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Ruolo della funzione motoria nello sviluppo umano: intelligenza e relazione, Appunti di Scienze Motorie

La funzione motoria e i suoi effetti positivi sullo sviluppo intellettivo, organismico, espressivo e relazionale. Viene discusso come il movimento migliora le funzionalità sensoriali, l'elaborazione e la gestione delle informazioni, la strutturazione e la memorizzazione di programmi motori, il controllo motorio e la coordinazione fine. La funzione motoria ha due aspetti fondamentali: la transitività e l'espressivo-comunicativo.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 20/01/2020

paolaarpini
paolaarpini 🇮🇹

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Scarica Ruolo della funzione motoria nello sviluppo umano: intelligenza e relazione e più Appunti in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! Cap 1 - Funzione motoria ed atto comunicativo La funzione motoria raggruppa tutti i movimenti che l’uomo può compiere con il proprio corpo per rapportarsi con l’ambiente fisico e socio-relazionale. Questa funzione non viene utilizzata solo per muoversi nell’ambiente, ma anche per provvedere ai bisogni essenziali; è sempre presente nell’uomo. Il corpo umano è concepito e conformato per muoversi, strutturato per interagire con l’ambiente attraverso la funzione motoria. Le principali funzioni del movimento sono quattro: - sviluppo delle capacità intellettive - sviluppo e conservazione della funzionalità dell’organismo - sviluppo delle capacità e delle abilità - sviluppo delle capacità di espressione e di relazione. Secondo J. Le Boulch il sistema nervoso centrale entro il primo anno di vita è in grado di coordinare il sistema vegetativo ed il sistema di relazione. Le esperienze motorie portano il neonato prima ed il bambino poi a conoscere e sperimentare il rapporto con l’ambiente e hanno un ruolo decisivo nell’eleborazione delle informazioni sensoriali provenienti dall’esterno e dall’interno del nostro corpo. Tali stimolazioni attivano e sviluppano i processi che sono alla base della costruzione della memoria. Giugni afferma che le prestazioni motorie, quando impostano una rapida continuità di movimenti coordinati, creano stabilmente nel soggetto un rilevante patrimonio psichico e mnemonico. Gesell dimostra come lo sviluppo motorio abbia un ruolo fondamentale nella formazione della personalità e dell’intelligenza infantile. Gli effetti del movimento sulle differenti componenti del sistema nervoso sono: miglioramento quantitativo e qualitativo della funzionalità delle vie sensoriali afferenti, aumento di opportunità di elaborazione e delle capacità di analisi scelta e gestione delle informazioni, strutturazione e memorizzazione di programmi motori, miglioramento del controllo motorio nei movimenti globali e di coordinazione fine, … La funzione motoria provoca modificazioni positive in gran parte dell’organismo. Due terzi degli italiani conducono una vita prevalentemente sedentaria e molte problematiche che interessano gli adulti dipendono dalla carenza di movimento; basterebbe un piccolo sforzo prolungato per bruciare i grassi in eccesso ed ottenere benefici funzionali e psico-fisici. L’attività fisica abitudinaria e moderata rappresenta oggi il modo più naturale e più economico per mantenere lo stato di salute e di benessere. Solo 30/40 anni fa, il rapporto tra uomo e movimento era ben consolidato; oggi non c’è né spazio né tempo per muoversi. La crescita motoria viene condizionata dal patrimonio genetico e dall’interazione ambientale. Questa crescita viene definita come processo che porta il bambino ad acquisire le abilità motorie di base, gli schemi posturali e il controllo delle posture. Gli schemi grosso motori di base costituiscono le abilità che l’uomo costruisce nel corso del processo evolutivo del movimento umano e compongono la motricità abituale dell’uomo. La costruzione e il consolidamento della motricità può avvenire solo se maturano le condizioni strutturali e funzionali che sono state individuate nei prerequisiti del movimento. Dal momento della nascita il neonato dispone di alcuni movimenti: - movimenti innati, ossia quelli legati alla sopravvivenza quali la respirazione, il pianto,.. - massivi incontrollati, in quanto interessano contemporaneamente più parti del corpo e non sono apparentemente diretti ad uno scopo - atetotici, i quali sono realizzati in forma segmentaria e in condizione di calma. Il neonato parla con il linguaggio del corpo e dei gesti; questi diventano espressione di emozioni, sentimenti ed intenzionalità e mezzo per entrare in relazione con i nostri simili; questo linguaggio accompagna l’uomo per tutto l’arco della vita. Mentre il linguaggio comunicativo del corpo e dei suoi movimenti è intrinseco, la comunicazione verbale è estrinseca. Il movimento dell’uomo ha due aspetti fondamentali: quello della transitività (legato all’efficacia e alla coordinazione del gesto in funzione di obiettivi funzionali) e quello espressivo-comunicativo (legato al significato che le posture e gli atti motori portano con sé). La comunicazione tra gli esseri umani si attiva quando un soggetto entra nello spazio sensoriale di un altro soggetto e si avvale del linguaggio, costituito da segni che possono essere trasmessi attraverso due canali: verbale e non verbale. Il linguaggio umano utilizza le parole che possono essere articolate in frasi di senso compiuto grazie ad un processo di acquisizione e di controllo della motricità fine della muscolatura della bocca. Con l’alfabeto l’uomo ha imparato a scrivere i suoi suoni: ad ogni fonema corrisponde un grafema. Il linguaggio è definito come insieme di suoni e dei segni comprensibili ed elaborabili all’interno di un gruppo o comunità che condivide la stessa lingua e la stessa cultura. La comunicazione tra soggetti avviene attraverso vari tipi di linguaggio e si esprime a due livelli: il messaggio primario che consiste in proposizioni comunicate volontariamente, e il cosiddetto metamessaggio che comunica il modo di essere dell’individuo attraverso il linguaggio non verbale. La comunicazione corporea può essere attivata attraverso segni convenzionali e gesti spontanei; la comunicazione non verbale ha luogo ogni qualvolta una persona influenza un’altra attraverso essi. I gesti messaggio hanno la funzione di sostituire la comunicazione verbale quando non vi sono le condizioni affinchè questa possa avvenire con efficacia. Possono essere convenzionali (quando sono interpretabili allo stesso modo da tutti) e convenzionati (quando vengono interpretati da poche persone). Due psicologi Ekman e Freisen, per quanto riguarda la gestualità degli arti superiori e delle mani, arrivano a distinguere: - gesti emblematici - gesti illustratori - gesti regolatori - gesti indicatori di stato emotivo - gesti di adattamento - segnali barriera. Ciascuno di noi quando attiva una comunicazione interpersonale si colloca nei confronti dell’interlocutore ad una certa distanza. La prossemica studia le modalità di rapporto all’interno dello spazio di relazione tra esseri umani. Hall definisce la prossemica come lo studio dei modi con cui l’uomo acquista conoscenza del contenuto delle menti di altri uomini; individua quattro differenti distanze di comunicazione e relazione tra le persone: distanza intima quando vi è un rapporto di intima confidenza; distanza personale attuata quando l’uomo chiacchiera con gli altri; la distanza sociale che non impone neccessariamente una relazione diretta con chi sta di fronte; distanza pubblica utilizzata prevalentemente per situazioni comunicative monodirezionali (es. lezione docente universitario). Cap 2 – Espressività ed emotività. Cenni di neuroanatomia e neurofisiologia 1- Muscoli e tono muscolare L’espressività corporea nell’uomo si manifesta attraverso modificazioni posturali e funzionali indotte dalla contrazione dei muscoli. Il sistema neuromuscolare reagisce a stimolazioni ambientali, motivazioni ed emozioni interne attraverso un sistema di modulazione del tono muscolare che funziona principalmente in modo riflesso ed automatizzato. Il tono muscolare è il grado di tensione esprimibile da ogni nostro muscolo; se ne distinguono tre tipi: - tono basale che si rileva anche quando il muscolo è a riposo - tono posturale indica la tensione muscolare impiegata da ogni muscolo per contrarsi in modo statico mantenendo inalterata la sua lunghezza - tono funzionale esprime il grado di tensione necessario ad un muscolo per contrarsi apportando una variazione di lunghezza. Il sistema muscolare è in grado di trasformare l’energia chimica, assunta dagli alimenti, in energia che produce tono muscolare. La muscolatura può essere liscia o striata, volontaria o involontaria. La tipologia delle fibre che possono costituire la muscolatura striata può essere ricondotta a tre categorie: fibre rapide (muscoli ricchi di una proteina chiamata actina; hanno la funzione di fasica o transitiva del movimento. Ci servono per compiere azioni globali, movimenti segmentari e gesti sportivi; il loro dispendio di energia è consistente); fibre lente (definiti rossi perché ricchi di un’altra proteina chiamata miosina; espletano la funzione tonica e sono muscoli localizzati più in profondità. Il loro dispendio di energia è limitato); fibre miste (muscoli caratterizzati dalla compresenza di fibre toniche e fibre basiche). Questo tipo di muscolatura svolge quattro diversi tipi di funzioni: - tonica di base - tonico-posturale - tonico-funzionale - tonico-espressiva. Oggi si ritiene che i vissuti affettivo-emotivi possano condizionare la regolazione del tono muscolare. 2- La funzione reticolare Il sistema muscolare assolve a differenti tipi di funzioni tra cui la funzione tonica e la funzione basica. Secondo Le Boulch la prima è supportata dalla formazione reticolare del tronco celebrare, mentre la seconda da quella del talamo e dei corpi striati che controllano gli automatismi. Il controllo e la regolazione del sistema tonico dipendono dall’attività della formazione reticolare correlata anche al funzionamento e all’equilibrio del sistema nervoso energetico-affettivo della persona. La formazione reticolare è una fitta rete di neuroni, tra loro interconnessi, situata nella parte ventro-mediale del tronco celebrale. Essa ha prolungamenti che si diffonono verso la corteccia celebrale e verso il midollo spinale; ha tre importanti funzioni: ha effetto sulla regolazione e controllo sulla muscolatura; offre un aiuto significativo alle funzioni “più nobili” del sistema nervoso centrale; infine viene coinvolta nella funzionalità della memoria cinestesica e nella presa di coscienza e controllo degli stati affettivo-emotivi della persona. 3- Sistema energetico e sistema operativo Il sistema nervoso centrale ci mette in relazione con il mondo esterno. Le Boulch sostiene che vi siano due sottostrutture all’interno del sistema nervoso centrale: il sistema operativo (che veicola le informazioni ascendenti e discendenti) e il sistema energetico (trasporta e gestisce energia). Quest’utimo viene influenzato dai vissuti affettivi ed emotivi della persona; è strettamete connesso alla postura. Secondo Le Boulch esso si struttura a partire dalla nascita attraverso tutti i vissuti affettivi con i quali il bambino si confronta. Il sistema operativo invece è orientato verso il mondo esterno e consente l’esecuzione di movimenti, azioni coordinazioni e tutto ciò che è necessario alla persona per fare e agire nell’ambiente. Il suo compito è quello di raccogliere informazioni dall’ambiente attraverso gli analizzatori sensoriali, elaborarle e rispondere motoriamente. La sua organizzazione, secondo Jackson, si articola in tre livelli: livello riflesso, livello degli automatismi e livello volontario. 4- Le posture Vi sono varie definizioni del termine postura: Vincenzini afferma che essa è la posizione che un corpo occupa nello spazio, sia nel suo insieme, sia nelle singole parti; Ruggieri la definisce come l’espressione del modo di essere al mondo in questo determinato momento; Annibaldi invece come la posizione che il corpo assume sia da fermo che in movimento e anche Bertelè dà una sua definizione: ossia la intende come l’espressione visibile dell’Essere che c’è in ogni persona. La postura comporta un intervento tonico-muscolare attivo per contrastare la forza di gravità. Il mantenimento di determinate posture è per lo più inconsapevole. La postura corretta è quella caratterizzata da equilibrio, stabilità, economicità, naturalezza. Le posture connotano la modalità individuale e personale di assumere determinate posizioni del corpo nello spazio. L’uomo, dalla nascita in poi, attiva aggiustamenti posturali che coinvolgono tutto il corpo, con lo scopo primario di contrastare la forza di gravità per stabilizzarsio e sopravvivere nell’ambiente. Secondo Ruggieri i primi adattamenti posturali del bambino dipendono dal rapporto corporeo e psico-affettivo che instaura con la madre. Le nostre posture però non sono da considerarsi totalmente strutturate ed immodificabili ma, al contrario, ogni atteggiamento posturale può essere modificato o ristrutturato. I vizi posturali e gli atteggiamenti scorretti assunti nel corso dell’età evolutiva potrebbero dipendere anche da cause emotivo-affettive e psicologiche. 5- Le emozioni Il termine emozione è riconducibile alla radice “emo” sangue, unita alla parola azione. Emozione vuol dire azione che si fa sangue. Nei momenti più critici della nostra vita l’aspetto affettivo-emozionale (il cuore) prevale sulla mente razionale (il cervello). Ogni emozione ci predispone ad agire in modo personale ed originale orientandoci verso una direzione che si era già rivelata proficua per superare quel problema e ogni uomo costruisce un vero e proprio repertorio emozionale utile per la sua sopravvivenza nell’ambiente. Darwin le identifica come mezzi strutturati dagli essere umani per difendersi quindi sopravvivere e potersi evolvere. Secondo James-Lange noi proviamo un’emozione in risposta ai cambiamenti fisiologici del nostro corpo. L’espressione emozionale prevede l’esperienza emozionale. Cannon-Bard invece afferma che la comparsa di questi due momenti si inverte. Vengono identificate delle principali famiglie emozionali: Rabbia Sorpresa Tristezza Vergogna Paura Disgusto Gioia Amore Damasio propone di classificarle in: emozioni primarie o universali (quelle in rosso), emozioni secondarie o sociali (gelosia, orgoglio, imbarazzo) ed emozioni di fondo (benessere, malessere, calma, tensione). Importante è anche definire: il temperamento come un fattore genetico che rimane uguale per tutta la vita; umore inteso come lo stato d’animo che si prolunga per giorni e che influisce sul comportamento; emozioni vere e proprie considerate come eventi di durata più breve scatenati da cause ben precise. Esse si possono scatenare del tutto automaticamente ed inconsciamente e possono essere influenzate dalla cultura. Si esprimono attraverso il corpo. Secondi la Pert le emozioni provocano modificazioni somatiche, vegetative e psichiche. Bisogna inoltre distinguere i termini sentimento, emozione e passione. Il primo è uno stato affettivo di media intensità ma di durata medio-lunga; la passione indica uno stato affettivo di notevole intensità ma di breve durata. L’emozione è invece una reazione affettiva di elevata intensità e di durata molto limitata. Secondo Goleman la mente umana può essere resa cosciente e allenata a: acquisire una consapevolezza emotiva, maturare un efficiente autocontrollo, motivare se stessi, acquisire senso empatico e gestire con efficacia le relazioni interpersonali. Le esperienze emotive della persona possono essere considerate come il carburante del sistema energetico della persona. Le emozioni se ben integrate nella totalità dell’essere, determinano situazioni di benessere individuale. Cap 3 – Suono, ritmo e musica 1- Il suono Il suono è la risultante di una successione di eventi causati da onde vibratorie che si propagano nell’ambiente. E’ innegabile il fatto che viviamo in un mondo di suoni, anche quando ci troviamo nel luogo più silenzioso esso è riempito comunque da brusii. I suoni hanno effetti anche sul corpo in quanto siamo dotati di organi sensoriali sollecitabili dalle vibrazioni acustiche e di un sistema nervoso capace di percepirli, analizzarli e dal loro un significato. Ogni suono è caratterizzato da alcune qualità che lo definiscono e lo classificano: intensità (dipende dall’ampiezza della vibrazione ed è percepibile con immediatezza); timbro (costituisce la parte qualitativa del suono ed è un aspetto non facilmente percepibile); durata e periodicità (sono le caratteristiche temporali di ogni fenomeno sonoro) e l’altezza (determina la classificazione in suoni acuti e suoni gravi). L’orecchio comprende l’insieme di organi congegnati e addetti per ricevere, controllare ed inviare alla corteccia sensoriale gli stimoli sonori. E’ un apparecchio ultrasensibile; è in grado di integrare armoniosamente i suoni Attraverso queste esperienze il bambino comincerà a costruire il proprio temperamento e un modo individuale di relazionarsi con l’ambiente. A partire dai tre anni emergerà progressivamente il bisogno di affermazione ed intraprenderà l’esperienza del sé staccandosi a poco a poco dai modelli in cui si era identificato per costruire il suo “io” sociale: ciò coincide con la scoperta del corpo e delle varie parti. L’affermazione di sé nel sistema socio-culturale avviene anche grazie all’accettazione da parte dell’altro; la gestualità e la mimica diventano i principali mezzi di relazione e comunicazione più efficaci del linguaggio verbale. Gli studi di Montagnier hanno dimostrato che la riuscita della relazione efficace tra pari è correlata in modo significativo con il livello di spontaneità motoria e di capacità di espressione/comunicazione corporea. La socializzazione del comportamento ha come risultato di permetterci di dare all’altro un’immagine di noi stessi conforme a ciò che ci si aspetta da noi. E’ indispensabile per il bambino imparare ad armonizzare e integrare costantemente le aspirazioni ed i bisogni individuali con richieste ed influenze dell’ambiente socio-relazionale e culturale. La sfida che dovremo affrontare sin da bambini sarà quella di adattarci progressivamente alle norme sociali ed ai modelli di comportamento senza perdere l’autenticità che caratterizza ognuno di noi. L’adattamento all’ambiente viene ottenuto sia tramite continui aggiustamenti motori che con un aumento della consapevolezza di sé nel mondo grazie alla scoperta progressiva delle proprie emozioni, dei sentimenti e di quella motricità propria di ognuno di noi. La comunicazione e l’espressione autentica nel bambino vengono favorite anche dallo sviluppo di una buona percezione temporale. Con la dimensione del tempo il bambino è chiamato a rapportarsi fin dai primi giorni di vita; man mano che cresce sperimenta con maggior consapevolezza la successione degli eventi fino ad organizzare nel tempo la sua vita quotidiana e ciò avviene grazie ad un adeguamento progressivo del suo “tempo vissuto” al tempo contingente imposto dall’esterno. Nel periodo dai tre ai sei anni è importante lasciare il bambino libero di sperimentare, di scoprire e di confrontarsi con limiti spazio-temporali, indispensabili per una buona padronanza della motricità. In questo modo gli viene assicurata la possibilità di esprimersi attraverso la motricità che gli è propria e di acquisire armonia fino a raggiungere il massimo dell’eleganza gestuale. Dalle Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell’infanzia si individuano alcuni stralci che evidenziano l’importanza dell’espressività e comunicatività corporea in questa fascia di età; essi affermano che - questa scuola è un ambiente educativo che integra in un processo di sviluppo unitario le differenti forme del fare, sentire ..., - richiede un clima caratterizzato da simpatia e curiosità, - esclude impostazioni scolasticistiche, ma riconosce essenziale la relazione personale tra pari e con gli adulti e la valorizzazione del gioco in tutte le sue forme. Inoltre - si premura che i bambini acquisiscano atteggiamenti di sicurezza, di stima di sé e di fiducia nelle proprie capacità. - Mette il bambino nella condizione di produrre messaggi, rielaborare, comunicare e di dimostrare capacità di immaginazione, creatività. Nella scuola dell’infanzia diventano obiettivi specifici di apprendimento nei bambini dai 3 ai 6 anni: la costruzione e il rafforzamento dell’autonomia e dell’identità; la capacità di muoversi spontaneamente e in modo guidato; il controllo dell’affettività e delle emozioni in maniera adeguata all’età; parlare, descrivere, raccontare, dialogare con i grandi e con i coetanei; utilizzare il corpo e la voce per imitare, riprodurre inventare suoni. A tutti gli operatori della scuola dell’infanzia si consiglia di utilizzare proposte motorie che consentano di sviluppare al meglio le potenzialità del bambino e di soddisfare il bisogno innato di muoversi, scoprire ed esprimersi con situazioni-problema da vivere in forma il più possibile globale. E’ quindi preferibile proporre: giochi funzionali che sono utili allo sviluppo delle abilità motorie e stimolano la realizzazione di automatismi motori; giochi di immaginazione e di immedesimazione in personaggi in quanto sollecitano la fantasia, la creatività e la funzione simbolica; giochi di espressione libera che hanno lo scopo di sviluppare la naturale ritmicità del bambino e di consolidarne l’affettività grazie all’espressione di emozioni, sensazioni. Quando quest’ultimi sono supportati dalla musica scatenano reazioni emozionali molto coinvolgenti. Molto importante è la scelta della musica, in quanto sarebbe opportuno privilegiare brani che si avvicinano alla ritmicità tipica del bambino, oppure suggerire proposte musicali accompagnate dal canto e abbinate a temi specifici. I girotondi e le danze cantate sono importanti per lo sviluppo dell’affettività e delle relazioni sociali grazie al carattere collettivo, alla partecipazione dell’insegnante e al canto che li accompagna e colora di gioia. Quando i bambini avranno familiarizzato con esperienze di tipo musicale e acquisito una certa disponibilità corporea si può proseguire l’iter educativo con attività di espressione corporea, ossia la ricerca di sé stessi attraverso il recupero della spontaneità. Con il supporto musicale si chiede ai bambini con movimenti, globali o segmentari, di creare fantasiosamente vissuti motori in armonia con la musica. Si può completare l’attività di espressività corporea con la presa di coscienza dei ritmi musicali, riprodotti con il battito delle mani e/o l’uso di strumenti sonori. Secondo Le Boulch ogni azione percettiva va preceduta da una fase dedicata all’aggiustamento globale in cui si presenta la propria ritmicità rapportata ai ritmi esterni. Quando il ritmo personale e quello esterno sono in accordo viene percepito un senso di benessere. Successivo all’aggiustamento potremo dedicarci ad un lavoro percettivo secondo una gradualità: - scelta di un brano musicale - presa di coscienza della linea melodica - presa di coscienza delle variazioni della melodia - aggiustamento e presa di coscienza del tempo - aggiustamento e presa di coscienza delle accentuazioni presenti nella musica - aggiustamento e percezione delle pause e dei tempi vuoti - interiorizzazione dei tempi e chiedere ai bambini di muoversi sulla cadenza anche senza musica - percezione del tempo con il metronomo - abbinamento metronomo-strumenti sonori - associazione metronomo-battito delle mani o strumenti sonori con spostamento nello spazio. Qualunque proposta di educazione percettiva alla scuola dell’infanzia deve partire da situazioni ludiche e motivanti. Il percorso metodologico deve essere selezionato dall’educatore in relazione alla tipologia di bambini a cui è indirizzato. Quindi l’espressività corporea sia che si manifesti attraverso attività di libera espressione o di gioco aiuta ad esprimersi nel modo più autentico. L’azione educativa alla scuola dell’infanzia deve orientarsi verso lo sviluppo della spontaneità e della naturalezza proprie del bambini di questa età.  Dai 6 agli 11 anni: l’ingresso alla scuola primaria può comportare stati di ansia e disagi che possono causare problemi di comprensione. L’approccio all’apprendimento della scrittura e della lettura costituisce un momento della crescita molto delicato e particolare in quanto il successo scolastico rappresenta, nella nostra cultura, un vero e proprio riconoscimento sociale. L’esperienza del successo consente di affrontare con motivazione e disponibilità il futuro; l’insuccesso può invece avere ripercussioni sull’affettività e sulla motivazione all’apprendimento. L’efficacia del progetto educativo nella scuola primaria può dipendere anche da quanto è stato fatto alla scuola dell’infanzia. Alcune situazioni di aggressività o passività si ritiene abbiano le le loro radici nell’insuccesso scolastico dei primi anni di scolarizzazione e siano dovute principalmente all’aspetto affettivo-motivazionale. Le difficoltà scolastiche accumulate a partire dalla scuola primaria, conducono il futuro adolescente a sentirsi inadeguato rispetto all’ambiente e tale insuccesso tende ad indebolire il sistema energetico-effettivo. Da qui le situazioni di apatia/passività o all’estremo opposto le reazioni di aggressività o mancanza di controllo. Le esperienze vissute con il proprio corpo rappresentano la via privilegiata per la costruzione di condizioni pregresse indispensabili all’acquisizione del linguaggio scritto e parlato e della capacità di padroneggiare il proprio corpo, e le attività motorio-educative costruiscono nel bambino di questa fascia di età le basi per la realizzazione di un percorso scolastico motivante che porta alla strutturazione nel giovane di un’identità culturale e sociale. Gli scambi con l’altro implicano l’organizzazione della sua motricità in funzione della comunicazione. La forte motivazione che spinge ogni bambino a farsi accettare dal gruppo unita ai piaceri di fare, giocare, e diventare insieme prendono il sopravvento sull’iniziale sensazione di disagio derivante dalla rinuncia alla libera espressività individuale. Con il passare degli anni il bambino incomincierà ad interessarsi di attività ludiche orientate al risultato della relazione piuttosto che alla libera espressività individuale. Con il passare degli anni il bambino comincerà ad interessarsi di attività ludiche orientate al risultato della relazione piuttosto che all’espressività fine a se stessa. Il bambino ama molto giocare insieme agli altri, ma spesso è messo a confronto con modelli socio-culturali orientati all’antagonismo. Quindi è necessario rivolgere un messaggio al mondo dello sport in parte responsabile di alcune situazioni che si riscontrano nell’infanzia e nell’adolescenza: sport agonistico precoce, selettività in tenera età, … Lo sport deve essere inteso come fenomeno socio-culturale positivo e trainante per la crescita dell’uomo. Bisogna quindi sostenere la logica dello sport educativo ed abbandonare il concetto di sport agonistico- antagonistico. Nella fascia 6-11 anni si passa ai giochi di gruppo, giochi guidati, giochi di regole nei quali il bambino può misurarsi con se stesso e vivere l’esperienza di gruppo. La presenza dell’educatore in queste attività è determinante per prevenire e limitare le situazioni che possono ostacolare la cooperazione tra gli allievi. Dalle Indicazioni Nazionali della Scuola Primaria si legge che: - l’esperienza è l’avvio di ogni conoscenza; - la scuola primaria insegna a tutti i fanciulli l’alfabeto dell’integrazione affettiva della personalità e pone le basi per un’immagine realistica; - è l’ambiente educativo di apprendimento nel quale ogni fanciullo trova le occasioni per maturare progressivamente le proprie capacità di autonomia, relazioni umane, esplorazione; - è consapevole che ogni dimensione simbolica che anima il fanciullo e le sua relazioni familiari e sociali è inscindibile dalla sua corporeità; - favorisce l’acquisizione delle varie modalità espressive di natura artistico-musicale; - il percorso realizzato in questa scuola promuove l’educazione integrale della personalità dei fanciulli, stimolandoli all’esercizio dell’autonomia personale. Gli obiettivi specifici di apprendimento riferiti all’attività espressiva riguardano: usare consapevolmente il linguaggio del corpo utilizzando vari codici espressivi; rappresentare stati d’animo, idee e storie mediante Secondo le teorie della psicologia delle condotte di K.Lewin, dalla nascita all’età adulta, nell’individuo si sviluppano a mano a mano delle funzioni che operano sempre nel contesto della condotta della persona. Ognuno di noi alla nascita nasce con un potenziale funzionale con basi genetiche che durante la vita potrà essere attuato in relazione al nostro adattamento all’ambiente. Questa relazione è molto importante per il bambino in tutte le età. Gli studi di Piaget hanno evidenziato che, nel corso dello sviluppo, la persona è sempre messa a confronto con l’ambiente, con il quale stabilisce relazioni di varia natura (fenomeno di adattamento). Esso è la risultante di due momenti: assimilazione (acquisizione da parte del soggetto di una serie di dati dall’ambiente) e accomodamento (determinato dalle modalità scelte dal soggetto per reagire ed interagire con l’ambiente attraverso risposte personali grazie ai movimenti e al linguaggio verbale). Tutto comincia dal movimento e successivamente si organizza l’equilibrio della persona con l’ambiente. Gli autori del libro1 preferiscono definire “aggiustamento” la fase rinominata da Piaget come accomodamento; la definiscono così in quanto l’organismo umano è costituito da un insieme di organi e funzioni dotate di uno sviluppo programmato geneticamente: alla nascita si manifestano le funzioni di nutrizione, poi si sviluppano le funzioni della vita di relazione che danno la possibilità di instaurare scambi con l’ambiente e si realizzano attraverso funzioni sensoriali e funzioni motorie; la vita di relazione è possibile grazie alle esperienze che si compiono attraverso il corpo. Sia le funzioni di nutrizione che quelle relazionali non possono attivarsi senza l’intermediario del sistema nervoso centrale, solo successivamente si assoceranno alla verbalizzazione. La vita di relazione è possibile grazie alle esperienze che si compiono attraverso il corpo, quindi il movimento e il sistema muscolare. Esiste un gruppo di funzioni che arriva a maturazione più tardi, esse sono le funzioni genitali. Il sistema nervoso centrale rappresenta il centro di organizzazione del sistema funzionale somatico e consente l’attivazione di funzioni mentali. La totalità delle funzioni, corporee e mentali, è in costante interazione e costituisce un’unità; essa si riequilibra in vari modi ogni volta che intervengono modificazioni in uno o più gruppi di funzioni. L’intervento del movimento in questo sistema può comportare delle modificazioni in tutto l’insieme. L’educazione fisica diviene quindi educazione funzionale in quanto si rivolge alla persona nella sua interezza. Non bisogna dimenticare che il preadolescente è confrontato con un “bombardamento interiore” di sensazioni ed emozioni dovuto ai cambiamenti fisiologici in corso ed alla maturazione di un’interiorità nuova che pulsa dal dentro e alla quale non sa dare risposte; tutto ciò può comportare in lui un ulteriore senso di inadeguatezza. L’evoluzione cognitiva in adolescenza è caratterizzata dall’avvento del pensiero razionale, dalla capacità di astrazione e di intuizione. Questa fa’ si che la scuola si focalizzi sull’insegnamento delle materie intellettuali a svantaggio della corporeità. Lo studente assume una posizione centrale nella scuola; è quindi necessario conoscerlo bene e identificare i bisogni derivati dal suo naturale sviluppo fisiologico e psico-affettivo e dai rapporti con l’ambiente. La presa di coscienza del bisogno da parte del giovane attiva la motivazione alla ricerca della sua soddisfazione che avviene attraverso l’azione e l’esperienza. Secondo gli autori del libro oltre ai bisogni primari vi sono altri raggruppamenti: bisogni affettivo-relazionali e di comunicazione; bisogni culturali; bisogni di esperienze artistico-espressive. Secondo Maslow quando i bisogni primari vengono soddisfatti, ne compaiono altri come il bisogno di sicurezza, di affetto, di stima e 1 Francesco Casolo, Stefania Melica autostima. L’adulto può intervenire per facilitare il soddisfacimento dei bisogni del giovane, attraverso il processo di conoscenza del sé, a partire dalla scoperta del corpo. Il corpo è quindi per l’adolescente uno strumento che può diventare veicolo d’amore, d’identità e di affermazione del sé.  Dai 15 ai 18 anni: il giovane adolescente alla ricerca di un proprio equilibrio psico-fisico viene a confrontarsi con tre problemi: la coscienza e l’identità del corpo; il riconoscimento delle proprie capacità; l’assunzione di un ruolo sociale e la ricerca si un’attività professionale. Il sé, la società con il lavoro e l’amore diventano tre contesti che caratterizzano la sua vita. Il superamento del problema sociale avviene con un minor problematicità se l’adolescente ha sviluppato un interesse verso gli altri. Il ruolo di famiglia è fondamentale: ogni bambino deve sentirsi un membro con gli stessi con gli stessi diritti e doveri degli altri componenti. Le funzioni umane sono strutturate per legare l’individuo alla società e inserirlo nei rapporti interpersonali. Riguardo all’amore l’adolescente deve innanzitutto imparare ad accettare ed amare se stesso. Inoltre in adolescenza il riconoscimento istituzionale delle proprie capacità passa dal riconoscimento sociale.il giovane consolida la sua identità attarverso le conferme che gli provengono dalla riuscita in ambito scolastico. La scuola deve orientare il percorso educativo verso la formazione della persona e non verso l’istruzione fine a se stessa. La scuola inoltre deve consentire agli allievi di confrontarsi con problemi e quesiti che sollecitino uno sforzo creativo poi consolidato grazie all’esperienza di apprendimento. L’educazione fisica è la disciplina che più si addice a tutto ciò grazie alla sua prerogativa di rivolgersi alla totalità della persona, alla possibilità di attivare le funzioni operative. Lo sport educativo e le attività espressive anche alla scuola secondaria di 2° grado rappresentano ottimi supporti per far vivere il gusto dello sforzo e il piacere del risultato. Lo sport consente all’adolescente di sperimentare sé stesso, valutare le proprie possibilità e conoscere i propri comportamenti imparando ad assumersi le responsabilità. Il quadro di cooperazione completa il quadro educativo. La scuola deve offrire agli allievi un apprendimento significativo che avvenga tramite il fare e che tenga conto della partecipazione del giovane sia sul piano razionale-conoscitivo che su quello emozionale-affettivo; l’individuo e il gruppo hanno un ruolo attivo nel percorso finalizzato all’assunzione di responsabilità. Il sistema scolastico dovrebbe anche aiutare l’adolescente a conquistare gli strumenti necessari per superare le naturali difficoltà e disarmonie evolutive consentendogli di strutturare la propria identità sulla base di esperienze e vissuti che passano dalla corporeità, dall’azione e dall’espressione di sé attraverso il movimento. Dalle Indicazioni generali dei programmi di educazione fisica della scuola secondaria di secondo grado: - l’insegnamento di educazione fisica costituisce il proseguimento logico di quello svolto nella media - concorre alla formazione degli alunni allo scopo di favorirne l’inserimento nella società civile in un modo consapevole e nella pienezza dei propri membri - l’adolescente partecipa in modo più attivo rispetto al ragazzo delle medie - egli ricerca una propria autonomia responsabile. Emerge che l’educazione fisica tende al motivato coinvolgimento degli alunni e degli alunne. Quindi alla fine del secondo ciclo lo studente sarà in grado di gestire in modo consapevole l’espressività corporea. Attraverso il movimento nella sue forme più disparate possiamo interagire sulla persona totale. L’espressività corporea rappresenta l’attività per eccellenza che meglio si addice a questo fine; in essa si armonizzano le proprie emozioni con il corpo che si muove mentre l’intelligenza si diffonde in ogni cellula, si condividono sensazioni nel divenire parte di un gruppo ed il gruppo diventa parte di ogni indivuduo. L’espressività dei gesti induce anche l’allievo a gestire la propria energia, lo aiuta ad abituarsi a controllare la forza. È’ efficace anche per educare all’affettività. Bisogna ricordare che nello sviluppo globale il movimento si manifesta in due forme differenti ma complementari: la forma espressiva e la forma operativo-transitiva. Per uno sviluppo equilibrato riteniamo utili sia l’educazione al “saper fare” sia quella al “saper essere” e al “conoscere”. Crescere assieme al corpo e divenire attraverso il corpo è la sfida che l’essere umano deve affrontare se intende vivere realizzandosi e contribuendo all’evoluzione dell’umanità. Cap 5 – Didattica delle attività espressivo-comunicative L’organizzazione di un percorso di espressività corporea nella scuola potrà avvenire con modalità differenti: 1- In forma di progettazione annuale: si programmerà un intervento a lungo termine che tenda a sviluppare le conoscenze e le abilità previste dagli obiettivi specifici di apprendimento, attraverso l’attivazione delle capacità coordinative e condizionali. 2- In forma di unità didattica e/o apprendimento: sviluppare le argomentazioni contenute in più gruppi di schede dei blocchi proposti (relazione, comunicazione, espressività corporea) 3- In forma di singola lezione 4- In forma di percorso extracurricolare. La prima parte di schede è dedicata allo sviluppo della relazione. L’aspetto relazionale è il primo momento e il presupposto per ogni tipo di apprendimento. La relazione rappresenta la fase iniziale ad ogni azione, esperienza, creazione. La seconda fase riguarda l’aspetto della comunicazione attraverso il corpo utilizzando esperienze volte a migliorare le capacità coordinative e condizionali supportate dall’uso della musica e degli strumenti sonori. La comunicazione non potrà essere efficace se prima non sarà stato risolto l’aspetto relazionale. La terza fase è dedicata all’espressività corporea vera e propria ed alle possibili sue applicazioni all’interno di laboratori creativi e di improvvisazioni con il supporto di oggetti informali. Nell’improvvisazione si stabiliscono rapporti e si comunicano messaggi con gli oggetti, con le persone, con i colori e con i suoni; con l’ambiente fisico, naturale e con la vita quotidiana. Per quanto riguarda l’applicazione dell’espressività corporea all’interno dei laboratori cretaivi, si tratterà di realizzare praticamente l’espressività personale “lasciando fluire la propria creatività”. Riguardo alle modalità di verifica ed ai criteri di valutazione di qualsiasi percorso di espressività, non è stato previsto un modello oggettivo poiché si ritiene fuori luogo prevedere misurazioni oggettive come quelle tradizionali. È’ possibile verificare i cambiamenti della condotta globale di ogni singolo allievo. Può essere significativo anche percepire e constatare il clima di serenità ed armonia che viene a ricrearsi nel gruppo, la sempre maggiore disponibilità di ciascuno nei confronti dell’altro, il piacere di stare e fare insieme, elementi che palesano al docente la riuscita della propria attività didattica.
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