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Riassunto Frankenstein, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Analisi libro Frankenstein per esame Letteratura Inglese

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 25/09/2020

flavia-rosati
flavia-rosati 🇮🇹

4.7

(16)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Frankenstein e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Flavia Rosati, Scienze della Moda e del Costume, Università di Roma La Sapienza. “Frankenstein; or the Modern Prometheus: il gotico al femminile” Nel 1818 per la prima volta, viene pubblicato anonimamente: “Frankenstein; or the Modern Prometheus”, l’opera gotica più amata di tutti i tempi. Il sottotitolo fa riferimento al mito di Promoteo. Così come Promoteo ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini, Victor Frankestein il protagonista di questo romanzo, servendosi dell’energia di un tuono, dà vita ad una creatura mostruosa. Il “modern” del sottotitolo si riferisce alla capacità di Frankenstein di superare, grazie alla sua conoscenza, il limite che la natura ci pone. Il mostro è stato creato dall’unione di pezzi di cadaveri, è talmente spaventoso da far fuggire lo stesso Frankenstein. Per via del suo aspetto spaventoso, la creatura non viene accettata dalla società ed è costretta a scappare continuamente e a vivere in isolamento. Il mostro vuole dimostrare che in realtà potrebbe imparare a vivere come un uomo, nonostante il suo aspetto glielo impedisca. Tutte le persone che incontra nel suo tragitto, non riescono a guardare oltre il suo aspetto. Chiede a Frankenstein, il suo creatore, di essere accompagnato da una creatura femminile, in modo che possa vivere serenamente con un suo simile che non lo giudichi per il suo aspetto. Per paura, Victor declina la richiesta, provocando l’ira del mostro che si vendica tragicamente. Nessuno sa che dietro questa tenebrosa storia si cela una giovane autrice di soli diciannove anni, Mary Godwin Wollstonecraft Shelley. Il suo anonimato si deve al fatto che, in quell’epoca, fosse impresa ardua per una donna ricevere credibilità nel genere gotico, prettamente confacente a scrittori di genere maschile. Nella prefazione della seconda edizione di Frankestein del 1831, Shelley scrive che si sentiva “very averse to bringing myself forward in print” (Frankenstein OR THE MODERN PROMETHEUS,page 6) a dimostrazione della sua insicurezza alla stampa del romanzo. Stato d’animo dovuto anche alla notorietà dei suoi genitori e di suo marito come scrittori “that I should prove myself worthy of my parentage” (Frankenstein OR THE MODERN PROMETHEUS,page 6). Alla sua uscita il romanzo suscita numerose critiche, alcune di queste vengono riportate in “Mary Shelley Her Life, Her Fiction, Her Monsters”, dove si scrive che “literary scholars and critics had for the most time discussed Mary Shelley’s career merely as an appendage to her husband’s, dismissing Frankenstein as a badly written children’s book even though far more people were familiar with her novel than with Percy Shelley’s poetry.” (Mary Shelley Her Life, Her Fiction, Her Monsters, page 39). A testimonianza delle difficoltà per scrittrici donne di affermarsi nel genere gotico, Diana Wallace nel suo “Female Gothic” afferma: “From the late eighteenth century, women writers, aware of their exclusion from traditional historical narratives, have used Gothic historical fiction as a mode of historiography which can simultenuously reinsert them into history and symbolize their exclusion.” (Female Gothic Histories : Gender, Histories and the Gothic, page 1). Le donne vittoriane erano abituate a scrive opere riguardanti la sfera domestica, Shelley scrive di un affetto domestico che viene distrutto dalla rabbia del mostro, aggiungendo quel lato cupo tipico delle scrittrici del Femal Gothic. Il termine ‘Female gothic’ è stato coniato per la prima volta dalla famiglia Frankenstein. Al contrario dei personaggi maschili, dei quali viene descritta la loro forte ambizione e la loro determinazione nel raggiungere i propri scopi, di lei sarà evidenziata solo la bellezza esteriore. I suoi familiari decidono che il suo futuro dovrà essere con Victor Frankenstein, tanto che lui stesso afferma: “she presented to me as the provided gift” (Frankenstein, page 37). Proprio come se fosse un regalo, un bell’oggetto da possedere, Elizabeth viene data in sposa a Victor. “The beautiful adored companion of all my occupations and my pleasures” (Frankenstein, page 36), ripete sempre Victor, sottolineando lo stereotipo della donna come piacevole compagnia, un elemento di soddisfacimento degli uomini. Rafforzando così anche l’idea che l’unico ruolo della donna debba essere quello della moglie. Non ha ruoli fondamentali nel racconto, se non quello della tipica donna innocente che viene catturata dell’uomo. Altro personaggio femminile Justine, è invece vittima di una grande ingiustizia. Anche lei adottata dalla famiglia Frankenstein, viene incolpata della morte del suo fratellino William, in realtà assassinato dal mostro. Suo fratello Frankenstein la lascerà giustiziare senza dire la verità, pensando che nessuno avrebbe mai creduto: “My tale was not one to announce publicly; its astounding horror would be looked upon as madness by the vulgar” (Frankenstein, 109). Safie è invece una ragazza araba, figlia di un ricco uomo turco. Suo padre è stato ingiustamente accusato di un crimine e Felix, il suo innamorato, decide di aiutare il padre in cambio della sua mano. Il padre non mantiene la sua promessa e costringe Safie a tornare in Turchia, ma lei rifiuta scappando dal suo amato Felix. Nonostante Safie fosse intrappolata dalle regole sociali musulmane del padre, che non le permettevano di sposare un uomo cristiano decide lo stesso di ribellarsi, grazie gli insegnamenti di sua madre nell’essere indipendente “she instructed her daughter in the tenets of her religion and taught her to aspire to higher powers of intellect and an independence of spirit forbidden to the female followers of Muhammad” (Frankenstein, 181). Safie simboleggia la donna che non può scegliere chi amare e cosa fare, vittima di una società patriarcale che decide cosa sia socialmente accettabile per lei. Per ribellarsi a questo sistema e amare liberamente il suo uomo è costretta a perdere suo padre. Se nelle donne non vi è alcun cenno di ambizione, sentimenti come rabbia e ambizione compaiono solo invece nei ruoli maschili. La loro ambizione però è talmente forte che li porta alla distruzione. Non possiamo affermare con certezza che l’opera sia femminista e che Shelley segua quel “Wollstonecraftian feminism”( Women’s Review of Books, page 28) che aveva contraddistinto sua madre. Ma di certo ha enfatizzato e riportato una condizione nota delle donne. È riuscita a documentare il loro ruolo della società attraverso dei personaggi. Non solo, è riuscita a riportare argomenti come l’isolamento, l’ingiustizia, l’ambizione, l’amore per la natura in un unico libro, attraverso una storia che influenzerà la nostra cultura, il nostro cinema e anche il nostro modo di vestire. La Gothic novel ha dato vita senza alcun dubbio a quel gothic style caratterizzato da abiti scuri e neri. In particolar modo il Romantic Gothic style, che riprende vestiti dell’epoca vittoriana, tendenti al nero con pizzo, corsetti e merletti. Si tratta di abiti che ricordano e riportano all’ambientazione di Frankenstein. Nonostante sia un libro scritto nell’Ottocento, rimane con le sue tematiche sempre attuale. L’uomo che non si accontenta mai e che vuole in tutti i modi superare le sue conoscenze ricorda l’uomo che continua a costruire dove non si dovrebbe. Ciò che rende ancora più vicino il libro ai nostri tempi, è una delle sue tematiche più ricorrenti: l’isolamento. L’isolamento in Frankenstein è molto presente, così come era presente nella vita dell’autrice. Mary Shelley scrive Frankenstein tra il 1816-1817 a Ginevra, durante un momento ecologico particolare. Un’ eruzione di un vulcano indonesiano. Scatena temporali, pioggia e nebbia, tanto da far chiamare questo periodo “the year without Summer” (Volcanoes in Human History, page 139). Così l’autrice è costretta a vivere un lungo periodo di tempo in isolamento. Questo tempo cupo e nero vissuto dall’autrice, viene riflesso sulla stessa creatura: “his watery eyes” (Frankenstein, page 72) che rappresentano sia il tempo sia la tristezza nel viverlo. E’ curioso pensare a come la condizione dell’autrice sia così vicina alla nostra. Costretti a stare in isolamento, lontani dai nostri ‘affetti stabili’, con la paura che niente sarà come prima. Come afferma Barbara Johnson nel suo “A World of Difference” Shelley è riuscita a scrivere una "autobiography as the attempt to neutralize the monstrosity of autobiography." (Barbara Johnson, A World of Difference page 146). Bibliografia: MLA (Modern Language Assoc.): Wallace, Diana. Female Gothic Histories: Gender, Histories and the Gothic. University of Wales Press, 2013.
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