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riassunto economia aziendale, Schemi e mappe concettuali di Economia Aziendale

riassunto economia aziendale, Marsilio

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 16/06/2023

andrearande
andrearande 🇮🇹

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Scarica riassunto economia aziendale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! ECONOMIA AZIENDALE PERSONE L’attività economica è svolta dalle persone e per le persone (centralità delle persone), che si uniscono in società umane. Ogni persona è quindi al centro degli studi che si occupano di economia (caratteristica di ogni teoria economica). Persone considerate nella loro interezza con fini materiali, sociali, spirituali; membri di famiglie e di società umane; Orientate al benessere individuale, ispirate da principi di solidarietà e altruismo. BISOGNI Teoria dei bisogni: bisogno è una esigenza (mancanza) di un bene necessario agli scopi della vita. Bisogni naturali (biologici), sociali (spirituali), essenziali (primari), voluttuari (secondari). Dinamicità: Si pongono in gerarchia, in relazione ai redditi disponibili, ai gusti, alle preferenze. Le scelte delle persone sono soggette a processi di apprendimento. BENI Beni economici: merci e servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni e scarsi rispetto alle esigenze delle persone. Beni non economici/liberi: non sono scarsi, sono liberamente disponibili in quantità e qualità sufficienti per tutti. Primari, voluttuari; complementari, fungibili; differenziabili e non (materie prime); a utilizzo singolo, durevoli; a consumo individuale o collettivo; privati, pubblici ATTIVITA’ ECONOMICA Le persone perseguono fini di varia natura, il perseguimento di fini suscita bisogni, il soddisfacimento dei bisogni richiede beni. L’attività economica è l’attività di produzione e consumo di beni. Si svolge mediante varie classi di operazioni: trasformazione tecnica (di materie prime, impianti, dati), negoziazione (beni privati/pubblici, lavoro, capitali, coperture di rischi), configurazione e di governo degli istituti (configurazione dell’assetto istituzionale, organizzazione, rilevazione e informazione. Tutte le attività svolte fa un’impresa sono una produzione economica: - Produzione di bene (merce o servizio): produzione di merci (imprese manifatturiere), produzioni di servizi (imprese di trasporti, turistiche, di consulenza, della salute, istruzione) - Svolgimento di negoziazioni: di beni (imprese commerciali), di capitali (banche, intermediari finanziari), di rischi (compagnie di assicurazione). La produzione economica è la funzione caratteristica svolta dalle imprese nel mercato. Il fine delle imprese: produzione di remunerazioni. Le persone costituiscono e partecipano alle imprese per ottenere remunerazioni (in particolare, remunerazione del lavoro e remunerazione del capitale proprio). La produzione (o attività) economica è il mezzo. L’attività economica si svolge con l’impiego di condizioni di produzione (fattore di produzione): materie prime, componenti, servizi forniti da terzi, immobili, impianti, macchinari, attrezzi, terra, beni pubblici, beni liberi. Condizioni primarie: lavoro, capitale: Sono condizioni la cui natura e le cui modalità di apporto all’impresa sono tali da suscitare nelle persone che le conferiscono interessi economici primari nei confronti dell’impresa (soggetti economici d’impresa) diritto/dovere di governare l’impresa. La massimizzazione del benessere individuale: le persone agiscono in modo tale da massimizzare il proprio benessere individuale (non solo materiale). Il comportamento delle persone è previdente e coerente nel tempo, è razionale nelle intenzioni. Le scelte delle persone sono influenzate da bisogni umani fondamentali (biologici); dalle caratteristiche dei beni e servizi fruibili in un determinato momento; dalle proprie esperienze passate, i consumi passati, le abitudini e le dipendenze individuali (capitale personale); dalle caratteristiche delle persone con le quali si interagisce (gruppi), inclusa la cultura (capitale sociale). Decisioni individuali: razionalità assoluta e limitata. GRUPPI SOCIALI, NORME E RUOLI Il comportamento delle singole persone è influenzato dalla loro appartenenza a gruppi sociali e a collettività umane. Attorno a ogni persona che occupa una certa posizione in una collettività umana si forma un sistema di attese di comportamento: il ruolo Il comportamento della persona è fortemente condizionato da tale sistema di attese. I processi decisionali collettivi: modello delle decisioni organizzative, Cohen, March, Olsen Cooperazione, opportunismo, fiducia, altruismo: cooperazione come ragion d’essere, produce rendita organizzativa. L’imperfetta conoscibilità degli input, comportamento e output crea comportamenti opportunistici, causa e effetto della sfiducia negli altri. Fiducia nasce con comportamenti leali e cooperativi, altruistici. Funzionali alla massimizzazione del benessere personale. ECONOMIA AZIENDALE Osserva l’attività economica (produzione e di consumo dei beni atti a soddisfare i bisogni delle persone) all’interno delle singole aziende, delle classi e aggregati di aziende e del loro ambiente. Economia politica = osservazione a livello macro aggregati regionali, nazionali, internazionali. Elabora conoscenze e teorie economiche utili per le decisioni di politica economica regionale, nazionale, internazionale È orientata al cambiamento, alla ricerca di modalità migliori di svolgimento dell’attività economica Combinare l’innovazione tecnologica con l’innovazione economica e contribuire al progresso economico come strumento di progresso civile. ASSETTO ISTITUZIONALE Istituto è un insieme di soggetti, che offrono contributi e che tale motivo ricevono ricompense o traggono benefici. Guardare agli istituti in termini di governo degli interessi che ruotano intorno ad essi. Si opera in tre sistemi di scelte fondamentali: - Soggetti: a quali insiemi di soggetti assegnare diritto/dovere di governare, direttamente o tramite propri rappresentanti. - Finalità istituzionali: finalità e obiettivi ai quali deve ispirarsi il soggetto d’istituto. - Strutture di governo: organi e meccanismi che regolano le correlazioni tra portatori di interesse, contributi e ricompense combinandoli in un equilibrio di lungo periodo. Unitarietà: contributi combinati e organizzati secondo un disegno unitario per obiettivi comuni. Un solo organo ha la responsabilità delle decisioni ultime (unità di comando). Sistema di interessi convergenti negli istituti: economici, sociali, morali. Sono parzialmente in competizione tra loro. Le condizioni di scambio non sono simmetriche. Molte delle attese dei soggetti in gioco sono implicite e non dichiarate, ma sottintese ai valori e alle consuetudini in essere. Soggetto di istituto: a cui è attribuito il governo dell’istituto (+influenzati e coinvolti). Partecipa direttamente al governo, diritto/dovere di governare, diritto di godere dei risultati residuali positivi (diritti di proprietà). Portatori di interesse istituzionale economico: persone il cui benessere dipende massimamente dal perdurare dell’istituto; che hanno effettuato investimenti specifici nell’istituto; disposte ad assumersi una quota consistente del rischio generale dell’istituto. Soggetto economico: insieme delle persone che portano gli interessi economici istituzionali, ovvero l’insieme delle persone nel cui interesse l’istituto è stato costituito. Teoria di massimizzazione del valore per gli stakeholder azionisti: ruolo di supremazia al soggetto economico e il contributo degli stakeholder variabile strumentale al raggiungimento del primo e predominante obiettivo (max valore per gli azionisti). Teoria degli stakeholder: visione dell’impresa che mette al centro un più ampio insieme di relazioni con tutti i diversi portatori di interesse; massimizzazione del benessere degli stakeholder come leva di gestione strategica in quanto ogni stakeholder può influenzare o essere influenzato da raggiungimento di un obiettivo aziendale. Le prerogative e i principi di governo economico: diritto/dovere di fondare l’istituto; fissare obiettivi, strategie e politiche; scegliere i soggetti che contribuiranno alla vita economica dell’istituto; progettare e mettere in atto le strutture di governo e controllo; sorvegliare il funzionamento dell’istituto; decidere un eventuale estinzione dell’istituto. LE STRUTTURE DI GOVERNO ECONOMICO Quando il soggetto istituto/economico è formato da molte persone, si rende necessario configurare strutture e meccanismi che rappresentino adeguatamente tutti gli interessi, e diano luogo a processi decisionali efficienti. SOGGETTO DI ISTITUTO/ECONOMICO = UNA SOLA CATEGORIA DI PORTATORI DI INTERESSI - STRUTTURA DI GOVERNO SU 3 ORGANI Configurazione nelle imprese: modello capitalistico (tutela dei soci conferenti capitale di rischio): - Assemblea: Organo rappresentativo e di indirizzo, Vi partecipano tutti i portatori di capitale proprio. Nomina i componenti degli altri due organi - Consiglio di Amministrazione e/o Amministratore Delegato: Organo decisionale, Indirizza l’attività degli organi direttivi ed esecutivi - Collegio sindacale: Organo di controllo SCELTE CHE CONTRIBUISCONO A CONFIGURARE ASSETTO ISTITUZIONALE Differenti assetti di governo attribuiscono rilevanza a differenti categorie di portatori di interessi. Scelte di corporate governance: le regole e i meccanismi che consentono nella realtà operativa di determinare una specifica configurazione di soggetto economico. L’assetto di potere impatta sulla qualità del processo decisionale influenzando il successo dell’azienda. I DIVERSI ASSETTI PROPRIETARI Nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese è configurata secondo il modello capitalistico (che assegna i diritti di proprietà ad una sola categoria di portatori di interessi, quella dei conferenti di capitale di rischio) Possibili classificazioni In base alla concentrazione del capitale di rischio: - Governance con proprietà concentrata: detenuta da un ristretto numero di soggetti spesso legati da rapporti familiari. Proprietari esercitano il supremo potere decisionale e spesso si occupano anche di attività operative all’interno dell’azienda. Tipica di molte aziende di piccole dimensioni. I proprietari portano sia capitali che risorse di natura imprenditoriale e manageriale. Vantaggi: Unità di intenti e dedizione, identificazione del fondatore/proprietario/soggetto economico e l’azienda, basso conflitto all’interno del soggetto economico, Agilità, coincidenza tra proprietà e gruppo di comando, no burocratizzazione del processo decisionale Debolezze: Debolezza finanziaria (capitale di rischio fornito da un numero ristretto di persone). Debolezza manageriale (riluttanza alla condivisione del potere, equilibri familiari, scarsa attrattività per manager esterni). Accentramento del potere e delle competenze – dipendenza dell’azienda dai pochi soggetti che detengono potere decisionale (Problematiche legate ai passaggi generazionali) - Governance a proprietà diffusa: Public company: aziende quotate ad azionariato diffuso Troppo costoso per i singoli azionisti esercitare il controllo dell’azienda Il CEO è il nodo attorno cui si concentra il potere aziendale, raccoglie le deleghe di voto tra gli azionisti. Wall street rule: gli azionisti vendono le azioni quando ritengono che la gestione aziendale non sia sufficientemente remunerativa, si apre processo di ricambio nella compagine sociale e nel gruppo di comando. l’attuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti; realizzazione di un risultato sintetico di risparmio o un 22 disavanzo contenuto. ECONOMICITA’ DEGLI ISTITUTI NONPROFIT Si realizza facendo conto su elargizioni volontarie, donazioni, lasciti ecc., provenienti prevalentemente da soggetti privati, ma anche da enti pubblici. Stabilità nel tempo di tali flussi di contributi. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche l’equilibrio monetario e l’insieme di queste condizioni mette a repentaglio la vita dell’istituto o la sua autonomia. Ogni crisi reddituale o monetaria può diventare l’occasione per il formarsi di soggetti economici impropri o per l’alterarsi della natura privatistica dell’istituto nonprofit. n molti istituti nonprofit si presentano problematiche complesse con riguardo alla valutazione dell’efficienza e alla valutazione del grado di soddisfazione degli “utenti”. Il divieto di distribuire i risultati reddituali riduce la tensione alla minimizzazione dei costi; ciò è particolarmente vero quando l’istituto nonprofit è governato da persone che non sono contemporaneamente i finanziatori o gli utenti. Gli istituti nonprofit mostrano una notevole inerzia nel rispondere alla crescente domanda di beni da loro offerti; ciò si spiega, oltre che per la mancanza di incentivi connessi al “profitto”, per le difficoltà strutturali nella raccolta di risorse finanziarie. La ricerca di nuove donazioni da parte di un istituto nonprofit equivale a una campagna di promozione del proprio prodotto. LA STRUTTURA DELL’AZIENDA, L’AMBIENTE ECONOMICO, IL SISTEMA COMPETITIVO L’AZIENDA COME SISTEMA DECISIONALE - La vita delle aziende è caratterizzata da un sistema di decisioni. - L’esigenza di decidere nasce dal continuo dinamismo interno ed esterno all’impresa. - Le decisioni in campo economico sono soggette al vincolo della scarsità delle risorse: Analisi di convenienza economica comparata e Sviluppo di modelli e processi innovativi. - Le scelte hanno implicazioni più o meno ampie e stabili sulle condizioni di futuro svolgimento dell’impresa. LA STRATEGIA Insieme dei fini fondamentali perseguiti da un’azienda e delle politiche e azioni messe in essere per la realizzazione dei fini; 2 elementi fondamentali: Orientamento strategico di fondo (OSF) e indirizzi strategici in cui l’OSF si concretizza. - Concetto sviluppato negli anni ’60. - Ogni istituto è una realtà unitaria e unitario deve essere il suo governo economico. (principio della unitarietà del governo economico), formulazione e la realizzazione di una strategia aziendale, in grado di unificare le politiche delle singole aree funzionali. OSF Insieme di idee guida, valori, atteggiamenti che definiscono l’identità effettiva/ricercata d’impresa. - Che cosa fa l’impresa: Missione aziendale: campo di attività, orizzonte temporale, livello atteso di performance, sviluppo perseguito. - Perché lo fa: fini ed obiettivi di fondo: Obiettivo di profitto rispetto ad altri obiettivi aziendali; ruolo nel sistema competitivo; ruolo nei confronti degli stakeholder. - Come lo fa: filosofia gestionale ed organizzativa. AMBIENTE DI ISTITUTO Insieme di condizioni e di fenomeni esterni all’istituto che ne influenzano in modo significativo struttura e dinamica. AMBIENTE ECONOMICO Ordine economico dell’ambiente: La struttura e la dinamica delle aziende risentono direttamente anche di fenomeni e di condizioni ambientali non di tipo economico, che devono essere tenute in considerazione nell’ambito della disciplina dell’economia aziendale. - Ambiente economico: Mercati, Settori, Strutture di domanda e offerta di lavoro, capitale, beni pubblici, Sistema competitivo, Politiche economiche, monetarie e finanziarie. - Ambiente non economico: Sistema di valori in cui opera la società, Quadro delle norme, Scienze ed evoluzione tecnologica, Infrastrutture, Configurazione fisica/climatica territorio. AMBIENTE E ISTITUTO Individuazione dei confini tra ambiente e istituto: - Struttura giuridica formale: i confini dell’azienda sono stabiliti dalla normativa vigente laddove si definisce il campo di azione degli organi di governo economico. - Influenza: i confini dell’azienda si estendono fin dove gli organi di governo economico esercitano una influenza nei processi decisionali. I confini sono modificabili e la loro estensione è oggetto delle scelte di governo economico. IL SISTEMA COMPETITIVO - Spazio economico popolato di clienti, dai fornitori e dai concorrenti e nel quale l’impresa si presenta con i sistemi prodotto risultato della sua attività caratteristica. - Rappresentabile in termini di aziende (aziende familiari, di produzione e composte pubbliche) e relazioni interaziendali (di scambio, di cooperazione e di competizione). La scelta del sistema competitivo nel quale operare è una scelta strategica di governo economico. Analisi sistema competitivo: modello della concorrenza allargata (Porter 1980, 1985): In ogni settore la concorrenza non coinvolge solo le imprese appartenenti allo stesso settore ma è allargata a 4 classi di soggetti: Clienti, Fornitori, Potenziali entranti, Produttori di beni sostitutivi. Nel modello della concorrenza allargata il termine settore indica le sole imprese in diretta concorrenza, mentre concorrenza allargata indica tutti gli altri attori che compongono il SP Concorrenza: le forze esercitate sulle imprese di un settore da ciascuna delle cinque classi di attori: Rivalità tra i concorrenti, Potere contrattuale dei fornitori, Potere contrattuale dei clienti, Minacce di ingresso di potenziali entranti, Minacce di sostituzione di produttori di beni sostitutivi. La configurazione delle cinque forze determina la redditività media di un settore ossia il suo livello di attrattività, quanto maggiore è l’intensità delle forze, tanto più difficile è il conseguimento di soddisfacenti livelli di redditività a causa delle pressioni che i diversi attori possono esercitare sia sui prezzi che sui costi. LE ECONOMIE: DI SCALA, DI SATURAZIONE, DI APPRENDIMENTO, DI REPLICAZIONE LA STANDARDIZZAZIONE È un pilastro dell’efficienza delle economie moderne, riguarda prodotti, processi e componenti rende possibili e convenienti le produzioni di massa ed è la base per la realizzazione di: Economie di scala, di saturazione della capacità produttiva, di apprendimento, di replicazione. LA CAPACITA’ PRODUTTIVA Alcuni settori si caratterizzano per la presenza di imprese di grandi dimensioni (chimico, farmaceutico, aerospaziale...). In altri convivono imprese di grandi e piccole dimensioni (turismo, abbigliamento..). Quando e perché le dimensioni sono necessarie per essere efficienti e competitivi. La dimensione aziendale è analizzata in termini di Capacità produttiva (CP): il volume massimo di output ottenibile nell’unità di tempo considerato e date certe condizioni operative. Si fa riferimento alla CP per tutte le attività (ricerca, sviluppo, vendita, distribuzione, produzione). IL GRADO DI SFRUTTAMENTO DELLA CP CP teorica (raggiungibile): valore massimo dell’output ottenibile (date condizioni operative). La produzione effettiva è molto spesso inferiore alla CP perché il mercato non è in grado di assorbire tutta la produzione realizzabile dalla nostra azienda. Grado di utilizzo della CP = (Produzione effettiva / CP teorica) * 100 Efficienza produttiva, possibile crescita senza investimenti. L’UNITA’ DI MISURA DELLA CP E I COLLI DI BOTTIGLIA A seconda dell’attività svolta dall’unità aziendale, la CP si misura in modo diverso in base all’unità di misura dell’output. Aziende di produzione di beni: n. di pezzi; società di consulenza: giornate/uomo; trasporto aereo: passeggeri x miglia. Non basta strutturare la CP “della fabbrica”, ma è necessario bilanciare le CP di tutte le funzioni (ricerca, vendita, trasporti, ecc.) per evitare che si formino “colli di bottiglia”. LE SCELTE DI CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA DI PRODOTTO E DELLA FORMULA COMPETITIVA IL SISTEMA DI PRODOTTO (SP) - Ciascuna impresa si propone ai propri clienti (sfida i concorrenti) con sistemi di prodotto. - Insieme unitario di beni e di condizioni di scambio interdipendenti. - Progettazione di SP è un insieme articolato di scelte, che richiede una visione ampia. - SP impatta direttamente sulla redditività aziendale. COME PROGETTARE IL SISTEMA PRODOTTO LA FORMULA COMPETITIVA Il modello della formula competitiva = il successo di una strategia competitiva dipende dalla coerenza tra 3 macro variabili: Sistema competitivo nel quale l’impresa deve operare; sistema di prodotto offerto; struttura; risorse aziendali a disposizione. Il sistema competitivo comprende in primo luogo i clienti attuali e potenziali e le loro attese, e rappresenta il punto di partenza per la progettazione del SP. FATTORI CRITICI DI SUCCESSO (FCS) Attese dei clienti critiche e decisive per le scelte di acquisto: - Funzionalità tecnica continua e duratura: prodotto deve svolgere la funzione d’uso al livello tecnico contrattato, senza interruzioni e per tempi lunghi. - Economicità d’acquisto e d’uso: costi bassi diretti (complementi, consumi, manutenzione) e indiretti (istallazione, tempi e apprendimento all’uso e settaggio, sorveglianza, alimentazione, dismissione). - Flessibilità d’uso: possibilità di utilizzare il prodotto per svolgere più funzioni, di modificarlo, di estenderlo, di aggiornarlo in tempi e con costi contenuti. - Integrabilità, compatibilità, personalizzazione: possibilità di integrare rapidamente e a basso costo il prodotto con altri già posseduti o di un futuro acquisto. Esigenza di progettare e realizzare beni personalizzati per il singolo cliente. FCS sono diversi e si combinano in modo diverso a seconda dei segmenti di clienti ai quali le singole aziende si rivolgono: - SP multipli o diversi: per rispondere ai diversi segmenti di clientela con FCS diversi. - evolvono nel tempo. LE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE L’ORGANISMO PERSONALE - L’insieme unitario delle persone che, con il loro lavoro, contribuiscono alla vita dell’azienda - Si analizza in due aspetti complementari: le variabili individuali (le caratteristiche delle singole persone) le variabili sociali (l’intensità e la qualità delle relazioni tra le persone). LE VARIABILI INDIVIDUALI - Competenze professionali: conoscenze e capacità tecniche (contabilità, elettronica, marketing, ecc.), conoscenze e capacità relazionali (leadership, lavoro in gruppo, ecc.). - Valori: convinzioni, credenze, relativamente all’attività economica. - Bisogni: che si soddisfano (anche) mediante il lavoro. I BISOGNI CHE SI POSSONO SODDISFARE CON IL LAVORO (scala dei bisogni di Maslow) - Elementari (fame, sete, sonno, ...): retribuzione (per l’acquisizione dei beni primari). - Di sicurezza (fisica, di stabilità, di regole): contratti, gestione del personale, stile direttivo. - Di socialità (amicizia, appartenenza, protezione): interazione, lavoro di gruppo. - Di stima (di sé, altrui): riconoscimenti, risultati visibili, lavoro sfidante. - Di autorealizzazione: mansioni per ampie competenze personali. Teoria dell’arricchimento delle mansioni di Herzberg: Come organizzare il lavoro per soddisfare le varie categorie di bisogni LE VARIABILI SOCIALI Gruppi di persone; le relazioni positive (cooperazione, coesione, ecc.) e negative (conflitto), che si instaurano tra le persone. Essenziali per il buon funzionamento delle organizzazioni: far si che le persone abbiano valori condivisi o compatibili; presenza di un solo leader forte; adozione di incentivi che premino i risultati del gruppo. La coesione e la cooperazione dipendono anche dalla condivisione di valori comuni: la cultura (Manifestazioni visibili, Valori, credenze e convinzioni, Idee). OGGETTO E OBIETTIVI DELL’ORGANIZZAZIONE - Oggetto: lavoro - Obiettivi: 1. Come valorizzare le caratteristiche delle persone per efficacia/efficienza aziendale; 2. Come favorire che le persone traggano soddisfazione del loro lavoro; 3. Conciliare la divisione del lavoro e il coordinamento a livello aziendale. L’ASSETTO ORGANIZZATIVO Insieme delle variabili che configurano l’organismo personale e che definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che compongono l’organismo personale. Progettando l’assetto organizzativo si decide: - quante persone (numero e carico di lavoro adeguato), e con quali caratteristiche (profili personali e professionali), fare lavorare nell’impresa; - quali insiemi di compiti (mansioni) ogni persona deve svolgere; - con quali obiettivi, secondo quali modalità (deleghe e responsabilità) e con quali risorse; - come ogni persona deve essere retribuita; - quali percorsi professionali le persone possono o devono compiere, in relazione al variare delle combinazioni economiche dell’azienda; I PRINCIPI DI PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA 1. Principio della coerenza dinamica: non esistono assetti organizzativi ottimi ed eterni; ciascuna impresa deve ricercare i propri equilibri in ottica evolutiva. 2. Principio dell’orientamento alle persone e ai gruppi di persone: l’assetto organizzativo deve motivare le persone al lavoro e alla collaborazione; la motivazione e l’efficienza sono complementari, non alternative. LE VARIABILI ORGANIZZATIVE - Struttura organizzativa: di base (macrostruttura) e singole unità aziendali (microstruttura). - Distribuzione del potere (grado concentrazione del potere). - Sistemi operativi: Pianificazione strategica, Programmazione e controllo, Gestione del personale, Sistemi informativi. LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA Configurazione unitaria e ordinata degli organi aziendali (direzioni, uffici, reparti) e degli insiemi di compiti e di responsabilità assegnati a ciascuno di tali organi: - Macrostruttura = organigrammi (unità organizzative e le relazioni gerarchiche tra le stesse). - Microstruttura = mansionari (compito/mansione che deve essere svolta da ciascuna unità). Organigramma: verticale (gerarchia, albero, piccole-medie imp.) e orizzontale (da sx, poca enfasi). LE CONFIGURAZIONI DI BASE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste essenzialmente nella scelta di una delle quattro forme di base: struttura elementare, struttura funzionale pura/mista, struttura divisionale pura/mista, struttura a matrice. Scegliere la struttura organizzativa significa: come dividere il lavoro (specializzare) tra le varie unità e persone (per funzioni, per prodotti, per aree geografiche); come coordinare le attività svolte. LA STRUTTURA ELEMENTARE - Rappresenta la struttura caratteristica delle imprese di piccole dimensioni. - Responsabili ricoprono diverse funzioni, scarsa autonomia nelle scelte del loro lavoro. - Tutti i dipendenti riferiscono sempre al titolare/DG; mancano i capi intermedi. - I compiti di ciascun collaboratore sono poco formalizzati. - Il grado di coinvolgimento nelle vicende dell’impresa è molto elevato. - Organo di governo economico e di direzione (DG-direzione generale) + organi esecutivi. LA STRUTTURA FUNZIONALE PURA - Rappresenta la forma più diffusa tra le imprese di medie dimensioni. - È la scelta obbligata per imprese mono-asa (1 area strategica di affari). - Responsabili di funzione hanno maggiore autonomia per le scelte di gestione che riguardano la loro funzione. - Esistono maggiori funzioni rispetto alla struttura elementare. - Esistono diversi livelli di responsabilità e quindi di livello nella gerarchia dell’impresa. - Le mansioni dei dipendenti sono, sovente, formalizzate e rese note a tutti. - Le decisioni più importanti/strategiche sono prese dal vertice con il coinvolgimento dei responsabili di livello più elevato. - Il coinvolgimento nelle vicende dell’impresa è minore/limitato ad una parte del processo. - Organo di governo economico (DG) + organi direttivi (direzione tecnica, commerciale, ricerca) + organi esecutivi.
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