, può essere:  Ex-ante: misura l’ammontare di nuovi finanziamenti da attivare per fare fronte alle nuove esigenze dettate dai maggiori investimenti  Ex-post: misura le variazioni di indebitamento e patrimonio attivate cioè le fonti di copertura attivate 2.6 L’AUTOFINANZIAMENTO AUTOFINANZIAMENTO = FABBISOGNO ADDIZIONALE – FABBISOGNO ESTERNO, cioè le risorse finanziare che l’impresa è in grado di produrre in autonomia. Se l’autofinanziamento è sufficiente a coprire il fabbisogno addizionale allora il fabbisogno esterno è nullo. L’autofinanziamento netto sono gli utili non distribuiti ai soci e reinvestiti nell’attività dell’impresa. GLI INTERMEDIARI FINANZIARI (IF) capitolo 6 Il mercato dei capitali è caratterizzato per la presenza di intermediari finanziari la cui attività tipica è costituita dalla creazione, negoziazione di strumenti finanziari e dalla prestazione di servizi a supporto della conclusione di operazioni finanziarie. Gli intermediari finanziari sono un insieme di operatori professionali che, utilizzando strumenti finanziari, contribuiscono allo svolgimento delle funzioni finanziarie  gestire i rischi attraverso 3 tecniche principali di gestione: a) IMMUNIZZAZIONElogica dei contratti derivati b) ATTENUAZIONEdiversificazione del rischio c) TRASFERIMENTOcaso delle assicurazioni poiché il risparmiatore cede il suo ipotetico rischio all’assicurazione che lo acquisisce trasformando un rischio individuale in rischio collettivo  Assunzione dei rischi Le esigenze contrapposte spesso sono difficili da conciliare per questo intervengono gli IF - La superiorità degli intermediari è rappresentata dalla capacità di diversificare e frazionare il rischio che i singoli investitori non riescono a fare legge dei grandi numeri: maggiore è il numero di clienti e maggiore è la possibilità di diversificare il rischio - L’intermediario trasforma il rischio. Ricompone le preferenze contrapposte degli operatori - L’intermediario trasforma i rischi grazie alle economie di scala, alla diversificazione e al frazionamento del rischio di default dei debitori: Rischio credito  Fronteggia lo sfasamento tra entrate e uscite: rischio liquidità Per la trasformazione del rischio l’intermediario si fa pagare in quanto offre ai depositanti degli strumenti con un rischio inferiore a quello che otterrebbero andando direttamente sul mercato e offrono alle imprese dei crediti in linea con le loro esigenze di finanziamento. Il margine di interesse e il margine di intermediazione (= commissionale) rappresentano la remunerazione per l’attività d’intermediazione e il compenso per il rischio assunto e anche l’onere sostenuto dalla collettività per consentire il trasferimento dei fondi dalle US alle UD questa attività è svolta da: A) BANCHE B) ASSICURAZIONIhanno un bilancio. Riserve tecniche sono la passività nei confronti degli assicurati vs. attività finanziarie e reali C) INVESTITORI DELEGATI: fondi comuni, fondi pensione, SICAV, ecc.  il rischio è in capo al risparmiatore ovvero L’INTERMEDIARIO FINANZIARIO NON SI ASSUME IL RISCHIO. Restituiscono il valore di mercato del portafoglio e NON il valore nominale (=valore d’acquisto). Il valore può essere più alto o basso del valore nominale in base all’andamento del mercato. 4 MINIMIZZARE LE ASSIMETRIE INFORMATIVE (=AI) Per asimmetria informativa si intende quella situazione in cui una parte (=agente= UD prenditore di fondi) possiede maggiori informazioni dell’altra (=principale=US= datore di fondi). L’agente ha sempre più informazioni. La banca può essere entrambe le parti a seconda delle situazioni in quanto può essere sia datore sia prenditore di fondi. Il prenditore di fondi=agente ha certamente una migliore conoscenza della propria situazione economica-finanziaria e sa in che modo utilizzare o destinare i fondi acquisiti, informazione che il datore di fondi=principale non può conoscere e per questo viene a trovarsi in condizioni di inferiorità informativa Distribuzione diseguale/asimmetrica dell’informazione e gli intermediari hanno un vantaggio Quando l’IF assume su se stesso gli oneri e i rischi del trasferimento di fondi, elimina il problema dell’asimmetria informativa tra US e UD, ma poi si ripropone nelle relazioni tra la banca e i singoli operatori. Per alleviare la distribuzione diseguale delle informazioni, è necessario che il principale acquisisca informazioni, ma questo comporta costi che rientrano nell’ambito dei costi di transazione. Quello che rileva è l’accesso all’informazione. Il compito di raccogliere e diffondere informazioni è affidato a tutte le istituzioni finanziarie, tra cui:  Agenzie di rating –> forniscono informazione ma non sono intermediari. Sono specializzate nella valutazione e nel controllo della qualità degli strumenti finanziari. RATING= consiste nella classificazione di titoli di debito emessi sul mercato con un corrispondente livello di rischio.  Attività di assistenza agli scambi es. SIM, consulenza finanziaria, distribuzione di prodotti finanziari, raccolta di ordini, formulazione di rating da sole non consentono di attribuire la qualifica d’intermediario finanziario in quanto non c’è assunzione di rischio diretto o indiretto relativamente allo scambio di attività finanziarie Alcuni concetti preliminari sulla teoria dell’informazione:  Definizione: l’informazione comprende “il dato elementare, l’insieme degli elementi conoscitivi su una determinata materia, il loro sistematico ordinamento, la loro elaborazione e diffusione” (Ciampi, 1990). L’informazione nelle scelte finanziarie può essere:  informazione specifica: relativa alla singola attività finanziaria e al suo emittente  informazione generale: riferita all’economia nel suo complesso oppure:  informazione pubblica: riguarda tutti gli operatori  informazione privata: riguarda solo alcuni operatori, es. banca nel rapporto di credito diverso dal caso di finanziamento via mercato. Customer relationshiprelationship landing Le informazioni per gli intermediari finanziari sono input e allo stesso tempo output di un sistema finanziarioAl sistema finanziario è demandato il compito di generare a costi accettabili informazioni sufficienti sulla situazione economica delle imprese. 2.8 COSTI DELLA PRODUZIONE DI INFORMAZIONE a) Il costo necessario per acquisire, in modo tempestivo, i dati pubblicamente disponibili sull'economia in generale e sui singoli debitori in particolaredetto search cost b) Il costo necessario per ottenere direttamente informazioni anche non pubblicamente disponibili sui singoli debitori, sul valore delle singole attività finanziarie e così via c) il costo necessario per ottenere informazioni sul futuro, sono legati alle previsioni economiche= cercare di prevedere l’andamento del mercato. Rientrano in questa categoria tutti i costi necessari per produrre (acquisire) previsioni economiche di carattere generale e previsioni su specifici settori. Poiché l’informazione è costosa è possibile che non sia distribuita in modo uniforme tra i soggettiasimmetrie informative Le asimmetrie informative possono portare al fallimento del mercato= market failures L’incertezza, invece, non porta a market failures perché può essere gestita. Basta ponderare, indicizzare ciascun bene con i possibili stati del mondo e l’equilibrio può essere raggiunto come in condizioni di certezza. 2.9 2 TIPI DI ASSIMETRIA INFORMATIVA:  MORAL HAZARD: prevede che le parti interessate allo scambio abbiano ex-ante informazioni uguali circa ogni aspetto rilevante ai fini del contratto e l’asimmetria si manifesta una volta stipulato il contratto= OVVERO DOPO: EX-POST Chi subisce il moral hazard (=principale) deve cercare di incentivare l’altra parte ad agire nel suo interesse e controllare il suo comportamento ovvero fare MONITORING  HIDDEN ACTION: la parte= AGENTE è in grado di compiere azioni non controllabili dall’altra parte=PRINCIPALE EX-ANTE Una delle parti (=agente) ha informazioni che il principale non ha prima (=ex-ante) di stipulare il contratto, da qui hidden information. Es. assicurazione, banca nelle operazioni di prestito, auto usate [esercizio slide del calcolo valore atteso] Soluzione: 1. incentivare la parte che possiede l'informazione privata a rivelarla: SIGNALLING. Es. garanzia. 2. trovare strumenti che consentano di avere quanta più informazione è possibile 3. crearsi una reputazione elevata e positiva Le asimmetrie informative possono creare fallimento di mercato per due motivi principali: 1. Il prezzo riflette la qualità media. Non compensando i venditori “buoni” questi ritireranno il loro prodotto dal mkt, dunque Prezzo diminuisce, qualità diminuisce, e così via 2. il prezzo di mercato seleziona male la qualità del prodotto, nel senso che incentiva ad un suo progressivo deterioramento => legge di Gresham. Può non esistere un prezzo al quale l’offerta del bene eguagli la domandaIl mercato del bene può scomparire del tutto 2.10 ASSIMETRIE INFORMATIVE: SOLUZIONI I "segnali" comportano qualche forma di autoselezione da parte dell'offerente di buona qualità  Quest'ultimo deve cioè intraprendere un'azione che dia al compratore (=principale) un'indicazione inequivocabile sulla qualità del prodotto offerto e che nello stesso tempo sia troppo costosa per essere imitata da parte del produttore di cattiva qualità Un esempio di signalling si ha quando la banca attraverso la propria attività di prestito, segnala agli altri potenziali detentori di titoli la convenienza o meno ad investire in una determinata impresa, evitando a questi ultimi inutili duplicazioni dei costi di informazione. 5 TEORIA EVOLUZIONISTA mezzo di pagamento, è uno strumento perfettamente liquido tanto più è liquida un’attività tanto minore è il compenso richiesto (i.e. rendimento) Chi detiene moneta? Famiglie, imprese, pubblica amministraz., banche Chi la emette? Banche e BCE quando emettono rappresenta passivo, quando la detengono attivo Detenere moneta come attività patrimoniale significa detenere ricchezza cioè disponibilità monetarie immediatamente spendibile= se utilizzo la moneta per acquistare immediatamente beni/servizi, sto rinunciando al rendimento che avrei potuto ottenere se impiegavo la moneta in altre attività finanziariequesta rinuncia appare come costo-opportunità in genere espresso come tasso d’interesse. 3.1 FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria consiste nella creazione e nella circolazione dei mezzi di pagamento. L’attività di erogazione del credito e di produzione di moneta bancaria svolta dalle banche concorre alla determinazione del volume complessivo dei finanziamenti all'economia e della quantità complessiva dei mezzi di pagamento. La funzione monetaria consiste nell’offerta di strumenti di debito della banca che sono accettati dal mercato come se fossero moneta legale. Non esistono altri intermediari con la stessa specificità della banca. Le banche diventano il tramite necessario per realizzare i pagamentisistema dei pagamenti interbancario RTGS (Real Time Gross Settlement)  Banca centrale disciplina l’emissione di moneta  Specificità bancaria L’emissione di moneta cartacea in forma di biglietti di carta, in una prima fase, si sostanzia in una vera sostituzione delle monete metalliche in circolazione. Vale a dire che il deposito di monete metalliche è il deposito regolare: Deposito di monete in cambio di carta; la conseguenza è che la moneta complessivamente in circolazione è immutata. La nascita della moneta bancaria determina la trasformazione del deposito regolare in deposito irregolare: Non c'è l’obbligo di restituire la stessa moneta merce depositata ma un equivalente valore con la conseguenza che il depositario poteva liberamente disporre attraverso operazioni di prestito. Il fatto che le banche potessero emettere direttamente moneta in modo completamente autonomo ha creato numerosi dissesti, così è stato imposto che la funzione di emissione fosse delegata ad un istituto di emissione che ne detiene il monopolioseparazione tra attività bancaria e attività di emissione. Gli istituti di emissione assumono il ruolo di “banche delle banche” agendo come depositari del fondo di cassa delle altre istituzioni creditizie e come prestatori di ultima istanza (=lender of last resort) di moneta legale nei momenti di necessità. In quanto delegati dallo Stato, gli istituti di emissione intrattengono relazioni molto strette con il Tesoro: ne finanziano i disavanzi e forniscono servizi di gestione del debito pubblicobanca del tesoro Infine, presso gli istituti di emissioni vengono concentrate le riserve auree del paesedi conseguenza viene affidato il controllo e la gestione del cambio della moneta in altre valute (=convertibilità esterna) e Introduzione del corso forzoso cioè del divieto della convertibilità dei biglietti in oro (convertibilità interna) 3.2 LA PRODUZIONE E LA CIRCOLAZIONE DELLA MONETA La funzione monetaria consiste nella produzione di moneta ed erogazione di servizi di pagamento. questa attività identifica il sistema dei pagamenti. Il sistema dei pagamenti può essere definito come Insieme delle norme, degli intermediari e degli strumenti che permette il passaggio della moneta da un operatore economico all’altro, al fine di consentire lo scambio di beni e servizi. Esso è composto da: - Soggetti: che emettono moneta (banca centrale e banche commerciali) - Mezzi di scambio: e strumenti di pagamento sia cartacei che elettronici - Operatori: che gestiscono reti e procedure tecniche per il regolamento dei pagamenti - Norme: che definiscono i diritti e doveri delle parti coinvolte Nell’ambito della legislazione italiana, il testo unico bancario (TUB) riconosce le competenze della Banca d’Italia in materia di sistemi di pagamento. L’attività del sistema finanziario può essere valutata sotto 3 punti di vista principali: 1. Quantitativo: il sistema finanziario è impegnato a fornire una quantità di mezzi di pagamento sufficienti a realizzare gli scambi. Le componenti del sistema finanziario preposte a questa funzione sono: la banca centrale e le banche commerciali che insieme determinano la quantità complessiva di offerta di moneta. 2. Qualitativo: riguarda la tipologia dei mezzi di scambio e degli strumenti di pagamento. In merito, il sistema finanziario produce un tipo di genere monetario rappresentato da circolante e moneta bancaria di cui il sistema dei pagamenti deve garantire la qualità di conversione. L’accettabilità della moneta risiede nella fiducia che l’emittente sia in grado di rispettare il proprio debitosotto questo aspetto, la moneta legale ha illimitato potere liberatorio sancito per atto d’imperio dello stato (moneta a corso forzoso), mentre l’accettabilità della moneta bancaria risiede su presupposti fiduciari. 3. Tecnico-operativo: riguarda l’insieme delle norme e processi che regolano l’emissione dei mezzi di pagamento e anche i meccanismi e le procedure che guidano la circolazione della moneta e quindi la sua effettiva spendibilità. Quindi gli elementi costitutivi del sistema dei pagamenti sono: o Mezzi di scambio: la moneta utilizzata negli scambi o Strumenti, procedure e infrastrutture per la circolazione della moneta o Accordi di cooperazione tra gli operatori del mercato o Quadro normativo: che presiede alla circolazione della moneta o Il ruolo delle autorità monetarie 3.3 STRUMENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO L’emissione o creazione di moneta è sempre il risultato di un’operazione di credito. Es. banca centrale immette moneta in contropartita di operazioni di rifinanziamento del sistema bancario: Operazione di credito vs. contante SOGGETTI DEL SISTEMA DEI PAGAMENTI: 3.4 MEZZI DI SCAMBIO E GENERE MONETARIO I mezzi di scambio utilizzati in Italia sono prodotti dall’Eurosistema, dalle banche commerciali, da Poste italiane e da altri intermediari non bancari. Il sistema dei pagamenti dall’area euro è un sistema integrato, realizzato per assicurare che la liquidità all’interno dell’area possa essere trasferita tra i diversi operatori in modo sicuro, rapido e agevole. Sono i sistemi tecnici: 1. Sistema TARGET2 Nucleo centrale per la gestione della liquidità bancaria e l’accesso alla BCE. È il sistema di regolamento lordo in tempo reale in moneta della banca centrale. Il Target 2 avviene su base monetaria. 2. SEPA (=single euro payments area) sistema per i pagamenti al dettaglio. La parte gestita dalla Banca d’Italia si chiama BI-COMP (compensazione netta) 3. TARGET2-SECURITIES È il sistema di regolamento lordo in tempo reale in moneta della banca centrale. Utilizzato per tutti i pagamenti in euro da e verso l’eurosistema. 4. EURO 1compensazione e regolamento del netto 4 LA FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA CAP.4 4.1 BCE E POLITICA MONETARIA Con politica monetaria ci si riferisce all’insieme delle azioni intraprese dalla banca centrale, o più in generale dalle autorità monetarie, volte a modificare e a orientare la moneta, il credito e la finanza Banca Centrale EuropeaLa BCE è un’istituzione ufficiale dell’UE che si colloca al centro dell’Eurosistema e anche del Meccanismo di vigilanza unico, per quanto riguarda la vigilanza sulle banche. Ad essa vengono affidate funzioni di controllo della creazione della moneta e funzione di attualizzazione di politica monetaria  Obiettivo preservare il valore dell’euro e mantenendo la stabilità dei prezzi e garantire l’equilibrio dei conti con l’estero  Si occupa della definizione della politica monetaria per l’area dell’euro e svolge il ruolo di autorità di vigilanza bancaria Quali sono gli strumenti tramite i quali la Bce può incidere sulla base monetaria? - Strumenti classici: 1. Manovra tassi ufficiali di scontose il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale viene ridotto (come è successo anni fa) significa che si sta applicando una politica monetaria espansiva per stimolare il tasso di crescita dell’economia e aumentare l’inflazione che era molto bassa. Se invece i tassi di interesse vengono aumentati (come in questo periodo)  si parla di politica monetaria restrittiva: aumentando i tassi di interesse per diminuire l’inflazione. I tassi di interesse di riferimento della BCE (=corridoio tassi ufficiali della BCE) resteranno su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non si raggiungono prospettive di inflazione adeguate ovvero un livello positivo, ma inferiore al 2% *corridoio tassi ufficiali della BCE= è delimitato dal tasso di rifinanziamento marginale ovvero costo con cui le banche accedono al credito BCE e dal tasso di rifinanziamento principale che è il rappresenta il costo di rifinanziamento minimo per le banche 2. Operazione di mercato apertoGli acquisti o vendite di titoli pubblici riprenderanno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 1° novembre. Gli acquisti proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei tassi di riferimento e termineranno poco prima che si innalzeranno i tassi di riferimento della BCE la BCE acquista titoli e in questo modo aumenta la circolazione di moneta: politica espansiva - La BCE vende titoli per cui le banche avranno più titoli, ma meno soldi: diminuisce denaro in circolazione: politica restrittiva 3. Manovra del coefficiente di riserva obbligatoria se la banca centrale aumenta il coeff. Provoca una diminuzione di risorse per cui riduce la quantità di offerta a disposizione, invece una diminuzione del coeff. Provoca un aumento della quantità di offertaquando le banche prendono a prestito dalla BCE, le loro riserve aumentano, consentono loro di effettuare più prestiti e “creare” più moneta. La BCE può aumentare BM diminuendo il tasso di sconto e spingendo le banche a prendere a prestito più riserve dalla banca centrale oppure le imprese dalle banche commerciali. - Nuovi strumenti: 1. FORWARD GUIDANCE: (indicazioni prospettiche) 2. Il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Programma di Acquisto delle Attività continuerà a essere reinvestito, integralmente finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario 3. Le modalità della nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT III) trimestrali saranno modificate per preservare condizioni favorevoli del credito bancario. Tasso di interesse pari al tasso medio applicato alle operazioni di rifinanziamento principali. Concedendo prestiti netti idonei superiori a un valore di riferimento, nelle OMRLT III le banche beneficeranno di un tasso di interesse inferiore, che potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso medio applicato ai depositi c/o BCE per la durata dell’operazione. La scadenza sarà estesa da due a tre anni 4. Al fine di sostenere il canale bancario di trasmissione della politica monetaria, si prevede una remunerazione delle riserve su due livelli: 1. riserve obbligatorie: la BCE richiede che le banche detengano una percentuale dei depositi ricevuti sotto forma di riserva obbligatoria. Sono remunerate fino all’ammontare obbligatorio Come funziona? il coefficiente di riserva obbligatoria influenza l (=ro+rl) e m, se la BCE riduce l, allora le banche possono effettuare più prestiti e “creare” più moneta per ogni unità di deposito ricevuta. 2. Oltre il livello obbligatorio cioè la liquidità in eccesso detenuta dalle banche è esente dal pagamento del tasso di interesse negativo sui depositi presso la banca centrale per le riserve volontarie 4.2 FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA Definizione: la politica monetaria è l’insieme di azioni intraprese dalla BC o più in generale dalle autorità monetarie volte a modificare-orientare la moneta, il credito e la finanza  Funzione di trasmissione della politica economica Consiste nella capacità propria del sistema finanziario (e bancario in particolare) di trasformare gli impulsi di politica economica in modifiche nei comportamenti degli intermediari finanziari tali da generare modifiche nei comportamenti dei consumatori e degli investitori finali  L’attività di erogazione del credito e di produzione di moneta bancaria svolta dalle banche concorre alla determinazione del volume complessivo dei finanziamenti all'economia e della quantità complessiva dei mezzi di pagamento  Ruolo chiave delle banche nel meccanismo di trasmissione degli impulsi di natura monetaria all’economia reale  Le banche si interpongono tra BC e agenti economici.  In realtà il meccanismo di collegamento avviene per il tramite dell’intero sistema finanziario quindi anche tramite Mercati e mercato interbancario Obiettivi e strumenti di politica monetaria: Gli obiettivi finali coincidono con quelli della politica economica (politica monetaria, dei redditi e di bilancio)PIL, occupazione, controllo dell’inflazione, tasso di cambio e equilibrio dei conti con l’estero; trade-of 4.3 I MOLTIPLICATORI La base monetaria (BM) è la moneta creata dalla banca centrale (passivo della BC). È detenuta dal pubblico sotto forma di circolante (C) e riserva obbligatoria (RO) e libera (RL). BM = C + RB dove RB = RO+RL L’ammontare della moneta (M) in circolazione è costituito dalla somma del circolante e dei depositi bancari M = C + DB. Il moltiplicatore esprime la relazione tra BM e M C= c*DB dove DB= DEPOSITI BANCARI e c= propensione alla liquidità del pubblico RB= l *DB dove l= ro+rl  l= propensione alla liquidità delle banche; ro= coeff. Riserve obbligatorie e rl= coeff. Riserve libere FORMULE:  M= m*BM dove m= moltiplicatore della moneta Offerta di moneta È la quantità di moneta disponibile in un’economia Politica Monetaria Il controllo dell’offerta di moneta
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