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Riassunto Età Vittoriana Bertinetti, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

sintesi dell'età Vittoriana, i diversi generi e autori

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 03/04/2019

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rosaria-de-rosa-1 🇮🇹

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Scarica Riassunto Età Vittoriana Bertinetti e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! L’età vittoriana di Carlo Pagetti e Oriana Palusci Fu il periodo del regno della regina Vittoria dal 1837 fino alla sua morte, nel 1901. Già nei primi del 900 gli intellettuali modernisti ridimensionarono quest’era, sostennero che era un’era di contraddizioni caratterizzata da una forte ipocrisia e conformismo dei ceti dirigenti, dall’asservimento di molti artisti al perbenismo borghese. L’epoca vittoriana fu opprimente soprattutto per le donne; in famiglia l’autorità era rappresentata dal marito e le donne avevano il solo compito di badare ai figli e alla casa. Le donne che non erano sposate ma avevano dei figli erano emarginate dalla società. In questo periodo si tende a coprire la nudità, anche nell’arte, perché considerata immorale. L’epoca vittoriana è attraversata da figure importanti come Charles Darwin, William Morris, Oscar Wilde, ma è anche occupata dalle hands, le masse proletarie impiegate nelle fabbriche, relegate nei quartieri squallidi (slums) delle grandi città industriali delle Midlands, la fascia centrale dell’Inghilterra dove fu più forte la rivoluzione industriale. La Rivoluzione industriale è un processo che gli storici fanno partire dagli ultimi due decenni del 700 e raggiunge il culmine verso la metà dell’800, portò la diffusione di una nuova forma di produzione e di sviluppo economico e sociale, basato sull’impiego della macchina e della parcellizzazione del lavoro manuale. Con questa modifica radicale delle condizioni di lavoro nasce un nuovo ceto, il proletariato (working-class), mentre la borghesia erode il potere della nobiltà terriera, con cui tuttavia stabilisce na collaborazione fruttuosa per entrambi i ceti, rappresentata a livello politico dall’alternanza dei governi Tory ( conservatori vicini all’aristocrazia con la visione gerarchica dello Stato) e Whig (liberali aperti all’espansione commerciale e al progresso della scienza). Questo periodo è caratterizzato però anche da molte misure legislative tendenti a migliorare le condizioni brutali del lavoro in fabbrica e a consentire la partecipazione di ceti inferiori alla gestione dello Stato. Rimane irrisolto il problema dell’emancipazione femminile. Imponenti sono i fenomeni migratori interni: la popolazione inglese si sposta dalla campagna (una grossa percentuale) alla città. Il problema del sovraffollamento urbano costringe i governi britannici a intervenire con le «leggi sui poveri», i quali furono costretti a vivere nelle workouses. Con la legge delle workhouses non si risolse il problema, ma si nascose, infatti in queste costruzioni gli uomini si potevano avere un tetto e del cibo, ma in condizioni pessime. Le istituzioni religiose caritatevoli che avevano tutto lo spirito filantropico dell’epoca, non riuscirono a evitare lo sviluppo di masse di poveri orfani avviati verso la criminalità. Con il processo dell’industrializzazione, e con l’espansione della produzione tessile, metallurgica e del carbone, l’Inghilterra conoscere le conseguenze delle crisi cicliche dell’economie, come del ’37 e del ’42, che si placarono a metà secolo. In questi anni si manifesta la protesta dei sostenitori di una nuova carta costituzionale (Charter), tra i cui principi troviamo(in seguito respinti): il suffragio universale maschile, la segretezza del voto, l’elezione su base annuale del Parlamento. L’Irlanda costituiva una sorte di terra di confine, a metà vera e propria colonia oltremare, a metà territorio da secoli sottoposto a operazioni di omologazione linguistica e religiosa, la massiccia carestia del 1847 fu affrontata, per i sopravvissuti, con la migrazione verso gli USA e le colonie. La regina Vittoria fu proclamata imperatrice delle Indie, vediamo quindi come l’espansione coloniale fu massiccia durante il regno. Alcuni storici, come Asa Biggs, dividono il periodo in 3 parti: il primo (1837-1851) caratterizzato da conflitti interni tra i vari ceti della società, il secondo inizia nel 1951 e coincide con l’Esposizione universale tenuta a Londra nel Crystal Palace e si conclude alla fine degli anni 60. La formulazioni delle leggi della selezione naturale, resa esplicita da Darwin in On the Origin of Spieces (1859), dopo alcuni anni di esitazione, rivoluziona la concezione biblica della storia umana e ha conseguenze profonde su discipline scientifiche e settori del sapere, come l’antropologia. Il 1870 costituisce uno spartiacque tra medio e tardo periodo vittoriano, sia perché è l’anno della guerra franco- prussiana con la nascita del secondo Reich, sia perché c’è l’approvazione dell’Education Act . Si tratta di na legge che diffonde in modo capillare l’istruzione elementare, accelerando l’alfabetizzazioni delle grandi masse. La diffusione della cultura giornalistica degli anni novanta comporta un prezzo in termini ideologici: il progetto politico punta ad un processo di integrazione dei ceti medio bassi, chiamati a celebrare i successi della scienza, quelli coloniali in Asia e Africa e a partecipare ingenuamente ai fasti della monarchia e aristocrazia. Le donne e i bambini venivano sfruttate come forza lavoro a buon mercato; in famiglia erano ritenute una proprietà da amministrare, infatti tutti i beni delle mogli appartenevano al marito. La situazione cambia nel 1870-1882 con il Married Women’s Property Act, che consente alle donne di conservare i beni. Il romanzo Il novel afferma la sua decisiva importanza come strumento di intrattenimento e educazione dei ceti borghesi. Thomas De Quincey ribadisce che tutti i romanzi, anche i migliori, sono destinati a sparire nel giro di una generazione, 1 poiché essi dipendono dal pubblico. I critici sottolineano la funzione morale e pedagogica di cui il romanzo deve farsi carico, per questo il romanziere deve condurre una vita pubblica ineccepibile. Tutti i grandi romanzieri utilizzano la tecnica del narratore onnisciente, che interviene con giudizi sui personaggi, abbandonandosi a digressioni su politica storia o morale e riferendosi direttamente al lettore (Dear reader). Le circulating libraries permettevano la circolazione dei libri, acquistabili a poco prezzo con una tassa d’iscrizione, e la velocizzazione dell’alfabetizzazione. In alternativa alla pubblicazione in 3 volumi si sviluppa la pubblicazione a puntate, in fascicoli mensili, che il lettore acquista frazionando la spesa. Spesso per salvare i periodici, che reistrano cali di successo, si pubblicano su di essi romanzi famosi, come nel caso di Hard Times. Negli anni ottanta tutta una serie di convenzioni vittoriane - l’uso del narratore onnisciente, l’intervento dell’autore, la consuetudine del lieto fine- vengono discussi da James e altri intellettuali che scoprono la cultura francese di Blazac e Flaubert. Il francese è anche la lingua che permette di conoscere scrittori Russi come Tolstoj e Turgenev. Nel 1888 l’editore ungherese Vizetelly viene multato per aver tradotto La terre di Zola. Charles Dickens (1812-1870) Esordisce come narratore con gli Sketches by Boz, degli articoli che descrivevano i paesaggi e le persone di Londra con storie buffe, tragiche o patetiche. Dickens esibisce fin da subito una ricchezza verbale che gli permette di rappresentare Londra nei suoi aspetti multiformi, esplorando la miseria più squallida di cupi scenari notturni e cogliendo quanto di rozzo esisteva nella rapida ascesa di un ceto piccolo e medio borghese. Pubblicò a puntate mensili i Pickwick Papers, che gli portarono fama e successo. La vicenda è costruita intorno alle comiche imprese dell’ingenuo Samuel Pickwick, che a causa di una donna subdola finisce in prigione. Attraverso le vicissitudini giudiziarie del personaggio Dickens denuncia le ingiustizie sociali che attraversano il mondo vittoriano. Il tono è ironico, un sense of humor caratterizza personaggi e costumi, istituzioni e debolezze private, ipocrisie religiose e retoriche «virtù». Dickens verrà accusato dalla critica (Henry James) successiva di mancanza di serietà e superficialità nel modo in cui vengono tratteggiati i personaggi. Il rifiuto del suo metodo porta a una scomunica dei circoli letterari che durerà fino agli anni 40 del 900, Dickens verrà poi rivalutato per un romanzo anomalo come Hard Times. La carica comica di Dickens fa parte di una strategia di smascheramento delle apparenze, che all’inizio riguarda soprattutto le istituzioni e le ipocrisie dell’epoca. Dickens tentò anche la strada del romanzo storico per ribadire la precarietà dei suoi tempi: con i settecenteschi in Barnaby Rudge (1841) e la Rivoluzione Francese in A Tale of Two Cities (1859). In Great Expections Dickens mette in crisi il romanzo di formazione, introducendo elementi onirici del romanzo gotico e fiabesco. Il protagonista è un patetico antieroe, portato via dal suo villaggio natale, grazie a un benefattore, verso Londra, dove si disintegrano le speranze della ricchezza e dell’amore. In David Copperfield la visione dall’alto viene abbandonata in nome della soggettività delle impressioni. In Our Mutual Friend c’è una totale disgregazione dell’immaginario urbano: l’enfasi sul valore del denaro nella vita degli individui crea un mondo senza valori. Il protagonista è una sorta di morto vivente, giunto in una Londra a lui estranea, ucciso e gettato nel Tamigi. Oliver Twist fu un romanzo che racconta la storia di un giovane orfano che cerca di sopravvivere in una società vittoriana che non tutela i poveri; in questo romanzo Dickens vede la città come un luogo abbandonato da Dio. Con l’opera Hard Times Dickens si avvicina di più al mondo industriale, cercando di rappresentare sofferenze e tensioni social. Hard Times non penetra nella profondità oscura della condizione operaia, ma si concentra sulle contraddizioni del ceto borghese, raffigurate dall’alleanza tra Grandgrind, intellettuale maltusiano, e Bounderby, odioso capitalista tessile e banchiere, che sostiene la leggenda (che poi si rivela fasulla) della propria infanzia sfortunata da cui è emerso grazie alle sue doti imprenditoriali. Dickens arricchisce la plot condannando Louisa, la figlia di Grandgrind, a un matrimonio sterile e di puro interesse con Bounderby. Molti critici hanno messo in rilievo il carattere fiabesco dell’opera. Il concreto universo delle fabbriche appare soltanto un mondo caotico, la descrizione visionaria della città di Coketown, che apre il quinto capitolo di Hard Times con l’accumulo delle metafore, ribadisce il carattere fantasmagorico della storia. Elizabeth Gaskell (1810-1865) Importante per il suo Mary Barton (apprezzato subito da Dickens e Carlyle) che insieme a North and South mostra la realtà degli emarginati sociali causati dalla Rivoluzione industriale. In Mary Barton il narratore è onnisciente, guida il lettore per le strade di Manchester, inoltrandosi nelle zone più squallide per analizzare i volti innocenti e sbigottiti di una società priva di certezze, in cui però non mancano segni di solidarietà, offrendoci una visione diretta dei ceti bassi, grazie anche all’uso di forme dialettali. Gaskell valorizza il ruolo delle donne creando una serie di patetiche figure femminili, che diventano le vittime di un mondo violento e aggressivo. Vediamo come l’atteggiamento della scrittrice cambia in consonanza degli eventi del periodo storico: in Mary Barton il 2
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