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riassunto e commento personale del libro, Sintesi del corso di Urbanistica

esercitazione di urbanistica, riassunti dei contenuti del libro e commenti e critiche personali

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 13/09/2022

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margherita-bertoldi 🇮🇹

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Scarica riassunto e commento personale del libro e più Sintesi del corso in PDF di Urbanistica solo su Docsity! POLITECNICO DI MILANO A.A.2021-2022 Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzione Laboratorio di Urbanistica “L’immagine della città”, Kevin Lynch 1. Introduzione Le ragioni della selezione del testo e rilevanza generale dell’autore e della pubblicazione. La scelta di questo volume: “L’immagine della città” di Kevin Lynch, pubblicato nel 1960 negli USA, è dovuta al risultato di una veloce ricerca sulla vita dell’autore. In particolar modo lo sfondo storico e sociale che ha accompagnato l’urbanista durante la stesura di questo libro mi ha particolarmente affascinata. Gli Stati Uniti d’America degli anni Cinquanta e Sessanta, con le relative problematiche principalmente legate alla lotta per l’integrazione di tutte le componenti razziali mantenendo l’unicità e il valore delle proprie origini culturali, sono per me un’interessante realtà da approfondire non solo dal punto di vista storico ma anche sotto altri punti di vista per poter creare un’idea più globale della situazione. La scelta è stata quindi legata alla figura di Kevin Lynch come persona in sé, prima che come architetto e urbanista, sfruttando l’occasione anche per approfondire l’analisi del quartiere di Crocetta cercando di cogliere quali fossero gli elementi fisici che andavano a influenzare l’aspetto sociale di questa zona. Attraverso questo libro Lynch ha provato ad individuare quali strumenti fossero i più adeguati per far arrivare ai componenti della società urbana americana il significato dei luoghi in cui vive e allo stesso tempo individuare alcuni contenuti che possano guidare un urbanista verso una progettazione urbana più efficace. In realtà il metodo di ricerca e analisi utilizzato da Lynch non è esclusivo per città americane, è possibile di fatto applicare il suo metodo e sfruttare i punti di riferimento che sono emersi per analizzare altre città. Questo libro è uno dei primi lavori dell’istituzione del Joint Centre for Urban Studies (JCUS) ed è da più di mezzo secolo che rappresenta un punto di riferimento per la progettazione urbana sia a livello pubblico che privato. 2. Note biografiche Profilo accademico e/o professionale, contesto storico e culturale. Kevin Andrew Lynch è nato il 7 gennaio 1918 a Chicago ed è morto all’età di 66 anni, nel 1984, poco prima di andare ad insegnare nell’Università di Tsinghua a Pechino. Il suo percorso di studi non è stato lineare, anzi, forse lo potremmo perfino definire variegato. Egli, infatti, nel corso degli anni ha intrapreso più corsi di studio differenti in università anch’esse differenti. Importante ricordare le facoltà di ingegneria e biologia le quali hanno particolarmente influenzato i suoi futuri lavori e ricerche. La varietà è il fattore che lo rappresenta e che lo rende unico. Bisogna anche ricordare che negli anni Quaranta ha preso parte alla Seconda guerra mondiale e una volta tornato in patria ha completato gli studi di urbanistica presso il Massachusetts Institute of Technology ed è stato allievo di Wright a Taliesin East. Una volta diventato professore ha insegnato in varie università, tra cui l’università dove si è laureato: il MIT. Gli anni di Kennedy, caratterizzati dalla situazione culturale e politica molto delicata, sono stati culla di più studi di Lynch come il volume preso in analisi: “L’immagine della città”. Egli credeva vivamente nell’importanza sociale, politica e morale di un approccio giusto nei confronti della società: tutelando ogni minoranza, permettendo a ognuno di far sentire la propria opinione, anche ai gruppi più emarginati. 3. Idee e concetti chiave Definizione e spiegazione di concetti, contesti, progetti e casi studio presentati nel testo (Si prega di notare che non si richiede una sintesi dell’intero libro, ma di selezionare elementi rilevanti, anche in relazione al punto successivo). Attraverso interviste dettagliate a un numero ristretto di abitanti di tre città americane diverse, rispettivamente: Boston, Jersey City e Los Angeles; Kevin Lynch ha riportato un’analisi per cercare di comprendere il ruolo delle immagini ambientali nelle vite quotidiane di ogni intervistato. L’aria scelta per lo studio nei tre casi era sempre di 4 km per 2,5 km circa e sono state svolte 2 analisi differenti: - Sopralluogo a piedi da parte di un osservatore addestrato e il disegno di una pianta con l’aggiunta di vari elementi, le loro connessioni, visibilità, punti di forza; dando un giudizio del tutto soggettivo su quanto colto nell’immediato. - Interviste approfondite a un numero ristretto di abitanti per riportare le immagini individuali della città e in particolare della area presa in analisi. Le interviste a un numero così ristretto di persone non consentono di sostenere di avere un’immagine pubblica della zona veritiera o autentica. A partire da questo studio si sviluppano contenuti collegati alle forme fisiche che vengono classificati in cinque elementi: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti. I percorsi vengono definiti dalla maggior parte degli intervistati come gli elementi predominanti nell’immagine urbana di una città. Traslando le osservazioni fatte da Lynch sulla città di Venezia si possono identificare due tipologie differenti di percorso: il percorso pedonale (le vie pavimentate) e il percorso delle imbarcazioni (i canali); ma questo non è l’unico modo possibile per distinguere le tipologie di percorso, un altro esempio è il percorso svolto dai turisti (tendenzialmente più largo e longitudinale) e il percorso svolto dai residenti (più stretto e trasversale). I margini rappresentano il confine tra due zone differenti, a Boston il Charles River è un chiaro esempio di margine mentre a Venezia lo è il mare che la delimita. In entrambi i casi l’acqua spezza la continuità in maniera forte ma non impenetrabile; infatti, i margini possono essere anche percorsi ad esempio dalle imbarcazioni. I quartieri sono aree con delle caratteristiche generale sia di tipo fisico come ad esempio il tipo edilizio, l’uso, la topografia… oppure di connotazioni sociali come aree etniche. La vista non è l’unico senso per percepire la differenza tra un quartiere e un altro, a Venezia infatti attraverso l’udito si può subito percepire la differenza tra il quartiere dedito alla zona commerciale e turistica e quello residenziale grazie alla sensazione di tranquillità che si prova e grazie al silenzio, quantomeno apparente, che cosparge il quartiere residenziale. I nodi costituiscono i punti strategici come le piazze (San Marco a Venezia). Solitamente i nodi si creano nei punti di congiunzione di percorsi o dove vi è un agglomerato di alcune caratteristiche simili. Quando l’area presa in considerazione è sufficientemente ampia, ad esempio, a livello internazionale: una città può divenire anch’essa un nodo (la città di Milano pensando al fulcro economico nei confronti delle altre città italiane, ma non solo per questo). La città non va però osservata utilizzando questi 5 elementi “base” senza una giunzione tra loro, perché essa non è un ente che lavora per comportamenti stagni. La città è come il corpo umano: ogni suo componente esiste e funziona grazie alla relazione che ha con gli altri componenti, scambiandosi reciprocamente aiuti e il risultato finale è rappresentato dalla complessità e dalla bellezza unica dell’essere umano. Lo stesso vale per le città: se un percorso non porta da nessuna parte, in nessuno nodo, è inutile; se non vi è alcun riferimento i cittadini si perderebbero in un luogo anonimo senza alcun posto dove andare… Non bisogna quindi sorvolare sulle interrelazioni tra le parti e l’insieme. Allo stesso tempo è importante ricordare che le persone che vivono questi spazi sono differenti tra loro e hanno necessità diverse, la missione è quindi quella di creare una città il più possibile congeniale a tutti. Lynch riporta come esempio di città con una buona organizzazione Boston, grazie alla ricca scelta di itinerari la città soddisfa i differenti bisogni dei cittadini dando a ognuno la possibilità di raggiungere attraverso una via identificabile e ben strutturata la loro destinazione.
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