Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto Frankenstein, Appunti di Letteratura Inglese

Riassunto dettagliato di Frankenstein capitolo per capitolo

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/01/2023

vivianapanzardi1000
vivianapanzardi1000 🇮🇹

5

(2)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Frankenstein e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! RIASSUNTO FRANKENSTEIN Lettera I Il romanzo si apre con una lettera che il capitano inglese Robert Walton scrive alla sorella Margaret Saville. Il capitano si trova a San Pietroburgo e deve partire per una spedizione verso il Polo Nord; è un uomo coraggioso, curioso, che vuole superare i limiti della conoscenza umana, esplorando quei luoghi gelidi, incontaminati e disabitati. Dato che lui sarà il capitano dovrà difendere la sua ciurma nei momenti di difficoltà, ed allo stesso modo la sua ciurma dovrà sostenerlo quando sarà giù di morale. È al settimo cielo, non vede l’ora di fare questa esperienza, ma allo stesso tempo si sente triste, depresso, perché sarà lontano dalla sua famiglia per molto tempo. Lettera 2 Robert Walton dice alla sorella che sta procedendo tutto a gonfie vele, ha ingaggiato alcuni marinai per la sua nave per intraprendere il viaggio verso il Polo Nord; in seguito afferma di sentirsi triste perché non ha amici e vorrebbe un amico che capisca i suoi stati d’animo e che lo consoli nei momenti difficili. Presenta una figura importante, il suo vice, che è una persona dotata di coraggio, disciplina e buona educazione. Proprio per questi motivi ha deciso di ingaggiarlo per la sua impresa. Questo uomo alcuni anni fa si era innamorato di una donna russa, e il padre di questa donna acconsentì al matrimonio; prima del matrimonio la donna gli supplica di non sposarla, perché era innamorata di un altro uomo, ma era povero, allora egli decise di offrire a quell’uomo la sua fattoria, gli offrì dei soldi per comprare del bestiame e cercò di convincere il padre della ragazza a fare questo matrimonio. Il padre inizialmente non accettò, ma in seguito li fece sposare. Infine Walton dice alla sorella che è spinto dalla curiosità di visitare queste terre inesplorate e da un fervore, ma allo stesso tempo prova paura. Lettera 3 In questa lettera Walton dice alla sorella di essere a buon punto con il suo viaggio; infatti con la sua ciurma è arrivato molto lontano. Nel corso del viaggio hanno incontrato enormi lastre di ghiaccio e violente burrasche. Lettera 4 5 agosto Mentre Robert Walton si trova sulla nave con la sua ciurma, accade un incidente; la nave era circondata da ghiaccio e non riusciva ad avanzare. All’improvviso videro una strana visione. Vi era un carro attaccato ad una slitta e trainato da cani, e seduto sulla slitta vi era un essere strano ed enorme, che scomparve tra i ghiacci. Durante la notte il ghiaccio si ruppe e liberò la nave. Ad un certo punto i marinai videro un’altra slitta e c’era un uomo di aspetto europeo: il suo corpo era congelato, e quando salì a bordo, svenne. Lo aiutarono a riprendersi. Dopo qualche giorno si riprese. Era un po' aggressivo ma anche gentile. Il vice gli chiese perché era trai ghiacci, e lui rispose che stava cercando un uomo che fuggiva da lui, allora il vice rispose che aveva visto un essere con una slitta. L’uomo cominciò a preoccuparsi, e chiese a Walton se l’altra slitta poteva essersi rotta e lui rispose che non lo poteva sapere. Walton poi afferma nella lettera che l’uomo sta migliorando, è gentile con tutti e lui lo vuole bene come un fratello. 13 agosto Walton elogia la figura di quest’uomo; dice che il suo affetto per lui aumenta ogni giorno, e che è un uomo a modo ed istruito. Mentre stavano parlando, l’uomo assume un’espressione triste e scoppia in lacrime: dice di essere un uomo infelice ed esprime il desiderio di raccontare la sua storia. Dopo l’uomo si calmò , e chiese a Walton di raccontargli la sua storia. Walton dice che non ha amici e desidera trovarne uno; l’uomo risponde che aveva un amico, ma ora ha perso tutte le speranze. Walton afferma nella lettera che quest’uomo è molto triste, ma è meravigliato dalle bellezze della natura, e la natura è la sua fonte di consolazione. 19 agosto L’uomo si rivolge al capitano Walton dicendo che la storia che starà per raccontare è straziante, e anche dicendo che lui (il capitano) è molto curioso, come lo era lui un tempo, e spera che non resti deluso come lui. Walton ha deciso che ogni notte, prima di andare a letto, scriverà tutto ciò che l’uomo narrerà durante il giorno, e non vede l’ora di ascoltare la sua storia, che definisce straziante. Capitolo 1 Victor Frankenstein viveva a Ginevra, e suo padre ricopriva numerose cariche pubbliche. Un caro amico di suo padre, Beaufort, uomo ricco, divenne povero a causa dei debiti. Per superare questa vergogna decise di trasferirsi con sua figlia a Lucerna. Il padre di Victor un giorno andò a trovarlo, e Beaufort gli disse che aveva solo una piccola somma di denaro per sopravvivere. Ad un certo punto si ammalò, e la figlia lo accudiva sempre e faceva lavori umili per sopravvivere. Dopo un po' il padre morì e la figlia era disperata, diventò orfana e povera, allora il padre di Victor decise di portarla con sé a Ginevra e in seguito divenne sua moglie. I genitori di Victor erano molto uniti. Dopo il matrimonio fecero un viaggio in Italia e a Napoli nacque Victor. Victor per loro era un gioiello, lo accudivano amorevolmente. Un giorno tutta la famiglia decise di ritornare in Italia. I genitori andavano spesso nelle case dei poveri, perché erano benevoli. Un giorno trovarono una casa in cui viveva gente povera. Il padre era fuori per lavoro e la madre decise di entrare lì con Victor. Vi era una famiglia povera, e una ragazza esile, con pelle chiara, occhi azzurri e capelli biondi. La ragazza raccontò la sua storia, dicendo che era la figlia di un nobile milanese e sua madre era morta dopo il parto. Il padre lottava per la libertà del suo paese , fu imprigionato e la ragazza restò orfana. La madre di Victor, allora, decise di adottarla: ora Elizabeth faceva parte della famiglia ed era amata da tutti. Lei e Victor avevano un rapporto speciale; la considerava come una sorella e si chiamavano cugini. Capitolo 2 Victor ed Elizabeth andavano d’accordo. Lei era più calma, lui era avido di conoscenza. Lei era appassionata di poesia e contemplava la natura, Victor voleva capire le cause dei fenomeni e le leggi della natura. La famiglia viveva principalmente in una casa a Belrive, e Victor aveva pochi amici. Il suo amico più caro era Henry Clerval, un ragazzo fantasioso appassionato di libri di cavalleria, e componeva canzoni eroiche e storie di cavalleria. Le ricerche di Victor erano sempre centrate sulla metafisica, sull’universo. Elisabeth e Henry Clerval erano gentili, mentre Victor era spesso scontroso. Egli si appassionò di filosofia naturale grazie alla scoperta delle teorie di Emilio Agrippa. Un’altra sua passione era l’evocazione di demoni e fantasmi. Un giorno scoppiò un forte temporale, e ad un certo punto una scossa di corrente andò a finire su una quercia, di cui rimasero soltanto dei pezzi di legno. Un giorno un uomo spiegò delle teorie sull’elettricità che andavano contro quelle di Emilio Agrippa, così Victor decise di non studiare più questi autori e di dedicarsi alla matematica. Ginevra, 12 maggio Clerval nota la disperazione di William nel leggere la lettera, allora la prende e la legge. Dopo averla letta scoppia in lacrime e chiede a Victor cosa farà. Victor gli risponde che tornerà a Ginevra in carrozza. Rimase due giorni a Losanna, vittima del dolore e della paura di ripercorrere quei luoghi che non frequentava da sei anni; contemplava il lago e le montagne innevate. Quando giunse a Ginevra era ormai sera e le porte erano chiuse, allora decise di sostare in un villaggio vicino. Decise di visitare il luogo in cui era stato ucciso il piccolo William con una barca. Si fermò su una collinetta e ad un certo punto scoppiò un forte temporale. Intravide una figura che si muoveva tra gli alberi; un lampo illuminò un albero e vide un uomo di statura gigantesca, allora si rese conto che si trattava della sua creazione. Victor pensò subito che era lui l’assassino del piccolo William. Il mostro salì le rocce di un pendio e scomparve. Quando spuntò l’alba Victor entrò nella città ed arrivò a casa. Aveva intenzione di rivelare chi fosse l’assassino, ma poi ci ripensò perché nessuno lo avrebbe creduto e perché tutti lo avrebbero preso per pazzo. Entrò in casa e vide arrivare Ernest, il quale si mise subito a piangere. Ernest dice a Victor che Elisabeth sta molto male e rivela l’assassino di William, ovvero Justine Moritz. Il mattino in cui fu assassinato il povero William, Justine si era ammalata per diversi giorni; uno dei servitori aveva preso casualmente il vestito di Justine e ci aveva trovato dentro il dipinto della madre di Victor, il movente dell’omicidio; il servitore andò dal magistrato e Justine fu arrestata. Victor dice ad Ernest che Justine è innocente e che sa chi è il vero assassino. In seguito entra il padre e dice a Victor che l’assassina è Justine. Poi arriva Elisabeth, e dice a Victor di credere nell’innocenza di Justine e spera fortemente che non venga condannata. Capitolo 8 Victor accompagna Elisabeth e il padre al processo, dato che hanno l’obbligo di fare da testimoni. Nel giorno del delitto era stata fuori tutta la notte e di mattina era stata vista da una donna vicino al luogo in cui era stato assassinato il piccolo William. Quando tornò a casa, le chiesero cosa avesse fatto e lei rispose che stava cercando il bambino. Quando le mostrarono il corpo, fu colpita da una crisi nervosa. Justine proclama la sua innocenza, spiegando che quella notte era stata a casa di una zia. Al ritorno, un uomo le aveva chiesto dove fosse il bambino. Passò molto tempo a cercarlo, ma poi si rese conto che le porte di Ginevra erano chiuse. Infine afferma di non sapere come il ritratto sia finito nella tasca della sua giacca. In seguito Elisabeth viene chiamata a testimoniare. Afferma di conoscere bene Justine, perché hanno vissuto insieme nella stessa casa per molti anni; la descrive come una donna buona, che ha accudito sua zia quando era in fin di vita; infine afferma di credere alla sua innocenza. Il mattino dopo Victor va in tribunale e gli viene detto che Justine verrà condannata a morte, perché si era dichiarata colpevole. Victor corre subito da Elisabeth e afferma che Justine verrà condannata. Elisabeth esprime il desiderio di vedere Justine e chiede a Victor di accompagnarla. Vanno a trovare Justine in cella, e sia lei che Elisabeth scoppiano a piangere. Justine ha detto una bugia per essere condannata, perché il giudice l’ha minacciata di scomunicarla. Victor non riesce manco a parlare a causa dell’angoscia, ma crede nell’innocenza di Justine. Arriva il momento di morire; Justine dice addio ad Elisabeth, si abbracciano e piangono. Così il mattino dopo Justine muore, e Victor si pente di non aver detto la verità sull’assassino. Elisabeth e il padre di Victor sono addolorati. Capitolo 9 Victor prova un senso di rimorso a causa della morte di Justine. Non riesce più ad avere contatti con gli uomini e il suo unico conforto è la solitudine. Il padre se ne accorge e decide di dargli forza, ma anche lui provava dolore. In quei giorni la famiglia decide di stabilirsi nella sua casa a Belrive, in cui Victor trova conforto. Victor decide di isolarsi nella natura, di prendere la barca e di stare molte ore sull’acqua. Era spesso tentato di buttarsi nell’acqua ed affogare, ma poi ripensava ad Elisabeth, suo padre ed ai suoi fratelli. Victor prova ripugnanza e rabbia nei confronti del mostro, e desidera vendicarsi di lui. In quel brutto periodo il padre ha problemi di salute, ed Elisabeth è triste, non è più allegra come una volta. Elisabeth confessa a Victor che da quando è morta Justine Moritz vede negli uomini soltanto malvagità, e che considera Justine innocente, che l’assassino è un altro e che corre libero. Elisabeth nota in Victor un’espressione di tristezza e di vendetta, e lo consola. Victor per consolarsi decide di fare una specie di escursione nella valle di Chamounix, il luogo della sua infanzia; contempla le montagne innevate e i ghiacciai. Alla fine arriva al villaggio di Chamounix e si addormenta. Capitolo 10 Victor trascorre il giorno successivo a vagare per la valle. Ad un certo punto si trova davanti ad un ghiacciaio, il cui ghiaccio si staccava. Durante la notte viene svegliato da una pioggia, ed esce di casa. Decide di salire sulla cima di un monte. Mentre arriva alla cima inizia a riflettere sulla condizione dell’uomo, dotato di ragione e troppo pensante, a differenza degli animali. Verso mezzogiorno arriva alla cima, e contempla un mare di ghiaccio. Mentre attraversa questa distesa di ghiaccio, scorge una figura che avanzava verso di lui. Quando si avvicina si accorge che si tratta della mostruosa creatura che lui ha creato; muore dalla paura e chiama il mostro con espressioni dispregiative e gli ordina di andare via. Il mostro afferma di essere disprezzato da Victor stesso, che è il suo creatore, ma anche da tutti gli esseri umani, e dice che se accetterà le sue condizioni lascerà in pace lui e tutti quanti, ma se non lo farà ucciderà tutte le persone a lui care. Victor minaccia il mostro di ucciderlo e balza su di lui. Il mostro afferma che lui è la sua creatura e la deve proteggere; inoltre afferma che prima era buono, ma gli altri lo hanno reso cattivo perché lo hanno messo da parte, lo disprezzano; infine chiede a Victor di ascoltare la sua storia. Victor maledice il giorno in cui ha creato il mostro, perché ha reso la sua vita un inferno, tuttavia accetta la proposta perché prova compassione ma anche curiosità, e poi vuole capire se è stato lui o meno ad uccidere William. Camminano sul ghiaccio ed entrano in una capanna. Capitolo 11 Il mostro spiegò a Victor che appena era stato creato non riusciva ad utilizzare i cinque sensi e la luce gli dava fastidio, quindi chiudeva gli occhi. Per cercare riparo dalla luce decise di cercare riparo in una foresta vicino ad Ingolstadt; si distese lungo un ruscello per riposarsi ma aveva fame, quindi decise di mangiare alcune bacche e di bere dal ruscello; alla fine si addormentò. Il giorno dopo si alzò, e trovò una coperta con la quale si riparò dal freddo; riusciva a percepire la luce ed il buio e l’unico oggetto che riusciva a riconoscere era la luna. Riuscì a riconoscere i vari uccelli che erano nel bosco e i vari versi che facevano gli uccelli e cominciò ad abituarsi alla luce. Un giorno, morto dal freddo, trovò del fuoco acceso e decise di riscaldarsi mettendo le mani dentro, ma si bruciò; poi scoprì che il fuoco era formato da legno, allora decise di procurarsi una grande scorta di legno per fare il fuoco. Il giorno dopo scoprì che il fuoco emanava luce ed era utile per cucinare, perché era stato arrostito del cibo. Il cibo scarseggiava e il mostro stava per morire di fame, così decise di cercare un altro luogo, quando giunse ad una campagna. Trovò una piccola casa e ci entrò. C’era un vecchio seduto, il quale appena lo vide scappò. Il mostro divorò la colazione del pastore e si addormentò. Quandò si svegliò uscì ed andò in un villaggio, stupito dalle belle casette. Entrò in una di queste, ma dei bambini urlarono. Alcune persone fuggirono, altre lo attaccarono con pietre e fucili, così il mostro decise di andare in una baracca di legno in cui poteva ripararsi dalla neve e dalla pioggia; vide una dimora circondata da un recinto di maiali, e si nascose lì, creando un rifugio con la paglia. Ad un certo punto vide una donna con un secchio in testa molto gentile, vestita umilmente ma anche molto triste; dopo ritornò con il secchio pieno di latte, e si avvicinò un uomo, prese il secchio e scomparvero, poi lui ritornò con degli attrezzi. Il mostro dal suo rifugio vedeva una stanza in cui si trovavano la ragazza e un vecchio con i capelli grigi, il quale cominciò a suonare uno strumento, mentre la ragazza faceva le faccende. La ragazza si inginocchiò davanti a lui, ma lui la fece alzare con un gesto di dolcezza. Ad un certo punto arrivò il giovane di prima con delle legne in mano, e lei lo aiutò; poi andarono in un’altra stanza e lui le diede una pagnotta con un po' di formaggio. La ragazza poi andò a prendere alcune piante e le mise sull’acqua. Il vecchio aveva un’aria buona, mentre il giovane era esile e di aria triste. Quando scese la notte, il mostro scoprì che gli abitanti della casa potevano vedere anche al buio utilizzando la luce delle candele. In seguito il giovane iniziò a emettere dei suoni incomprensibili per il mostro, e anche monotoni; in seguito il mostro capì che stava leggendo a voce alta, ma il mostro non conosceva le parole. Capitolo 12 In questo capitolo il mostro vuole capire le ragioni che stanno alla base delle azioni di queste persone. Il giovane era sempre occupato fuori, mentre la giovane era sempre occupata in casa. Il vecchio era cieco, e trascorreva la maggior parte del suo tempo a meditare o a suonare il suo strumento. Non erano del tutto felici, e il mostro non capiva il motivo. La causa della loro tristezza era la povertà: si nutrivano soltanto di frutti dell’orto e del latte dato da una mucca. Il mostro molto spesso rubava le loro provviste, ma non appena si accorse di questo non lo fece più e si soddisfò soltanto di bacche e radici. La notte il mostro prendeva gli attrezzi per tagliare la legna e ne portava loro a casa una grande quantità. I giovani, quando videro la legna, rimasero stupiti. Il mostro scoprì anche che queste persone avevano un modo per comunicare tramite suoni; questi suoni alcune volte esprimevano felicità, altre tristezza, ed egli desiderava apprendere quest’arte; la fanciulla veniva chiamata Agatha o sorella, mentre il giovane veniva chiamato Felix o fratello. Il mostro ammirava molto i modi gentili di queste persone, e si immedesimava nelle loro emozioni; il vecchio era molto buono nei confronti dei due ragazzi, ed anche loro lo erano. Il ragazzo lavorava nell’orto e prendeva la legna; d’inverno leggeva al vecchio e ad Agatha. Il mostro si accorse che quando leggeva, sulla carta c’erano dei segni che corrispondevano alle parole; egli voleva apprenderle per stringere amicizia con loro, per essere più simile a loro, in modo tale da non essere rifiutato a causa del suo aspetto. Un giorno il mostro si vide in una pozza d’acqua e rimase spaventato dalla sua figura. Al mattino e di pomeriggio osservava i suoi vicini, mentre la sera raccoglieva il cibo per lui e la legna per la famiglia, e quando era necessario svolgeva le stesse mansioni di Felix. Il mostro si impegnò ad apprendere il linguaggio, in modo tale da conquistarsi l’affetto di questa gente e a dare loro un po' di felicità. Capitolo 13 In questo capitolo il mostro afferma di voler presentare gli avvenimenti che gli hanno suscitato delle belle emozioni. Un giorno a casa dei contadini qualcuno bussò alla porta. Si trattava di una donna a cavallo, che indossava un lungo abito nero. La donna nominò Felix ad Agatha, e lui subito andò da lei; le sollevò il velo, ed era una donna dai capelli neri, gli occhi scuri e la pelle candida. Si capiva che era straniera, perché pronunciava delle parole incomprensibili. Felix era molto contento di vederla, e lei anche; Felix la chiamò la sua “dolce araba”. La straniera non capiva la lingua dei contadini, e loro tantomeno capivano la sua, allora decise di imparare la loro lingua. Il giorno dopo la donna prese la chitarra del vecchio, e cominciò a cantare e a suonare allo stesso tempo; la sua voce era così soave; il vecchio sembrava rapito da quella melodia. La donna aveva portato allegria in quella casa, infatti la famiglia da triste diventò felice. Nel frattempo arrivò la primavera, crescevano i fiori e l’aria si era fatta più calda. Il mostro imparava velocemente la lingua, più della donna araba. Felix per insegnare a quella donna utilizzava un libro che parlava di imperi; grazie ad esso il mostro conobbe la storia dei vari imperi del mondo, i costumi e le religioni di tutto il mondo. Il mostro apprese anche la divisione della proprietà, il divario tra ricchi e poveri ecc. Un uomo era rispettato soltanto se possedeva questi beni, ma senza di essi era considerato una nullità; anche il mostro si sentiva così, perché non aveva soldi, non aveva amici ed era una creatura spaventosa. In altre lezioni imparò la differenza dei sessi, della nascita e della crescita dei bambini, ma egli si sentiva solo, perché non aveva né una madre né un padre. Capitolo 14
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved