Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

RIASSUNTO ECONOMIA AZIENDALE , Airoldi, Brunetti e Coda- corso di economia aziendale 2005, Appunti di Economia Aziendale

appunti con integrazione del libro dei contenuti svolti a lezione.

Tipologia: Appunti

2019/2020
In offerta
40 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 01/04/2020

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

4.5

(11)

1 documento

1 / 78

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica RIASSUNTO ECONOMIA AZIENDALE , Airoldi, Brunetti e Coda- corso di economia aziendale 2005 e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! ECONOMIA AZIENDALE L’ATTIVITA’ ECONOMICA consiste nelle operazioni di produzione e consumo di beni economici. Oggi quasi tutti i beni sono economici: merci e servizi che soddisfano i bisogni umani e si trovano in misura scarsa in natura. Al giorno d’oggi lo scambio avviene tra merce e moneta, se la domanda aumenta e la merce diminuisce si chiederà sempre più denaro. Se aumenta la moneta aumentano anche i prezzi. L’impresa è un’azienda a rischio di mercato. L’attività economica si svolge nell’ambito di istituti quali le famiglie, le imprese, gli istituti no-profit e lo Stato. Viene svolta dalle persone per le persone; persone che si uniscono in società umane. I BENI ECONOMICI consistono in merci e servizi utili per soddisfare dei bisogni delle persone e scarsi rispetto alle esigenze espresse dalle persone. Il bisogno è l’esigenza di un bene necessario agli scopi della vita. Possono essere:  BISOGNI NATURALI suscitati dalla componente biologica delle persone (alimentazione, riposo, protezione ecc.).  BISOGNI SOCIALI suscitati dalla sfera spirituale delle persone e dal fatto che le singole persone interagiscono con vari insiemi di altre persone (bisogni sociali, etici, estetici e religiosi). Sia i bisogni naturali che quelli sociali possono essere distinti in:  Essenziali o primari  Voluttuari o secondariinfluenzati dai processi imitativi e dimostrativi connessi al fenomeno delle mode e al formarsi di gruppi di riferimento, sono più facilmente modificabili e suscitabili. La teoria dei bisogni è essenziale per conoscere l’origine ed i fini delle scelte compiute nell’ambito delle famiglie. LE SCIENZE ECONOMICHE: Si occupano di politica economica e dell’azienda. SCIENZE NATURALI: la natura SCIENZE SOCIALI: origine e sviluppo delle società umane, le relazioni sociali e la vita sociale.èàà SCIENZE ECONOMICHE: l’uomo nella soddisfazione dei suoi bisogni. Allocazione delle risorse scarse e rispetto di fini concorrenti.  FISICA la natura incontaminata.  BIOLOGICA la vita  ECONOMIA AZIENDALE  l’azienda  ECONOMIA POLITICA studia la produzione e la distribuzione della ricchezza (beni e servizi) in un sistema sociale. Paul Samuelson: scienza che studia quali beni produrre, in quali condizioni produrre e per chi produrre. L’economia politica si divide in:  MACROECONOMIA: studia invece il livello economico a livello aggregato e le varie interdipendenze. (mercato monetario, lavoro, livello del reddito, consumi di una nazione, livello generale dei prezzi, inflazione e tasso di disoccupazione.  MICROECONOMIA: comportamento di singoli soggetti economici razionali (decisioni individuali) (consumatori e imprese) Il modo in cui interagiscono sul mercato. L’ECONOMIA AZIENDALE Oggetto dell’economia aziendale sono lo studio delle operazioni economiche in rapporto agli enti ai quali si riferiscono Studia problemi di:  Gestione  Organizzazione  Determinazione quantitativa di costo di prodotto e di redditi d’esercizio FINI ECONOMICI IMMEDIATI, INTERESSI ECONOMICI ISTITUZIONALI E ATTIVITA’ ECONOMICA SVOLTA:  L’AZIENDA FAMILIARE DI CONSUMO E DI GESTIONE PATRIMONIALE:  appagamento dei bisogni delle persone che la compongono  interessi economici ed istituzionali dei membri della famiglia  è un’azienda di consumo e gestione patrimoniale. È innanzitutto azienda di consumo combinato con la produzione di energia di lavoro e di studio. Il patrimonio è formato da beni conferiti al momento della costituzione della famiglia, dalle eredità e dal risparmio; in relazione al patrimonio si attuano delle gestioni patrimoniali. Il risparmio  è originato dalle differenze tra il totale dei redditi percepiti, i costi di consumo e i tributi pagati.  L’AZIENDA DI PRODUZIONE: L’impresa è l’istituto fondamentale per la produzione dei beni economici privati. Le imprese sono parte rilevante della società umana generale e secondo condizioni proprie partecipano al raggiungimento del bene comune della stessa.  Il fine economico immediato dell’impresa è la produzione di rimunerazioni monetarie e di altra specie.  Gli interessi economici (sono quelli del capitalista o azionista) istituzionali (interessi dei membri) fanno capo di regola ai prestatori di lavoro di ogni tipo e ai conferenti di capitale di rischio. (Alle imprese fanno sempre capo interessi economici non istituzionali, soggetti non membri dell’istituto, molto rilevanti; basti pensare agli interessi economici dei clienti, dei finanziatori a titolo di prestito, dello Stato in quanto percettore di tributi.)  Il fine della produzione di remunerazioni si realizza per mezzo di processi economici caratteristici differenziati, sono tipiche le combinazioni di processi di trasformazione fisico-tecnica e di scambio (acquisto e vendita) di merci e servizi.  L’AZIENDA COMPOSTA PUBBLICA: Lo Stato è l’ordinamento politico, sociale, giuridico ed economico che cura il perseguimento del bene comune della comunità nazionale e promuove anche il progresso morale e sociale della comunità internazionale. Lo Stato si articola, secondo differenti logiche combinate, in varie “amministrazioni”. Negli ISTITUTI PUBBLICI TERRITORIALI (Stato, Regioni, Provincie e Comuni) si svolgono processi economici di grande rilievo e di conseguenza sono rilevanti le finalità economiche. Tutti questi si alimentano con contributi (IRES, IRPEF..). I comuni hanno una parte dell’IRPEF e vivono di imposte sulle case (TARI). Le provincie attingono ai tributi della vendita o compro la macchina che le alimenta. Nelle aziende composte pubbliche si attuano processi economici di produzione di beni (servizi) pubblici e di consumo degli stessi da parte dei cittadini. Le aziende, ordine economico degli istituti pubblici, sono aziende di produzione e di consumo. I fini economici immediati delle aziende composte pubbliche sono:  L’appagamento dei bisogni pubblici delle persone pertinenti alla collettività politica territoriale mediante la produzione di beni pubblici e il loro consumo e la remunerazione dei prestatori di lavoro.  I portatori di interessi economici istituzionali sono i membri delle corrispondenti unità politiche quelli dei prestatori di lavoro.  Il fine è la produzione di beni pubblici e il loro consumo.  L’AZIENDA NON PROFIT: Non ha come fine il profitto, il profitto va usato per lo scopo prefissato dall’associazione. Si considerano istituti no profit: a) gli istituti che sono di natura privata, ossia non sono parti o emanazioni dello Stato; b) prevedono il divieto di distribuire il risultato reddituale e il patrimonio tra le persone che esercitano il controllo sull’istituto. Questi istituti si ispirano principalmente a finalità di ordine sociale, morale e culturale.  Appagamento dei bisogni degli associati  I portatori di interessi possono essere: i fornitori, in conferenti di capitale di prestito, i clienti, lo Stato sia come finanziatore sia come soggetto interessato ad offrire servizi in caso di mancata fornitura da parte dell’ente no profit.  I processi caratteristici sono quelli della produzione di beni e della raccolta di contributi privati sotto forma di donazioni e di lavoro volontario. LE OPERAZIONI SECONDO LA CLASSIFICAZIONE DI AIROLDI- BRUNETTI E CODA: LE OTTO CLASSI FONDAMENTALI DI OPERAZIONI CHE CONGIUNTAMENTE DANNO ATTUAZIONE DALLE PRODUZIONI E AI CONSUMI:  OPERAZIONI DI TRASFORMAZIONE FISICO TECNICA  NEGOZIAZIONI DI BENI PRIVATI E PUBBLICI  NEGOZIAZIONI DI CAPITALE DI PRESTITO  NEGOZIAZIONI DI RISCHI SPECIFICI (ASSICURAZIONE)  NEGOZIAZIONE DI CAPITALE PROPRIO  NEGOZIAZIONE DI LAVORO  OPERAZIONI DI ORGANIZZAZIONE  OPERAZIONI DI RILEVAZIONE E DI INFORMAZIONE ALTRE CLASSIFICAZIONI DELLE AZIENDE: Azienda senza rischio di mercato  RISCHIO Azienda con rischio di mercatol’impresa. Rischio di mercato= è la probabilità di ottenere dalle operazioni di negoziazione in strumenti finanziari un rendimento diverso da quello atteso. divisesono le aziende che dispongono di diversi stabilimenti sul territorio.  STRUTTURA AMMINISTRATIVA Indivise sono le aziende che esplicano la loro attività in un’unica sede dove son localizzati i loro stabilimenti e uffici. SOCIETARIE -di personedi persone: Le persone giuridiche possono svolgere attività di impresa, società di persone si dice che ha una prevalenza del lavoro della persona fisica rispetto al capitale. Rispondono personalmente delle obbligazioni sociali. In alcune società c’è una limitazione della responsabilità di capitale. -di personedi capitale: Le società di capitali sono quelle società per le quali la responsabilità del socio e il suo peso nella compagine sociale sono determinati dal capitale investito nell’impresa. (srl,spa,Srls)  STRUTTURA GIURIDICA INDIVIDUALI impresa dell’imprenditore, come persona fisica. È responsabile delle proprie obbligazioni. Soggetto giuridico di responsabilità. Controllanti  sono quelle aziende che detengono partecipazioni di maggioranza in altre società le quali mantengono, però, la propria autonomia sia tra di loro sia nei confronti della società controllante.  CONTROLLO ECONOMICO controllatein cui un’altra dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria in cui un’altra dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria; che sono sotto influenza dominante di un’altra, in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa.  SOGGETTO ECONOMICO: è la persona fisica o il gruppo di persone nel cui prevalente interesse l’azienda è di fatto amministrata. Nelle società di capitali è chi possiede più capitale all’interno dell’impresa, chi ha la maggioranza nell’assemblea. UNA TEORIA DEL SOGGETTO ECONOMICO BASATA SU UNO SCHEMA CONCETTUALE APERTO, CONSIDERA:  Detentori del capitale  Detentori del capitale di credito  Manager  Dipendenti I soci si riuniscono in ASSEMBLEA. La prima assemblea è quella dal notaio per costituire la società. È richiesta la forma solenne, mentre in altri contatti è richiesta la forma scritta come ad esempio l’acquisto di un immobile. Successivamente si devono riunire una volta all’anno per approvare il bilancio. Organo volitivo: organo che si riunisce in assemblea. Organo esecutivo: organo al quale viene delegato lo svolgimento e l’esecuzione di determinate azioni. In una società capitalistica decide chi ha più capitale mentre nelle altre tutti hanno la possibilità di dire la propria. Gli stake olders: portatori di interessi generali che condizionano il resto dell’impresa.  SOGGETTO OPERATIVO: Insieme degli individui che prestando la propria opera nell’azienda ne consentono l’esistenza sviluppandone l’amministrazione, in generale, e la gestione, in particolare. Può essere:  decisionale  esecutivo  di controllo oggi si parla di SOGGETTO ECONOMICO ALLARGATO, ovvero l’impresa ha sempre più interessi di carattere sociale. Da oggi le principali aree: gestione, organizzazione dei fattori produttivi e dell’informazione. LE COMBINAZIONI ECONOMICHE: Le combinazioni economiche sono parte del sistema degli accadimenti, ossia dell’insieme di azioni e di fenomeni che si manifestano all’interno dell’azienda; azioni e fenomeni, economici e non economici avvinti a sistema da relazioni molteplici. L’insieme delle operazioni economiche scolte dalle persone in un istituto forma le combinazioni economiche. Gli elementi sono:  Operazione : unità elementare di analisi delle combinazioni economiche.  Processo : insieme ordinate di operazioni (processo di acquisto, di produzione, di vendita) (operazioni fuori processo).  Coordinazioni parziali : aggregazione di processi per affinità di specie delle operazioni (configurazione asseto istituzionale, gestione, organizzazione, rilevazione).  Combinazioni parziali : insieme di coordinazioni parziali costituenti processi composti da operazioni di specie differenti (aree di affari).  Combinazioni generali : insieme complessivo di tutte le operazioni dell’azienda.  Gruppo economico : insieme delle operazioni di più aziende aventi soggetto economico comune. Le combinazioni economiche generali d’impresa si articolano in coordinazioni economiche parziali, ovvero in sistemi di processi caratterizzati da una funzione (es. ideare e sviluppare nuovi prodotti) e da un insieme di competenze specialistiche applicate al loro svolgimento (es. competenze di fabbricazione o progettazione). Spesso le combinazioni economiche parziali sono denominate semplicemente funzioni. Le coordinazioni parziali sono riconducibili alle seguenti classi e sottoclassi di operazioni:  CONFIGURAZIONE DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE le operazioni determinano il disegno complessivo secondo il quale l’impresa nasce, si trasforma e si svolge; qui si decidono i fini dell’impresa, i suoi campi di attività, le strutture di governo, le alleanze e così via. Si tratta di operazioni che determinano la nascita, la configurazione di base, le trasformazioni e la cessazione dell’istituto. L’assetto istituzionale è dato dalla configurazione di:  I soggetti nell’interesse dei quali l’azienda si svolge.  I contributi che tali soggetti forniscono all’azienda e le ricompense che ne ottengono  Le prerogative di governo economico che fanno loro capo (partecipazione alle scelte dell’impresa)  I meccanismi e le strutture che regolano le correlazioni tra i contributi e le ricompense attraverso i quali si esercitano le prerogative di governo economico. Per le imprese sono di primaria importanza le scelte di configurazione del capitale proprio, ossia le scelte che in merito a quali soggetti apportano il capitale di rischio e in quale misura rispetto al fabbisogno monetario complessivo dell’impresa, devono prestare attenzione anche alle scelte in merito alla configurazione complessiva dell’organismo personale e alle modalità di partecipazione dello stesso.  GESTIONE: è il grande insieme di operazioni attraverso le quali l’impresa attua direttamente la produzione economica: raccoglie i capitali, acquista i macchinari e le materie prime, fabbrica prodotti e li vende, paga i tributi. La gestione si compone di 5 sottoinsiemi: 1. gestione caratteristica: si tratta dell’attività tipica svolta dall’azienda. a) ricerca e sviluppo volte a configurare le caratteristiche del prodotto e le modalità di svolgimento dei processi di fabbricazione. Si tratta di ideare prodotti che rispondano alle attese dei clienti in termini estetici, funzionali e di prestazione e che contemporaneamente siano producibili a costi bassi e vendibili a prezzi competitivi. b) approvvigionamenti operazioni di acquisto di merci destinate alla produzione. c) fabbricazione attività di lavorazione e di assemblaggio delle materie prime e dei componenti acquistati, ma indispensabili e altrettanto importanti sono le attività di programmazione della produzione, di controllo intermedio e finale della qualità, di installazione e di manutenzione dei fabbricati, degli impianti e delle attrezzature. d) commercializzazione  vendita dei prodotti dell’impresa massimilizzando la convenienza economica della stessa. e) logistica copre i vasti insiemi di operazioni svolte per trasportare, immagazzinare e movimentare le materie prime, i semilavorati e i prodotti finiti; anche qui si richiedono competenze multidisciplinari per bilanciare le esigenze tecniche, amministrative e commerciali. 2. gestione finanziaria a) gestione del capitale di rischio insieme di operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario delle imprese mediante il capitale proprio. b) gestione del capitale di prestito, rischiano tutti i soggetti che danno prestazioni all’impresa (i fornitori spesso perdono molto capitale).  la gestione finanziaria attuata mediante il ricorso al capitale di prestito produce costi sotto forma di interessi passivi. 3. gestione patrimoniale (impiego di disponibilità originate dal risparmio) secondo Airoldi, Brunetti e Coda è il surplus di guadagno che ho gestendo le imprese finanziarie che all’interno dell’impresa avanzano. Quello che rimane è il patrimonio netto. La gestione patrimoniale produce redditi addizionali a quelli provenienti dalla gestione caratteristica; il suo svolgimento comporta operazioni di negoziazione di beni, di negoziazioni di credito di prestito, di riscossione e pagamento. 4. gestione tributaria (gestione dei vari tributi che devono essere pagati allo Stato) deriva dal fatto che tutte le imprese sono soggette al pagamento di tributi di varia natura a fronte del diritto di fruire dei beni pubblici messi a disposizione dallo stato. 5. gestione assicurativa (copertura dei rischi generali o particolari) si paga un premio e a fronte di esso assicuro un evento prevedibile. Si assicurano i beni fisici e i crediti. Le ultime due gestioni sono trasversali rispetto alle prime tre perché la gestione caratteristica, finanziaria e patrimoniale originano anche operazioni di gestione tributaria e assicurativa.  ORGANIZZAZIONE le attività di organizzazione si sostanziano nel disegnare la struttura organizzativa dell’impresa, nell’assegnare i compiti e le responsabilità alle persone che vi lavorano e nel gestire i sistemi di ricompensa e di sviluppo delle persone stesse (retribuzione, carriera, formazione.  RILEVAZIONE consiste nell’attività di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati e delle informazioni necessari per prendere buone decisioni e per informare tutti i soggetti interessati alla vita dell’impresa. I CARATTERI DISTINTIVI:  UNITARIETA’ tutte le operazioni che svolge un’impresa hanno dei caratteri distintivi che tra loro sono da considerare unitari, combinazioni economiche come sistema unitario di operazioni legate da relazioni di:  COMPLEMENTARIETA’ : concorso della gestione di operazioni all’interno dell’impresa sia combinazioni parziali che fattori produttivi. Devono presentarsi nei tempi, nei volumi e nelle qualità adeguanti per attuare in modo compiuto tempestivo ed efficiente le combinazioni economiche dell’azienda. Sistemi produttivi computerizzati. Ad esempio: se devo partire con una produzione ma mi mancano. I soldi per il personale e materie prime, si va in contro a dei problemi, non si può pianificare una vendita senza disporre del capitale. Nessuna operazione deve essere lasciata al caso, tutti i fattori che regolano la produzione devono essere preventivamente stabiliti, pianificare le scelte di lungo termine e programmare quelle di breve termine. Caratterizzata da: basso numero di addetti, un capitale investito limitato, vertice direzionale composto da una sola persona o poche persone, con competenze funzionali non eccessivamente specialistiche.  è composta da pochi soci, spesso uniti da legami familiari.  è indipendente, nel senso che non appartiene a gruppi economici.  è dotata di un livello tecnologico limitato.  detiene una quota relativamente piccola sul mercato di sbocco.  offre una gamma di prodotti piuttosto limitata.  è gestita personalmente dai proprietari, raramente affiancati da dirigenti professionisti.  esiste la concreta possibilità per i vertici aziendali di instaurare e mantenere contatti diretti con i propri dipendenti. Si tratta di un soggetto non fallibile. La determinazione di un’impresa è importante quando si va ad attuare una normativa. Certe piccole imprese possono avere una posizione attiva sul mercato legata a comportamenti innovativi e a miglioramenti dell’efficienza tali da permettere il mantenimento dell’indipendenza rispetto alle imprese di grandi dimensioni. LA MEDIA IMPRESA: differenza su base finanziaria e in particolare la media impresa è caratterizzata dal mancato sviluppo di un’efficiente gestione finanziaria, gestione che potrebbe svolgere proficuamente, mentre nella piccola impresa la funzione finanziaria è necessariamente limitata dal fatto che la piccola impresa non raggiunge quelle soglie dimensionali che sono richieste dal mercato per sfruttare tutti i canali finanziari.  ESTENSIONE DELLA GAMMA DELLE COORDINAZIONI  estensione delle funzioni (acquisti, marketing ecc.) svolte al proprio interno dall’azienda con l’impiego di risorse e metodologie specifiche ad esse dedicate.  ESTENSIONE ORIZZONTALE  misura la numerosità e la disomogeneità delle combinazioni economiche per prodotto e per mercato. Quando mi diversifico, in un settore o mercato differente. (es. produco vestiti e decido di produrre profumi). Amplio la mia gamma di prodotti e mi apro ad altri mercati. TIPOLOGIA DI CRESCITA ORIZZONTALE: 1. con la linea di prodotti esistente facendo acquistare di più ai consumatori 2. prodotti differenziati acquisendo nuovi consumatori 3. impiego prevalente di marketing pubblicità più riduzione di prezzi.  Facendo acquistare di più ai consumatori  Acquisendo nuovi consumatori  Pubblicità e riduzione dei prezzi MOTIVAZIONE DELLA CRESCITA ORIZZONTALE:  Aumento della quota di mercato  Acquisizione know-how  Miglioramento dell’efficienza (riduzione dei contratti)  Salvaguardia del calo di domanda  ESTENSIONE VERTICALE  Riguarda l’ampiezza e la disomogeneità delle “fasi” del processo di produzione economica svolte all’interno dell’azienda. Può essere o A MONTE (prima) o A VALLE (dopo). Esempio. Vendita camicette: -a valle commercializzazione, apertura di negozi, aziende di rappresentanza, grossisti e infine negozi al dettaglio. -a monteprodurre tessuto e bottoni ancora a monte produzione di trama (fili orizzontali) e l’ordito (fili verticali). ! Quando conviene operare un’estensione di carattere verticale: quando voglio portare via il guadagno a chi mi fornisce il materiale per la mia produzione. Aumentano il loro valore aggiunto per avere il 100% di guadagno. MOTIVAZIONI ALLA CRESCITA VERTICALE: o Riduzione dei costi di transazione  quando voglio portare via il guadagno a chi mi fornisce il materiale per la mia produzione. Aumentano il loro valore aggiunto per avere il 100% di guadagno. o aumento del valore aggiunto  avviene se si tolgono i costi esterni o possibilità di un maggior controllo sui costi di produzione  posso amplificare il valore aggiunto. o continuità e “sicurezza” negli approvvigionamenti  per assicurarsi una produzione di quelle richieste di cui non sono in grado di soddisfare, per evitare inadempimenti. Difficilmente un’impresa riesce a saturare tutta la produzione, utilizza aziende esterne. o riduzione dei rischi di vendita  vi è quando vado a prendere attività a valle. Posso decidere di insediare dei negozi monomarca. Non vendo il mio prodotto con i concorrenti, magari si, ma devo avere un mio negozio monomarca. Riduco il rischio di vendita, so che sono in grado di vendere di più. Con il negozio monomarca non noto la concorrenza. o vantaggi competitivi e concorrenziali (maggior “peso” all’azienda sul mercato, costituendo barriera all’entrata) con l’aumento della dimensione aumento il peso che la mia azienda ha sul mercato. Quando voglio espandere verticalmente la mia attività mi trovo a dover effettuare delle scelte accurate. Devono essere incrementate economie di transazione: se tutto è all’interno della mia azienda riduco gli scambi con imprese e terzi. Misurano i costi di trasferimento, transazione e acquisto, se è tutto mio si riducono al minimo.  ESTENSIONE INTERAZIENDALE  identifica l’ampiezza delle reti di relazioni di cui un’azienda fa parte. Le politiche di ampliamento delle dimensioni e dell’estensione verticale ed orizzontale sono attuate mediante ampliamenti di relazioni interaziendali  Partecipazioni  Accordi  Consorzi  Rapporti di franchising FORZE AGGREGANTI DI TIPO ECONOMICO-TECNICO:  ECONOMIE DI SCALA riduzioni del costo unitario nella produzione e nella vendita di un bene ottenute passando da un’entità produttiva minore ad una di maggiori proporzioni. Le economie di scala si manifestano sul piano:  tecnologico  commerciale  finanziario  della ricerca  del management Possono essere anche: -INTERNE dipendenti dalle risorse delle singole aziende, dalla loro organizzazione e dall’efficienza della loro amministrazione. -ESTERNE dipendenti dallo sviluppo generale dell’industria.  ECONOMIE DI RAGGIO D’AZIONE (o economie di scopo o sinergie. E’ tipico della estensione orizzontale (diversificazione) (Le combinazioni delle imprese A e B darebbero costi minori se svolte assieme. Es. azienda di moda con azienda di profumi. Impresa macchine fotografiche con fotocopie).  ECONOMIE DI TRANSAZIONE (sono legate ai minori costi a cui si va incontro se si integrano più aziende (diminuiscono i costi legati allo scambio) Sono riconducibili ai costi d’uso del mercato e ai connessi costi di controllo.  avversione alla pressione competitiva  orientamento al dominio  occasioni e orientamenti speculativi  relazioni di solidarietà (di gruppo familiare o sociale) CRESCITA ESTERNA: avviene acquisendo attività già esistenti. CRESCITA INTERNA: al mio interno amplio le attività nelle quali voglio crescere, acquisendo tutto ciò di cui necessito per crescere sia verticalmente che orizzontalmente. Solo la Ferrero produce tutto al proprio interno. Non ha mai acquisito concorrenti. Lux Ottica ha comprato tutti i produttori di occhiali, sempre una crescita esterna. LA CRESCITA INTERNA: Consente di programmare e ampliare autonomamente le linee e gli obiettivi della crescita Favorita:  Scelta dell’investimento: calibrare l’acquisizione in base alle specifiche esigenze e in conformità agli orientamenti strategici dell’impresa. (se compro una seconda banca faccio concorrenza a me stesso).  Maggiore stabilità del rapporto i un rapporto equity è più stabile.  Maggiore livello di criticità  Di tipo NON EQUITY  Non esiste legame patrimoniale o, comunque, è di peso attenuato  Differenti soggetti economici  Minore stabilità del rapporto  Minore livello di criticità (almeno apparente) Per quanto riguarda il NON EQUITY: a) a carattere informale - su base produttiva: * reti di subfornitura un’azienda che fornisce tante aziende di medie e piccole dimensioni. * costellazioni Insieme di aziende, generalmente di medio/piccole dimensioni, tutte interessate alla produzione o alla commercializzazione di beni (la risultanza di una crisi di domanda e dei conseguenti licenziamenti. Come se fossero una grande azienda. Tante piccole aziende nate da un fallimento di una grande azienda che continuano ad operare assieme. * distretti industrialisono luoghi fisici dove operano le aziende che forniscono beni e servizi ad altre aziende che appartengono allo stesso settore. Sono oggetto di politica economica dei singoli paesi. Fatturano e lavorano come un’unica grande impresa. - su base finanziaria; - su base personale: * city community of interests; * gentlemen’s agreement; b) su base contrattuale (o a carattere formale) - cartelli - affitto d’azienda - associazioni in partecipazione - associazioni temporanee fra imprese - unioni volontarie e gruppi d’acquisto - contratti di franchising - consorzi - Geie LE RETI DI SUBFORNITURA un’azienda che fornisce tante aziende di medie e piccole dimensioni, rapporti tra imprese di piccole dimensioni con una di grandi dimensioni. Aziende coinvolte  impresa principale (di grandi dimensioni) opera con tanti subfornitori. Regola i rapporti.  pluralità di imprese fornitrici (medio/piccole) Peso delle aziende Preponderante quello dell’impresa principale salvo competenze specifiche delle imprese fornitrici. Rapporto  Simile al gruppo d’imprese, rapporto singolo con dei contratti. Importanza del singolo accordo Modesta (i fornitori sono generalmente fungibili) Si genera un vantaggio di economie di scala. COSTELLAZIONI Insieme di aziende, generalmente di medio/piccole dimensioni, tutte interessate alla produzione o alla commercializzazione di beni (la risultanza di una crisi di domanda e dei conseguenti licenziamenti. Come se fossero una grande azienda. Tante piccole aziende nate da un fallimento di una grande azienda che continuano ad operare assieme. Nascono da un’impresa che si disgrega. Tutte le volte che un’impresa entra in crisi e si disgrega si mantiene il rapporto costellazioni. Aziende coinvolte azienda “guida” (non necessariamente di grandi dimensioni) e una pluralità di imprese esterne fornitrici (medio/piccole) Peso delle aziende Dipende dagli specifici fattori strategici posseduti  è generalmente influenzato dal ruolo dell’azienda guida Rapporto Interattivo Importanza del singolo accordo  Modesta salvo competenze specifiche DISTRETTI INDUSTRIALI sono luoghi fisici dove operano le aziende che forniscono beni e servizi ad altre aziende che appartengono allo stesso settore. Sono oggetto di politica economica dei singoli paesi. Fatturano e lavorano come un’unica grande impresa. Si configurano quando in un territorio troviamo un sistema di imprese specializzate nella produzione di un determinato prodotto. Aziende coinvolte Numero considerevole ed elevata specializzazione delle stesse concentrate in un medesimo ambito territoriale Peso delle aziende Sono tutte di modeste dimensioni senza un’impresa “leader”. Rapporto Vario * sia di complementarietà * sia di concorrenza Importanza del singolo accordo Modesta salvo accentuata integrazione fra le aziende stesse. LE AGGREGAZIONI NON EQUITY SU BASE FINANZIARIA: Legame instaurato con banche o società finanziarie. Legami e collegamenti fra imprese di tipo finanziario (generalmente, uno stretto rapporto banca-impresa). Aziende coinvolte L’impresa finanziata e un numero generalmente ridotto di finanziatori ha una funzione molto importante, condiziona in maniera diretta le attività di gestione dell’impresa. Peso delle aziendeE’ importante sia nell’ottica dell’impresa finanziata. RapportoIl finanziatore finisce per incidere pesantemente sulle scelte di gestione dell’impresa finanziata. Il rapporto banca cliente è un rapporto fondamentale, sulla base di situazioni di fatto si riesce a creare una rete per la propria clientela per arrivare ad una rete simile alla rete d’impresa. Tutto ciò può sviluppare la propria attività. Da queste situazioni di fatto possono nascere molte attività di sviluppo e di crescita. Importanza del singolo accordoDi tipo contingente volto alla necessità, per i finanziatori, di non “perdere i capitali già concessi all’impresa. I COLLEGAMENTOI SU BASE PERSONALE: Collegamenti istituiti fra le aziende per iniziativa di singoli individui (l’utilizzo, da parte di più imprese, di comuni consulenti, professionisti, tecnici, amministratori). Generano opportunità di carattere economico alle singole imprese. City communities of interests: comunità di interessi a carattere municipale (nascono quando le società e le banche di una stessa città sono così legate fra di loro, attraverso i rispettivi consigli di amministrazione, in cui si trovano le stesse persone, da costituire un complesso operante con unità d’intenti). Aziende coinvolte: Imprese produttive, istituti bancari, assicurativi, finanziari, aziende di erogazione pubblica, ecc. in ambito locale (città, provincia). Peso delle aziende: Vario e generalmente legato alla dimensione del singolo ente. Rapporto : Collusivo - collaborativo Importanza del singolo accordo: Generalmente non decisiva; l’accordo non è esplicitato formalmente GENTLEMEN’S AGREEMENT: (non formalizzati per iscritto, spesso legati a tentativi di riduzione della competitività) non sono formalizzati perché al limite del lecito, sono del tipo collusivospesso nascondono accordi di tipo illecito. Le imprese osservano un accordo non scritto che spesso ritorna alle imprese iscritte. Aziende coinvolte: Imprese operanti nel medesimo settore merceologico facenti parte di un’unica “filiera” produttiva. Peso delle aziende: Vario e generalmente legato alla dimensione delle stesse. Rapporto: Collusivo - collaborativo Importanza del singolo accordo: Generalmente non decisiva. L’uscita di un’impresa dall’accordo può però, a volte, “scardinare” l’accordo stesso e i vantaggi cui si vuole giungere. I CARTELLI: s’intende un’associazione di aziende miranti ad attuare politiche di contenimento o riduzione della concorrenza. Aziende coinvolte: Aziende operanti nel medesimo settore con prodotti scarsamente differenziati. Peso delle aziende: I cartelli sono essenzialmente rivolti ad aziende con “peso” sul mercato generalmente simile. Rapporto: Di collaborazione al fine di ridurre e/o disciplinare la concorrenza. Importanza del: Il singolo accordo ha in genere importanza modesta mentre assume rilievo nel contesto generale delle imprese coinvolte. L’accordo, di natura temporanea, riguarda aspetti specifici e non l’intera gestione (prezzi, zone di influenza, quantità prodotte, beni da produrre, condizioni).  DINAMICITA’ carattere complessivo che riguarda:  Tempi, ritmi e durate  Apertura rispetto all’ambiente  Flessibilità LE UNIONI VOLONTARIE: si tratta di accordi di tipo commerciale. Consiste nel raggruppamento fra uno o più grossisti e un certo numero di dettaglianti per avere una serie di economie di scala. Sono alternativi a delle gestioni di tipo diretto, il produttore si avvale di un grossista. Il produttore fornisce il marchio, la gestione produttiva… il gruppo di acquisto favorisce anche di avere delle facilitazioni per la vendita del prodotto. Se non si fa parte aumentano costi o non si hanno capitali sufficienti per usufruire determinati servizi. Le unioni permettono di ottenere delle economie di scala simile a quelle della grande impresa. Aziende coinvolte: Uno o più grossisti e più dettaglianti legati da rapporti contrattuali che danno luogo a fenomeni di integrazione verticale. Peso delle aziende: Tutte le aziende coinvolte nell’accordo mantengono la propria autonomia economica e giuridica. Le singole aziende hanno generalmente peso modesto salvo quando la funzione “guida” è esercita da un grossista tramite il cosiddetto “centro operativo”. Rapporto: L’accordo riguarda un numero limitato di fenomeni gestionali (ad es.: approvvigionamento di magazzino, organizzazione dei punti vendita, studi di settore e di marketing, introduzione di specifici marchi commerciali, caratteristiche comuni dei punti vendita, ecc.) Importanza del singolo accordo: I partecipanti possono - liberamente - accedere a recedere dall’unione. L’accordo ha valenza soltanto in campo commerciale. I GRUPPI DI ACQUISTO COLLETTIVO: Hanno similitudini con le unioni volontarie, differenziandosi, peraltro, per la presenza, unicamente, di imprese dettaglianti. Per acquistare prodotti e servizi, si creano una serie di contratti/rapporti. Il fatto di acquistare grandi quantità di prodotti consente di creare elle economie di scala. Aziende coinvolte: Un certo numero di imprese dettaglianti unite negli acquisti per realizzare economie di scala sugli approvvigionamenti. Si realizzano economie proprie dell’integrazione orizzontale. Peso delle aziende: Tutte le aziende coinvolte nell’accordo mantengono la propria autonomia economica e giuridica. Rapporto: L’accordo riguarda essenzialmente la funzione di approvvigionamento. Sussiste nella tendenza ad ampliare le attività svolte come nelle unioni volontarie. Importanza del singolo accordo: Rispetto alle unioni volontarie, l’associazione è meno vincolante e non esiste un’impresa “guida”; non sussistono - per converso - servizi e prestazioni centralizzate. Normalmente mancano precise regole contrattuali da seguire in sede di acquisti centralizzati. Si possono avere delle economie di prezzo e di prodotto, posso avere una serie di benefici. I CENTRI COMMERCIALI: Il centro commerciale all’ingrosso è definito come un’entità costituita da un numero di esercizi di vendita all’ingrosso non inferiore a cinque, inseriti in una struttura a destinazione specifica provvista di spazi di servizio comuni gestiti unitariamente. Il centro commerciale al dettaglio, invece, deve essere costituito da un numero di esercizi di vendita al dettaglio, di qualunque dimensione, non inferiore a otto, che abbiano una superficie di vendita complessiva di almeno 3.500 metri quadrati. I PIANI COMMERCIALI SSONO GESTITI DALLE REGIONI. Si tratta di autorizzazioni date dalla regione ad un imprenditore. Essa stabilisce il numero di attività e la grandezza. Si rilascia una sorta di licenza regionale. Ovviamente vi sono degli orari prestabiliti, e altri vincoli ai quali mi devo attenere: pena o espulsione dal centro commerciale o sanzioni. IL FRANCHISING: Il contratto di franchising è un contratto tra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti in base al quale una parte (franchisor- affiliante) concede all’altra (franchisee-affiliato) la disponibilità, verso corrispettivo, di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-di personehow, brevetti, assistenza o consulenza tecnica commerciale (rientrano tutti nel contratto di affiliazione), inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare beni e servizi. (legge 6 maggio 2004 n. 129) Si tratta di affiliazione, ha una natura ampia e complessa, e lega una serie di agenti che vendono un prodotto. (es. alberghi: io “franchisor” do il mio nome o marchio, ho la proprietà del marchio, e il franchisee deve adeguarsi alle cose prestabilite, i servizi e camere devono essere identici il proprietario cambia. Aziende coinvolte: Azienda di “riferimento” (franchisor) e svariate aziende ad essa collegate (franchisee). Peso delle aziende: E’ preponderante - con diverse graduazioni a seconda delle caratteristiche del contratto di franchising - l’importanza del franchisor. Rapporto: Di diversa natura ed intensità a seconda delle peculiarità dei vincoli propri del contratto di franchising. Importanza del: Generalmente modesta; importante è il “grappolo” degli accordi. E’ POSSIBILE DISTINGUERE FRA FRANCHISING:  Imprenditoriale: fa da imprenditore, io proprietario devo mettere solo l’edificio. Ovviamente le provvigioni da dare al franchisee saranno caratterizzate dal numero di servizi prestati. Il franchising imprenditoriale è caratterizzato da una formula “aperta” dove il franchisor dà solo indicazioni di massima (lay-out) e delle insegne del punto vendita.  Pianificato: Nel franchising pianificato, l’intervento del franchisor è più pesante ed è caratterizzato da un’offerta “chiavi in mano”.  -manageriale: quando il franchisor interviene nell’attività di manager. Il franchising manageriale è simile al franchising di tipo tradizionale: l’intervento del franchisor è mirato solo ad alcuni aspetti della gestione del punto vendita, offrendo consulenza in merito alle tecniche legate alla scelta ottimale dell’assortimento senza, peraltro, imporre particolari politiche di acquisto.  -centralizzato: quando si occupano di tutto, anche della gestione del mio negozio. Il franchisor diventa come se fosse il proprietario. Con il franchising centralizzato l’intervento dell’affiliante è più coinvolgente toccando svariate aree gestionali dell’affiliato (contabilità, gestione del magazzino, display, ecc.) IL GEIE: si tratta di un rapporto che dovrebbe consentire a tutte le imprese che operano nell’UE di avere una struttura comune. Il Gruppo Europeo di Interesse Economico - GEIE, introdotto in Italia con il D.Lgs. 23 Luglio 1991, n. 240, è uno strumento di diritto comunitario volto a favorire il formarsi di associazioni fra imprese e anche professionisti appartenenti a differenti paesi della Comunità europea. Aziende coinvolte: Società, enti o persone fisiche (da un minimo di due ad un massimo di 20) di almeno due differenti stati della UE. Peso delle aziende: Tutte le aziende coinvolte mantengono la propria indipendenza economica e giuridica. Rapporto: Il GEIE ha funzione di supporto all’attività delle singole aziende associate (centro studi, acquisti o vendite centralizzate, ecc.) e non ha come scopo la realizzazione di profitti (questi vengono distribuiti, in base a quanto previsto dal contratto, fra i vari contraenti). Importanza del: L’accordo può essere a tempo determinato o indeterminato. I partecipanti hanno - generalmente - il medesimo “peso” (le più importanti decisioni devono essere prese all’unanimità). I CONSORZI: Il consorzio è un’associazione di persone fisiche o giuridiche liberamente (volontaria) creata o obbligatoriamente imposta per il soddisfacimento in comune di un bisogno proprio di queste persone. Possono essere:  I consorzi volontari sono organizzazioni la cui costituzione è lasciata alla volontà delle parti. Nascono da esigenze volontarie per disciplinare una serie di utilità che le imprese che vogliono gestire in comune, vincolandole di rispettare le norme date dal consorzio. Si tratta di una forma alternativa, meno specifica, può avere come oggetto un gruppo di acquisto. È registrato presso le camere di commercio come soggetto riconosciuto dall’ordinamento giuridico.  I consorzi obbligatori sono interesse di tutela per la collettività (es. il Consorzio obbligatorio degli oli usati – CONAI).  Il consorzio coattivo, ormai in disuso, è motivato dai vantaggi che dovrebbe produrre ad una determinata categoria suddividendo, fra i partecipanti, anche i relativi oneri (es. l’Istituto cotoniero italiano). DI a A struttura indivisa A struttura indivisa con servizi centrali scorporati Holding mista SI + Holding mista s2 EL $3 S1 - S2 - $3= Società di servizi A-B-C = Società operative F = Finanziaria E DI DIARI n27 Forme organizzative di holding pura Gruppo a pettine Gruppo a grappolo H l A DA) EHoHo GRUPPI A PETTINE (quando la società holding partecipa direttamente in tutte le società del gruppo. Caratteristiche:  maggiore onerosità in sede di acquisizione di società e successivo finanziamento.  vantaggi in caso di cessione di una partecipata (non causa l’alienazione di società possedute ritenute strategiche per il gruppo. A GRAPPOLO (quando la società che possiede un gruppo partecipa in A che partecipa in B che partecipa anche in C D E. H possedendo A ha il controllo anche su B C D E. Il mio possesso lo faccio unicamente con la prima società. Il gruppo a grappolo consente di assumere con la minore quantità di denaro un numero di società. Se capita qualcosa in A perdo tutto il gruppo C D E, in questo modo non ho la partecipazione dei capitali di queste società sottostanti. Più difficile da controllare. L’INTEGRAZIONE:  Gruppi ad integrazione orizzontale: presenza di società svolgenti un’attività simile rientrante e nel medesimo settore.  Gruppi ad integrazione verticale: costituiti da società con produzioni correlate a monte o a valle.  Gruppi conglomerali: costituiti da società operanti in differenti settori. COME SI FORMANO I GRUPPI (genesi):  per acquisizione: acquisto di A da parte di H  per concentrazione dei pacchetti di controllo: acquisto dei gruppi di controllo  per scorporo o conferimento: -CONFERIMENTO: non vi è un soggetto che prevale, si deve prendere un accordo o si cerca la maggioranza tramite patti parasociali( con questo si trova il soggetto economico unico. Oppure vi saranno patti tra i vari soggetti coinvolti. L’azienda può conferire due rami di azienda destinando ad una società solo un’attività. Quando conferisco una delle due attività ad una società le immobilizzazioni, gli impianti devo togliere il valore a quello della società Alfa Beta (58000-13000=45000). Anche per i crediti e le rimanenze di magazzino effettuo la differenza. Chi sarà proprietaria della società Alfa? Il conferimento viene fatto dalla società Alfa Beta( rimane la partecipazione nella società creata. -SCORPORO: Qual’ è il valore della società Alfa? Differenza tra tutto l’attivo - i debiti. Il PN è dato da attivo – passivo. Scissione: quando muore la società maggiore e creo due società più piccole. La scissione di una società si esegue mediante trasferimento dell’intero suo patrimonio (o di una parte) a più società preesistenti o di nuova costituzione e assegnazione delle loro azioni o quote ai soci della prima; COSTITUZIONE DI UN GRUPPO:  Aspetti finanziari (aspetto più importante)(costituire nuove società con meno capitale possibile.  Aspetti economici( voglio costituire la nuova società indipendente per poter eccedere.  Aspetti organizzativi( manager diversi LA FUSIONE: La fusione di più società può eseguirsi mediante la costituzione di una società nuova, o mediante l’incorporazione in una società di una o più altre. Quando voglio eliminare le partecipazioni fondo le società, azione contraria alla creazione di un gruppo. Riunisco tutti sotto un’unica società, può essere effettuato perché si pensi che possa migliorare secondo alcuni aspetti: organizzativi, finanziari e economici. LA SCISSIONE: La scissione di una società si esegue mediante trasferimento dell’intero suo patrimonio (o di una parte) a più società preesistenti o di nuova costituzione e assegnazione delle loro azioni o quote ai soci della prima. IL CONFERIMENTO: lo scorporo di aziende o rami di azienda con contestuale “apporto” in società di nuova costituzione o in società già esistenti. CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ Tenere di conto= contabilità. Fin dal passato avveniva come attività. Tenuta dei crediti e dei debiti che si aveva con un determinato soggetto. OGGI: la tenuta dei conti è più complessa. Interessa persone e beni. Registrazione in partita doppia( necessarie come riepilogo delle azioni di un’azienda al fine di arrivare al reddito d’esercizio. La registrazione viene redatta il 31/ 12 di ogni anno. ECONOMICITA’( l’impresa è un istituto economico che deve perdurare nel tempo che deve raggiungere determinati obbiettivi e equilibri. È la condizione per la quale l’azienda riesce ad arrivare al suo scopo. Gli equilibri sono tutte le condizioni che l’impresa deve soddisfare anche non simultaneamente per raggiungere il proprio fine. Rapporto stretto tra economicità e durabilità. L’impresa deve essere autonoma( deve raggiungere il proprio equilibrio con i propri mezzi senza aiuti esterni, quando l’aiuto compensa l’anti-economicità dell’impresa. Se non è autonoma non raggiungo l’economicità.  EQUILIBRIO REDDITUALE o ECONOMICO: il reddito contrappone i costi per l’acquisizione dei fattori di produzione ai ricavi. Costi che consentono di somministrare i propri servizi e arrivare ad un ricavo. Disimpiego i costi con i ricavi. COSTO: corrispettivo monetario per l’acquisizione dei fattori di produzione. La contabilità registra tutti i costi e ricavi e la loro differenza mi da il RISULTATO D’ESERCIZIO, se prevalgono i ricavi si ha un UTILE D’ESERCIZIO. Se un’impresa consegue un reddito positivo= utile. Costi maggiori dei ricavi= perdita d’esercizio. Un’azienda deve sempre avere un guadagno. CONTABILITA’ ANALITICO-di personeGESTIONALE (contabilità industriale): è una tecnica amministrativa riguardante la predeterminazione, la rilevazione, la destinazione, l’analisi ed il controllo dei costi e dei ricavi inerenti alla gestione. Oggetto della contabilità industriale sono quindi tutti i costi e i ricavi, intesi sia come valori consuntivi che preventivi.  Ha funzione informativa interna, le informazioni rimangono all’interno dell’impresa.  Non è obbligatoria (salvo particolari regole fiscali);  Ha più scopi ma un solo ordine di destinazione (i responsabili della direzione d’azienda);  Rileva i fatti interni di gestione senza osservanza di norme di legge.  I costi ed i ricavi sono rilevati secondo la loro destinazione (per centro di costo, per commessa, per settore di attività, ecc.) tutti i costi e ricavi, che si contrappongono per la determinazione del reddito (utile o perdita) determinano l’utile o la perdita d’esercizio. Se il costo viene analizzato per destinazione, verifico il costo esaminandolo per capire per cosa sia stato sostenuto. (analizzare il costo e dividerlo per le sedi ad esempio, o dividerlo tra dirigenti e operai) Questa analisi serve per capire cosa costa un’unità di prodotto per determinare il prezzo di vendita. Per una corretta gestione dei costi della mia impresa, per individuare le eventuali cause delle diseconomie. LA CONTABILITA’ DEI COSTI: serve per redigere un documento con un carattere consultivo NEL CONTROLLO DI GESTIONE-CONTABILITA’ ANALITICA: redigo il budget, determino a livello preventivo i costi e i ricavi. Programmazione (breve termine) pianificazione (lungo termine). Analisi preventiva di costi e ricavi che passa ai vari reparti o centri di responsabilità che valutano se mettere in atto una produzione o meno e valutano cosa cambiare. A livello strategico: piani industriali  Programmazione di costi e ricavi- medio e lungo termine  Attuazione dei budget a breve termine (12 mesi)  Misurazione della performance  Confronto fra la performance effettiva e quella pianificata I costi, rilevanti in contabilità generale secondo la loro natura (cause economiche che li hanno originati), vengono riclassificati in sede di contabilità industriale secondo vari criteri: a) A seconda del momento in cui si effettua il calcolo:  Costi Preventivi: si calcolano con riferimento ad una produzione futura, quindi prima della realtà (osservazione o previsione di consumi e prezzi)è un costo immaginario, ipotetico…  Costi Consuntivi: determinati alla conclusione del periodo di tempo oggetto di osservazione, in occasione della stesura dei “rapporti di gestione”, nei quali i responsabili attuano il confronto con i costi preventivi, per individuare le cause dello scostamento fra i due e adottare le azioni correttive più appropriate (controllo di gestione) b) A seconda dei dati in base ai quali si calcolano i costi:  Costi Effettivi: sono determinati in base ad immediate deduzioni della realtà (osservazione o previsione di consumi e prezzi). Costi reali.  Costi Standard: sono determinati in base ad ipotesi prefissate, in funzione delle condizioni particolari poste alla base del calcolo. Costi immaginari. c) A seconda delle relazioni esistenti tra livello dei costi e volumi di produzione:  Costi Variabili: variano in relazione alle quantità prodotte.  Costi fissi: il loro ammontare è commisurato alla struttura tecnico-organizzativa aziendale, quindi non variano al variare delle quantità prodotte.  Costi Semi-di personeVariabili (o Semi-Fissi) I costi Totali sono rappresentabili graficamente come segue: d) A seconda della relazione con l’oggetto per i quale sono stati impiegati i fattori produttivi consumati:  Costi Speciali: sono costi dei fattori produttivi impiegati specificatamente per ottenere un dato oggetto (relazione esclusiva). Elementi che servono per differenziare. (mirtilli per le torte). Tutti i costi possono diventare potenzialmente speciali. Imputazione diretta al costo del prodotto. (costi diretti)  Costi Comuni: riguardano i fattori impiegati per ottenere più produzioni nello spazio e nel tempo; Es.: gli ammortamenti dei macchinari del reparto presse sono un costo speciale rispetto al reparto presse, e un costo comune rispetto alle numerose produzioni in esso effettuate. Costi per i quali non è possibile o conveniente identificare le quantità specifiche del fattore produttivo impiegato. Elementi molto comuni a più oggetti (farina torte)  Costi Generali: sono costi sostenuti per l’azienda nel suo complesso. Non hanno un’attinenza specifica con il prodotto. (es. dipendenti) di fatto non diventa speciale perché non ne vale la pena di analizzare questo costo. e) in base agli elementi inseriti nei calcoli dei costi possono essere ottenute diverse configurazioni o raggruppamento dei costi:  configurazioni a costi parziali (DIRECT COST): considerano solo i costi variabili ad imputazione diretta;  configurazioni a costi pieni (FULL COST): considerano tutte (o quasi) le voci di costo. f) a seconda del modo con cui i costi dei fattori impiegati sono riferiti all’oggetto del calcolo:  Costi Diretti: sono quei costi speciali che si riferiscono ad un dato oggetto grazie all’esistenza di un’organizzazione atta a misurare i consumi dei fattori produttivi specificamente impiegati in relazione all’oggetto del calcolo (produzione, commessa, reparto);  Costi Indiretti: sono costi comuni e generali e quei costi speciali che non si è in grado o non si ritiene opportuno misurare oggettivamente per riferirli direttamente all’oggetto del calcolo. Es: Se si misura il consumo di materie sussidiarie assorbito da ogni lavorazione, l’imputazione è diretta e quindi il costo delle materie sussidiarie è considerato diretto; se invece si misura il consumo delle materie sussidiarie solo una volta al mese e lo si suddivide tra tutte le produzioni effettuate nel mese stesso, l’imputazione è indiretta ed il costo delle materie sussidiarie è considerato indiretto. I Costi Indiretti, classificati per funzione aziendale, si distinguono in:  COSTI GENERALI DI PRODUZIONE, detti costi generali industriali.  COSTI GENERALI DI DISTRIBUZIONE, detti anche costi generali commerciali.  COSTI GENERALI DI AMMINISTRAZIONE.  COSTI FINANZIARI ED ONERI TRIBUTARI. I CRITERI DI ATTRI BUZIONE DEI COSTI COMUNI: -di personeSU BASE UNICA: i costi comuni sono ripartiti tra i vari oggetti di costo in relazione ad un criterio di proporzionalità rispetto ad una quantità nota che è base di imputazione (es. ore lavoro mano d’opera diretta, volume di materie, ore macchina ecc.).  Evidenzia il livello di attività oltre al quale comincia a manifestarsi la convenienza economica ad operare (punto di pareggio).  Fornisce indicazioni su come cresce il profitto man mano che dal punto di pareggio ci si sposta verso la saturazione della capacità produttiva (oltre la quale anche i coti fissi subiscono incrementi).  È un utile strumento nel promuovere le azioni volte a modificare la struttura dei costi e dei ricavi, perché evidenzia, anche in via preventiva, i risultati di tali azioni. SIGNIFICATO DEL PUNTO DI EQUILIBRIO: (SOLUZIONE CONTABILE (i costi figurativi sono esclusi): il punto di equilibrio corrisponde a un reddito nullo. (SOLUZIONE ECONOMICA (compresi costi figurativi): il punto di equilibrio corrisponde a un reddito pari alla remunerazione dei fattori di produzione non onerosi. SOLUZIONE FINANZIARIA (nei costi sono esclusi quelli che non corrispondono a uscite numerarie_es. amm.ti): il punto di equilibrio è un punto finanziario: indica il volume delle vendite necessario ad assicurare la reintegrazione finanziaria o monetaria nel breve periodo dei costi. Modalità di calcolo del punto di pareggio: Nel punto di pareggio i ricavi totali sono uguali ai costi totali: CT = RT Scomponendo i costi in fissi e variabili: CVT + CFT= RT CVT = v x Q RT = P x Q V x Q + CFT = p x Q Risolvendo rispetto a Q si ottiene il volume di produzione Q* da vendere per coprire i costi totali sostenuti Q*= CFT/(p-v) La differenza (p – v) è il MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO: esprime quanta parte dei ricavi di vendita rimane per la copertura dei costi fissi -e la generazione di un utile-, dopo aver recuperato i costi variabili. FATTURATO DI EQUILIBRIO: Il collegio sindacale: organo che riguarda la legalità dei conti, è revisore contabile dei conti. Molte volte vi è un doppio organo di controllo: uno di controllo dei conti (revisore dei conti) e uno del controllo generale della legalità degli atti (collegio sindacale). Questi due organi non sempre sono obbligatori: nelle società di capitale si, mai nelle società di persone. Nelle società di capitale sempre per le s.p.a e non sempre per le s.r.l. La dimensione d’impresa serve anche per individuare alcuni organi obbligatori: quindi sotto una dimensione non sono previsti e sopra quella dimensione è necessaria la nomina degli organi di controllo. L’organo di controllo del revisore legale può essere attribuito anche ai sindaci, quindi all’organo di controllo della legalità degli atti dell’impresa. Il controllo dei conti riguarda solo la contabilità, mentre il controllo generale riguarda tutti gli atti della società. Il sindaco della società vigila sull’organizzazione generale che deve avere un ente, quindi conoscere se questa organizzazione è coerente o meno con la finalità delle dimensioni dell’impresa, la finalità dell’operazione che compie un’impresa e soprattutto verifica la corrispondenza con la legge delle relazioni d’impresa. (es. impresa con un amministratore che corrompe degli organi della pubblica amministrazione, occorre porre in essere una struttura organizzativa che sia in grado di far emergere prima di compiere un reato queste operazioni non corrette). La legalità serve anche per la sicurezza dell’impresa e cerca in qualche modo di minimizzare delle situazioni di rischio che possono capitare nell’impresa per quanto riguarda l’aspetto del personale dipendente. Quindi quando si crea quest’organo di governance si individua sostanzialmente la quantità dei membri e i limiti dei loro poteri che si vanno ad individuare in una forma di pubblicità che è resa tramite il registro delle imprese. (ogni amministratore con segnalati i limiti del prorpio potere per sapere se quel soggetto è un soggetto giuridico di rappresentanza). SOGGETTO GIURIDICO DI RESPONSABILITA’: è colui che deve rispondere nei confronti della legge. SOGGETTO GIURIDICO DI RAPPRESENTANZA: è colui che deve rispondere per tutti i soggetti giuridici che hanno un rapporto con l’impresa e per far questo il soggetto giuridico che rappresenta l’impresa deve poterlo fare con i poteri, perché se un amministratore della società ti chiama e fa il colloquio e ti dice di essere assunto, ma ciò non rientra nei suoi compiti lui commette un atto che non può compiere, lo stesso vale per il rilascio di garanzia alle banche che molto spesso vengono ritirate dalle banche perché risultano non valide. I poteri sono una parte discriminante molto importante per quello che è l’esternazione della volontà di un ente societario. -NON CAPITALISTICO: dove non prevale il capitale, ma prevalgono altre cose (lavoro). Le decisioni le prendono gli associati. I diritti di proprietà (diritto di voto e di remunerazione) non sono assegnati ai conferenti di capitale di rischio bensì ad altre categorie di soggetti (che eventualmente possono anche essere conferenti capitale di rischio). I casi più frequenti sono quelli delle imprese che, spesso sotto la forma giuridica della cooperativa, assegnano i diritti di proprietà a particolari categorie di soggetti come ad esempio ai prestatori di lavoro, oppure ai clienti oppure ai fornitori di merci e di servizi. Sono questi i casi delle cooperative di lavoro, delle partnership professionali, delle cooperative di consumo o delle compagnie di mutua assicurazione. Il fine dell’utile è quello di dividerlo nel costo dei servizi che sono prodotto dall’azienda. AZIENDE NO PROFIT: il guadagno ci deve essere, ma il fine è diverso. Il profitto viene ripartito. Il profitto è necessario per la continuità dell’azienda. -ASSETTO PROPRIETARIO MISTO: mezze da soggetti capitalistici e l’altra metà da soggetti che non hanno fine di lucro. (es. volkswagen). Decisioni prese per teste e decisioni prese per capitale. Viene limitato di fatto limitato sull’utile, tutte private quando non ci sono intervento dello stato (es. società di azioni di risparmio dove tutti i soggetti ricevono un dividendo più alto ma stanno zitti su alcune assemblee straordinarie/strategiche.) -I diritti di propriet sono assoggettati a più di una categoria di soggetti. à̀ sono assoggettati a più di una categoria di soggetti. Una fattispecie di grande rilievo è quella delle imprese nelle quali i diritti di proprietà (in tutto o in parte) sono riportati tra i conferenti di capitale di rischio e i prestatori di lavoro; un caso emblematico è quello della:  La grande impresa tedesca (modello dualistico) in questo sistema i membri del consiglio di amministrazione sono eletti dal consiglio di sorveglianza che è formato paritariamente dai rappresentanti dei prestatori di lavoro e dai rappresentanti dei conferenti di capitale di rischio. -IMPRESA CON DIRITTI PROPRIETARI LIMITATI: sono società nel quale ci sono diverse tipologie di soci. Soci enti pubblici o soci con una sola azione, lo stato può intervenire con la GOLDEN SHARE (azione d’oro) condizionando tutte le decisioni più importanti e strategiche della società. (società che distribuiscono servizi pubblici: lo stato impone prezzi, strategie ecc. Vengono limitati i diritti ad alcuni azionisti (società con azione di risparmio, tutti i soggetti che hanno questa azione all’interno della società ricevono un dividendo un po’ più elevato però devono stare zitti su alcune decisioni importanti ovvero nelle assemblee straordinarie. Azioni privilegiate nella distribuzione del dividendo. Sono quelle imprese in cui i diritti di proprietà sono in misura rilevante esercitati da soggetti esterni all’impresa. Le due situazioni principali sono:  Gruppi di impresa, in questo contesto la società capogruppo esercita un’attività di indirizzo sulle aziende controllate;  Imprese operanti in contesti fortemente regolamentati da parte dello stato, che per ragioni economiche e politiche impone alcune scelte fondamentali, ad esempio: prezzi da applicare, clienti da servire o numero di persone da impiegare ecc. AZIENDE A FINE DI LUCRO: necessità di remunerare il capitale, il dividendo deve arrivare all’azionista. L’ORGANO AMMINISTRATIVO: si occupa della gestione dell’impresa. I piccoli azionisti non partecipano alle assemblee. IN CONCLUSIONE: Le scelte di assetto proprietario sono scelte complesse poiché esse: a. Devono tener conto di numerose circostanze ed esigenze. b. Possono dar luogo a soluzioni differenti. La scelta tra il repertorio di possibili soluzioni sopra viste dovrà compiersi in funzione di: a. Qualità, volumi e criticità degli input necessari per lo svolgimento delle combinazioni economiche di impresa; da ciò dipende quali e quanti soggetti dobbiamo coinvolgere nella vita dell’impresa. b. I tipi e i volumi di benefici privati che ciascuna categoria di potenziali proprietari stima di poter trarre dalla posizione di controllo. c. La criticità politica delle combinazioni economiche svolte dall’impresa dal punto di vista dello Stato; Data la loro natura, le scelte di fondo in merito all’assetto proprietario non si compiono con grande frequenza. Oltre al momento di fondazione di una nuova impresa, le occasioni nelle quali si modificano gli assetti proprietari sono numerose e di varia natura: modifica della compagine sociale (ingresso/uscita di soci), operazioni straordinarie (fusioni/scissioni/acquisizioni), quotazioni in borsa, operazioni sul capitale proprio connesse alle scelte di gestione finanziaria. ORGANI SOCIETARI: Le prerogative essenziali degli organi di governo e controllo delle imprese sono regolate da leggi e regolamenti di vario tipo. Le norme più rilevanti che definiscono i compiti degli organi si trovano nel codice civile. Il nostro sistema riconosce tre diversi possibili modelli di governance e controllo (o anche definiti di amministrazione e controllo):  Modello ordinario o tradizionale: rimasto dal vecchio codice di commercio e recentemente cambiato (15 anni fa) adeguandosi ad una normativa di tipo di governo anglosassone. che prevede la presenza di un Consiglio di Amministrazione con funzioni amministrative e di un Collegio Sindacale con funzioni di controllo sull’amministrazione, entrambi di nomina assembleare. Che prevede la ripartizione degli organi (assemblea dei soci, consiglio di amministrazione, revisore legale dei conti e il collegio sindacale)  Modello dualistico: stabilito per le aziende di grandissima dimensione, modello anglosassone, si prevede una delega da parte degli azionisti all’organo amministrativo che presenta un rendiconto. Quando non si approva il bilancio. Gli azionisti oltre ad approvare il bilancio gli azionisti devono decidere sulla destinazione dell’utile, possono agire anche prima di determinare l’utile.  Modello monistico: la delega viene data ad una parte dei consiglieri dell’organo amministrativo, viene anche delegata l’approvazione del bilancio d’esercizio. Ci sono amministratori che esercitano anche parte del controllo legale dei conti Dispositivo dell'art. 184 ter Codice dell'ambiente  Fonti → Codice dell'ambiente → PARTE QUARTA - Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati → Titolo I - Gestione dei rifiuti → Capo I - Disposizioni generali  1. Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a un'operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni: a) la sostanza o l'oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; d) l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana. 2. L'operazione di recupero può consistere semplicemente nel controllare i rifiuti per verificare se tra organi di governo economico, organi di sindacato, organi direttivi ed esecutivi, scelte di strutture di base (elementare funzionale, divisionale, mature), scelte di singole unità organizzative. Si cerca di delegare compiti, m non tutti sono delegabili.  B) Sistemi operativi (meccanismi che governano la dinamica e la rimunerazione dei prestatori di lavoro e l’assegnazione ai vari organi aziendali degli obiettivi e delle risorse). Compiti che vengono assegnati alle singole parti.  sistemi di pianificazione, programmazione e controllo, sistemi di ricerca e selezione del personale, sistemi di valutazione, retribuzione, carriera del personale. IL DIRETTORE GENERALE: è il più importante livello tra gli organi operativi. Organo operativo. Ogni classificazione è conforme alle va ASSETTO ISTITUZIONALE: L'assetto istituzionale è l'insieme delle regole e degli organi che stanno alla base dei rapporti tra i diversi portatori di interesse dell'azienda, dove per portatori d'interesse si intende l'insieme delle persone che ritengono di avere importanza nelle decisioni da prendere all'interno dell'azienda. ASSETTO ORGANIZZATIVO: L'assetto organizzativo dell'azienda è costituito dalla struttura organizzativa (distribuzione dei compiti e delle mansioni) e dai sistemi operativi che guidano il comportamento delle persone che fanno parte dell'organizzazione (pianificazione e controllo, informazione, gestione del personale). A livello di personale si stabiliscono delle linee di comando e di staff. Si creano le funzioni, gli organi e le relazioni. A livello di personale si stabiliscono gli organi di LINE: organi di comando operativo (i vari soggetti sotto il consiglio di amministrazione) e di STAFF: quando stabilisco chi deve rispondere al soggetto che fa parte dell’organo di comando. A chi deve rispondere l’organo operativo. Quindi si creano gli organi e si creano le funzioni che vengono attribuite ai singoli soggetti e si creano le relazioni a seconda di differenti modelli organizzativi. Questi modelli teorici sono molto spesso condizionati da delle normative che variano da paese a paese, in Italia sono obbligatori i modelli organizzativi per quanto riguarda le leggi (per la privacy e poi le responsabilità che hanno coloro che utilizzano i dati dell’impresa/ le modalità di come trattare i dati). Bisogna obbligatoriamente rispettare una normativa (trattamento di dati, compiti, rispettare la legge ecc.). Nel modello organizzativo rientrano anche i sistemi di pianificazione, di gradazione controllo, ricerca e selezione del personale, programmazione, retribuzione e perdita del personale. Tutte queste regole le stabilisco prima, riguardano tutti gli organi della mia impresa. Quando pianifico e programmo stabilisco anche generalmente il modello organizzativo e regolamento e disciplino queste forme necessarie per la gestione del modello organizzativo. Amministratore: organo di responsabilità, il socio non ha mai delle responsabilità. I modelli teorici sono condizionati da singole normative. I MODELLI FORMALIZZATI O ORGANIGRAMMI (OCTOPUS FORMALI): espressi graficamente nei cosiddetti organigrammi. Oltre che le linee di comando, individuazione dei soggetti. a) elenco di unità organizzative b) corrispondente elenco di insiemi di compiti c) insieme di relazioni gerarchiche • Gli insiemi a) e c) vengono rappresentati negli ORGANIGRAMMI • L’insieme b) viene rappresentato nei mansionari. PROGETTAZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA: 3 fasi: 1. esplicitazione ed articolazione degli organi destinati alle funzioni generali 2. scelta della struttura organizzativa di base 3. alternative modalità di organizzazione del lavoro I MODELLI ORGANIZZATIVI DI BASE: non si trova nell’impresa, perché talvolta si uniscono differenti modelli. TIPI FONDAMENTALI:  ELEMENTARE perchè è applicato generalmente alle aziende individuali o società di persone, dove c’è un solo soggetto economico. (organo di governo economico e di direzione). Tutti rispondono al capo, collegamento diretto dal punto di vista gerarchico, responsabilità diretta da parte della direzione dell’impresa, line di commando dirette, struttura flessibile. ORGANO DI GOVERNO ECONOMICO: perché è tutto: assetto proprietario, esecutivo e operativo. Si trova nelle imprese individuali o società di persone. tutti rispondono al capo, è molto comoda per la comunicazione, c’è un ordine diretto e c’è una responsabilità diretta nei confronti della direzione dell’impresa. Struttura estremamente flessibile, linee di comando dirette, responsabilità diretta.  FUNZIONALE struttura basata sulle funzioni, c’è un direttore generale che coordina l’attività di altri direttori di funzione. A seconda della struttura della mia impresa stabilisco le funzioni dei direttori di funzione. (impresa di piccole dimensioni ad un’impresa di grandi dimensioni, limite: azienda di monoprodotto). Le strutture organizzative di base  La struttura elementare  è una struttura generalmente adatta alla piccola impresa dove il soggetto imprenditore ha rapporti diretti con i propri dipendenti (rapporto diretto fra direzione generale e lavoratore). I difetti della struttura elementare: i difetti derivano dalla piccola dimensione e per questo non ci saranno grandi specializzazioni all’interno di queste imprese, non ci sono alti profili a livello di dirigenza quindi la qualità del personale è una qualità mediocre.  La struttura funzionale è descritta come una struttura che consente di gestire imprese di tutti i livelli, quindi dalla piccola impresa, all’impresa di grandi dimensioni. La caratteristica principale della struttura funzionale è quella di essere particolarmente adatta per produzioni molto specializzate  quindi le aziende che adottano questo tipo di struttura sono aziende mono-prodotto. La struttura funzionale ha la caratteristica di avere una direzione generale dalla quale dipendono le “direzioni per funzioni”  direzione di trasformazione che si occupa della produzione, una direzione commerciale che si occupa dell’acquisto e della vendita di beni e la direzione di ricerca per la ricerca di mercati e lo studio di nuovi prodotti. Questo tipo di struttura, che si adatta anche alla grande impresa, ha dei costi evidentemente più rilevanti, rispetto alla struttura elementare. Sotto gli organi direttivi troviamo gli organi operativi  c’è quindi una gerarchia. I pregi della struttura funzionale sono l’altissima specializzazione. I difetti di questa struttura sono per esempio che l’impresa non sia aperta ad alcune approvazioni di prodotti nuovi.  La struttura divisionale non interessa solo l’impresa unica ma anche i gruppi d’imprese. Questa è una struttura detta “mista”. Riguardo i pregi della struttura divisionale, il difetto principale di questa struttura è quello di pagare diversi livelli dirigenziali. Nella struttura divisionale abbiamo una parte funzionale in cui c’è un solo direttore per la produzione, per la commercializzazione e per la ricerca  bisogna pagare 3 dirigenti.  Struttura a matrice: è quella più flessibile perché da una parte riduce i livelli dirigenziali, da 14 dirigenti a 7 dirigenti, quindi minori costi di struttura, facilità di comunicazione e facilità di migliorare la gestione complessiva è una struttura che favorisce il colloquio tra dirigenti, è una struttura meno costosa ed è una struttura dove si possono amplificare altri tipi di contrasti/ nei rapporti tra le divisioni operative. Cosa si intende strutture di base e classificare le strutture di base.  c’è un pdf su blackboard in cui ci sono le domande possibili per esame. I PREZZI DI TRASFERIMENTO Prezzi relativi a transazioni che avvengono fra singole divisioni o società del gruppo.  Prezzi di mercato: Le transazioni fra divisioni devono essere effettuate a prezzo di libera concorrenza applicato a terzi; Occorre che per i prodotti scambiati esista un mercato esterno che soggiaccia alla libera concorrenza e per questo viene applicato soprattutto nel caso di materie prime e di prodotti di uso comune (impossibile per semi-lavorati, merci nuove e beni non dotati di mercato); Possibilità accordata ad ogni divisione di acquisire effettivamente i beni sia internamente sia sul mercato in base al proprio giudizio di convenienza;  Costi: Individuazione della configuarazione di costo (costo pieno, costo pieno più mark-up, costo marginale,costo variabile più quota fissa, costo variabile più margine, costo standard); Il costo pieno quale costo di trasferimento può indurre la divisione a non preoccuparsi della riduzione delle inefficienze; Il costo è usato quale prezzo di trasferimento quando i beni e servizi trasferiti non hanno mercato;  Prezzi duali: calcolati su due basi differenti per la divisione venditrice e per la divisione acquirente; Se la divisione fornitrice produce un bene ad un prezzo più basso di quello di mercato, il responsabile di questa sarà poco motivato ad effettuare i trasferimenti interni, in quanto comporterebbero una contrazione dei risultati. Soluzione: la divisione fornitrice valorizza al prezzo di mercato mentre la divisione acquirente valorizza al costo di produzione della divisione fornitrice  Prezzi negoziati: prezzo derivante da normali compravendite; rischio di rispecchiare la sola abilità contrattuale dei dirigenti divisionali; osteggiato dalla direzione centrale per attenuare il principio di autonomia della divisione. Con i prezzi di trasferimento si pone il problema di a che prezzo trasferire all’interno della singola divisione o all’interno delle società del gruppo, i beni che vengono forniti ad altre società del gruppo o ad altre divisioni (come viene trasferito un bene da una società del gruppo o da una divisione a un’altra divisione). Se ho un’impresa che a mio interno ha più divisioni e una divisione diventa fornitrice di un’altra divisione  in una divisione si privilegia sempre la fornitura della divisione della stessa impresa. Cosa può capitare? All’interno di un'unica impresa multi divisionale, per capire quali sono i costi e i ricavi della singola divisione  ma quando una divisione fornisce beni ad un'altra divisione, bisogna capire a quale prezzo una divisione deve scegliere bene l’altra divisione, deve intuire bene l’altra divisione. IL COSTO Problema: individuare a quale costo intendo trasferire il prodotto all’interno della mia azienda  Quando trasferisco un bene al prezzo di costo devo andare a dire quale costo si tratta perché di costi ce ne sono un sacco: per esempio il costo primo, il costo economico tecnico, costo complessivo, costo diretto ecc. Molte imprese adottano un prezzo adeguato ovvero un prezzo che consente a chi trasferisce il bene, viene applicato un valore di mercato, se venduto a soggetti esterni. Mentre per chi acquista viene applicato un valore di costo interno. Chi trasferisce un bene viene applicato un valore di mercato. Il mercato c’è quando tutte le negoziazioni confluiscono in un unico costo Quando il prezzo si può dire di mercato? Quando c’è una borsa-valori dove confluiscono tutte le negoziazioni. Quando posso trasferire un bene con il prezzo di mercato? Quando esiste il prezzo di mercato. PREZZO DI NEGOZIATO Un altro prezzo che si può adottare è il così detto prezzo negoziato. Il prezzo negoziato è un prezzo che si consegue quando un soggetto acquista beni dall’esterno. Perchè si cerca di non adottare il prezzo negoziato: perchè è il prezzo negoziato è il prezzo negoziato di un bene che non ha mercato. Se sono un cattivo dirigente e produco un bene e poi lo trasferisco nella società del gruppo, lo devo vendere ad un prezzo alto. PREZZI DI TRASFERIMENTO legati a:  Situazione economica delle varie imprese;  Sistema fiscale;  Sistema valutario;  Sistema doganale;  Sistema politico-sociale Il prezzo di trasferimento tra un’impresa produttiva di un bene e un’impresa di commercializzazione viene variato il prezzo di trasferimento. Il prezzo di trasferimento non sarà più condizionato dalle piccole società, ma viene condizionato da un aspetto complessivo che è quello di risparmio della AMBIENTE E MERCATO: fattori esogeni rispetto all’impresa: esterni. COMBINAZIONI ECONOMICHE: si parla di ambiente definito esterno all’azienda che la influenza in maniera significativa. Sia la struttura dell’impresa (distretti). L’impresa viene condizionata nella crescita proprio perché si tratta di un fattore che interessa tutti gli aspetti della gestione.  AMBIENTE: Ambiente economico: comprende i mercati, strutture di domanda e offerta (di tutti i fattori della produzione), settori, politiche economiche monetarie e finanziarie. Ambiente non economico: ha a che fare con fattori esogeni che hanno a che fare con fattori che non riguardano direttamente l’aspetto economico.  MERCATI: si tratta di una concentrazione o complesso dinamico di negoziazioni con oggetto beni e servizi. Assommano tutti i soggetti che vogliono vendere e acquistare beni e servizi. Tutte le volte che si vuole acquistare un titolo ci rivolgiamo ad una banca di credito ordinario, che passa all’agente di borsa e poi trasmette questo ordine e la borsa eseguo o l’acquisto la vendita. Dall’incontro di domanda e offerta si determina il prezzo del bene in un determinato giorno. Le merci che hanno un mercato, si tratta generalmente di materie prime (oro, lino, seta, cotone, caffè, ovini, suini ecc.) DISTINTI PER AREA GEOGRAFICA: negoziazioni che riguardano determinate zone. MERCATI GLOBALI: che interessano beni negoziati 24 su 24 mercati telematici. Tutti i beni devono avere determinate caratteristiche per essere quotato o valutato, deve essere omogeneo e ben determinato, a seconda della tipologia specifica il bene verrà quotato in maniera diversa. (diamante a 3 carati quotato diversamente da un diamante da 1 carato)  SETTORE: nell’ambiente si esamina il settore, riguardano aziende con combinazioni economiche simili e con lo stesso mercato e struttura uguale di domanda e offerta. Settore e mercato sono molto collegati, bisogna valutare Il settore viene esaminato dal punto di vista macroeconomico (importanza che ha un settore- rilevanza, concentrazione ovvero di come si concentra nell’offerta nella quota complessiva dei beni che fanno parte del mercato) e ha anche un’importanza dal punto di vista fiscale. GRADO DI CONCENTRAZIONE quota dell’offerta complessiva dei beni che fanno parte del mercato. STRUTTURA DEI COSTI si tende a verificare se al crescere della produzione e al protrarsi del tempo, i costi diminuiscono. LIVELLO DELLE BARRIERE D’ENTRATA ostacoli che incontra un’azienda esterna dal settore per entrare nello stesso. Alcuni settori hanno un’esperienza che dura da anni, è molto difficile per altri soggetti poter entrare nel settore. (quando si apre una nuova attività bisogna conoscere bene il settore nel quale si va ad operare- come base strategica). Questa deve essere sempre considerata prima di entrare in un settore che non si conosce. Il settore viene studiato sia statisticamente che dal punto di vista pratico. PRIMARIO raggruppa tutte le attività che riguardano lo sfruttamento delle risorse naturali. Tutto ciò che è alla base del settore economico. SECONDARIOtutte le attività manifatturiere e produttive che riguardano l’industria. Viene diviso in tutte le attività industriali. Si può dividere in due rami: quelle che riguardano la politica economica e quella della politica industriale (metasettori). TERZIARIO QUATERNARIO O TERZIARIO AVANZATO INTEGRAZIONE DIVERSIFICATA: Integrazione avviene quando aumento i beni in un determinato settore. Integrazione orizzontale esempio: beni che fanno parte della stessa categoria merciologica (farmaci e parafarmaci- rientrano nello stesso settore). Crescita diversificata: crescita di un’impresa che si occupa di vari settori. ESAMPIO YAMAHA: Nata nel 1887 con uno strumento musicale: l’organo. Apre un’azienda Poi produzione pianoforti Costruzione di mobili in legno Prodotta la prima armonica La prima chitarra acustica Hi-Fi player (mangia nastri) Competenze utilizzate per produrre motocicli Oggi vetro resina Lettore cd Racchette da tennis Semiconduttori Oggi: prodotti di automazione INTEGRAZIONE CHE SCONFINA IN VARI SETTORI MERCIOLOGICI. Lo studio di settore è tipico anche nell’analisi della tassazione di uno stato e anche ai fini della classificazione delle aziende. Oggi vi è una grande evoluzione: IL MODO DIGITALE. L’azienda sta variando con l’evoluzione del mondo digitale. SETTORE 4.0 rivoluzione tutto quello che è il settore produttivo. (guarda foto) START UP: aziende a baso costo, si creano dei software. In economia con il termine startup si identifica una nuova impresa nelle forme di un'organizzazione temporanea o una società di capitali in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere indefinitamente. Inizialmente il termine veniva usato unicamente nel settore terziario avanzato. Incentrate sul marketing, con tecnologie digitali si trova il modo di individuare e soddisfare i bisogni dei consumatori con l’intelligenza artificiale e far si che il consumatore soddisfi le proprie esigenze. (guarda file blackboard) big bang: ovvero la parte esplosiva: si ottengono grandi volumi di vendita in tempi molto rapidi. big crunch: si tratta della distruzione delle imprese tradizionali. Quello che creo può essere oggetto di un’innovazione che può avvenire pochi giorni dopo. Le multinazionali hanno le idee molto chiare siccome vi sono in ballo grandissimi capitali. SOGGETTO GIURIDICO DI RESPONSABILITA’: è il soggetto che per legge risponde delle obbligazioni. Risponde degli obblighi della legge, che generalmente scaturiscono da contratti o dal fatto illecito. Risponde la persona fisica, risponde nelle imprese individuali di un soggetto risponde personalmente. Nelle imprese individuali c’è una coincidenza delle persone fisiche tra soggetto giuridico di responsabilità e di rappresentanza. La persona fisica rappresenta generalmente se stesso, in casi rari si ha un procuratore. Nella società (soggetto giuridico autonomo, ai fini delle obbligazioni è considerata una persona), nelle società risponde alle obbligazioni la perona giuridica. Quindi il soggetto giuridico di responsabilità societaria ha un soggetto giuridico di rappresentanza che è la persona fisica (amministratore), colui che si obbliga per conto della società, la persona fisica si obbliga, ma risponde delle inadempienze la società. Emerge l’ente che ha assume le obbligazioni. In alcuni casi anche il soggetto di rappresentanza può rispondere, quando compie degli atti che diventano illegittimi come soggetto giuridico di rappresentanza. SOGGETTO GIURIDICO DI RAPPRESENTANZA: in alcuni casi anche il soggetto giuridico di rappresentanza può rispondere, quando fa cose che non deve fare (amministratore che compie atti illeciti, risponde oltre che la società con il suo patrimonio, ma risponde soprattutto la persona fisica che è stato il fornitore). ECONOMICITA’: è IMPORTANTE PER LA PERDURABILITA’ DELL’AZIENDA. Condizione di funzionamento dell’azienda che consente all’attività aziendale di perseguire le finalità generali di istituto. L’economicità si giudica in base:  alle condizioni economiche che l’impresa deve soddisfare perché possa avere durevole esistenza  ai risultati economici a cui l’impresa perviene PRINCIPI:  Durabilità attitudine a durare nel tempo in ambiente mutevole.  Autonomia attitudine a vivere senza interventi di sostegno e di copertura.  Economicità condizione di funzionamento dell’azienda. Gli equilibri che l’azienda deve avere per durare nel tempo: a) EQUILIBRIO REDDITUALE: reddito positivo. Ricavi maggiori dei costi. Equilibrio reddituale (equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito, assicurando rimunerazioni “soddisfacenti” del lavoro e del capitale-risparmio. - In relazione al tempo: breve/lungo - In relazione all’oggetto: aziendale/superaziendale o di gruppo. d)Livello accettabile di efficienza e di elasticità (dinamicità) c) Congruità - secondo livelli accettabili - dei prezzi-costi e dei prezzi-ricavo e in particolare delle: - retribuzioni ai prestatori di lavoro - rimunerazioni ai conferenti capitale-risparmio d) EQUILIBTRIO FINANZIARIO: attività finanziaria è molto importante quanto l’equilibrio economico. Bilanciamento tra incasso di ricavi e pagamenti di costi. Diventa molto più importante dell’equilibrio economico. (pagamento del costo ed incasso del ricavo). Equilibrio monetario (equilibrio tra entrate e uscite monetarie con ricorso eventuale alla gestione finanziaria). - con una gestione finanziaria compatibile con l’equilibrio reddituale.  i dirigenti si concentrano più sui mercati “globali”;  efficienza su scala globale. IMPRESA TRANSNAZIONALE: iniziata negli anni 2000 oggi enfatizzata. L’impresa torna al primo livello dell’impresa multinazionale. Anche l’impresa globale adatta i prodotti al mercato locale, avvicinamento alle esigenze del mercato locale.  Si pone in una situazione intermedia fra impresa globale e multinazionale;  Cerca di raggiungere i vantaggi dell’integrazione (dell’impresa globale) con la possibilità di sfruttare opportunità locali (impresa multinazionale);  Concentrazione di certe risorse presso sede centrale (per risorse strategiche);  Altre funzioni in paesi differenti (es: produzione dove i costi sono bassi); ATTIVITA’ FINANZIARIA E ECONOMICA: due aspetti della stessa attività, la prima si occupa di pagare i costi, se non rientro entra in gioco la gestione finanziaria. cos’è la gestione finanziaria? i primi finanziatori dell’impresa sono i fornitori, che non vengono pagati subito, ma in un secondo luogo. Il capitale di credito lo da il fornitore, cambiando anche il listino prezzo. Fanno pagare degli interessi impliciti dipende dai termini di pagamento. Art. 1. (1) Imprese soggette al fallimento e al concordato preventivo. Sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori che esercitano una attivita' commerciale, esclusi gli enti pubblici. Non sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori di cui al primo comma, i quali dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti: a) aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attivita' se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila; b) aver realizzato, in qualunque modo risulti, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di fallimento o dall'inizio dell'attivita' se di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila; c) avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila. I limiti di cui alle lettere a), b) e c) del secondo comma possono essere aggiornati ogni tre anni con decreto del Ministro della giustizia, sulla base della media delle variazioni degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati intervenute nel periodo di riferimento.. (1) Articolo così modificato dal D.Lgs. 12 Settembre 2007, n. 169. ECONOMICITA’: Definizione: L’ economicità è un principio ed un obbiettivo fondamentale della vita degli istituti. Si ha l’equilibrio economico o economicità quando l’istituto è in grado di attuare risorse sufficienti per remunerare le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le combinazioni economiche dell’istituto. È la capacità dell’istituto di operare senza accumulare perdite. È fondamentale per la perdurabilità dell’azienda. Si giudica in base: -alle condizioni economiche che l’impresa deve soddisfare -ai risultati economici a cui l’impresa perviene. È legata ai concetti di durabilità ed autonomia. Legami con l’equilibrio istituzionale: Si ha l’equilibrio istituzionale quando tutti i soggetti dell’istituto condividono valori, obbiettivi, logiche organizzative e ricevono compensi e benefici in base ai contributi forniti. L’economicità è una delle condizioni fondamentali dell’equilibrio istituzionale. Si ha l’equilibrio istituzionale quando i potenziali membri dell’azienda sono motivati ad entrare a fare parte dell’istituto e permanervi. Economicità e condizioni di svolgimento delle imprese: Il principio di economicità si declina in due forme: il perseguimento dei fini istituzionali e il rispetto simultaneo di condizioni di svolgimento dell’attività economica. Le condizioni di svolgimento sono:  L’EQUILIBRIO REDDITUALE si tratta di un equilibrio tra costi e ricavi, viene valutato in funzione al tempo e all’oggetto di riferimento.  EFFICIENZA E FLESSIBILITA’ l’efficienza è espressa in termini di rendimento fisico-di personetecnico dei processi produttivi e si persegue applicando metodi di lavoro che permettono di svolgere operazioni senza sprechi di tempo e risorse. La flessibilità è la predisposizione di strutture e combinazioni efficienti in grado di adeguarsi prontamente all’ambiente.  CONGRUITA’ DELLE REMUNERAZIONI deve essere valutata in base alle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati in cui le imprese operano.  CAPACITA’ DI RISPARMIO  EQUILIBRIO MONETARIO impone che l’azienda debba sempre essere in grado di far fronte agli impegni di pagamento. LA CONTABILITA’ ANALITICA: La contabilità analitica è una tecnica amministrativa riguardante la predeterminazione, la destinazione, la rilevazione l’analisi e il controllo dei costi e dei ricavi inerenti alla gestione. L’oggetto sono tutti i costi e i ricavi intesi sia come valori consuntivi che preventivi. Elabora i costi e i ricavi della contabilità generale, al fine di svolgere analisi spaziali e temporali del risultato reddituale che servono a risolvere i problemi di gestione. Il suo scopo è quello di fornire una serie di informazioni gestionali e periodiche indispensabili per la gestione stessa. Quando vengono inseriti solo i costi standard si parla di contabilità a costi standard. COSTO VARIABILE: si tratta di quei costi strettamente correlati ai volumi di produzione e vendita, variano al variare della produzione. COSTO FISSO: si tratta di costi non correlati ai volumi di produzione e vendita, ma che rimangono sempre invariati. Possono essere: -COSTI FISSI DI STRUTTURA: strettamente connessi alla capacità produttiva. -COSTI FISSI DI SVILUPPO: sono destinati a sostenere l’attività corrente e porre le condizioni per uno sviluppo futuro. COSTI SPECIALI: si tratta di quei costi che vengono impiegati specificamente per ottenere un dato prodotto. COSTI COMUNI: sono qui costi dove non è conveniente identificare la quantità del fattore produttivo che si deve impiegare. Ad ogni settore appartengono, oltre che le imprese anche i clienti e fornitori, i potenziali entranti e i produttori di beni sostitutivi. Il settore viene studiato sia statisticamente sia dal punto di vista pratico, inoltre si differenzia in: -settore primario -settore secondario -settore terziario -settore quaternario o terziario avanzato Es. settore energia, trasporti, delle risorse naturali e delle comunicazioni. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI BASE: Definizione: La struttura organizzativa dell’azienda può essere definita come la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e dell’insieme di compiti e responsabilità assegnate a ciascuno di tali organi. Il concetto di struttura organizzativa si basa su tre aspetti:  IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE l’insieme complessivo dei compiti e responsabilità del personale, si divide il lavoro, si dispongono le varie unità in ordine gerarchico e si assegnano le specifiche mansioni alle varie persone che la compongono.  GLI OUTPUT FORMALI DEL PROCESSO DI PROGETTAZIONE organigramma con l’elenco delle unità organizzative, mansionario con l’elenco dei compiti e delle responsabilità, organigramma con le relazioni gerarchiche, le funzioni, il livello di carriera e la retribuzione.  IL SISTEMA DEI RUOLI insieme delle attese di comportamento che l’impresa si aspetta dal personale. Emergono i concetti di: -divisione del lavoro -ordine e regolazione -coordinamento e controllo -leadership Verso un fine organizzativo unico. Le varie forme alternative: Al momento della creazione di un’impresa la scelta delle 4 forme di base dipende dalle caratteristiche dell’impresa stessa facendo riferimento ai differenti criteri di divisione del lavoro:  STRUTTURA ELEMENTARE struttura adatta alla piccola impresa dove il soggetto imprenditoriale ha rapporti diretti con i propri dipendenti. Al suo interno non vi sono grandi specializzazioni, non vi sono alti profili a livello di dipendenza quindi la qualità del personale è mediocre.  STRUTTURA FUNZIONALE è descritta come una struttura in grado di gestire imprese di tutti i livelli, è però particolarmente adatta a produzioni molto specializzate. Ha una direzione generale dalla quale dipendono le relazioni per funzioni, ma ha dei costi più rilevanti rispetto alla struttura elementare.  STRUTTURA DIVISIONALE non interessa solo l’impresa unica, ma anche i gruppi d’imprese, infatti viene anche chiamata struttura mista. E’ suddivisa in base: -ai prodotti -aree geografiche -diversi tipi di clienti Al vertice vi è una direzione di divisione che è responsabile del risultato generale relativo ad ogni singola divisione, la quale è divisa in: organi direttive ed organi operativi. CARATTERISTICHE:  Il criterio divisionale è presente solo al primo livello degli organi direttivi.  All’interno di ogni divisione vi è un modello funzionale.  Le direzioni di divisione hanno le caratteristiche proprie di una direzione generale per la singola divisione e non dipendono dalle altre divisioni (pettine-orizzontale).  Staff specializzati nelle funzioni comuni alle varie divisioni (es. ricerca e sviluppo). PREGI: - decentramento e specializzazione, favorisce la gestione unitaria dei singoli prodotti o delle singole aree geografiche. -alleggerisce le attività della direzione generale. -permette di gestire aziende di grandi dimensioni. DIFETTI: -duplicazione di alcuni uffici con le stesse funzioni. -ciascun responsabile è portato a valorizzare la propria divisione, perdendo di vista l’unitarietà dell’azienda. -l’impiego delle risorse non è sempre efficiente.  STRUTTURA MATRICIALE è la struttura più flessibile, da una parte dirige i livelli dirigenziali (da 14 a 7 dirigenti). Minori costi di struttura, facilità di comunicazione, facilità di migliorare la gestione complessiva. Favorisce il colloquio tra i dirigenti, si possono amplificare altri tipi di contrasti nei rapporti tra le divisioni operative. La scelta fra i 4 tipi di strutture si compie attraverso cinque variabili:  Le economie di scala ottenibili  Il grado di specializzazione richiesto  Le economie di raggio d’azione  Le interdipendenze tra le funzioni relative a ciascuna linea di prodotto  Le circostanze favorevoli alla divisionalizzazione LE DIMENSIONI D’IMPRESA: Alcuni indicatori utilizzabili e i loro limiti: Il concetto di dimensione si rivolge al volume di produzione e d’affari che l’impresa è idonea a sviluppare col pieno impiego dei fattori produttivi e il peso che essa ha sul mercato. Alcuni indicatori per misurare le dimensioni dell’impresa il capitale sociale, il capitale investito, il numero dei dipendenti e il fatturato. Vi sono dei limiti a causa dell’alto numero di fattori che vengono presi in considerazione: -FATTORI QUALITATIVI: stile di direzione e possesso dell’impresa, le caratteristiche strutturali, i rapporti con altre imprese e l’influenza sul mercato. -FATTORI QUANTITATIVI: la capacità di produzione degli impianti, quantità di prodotti lavorati in un periodo e numero di dipendenti. Caratteristiche piccola impresa:  Basso numero di soci  Poco sviluppata tecnologicamente  Non è indipendente  Non è in grado di sopravvivere ai mutamenti del mercato  Offre una gamma di prodotti limitati  I vertici direzionali sono composti da poche persone Caratteristiche grande impresa:  Numerosi soci  Capacità di sopravvivenza  Alta gamma di prodotti  Molto sviluppata dal punto di vista tecnologico  Molti dipendenti  Apporto di manager nell’attività di governo  Vertici direzionali composti da più persone ESPANSONE INTERNAZIONALE: Definizione di impresa multinazionale: E’ un’impresa che svolge all’estero una parte rilevante della propria attività mediante unità operative. La gestione delle unità operative è controllata direttamente dalla casa madre. L’approccio strategico considera più nazioni come facenti parte di un unico solo grande mercato. Fasi storico-culturali dell’impresa multinazionale: Vi furono cambiamenti epocali tra prima della Prima Guerra Mondiale e il post Seconda Guerra Mondiale. Prima vi era la volontà da parte di imprese italiane di affrontare mercati esteri con dei nuovi metodi d’investimento. Le caratteristiche erano:  Decentralizzazione delle unità estere.  Rapporti personali fra l’alta direzione e i responsabili delle consolidate.  Ciascuna unità nazionale era gestita come un’entità indipendente il cui obbiettivo strategico era quello di ottimizzare la propria posizione nell’ambito locale. LE IMPRESE MULTINAZIONALI: sono tipiche dell’espansione avvenuta prima della Seconda Guerra Mondiale. Nacquero dall’esigenza delle imprese di andare incontro alle varie esigenze nazionali. Sono caratterizzate da: -una federazione decentrata -controllo del personale -mentalità multinazionale del management LE IMPRESE INTERNAZIONALI: sono tipiche del secondo dopoguerra. Nacquero dall’esigenza di trasferire conoscenze ai paesi meno progrediti tecnologicamente e commercialmente. I legami amministrativi sono molto più stretti e formalizzati infatti permettono alla casa madre di avere un pieno controllo sulle consociate. Le consociate adottano prodotti e strategie e sono dipendenti dalla casa madre. L’unico aspetto negativo è la mentalità dei dirigenti che diventa di tipo coloniale con un aspetto di superiorità nei confronti del management locale. LE IMPRESE GLOBALI: sono tipiche degli anni 80-90, vedono una centralizzazione delle responsabilità, delle attività e delle risorse. Le consociate estere si limitano ad una sola funzione di marketing e sono utilizzate per raggiungere i mercati stranieri . Hanno meno libertà di creare prodotti e strategie e perfino di modificare quelle esistenti, quindi svolgono un’attività perfettamente esecutiva. LE IMPRESE TRANSNAZIONALI: tipiche degli anni 2000, cercano di raggiungere i vantaggi dell’integrazione (IMP. GLOBALE) con la possibilità di sfruttare le opportunità locali (IMP. MULTINAZIONALE). Per quanto riguarda le risorse strategiche si concentrano presso una sede centrale, mentre le altre funzioni vengono svolte in paesi differenti. CARTELLI D’IMPRESE: Classificazioni all’interno delle aggregazioni: I cartelli fanno parte delle aggregazioni non equity su base contrattuale, si basano su specifici legami di tipo giuridico derivanti dalla stipula di un contratto ben determinato. Con il termine cartello s’intende un’associazione di aziende operanti nel medesimo settore con prodotti scarsamente differenziati che hanno l’obbiettivo di attuare politiche di contenimento o riduzione della concorrenza. Caratteristiche specifiche e motivazioni che portano alla loro costituzione: L’obbiettivo del cartello è quello di ridurre la pressione competitiva esercitando sul mercato un’azione volta ad eliminare la concorrenza, trasformando un ambiente molto competitivo in un mercato orientato all’oligopolio o al monopolio. I cartelli sono volti alla massimizzazione dei profitti e alla suddivisione dei mercati. Varie tipologie di cartelli:  CARTELLI DI ZONA si spartiscono il mercato in diverse aree di influenza.  CARTELLI DI PREZZO fanno in modo che non si verifichino guerre di prezzi.  CARTELLI DI PRODUZIONE accordi su aspetti propriamente produttivi come la qualità e le produzioni stesse. I CONSORZI: Natura del rapporto aggregativo: il consorzio è un’associazione di persone fisiche e giuridiche per il soddisfacimento in comune di un bisogno proprio di queste persone. Caratteristiche: le imprese che partecipano al consorzio mantengono un’autonomia giuridica ed economica più o meno condizionata dai limiti imposti dal consorzio. Queste imprese finiscono per operare in comune sfruttando dimensioni più ampie. I vantaggi dei partecipanti al consorzio sono riconducibili ai vantaggi di cui giova la grande dimensione. La funzione principale del consorzio consiste nel coordinamento della attività svolte dalle singole imprese partecipanti al consorzio. Tipologie:  CONSORZI VOLONTARI la costituzione è lasciata alla volontà delle parti. Possono riguardare: -SETTORE PRIVATO: campo agricolo o campo industriale. -SETTORE PUBBLICO: pubblica amministrazione.  CONSORZI OBBLIGATORIsono obbligatori per l’alto interesse di tutela della collettività.  CONSORZI COATTIVI sono motivati dai vantaggi che potrebbe raggiungere una determinata categoria con la suddivisione dei relativi oneri. Per quanto riguarda il campo industriale:  CONSORZI ORIZZONTALI hanno l’obbiettivo di ridurre gli effetti negativi della concorrenza.  CONSORZI VERTICALI hanno l’obbiettivo di ridurre i costi attuando insieme l’acquisto dei beni, gestione di magazzini, servizi di consulenza aziendale e di ricerca, realizzando campagne pubblicitarie.  CONSORZI MISTI Vi sono anche:  CONSORZI DI SERVIZI assistenza nei confronti dei consorziati.  CONSORZI FUNZIONALI si occupano dei fenomeni funzionali dei diversi partecipanti.  CONSORZI MONOFASE aggregazioni aventi un’attività comune riguardante una sola area funzionale.  CONSORZI PLURIFASE aggregazioni aventi un’attività comune riguardante più aree funzionali.  CONSORZI CON ATTIVITA’ INTERNA interventi a favore dei consorziati miranti ad un migliore svolgimento dei loro processi gestionali.  CONSORZI CON ATTIVITA’ ESTERNA svolgono per conto dei consorziati attività a monte o a valle dell’attività svolta dai singoli partecipanti. I GRUPPI D’IMPRESE: Definizione e caratteristiche: Un gruppo d’impresa è un insieme di imprese direttamente collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo. Viene di solito definito come un insieme di unità tra loro autonome dal punto di vista giuridico, assoggettate da un unico soggetto economico. Il gruppo d’impresa è formato da una forma classica di aggregazione ti tipo equity totale  imprese collegate tra loro sul piano organizzativo e finanziario con un unico soggetto economico. È caratterizzato da:  ELEMENTI GIURIDICO-FORMALI presenza di due o più società giuridicamente autonome, legami di partecipazioni fra le società, forma giuridica generalmente costituita da società di capitali.  ELEMENTI SOSTANZIALI unità del soggetto economico. Possibile struttura: In merito alla funzione della capogruppo è possibile individuare:  HOLDING PURA la funzione della holding si limita alla gestione delle partecipazioni possedute e al loro coordinamento tecnico e finanziario, la holding non svolge nessuna attività industriale o operativa. Vengono individuati due gruppi:  GRUPPO A PETTINE: la holding controlla tutte le controllate in maniera diretta.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved