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Gianbattista Vico: La Ragione degli Studi Moderni (De Nobis Terris Studiorum Ratione), Schemi e mappe concettuali di Filosofia

Gianbattista VicoFilosofia modernaStoria della Filosofia

Biografia di gianbattista vico e analisi della sua opera 'de nobis terris studiorum ratione'. Vico critica il metodo privilegiato dalla filosofia cartesiana per la scoperta di verità e propone una alternativa basata sulla ricchezza epistemologica del verosimile. Il documento include informazioni sulla vita di vico, la sua formazione, le sue opere e le sue idee filosofiche.

Cosa imparerai

  • Che metodo di studio critica Vico nella sua opera 'De Nobis Terris Studiorum Ratione'?
  • Come Vico descrive la relazione tra la ragione e la realtà?
  • Perché Vico rifiuta il metodo privilegiato dalla filosofia cartesiana?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 01/09/2022

ilariaaaaawaw
ilariaaaaawaw 🇮🇹

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Scarica Gianbattista Vico: La Ragione degli Studi Moderni (De Nobis Terris Studiorum Ratione) e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! GIANBATTISTA VICO: DE NOSTRI TEMPORIS STUDIORUM RATIONE BIOGRAFIA DI GV  Nasce a Napoli de 1668, sesto di otto figli  soffre la condizione economica in cui riversa la sua famiglia  Scuola = collegio massimo dei gesuiti, poi autodidatta  poi servizio del marchese D. Rocca, come precettore dei figli + si iscrive a giurisprudenza a Napoli.  Ottiene poi nel 1699 la cattedra di retorica all’università di Napoli;  Nel 1708 scrive de nostri tempori studiorum ration ( organizzione degli studi del nostro tempo) = dove affronta il problema del metodo di studio  Già Cartesio, nel famoso discorso sul metodo  privilegia l’arte degli studi scientifici (unico basato su presupposti certi e concettualmente chiari)  Vico: a questo metodo sfugge tutto quell’ambito del sapere che oggi chiameremo => umanistico  L’idea che Il metodo del sapere privilegia quello matematico = per vico, due anni dopo quando offre la dimostrazione di come una indagine esercitata nel settore linguistico possa costruire il tramite per la scoperta di importanti verità.  opera dell’antichissima sapienza italica evidenziata dalle origini della scienza latina = polemica nei confronti del razionalismo e della sua pretesa di rifondare le basi intere dell’edificio del sapere  L conoscenza umana risulta = limitata nell’ambito delle scienze di tipo matematico  gli enti che esse utilizzano sono più veri in quanto costruiti dalla mente umana, astratti  Nel secondo decennio del 700 vico si accosta all’opera di grozio, che aveva indagato da una prospettiva filosofica le origini e i fondamenti della società e dello stato  illuminazione che lo ha indotto a riprendere gli studi giuridici + stendere opere latine: diritto universale  Fallì a ottenere la cattedra di diritto civile nel 1723 e elaborò altre opere  Poi fu il silografo di carlo III di borone e infine si spense senza aver visto stampata la sua opera scienza nuova, nella nuova e definitiva versione, su cui si era dedicato fino alla fine DE NOSTRI TEMPORIS STUDIORUM RATIONE (organizzazione degli studi del nostro tempo) In questa breve opera, Vico mette a confronto il metodo di studi dei moderni con quello degli antichi, proponendosi di codificarne un terzo che abbia i vantaggi di entrambi e sia privo dei loro inconvenienti. Nel farlo polemizza con la filosofia cartesiana e con la moderna critica, attaccandone il preteso fondamento, il 'primo vero' scevro di ogni immagine sensibile, cui contrappone la ricchezza epistemologica del verosimile, rivendicando la centralità dell'eloquenza. Ma le questioni di metodo sono questioni filosofiche: a separare Vico da Cartesio è una diversa concezione della condizione umana. Gli uomini immaginifici, 'fantastici' e poeti di Vico fanno qui la loro prima comparsa.  In quanto prof di retorica, vico è tenuto ogni anno a tenere la prolusione, orazione inaugurale.  Tra il 1698 1708  prime 6 (orazioni inaugurali) e le prime 3 = fini convenevoli della ragione umana, le altre due ai fini politici e la sesta al cristiano  La settima => de nostri temporis studiorum ratione (autonoma rispetto alle precedenti)  Durante la permanenza in Cilento, molti studi che aveva avuto il piacere di coltivare, tra cui  leggi & canoni)  Il 18 ottobre 1708 inaugura l’anno accademico universitario con un’orazione dedicata al re carlo III di Austria  si sintonizza sui contemporanei orientamenti politico culturali antidogmatici che avevano rivendica la livera filosofia, coltivando degli ideali sincretici dei motivi platonici e Aristotelion (molto diffusi nell’Europa di bacone = da lui eredita l’dea che tutto il sapere umano è divino, si che si dessero le scienze l’una all’atra la mano, né alcuna fosse di impedimento a nessuna)  La costanza & l’unificazione dei saperi dell’uomo  base, motivi azione dei disertati del 1709, confronto critico tra il metodo degli antichi e dei moderni x stabilire in ognuno i profili caratterizzanti e le prospettive di sviluppo  Ma vico intende valutare il metodo, la ratio studiorum, partendo tra 3 funzioni fondamentali: STRUMENTI – SUSSIDI E FINE  Quindi  analisi come strumento della geometria, la chimica della medicina, il microscopio in anatomia, la bussola in geografia  Poi contrasta il microscopio particolarmente nefasto in medicina.  Va sradicata la pretesa di conoscere le cause e i dogmi della moderna dottrina di ispirazione cartesiana e  attenersi al metodo induttivo, alla preziosa arte di osservare e ai verisimila signa.  Questo è il nesso funzionale tra cogitare e vedere, che permette di individuare con gli occhi l’orientamento sintomatico in sede diagnostica & terapeutica  Apro rimprovero alla ratio studiorum dei moderni x aver privato l’insegnamento e la scuola di ogni valore  al fondo è il riconoscimento della necessità di preparare i giovani a be ragione e giudicare argomentando, di contro all’ingiustificata pretesa di giudicare prima di aver appreso.  Se dopo l’individuazione degli strumenti e sussidi, il fine è la verità, va perseguita con metodo;  Vico sostituisce la certezza del metodo cartesiano  incertezza, verosimile, la varietà della propria vita reale  Vico è consapevole che la sua ridefinizione del metodo e progetto di riorganizzazione si muovano in un mondo ostile (fondato su logica del razionalismo matematicizzato di Cartesio che rischia di impoverire la formazione dell’uomo)  La caratteristica discorsiva della mens umana = espressione della capacità immaginativa, fantastica & metaforica di comprendere aspetti e somiglianze e dissomiglianze tra le cose  Nasce così un’alternativa  Denunciando i limiti di una società raffinata, ma pigra e sterile che non inventa, vico non esita a rivalutare la capacità della matematica di formare immagini che precedono la deduzione delle verità apodittiche  Verità = vista come una composizione, avvicinando i geometri ai poetici nella costruzione ideale del finito  possiamo parlare di matrice costruttivistica del paradigma vicino di conoscenza  La ratio studiorum => spinta in direzione del poetico, finzione del poeta => verità ideale e dono divino nell’esercizio del suo potere.  La ragione = storicamente sé stessa senza però perdere la memoria.  Ingenium = capacità di integrare scire e facere per operare sui dati della realtà e respingere la sostanziale passività del metodo di conoscenza tradizionale, che genera scetticismo   Ingenio e dimensione sociale del sapere  legittimano l’umanesimo, caratterizzato dal difficile equilibrio di una posizione insieme anti dogmatica e anti scietticista  Ingegno = facoltà cardine dell’umana finitudine, intelligenza sintetica delle forme, collegata all’azione e creativa forza umana della mente;  Critica di vico = non solo vs Cartesio (visto come il primo antidogmatico)  il pericolo = giansenisti di port Royal che avevano scambiato il metodo con la realtà; le regole della mens con la metafisica dell’essere
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