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riassunto Epistolario di Abelardo e Eloisa (1°-2°-4°-5° epistola), Appunti di Letteratura

riassunto MOLTO SCHEMATICO della 1°, 2°, 4° e 5° epistola con integrazione di alcune informazioni presenti nelle note, 15 pagine.

Tipologia: Appunti

2017/2018
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Caricato il 04/06/2018

sarich
sarich 🇮🇹

4.3

(19)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica riassunto Epistolario di Abelardo e Eloisa (1°-2°-4°-5° epistola) e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Epistola Prima ✓ Abelardo si rivolge ad un presunto amico con una lettera consolatoria in modo che possa paragonarla alle sue e trovarne consolazione (perché le sfortuna di Abelardo sono maggiori) ■ Historia calamitatum > titolo derivante forse dall’ultimo paragrafo dell’opera / anche Petrarca design il testo come Historia suoram calamitatum ■ Identità dell’amico sconosciuta / probabilmente finzione letteraria ■ Apertura della lettera con precisazione di un valore universale assai diffuso nella letteratura e presente per precisare la funzione didattica della narrazione ■ Assenza – presenza come motivo tipico delle lettere e condizione preliminare necessaria per lo scambio epistolare ■ Trasformazione del concetto di consolazione nella constatazione che le proprie disgrazie sono uguali a quelle degli altri > in questo caso le disgrazie di Abelardo sono peggiori ✓ Il suo luogo natale > Abelardo narra delle sue origini in Britannia Minore, della sua innata predisposizione agli studi letterari, e della doppia istruzione (militare e letteraria) concessa dal padre a tutti i suoi figli; decisione di Abelardo di dedicarsi agli studi letterari e prima educazione itinerante (probabilmente nella scuola di Roscellino, non ricordato in questa sede ma altrove) e raffigurazione come studente autodidatta e solitario ■ Britannia Minore per distinguerla dalla Gran Bretagna ■ Abelardo non si considera bretone > durante il soggiorno a Saint-Gildas in Inghilterra dirà che la lingua a me sconosciuta ■ Nato con animo leggero nel senso di gaiezza e allegria oppure di leggerezza morale > leggerezza d’animo identificata come uno dei gradini che conducono il monaco alla superbia ■ Padre di Abelardo chiamato in seguito Berengario > identificato come cavaliere della corte del conte di Nantes e nobile di alto livello / cavaliere di basso livello sociale ed economico ■ Vocazione letteraria del padre forse nata da un primo approccio alla vita religiosa, poi abbandonato e ripreso in tarda età ■ Istruzione sia militare che ecclesiastica per garantire ai figli la doppia scelta ✓ La persecuzione contro di lui del suo maestro Guglielmo > frequentazione della scuola di Guglielmo di Champeaux a Parigi e contrasti distacco dalla scuola e creazione di una propria presso Melun (ventitré- venticinque anni) contrasta fin dall’inizio da Guglielmo, grazie all’aiuto di nemici di Guglielmo (forse Stefano di Garlandia, potente protagonista della scena della politica francese) malattia e ritorno qualche anno dopo alle lezioni di Guglielmo e dispute sulla natura degli universali: Guglielmo è costretto a ritirare la sua teoria, viene eclissato e il nuovo maestro di Parigi chiede di affiancato nell’insegnamento; Guglielmo tuttavia rode dall’invidia e fa sostituire il maestro di Parigi con un nemico di Abelardo; Abelardo deve allontanarsi da Parigi e tornare a Melun; Guglielmo si dedica alla vita monastica (per dubbi sulla sua religiosità) e Abelardo si pone in una scuola vicino a Parigi (non potendo stare in quella di Parigi) come volendo assediare il suo maestro nemico di Parigi; anche questo però poco tempo dopo cade in disgrazia e si converte alla vita monastica Abelardo torna per qualche tempo in patria per la conversione di entrambi i genitori alla vita monastica; tornato in Francia decide di dedicarsi allo studio della teologia, probabilmente per tentare la carriera ecclesiastica ■ Guglielmo è poco più vecchio di Abelardo ed appartiene al movimento riformatore antitetico ad Abelardo; importante personaggio politico (1220 prende parte al Concordato di Worms inviato dal Papa) ed insegnamento (di cui poche testimonianze) nelle arti del trivio e anche teologico di cui lascia una traccia importante (di cui forse Abelardo non rende giustizia) ■ Primi contrasti di argomento non definito ■ Tema della invidia generata dalla crescente fama di Abelardo presso i suoi nemici > tema ampiamente testimoniato nella letteratura del XII sec. ■ La teoria degli universali una delle più vive questioni teologiche del XI sec. > per Guglielmo realtà sussistente ed insegnano la dialettica in re / per Abelardo e anche Roscellino semplici concezioni dello spirito umano espresse a parole ✓ Quando si recò a Laon dal maestro Anselmo > per gli studi teologici Abelardo so reca alla scuola di Anselmo di Laon ne rimane profondamente deluso: grande capacità di parola ma scarsità di contenuti Abelardo odiato dagli allievi di Anselmo per il suo contrasto con questo e messo alla prova: Abelardo afferma di essere sorpreso di necessità di persone colte di dover avere un insegnamento per capire i commenti e le glosse; sfidato alla lettura di un commento sulla profezia di Ezechiele (passo molto oscuro, o la prima o l’ultima) che diventa poi di grande successo con anche incoraggiamento alla stesura scritta Invidia di Anselmo e persecuzione di Abelardo per la lettura del testo sacro: particolarmente istigato dall’azione di due suoi allievi Alberico di Reims (tra gli accusatori di Abelardo a Soissons) e Lotulfo Lombardo, proibisce ad Abelardo di comporre una glossa col presto che ci avrebbe rimesso la sua immagine stessa di maestro; questo sopruso aumenta la fama di Abelardo riparazione avesse in mente, giustificandosi con l’idea della forza dell’amore e della corruzione delle donne fin dall’origine dei tempi; ✓ Soluzione con un matrimonio segreto, soluzione proposta oltretutto da Abelardo stesso; ■ Ripresa di temi tipici medievali, in particolare il secondo ripreso ampiamente da Elisa nelle sue epistole ■ Il matrimonio pubblico era ancora apertamente praticabile da Abelardo (che aveva forse ricevuto solo gli ordini minori, mentre era vietato per gli ordini maggiori) ma era inapplicabile nell’idea di potenziale carriera o nella figura del magister (soprattutto in una scuola così importante come quella di Parigi); il matrimonio clandestino era invece scoraggiato ma applicabile per gli ordini minori come scappatoia perché tendenzialmente assimilato al concubinaggio (per assenza di riti e cerimonie pubbliche); il matrimonio segreto nel caso di Abelardo ed Eloisa (con riti presenti ma segreti) probabilmente era troppo poco per lavare l’onta secondo la famiglia di Eloisa ■ Una soluzione alternativa era un matrimonio pubblico con ripiego su scuole meno in vista, ipotesi probabilmente inconcepibile per Abelardo e anche Eloisa; l’insistenza peri matrimonio da parte di Abelardo invece che un concubinaggio socialmente accettabile è spiegabile forse con la volontà espressa da Abelardo di restare legato ad Eloisa in modo perpetuo ✓ Eloisa si oppone al matrimonio adducendo motivazioni di disonore e di rischio in quanto nulla poteva placare Fulberto (come dimostrato poi); per Eloisa non vi è alcun vantaggio se non infamia e dolore del giogo insopportabile del matrimonio, completamente avverso alla vocazione di filosofo e di chierico di Abelardo: esempi sia di filosofi antichi sia di figure cristiane a dimostrazione di ciò; conclusione quindi col vantaggio di avere Eloisa come amica senza la costrizione del vincolo matrimoniale, e continuare con incontri più rari ma più piacevoli ✓ Il matrimonio viene infine celebrato di nascosto e i due rimangono divisi e si incontrano solo occasionalmente; la segretezza viene presto tradita dallo zio che sparge la voce per rimediare all’onta, anche se Eloisa nega ✓ Abelardo scoprendo ciò manda Eloisa al convento di Argentuil per una monacazione senza velo e senza voti; i parenti di lei pensano che si voglia facilmente liberare di lei e per questo corrompono i servi e lo assaliscono nel sonno, evirandolo ■ Eloisa (come ribadirà altrove) è più vicina all’idea di una relazione carnale ed extramatrimoniale in una posizione anomala che caratterizza in prima battuta la voce di Eloisa nell’Epistolario ■ L’opposizione al matrimonio è uno dei caratteri più tipici della figura tradizionale di Eloisa, soprattutto come ripresa nel Roman de la rose, anche se con caratteri ribaltati: nella Historia e poi nella Epistola II Eloisa rifiuta il matrimonio per poter amare Abelardo gratuitamente, mentre nel Roman rifiuta il matrimonio per un marito che può farsi padrone ■ Castrazione ed accecamento erano tradizionali vendette alle offese sessuali ✓ La ferita del corpo Il giorno seguente l’intera città si raccoglie intorno ad Abelardo e si abbandona ai lamenti (soprattutto scolari e chierici): Abelardo disperatamente si chiede con che faccia potrà presentarsi in pubblico e ricorda che per legge gli eunuchi non possono entrare in chiesa (perché considerati immondi) ✓ Per questo motivo decide di convertirsi alla vita monastica (a San Dionigi) e costringe anche Eloisa a fare lo stesso (ad Argentuil) ✓ Molti cercano di dissuadere Eloisa ma lei cita la Pharsalia con identificazione in Cornelia per il senso di colpa e la volontà di pagare una giusta pena; ■ Roscellino ricorda malignamente come gli eventi fossero conosciuti da tutti (in Epistula ad Abelardum) ■ Modello letterario probabilmente Pompeo sconfitto nella Farsalia, esplicita dopo con la citazione diretta della Pharsalia su cui Eloisa si presenta come Cornelia ■ Motivazione di Abelardo per la monacazione nella vergogna di mostrarsi pubblicamente; per altri impossibilità di mantenere il matrimonio con Eloisa (non è chiaro se fosse possibile) ma in realtà è inutile perché vent’anni più tardi Abelardo interpreta questa condanna divina come salvezza dalla lussuria e possibilità di intraprendere una vita casta e nel segno della filosofia ■ Eloisa si identifica in Cornelia per il suo senso di colpevolezza (come Cornelia per le sciagura di Pompeo) in quanto ha distorto Abelardo dalla sua vocazione da filosofo ■ Abelardo fa esprimere la il nuovo ideale di vita ai suoi discepoli: insegnamento non più per soldi e vero filosofo di Dio, quindi con riparazione degli errori della vita precedente ✓ I chierici lo supplicano di riprendere l’insegnamento e lo studio della letteratura presso il monastero; tuttavia Abelardo si trova molto male nel monastero che considera mondano e peccaminoso, e si attira gli odi di tutti nel farlo notare: lo mandano altrove (forse Saint-Denis) dove accorge una massa di studenti cui insegna sia il commento sacro che le arti secolari ✓ La scuola di Abelardo ha molto successo e ne impoverisce altre; i suoi nemici provano odio ed invidia e cercano di screditarlo; soprattutto lo accusano di insegnare le materie secolari (non adatte alla conduzione monastica) e di accostarsi al testo sacro senza aver seguito un maestro; forse volendo impedirgli in generale di insegnare, invocano tutte le autorità religiose possibili ■ Roscellino in Epistula ad Abelardum da una visone molto diversa, ma non per questo attendibile: Abelardo, in un monastero rispettabilissimo, di accorge di non poter soddisfare tutti i suoi desideri e per questo ne cerca uno più consono, attirando una moltitudine di barbari; il suo insegnamento è indegno e non dovrebbe insegnare nulla; tanto più che per questo insegnamento si fa pagare e porta i soldi ad Eloisa ■ Effettivamente l’insegnamento pubblico in generale e soprattutto quello delle materie secolari era considerato incompatibile con la disciplina monastica ✓ Il libro di Teologia e la persecuzione Abelardo compone un tratto teologico sull’Unità e la trinità di Dio (il Thelogia Summi boni) per uso dei suoi discepoli che reclamano un testo che si potesse comprendere (senza la comprensione è inutile insegnare) ✓ Il libro ha successo ed a tutti pare esercente ma provoca l’invidia dei suoi antichi nemici (Alberico e Lotulfo) che prendono il posto degli ormai defunti Anselmo e Guglielmo; organizzano dunque un concilio contro di lui a Soissons (prob. 1121) ✓ Prima del suo arrivo i suoi nemici persuadono il clero ed il popolo che Abelardo stia portando una dottrina eretica (esistenza di tre dei) tanto che quando giù bono vengono qui lapidati ✓ I nemici di Abelardo non riescono a trovare qualcosa di sbagliato nel suo libro e lui si impegna in delle lezioni pubbliche per spiegare la sua teoria che viene lodata; cercano quindi di metterlo alla prova pubblicamente e Abelardo mostra una prova che conferma la sua tesi (Dio non può generare se stesso) con un testo di Agostino e si dice pronto a mostrare ad Alberico come egli sia caduto nella eresia di pensare il contrario; al che Alberico lo minaccia ✓ Al concilio Goffredo, arcivescovo di Chartes, invita alla prudenza per la fama ed il consenso ottenuto da Abelardo con la sua tesi: agire con violenza contro di lui porterebbe solo ad altra fama; in altro modo possono interrogato apertamente sul libro, ma i nemici non vogliono, essendo a conoscenza delle sue capacità sofistiche ✓ Goffredo decide infine di ripetere Abelardo al suo montato e li di riunire molti più dotti per affrontare la questione; tuttavia i nemici, sapendo che fuori dalla loro diocesi non avevano potere, riescono a far condannare il libro senza giudizio e bruciarlo di fronte a tutti, nonché condannarlo alla clausura monarca; soprattutto perché si era permesso di leggere in pubblico il libro senza alcuna autorizzazione papale; il vescovo di Chartes incoraggia Abelardo a sopportare con la promessa che sarà liberato presto dalla clausura ■ La tesi delle tre nature della trinità come tre individui diversi era considerata eretica ed è forse quello per cui era stato condannato Roscellino nel 1102 e cui Abelardo vuole appunto rispondere per contestare; nello scontro diretto con Alberico questo lo accusa di negare che Dio possa rigenerarsi nel Figlio, e forse per questo Alberico pensa che Abelardo voglia riproporre in modo diverso la tesi eretica di Roscellino; l’accusa finale tuttavia è quella che Abelardo dia troppa ■ Non è chiaro quanto effettivamente Abelardo fosse minacciato e quanto fosse una veste letteraria, anche se vi erano certamente altri maestri contrapposti a lui, nonché la mancata protezione forte di Stefano di Garlandia, che perse per alcuni anni la sua posizione a corte ✓ L’abbazia per la quale fu scelto Abelardo viene chiamato per sostituire l’abate di Saint-Gildas in Britannia: Abelardo stesso è consapevole di gettarsi in un altro pericolo, alternativo a quello che sta già vivendo; i monaci indisciplinati lo tormentano con le loro richieste, pur non avendo beni in comune con cui Abelardo potesse effettivamente aiutarli: piuttosto ognuno provvedeva a se stesso coi beni di origine; Abelardo pensa che vogliano che lui all’entità la disciplina oppure se ne vada; ✓ Abelardo rimprovera continuamente se stesso per aver abbandonato il Paracleto, per paura delle minacce incombenti, e di essere incappato in pericoli ben peggiori; soprattutto con la consapevolezza che il Paracleto è molto povero e difficilmente può provvedere e a se stesso; ✓ Occasione per provvedere all’oratorio del Paracleto dato dalla cacciata delle monache da Argentuil (per acquisizione dell’abate di San Dionigi per presunto diritto): Abelardo accoglie Eloisa e le sue consorelle nel suo Paracleto; ✓ Inizialmente il Paracleto vive in estrema povertà, in seguito fiorisce enormemente (più di quanto Abelardo sarebbe capace di fare) per la stima e la considerazione di Eloisa da parte di ecclesiastici e laici, e conseguente aiuto economico esterno ✓ L’infiammazione della turpitudine Abelardo, mosso dalle accuse di non prevedere abbastanza al Paracleto, vi si reca frequentemente; tuttavia questo attira le maldicenze: si accusa Abelardo di essere mosso ancora dalla concupiscenza verso Eloisa; ✓ Accusa infondate per liberazione ormai da tempo di Abelardo dalla lussuria, seguita da vari esempi di eunuchi vicini alle donne pie (perché privi di sospetto); inoltre la ferita fisica di Abelardo lo nuvole molto meno della ferita alla sua reputazione ■ La distanza fra i due monasteri era ampia e probabilmente ci volevano almeno due settimane di viaggio: più probabilmente non visite occasionali ma soggiorni veri e propri (da cui le accuse di venire meno ai suoi doveri di abate) ✓ Risposta alle accuse dei detrattori come profondamente ingiuste: si chiede se le avrebbero forum alte anche contro Cristo e gli apostoli (che si accompagnavano da donne, anche nel momento delle predicazioni) e da Malco (monaco prigioniero descritto da Girolamo) che viveva con la moglie, nonché ai santi padri, che fondarono monasteri di donne ✓ Esposizione di situazioni di monasteri doppi, con comunità femminile e maschili parallele, talvolta con a capo l’abate (come scritto dagli Apostoli, che un uomo deve sempre essere al comando della donna) e con badessa a capo dei chierici uomini (con inversione dell’ordine naturale); a partire da questo tema, Abelardo ricorda la sua volontà di abbandona Saint-Gildas e riunirsi almeno per qualche tempo al Paracleto per guidarlo ✓ Esposizione delle continue insidie esterne (per le violenze dei nemici) e soprattutto interne alla comunità: i monaci tentano di avvelenati i pasti e persino il calice per le celebrazioni; addirittura cercano di avvelenato per mano di un servo quando in vista dal fratello a Nantes (tentativo fallito perché un monaco inconsapevole mangia il cibo e muore in sua presenza) ✓ Tormento continuo, tentativo di isolamento in celle con pochi, ma continui tentativo di agguato; scomunica dei peggiori dei monaci, con costrizione di giuramento più e più volte (perché più e più volte infrangono il giuramento); iniziale fiducia nei pochi rimasti, che si rivelano ancora più infidi e cercano di ucciderlo con la spada ✓ Invito ancor al destinato a confrontare le proprie disgrazie con le sue per tramite consolazione; unica consolazione di Abelardo e chi si trova in situazione simili di un progetto divino alla base di tutto, e che tutto si risolverà nel migliore dei modi; opposizione invece a coloro che per la minima offesa si rivoltato contro Dio, anteponendo la propria volontà alla Sua; Epistola Seconda ✓ Occasione di conoscenza della Historia tramite una casualità (portata dall’amico per caso) e riassunto conciso degli eventi narrati all’interno di essa ✓ La reazione di Eloisa (e delle consorelle, rappresentate dal plurale) come rinnovato dolore e preoccupazione continua per la notizia della morte di Abelardo ✓ Richiesta di lettere e notizie continue alla comunità anche per alleviare il suo dolore (il dolore messo sulle spalle di più persone è più facile da sopportare) soprattutto se lettere liete nel caso di alleviamento del dolore e delle calamità; almeno come dimostrazione di essersi ricordato delle consorelle e di dare loro conforto in assenza (con esempio di Seneca a Lucilio) ✓ Rivendicazione dei suoi doveri verso la comunità di monache, per aver eretto questo monastero in un luogo selvaggio senza l’aiuto di nessuno, nato quindi povero ma cresciuto grazie alle donazioni ed agli studenti accorsi ✓ Ricordo della fragilità del monastero (soprattutto per essere una comunità femminile) e rivendicazione della necessità che egli si dedichi alla sua vigna (il Paracleto) e non una estranea (Saint-Gildas) tra l’altro rivelatasi una esperienza inutile e frustrante ■ Salutatio di Eloisa come rappresentazione della inestricabile combinazione dei rapporti che la uniscono ad Abelardo ✓ Passaggio dal debitum verso la comunità al debitum verso Eloisa per il loro legame coniugale; totale indifferenza verso Eloisa né con parole né con lettere nonostante il forte legame coniugale ✓ Rivendicazione della necessità e dell’obbligo di Abelardo di darle consolazione (in quanto unico a potergli dare tristezza ma anche consolazione) soprattutto davanti alla sua assoluta fedeltà ai suoi ordini (in particolare nel momento della monacazione) ed al suo amore sincero ■ Mantenimento del legame coniugale anche dopo la monacazione degli sposi non chiara (negata da alcuni e sostenuta da altri) ■ Climax dall’obbligo coniugale fino all’obbligo del sentimento assolutamente reale e rivendicato ■ Modello ovidiano presente nella immagine della eroina tradita che reclama il proprio amore, la propria fedeltà e le promesse fatte (e poi tradite) dell’amante ■ Tema assai diffuso nella tradizione della ferita ed il dolore sanabile solo dall’amante (presente anche in Ovidio) ■ Rappresentazione di se stessa come amante fedele e nel completo autoannullamento nella volontà di Abelardo, in una sorta di possesso fisico e mentale di Abelardo con sovratoni erotici e ben lontani da ogni contesto spirituale ■ Amore sincero ed onesto (secondo il modello agostiniano-ciceroniano) in quanto non dipendente dai beni del destinatario ma dalle qualità di questo ✓ Umiliazione nella figura non della moglie ma della amica o concubina (considerato più dolce) o addirittura sgualdrina, per calcare i toni erotici e la sua volontà fin dall’inizio di non voler sposare Abelardo; Abelardo ha effettivamente posto le argomentazioni di Eloisa contro il matrimonio nella sua Historia ma non tutti ✓ Ricerca inoltre della motivazione del suo amore sincero per Abelardo non per i suoi beni (come molte donne fanno) ma nella sua fama e nelle sue indiscutibili capacità; nonché nel dono del canto e della poesia (scrisse infatti molti carmi amorosi per lei, tanto che accese molte donne di invidia) ■ La concubina è una donna che vive con un uomo come in un matrimonio ma senza che questo sia stato ufficiato; scortum indica invece la mera amante o prostituta ■ Riconoscimento solo parziale nelle motivazioni contro matrimonio addotte da Abelardo, soprattutto nella sua preferenza alla motivazione della preferenza di amore al matrimonio e di libertà al vincolo; aggiunta inoltre dell’elemento di umiliazione amorosa all’interno del rapporto annullate con Abelardo > questo diventerà il motivo topico della rappresentazione di Eloisa contro il matrimonio ■ Riferimento di una delle norme più comuni nella dottrina epistografica medievale ■ Utilizzo del noi come anche nella lettera precedente, ma con toni così patetici ed iperbolici davanti alla disperazione per la morte di Abelardo che (ancora di più che nella Epistola II) si tratta di una dilatazione retorica dell’io di Eloisa ■ Ripresa del tema dell’impossibilità della vita dopo la morte o l’abbandono della dell’amante comune nella tradizione erotico-elegiaca in autori come Ovidio e Lucano ✓ Ripresa dell’io individuale per rinnovare la preghiera di non essere mai sottoposta a tanto dolore e la sua condizione di inesistenza per assenza di Abelardo in un potente planctus ricco di figure retoriche, immagini e rimato ✓ Rivendicazione della ingiustizia divina: davanti al loro amore peccaminoso Dio non è intervenuto, mentre quando hanno corretto questa pratica col matrimonio Dio si è abbattuto con la sua ira su di loro; Abelardo è stato punito come un adultero nonostante pensasse di aver riparato con il matrimonio, nonché quando avevano ormai officiato il matrimonio e vivevano separati (lei ad Argenteuil e lui a capo della scuola di Parigi) ✓ Rivendicazione della sua colpa personale (come le donne recano agli uomini sommi) nonché vendetta imposta solo ed interamente ad Abelardo; diversi esempi di donne che recano danno agli uomini da Eva alla donna (nella Bibbia diverse donne, fra moglie concubine) che trascinò Salomone all’idolatria (mentre era stato incaricato da Dio a costruire un tempio) ✓ Rivendicazione della sua innocenza (non colpa consenziente come negli esempi riportati) ma anche colpa che deve giustamente essere punita per la sua lussuria e desiderio carnale presente già prima di Abelardo ✓ Ammissione di debolezza: desiderio peccaminoso ancora presente in lei nonostante la sua penitenza: facile pentirsi esteriormente, più difficile abbandonare il vizio; ammissione inoltre di persecuzione continua dei ricordi dei loro rapporti sessuali in tutti i momenti anche quelli della preghiera: furono così dolci che quasi non le dispiace che non si siano cancellati dalla sua memoria. ✓ Continuo tormento rivelato anche con parole improvvise e movimenti del corpo;! Abelardo invece depurato da questo tormento per la ferita fisica che invece gli ha donato sollievo e salute ✓ Celebrazione e stima di Eloisa per il suo comportamento esteriore, mentre ira di Dio perché conosce il suo turbamento interiore: la vera spiritualità risiede nell’animo; forse tuttavia è comunque accettabile presso Dio perché non infamanti e non corrompe la sua fama e quella della sua comunità ✓ Finale recusatio con dieci negazioni: richiesta ad Abelardo di non farsi persuadere dal suo comportamento esteriore (ipocrita) e di ricordarsi che l’abito monastico l’ha preso per suo comando e non per sua vocazione; non lodarla perché più viene lodata più si compiace e vuole compiacerlo, e di mantenere più timore che fiducia presso di lei; Eloisa non si aspetta una ricompensa presso Dio ma accetta il suo giudizio (sa che comunque nel Paradiso non esiste l’invidia) ■ Molto presenti nella didattica medievale turbamento e tentazione che vengono dal ricordo e dal visione dei piaceri carnali anche di notte e durante la preghiera: racconto di Eloisa di grande pregano in particolare per l’accento al sentimento che si è prime attraverso il movimento del corpo Epistola Quinta ✓ Esordio programmatico con dichiarazione di intenti: riprendere i punti della lettera di Eloisa e contestarli uno per uno ✓ Il problema della salutatio espresso da Eloisa: quando si scrive ai superiori è norma anteporre i loro nomi; Abelardo spiega che quando è divenuta moglie di Cristo si è elevata sopra di lui e tutti i servi di Dio; inoltre paragone fra monache e pie vedove di Cristo presso il sepolcro (per il comune vestito nero) ✓ Paragone con la donna etiope moglie di Mosè: nera esteriormente ma bianca per i denti e le ossa che sostengono la carne; bianco come colore della prosperità, e nero colore della sventura: si mantiene nel nero del tormento e della vita misera in terra, per poi esaltare il bianco interiore della vita celeste cui è destinata; contrario agli uomini che si umilianti in terra davanti gli uomini e non hanno gioia né in terra né in cielo (perché troppo legati alla vita terrena) ✓ Collegamento con la vita monastica di privazioni e soprattutto di vestiti rozzi che portano più a cercare l’intimità che la vita pubblica: questo porta alla contemplazione nella preghiera in luoghi ritirati ed intimi; al contrario gli abiti ricchi spinge a presentarsi in pubblico ✓ Rimprovero verso quei monaci che disprezzano la vita appartata e piuttosto si presentano in pubblico con le preghiere, ritenendo che maggiori ornamenti e pasti per una festività più solenne; si curano delle consuetudini e non di ciò che va fatto per Dio, preferendo le porte aperte alla vita di preghiera intima: la vita più appartata porta a preghiere più pure ed efficaci (che Abelardo chiede ancora a suo sostegno) ■ Paragone fra donne pie piangenti in morte di Cristo e monache argomento preferito da Abelardo e già introdotto in Epistola III ■ Tema della funzione positivamente umiliante della persecuzione contro la superbia, che può invece nascere dalle virtù soprattutto nella vita contemplativa ✓ La richiesta di una consolazione con risposta invece di maggior inquietudine (per discorsi riguardo alla sua morte); Abelardo ribatte che lei stessa gli ha chiesto di farle partecipi della sua angoscia così che fosse un peso minore; inoltre ingiusto che lui viva nei tormenti mentre loro siano liete, tanto che si trovano i veri amici nelle disgrazie che nei momenti felici ✓ Inoltre secondo Abelardo Eloisa dovrebbe desiderare (se veramente sua amica) la sua morte e liberazione dai tormenti piuttosto che il continuo sua vita miseranda ■ Riecheggiamento programmatico della Epistola IV, quando Eloisa testimoniava l’onestà del suo amore contro gli amori falsi derivati dai beni ✓ Risposta al respingimento di Eloisa delle lodi: risposta invece lodandola di più, perché negando se ne mostra più degna; avvertimento di non fingere di non volere lodi per averne di più: potrebbe sembrare che cerchi più lode proprio fuggendo, secondo un normale comportamento umano, quindi secondo un comportamento superbo ■ Il metodo di Abelardo è proprio della insinuatio e della pedagogia spirituale: lodare in una persona più qualità di quante esse ne abbia effettivamente per indurla ad adeguarsi ed a rendersi meritevole di tali lodi ✓ La accusa di Eloisa verso Dio innanzitutto Eloisa non deve cercare di compiacere Abelardo con comportamenti falsamente virtuosi, ma al contrario può compiacerlo abbandonando questa amarezza verso Dio (che Abelardo pensava fosse superata) e cercare un congiungimento con Abelardo attraverso la preghiera ✓ La punizione divina di cui Eloisa si sente la causa è solo una punzone giusta e catartica: Eloisa è stata creata per questo e ne deve essere lieta, non di meno se la punizione fosse stata meno vergognosa non avrebbe avuto effetto su Abelardo (anzi elfi si sarebbe amareggiato) né la compassione degli amici ✓ Il momento della punizione è stato giusto: anche dopo il matrimonio hanno compiuto turpitudini; per esempio il fatto che hanno avuto un rapporto carnale nel refettorio del monastero dove Eloisa si era primariamente rifugiata, violando così un luogo sacro: solo questa è una colpa gravissima che giustifica la punizione; inutile ricordare le colpe precedenti nonché il tradimento dello zio, quando primariamente Abelardo aveva tradito lui; Abelardo ricorda inoltre quando per fuggire Eloisa si sia travestita da suora ridicolizzando l’abito sacro che ora porta: trascinata per questo motivo verso la vita monastica che si è permessa di schernire ✓ La punizione anzi è una grazia divina che Dio ha concesso loro solo tramite un piccola ferita ad Abelardo: pietà divina e salvezza cui tutti i peccatori aspirano e non tutti possono ottenere ✓ La colpa è soprattutto di Abelardo che ha spesso violato Eloisa anche contro la sua volontà, ma dio l’ha graziato togliendo gli quella parte del corpo per compiere peccati, senza deturparlo anzi liberandolo dalla concupiscenza; molti filosofi cercano la stessa liberazione: Origene, mal interpretando la parola di Dio (beati coloro che si sono castrato per il regno dei cieli) si evirò di sua mano
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