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Riassunto etica ed economia di Amartya sen, Sintesi del corso di Etica Economica

Riassunto del libro per l'esame di Etica e Globalizzazione

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 02/12/2021

athinadalzotto
athinadalzotto 🇮🇹

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Scarica Riassunto etica ed economia di Amartya sen e più Sintesi del corso in PDF di Etica Economica solo su Docsity! ICOMPORTAMENTO ECONOMICO E SENTIMENTI MORALI L’economia si è evoluta caratterizzando la motivazione umana in termini molto ristretti. L'economia si ritiene debba interessarsi alle persone reali. Ma è difficile pensare che le persone reali possano essere influenzate dalla domanda “come bisogna vivere?”. Un'altra caratteristica sorprendente è il contrasto tra il carattere consapevolmente non etico dell'economia moderna e l'evoluzione storica di questa disciplina in gran parte quale derivativo dell'etica. 1.Due origini L'eco ha avuto due origini molto diverse, entrambe collegate alla politica ma in modo diverso: - Una interessata all'etica, tradizione che risale ad Aristotele; - Una che potrebbe essere chiamata ingegneria. Nel primo approccio non c'è possibilità di dissociare lo studio dell'economia da quello dell'etica e della filosofia politica. In questo approccio ci sono due temi centrali: - Concezione della motivazione collegata all’etica (le scelte etiche non possono essere del tutto prive di rilievo per il comportamento umano effettivo); - Concezione del risultato sociale collegato all’etica (il giudizio dei risultati sociali deve essere più pienamente etico e considerare in senso più ampio il bene). Il secondo approccio è caratterizzato all'interesse per i temi prevalentemente logistici più che per i fini ultimi e da domande quali: cosa possa promuovere il bene umano o come bisogna vivere. I fini sono dati in modo abbastanza diretto e oggetto dell'impegno è trovare i mezzi adeguati per raggiungerli. Questo approccio viene da svariate direzioni e si collega anche agli studi di economia nati dall’analisi dell’arte di governo orientati in senso tecnico. Le motivazioni degli esseri umani sono specificate in termini abbastanza semplici e le considerazioni etiche non hanno un gran ruolo nell’analisi del comportamento umano. Nessuno dei due approcci è puro e vanno presi in considerazione con un giusto equilibrio. L'importanza dell’approccio etico si è indebolita via via che l'economia moderna si evolveva. La metodologia dell’economia positiva non ha solo eluso l’analisi normativa in economia ma ha anche avuto l’effetto di far ignorare una gamma complessa di considerazioni sul comportamento umano e sui fattori che lo influenzano. 2. Successi e carenze La natura dell’economia moderna ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra l’economia e l’etica. Due chiarimenti: - Non è vero che l'approccio ingegneristico non abbia dato dei frutti. Questi contributi sono stati possibili malgrado sia stato trascurato l’approccio etico. Es: la regola dell'equilibrio generale ha reso più semplice la comprensione della natura dell'interdipendenza sociale. L'economia può essere resa più produttiva se si presta più attenzione all'etica che condiziona i comportamenti umani. - C’è qualcosa nei metodi impiegati in economia che può essere utile nell’etica moderna. I temi economici sono importanti per le domande etiche anche quando non sono in gioco variabili economiche, quindi anche l'etica ha da guadagnare in un confronto con l'economia. 3. Comportamento economico e razionalità L’ipotesi di 'comportamento razionale' ha un ruolo importante nell'eco moderna: si suppone che gli esseri umani si comportino razionalmente. Anche se si accetta come appropriata questa ipotesi propria della teoria economica convenzionale, nn risulta necessario assumere che le persone si comportino effettivamente nel modo razionale dell’ipotesi. La questione dell’identificare il comportamento effettivo col comportamento razionale va distinta dalla questione del contenuto del comportamento razionale in quanto tale. 4. Razionalità come coerenza Ci sono due modi di definire la razionalità del comportamento nella teoria economica prevalente: - coerenza interna di scelta; - massimizzazione dell'interesse personale. La condizione di coerenza può variare ma tendenzialmente viene correlata alla possibilità di spiegare l'insieme delle scelte effettive come risultante dalla massimizzazione secondo una relazione binaria. È difficile credere che la coerenza interna delle scelte possa di per sé essere una condizione adeguata di razionalità. Se una persona fa esattamente il contrario di quello che la aiuterebbe ad ottenere ciò che vorrebbe, e lo fa con una inflessibile coerenza interna questa persona può molto difficilmente essere considerata razionale. La scelta razionale deve richiedere almeno qualcosa riguardo la corrispondenza tra ciò che si cerca di ottenere e il modo in cui si agisce per farlo. La coerenza interna non può essere sufficiente a garantire la razionalità di una persona. 5. Interesse personale e comportamento razionale L’approccio della massimizzazione dell'interesse personale si basa su un requisito di corrispondenza esterna tra le scelte che una persona compie e il suo interesse personale. Perché dovrebbe essere peculiarmente razionale perseguire il proprio interesse personale ad esclusione di qualsiasi altra cosa? Può non essere assurdo affermare che la massimizzazione dell’interesse personale non è irrazionale ma è straordinario sostenere che tutto ciò che non sia massimizzazione dall'interesse personale debba per forza essere irrazionale. La concezione della razionalità basata sull’interesse personale comporta un netto rifiuto delle concezione della motivazione collegata all'etica. Cercare di fare del proprio meglio per raggiungere ciò che si vorrebbe raggiungere può far parte della razionalità, e questo può includere il perseguimento di obiettivi non dettati dall'interesse personale ai quali diamo valore e desideriamo giungere. Vedere qualsiasi allontanamento dalla massimizzazione dell'interesse personale quale prova di irrazionalità significa negare all'etica un ruolo nell'effettiva presa di decisioni. Le persone potrebbero cercare sempre di massimizzare il loro interesse personale ma è assurdo sostenere che la razionalità debba invariabilmente esigere la massimizzazione dell'interesse personale. In economia l'ipotesi più comunemente assunta di comportamento effettivo è la massimizzazione dell'interesse personale. Chi dice che il successo delle economie emergenti sia basato sul comportamento mosso dalla massimizzazione dell'interesse personale degli agenti economici non dice la verità generale. In realtà l’applicazione politica concreta del criterio paretiano però si avvicina anche al conseguenzialismo il quale è richiesto in modo implicito ma fermo. 6.A dam Smith e l’interesse personale Smith: l'uomo non è separato ma è cittadino del mondo, all'interesse di questa grande comunità egli dovrebbe essere lieto di sacrificare il suo piccolo interesse personale. La prudenza è la virtù più utile alla persona, la prudenza è l'unione di ragione e comprensione e dominio di sé.Smith dice che molte delle nostre azioni sono mosse dall'interesse personale e che molte di queste portano a buoni risultati ma questo non è sufficiente per una buona società. In molte altre attività, economiche e non, il perseguimento degli interessi personali non è la motivazione principale. Ma Smith se guardato in senso più ampio ha parlato sia di alcuni comportamenti in cui non è importante l'etica ma anche di altri dove è carente. GIUDIZI ECONOMICI E FILOSOFIA MORALE La posizione dell’economia del benessere nella teoria economica moderna è precaria. La si è messa in uno spazio separato del resto dell’economia. L’economia del benessere è a senso unico:le scoperte dell'economia possono influenzare l’economia del benessere ma non viceversa (buco nero- tutto può entrare, nulla può uscire). Esempio del lavoro 1.Confronti interpersonali di utlità Il criterio tradizionale dell'economia del benessere era il semplice criterio utilitaristico. Il criterio della moderna economia del benessere dipende da combinazione tra comportamento egoista e valutazione dei risultati sociali con qualche criterio su utilità. 2.Ottimalità paretiana ed efficienza economica Accantonando l'etica e i confronti interpersonali di utilità, il criterio che sopravvive è la ' ottimalità paretiana’(detta anche efficienza economica): uno stato sociale è ottimo in senso paretiano se e solo se l'utilità di nessuno può essere accresciuta senza ridurre l'utilità di qualcun'altro. Ma così uno Stato può essere ottimo anche con tanti poverissimi e tanti ricchissimi fintantoché non si può migliorare la condizione dei poveri a discapito dei ricchi. L'ottimalità paretiana si occupa solo dell'efficienza nello spazio dell'utilità e non della sua distribuzione. L'economia del benessere ha: - ottimalità paretiana come criterio di giudizio - comportamento mosso da interesse personale come base delle scelte economiche quindi non può dire molto. Nel piccolo territorio in cui l'economia del benessere è relegata c’è un elemento importante: il teorema fondamentale dell’economia del benessere. Questo collega i risultati dell'equilibrio di mercato in regime di concorrenza perfetta all’ottimalità parietana. Esso dimostra che date certe condizioni qualsiasi equilibrio di concorrenza perfetta è un ottimo paretiano e altre condizioni fanno sì che qualsiasi stato sociale che sia un ottimo paretiano è anche un equilibrio di concorrenza perfetta, con riguardo a un dato insieme di prezzi. Sembrerebbe che lo stato migliore sia almeno di ottimo paretiano e che questo stato migliore sia raggiungibile attraverso il meccanismo competitivo: il problema sorge dal fatto che le informazioni necessarie per ottenere la distribuzione iniziale richiesta di beni non sono facili da ottenere perché in un meccanismo mosso da interesse personale le informazioni a disposizione degli individui non vengono rivelate (le esigenze distributive metterebbero in contrasto gli individui). Anche se si ottenessero queste informazioni e si potesse fare una ridistribuzione, ci sarebbero grandi problemi nei cambiamenti di proprietà. (C'è cmq un ulterirore problema: se queste info fossero anche disponibili, la seconda parte del teorema sarebbe utilizzabile solo se fosse politicamente possibile ridistribuire le risorse tra la popolazione in un modo qualsiasi che fosse richiesto da considerazioni di ottimalità sociale.) Nella formulazione abituale dell'economia del benessere questa pluralità è ridotta ad un’unica categoria, attraverso il duplice procedimento consistente nel: 1. Vedere la libertà come solo strumentalmente dotata di valore; 2. Assumere che la facoltà di agire di ciascuno sia esclusivamente indirizzata a perseguimento dell’interesse personale. Questa struttura è limitata e inadeguata. 2.Pluralità e valutazione La molteplicità delle categorie delle informazioni rilevanti dal punto di vista etico è stata vista come un problema. Nell’approccio utilitaristico tutti i diversi beni sono ridotti ad una grandezza descrittiva omogenea e la valutazione etica assume dunque la forma di una trasformazione monotonica di questa grandezza. Insistere sull'omogeneità descrittiva dell'oggetto di valore sotto forma di una qualche esigenza di utilità è restrittivo; dal punto di vista etico c'è una molteplicità di informazioni rilevanti. Il tema della pluralità e delle diversità dei beni e le implicazioni che esso ha sull’etica razionale necessitano di attenzione perché questi problemi “metaetici” sono poco chiari e molto importanti per l’economia del benessere. La natura della pluralità può essere di gran lunga più complessa di quanto possa suggerire la classificazione in quattro categorie delle informazioni morali. Ci sono delle diversità all’interno di ciascuna categoria. Inoltre quando passiamo dai risultati e libertà di una persona ai risultati di un gruppo le sotto- categorie aumentano. 3.Incompletezza e ipercompletezza Quando occorre decidere tra diversi oggetti di valore, ci sono tre modi di decidere: 1.Ordinamento ponderato completo: decidere se una combinazione alternativa di oggetti è superiore ad un’altra dopo aver esaminato la “trade-off”; 2.Ordinamento parziale: non esiste un ordinamento completo, permette incompletezza nell'ordine parziale. L'ordinamento parziale a cui si arriverà includerà “relazioni di dominanza”; 3.SÎ oppone alla coerenza dei primi due e ammette sia la superiorità di un oggetto rispetto ad un altro, sia il contrario. Nn è molto favorito da economisti e filosofi. Nell'esaminare questi approcci occorre distinguere l'esigenza delle pubbliche istituzioni da quelle personali. Le pubbliche istituzioni hanno forti motivi per scegliere la prima. Anche se non sempre occorre una motivazione adeguata per scegliere una o l'altra. Inoltre l’incompletezza o l’ipercompletz dei giudizi potrebbe causare ancora + ostacoli nella decisione. 4.Conflitti e situazioni senza via d’uscita Quando si passa a giudizi e decisioni personali, riconoscere la diversità dei beni e l'impossibilità di arrivare ad un ordinamento completo, hanno rilevanza psicologica ed etica. Questi dilemmi e situazioni senza vie di uscita hanno maggior significato per attività culturali e sociali, ma sono importanti anche per l'economia dal momento che essa studia il comportamento degli esseri umani. 5.Diritti e conseguenze Il Welfarismo e il conseguenzialismo hanno messo diversi limiti nella valutazione economica. Alcune considerazioni etiche possono essere analizzate mediante diversi approcci impiegati nell'economia stessa. Nella rivalutazione dell’etica, i diritti sono stati visti semplicemente come vincoli a cui gli altri devono sottostare. Il sistema di Nozick ne è un esempio. Questo sistema però non è adatto per i problemi di interdipendenza della moralità sociale. Le esigenze morali, che impedirebbero positivamente qualcosa, come una violazione o un comportamento sbagliato non assumerebbero forma di vincoli 12 6.Valutazione consequenziale e deontologica L'importanza intrinseca dei diritti può essere messa in discussione dalle argomentazioni conseguenziali. Se il violare i diritti è visto negativamente, e il rispetto positivamente, il welfarismo risulterebbe compromesso. È un errore non considerare le conseguenze anche quando si tratta di oggetti dotati di valore. Per una valutazione dell'etica in un'attività occorre analizzare le conseguenze. Il ragionamento conseguenziale è utilizzato anche se non si accetta il conseguenzialismo. Questo perché ignorare le conseguenze significa lasciare le cose a metà sul piano etico. Il conseguenzialismo giudica le azioni in base alle conseguenze. Questo tipo di ragionamento però non è sufficiente per questioni di indole morale. Inoltre si può combinare con una “realatività di posizioni” nella valutazione di situazioni. Ogni persona ha posizioni diverse, è difficile che tutti valutino una stessa situazione allo stesso modo. 7.Etica ed economia Molti problemi etici includono aspetti ingegneristici, e anche l’analisi di Aristotele sul bene umano includeva problemi di gestione economica. Come l’etica ha influenza sull'economia, anche l'economia sull’etica. Il distacco dall’etica ha impoverito l'economia del benessere e indebolito l'economia descrittiva e predittiva. Capire il comportamento umano serve per studiare i rapporti economici e utilizzare i risultati. 8.Benessere, obiettivi e scelte Il comportamento mosso dall’interesse personale ha tre caratteristiche: 1. Benessere personale egoistico; 2. Obbiettivi di benessere personale; 3. Scelte basate su obbiettivi personali. Nella teoria economica queste tre caratteristiche sono utilizzate contemporaneamente. Il benessere sociale viola queste condizioni. Le considerazioni etiche fanno si che il benessere personale si basi su fondamenti più ampi del solo benessere personale. La condizione più difficile è la terza e la difficoltà sta nel fatto che scelte simili di una comunità di persone con diversi obbiettivi può portare a situazioni in cui gli obbiettivi di ognuno sono appagati in maniera ridotta rispetto a come sarebbe avvenuto se le persone avrebbero tenuto comportamenti diversi. Se non si segue una strategia di cooperazione ma una di non- cooperazione, ciascuno finirà in una situazione inferiore. Per spiegare l'emergere di comportamenti di cooperazione, si sta usando la teoria dei giochi, come ad esempio alcuni giochi tipo “dilemma del prigioniero” che vengono ripetuti un numero infinito di volte. È possibile che gli obbiettivi reali di una persona non siano quelli che essa crede e che sta perseguendo, ma potrebbe anche essere che le persone capiscano i propri obbiettivi e che questi, però, tengano conto di obbiettivi altrui. Il comportamento è una questione soc, il pensare collettivo comporta il riconoscimento anche di obiettivi altrui. Il riconoscimento dell’interdipendenza ha importanza strumentale per raggiungere gli obiettivi. La strategia di cooperazione ha senso se la persona attua una strategia sociale tenendo conto di obbiettivi altrui. AI contrario invece la strategia dominante è di non- cooperazione. 9.Condotta, etica ed economia L'impegno a seguire particolari schemi di comportamento può essere intrinsecamente negativa. Ci possono essere altri schemi di comportamento la cui fedeltà deriva dall’importanza strumentale di quel comportamento. La necessità di avvicinare economia ed etica si basa su ciò che si riavrebbe da questo.
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