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riassunto esaustivo libro pensieri lenti e veloci, Sintesi del corso di Psicologia Generale

riassunto del libro di Kahneman

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 04/09/2023

Mchr00
Mchr00 🇮🇹

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Scarica riassunto esaustivo libro pensieri lenti e veloci e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! PENSIERI LENTI E VELOCI CAPITOLO 1°
 I due sistemi
 Per parecchi decenni gli psicologi si sono interessati attivamente alle due modalità di pensiero. Termini coniati in origine dagli psicologi Keith Stanovich e Richard West: - Sistema 1: Opera in fretta e automaticamente con poco nessuno sforzo e nessun senso di lcontrollo volontario. - Sistema 2: Indirizza l’attenzione verso le attività mentali impegnative che richiedono focalizzazione, come i calcoli complessi. - Le operazioni del sistema 2 sono molto spesso associate all’esperienza soggettiva dell’azione, della scelta e della concentrazione. 
 Quando pensiamo a noi stessi, ci identifichiamo con il sistema 2. Il sistema 1 come impressioni e sensazioni che originano spontaneamente e sono le fonti principali delle convinzioni esplicite e delle scelte deliberate del sistema 2. Le operazioni automatiche del sistema 1 generano modelli di idee sorprendentemente complessi, ma solo il sistema 2, più lento, è in grado di elaborare pensieri in una serie ordinata di stadi - Orientarsi verso un suono forte è di norma un’operazione involontaria del sistema 1, che mobilita subito l’attenzione volontaria del sistema 2. Le operazioni assai disperate del sistema 2 hanno una caratteristica in comune: richiedono l’attenzione e sono annullate quando questa viene distolta. Ecco alcuni esempi: - Concentrarsi sulla voce di una particolare persona in una stanza affollata e rumorosa - - Cercare una donna con i capelli bianchi - In tutte queste situazioni bisogna prestare attenzione e si ha un rendimento minore, o nessun rendimento, se non si è pronti o se l’attenzione non è ben indirizzata. - Il sistema 2 ha in parte la capacità di modificare il funzionamento del sistema 1 programmando le funzioni, di norma automatiche, dell’attenzione e della memoria.
 Disponiamo di un budget limitato di attenzione, che destiniamo a varie attività, e se cerchiamo di superarlo falliamo. E’ una caratteristica delle attività impegnative interferisce l’una con l’altra, ed è per questo che è difficile o addirittura impossibile farne molte alla volta. 
 - Tutti abbiamo una certa consapevolezza delle capacità limitate dell’attenzione, e il nostro comportamento sociale tiene conto di tali limiti. Concentrarsi intensamente su un compito rende in effetti la gente cieca anche agli stimoli che di norma attraggono l’attenzione. La dimostrazione più straordinaria del fenomeno è stata data da Christopher Chabris e Daniel Simons nel libro “Il gorilla invisibile”. - La trama in breve - Il sistema 1 e il sistema 2 sono entrambi attivi quando siamo svegli. - Il primo funziona in maniera automatica, mentre il secondo è di norma in una comoda modalità di minimo sforzo in cui solo una piccola percentuale dalla sua capacità viene utilizzata. - Il primo produce continuamente spunti per il secondo: impressioni, intuizioni, intenzioni e sensazioni. Se corroborate dal sistema 2, le impressioni e le intuizioni si trasformano in credenze e gli impulsi si convertono in azioni volontarie. - Quando il sistema 1 incontra qualche difficoltà, si rivolge al sistema 2 perché proceda a un’elaborazione dettagliata e specifica che risolva il problema contingente. - La sorpresa attiva e orienta la nostra attenzione: fissiamo il fenomeno sorprendente e cerchiamo nella memoria una storia che ne dia ragione. Si reputa inoltre che il sistema 2 controlli costantemente il nostro comportamento. Quando si accorge che sta per essere commesso un errore, il sistema 2 è indotto a intensificare la propria attività. - La divisione del lavoro tra sistema 1 e sistema 2 è assai efficiente, in quanto riduce al minimo lo sforzo e ottimizza il rendimento. In genere il sistema 1 sa fare molto bene il suo mestiere, esso è però soggetto a bias, a errori sistematici che tende a commettere in circostanze specifiche. Un suo ulteriore limite è che non lo si può spegnere. - Conflitto - Uno dei compiti del sistema 2 è vincere gli impulsi del sistema 1. Il sistema 2 è incaricato dell’autocontrollo.
 Illusione di Muller- Lyer, misurandoli con il righello, i due segmenti orizzontali sono in realtà della stessa lunghezza. Il sistema 2 ha una nuova credenza: sai che sono della stessa lunghezza eppure continuerai a vedere il segmento inferiore come più lungo. Hai scelto di credere alla misurazione, ma non puoi impedire al sistema 1 di fare quello che fa di norma; non puoi decidere di vedere i segmenti come uguali. - Per combattere l’illusione puoi fare una sola cosa: imparare a non fidarti delle tue impressioni. Per applicare tale regola, devi riuscire a riconoscere lo schema illusorio e ricordare quello che sai su di esso. Non tutte le illusioni sono visive. Vi sono illusioni del pensiero, che chiamiamo “illusioni cognitive”. - Poiché il sistema 1 agisce automaticamente e non può essere disattivato a piacere, gli errori del pensiero intuitivo sono spesso difficili da prevenire. Non sempre si possono evitare i bias, perché il sistema 2 a volte non ha alcun indizio dell’errore. Anche quando sono disponibili indizi di probabili errori, questi ultimi si possono prevenire solo con un controllo rafforzato e un’attività intensa del sistema 2. Possiamo imparare a riconoscere le situazioni in cui è probabile si verifichino errori e impegnarci maggiormente a evitare grossi sbagli quando la posta in gioco è alta. - Il sistema 1 e il sistema 2 sono fondamentali. Non sono sistemi nel classico senso di entità alcuni aspetti o alcune parti delle delle quali interagiscono. Non vi è nessuna parte del cervello che l’uno o l’altro sistema chiamerebbero “casa”. CAPITOLO 2° - Sforzo mentale - Un articolo di “Scientific American” lo psicologo Hess descriveva la pupilla come finestra dell’anima. Aveva notato che le pupille sono sensibili indici dello sforzo mentale: si dilatano parecchio quando le persone moltiplicano numeri di due cifre, e si dilatano di più davanti a un problema difficile che davanti a un problema facile. Quando si diventa esperti in un compito particolare, la quantità di energia richiesta dalla sua esecuzione diminuisce. - Gli individui molto intelligenti devono fare meno sforzi per risolvere gli stessi problemi degli altri. Il sistema 2 è l’unico in grado di seguire regole, confrontare le varie caratteristiche di alcuni oggetti e operare scelte tra varie opzioni. - Il sistema automatico 1 individua relazioni semplici ed eccelle nell’integrare i dati relativi a una sola cosa, ma non è in grado di gestire simultaneamente vari argomenti distinti, né sa combinare informazioni eterogenee. - Una capacità cruciale del sistema 2 è quella di adottare i “task sets”, ossia di programmare la memoria in maniera che obbedisca a un’istruzione che va al di là delle risposte abituali. Gli - Davanti a un evento del tutto inaspettato, il tuo sistema 1 ha cercato di capire il più possibile la situazione collegando i termini in una storia causale, ha valutato la possibile minaccia, ha creato un contesto per gli sviluppi futuri preparandoti a eventi che si sono appena rilevati più probabili, Il sistema 1 ha trattato il mero accostamento di due parole come una rappresentazione della realtà, il meccanismo che provoca questi eventi mentali è noto da un pezzo, ed è l’associazione di idee. - Un’idea può essere concreta o astratta ed essere espressa in molti modi: come un verbo, un sostantivo, un aggettivo o un pugno chiuso. Gli psicologi considerano le idee nodi di una vasta rete, chiamata memoria associativa, nella quale ogni idea è collegata a molte altre. - Vi sono diversi tipi di connessioni: le cause sono collegate ai loro effetti, le cose alla loro proprietà e alle categorie di appartenenza. Secondo la visione coerente delle funzionamento della memoria associativa, molte cose accadono contemporaneamente. - Un’idea che è stata attivata non si limita a evocarne un’altra, ma ne attiva molte, che a loro volta ne attivano altre. Inoltre solo alcune di queste attivate vengono registrate dalla coscienza. - I miracoli del priming - Gli effetti di priming assumono molte forme. Le idee sensibilizzate tendono a sensibilizzarne altre, benché in maniera più debole. La mappatura di queste increspature è uno dei più affascinanti obiettivi delle ricerche di psicologia cognitiva. - il Priming non è limitato ai concetti e alle parole, dobbiamo accettare l’idea che le nostre azioni ed emozioni siano innescate da eventi da di cui non siamo neppure consapevoli - Esperimento Bargh anziani e giovani corridoio. - L’idea della vecchiaia non è raggiunta alla loro consapevolezza, ma le loro azioni n’erano comunque state influenzate,in questo straordinario fenomeno di priming l’azione è influenzata dall’idea che è definito “effetto ideomotorio”. Il nesso ideo-motorio funziona anche al contrario. I nessi reciproci sono frequenti nella rete associativa, per esempio, se siamo divertiti tendiamo a sorridere e sorridere tende a farci sentire divertiti. Anche gesti semplici e comuni influenzano in consciamente i nostri pensieri e sentimenti. - esperimento apparecchiature audio. - Lo studio degli effetti Priming ci ha portato a comprendere che noi stessi siamo artefici autonomi e consapevoli dei nostri giudizi e delle nostre scelte. CAPITOLO 5° - Ogni qualvolta siamo consci, e forse perfino quando non lo siamo, nel nostro cervello avvengono multiple confutazioni che mantengono e aggiornano le risposte correnti ad alcune domande fondamentali. - Le valutazioni sono fatte in maniera automatica dal sistema 1 e una delle loro funzioni è determinare se occorre uno sforzo ausiliario da parte del sistema 2. - Uno dei quadranti misura la fluidità cognitiva, è la sua gamma è compresa tra facile e difficile. Facile è un segno che le cose stanno andando bene, nessun bisogno di ridirigere l’attenzione o modificare gli sforzi. Difficile indica che esiste un problema che richiede una maggiore mobilitazione del sistema 2. In questo caso, invece che di fluidità, si può parlare di tensione cognitiva, che è influenzata sia dall’attuale livello di sforzo sia dalla presenza di richieste insoddisfatte. - Le varie cause della fluidità o della tensione hanno effetti intercambiabili; quando siamo in uno stato di fluidità cognitiva, siamo con tutta probabilità di buon umore, è anche probabile che pensiamo in maniera relativamente informale e superficiale, quando siamo sotto tensione, tendiamo ad essere vigilanti e sospettosi commettiamo meno errori ma siamo anche meno intuitivi e meno creativi del solito. - Illusioni del ricordo - La visione non è l’unico segno dell’illusione, anche il pensiero è soggetto a illudersi. Abbiamo maggiore fluidità cognitiva davanti ha una parola già visto in precedenza, ed è questo il senso di fluidità che ci dà un’impressione di familiarità. (Effetto esposizione). - Illusioni di verità - L’impressione di familiarità è prodotta dal sistema 1 e il sistema 2 fa assegnamento su quell’impressione per il giudizio di verità/falsità. - Qualunque cosa renda più facile ai meccanismi associativi di funzionare bene tenderà anche a viziare le credenze con errori sistematici. - Un modo sicuro di indurre la gente a credere a cose false è la frequente ripetizione, perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità. La familiarità di un’espressione in una frase basta a rendere familiare, e quindi vera, l’intera frase. - Se non si riesce a ricordare la fonte di un enunciato e non siamo modo di collegare quest’ultimo a niente di noto, non si ha altra scelta che affidarsi al senso di fluidità cognitiva. - Come scrivere un messaggio persuasivo - È del tutto legittimo che chiediamo alla fluidità cognitiva di attivarsi nel nostro interesse, e gli studi sulle illusioni di verità formulano ipotesi specifiche che potrebbero aiutarci a raggiungere l’obiettivo. - Pag.7 - Tensione e sforzo - Da un lato si prova tensione cognitiva quando ci si impegna in faticose operazioni del sistema due, dall’altro l’esperienza della tensione cognitiva, qualunque ne sia la fonte, tende a mobilitare il sistema due, inducendo le persone a passare dalla modalità intuitiva e informale di risoluzione dei problemi alla modalità analitica di maggiore impegno. - Il CRT ( Cognitive Reflection Test), il test di riflessione cognitiva è costituito dal problema della mazze della palla ed altri due problemi scelti anch’essi perché inducono un’immediata risposta intuitiva scorretta. (Esp) - La tensione cognitiva, qualunque ne sia la fonte, mobilita il sistema 2, che è portato a scartare la risposta intuitiva suggerita dal sistema 1. L’effetto esposizione si verifica anche quando le persone o le immagini ripetute sono mostrate così in fretta che gli osservatori non si rendono nemmeno conto di averle viste. Ugualmente, le persone finiscono per preferire i termini o le immagini comparse più spesso. - Il sistema 1 reagisce a impressioni di eventi di cui il sistema 2 non è consapevole, anzi, l’effetto esposizione è in realtà più forte nel caso degli stimoli che l’individuo non vede mai consciamente. - L’effetto esposizione si instaura, secondo Zajonc, perché l’esposizione ripetuta a uno stimolo non è seguita da niente di brutto, tale stimolo alla fine diventa un segnale di sicurezza, e la sicurezza è un bene. - Mednick Inventò un test, il test di associazione remota (RAT), Che è ancora usato spesso negli studi di creatività. Negli ultimi anni, diverse équipe di psicologi tedeschi che hanno studiato il RAT hanno fatto notevoli scoperte sulla fluidità cognitiva. - Esperimento (pag.8) - La prima sorpresa è che le intuizioni della gente sono molto più esatte di quello che sarebbero per puro caso, un debolissimo segnale proveniente dei meccanismi associativi genera un senso di fluidità cognitiva molto prima che la situazione sia effettivamente compiuta. Un’altra scoperta notevole è il potente effetto dell’umore su questa performance intuitiva. - Gli sperimentatori calcolarono un indice di intuizione per misurare l’accuratezza dell’intuizione stessa e scoprirono che, se prima del test infondevano il buon umore nei soggetti dicevano loro di pensare a cose belle, l’accuratezza era più che doppia. Un risultato ancora più notevole era che i soggetti infelici non riuscivano assolutamente a eseguire il compito intuitivo in maniera accurata: le loro intuizioni non erano migliori di quelle puramente casuali. - L’umore evidentemente influisce sul funzionamento del sistema uno: quando ci sentiamo a disagio e infelici, perdiamo il contatto con la nostra intuizione. Il buon umore allenta il controllo del sistema due sul rendimento, il buon umore è segnale che le cose stanno andando generalmente bene, e che l’ambiente è privo di pericoli. La fluidità cognitiva e il sorriso si presentano insieme, ma le sensazioni di benessere portano davvero a intuizioni di coerenza? La risposta è sì. La prova è stata fornita da un ingegnoso esp. (Cerca esperimento) CAPITOLO 6° - Valutare la normalità - La principale funzione del sistema 1 è mantenere e aggiornare un modello del nostro mondo personale che rappresenti cosa sia normale al suo interno. - La capacità di stupirsi è un aspetto essenziale della nostra vita mentale, e la sorpresa stessa è l’indicazione più sensibile di come capiamo il mondo e di che cosa ci aspettiamo da esso.vi sono due principali varietà di sorpresa. - Alcune aspettative sono attive e conosce. Ma esiste una categoria assai più ampia di eventi che prevediamo passivamente; non li aspettiamo, ma non siamo sorpresi quando accadono, si tratta di avvenimenti che sono normali in una situazione anche se non abbastanza probabili da essere attivamente attesi. - Un singolo episodio può rendere meno stupefacente che si ripeta una determinata circostanza. In alcune circostanze, le aspettative passive diventano all’improvviso attive. Studi sulle reazioni del cervello hanno dimostrato che le violazioni della normalità sono individuate con eccezionale rapidità e sottigliezza. - Nel corso di una recente esperimento, i soggetti hanno udito la frase “la terra gira intorno alle guaio ogni anno.” È stato osservato che si configura un preciso modello di attività cerebrale due decimi di secondo dopo che si è udita la parola incongrua, occorre attingere una grande quantità di nozioni sul mondo per rilevare l’incongruità. Riusciamo a comunicare gli uni con gli altri perché la nostra conoscenza del mondo è il nostro uso delle parole sono in gran parte condivisi. TEORIA DELLA NORMA= quando rileviamo unincogruenza all’interno di un’informazione o una frase e nel momento in cui abbiamo poche informazioni su di essa si può ricadere a bias. - Abbiamo norme per un gran numero di categorie, e queste norme costituiscono lo sfondo che ci permette di individuare immediatamente anomalie - Gli esperimenti hanno dimostrato che i bambini di sei mesi vedono la sequenza di eventi come uno scenario causa effetto, e mostrano sorpresa quando la sequenza è alterata. Siamo evidentemente pronti fin dalla nascita ad avere impressioni di causalità che non dipendono dal ragionare sui modelli di causalità, sono prodotti dal sistema 1. - La percezione dell’intenzione dell’emozione è molto forte; solo gli individui affetti da autismo non la provano. - ILLUSIONE DELLA CAUSALITÀ: gente utilizza il pensiero causale in situazione che richiedono il ragionamento statistico—> un’abilità del sistema due. Autistici non hanno questa cosa. CAPITOLO 9° - Sostituzione delle domande - Se non si trova in fretta una risposta soddisfacente è un quesito difficile, il sistema 1 recepisce un secondo quesito, connesso al primo ma più facile risponde a quello. Chiamiamo questa operazione sostituzionale - La domanda bersaglio è quella sulla quale si intende formulare un giudizio; la domanda euristica è la domanda più semplice alla quale si risponde al posto dell’ altra. Euristica è una definizione tecnica, e sta a indicare una semplice procedura che aiuta a trovare risposte adeguate, anche se spesso imperfette a quesiti difficili. - Quando sono invitate a giudicare la probabilità, le persone in realtà giudicano qualcos’altro, anche se credono di avere dato un giudizio di probabilità. Il sistema uno spesso agisce in questo modo quando si trova davanti a difficili domande bersaglio: qualora gli venisse subito in mente la risposta una domanda correlata più facile dell’altra lo userebbe. - Lo schioppo mentale rende facile generare risposte rapide a domande difficili senza imporre un lavoro eccessivo al pigro sistema due. I progressi automatici dello schioppo mentale e del matching intensità spesso rendono disponibili una o più risposte a domande facili da associare alle domande bersaglio. In alcune occasioni avviene la sostituzione e il sistema due avalla la risposta euristica. Naturalmente il sistema due avrebbe l’opportunità di rifiutare questa risposta intuitiva o di modificarla incorporandovi altre informazioni, ma essendo pigro segue sovente la via del minimo sforzo e avalla una risposta euristica senza analizzare troppo se sia davvero adeguata. Inoltre, a volte non ci rendiamo conto che la domanda bersaglio era difficile, perché ci è venuta in mente subito la risposta intuitiva. - Euristica dell’umore e felicità - Un’indagine condotta su studenti tedeschi offre uno dei migliori esempi di sostituzione. Il sondaggio cui i giovani volontari parteciparono comprendeva le seguenti domande: “quanto sei felice in questo periodo?“, “Quanti appuntamenti amorosi hai avuto il mese scorso?“.
 Gli sperimentatori erano interessati alla correlazione tra le due domande - I risultati stavolta furono completamente diversi in quella sequenza, la correlazione tra il numero di appuntamenti amorosi alla felicità percepita era il livello più alto che possono raggiungere le correlazioni tra due misure psicologiche. A quanto pareva uscire con una ragazza non era il fulcro della vita di quegli studenti, ma quando era stato loro chiesto di riflettere sulla propria vita sentimentale, essi avevano avuto chiaramente una reazione emotiva. I soggetti che avevano molti appuntamenti era stato ricordato un aspetto felice della loro vita, mentre a quelli che non uscivano con nessuna erano stati ricordati la solitudine e il rifiuto . - L’emozione suscitata dalla domanda sugli appuntamenti amorosi era ancora nella mente di tutti quando era stata fatta la seconda domanda sulla felicità generale. Se fossero stati interrogati su due concetti, avrebbero detto che erano diversi, ma non era stato loro chiesto se i concetti fossero diversi, bensì quanto fossero felici e il sistema uno aveva una risposta pronta.
 - Euristica dell’affetto - Lo psicologo Slovic ha ipotizzato un’euristica dell’affetto, la quale fa sì che, nelle persone simpatiche e antipatiche determinano le credenze sul mondo. - Osserviamo un nuovo aspetto della personalità del sistema due, nel contesto degli atteggiamenti esso tende più a scusare che a criticare le emozioni del sistema uno, più ad avallare che a imporre. Nella sua ricerca di informazioni argomentazioni si limita in genere a cooptare i dati che sono compatibili con le credenze esistenti e non procede ad analizzare. - CAPITOLO 10° - Il bias della certezza rispetto a dubbio - Il sistema uno non è incline al dubbio, reprime l’ambiguità ed elabora spontaneamente storie il più coerenti possibili. Il sistema due è capace di dubbio, perché è in grado di mantenere simultaneamente possibilità incompatibili, ma sostenere il dubbio è un lavoro più duro che cedere alla certezza. - L’eccessiva fiducia dei ricercatori in quello che si può apprendere da alcune osservazioni è strettamente connessa all’effetto alone, la sensazione che abbiamo spesso di conoscere e capire una persona della quale realtà sappiamo pochissimo. Il sistema uno corre avanti ai fatti elaborando una ricca immagine sulla base di frammenti di evidenza. - Se si segue la propria intuizione, spesso e volentieri si sbaglia, e si classifica erroneamente un evento casuale come statistico. Siamo sempre troppo disposti a scartare l’idea che gran parte di quello che vediamo nella vita sia casuale. Grazie ai recenti progressi nel campo della psicologia cognitiva, oggi che abbiamo ampiamente che la legge dei piccoli numeri fa parte di due storie più ampie che riguardano il funzionamento della mente: - La fiducia esagerata in campioni piccoli è solo un esempio di un’illusione più generale: noi prestiamo più attenzione al contesto dei messaggi che alle informazioni sulla loro attendibilità e di conseguenza finiamo per avere una visione del mondo esterno che è più semplice e più coerente di quanto i dati non giustifichino. - Saltare alle conclusioni è uno sport più sicuro nel mondo dell’immaginazione che nel mondo della realtà. - Molti eventi del mondo, tra cui i casi di campionamento, sono casuali e le spiegazioni causali di eventi casuali sono irrimediabilmente sbagliate. CAPITOLO 11° - Effetto ancoraggio, si verifica quando le persone dovendo assegnare un valore a una quantità ignota, partono per farlo da un determinato valore disponibile. Il fenomeno è uno dei più assodati riconosciuti dalla psicologia sperimentale: le stime si mantengono vicine al numero di cui soggetti sono partiti, ed è per questo che si è bloccata l’immagine dell’ancora. - Ancoraggio con aggiustamento. - Ad Amos piaceva l’idea di un’euristica dell’aggiustamento dell’ancoraggio come strategia per stimare quantità incerte: partire dal numero ancorante, valutare se è troppo elevato o troppo basso e a poco a poco aggiustare la stima allontanandosi mentalmente dell’ancora. In generale l’aggiustamento finisce prematuramente perché la gente si ferma quando non è più sicura di potersi allontanare ancora. Nick Epley e Tom Gilovich riuscirono a dimostrare che l’aggiustamento è un tentativo deliberato di trovare motivi per allontanarsi dall’ancora - I soggetti aggiustano meno quando le loro risorse mentali sono impoverite o da una memoria carica di cifre o da una leggera ubriachezza, l’aggiustamento insufficiente è il deficit di un sistema 2 pigro e debole.
 - L’ancoraggio come effetto priming - La suggestione è un effetto priming selettivamente evidenze compatibili. Il sistema uno comprende le frasi cercando di renderle vere, e l’attivazione selettiva di pensieri compatibili produce una famiglia di errori sistematici che ci dispongono a prestare troppa fede a qualunque cosa crediamo. - Molti fenomeni psicologici si possono dimostrare sperimentalmente, ma pochissimi si possono davvero misurare. L’effetto delle ancore rappresenta una eccezione, l’ancoraggio si può misurare ed è un effetto incredibilmente grande. - Nel corso di un esperimento condotto alcuni anni fa, a degli agenti immobiliari fu data opportunità di stimare il valore di una casa che era davvero in vendita, essi visitarono la casa e studiarono un esauriente opuscolo di informazioni che comprendeva il prezzo ufficiale. A metà degli agenti fu dato un opuscolo con un prezzo ufficiale molto più alto del prezzo finale, mentre all’altra metà fu dato una Busco con un prezzo ufficiale è molto più basso. Ciascun agente disse la sua opinione su un prezzo d’acquisto ragionevole della casa e il prezzo più basso a cui avrebbe accettato di venderla se ne fosse stato il proprietario. Agli agenti fu poi chiesto quali ritenevano fossero i fattori che avevano influenzato loro giudizio, particolarmente notevole, il prezzo ufficiale stampato sull’opuscolo non rientrava tra essi: gli agenti andavano fieri della loro capacità di ignorarlo, ma si sbagliavano, infatti l’effetto ancoraggio risulta del 41%. - Usi e abusi delle ancore - Gli effetti ancoraggio, a volte dovuti al priming, altri ad aggiustamento insufficiente, sono dappertutto. I meccanismi psicologici che producono un ancoraggio ci rendono molto più suggestionabili di quanto in genere non vorremmo essere, e naturalmente esistono molte persone che sono capaci di sfruttare la nostra credulità e sono pronte a farlo. - Alcuni anni fa, i clienti di un supermercato scoprirono che c’era una promozione per cui la zuppa veniva venduta con uno sconto del 10%. Certi giorni un cartello sullo scaffale diceva “quantità massima acquistabile per persona 12 barattoli“, altri diceva “nessun limite alla quantità acquistabile per persona“.quando c’era il limite, i clienti compravano in media sette scatolette, il doppio di quelle che acquistavano quando non c’era nessun limite. - L’ancoraggio non è l’unica spiegazione, il razionamento suggerisce che i prodotti stiano andando a ruba e che gli acquirenti farebbero bene ad affrettarsi a comprarne una scorta. - La strategia di pensare deliberatamente l’opposto può essere una buona difesa contro gli effetti ancoraggio, perché previene il reclutamento distorto di pensieri che producono tali effetti. - L’ancoraggio e i due sistemi - Gli effetti delle ancore casuali hanno molto da dirci riguardo al rapporto tra sistema uno e sistema due. Si sono sempre studiati gli effetti ancoraggio in compiti di giudizio e scelta e seguiti dal sistema due. - Tuttavia il sistema due elabora dati che sono recuperati dalla memoria con operazioni automatiche e involontarie del sistema 1. Il sistema due e quindi soggetto all’influenza fuorviante di ancore che rendono alcune informazioni più accessibili. Inoltre, esso non ha alcun controllo alcuna conoscenza dell’effetto. I soggetti che sono stati esposti ad ancore casuali o assurde negano recisamente che quelle informazioni chiaramente inutili abbiano influenzato la loro stima, mentre sappiamo che non è così. CAPITOLO 12 - Definiamo l’euristica della disponibilità come il processo di giustificare la frequenza in base all facilità con cui gli esempi ci vengono in mente. - L’euristica della disponibilità, come altre euristiche del giudizio, sostituisce un quesito con un altro: desideriamo valutare le dimensioni di una categoria ma siamo suggestionati dalla facilità con cui ci vengono in mente gli esempi. - La sostituzione delle domande produce inevitabilmente errori sistematici. - Per scoprire in che modo l’euristica conduca a bias, basta seguire una semplice procedura: elencare i fattori, diversi dalla frequenza, che rendono facile trovare esempi. Ogni fattore dell’elenco sarà una potenziale fonte di bias. - Resistere a questa nutrita serie di potenziali bias di disponibilità è possibile. Bisogna fare lo sforzo di riconsiderare le proprie impressioni e intuizioni per rispondere a diverse domande. - La psicologia della disponibilità - Tra le caratteristiche fondamentali del sistema uno c’è la capacità di stabilire aspettative e di stupirsi quando esse sono violate. Il sistema recupera anche le possibili cause di una sorpresa, di solito trovando una possibile causa tra le sorprese recenti. Inoltre, il sistema due è in grado di resettare al volo le aspettative del sistema uno, sicché un evento che di norma sarebbe sorprendente può diventare quasi normale. La conclusione è che la facilità con cui gli esempi tornano alla mente è un’euristica del sistema uno, cui si sostituisce la focalizzazzione sul contenuto quando il sistema due è maggiormente impegnato. - I soggetti che si lasciano guidare dal sistema uno sono più fortemente inclini a bias di disponibilità di quelli che si trovano in uno stato di maggiore vigilanza. CAPITOLO 13° - Disponibilità e affetto - Le stime delle cause di morte sono viziate dal modo in cui i media trattano le notizie, e questo modo è intrinsecamente viziato dalla ricerca di novità e sensazionalità. I media non si limitano a plasmare le notizie di interesse per il pubblico, ma sono anche plasmati da esse. - l problema quindi provoca un conflitto tra l’intuizione della rappresentatività e la logica della probabilità. - Come nel caso di Tom W., le classifiche medie in base alla rappresentatività e in base alla probabilità erano identiche: «cassiera di banca femminista» era più in alto in classifica di «cassiera di banca» sia nel primo giudizio sia nel secondo. Si tratta di un fallimento del Sistema 2. - Il termine «fallacia» è usato in genere quando qualcuno non segue una regola logica che è chiaramente necessario seguire. - I giudizi di probabilità sia nel problema di Tom sia in quello di Linda corrispondevano esattamente ai giudizi di rappresentatività (somiglianza con gli stereotipi). - La rappresentatività appartiene a un gruppo di valutazioni di base strettamente correlate, che tendono a essere generate insieme. - Non è detto che le storie più coerenti siano quelle più probabili, ma sono plausibili, e gli sprovveduti confondono facilmente i concetti di coerenza, plausibilità e probabilità. - Ad esempio, se dovessimo considerare questa domanda: Quale alternativa è più probabile?
 Mark ha i capelli
 Mark ha i capelli biondi - Questa domanda è uguale a quella del problema di Linda, ma non induce alcuna fallacia perché il risultato è più dettagliato, solo più dettagliato, non più plausibile o più coerente e non costituisce nemmeno una storia migliore. - La valutazione della plausibilità e della coerenza non suggerisce né risponde alla domanda sulla probabilità. Senza la concorrenza dell’intuizione, la logica prevale. - Il meno è più , a volte anche in valutazione congiunta
 ESPERIMENTO: Fu chiesto a un campione di attribuire un prezzo a due servizi di piatti (servizi A e B). - All’esperimento presero parte tre gruppi.
 A un gruppo fu mostrato l’elenco nel quale i due servizi vengono confrontati, per consentire ai volontari di effettuare una “valutazione congiunta”. - Agli altri due gruppi fu mostrato solo uno dei due servizi, e in questo caso i volontari dovettero limitarsi a una “valutazione singola”.
 - Il servizio A contiene tutti i piatti del servizio B e altri sette piatti integri, e deve valere di più. - In effetti, i partecipanti all’esperimento di valutazione congiunta si dissero disposti a pagare il servizio A un po’ più del servizio B: 32 dollari contro 30. - I risultati si invertirono nella valutazione singola, dove il servizio B fu valutato molto più del servizio A: 33 dollari contro 23. - Hsee definì il modello risultante “IL MENO È PIÙ”. - Il valore economico di un servizio di piatti è una variabile di tipo somma. Aggiungere un articolo di valore positivo al servizio può solo aumentarne il valore, così come la probabilità è una variabile di tipo somma. - L’incidenza di errori fu del 65% nel gruppo che vide la prima formulazione del problema, e solo del 25% nel gruppo che vide la seconda. - Perché la domanda «quanti dei 100 partecipanti al sondaggio...» è tanto più facile della domanda «che percentuale di...»? - Una spiegazione probabile è che il riferimento a cento individui evochi una rappresentazione spaziale. L’aspetto singolare della storia di Linda è il contrasto con l’indagine sui piatti rotti. - I due problemi hanno la stessa struttura, ma danno esiti diversi. - I soggetti che vedono il servizio di piatti comprendente i piatti rotti vi assegnano un prezzo molto basso; il loro comportamento riflette una regola dell’intuizione. Gli altri soggetti che vedono entrambi i servizi contemporaneamente applicano la regola logica secondo la quale un numero maggiore di piatti può solo aggiungere valore. - Nel problema di Linda, invece, l’intuizione spesso superava la logica anche nella valutazione congiunta. CAPITOLO 16 - Esistono due tipi di probabilità a priori. - Le “probabilità a priori statistiche” sono dati su una popolazione a cui appartiene un caso, ma che non riguardano il singolo caso; sono in genere sottostimate e a volte trascurate del tutto, quando sono disponibili informazioni specifiche sul caso. - Le “probabilità a priori casuali” modificano la nostra visione di come si sia verificato il singolo caso; sono trattate come informazioni sul singolo caso e vengono facilmente combinate con altre informazioni specifiche del caso. - Si è formato ora uno stereotipo, adattato facilmente a una storia casuale, della sconsideratezza dei Verdi, che si applica ai singoli tassisti. “i tassisti verdi sono pericolosi”. - Gli stereotipi sono asserzioni riguardanti un gruppo, che vengono accettate come dati di fatto validi per ciascun membro del gruppo. Tali asserzioni portano a dedurre la propensione dei singoli membri del gruppo a fare una certa cosa, e si prestano all’elaborazione di una storia causale. - Una delle caratteristiche fondamentali del sistema 1 è di rappresentare categorie come norme ed esemplari prototipici, conserviamo nella memoria la rappresentazione di uno o più membri “normali” di ciascuna di queste categorie; quando le categorie sono sociali tali rappresentazioni sono definite “stereotipi” . - Gli stereotipi, veri o falsi che siano, riflettono il nostro modo di rappresentare le categorie. - Nell'esempio dei taxi, la disattenzione per le informazioni a priori è un errore cognitivo, un'incapacità di condurre un ragionamento bayesiano, ed è auspicabile affidarsi alle probabilità a priori casuali. Ridurre a stereotipo i tassisti Verdi migliora l'accuratezza del giudizio. In altri contesti però lo stereotipo è vietato. CAPITOLO 17 - REGRESSIONE VERSO LA MEDIA - REGRESSIONE VERSO LA MEDIA: Più è estremo il punteggio originale, più regressione ci aspettiamo, perchè un punteggio eccezionalmente buono fa pensare a una giornata molto fortunata. - La predizione regressiva è ragionevole, ma la sua precisione è garantita. - Il fatto che si osservi la regressione quando si predice un evento in base a un evento successivo dovrebbe contribuire a convincere che il fenomeno non ha una spiegazione causale. - Gli effetti della regressione sono ubiqui e altrettanto lo sono le storie causali che dovrebbero spiegarli. - Il fenomeno della regressione è strano per la mente umana. - Fu Francis Galton a scoprire il fenomeno della “regressione verso la media” , attraverso un esperimento dove confronta la statura di vari semi con i loro “genitori”. - Vide che i semi “figli” non tendevano ad avere dimensioni simili a quelle dei genitori, ma più mediocri, ovvero tendevano ad essere più piccoli dei genitori se i genitori erano grandi e più grandi dei genitori se questi erano molto piccoli. - La regressione filiale media verso la mediocrità era direttamente proporzionale alla deviazione parentale ad essa. - La regressione si presenta inevitabilmente quando la correlazione tra due misure è imperfetta. - Il «coefficiente di correlazione » tra due misure, varia da 0 a 1, è una misura del peso relativo dei fattori che esse condividono. - La correlazione e la regressione non sono due concetti, ma due modi di vedere lo stesso concetto. - La regola generale è semplice, ogni qualvolta la correlazione tra due punteggi è imperfetta si ha la regressione verso la media. - Quando viene rilevata la regressione, si evocano spiegazioni causali, che però si rilevano sbagliate, perché la verità è che la regressione verso la media ha una spiegazione, ma non una causa. - Le nostre difficoltà con il concetto di «regressione verso la media» originano sia dal sistema 1 che dal sistema 2. - Senza istruzioni speciali, la relazione tra correlazione e regressione rimane oscura. Il sistema 2 trova difficile capire e imparare. Questo è dovuto in parte alla richiesta insistente di interpretazioni causali, che è una caratteristica del sistema 1. CAPITOLO 18 - Correggere predizioni intuitive - Alcune intuizioni attingono soprattutto all'abilità e alla competenza acquisite attraverso l'esperienza ripetuta. - Altre intuizioni, che sono a volte soggettivamente indistinguibili dalle prime, nascono dalle operazioni euristiche che spesso sostituiscono con un quesito facile il quesito più difficile che è stato posto al soggetto. I giudizi intuitivi sono formulati con grande sicurezza anche quando si basano su valutazioni non regressive poco corroborate da prove. Naturalmente molti giudizi, sono influenzati da una combinazione di analisi e intuizione. - Si attivano diverse operazioni del sistema 1: - Siamo in grado di rifiutare informazioni che giudichiamo irrilevanti o false, ma correggere piccole lacune delle prove non è qualcosa che possa fare il sistema 1. Di conseguenza, le predizioni intuitive sono quasi del tutto insensibili alla reale qualità predittiva delle prove. Quando viene rinvenuto un nesso si ricorre al WYSIATI: la nostra memoria associativa costruisce immediatamente e automaticamente la migliore storia possibile a partire dalle informazioni disponibili. - Subito dopo, le prove vengono valutate in relazione con la norma pertinente. Sostituzione e matching di intensità.
 Da un impressione generale a una più particolare. - La previsione del futuro non si distingue dalla valutazione delle prove disponibili: la previsione corrisponde alla valutazione. E' forse la dimostrazione migliore del ruolo della sostituzione. - Il metodo di predizione generale è articolato in quattro mosse che producono una predizione non distorta: - • inizia con una stima della GPA (media dei voti dello studente) media - • determina la GPA che corrisponde all'impressione che hai ricavato dalle prove. - • Valuta la correlazione tra le tue prove e la GPA - • Se la correlazione è 0,30 sposta il 30% della distanza della media verso la corrispondente GPA. - Si può applicare ogni volta che bisogna misurare una variabile quantitativa (GPA, il profitto di un investimento o la crescita di un'azienda). - Il metodo si basa sulla tua intuizione, ma la modera, facendola regredire verso la media. - La mossa 1 da le condizioni di base, ovvero la GPA predetta in mancanza di informazioni; la mossa 2 è la predizione intuitiva basata sulla valutazione delle prove, la mossa 3 si sposta dalle condizioni di base verso l’intuizione, la mossa 4 porta a fare una predizione che è influenzata dall’intuizione ma più moderata. - Questo metodo di predizione è generale, si usa per prevedere una variabile quantitativa. Il metodo si basa sulla tua intuizione, ma la modera, facendola regredire verso la media. - Le predizioni intuitive devono essere corrette perché non sono regressive e quindi sono distorte. - Le predizioni intuitive corrette eliminano quei bias, sicché le predizioni tenderanno in pari misura a sovrastimare e sottostimare il valore reale. Continuerai a fare errori quando le predizioni saranno prive di bias, ma gli errori saranno più piccoli e non favoriranno nè risultati alti nè quelli bassi. - Uno dei motivi, secondo Meehl, è che essi cercano di essere bravi, di assumere un punto di vista inedito, e nel fare le loro predizioni prendono in considerazione combinazioni complesse di caratteristiche. La complessità magari funziona nel caso particolare, ma spesso e volentieri riduce la validità. - Le combinazioni semplici di caratteristiche sono migliori. - Un altro motivo dell'inferiorità è che gli esseri umani si rivelano incoerenti quando formulano giudizi sommari su informazioni complesse, spesso chiedendo diverse valutazioni riguardo le stesse informazioni e si ricevono risposte differenti. - La diffusa incoerenza è probabilmente dovuta all'estrema dipendenza dal contesto del sistema 1. Poiché abbiamo una scarsissima conoscenza diretta di quello che accade nella nostra mente, non sapremo mai che avremmo potuto formulare un altro giudizio o arriverà una decisione diversa in circostanze leggermente diverse. - Per massimizzare l'accuratezza predittiva, le decisioni finali dovrebbero essere affidate alle formule, specie negli ambienti a bassa validità. - Gli schemi equal-weighting, di ponderazione equa,sostiene che è possibile sviluppare algoritmi utili senza nessuna ricerca statistica precedente, formule equo-ponderate sono ottimi predittori di risultati importanti. CAPITOLO 22: INTUIZIONE ESPERTA: QUANDO POSSIAMO FIDARCI? - Klein e gli studiosi dell’NDM (naturalistic decision making processo decisionale naturalistico) tendono a studiare il modus operandi degli esperti. - Gli alfieri dell’NDM rifiutano categoricamente il metodo «bias-centrico» proprio del modello dei bias e dell’euristica. - Criticano tale modello in quanto si preoccupa troppo dei fallimenti e si ispira a esperimenti artificiale anziché all’analisi delle persone reali che fanno cose che contano. - Klein elaborò una teoria del processo decisionale che definì «modello RPD» (recognition-primed decision decisione stimolata dal riconoscimento). Tale processo coinvolge sia il sistema 1 che il sistema 2. - Il modello del processo decisionale intuitivo fu avanzato da HerbertL’intuizione non è né più né meno che riconoscimento. - Per quanto rapido possa essere l'apprendimento emozionale, ci vuole comunque molto tempo prima che si sviluppi quella che consideriamo una “competenza”. È lenta e complicata, poiché la competenza in un dato campo è un insieme di mini-capacità. - La sicurezza con cui la gente crede a una certa cosa ha due impressioni correlate: la fluidità cognitiva e la coerenza. - Siamo sicuri delle nostre convinzioni quando la storia che raccontiamo a noi stessi ci viene in testa con facilità, senza nessuna contraddizione. Ma la fluidità e la coerenza non garantiscono che una credenza granitica sia vera. - Una mente associativa soffoca il dubbio e ignora quello che non sa. - Come si può valutare la validità probabile di un giudizio intuitivo? - La risposta viene da due condizioni indispensabili all'acquisizione di una competenza: - un ambiente che sia abbastanza regolare da essere prevedibile e l'opportunità di imparare queste regolarità attraverso una pratica prolungata. Quando entrambe queste condizioni sono soddisfatte, è probabile che le intuizioni siano competenti. - Non ci si può fidare dell'intuizione in mancanza di regolarità stabili dell'ambiente. Alcune regolarità dell’ambiente sono più facili da scoprire e applicare di altre (imparare a frenare mentre si guida). - Purtroppo, anche la memoria associativa genera intuizioni soggettivamente irresistibili, che sono in realtà false. - In un ambiente meno regolare, o a bassa validità, si invoca l'euristica del giudizio. Il sistema 1 è in grado di produrre risposte rapide a domande difficili attraverso la sostituzione, creando coerenza dove non ce n'è. - Poiché la sostituzione avviene automaticamente, spesso non conosciamo l’origine del giudizio che noi (sistema 2) auspichiamo e adottiamo. CAPITOLO 23: LA VISIONE ESTERNA - Pur di non rinunciare all'idea di fare il libro Amos e Kahneman capirono di essere incappati in una distinzione tra due metodi di previsione profondamente diversi: “visione interna” e “visione esterna”. - La seconda lezione fu che le loro previsioni iniziali, soffrivano di una fallacia della pianificazione; le loro stime erano più vicine allo scenario ideale piuttosto che a quello realistico. - La terza lezione è la “perseveranza irrazionale “: la follia che mostrarono quel giorno nel non decidere di abbandonare il progetto. - Il problema principale di questo progetto fu non tenere conto di quelle che Rumsfeld definì «incognite dell’incognito», non c’era modo di prevedere la successione di eventi che avrebbe fatto si che il progetto si trascinasse per un’eternità, tutto ciò che ritardava il lavoro non poteva essere previsto. - La fallacia della pianificazione descrive piani e previsioni che:
 • sono poco realisticamente prossimi a scenari ideali;
 • potrebbero essere migliorati consultando i dati statistici relativi a casi simili; - Utilizzare le informazioni distribuzionali relative a iniziative analoghe a quella su cui si incentra la previsione viene definito assumere una “visione esterna”, ed è la cura contro la fallacia della pianificazione. - Rimediare alla fallacia della pianificazione ha acquisito un nome tecnico (reference class forecasting previsione in base alla classe di riferimento). - La visione esterna è elaborata grazie a un grande database che fornisce informazioni sia sui piani sia sui risultati di centinaia di progetti in tutto il mondo, e che può essere usato per avere informazioni statistiche sui probabili sforamenti di costi e tempi oltre che sulle possibili performance di progetti di vario tipo. - Il metodo di previsione cui ricorre Flyvbjerg è: 1. identificare un'adeguata classe di riferimento
 2. procurarsi i dati statistici della classe di riferimento. 3. Servirsi dei dati statistici per generare una predizione a priori. 4. Usare informazioni specifiche riguardanti il caso in questione per aggiustare la predizione a priori, se vi sono particolari motivi di prevedere che nel caso in questione il bias ottimistico sia più o meno pronunciato che negli altri progetti dello stesso tipo. Nella teoria del processo decisionale il bias ottimistico è una fonte significativa di assunzione del rischio. Secondo la teoria economica standard dell'agente razionale, le persone corrono rischi perchè le probabilità sono favorevoli: accettano qualche probabilità di costoso fallimento perchè vi sono sufficienti probabilità di successo. Sappiamo quindi che le persone spesso (ma non sempre) si lanciano in progetti rischiosi perchè sono troppo ottimiste riguardo alle probabilità che si trovano di fronte. CAPITOLO 24: IL MOTORE DEL CAPITALISMO - La fallacia della pianificazione è solo una delle manifestazioni di un bias ottimistico pervasivo. - Un atteggiamento ottimistico è in gran parte ereditario e fa parte di una generale disposizione al benessere, che potrebbe anche includere la tendenza a vedere il lato positivo di ogni cosa. - Poichè non sanno interpretare i rischi, gli imprenditori ottimisti spesso credono di essere prudenti anche quando non lo sono. - Uno dei vantaggi del temperamento ottimista è quello di persistere nonostante gli ostacoli. - Un imprenditore troppo sicuro di sé (e quindi ottimista) è in grado di fare più danni di uno più temperato nelle scelte. - I bias cognitivi svolgono un ruolo importante, in particolare il principio del WYSIATI, tipico del sistema 1. - «Effetto di superiorità rispetto alla media»—> quando a qualcuno viene rivolta una domanda su un compito difficile, egli si classifica subito “sotto la media”. La gente tende a essere troppo ottimista quando giudica la propria posizione relativa in un’attività che sa fare moderatamente bene. - I noti processi di WYSIATI e di sostituzione del sistema 1 producono sia disattenzione per la competizione sia effetto di superiorità rispetto alla media. - L'eccessiva sicurezza è un'altra manifestazione del WYSIATI: quando stimiamo una quantità, ci affidiamo alle informazioni che ci vengono in mente ed elaboriamo una storia coerente in cui la stima ha senso. - Quando si ritrovano insieme, i fattori emozionale, cognitivo e sociale che sorreggono l'ottimismo esagerato, questa miscela a volte induce la gente a correre rischi che eviterebbe se conoscesse le probabilità. - Per descrivere il background dell’assunzione di rischio venne coniato il termine “previsioni audaci e decisioni timide”. - Klein ha denominato la sua idea “pre-mortem” : quando una società è vicina ad una decisione importante, ma non è impegnata in maniera ufficiale, propone di convocare per una breve sessione un gruppo di individui che sanno della decisione in corso. - Questa idea ha due vantaggi, da un lato ha la meglio sul pensiero di gruppo che tende a convergere in una decisione unica, dall’altro pian piano va a soffocare i dubbi. CAPITOLO 25: GLI ERRORI DI BRENOULLI - L’economista comportamentale Thaler distinse due specie diverse: “gli Econ” e “gli Umani”. - Gli Umani che gli psicologi conoscono hanno un sistema 1. Essi hanno una visione del mondo limitata dalle informazioni in quel momento (WYSIATI), e quindi non possono essere così logici e coerenti come gli Econ. - Gli azzardi rappresentano il fatto che le conseguenze delle scelte non sono mai certe. Tutte le scelte significative che facciamo recano con sé un elemento di incertezza. - Amos e Kahneman elaborarono la Prospect Theory: An analysis of Decision under Risk. - Questa teoria è modellata dalla teoria dell'utilità attesa, ma aveva lo scopo di documentare e spiegare le sistematiche violazioni degli assiomi della razionalità nella scelta tra opzioni di rischio. - Amos e Kahneman affrontarro il problema nello spirito della psicofisica, come fece Fechner. - Fechner si proponeva di scoprire le leggi psicofisiche che collegano la quantità soggettiva nella mente dell’osservatore con la quantità oggettiva nel mondo materiale. - Ipotizzò che per molte dimensioni la funzione fosse logaritmica, ovvero che l’aumento di un dato fattore dell’intensità dello stimolo desse sempre lo stesso incremento sulla scala psicologica. - DANIEL BERNOULLI studiò per trovare la relazione tra il valore psicologico o la desiderabilità del denaro (utilità) e la quantità concreta di denaro. - Come legge di Fechner, ; la reazione psicologica alla variazioni di ricchezza è inversamente proporzionale alla quantità iniziale di ricchezza, e porta alla conclusione che l'utilità è una funzione logaritmica della ricchezza. Bernoulli attinse alla sua intuizione psicologica. - Quasi tutti vogliono la cosa sicura. - L'avversione alla perdita è una potente forza conservatrice che favorisce la tendenza a non allontanarsi che di pochissimo dallo status quo sia nella vita delle istituzioni sia in quella degli individui. CAPITOLO 29°: LO SCHEMA A 4 CELLE - - A causa dell’effetto possibilità, la preoccupazione non è proporzionale alla probabilità della minaccia. Ridurre o mitigare il rischio non basta; per eleminare la preoccupazione, la probabilità deve essere ridotta a zero. - Quando Amos e kahneman cominciarono a lavorare alla prospect theory, giunsero presto a due conclusioni: la gente attribuisce più valore ai guadagni e perdite che alla ricchezza, e i pesi decisionali che assegna ai risultati sono diverse delle probabilità. Né l’uno né l’altro concetto erano del tutto nuovi, ma, combinati, spiegavano un modello distintivo di preferenze che chiamarono ‘schema a quattro celle’. - Lo schema a quattro celle delle preferenze è considerato uno dei principali successi della prospect theory. Tre delle quattro celle sono note; la quarta (in alto a destra) era nuova e inaspettata. - La cella in alto a sinistra è quella che prese in esame Bernoulli: le persone sono avverse al rischio quando considerano delle opzioni con una notevole probabilità di vincere un’ingente somma. Sono disposte ad accettare meno del valore atteso di un’opzione di rischio per assicurarsi un guadagno sicuro. - L’effetto possibilità, nella cella in basso a sinistra, spiega perché le lotterie sono popolari. Quando la vincita massima è molto grande gli acquirenti dei biglietti paiono indifferenti al fatto che la loro probabilità di vincere sia infinitesima. - La cella in basso a destra è quella in cui si compra l’assicurazione. La gente è disposta a pagare l’assicurazione molto più del valore atteso, ed è così che le compagnie assicurative coprono i costi e realizzano i profitti. Ancora una volta, le persone comprano qualcosa di più della protezione da improbabili disastri: eliminano una preoccupazione ottenendo così la tranquillità d’animo. - I risultati della cella in alto a destra all’inizio ci stupirono. Quando esaminammo le nostre scelte ci rendemmo subito conto che eravamo favorevoli al rischio nel settore delle perdite non meno di quanto fossimo avversi al rischio nel settore guadagni. CAPITOLO 30°: EVENTI RARI - Le persone sovrastimano le probabilità di eventi improbabili. - Le persone sovraponderano eventi improbabili nelle loro decisioni. - In entrambe sono all’opera gli stessi meccanismi psicologici: attenzione focalizzata, bias di conferma e fluidità cognitiva. - Come abbiamo già visto, la prospect theory differisce dalla teoria dell’utilità attesa nella relazione che ipotizza tra possibilità e peso decisionale. Nella teoria dell’utilità, pesi decisionali e probabilità non si distinguono. Nella prospect theory, le variazioni di probabilità hanno meno effetto sui paesi decisionali. In entrambe le teorie, i pesi decisionali dipendono solo dalla possibilità, non dal risultato. - Questa predizione teorica risulta sbagliata: la valutazione degli azzardi era molto meno sensibile alla probabilità quando i risultati erano emozionali. CAPITOLO 31°: POLITICHE DI RISCHIO - La gente tende a essere avversa al rischio nella sfera dei guadagni e favorevole al rischio nella sfera delle perdite. - C’erano due modi di costruire le decisioni: - FraMing ristretto: una sequenza di decisioni semplici, considerate separate. - Framing ampio: una singola decisione generale, con quattro opzioni. - Il framing ampio è superiore in tutti i casi in cui bisogna prendere in considerazione parecchie decisioni decisioni insieme. - La combinazione di avversione alla perdita e fraMing ristretto è una costosa iattura. I singoli investitori possono evitare tale iattura, e ottenere i benefici emozionali del framing ampio con relativo risparmio di tempo e angoscia, riducendo la frequenza con cui controllano quanto stia andando bene il loro investimento. - Oltre a migliorare la qualità effettiva della vita, evitare deliberatamente di esporsi risultati a breve termine migliora la qualità sia delle decisioni sia dei risultati. - I decisori sono sempre inclini adottare un Framing ristretto quando si trovano davanti una scelta rischiosa e impegnativa. Farebbero meglio ad avere una politica di rischio da attuare regolarmente ogniqualvolta insorga un problema importante. Una politica di rischio è un Framing ampio. - La visione esterna e le politiche di rischio sono rimedi contro due distinti Bias che influenzano molte decisioni: l’ottimismo esagerato della fallacia delle pianificazioni e la prudenza esagerata indotta da avversione alla perdita.I due bais si contrappongono. L’ottimismo esagerato proteggere gli individui e le organizzazioni dagli effetti paralizzanti dell’avversione alla perdita; l’avversione alla perdita li protegge dalle follie dell’ottimismo sconsiderato. CAPITOLO 32°: SEGNARE I PUNTI - Thaler è stato affascinato per molti anni dalle analogie tra il mondo della contabilità e la contabilità mentale che noi elaboriamo per organizzare e gestire la nostra vita con i risultati a volte stupidi, altre, molto utili. - Teniamo i nostri soldi in conti diversi, che a volte sono fisici, altre sono mentali. - Gli Econ del modello dell’agente razionale non ricorrono alla contabilità mentale: essi hanno una visione ampia dei risultati e sono spinti da incentivi esterni. - Una persona che compie scelte razionali è interessata solo alle future conseguenze degli investitori correnti. - Giustificare gli errori precedenti non rientra negli interessi dell’Econ. - La decisione di investire ulteriore risorse in un conto perdente, quando sono disponibili investimenti migliori, è chiamata ‘fallacia dei costi sommersi’, un costoso errore che si osserva in decisioni piccole e grandi. - Il rammarico è un’emozione, ed è anche una punizione che infliggiamo a noi stessi. La paura del rammarico agisce come fattore di molte delle decisioni che le persone prendono. - Il rammarico inteso è quello che si sperimenta quando si immagina. Il rammarico è una delle emozioni controfattuali che sono innescate dalla disponibilità di alternative alla realtà. - Si possono anche prendere precauzione che immunizzano dal rammarico. Se, quando le cose vanno male, ci si ricorda che prima di decidere si era presa in seria considerazione la possibilità del rammarico, è probabile che ci si rammarichi meno. CAPITOLO 33°: INVERSIONI - I giudizi e le preferenze sono coerenti all’interno delle categorie, ma potenzialmente incoerenti quando gli oggetti che vengono valutati appartengono a categorie diverse. - Esempio: Che cosa ti piace di più, le mele o le pesche?
 Che cosa ti piace di più, le bistecche o lo stufato? Che cosa ti piace di più, le mele o la bistecca? - La prima e la seconda domanda si riferiscono concetti che appartengono alla stessa categoria, e sai subito che cosa ti piace di più. Non c’è inversione di preferenza, perché i frutti diversi sono valutati in base allo stesso parametro implicitamente confrontati tra loro sia nella valutazione singola sia nella valutazione congiunta. - Contrariamente a quanto accade con i quesiti Inter-categoria, non vi è risposta stabile nel confronto tra mele e bistecca. - Diversamente delle mele e delle pesche, le mele e la bistecca non sono sostituiti naturali e non soddisfano lo stesso bisogno. A volte vogliamo la bistecca e altre la mela, ma raramente diciamo che l’uno o l’altra vanno bene uguale. CAPITOLO 34°: FRAME E REALTA’ - L’effetto fraMing: tendevano a scegliere la cosa sicura nella formulazione conservare ed accettare la scommessa nella formulazione perdere. - I neuroscienziati hanno condotto migliaia di esperimenti e imparato a prevedere che si accendano particolari aree del cervello secondo la natura del compito. - Lo studio del framing ha dato tre principali risultati: - una regione che comunemente associata con l’eccitazione emotiva (L’amigdala) tendeva attivarsi quando le scelte dei soggetti si conformavano alla formulazione. - Una regione celebrale che si sa essere associata con il conflitto e l’autocontrollo (il cingolo anteriore) era più attiva quando i soggetti non facevano quello che venivano a loro spontaneo fare, ovvero scegliere la cosa sicura benché fosse formulata come perdita. - I soggetti più razionali, quelli che erano meno esposte gli effetti framing, mostravano una potenziata attività dell’area frontale del cervello, che entra in azione quando emozione e ragionamento si combinano per guidare le decisioni. - I sentimenti morali sono legati a formulazioni, cioè a descrizione della realtà, non alla realtà stessa. Il messaggio sulla natura del framing è chiaro: il framing non dovrebbe essere considerato un intervento che maschera o distorce la preferenza sostanziale. CAPITOLO 35°: I DUE SE’ - Nell'ultimo secolo gli economisti hanno usato il termine “utilità” per indicare qualcos’altro, ovvero “desiderabilità”. - La teoria dell’utilità attesa si concentra esclusivamente sulle regole della razionalità che dovrebbero governare le utilità decisionali - Un momento memorabile non è altro che un momento che si può ricordare. Il ricordo di un evento è tutto, è anche più importante dell’evento stesso. - Kahneman suggerisce di identificare due diversi sé: esperienziale e mnemonico. - Quello esperienziale risponde (al presente) alla domanda “come va adesso?” - Il sé mnemonico, è colui che risponde (riguardo il passato) alla domanda “com’è andata?”. - Kahneman identifica due pilastri su cui il sé mnemonico costruisce il ricordo: - la regola del picco-fine: il picco più alto e la parte finale sono i due momenti più importanti. La media fra essi crea quello che più o meno sarà il “punteggio” assegnato all’esperienza - Disattenzione per la durata: la durata di un’esperienza conta invece pochissimo. - Il sé mnemonico è quindi molto più importante del sé esperienziale. - Il sé esperienziale, più oggettivo e “matematico”, entra in gioco solo durante l’esperienza stessa, la fotografia scattata dal sé mnemonico verrà invece richiamata in causa infinite volte. E con essa tutte le emozioni che rievoca. - Il sé esperienziale non ha voce. - Il sé mnemonico a volte si sbaglia, ma è quello che segna i punti, gestisce quello che apprendiamo dalla vita e prende le decisioni. - Dal passato in realtà impariamo a massimizzare le qualità dei nostri futuri ricordi, non necessariamente della nostra futura esperienza. Questa è la tirannia del sé mnemonico. - L’incongruenza è incorporata nella struttura della nostra mente. Abbiamo forti preferenze a riguardo alla durata delle nostre esperienze di piacere e dolore: vogliamo che il dolore sia breve e che il piacere duri.
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