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riassunto e commento il castello di kafka, Sintesi del corso di Teoria della Letteratura

riassunto e commento il castello di kafka

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 04/09/2021

marcello-candela-1
marcello-candela-1 🇮🇹

4.5

(13)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica riassunto e commento il castello di kafka e più Sintesi del corso in PDF di Teoria della Letteratura solo su Docsity! Kafka aveva già abbozzato i suoi capolavori, “Il processo” e “Il Castello”, congiunti da un'esperienza di fondo, quella kafkiana per eccellenza: l'uomo si trova in stato d'accusa, nelle mani di un'autorità assoluta e temporeggiatrice che non si dà mai a conoscere e i cui ingranaggi, burocratici, incarnano l'assurdo e insieme l'assoluto. Una sorta di divieto alla felicità e all'amore per la donna (che nell'opera di Kafka è quasi sempre un'umile serva, brutta e sporca, ma in armonia con la realtà) grava sulla vittima, che nonostante tutto non perde mai la speranza in una legge superiore che invia ambigui messaggi di grazia al singolo. Tale visione possiamo ritrovarla anche nei “Tagebticher” (editi nel 1951; “Diari”) e in “Brief an den Vater” (1919; “Lettera al padre”). TRAMA La storia narrata è abbastanza semplice e si può riassumere sostanzialmente nella spasmodica ricerca dell’agrimensore K. di poter esercitare la sua professione. Egli infatti viene assunto da un misterioso Conte, che sì lo assume ma di fondo non gli darà mai un lavoro al villaggio che ha la sua sede governativa e burocratica nell’inaccessibile Castello, abitato da funzionari, segretari e politici di vario tipo. La gente del villaggio è totalmente soggetta al Castello, nessuno ci è mai stato, ma tutti obbediscono alle sue ordinanze senza battere ciglio. Anche gli uomini del Castello sono inarrivabili e agli occhi dei cittadini appaiono come delle mezze divinità. K. arriva al villaggio, ma viene costantemente ostacolato nell’esercizio della sua professione dagli abitanti e soprattutto dalla lentezza dell’apparato burocratico del Castello. K., protagonista assoluto, è talmente bistrattato dal mondo circostante e dall’autore, che non merita, al contrario degli altri personaggi, nemmeno un nome. La ricerca di questo impiego è causa di infinite vicissitudini per il protagonista. Questa impari lotta per far valere questo suo diritto è fonte inesauribile di frustrazione, incomprensione e solitudine. Tutto il mondo che lo circonda sembra coalizzarsi contro di lui per ostacolarlo nella sua ricerca. Il Castello nella sua lontananza e con la sua ferrea o ottusa burocrazia non gli consente nemmeno di avvicinarsi per presentare le sue istanze, tant'è che le sue ragioni non vengono respinte ma, peggio ancora, non vengono nemmeno ascoltate. La gente del villaggio, ai piedi del castello, inquadrata nella propria vita e nella propria attività, non contenta ma succube della situazione, non riesce a comprendere e condividere le iniziative del protagonista. Da questo stato di cose non può che nascere incomprensione e diffidenza. K. non può tollerare una simile situazione, e decide di incontrare chi di dovere per chiedere spiegazioni; la persona in questione è Klamm, uomo del Castello, che tutti hanno quasi timore di nominare e per il quale qualsiasi abitante del villaggio prova un ingiustificato ed esagerato sentimento di rispetto (come per tutti gli uomini del Castello del resto) Nel frattempo K. seduce Frieda, l'amante di Klamm, che forse lo può portare più vicino a lui. Giunto al cospetto del Sindaco, costui lo informa che la sua chiamata in qualità di agrimensore è stata un errore, o più precisamente un equivoco, dovuto alla complessità dell’amministrazione. Il suo scopo però rimane quello di veder riconosciuta la propria posizione di agrimensore, così continuerà a cercare di avere un incontro con Klamm; nel frattempo gli viene offerto un lavoro come bidello in una scuola elementare, egli accetta, ma già il primo giorno è un disastro, viene dunque licenziato. All’incirca a metà romanzo troviamo il racconto che Olga, sorella del messaggero Barnaba, unico soggetto che in qualche modo lo mantiene in contatto col Castello, fa a K. Olga gli racconta di come era la propria famiglia, di come repentinamente è caduta in miseria e di come il posto che adesso Barnaba occupa dopo anni di tentativi di farsi riaccettare dal Castello sia un segno di riabilitazione. Il racconto di Olga è funzionale al protagonista, e al lettore, per farsi un’idea più precisa di come il Castello regoli le questioni del villaggio. AI ritorno dall’incontro con Olga, K. scopre di essere stato abbandonato da Frieda, che è tornata a lavorare all’ Albergo dei Signori. Intanto K. ottiene un incontro con un segretario di Klamm: forse è l'occasione giusta per rimettere tutto a posto, e invece no: cercando la stanza di questo segretario si introduce per sbaglio in quella di un altro, che svegliatosi lo intrattiene con spiegazioni sull'andamento delle cose del villaggio, quasi a continuare il discorso di Olga, ma K. vinto dalla stanchezza s’addormenta. Successivamente incontrerà un vetturino che intende offrirgli un lavoro. Il romanzo si interrompe bruscamente qui, infausta e prevedibile fine di un racconto allucinato, incongruente in costante bilico tra incubo e realtà del tutto improbabile. -Personaggi più significativi e loro caratterizzazione: * K.: « Era tarda sera quando K. arrivò. » Così, all'inizio del romanzo, in un paesaggio di gelo si presenta il protagonista che, ha la stessa iniziale del cognome di Kafka: l'espediente allude, senza insistere, a una possibile identità tra personaggio e autore. Il passato di K., che altrove ha lasciato il paese natale, non incide affatto sul suo presente, tutto teso ad affermare i suoi diritti alla funzione di agrimensore del Castello. Egli è costantemente oppresso da un senso di inferiorità. Combatte sia per il pieno inserimento in una società che lo esclude e lo emargina, sia per il riconoscimento del suo diritto a lavorare nel villaggio, un diritto che non trova riscontri nella comunità né nei funzionari. Ma anche qui si tratta di atteggiamenti ambigui, non definitivi e assoluti: la freddezza degli abitanti si scioglie nel rapporto erotico di Frieda, che lascia un'« aquila » come Klamm, capo della X sezione del Castello, per un « lombrico » come K., secondo le parole dell'ostessa del Ponte. Talora le potenze inaccessibili del Castello mandano a K. segni favorevoli: al suo arrivo, quando all'osteria del Ponte, Schwarzer telefona al Castello per accertarsi che K. abbia il permesso di soggiorno, prima riceve una risposta negativa, poi positiva; K. riceve in tempi diversi due lettere da Klamm: la prima lo informa dei particolari, come se la sua assunzione non fosse più materia controversa, la seconda l'elogia per una attività che non ha mai svolto. Queste parvenze di verità lo inducono a perseverare nell'errore, nonostante gli abitanti del villaggio cerchino di dissuaderlo. * Klamm: antagonista principale di K., l'enigmatico capo della X sezione, che non sarà mai in grado di raggiungere ma soltanto di intravedere dal buco della serratura la sera del suo arrivo all'"Albergo dei Signori": gli appare come un burocrate sonnacchioso, con il volto cascante per l'età matura e un paio di baffi austroungarici, non diverso dagli esemplari di capiufficio che Kafka dovette frequentare nella sua attività di impiegato. [Klamm, secondo alcuni, si riconnette al tedesco "klamm" = stretto, rigido (per lo Heller il suono di questa parola produce un senso di angoscia, quasi di claustrofobia), secondo altri con il ceco "klam", che significa illusione.] Nella tipologia dei funzionari del Castello si distingue solo per essere l'addetto alla sezione che si occupa dell'affare K. e per essere stato in anni lontani l'amante dell'ostessa del Ponte e, prima di K., di Frieda. * Per alcuni dei personaggi minori maschili troviamo una descrizione già del significato del nome, come Momus, il segretario rurale di Klamm, che porta lo stesso nome del dio greco della maldicenza, mentre Barnaba, equivale in ebraico a "figlio del conforto". Altri invece si presentano solo come persone meschine: lo Schwarzer che si fa rigido custode della legge solo per volontà di persecuzione, Lasemann che scaccia K. da casa sua per non compromettersi, Gerstiicker che
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