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Riassunto Franz Kafka, Il processo, Sintesi del corso di Scienze Della Comunicazione

riassunto del libro con commento

Cosa imparerai

  • Come Josef K. reagisce alla condanna senza colpa nel romanzo di Franz Kafka?
  • Perché Josef K. viene accusato dal tribunale in 'Il Processo' di Franz Kafka?
  • Cosa significa la condanna di Josef K. nel romanzo di Franz Kafka?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 11/01/2022

s.1997
s.1997 🇮🇹

4.7

(3)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Franz Kafka, Il processo e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Della Comunicazione solo su Docsity! FRANZ KAFKA (1883-1924) Kafka (nasce a praga il 3 luglio 1883 e muore a Kierling il 3 giugno del 1924) si muove soprattutto nella Repubblica Ceca, quindi la Praga di fine 800,inzio 900, caratterizzata da una forte componente ebraica che si era integrata nel tessuto sociale della città. Kafka è uno dei più importanti scrittori di lingua tedesca, anche se ceco come Thomas Mann. Kafka è al confine, mai completamente all’interno di un solo mondo: - A casa parla il ceco - Scrive in tedesco= lingua del potere - Iddish_lingua propria dell'ebraismo ortodosso (amava frequentare il teatro Iddish per entrare in contatto con la tradizione del mondo ebraico) Le sue scelte di vita, rispettano la sua indole e il suo carattere. Lavorava alla compagnia d'assicurazione di giorno, mentre di notte scriveva. ( evasione dal mondo che sperimenta chiuso in 1 ufficio e non attraverso un viaggio) Kafka è nipote del macellaio Washer, ma vuole diventare vegetariano e questo creerà,insieme alla scrittura, un'importante frattura con il padre che non accetta queste sue scelte. Questo perché il padre non capisce la motivazione di tutta quella fatica, in quanto preferirebbe che Kafka aiutasse l'azienda di famiglia. Il loro difficile rapporto viene descritto nella sua ‘’Lettera al padre” di più di 100 pagine dove si lamenta del padre autoritario. Ha 3 fidanzate importanti: -Felice Bauer (tipica rappresentante del mondo ebraico borghese) - Milena Jesenskà (giornalista ceca) - Dora Diamant (maestra d’asilo 25enne proveniente da una famiglia ebrea ortodossa) Il suo primo fidanzamento è appoggiato dai genitori, ma dopo un lungo periodo Kafka interrompe la relazione proprio nei giorni in cui stava scrivendo “Il Processo”, libro collegato alle azioni dei genitori quando capiscono che Kafka non vuole metter su famiglia (si sente inadeguato, tagliato fuori dal mondo) Muore abbastanza giovane a causa della tubercolosi, un mostro che entra nel suo corpo e lo divora lentamente. La sua scrittura si presta molto alla CARICATURA, perché densa di metafore e personaggi caratteristici. E’ stato come Nietzsche, diversamente interpretato dai vari filosofi essendo stato una sorta d profeta dei tempi a venire-> anticipa questioni della 2Guerra Mondiale come l'esilio. Tutta la sua famiglia morirà nei campi di concentramento. Tutti gli eventi tragici del 900 sembrano già accaduti: ci presenta un mondo che inganna e che lancia messaggi ambigui. - È impossibile distinguere il SENSO dal NON SENSO, anzi, paradossalmente ciò che ha veramente SENSO è il NON SENSO - Paradossalità dell’esistenza - Condanna senza colpa (essere senza colpa è 1 colpa) - Susseguirsi degli avvenimenti - Perenne ESILIO-> non si tratta solo di un esilio fisico, ma anche un esilio della domanda come richiesta di senso Il processo (nel titolo originario, Der Prozess) è un romanzo di Franz Kafka (1883-1924) scritto tra il 1914 e il 1917 e pubblicato postumo nel 1925. Durante la sua vita, infatti, Kafka pubblica solamente qualche racconto (tra cui La metamorfosi e La condanna), ma i suoi tre romanzi - oltre a Il processo, Il castello (1926) e America (1927) - vedono la luce solo successivamente alla morte del loro autore, grazie alle cure di un amico dell'autore, Max Brod. A quest’ultimo, come esecutore testamentario, Kafka infatti affida i propri lavori incompiuti o non editi affinché li distrugga. Brod in realtà decide di pubblicare i testi kafkiani, spesso intervenendo con sue revisioni per dare maggior unità e coesione ai testi. Il romanzo, che a differenza di molte opere incompiute presenta anche il capitolo conclusivo, segue le surreali e sinistre vicende di un impiegato di banca, di nome Josef K., viene accusato da un misterioso tribunale di essersi macchiato di una colpa non meglio determinata. Josek K. si trova così nella condizione assurda di doversi difendere da un’accusa indistinta ma ineluttabile, che acquista molti significati simbolico-religiosi, dal conflitto con il padre (che è il tema centrale della nota Lettera al padre) fino al rapporto difficile con il mondo ebraico. Riassunto Josef K., giovane procuratore di banca, vive a Praga in una stanza presa in affitto presso la signora Grubach. Nel giorno del suo trentesimo compleanno, K. scopre al suo risveglio che la cuoca non gli ha ancora portato la colazione; sta per andare a lamentarsi quando alla sua porta bussano due uomini sconosciuti. Essi sono lì per informarlo che è stato emesso un mandato di arresto a suo carico, per il quale dovrà svolgersi un processo. L'incontro è confuso e K. non capisce quali siano le reali imputazioni nei suoi confronti, e quindi non può fare altro che protestare affermando la propria innocenza. K., che è un individuo pragmatico, vorrebbe sbrigare rapidamente la faccenda, ma i due emissari, pur spiegandogli che può regolarmente recarsi al lavoro, gli notificano che dovrà presentarsi a delle udienze per difendersi e sue prime fasi. K., assai confuso, acquista alcuni quadri al pittore e, uscendo da una porta di servizio, si ritrova nei corridoi labirintici del tribunale e capisce che anche Titorelli ha ricevuto una stanza in usufrutto come l’usciere e sua moglie. K. in ogni caso decide di revocare il mandato al suo avvocato; quando però si reca a casa sua, trova Leni in compagnia di un uomo di nome Block. L'uomo è commerciante caduto in rovina a causa di un processo intentato contro di lui che si trascina ormai da cinque anni. Vedendo Block in maniche di camicia e Leni in vestaglia, K. sospetta che i due siano amanti, ma Block smentisce la circostanza, svelando invece a Josef che sugli imputati del tribunale vige una sorta di maledizione, per cui essi diventano schiavi della superstizione e vivono come alienati dal mondo. Block stesso, ad esempio, è una sorta di servo a casa dell’avvocato Huld, che lo maltratta e lo considera un individuo subalterno. K., nonostante Block e Leni cerchino di dissuaderlo, entra nella stanza dell'avvocato e, dopo aver conversato con lui della condizione di Block e del proprio processo, gli revoca il mandato +. K. viene quindi incaricato da suo ufficio di far visitare la città ad un cliente italiano, che però non si presenta all'appuntamento stabilito presso la cattedrale di Praga. K. entra quindi nella chiesa, dove trova solo un sacerdote che sembra intento a preparare le funzioni. Josef vorrebbe allontanarsi, ma il prete lo richiama a gran voce e incomincia a rimproverarlo per la sua condotta con le donne. Il sacerdote, che è in realtà il cappellano del tribunale, è perfettamente al corrente della situazione di K. e gliela illustra per mezzo di una parabola, ispirata al racconto kafkiano Davanti alla legge * e il cui significato sembra alludere alla condanna di Josef. Prima che Josef venga congedato dal sacerdote senza ulteriori spiegazioni, i due discutono del significato della novella, che fa parte dei testi legislativi consultati e interpretati da secoli dai giudici della Corte. Alla vigilia del suo trentunesimo compleanno, due uomini si presentano a casa di Josef K.: senza che sia stata mai emessa alcuna sentenza, i due prendono in custodia il protagonista, che oppone poca resistenza, consapevole della fine che lo attende. I due scortano K. attraverso la città, dove a Josef pare di scorgere per l’ultima volta la signorina Biirstner. K. stesso aiuta i due giustizieri a evitare un poliziotto che vuole fermarli, finché i tre raggiungono una cava abbandonata alle porte della città. Qui K. è fatto sedere in una buca, da cui può solo vedere, in lontananza, una figura misteriosa che si sporge da una finestra. Josef viene pugnalato due volte al cuore; il suo ultimo grido è: “Come un cane!”. Commento Il processo viene scritto dal 1914 al 1917 e sottoposto a diverse revisioni, fino a che Kakfa decide di non pubblicarlo (e anzi di distruggerlo come molte altre sue opere, poi salvata dall'amico Max Brod). Il romanzo è del resto uno dei più complessi e ambigui della produzione kafkiana e uno di quelli in cui la sua poetica - in cui convergono il senso di mistero e l'oppressione delle strutture sociali, l'assurdità della vita quotidiana, l'atmosfera onirica in cui sono immerse le vicende - raggiunge i risultati più alti. Il tema principale dell’opera, come indica il titolo stesso, è quindi quello della Giustizia, intesa sia come insieme di leggi e norme che regolano la vita degli uomini che, in senso metafisico, come ordine superiore che governa il mondo e le cose. Per Kafka (che evidentemente trasfigura se stesso nel protagonista, come avviene anche per il personaggio di K. nel Il castello) la tragedia dell’uomo moderno è che questo ordine - la Legge, come nel racconto Davanti alla legge citato da Josef e dal sacerdote - è ignoto ed inconoscibile: K., nonostante goda di un evidente vantaggio intellettuale sui giudici e sui meschini funzionari della corte, non può fare nulla per sostenere le proprie ragioni, né verrà mai a capo dei veri capi d'accusa che pendono sopra la sua testa. Mentre il “processo” avanza implacabile, K. si trova anzi coinvolto in situazioni paradossali e farsesche *: dalla prima udienza in tribunale fino al rapporto inconcludente con l'avvocato Huld, dalla visita a Titorelli fino alla scena nella cattedrale con il sacerdote. Josef, che inizialmente denuncia l’insensatezza della burocrazia e della giurisprudenza, tuttavia a poco a poco matura un inconscio senso di colpa (si pensi alla scena in cui nel suo stesso ufficio vede violentemente puniti i suoi persecutori) che alla fine gli fa accettare la condanna a morte come un fatto naturale e necessario. L’angoscia e la consapevolezza di “essere perseguiti e puniti per una colpa non commessa, ignorata, che il tribunale non ci rivelerà mai” 4 sono quindi i tratti essenziali del rapporto di Josef K. con la realtà. E questa “colpa” è solo un caso della più generale e universale colpa connaturata all'esistenza umana, che si lega profondamente al rapporto conflittuale di Kafka con il mondo ebraico (di cui fa parte ma di cui avverte la fine imminente) e con il proprio retroterra familiare. Corrispondente al senso di colpa è l'angoscia ossessiva di Josef: l'assenza di logica e l'alienazione dell’uomo dalla realtà svuotano progressivamente di senso e significato ogni gesto dl protagonista, il cui ultimo pensiero è per la “vergogna” che rimarrà di lui dopo l’esecuzione capitale. 1 Nel romanzo questa scena si interrompe bruscamente perché il capitolo non è stato terminato. Altri capitoli non portati a termine e non inseriti nell'edizione finale del romanzo sono incentrati sulle visite di K. alla madre, a una donna di nome Elsa (amica di Leni), al vicedirettore della banca, al pittore Titorelli e al pubblico ministero del tribunale. 2 Davanti alla legge (in tedesco, Vor dem Gesetz) è un racconto di Franz Kafka pubblicato nel 1915. In esso, un semplice contadino desidera entrare nel palazzo della Legge, ma un guardiano gli spiega che dovrà attendere per un tempo indeterminato di fronte ad un portone. Nonostante le domande insistenti del protagonista, che prova anche a corrompere senza successo il guardiano, il portone non viene mai aperto, e il contadino trascorre anni interi in un’inutile attesa. In punto di morte, il protagonista chiede perché nessun altro uomo abbia mai tentato l’accesso alla Legge: il guardiano - in accordo con la logica dell'assurdo delle narrazioni kafkiane - rivela che quella porta misteriosa poteva essere dischiusa solo per il contadino, ma che ora verrà serrata per sempre. 8 L'assurdità della vicenda, dietro cui si può leggere la visione del mondo di Kafka e la sua vicinanza a certi aspetti dell’Esistenzialismo, si traduce nella descrizione degli spazi del romanzo: prevalgono infatti i luoghi chiusi e asfittici, come il tribunale , in cui K. si perde più volte e da cui può uscire solo con l’aiuto di altri personaggi. 4 P. Levi, Nota del traduttore, in F. Kafka, Il processo, Torino, Einaudi, 1983.
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