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Riassunto Gattopardo, Appunti di Letteratura Italiana

Informazioni dettagliate sull'opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 31/05/2021

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

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Scarica Riassunto Gattopardo e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Il Gattopardo È l’unico romanzo completo che abbiamo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa, è stato pubblicato dopo la morte dell’autore, nonostante l’autore ci tenesse moltissimo a questo romanzo infatti nelle carte testamentarie raccomanda più volte i parenti di cercare di far pubblicare questo romanzo. Egli non seppe mai il grandissimo successo che ebbe, fu anche tradotto in moltissime lingue. È stato realizzato anche un film a cura di Visconti. Viene pubblicato nel 1958, un anno dopo la morte dell’autore che era avvenuta nel 1957 a seguito di una malattia polmonare, la moglie lascia una testimonianza in cui dice che da molti anni Tommasi aveva in mente di scrivere un libro ispirato alla figura del nonno che era un aristocratico borbonico ai tempi di Napoleone Bonaparte in Sicilia durante il Risorgimento Italiano, ma lo scrive solo negli ultimi anni della sua vita tra il 1955 e il 1956. Il romanzo viene rifiutato prima dalla Mondadori, ma anche dalla casa editrice Enaudi. Il rifiuto da parte di Enaudi avviene da una personalità molto importante Elio Vittorini che in una lettera scrive come il romanzo non fosse adatto alla pubblicazione, definendolo un romanzo storico anacronistico (vecchiotto), critica la prolissità. Invece viene apprezzato da Bassani che viene colpito proprio dalla prolissità che permette al lettore di entrare meglio all’interno della vita del personaggio. Argomento del romanzo Racconta le vicende di una famiglia aristocratica borbonica, il capofamiglia Don Fabrizio di Salina, nel momento del Risorgimento italiano e della fine di questo periodo quindi dopo l’Unità d’Italia. La storia della decadenza di questa nobiltà e dell’ascesa di nuove classi sociali come la borghesia. Sembra molto simile alla storia dei Vicerè e spesso viene accomunato a questo romanzo che vengono definiti da Luigi Spinazzola romanzi antistorici. Spinazzola analizza tre romanzi: I Vicerè e il Gattopardo di Giuseppe Tommasi Lampedusa, i Vecchi e i Giovani di Luigi Pirandello affermando come questi tre romanzi raccontano il fallimento del Risorgimento in Sicilia. Sono romanzi storici perché raccontano di come la storia influenzi la vita privata delle persone, ma che hanno lo scopo di denunciare il fallimento della storia e non di mostrare la storia come un continuo progresso per questo viene definito antistorico. Quello che questi autori vedono è la delusione delle speranze della Sicilia che aveva sperato che col Risorgimento cambiasse la situazione, il mancato cambiamento della classe dirigente. Il Gattopardo viene scritto durante il passaggio dalla monarchia costituzionale alla Repubblica e la liberazione dopo 20 anni di fascismo. (Uno dei suoi allievi è Francesco Orlando) Tommasi di Lampedusa delinea le differenze tra il suo romanzo e quello di De Roberto affermando come mentre De Roberto mostra il suo astio nei confronti dell’aristocrazia ormai degradata, mentre Tommasi partecipa alle vicende senza nessun astio. In tutto il libro il mondo della nobiltà viene descritto sotto due aspetti: da una parte viene messa in evidenza la decadenza fisica, economica e di prestigio e dall’altra parte questi uomini nuovi venuti dal nulla che riescono ad arricchirsi e a superare la nobiltà, entrando nella classe dirigente e unendosi alla nobiltà decaduta perché i nobili decaduti si sposano con la borghesia in ascesa per acquisire ricchezze, mentre la borghesia aveva bisogno del prestigio del nome, si ha la mescolanza delle classi sociali. Mentre i Vicerè si presenta come un romanzo corale cioè che ha molti protagonisti, il Gattopardo ha un unico protagonista Don Fabrizio di Salina un principe che abita a Palermo. Fin da subito ci viene detto come il principe assomigli ad un gigante, sovrasta tutti e questa sua altezza e in grado di intimorire gli altri, appare come un diverso perché ha anche origine tedesche (la madre era tedesca). Don Fabrizio era un uomo molto intelligente e uno che continuamente si chiede il perché delle cose e molte volte non trova un fine alle cose, in particolare riguardo la storia ed ecco perché il romanzo si può definire antistorico perché attraverso la voce di Don Fabrizio viene denunciata la mancanza di senso della storia. Don Fabrizio si dedica allo studio dell’astronomia, osserva le stelle e ne scopre a cui lui stesso ha dato il nome, ha ricevuto importanti premi da parte di accademici e scienziati. Questo lo rende uno stravagante agli occhi degli altri aristocratici che non si dedicavano a nulla. Questa sua stravaganza gli viene perdonata perché ha altre caratteristiche che lo fanno apparire uguale agli altri nobili; per esempio è un abile cacciatore, un buon cavallerizzo, un donnaiolo. Don Fabrizio ha una personalità molto autoritaria, gli piace dominare le persone e le cose attorno a lui, gli piace intimorire. Ma la storia va avanti e sfugge al suo controllo per esempio quando viene a scoprire che il patrimonio di Don Calogero eguaglia il suo è una cosa che lui non aveva La differenza tra Fabrizio e Tancredi e che Don Fabrizio ha un animo contemplativo lui sta guardare senza partecipare mentre la storia cambia, mentre Tancredi è una persona attiva tentando di prendere sempre il meglio dalle circostanze; in questo caso il meglio per lui era il matrimonio con Angelica. Don Fabrizio accetta questo matrimonio. Capitolo 5 È l’unico capitolo che viene ambientato in campagna, è dedicato alla figura di padre Pirrone un padre gesuita, riesce a mantenere il suo stato di padre gesuita perché Don Fabrizio chiede ai Garibaldini di poter mantenere il suo titolo. Viene raccontata una sua visita al suo paesino e si viene trova davanti ad una situazione simile a quella di Angelica e Tancredi. La figlia della sorella di nome Angelina è stata sedotta e rimasta incinta di un cugino di Padre Pirrone che si è voluto vendicare di Padre Pirrone che avrebbe strappato l’eredità per tenersela tutta lui e non lasciando nulla a suo fratello. Padre Pirrone riesce a risolvere la situazione affermando che la giovane avrà in dote metà mandorleto e in cambio il giovane acconsentirà a sposarla. Questo piccolo racconto ci mostra come vi è un’analogia tra ciò che avviene nelle nobili famiglie e quello che avviene nelle campagna, ma vi è la differenza di approccio per cui in contesto come la campagna il problema viene risolto in maniera rapida, cosa che non avveniva nelle famiglie nobili. Capitolo 4 Il fulcro di tutto il romanzo politico e ideologico. Dopo lo sbarco di Garibaldi e l’incontro a Teano, l’annessione delle due Sicilie viene confermata grazie ad un plebiscito in cui vi furono degli imbrogli dei voti, perché tutta Donna Fugata aveva votato si, ma in realtà Don Ciccio Tumeo confessa a Don Fabrizio di aver votato no, ma il suo voto non era stato considerato dall’autorità. Questa monarchia è una monarchia costituzionale parlamentare. Il parlamento è composto da due camere una per i senatori e una per i deputati. I senatori vengono nominati dal re, mentre i deputati vengono eletti dal popolo. Chevalley, un funzionario, viene mandato in Sicilia per chiedere a Don Fabrizio di Salina di diventare senatore. A questa proposta Don Fabrizio risponde di no e prima chiede se questa carica sia solamente un titolo onorifico o comporta un esercizio del potere e questo conferma la sua attitudine più contemplativa che attiva. Nel romanzo viene sottolineato l’ozio dei Siciliani che per Don Fabrizio è dovuto ai vari avvenimenti storici che ha vissuto quest’isola, governata costantemente dagli altri senza poter mai decidere per sé. Secondo Don Fabrizio è proprio il clima, il paesaggio della regione a renderla una regione così. Il carattere dei Siciliani è caratterizzato da un orgoglio che li porta a credersi perfetti, pensano che non abbiano bisogno di migliorarsi. Nessuno comprenderebbe la decisione di Don Fabrizio di diventare senatore e suggerisce a Chevalley un altro nome quello di diventare Don Calogero Sedara. Tutti i capitoli dal primo al sesto sono ambientati tra 1860 e il 1862, gli ultimi due capitoli sono ambientati il settimo 1883 e l’ottava nel 1910. Nel settimo capitolo si ha la morte di Don Fabrizio che occupa tutto il capitolo in cui si ha la smentita del pensiero secondo il quale le cose in realtà non cambino. La protagonista dell’ultimo capitolo è Concetta e Don Fabrizio pensa che sia l’unica vera Salina, in questo capitolo si vede la donna alla soglia dei 70 anni rimasta sola. Angelica e Concetta diventeranno molto amiche. Si avrà un ultima rivelazione cioè Concetta per tutta la sua vita aveva riservato astio e rancore al cugino Tancredi per non averla sposata, ma scoprirà in alcune conversazioni con degli amici che Tancredi le aveva voluto davvero bene e che pensava spesso a lei. Il romanzo si conclude con le celebrazione del 50esimo anno dallo sbarco di Marsala a cui partecipa anche Concetta. Concetta aveva conservato con cura tutti i ricordi della famiglia il suo corredo da sposa, le reliquie della famiglia e tra le reliquie vi era quella del cane del padre che era stato imbalsamato, Bellicò e Concetta si disfa di tutti i ricordi della sua famiglia. A molti critici è sembrato un romanzo conservatore che esaltasse i tempi passati e proprio per questo non venne accettato da Vittorini che era un progressista, in realtà non è un romanzo conservatore perché non difende lo stato borbonico.
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