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riassunto ed appunti sula vita e pensiero di Gramsci, Appunti di Storia Del Pensiero Politico

La figura di Antonio Gramsci, la sua vita e il suo pensiero politico. Gramsci è stato un importante esponente del marxismo italiano e ha contribuito alla fondazione del Partito Comunista. Il suo pensiero si concentra sull'importanza dell'egemonia culturale nella conquista del potere e sulla necessità di un'organizzazione all'interno della società civile delle forze necessarie per conquistare lo Stato. anche la filosofia della prassi, cioè il marxismo, come la teoria necessaria alla costituzione del nuovo blocco storico incentrato sulla classe operaia e sull'alleanza coi contadini.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 07/05/2022

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federica-marino-32 🇮🇹

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Scarica riassunto ed appunti sula vita e pensiero di Gramsci e più Appunti in PDF di Storia Del Pensiero Politico solo su Docsity! Antonio Gramsci è la figura più importante del marxismo italiano, nato ad Oristano nel 1891, si iscrisse alla facoltà di lettere all'università di Torino, verso la fine del 1913 aderì al Partito Socialista e abbandonò gli studi per dedicarsi attivamente alla politica. Contrario alla linea riformista, saluta con entusiasmo la Rivoluzione Russa da lui interpretata come la dimostrazione che l'iniziativa rivoluzionaria può avere successo anche saltando fasi previste invece come necessarie dalle interpretazioni del processo storico. Nel settembre 1920 ebbe luogo l'occupazione delle fabbriche e la lotta si estese in tutta la Penisola, mentre il Governo Giolitti manteneva una posizione neutrale, nel 1921, Gramsci partecipò al Congresso socialista, contribuendo alla scissione che diede luogo al Partito Comunista; eletto deputato nel 1924, rientrò in Italia e fondò il quotidiano 'l'Unità' , ma nel 1926 fu arrestato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a 20 anni di carcere: Qui la sua salute andò peggiorando fino a portarlo alla morte, avvenuta nel 1937, in una clinica di Roma. Nel 1929, in carcere a Turi, aveva iniziato la stesura di appunti e analisi che sarebbero stati pubblicati in 6 volumi dopo la guerra, fra il 1948 e il 1951, con il titolo “Quaderni del carcere”: il problema di Gramsci era quello di individuare le condizioni di possibilità per la transizione al comunismo nella specificità della situazione italiana. Egli ne scorse la via in un'alleanza tra gli operai del nord e i contadini del sud e, al tempo stesso, nella conquista di un'egemonia sulla società civile, come preparazione alla conquista del potere, un'egemonia da attuare anche nei libri di storia, cercando di indurre gli studenti ad abbracciare il comunismo Il momento della forza appartiene alla società politica, mentre quello del consenso appartiene alla società civile; gli intellettuali sono quelli che hanno il compito di ottenere il consenso, mentre la classe politica è costituita da quelli che si servono della forza per raggiungere quel che non è ottenibile con il consenso. Quest'ultima ha bisogno di intellettuali al suo servizio, anche se questi pretendono o si illudono di essere indipendenti.                                                                                                                               Negli Stati moderni sta ai partiti, che Gramsci paragona al principe di Machiavelli, l'organizzazione all'interno della società civile delle forze necessarie per conquistare lo Stato, ma a tale scopo occorre prima ottenere l'egemonia nella società civile: di qui l'importanza degli intellettuali organici alla classe, di cui il partito rappresenta la punta avanzata. La filosofia in grado di fornire la teoria necessaria alla costituzione del nuovo blocco storico, incentrato sulla classe operaia e sull'alleanza coi contadini è la filosofia della prassi, cioè il marxismo. Gramsci rivendica l'irriducibilità del sapere sociale a quello naturale. La prassi comprende sia la globalità dell'azione umana nel mondo sia la trasformazione rivoluzionaria della realtà. Proprio la tensione rivoluzionaria permette la comprensione dei meccanismi di dominio e dei rapporti tra le classi sociali, nella cui indagine si delinea il pensiero storico e politico di Gramsci. Questo si concentra nella concezione del partito operaio come intellettuale collettivo, erede del compito di unificazione sociale rimasto incompiuto nel Risorgimento; Ad avviso di Gramsci, però, l'egemonia culturale in Italia è rappresentata dalla filosofia di Benedetto Croce, intellettuale organico al blocco storico dominato dalla borghesia. Nei confronti di Croce, egli intendeva in qualche modo compiere l'operazione di rovesciamento compiuta da Marx nei confronti di Hegel Il pensiero di Gramsci, dove ideologia, filosofia e prassi politica trovavano una profonda unità, era volto verso la comprensione della reale situazione italiana dell'epoca e nella certezza della possibilità di trasformarla in senso socialista. Gramsci considerava il fascismo come punto massimo di crisi della società borghese (fascismo= massima espressione della dittatura del capitale), poiché alla classe dominante, cui era sfuggita l'egemonia sociale, intellettuale e morale, per la perdita del consenso delle masse, rimaneva solo la forza coercitiva la varietà dei suoi interessi, che lo hanno portato dall'esame della storia d'Italia e del Risorgimento alla teoria di uno Stato socialista e del partito che, "moderno principe", doveva promuoverne la realizzazione, ha fatto sì che nel pensiero gramsciano fosse presente gran parte della problematica politico- culturale del secondo dopoguerra. Gramsci è anche autore di “Note sul Machiavelli sulla politica e sullo stato moderno” , in cui vengono rovesciate le interpretazioni allora ricorrenti di un Machiavelli precursore dello stato fascista. Nei quaderni gramsciani il partito stesso assume il ruolo di un "Principe" dominatore e totalitario, quale neppure Machiavelli aveva mai disegnato: " Il moderno Principe, sviluppandosi, sconvolge tutto il sistema di rapporti intellettuali e morali in quanto il suo svilupparsi significa appunto che ogni atto viene concepito come utile o dannoso, come virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il moderno Principe stesso e serve a incrementare il suo potere o
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