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Riassunto - E. Dell’Agnese, Geografia e geo-politica dell’Estremo Oriente, Sintesi del corso di Geografia Economico Politica

Riassunto suddiviso per ogni paese dell’estremo Oriente trattato nel volume.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 07/08/2021

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Scarica Riassunto - E. Dell’Agnese, Geografia e geo-politica dell’Estremo Oriente e più Sintesi del corso in PDF di Geografia Economico Politica solo su Docsity! GIAPPONE All’inizio degli anni 80 il Giappone era la seconda economia mondiale. Nel 1985, in seguito a forti pressioni da parte degli Stati Uniti, il Giappone è costretto a svalutare il dollaro e rivalutare lo yen. L’asiatizzazione dell'economia pesava sui rapporti tra Giappone e Stati Uniti, i quali decidono di rivalutare lo yen per porre un freno alle esportazioni giapponesi. Nel 1985 quindi viene firmato l’accordo di Plaza che prevede una svalutazione del dollaro a favore di una rivalutazione dello yen. Contemporaneamente è richiesto al Giappone un'apertura del suo mercato, una manovra che permette agli Stati Uniti di investire nel mercato nipponico. Nell’arco di 10 anni gli Stati Uniti diventano il primo investitore in Giappone. Con l’apertura del mercato giapponese, anche le banche giapponesi cominciano ad assumere una certa somiglianza con quelle americane e quindi ad investire all’estero. Quindi parallelamente agli accordi di Plaza il sistema bancario giapponese si evolve verso il modello americano. Per quanto riguarda il Giappone questo nuovo ruolo di potenza fa crescere un sentimento nazionalista che porta appunto ad un neo nazionalismo. In un primo momento questi accordi frenano l'economia giapponese ma dopo un paio d’anni le tendenze si invertono. Il Giappone necessita di capitale, pertanto la contromossa delle aziende giapponesi è quella di delocalizzare la produzione, cercando mercati promettenti o già consolidati. Due sono quindi le alternative possibili per la delocalizzazione: - gli Stati Uniti (linea intrapresa dalle aziende automobilistiche) - | paesi del sud-est asiatico (che presentano economie emergenti dove è più semplice inserirsi e sono caratterizzati da una vicinanza culturale e spaziale con il Giappone) Un altro problema del Giappone è legato al sistema pensionistico. Il sistema pensionistico è strettamente legato al sistema del lavoro, pertanto modificandone uno si rischia di modificare anche l’altro. Solo nel 1997 si raggiunge lo smantellamento del sistema pensionistico, dopo un lungo processo socio psicologico. Nel 1987 il mercato finanziario giapponese sfugge al controllo borsistico occidentale, quindi si assiste ad una rapida crescita del mercato finanziario non giustificata dal mercato reale. A questo punto la potenza finanziaria delle aziende giapponesi diventa enorme. Tutto questo si riversa in due direzioni: = all’estero —> con gli investimenti diretti - All’interno del Giappone —> nel settore immobiliare e dell’industria A ciò si aggiunge la pubblicazione di una valutazione dei bisogni di nuovi uffici a Tokyo. La stima è ampiamente sovrastimata, questo causa la credenza che l’offerta si era rarefatta e scatena una corsa all’acquisto dei terreni destinati agli edifici. Inoltre la Banca del Giappone abbassa il tasso di sconto favorendo la speculazione. La bolla inizia quindi a gonfiarsi. | prezzi si alzano a tal punto che i terreni non trovano più acquirenti. Il sistema bancario giapponese si ritrova con crediti che non può coprire, quindi alza il tasso di sconto, frenando la speculazione. Gli speculatori sono costretti a vendere i terreni svalutandoli. Nell’89 viene emanata la legge di orientamento fondiario che rompe il meccanismo speculativo. La bolla non scoppia ma viene sgonfiata. Lo sgonfiamento della bolla finanziaria in Giappone è l'occasione per ripulire il sistema finanziario accelerando la sua modernizzazione. Dall'inizio degli anni 90 l’industria finanziaria regredisce. Lo sgonfiamento della bolla ha ripercussioni sull’attività industriale delle grandi aziende. Il mercato finanziario giapponese regge per alcuni anni, ma nell’autunno del 97 vi è una bancarotta per diversi miliardi di yen. La soluzione più pratica per il governo giapponese è quella di far pagare i contribuenti. Si verifica inoltre una trasformazione della classe politica giapponese e un mutamento del sistema politico: il partito liberal-democratico si sgretola dopo cinquant'anni di potere. La struttura del sistema finanziario giapponese aveva reso il Giappone la seconda potenza economica mondiale. Il sistema finanziario giapponese ha una gestione del credito particolare, in Giappone la burocrazia d'affari e quella di Stato sono fortemente legate ed è impossibile distinguere tra settore pubblico e privato. Il modello giapponese, toyotismo, é stato esportato nei paesi vicini i quali lo hanno adottato. Nel 1995 viene firmato l'accordo anti Plaza e viene concessa una svalutazione dello yen. Questo accordo ha impatto notevole sull'economia del sud-est asiatico, il deprezzamento dello yen ha aperto la via della crisi facendo aumentare il costo delle importazioni dal sud-est. Questo perché il Giappone aveva delocalizzato le proprie aziende in quei territori. Le variazioni del tasso di cambio tra yen e dollaro e le varie bolle speculative riflettono gli sbalzi nei rapporti tra Giappone e Stati Uniti, a volte di lotta e a volte di riavvicinamento. Tre sono le correnti ideologiche e geopolitiche che sono sopravvissute nel XX secolo e che si alternano in Giappone: quella occidentalista, quella asiatista e quella giapponesista. Oggi il Giappone è effettivamente inserito nell'economia mondiale come uno dei leader, il paese si è occidentalizzato e allo stesso tempo ha nipponizzato il mondo con la diffusione della sua cultura. Nel pensiero tradizionale giapponese la natura permea ogni cosa e l’uomo è inscindibile da essa, pertanto l’uomo non ha il potere di assumersi la responsabilità di proteggerla. Di conseguenza l’azione di protezione ambientale osservabile in Giappone è generalmente di dimensione individuale o locale, più per interesse personale che naturalistico. Le esigenze provocate dal progresso e le pressioni esterne hanno indotto il Giappone ad attivarsi nella protezione ambientale. L’attività industriale ha causato il disboscamento di ampie zone, il che ha danneggiato gli habitat naturali di molte specie. Negli anni sono state emanate diverse leggi, ad esempio la legge sulla caccia e l’istituzione di parchi nazionali e aree protette, in ultimo è stata firmata l'agenda 21. Ciò nonostante le aree protette sono ancora prevalentemente finalizzate alla conservazione di risorse per l'economia e per la fruizione turistica. Lo scopo dei parchi e delle aree protette è quello di salvaguardare il paesaggio naturale a beneficio dei visitatori. In seguito alla conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente, il Giappone ha presentato un piano di adeguamento dell’agenda 21, che prevede l'impegno ad agire in vari settori ambientali tra cui la salvaguardia delle risorse del territorio. Prevede inoltre la protezione dell'ambiente naturale e del patrimonio storico culturale, la corretta localizzazione delle industrie e il mantenimento di una buona qualità delle acque. Il problema principale che il Giappone si trova a dover fronteggiare riguarda la deforestazione, sono state intraprese delle opere di rimboschimento per proteggere l’estensione delle aree boschive. COREA DEL SUD La Corea del sud è divisa da quella del Nord non per differenze culturali ma per una situazione storica che rispose alle esigenze geopolitiche delle grandi potenze di allora, ovvero Stati Uniti e unione sovietica. La popolazione è quindi orgogliosa di appartenere ad uno stesso gruppo etnico. Senso di appartenenza a una comunità unica deriva anche dal fatto che in passato sono mancate classi sociali ben differenziate, ad esempio classe aristocratica, borghese, contadina. In Corea la popolazione ha un fondo culturale e delle caratteristiche di comportamento generalmente comuni e la cui matrice è confuciana e caratterizza l’intera società e la rende culturalmente omogenea, nonostante le differenti religioni. Il confucianesimo è considerato in due modi: - come sistema etico che è posto alla base del miracolo economico coreano degli ultimi decenni = come un fastidioso retaggio del passato che ha frenato lo sviluppo e la crescita economica. Degli anni 50 l’influenza del Guomingdan perdurò: nacque la Shan National Army, che si proponeva di contrastare i birmani che intendevano occupare l’area Shan. Questo contribuì alla crisi del governo e creò tensioni con la Cina. Nel 1961 il conflitto cessò. Con la creazione della Shan National Army favorì la produzione di oppio per acquistare le armi.le aree sotto il suo controllo pagavano tasse in oppio che poi veniva utilizzato per acquistare armi americane. Le formazioni che si contendevano l’oppio erano eterogenee, il risultato fu la nascita di bande che rivaleggiavano per il controllo del territorio. Il coinvolgimento degli americani nella guerra del Vietnam e gli squilibri politici delLaos incentivano la produzione di oppio creando dei veri e propri conflitti per il controllo del traffico. Questi conflitti vengono denominati guerra dell’oppio e nell’ambito di questo avvenimento si crea il cosiddetto triangolo d’oro. Le bande birmane vedono nel mercato americano la possibilità di espansione dei traffici di oppio, in particolar modo con il ritorno dei soldati americani in patria, questi diventano veicolo di diffusione della droga, ampliando il suo mercato. LAOS Il Laos è un paese poverissimo, è caratterizzato da un alto tasso di mortalità infantile, malnutrizione e un'elevata dipendenza da oppio. A livello geografico e politico, le cause che portano alla povertà sono: - il fatto che il Laos sia privo di sbocchi sul mare - il fatto che sia stato controllato, sfruttato e devastato per anni da altri paesi La globalizzazione ha rafforzato il confronto fra realtà forti e contesti segnati da debolezza e marginalità. Con il crollo del bipolarismo tra Stati Uniti e unione sovietica si è creato un multipolarismo caratterizzato da relazioni tra diversi protagonisti che hanno un interesse nel controllo di questa regione. Il Laos ha buone risorse minerarie e grande potenziale turistico, però la realtà dei fatti è che il Laos uno dei più dei paesi più poveri al mondo e ha un immenso gap tra performance economica e potenzialità. Oggi si contrappone al triangolo d’oro il quadrangolo d’oro, in questo caso il Laos e riscoprirebbe un ruolo di nodo cruciale sulle direttrici dalla Cina alla Thailandia. VIETNAM Il Vietnam è famoso nel 900 per la sanguinosa guerra che ha lasciato il paese in una condizione di povertà assoluta. Oggi attira l’attenzione per i notevoli progressi in ambito economico: - - l’attuazione di riforme economiche e istituzionali = miglioramenti economici accompagnati da miglioramenti sociali, quali la riduzione della povertà e l'aumento del tasso di istruzione - ha intrapreso il processo di regionalizzazione dell’est-sud asiatico, fenomeno influenzato dalla globalizzazione che induce i paesi a intraprendere un’industrializzazione per far fronte alle economie mondiali. Oggi la Repubblica socialista del Vietnam è la seconda potenza economica comunista dopo la Cina. Lo Stato dirige l'economia con un mix di libero mercato e di catching up tecnologico. Le riforme si sono svolte secondo questo schema: = nel settore agricolo vengono concessi lotti di terreno ai privati - nel settore industriale aumenta il peso delle imprese del settore privato - i prezzi vengono liberalizzati Ciò che ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo del Vietnam sono stati gli investimenti diretti esteri, in primo luogo gli investimenti giapponesi che erano volti allo sfruttamento delle materie prime e della Manodopera a basso costo, poi sono emerse le quattro tigri che hanno iniziato anch’esse ad investire in Vietnam e ad oggi arrivano investimenti da tutto il mondo specialmente nel ramo del turismo. Il Vietnam a diversi punti di forza tra cui le materie prime e le enormi risorse naturali ma il punto di forza più rilevante è il capitale umano, ossia la manodopera a basso costo. Fin dagli anni 80, quando si tratta di paesi in via di sviluppo, il problema principale è l’uso sostenibile delle foreste. Le misure adottate sono: la privatizzazione delle terre forestali o la gestione delle foreste su base comunitaria. Per quanto riguarda il Vietnam abbiamo la Land Law e il Forest Act che portarono ad una privatizzazione dei terreni forestali del paese. La necessità di tutelare le foreste si scontra con il degrado dei governi dei paesi in via di sviluppo, dovuto a: = una mancanza di alternativa economica all'agricoltura estensiva =. una forte crescita demografica - all’intenso utilizzo delle risorse forestali a scopo lucrativo Visto il successo ottenuto per i terreni agricoli il Vietnam ha emanato anche la Forest Land Allocation, ovvero la distribuzione di terre a diversi soggetti, soprattutto famiglie, per aumentare la sicurezza alimentare e proteggere le aree forestali. In questo contesto che si inserisce il progetto FAO, il quale attivo da breve tempo e quindi sarà necessario attendere per determinare gli effetti a lungo termine. CAMBOGIA La presenza coloniale francese in Cambogia differisce da quella in Vietnam, in questo caso i francesi non attuano uno sfruttamento ma si limitano ad influenzare culturalmente la classe dirigente. La Cambogia ottiene facilmente l'indipendenza grazie all’abilità politica del re Sihanouk, Il quale sfrutta il clima della guerra fredda per fare arrivare al suo paese diversi aiuti internazionali. In questo periodo la Cambogia è autosufficiente dal punto di vista alimentare e non è scossa da grandi tensioni. Il suo regime era di tipo dispotico e clientelare ma permise la formazione di una classe dirigente preparata culturalmente a livello internazionale. E in questo frangente che si forma il gruppo politico dei Khmer rossi, intellettuali che avevano studiato a Parigi ed erano entrati a contatto con gli ideali comunisti francesi in particolare gli ideali ruralisti-ugualitari. In questo periodo si sta combattendo la guerra fra Stati Uniti e Vietnam, gli Stati Uniti per non avere altri conflitti attuano diversi colpi di Stato nei paesi del sud-est asiatico per imporre regimi a loro favorevoli, questo non funziona con la Cambogia. Sihanouk non viene spodestato, diventa implicitamente un aiuto ai Viet Cong, è anche gradito da cinesi e sovietici. Però in questo momento i Khmer rossi tengono la via della rivoluzione sfruttando il malcontento dei contadini. Nel 1970 il re viene deposto da parte degli USA che cercano di insediare un regime filo americano. La resistenza inizia immediatamente e il fronte comprende: i Khmer rossi, i comunisti filo vietnamiti e i vari politici che appoggiavano il re. Nel 75 gli Stati Uniti perdono potere a causa di scandali interni. Il re Sihanouk è convinto di ritornare al potere con una soluzione pacifica e distensiva, ma questo non è previsto dai Khmer rossi. Questi iniziano una repressione sistematica contro le classi più abbienti sia per distruggere la ricchezza economica sia per eliminare la classe dirigente del paese e quindi a inizio una vera e propria lotta di classe. 76 il capo dei Khmer rossi Pol Pot viene invitato in Cina e questo segna la fine dei rapporti tra Vietnam e Cina. Sentendosi circondato dai nemici il Vietnam si allea con l’Urss e nel 78 invade la Cambogia occupandone gran parte. Alla fine degli anni 80 i vietnamiti si ritirano dalla Cambogia e i Khmer rossi si sono ormai trasformati in una banda di contrabbandieri di gemme e di legname e nel 1998 terminano del tutto di essere una forza politica e militare. THAILANDIA Ultimi anni la Thailandia ha vissuto un eccezionale sviluppo economico ma la maggior parte dell’attività economiche e delle ricchezze sono rimaste a Bangkok. La rapida crescita economica ha portato ad un veloce consumo delle risorse naturali e al deterioramento dell’ambiente della città, come si evince dalla cattiva qualità dell’aria e dalla grande quantità di polvere. Il governo per far fronte a questi problemi ha creato l’Eight Plan, che mira a realizzare una società è un ambiente sostenibile. Gli obiettivi sono: - organizzazione spaziale della regione urbana - Divisione territoriale dei poteri - Sostenibilità e qualità ambientale = Integrazione sociale dei lavoratori immigrati - Pianificazione e miglioramento della società civile - Sistemi interurbani di rete Un passo verso lo sviluppo nazionale che dovrebbe portare ad una società thai ideale. L’Eight plan porterà sviluppo economico che a sua volta genererà benessere. Il processo di pianificazione propone oggi una visione più totalitaria, per arrivare a questi obiettivi bisogna realizzare una buona governance e riformare il sistema amministrativo. In Thailandia il sistema di potere è gerarchizzato e ha come centro Bangkok. Il potere non può più essere centralizzato e quindi il governo deve provvedere ad un decentramento dei poteri. Per effettuare il passaggio di potere dal governo centrale ai governi locali si devono elaborare delle strategie di pianificazione. L’Eight Plan ha fornito indicazioni riguardanti l'utilizzo del suolo e gli investimenti nella rete delle infrastrutture, in particolar modo ha previsto: =. una trasformazione della zona di Bangkok in un centro di affari - lo sviluppo delle comunità della costa orientale = un coordinamento degli sforzi in campo pubblico e privato nella pianificazione urbana. Quindi la qualità ambientale di Bangkok è influenzata dall’inquinamento dell’acqua, dal traffico e dall’aria irrespirabile. L’Eight Plan ha due obiettivi per la sostenibilità sociale: - sviluppare una società stabile - un sistema di sicurezza sociale efficiente Crescita economica intrapresa dalla Thailandia ha influenzato le economie locali e ha determinato l’emigrazione dai villaggi. Bangkok ad oggi è l’unico vero conglomerato urbano dove sono concentrate tutte le attività economiche. La povertà rurale è il principale problema della Thailandia, i contadini non hanno nemmeno voce in parlamento. Il mondo dei villaggi costituisce un Mondo parallelo dove i parametri di sviluppo sono molto più bassi di quelli delle città e dove la famiglia ancora un ruolo importante in ambito organizzativo. L’espansione della frontiera agricola in Thailandia non portò all'aumento della produttività media per ettaro.a partire dagli anni 50 il governo sentì l'esigenza di controllare l’affarismo agricolo per aumentare le entrate economiche del paese.
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