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Riassunto della nascita della Repubblica Romana: dalla monarchia alla repubblica, Dispense di Storia Romana

La fine della monarchia romana e l'inizio della repubblica, attraverso la versione antica di tito livio e dionigi di alicarnasso. Viene descritta la caduta della monarchia etrusca, la fondazione di roma e la crescita del potere romano attraverso la conquista di nuovi territori e l'espansione dell'egemonia. Vengono inoltre trattati i trattati di alleanza e la distribuzione del territorio tra roma e le altre comunità.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 21/03/2024

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Scarica Riassunto della nascita della Repubblica Romana: dalla monarchia alla repubblica e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Riassunto storia romana Capitolo 1 la nascita della repubblica La storiografia antica sulla nascita della repubblica, rappresentata da tito livio e dionigi di alicarnasso ci presenta la fine della monarchia attraverso il mito di Lucrezia, violentata da Sesto Tarquinio, figlio dell’ultimo re etrusco di roma -> scoppia una rivolta guidata dai parenti di Lucrezia che porta alla caduta della monarchia -> 509 a.c. I poteri del re passano a due magistrati eletti dal popolo i consoli. Numerose incertezze riguardanti questa versione -> l’attenzione degli studiosi si è soffermata su alcune questioni correlate, tra cui vale la pena soffermarsi sulle liste dei supremi magistrati della repubblica-> I Fasti sono la lista dei magistrati che davano il nome, i più importanti tra questi sono i fasti capitolini così chiamati perché sono conservati nei musei capitolini di Roma. Nei fasti capitolini vi è una cronologia elaborata negli ultimi anni della repubblica, in particolare da Varrone, che fissava la fondazione di Roma al 753 a.c e il primo anno della repubblica al 509 a.c. -> queste date forniscono l’ ossatura cronologica degli studi moderni sul primo periodo repubblicano. La storia della violenza di Lucrezia contiene elementi drammatici che ricordano la caduta di diverse tirannidi greche e ne minano fortemente la credibilità. Infatti il nel 510 a.c. Il tiranno ippia della famiglia dei pisistratidi era stato cacciato da Atene. Dal momento che si possono rintracciare altre analogie tra la fine dei tarquini e quella dei pisistratidi, vi è il sospetto che la vicenda di Tarquinio sia stata adattata per creare un parallelismo con la celebre polis greca. È plausibile che la fine della monarchia sia da attribuire ad una rivolta del patriziato romano contro un regime diventato troppo autocratico. Alcuni elementi lasciano inoltre pensare che alla cacciata di Tarquinio sia succeduto un periodo dov roma era in balia di re e condottieri come porsenna di chiusi o i fratelli vibenna. La sconfitta inflitta dai latini al figlio di porsenna si colloca pochi anni dopo la cacciata dei Tarquini assestò un duro colpo all’influenza politica degli etruschi sul Lazio-> fu probabilmente grazie a ciò che Roma ebbe occasione di dare sviluppo alle sue nuove istituzioni repubblicane. Diversi studiosi a questo punto hanno proposto di collocare la nascita della repubblica a qualche decnnio più tardi. I poteri un tempo propri del re passarono, come testimonia livio, a due consoli. Essi erano eletti dai comizi centuriati ed avevano il compito di comandare l’esercito, montenere l’ordine in città, esercitare la giurisdizione, potere di convocare senato e assemblee popolari,la cura del censimento e della compilazione delle liste dei senatori. Le competenze religiosi de vecchio monarca passarono al rex sacrorum che non otrva rivestire cariche di natura politica. A quest’ultimo vennero poi affiancati pontefici e auguri che avevano maggior peso politico, ma rimase comunque compito dei consoli il controllo degli auspici, cioè l’interpretazione della volontà degli dei riguardo le decisoni più importante riguardanti la vita pubblica. La carica di console era limitata ad un anno inoltre ogni cittadino poteva appellarsi al giudizio dell’assemblea popolare contro le condanne capitali inflitte dai consoli- > provocatio ad populum Al primo anno della repubblica risalirebbero i questori originariamente due che assistevano i consoli nella sfera delle attività finanziarie, inizialmente venivano disegnati probabilmente dai consoli stessi, poi la carica divenne elettiva. Nel 443 a.c. Il compito di tenere il censimento fu affidato a due nuovi magistrati i censori, a questi fu poi affidata la redazione delle liste dei membri del senato. + supervisione sulla condotta morale dei cittadini, la cura morum che conferiva ai censori ampi poteri di intervento su diversi aspetti della vita pubblica e privata. La dittatura ->in caso di necessità i supremi poteri della repubblica potevano essere affidati ad un dittatore, nominato a propria discrezione da un console su istruzione del senato. Contro il volere del dictator non valeva l’appello al popolo o l’opposizione del veto da parte dei tribuni della plebe-> la sua durata aveva un massimo di 6 mesi. Il dittatore era poi assistito da il magister populi, comandante dell’esercito da lui personalmente scelto e a lui subordinato. I sacerdoti e la sfera religiosa-> a Roma non si può tracciare una distinzione netta tra cariche politiche e religiose. Costituiscono un’eccezione i flamini che rappresentavano le personificazioni terrene delle tre supreme divinità -> Giove, Marte e Quirino. 12 flamini minori erano poi addetti al culto di altre divinità. Vi erano 3 collegi religiosi: -Il collegio dei pontefici-> guidato da un pontefice massimo costituiva la massima autorità religiosa dello stato. A loro spettava la carica dei 3 flamini maggiori, avevano il controllo sul calendario e a loro spettava l’interpretazione delle norme giuridiche. -Collegio degli auguri-> assisteva i magistrati nel compito di interpretare la volontà degli dei. -Duoviri sacris faciundis-> incaricati di curare i libri sibillini, una raccolta di oracoli in greco connessi con la sibilla di Cuma-> consultati oer trarre rimedio a situazioni specifiche. Vi erano poi gli aruspici incaricati di chiarire la volontà divina tramite l’esame delle viscere animali. Per ultimi i feziali che avevano la funzione di dichiarare guerra attenendosi qlccomplesso cerimoniale previsto ed assicurando così il favore degli dei a Roma. Il senato-> il vecchio consiglio regio , formato dai capi delle famiglie nobili divenne il perno della nuova repubblica a guida patrizia. Erano in possesso dell auctoritas patrum-> diritto di sanzione applicata agli atti legislativi e ad i risultati delle assemblee popolari. La loro carica era vitalizia. La cittadinanza e le assemblee popolari-> riservati a maschi adulti di libera condizione e in possesso della cittadinanza ( si diveniva cittadino romano essenzialmente per diritto di nascita). Nella prima età repubblicana l’assemblea più importante di Roma è costituita dai comizi centuriati, fondati su una ripartizione della cittadinanza in classi di censo e all’interno di queste in centurie. Il meccanismo prevedeva che le risoluzioni non fossero prese a maggioranza di voti individuali ma a maggioranza delle unità di voto costituite dalle centurie. La funzione più importante era quella elettorale: spettava a loro l’elezione dei consoli e degli altri magistrati superiori. Abbiamo poi i comizi curiati (30 su base territoriale o gentilizia)-> conferivano ufficialmente i poteri ai nuovi magistrati. Vi erano poi i comizi tributi a cui era affidata l’elezione dei questori. In questa assemblea il popolo votava per tribu-> cioè a seconda dell’iscrizione in una di quelle tribu territoriali che secondo la tradizione aveva già istituito Servio tullio. Infine i concilia plebis tributa->elegevano i tribuni della plebe.
 Capitolo3 La conquista dell’Italia Alla caduta della monarchia etrusca Roma controllava nell’antico Lazio un territorio che si estendeva dal tevere alla regione pontina. Buona parte delle città latine non soggette a roma si riunirono nella lega latina e sconfissero il figlio di Porsenna, Arrunte, qualche anno dopo attaccò Roma con la speranza di ricollocare sul trono Tarquinio il superbo-> 496 a.c. Sul lago regillo i romani sconfissero la lega-> trattato Cassiano:493 a.c. Le due parti si impegnavano a mantenere la pace ed eventuali scambi commerciali e a prestare aiuto nel caso una delle due venisse attaccata. Quest’unione si rivelò preziosa per fronteggiare la minaccia che proveniva dagli appennini-> sabini, equi e volsci-> non si giunse ad una svolta definitiva-> riuscirono a bloccare gli equi ai colli albani, in particolare al passo dell’ algido. Roma si trovò però a fronteggiare da sola la potente città etrusca di Veio, sua rivale nel controllo delle vie di comunicazione lungo il basso corso del Tevere. Il conflitto sfociò in 3 guerre. -> etruschi, ultima u grande città -> Veio. Uno dei momenti più spietati-> assediano per 10 anni Veio e poi la distruggono( Furio Camillo eroe )-> diventa terra pubblica del popolo romano-> una parte va al senato, l altra va a cittadini poveri che la ottengono come proprietà in modo tale che potessero insediarsi oltre il Tevere. Ager pubblico non è sempre sfruttato tutto ed era difficile da controllare tutto-> veniva lasciato a discrezione degli abitanti vicini-> veniva abusivamente coltivato e allevato. Poteva essere anche dato in affitto vectigal dal senato di Roma. -Capacità dei romani nell’ essere pragmatici nell’ organizzazione dei suoi territori- Questa vicenda si colloca tra 4-5 sec a.c. I risultati raggiunti da Roma furono messi in pericolo da un evento improvviso e drammatico-> la calata dei Galli sulla città . Altro evento che traumatizza la storia di Roma->390 a.c. su Roma si abbatte un esercito di galli provenienti dall’ Emilia Romagna che stavano espugnando tutte le città che trovavano sul loro cammino. Secondo la tradizione saccheggiarono la città. ( fonti incerte) il campidoglio resistette che era il luogo sacro, dove risiedeva la divinità protettrice di Roma. -> 18 luglio furono sconfitti, il giorno entrò nel calendario come nefasto( sotto Nerone andò a fuoco roma il 18 luglio) Quando l’esercito fu messo in fuga la popolazione vecce accolta dalla città etrusca di cervere e cetri, secondo la tradizione i giovani si ritirarono sul campidoglio e resistettero per meni. Furono costretti poi a trattare con i galli -> i galli se ne andarono con un copioso riscatto con una bilancia truccata dai galli(brenno: guai ai vinti-> chi perde deve accettare la volontà del vincitore) arriva poi l esercito romani che massacra i galli-> da quel momento li odiano. Secondo le fonti greche non ci fu resistenza ne riscossa, fu occupata militarmente e la saccheggiarono. I galli non sappiamo precisamente chi fossero, si muovevano dalla pianura padana. I romani rispetto a ciò valutano l’idea di abbandonare il territorio, roma è scarsamente difendibile. È una pianura la si può attaccare da più lati. Alcuni volevano spostare la città, ma alla fine ci fu l’opposizione della plebe. Il sacco gallico non sappiamo se esistito, non ci sono prove. Questo evento segnò la necessità di protezione di Roma e influenzò il rapporto che avevano con le altre popolazioni -> portò i romani a conquistare l’impero per paura. Roma si riprende con rapidità-> distribuzione del vasto e fertile territorio di Veio, organizzato in 4 nuove tribu+ costruzione delle cosiddette mura serviane, la cinta muraria aveva un estensione vastissima -> dimostrava come Roma era la città già più grande dell italia centrale. Atteggiamento di Roma-> azione offensiva cpn l implacabile esecutore Camillo pochi snni dopo il sacco della città gli equi sono annientati, in seguito i Volsci. Nel 354 a.c cessò anche la resistenza delle due più potenti città latine Tivoli e Preneste+ etruschi costretti a siglare una lunga tregua. Guerre Sannitiche -> Sanniti confinavano con i campani-> contrasti politici-> la tensione sfociò in guerra aperta nel 343 a.c. Quando i sanniti attaccarono in campania settentrionale, costoro chiesere aiuto alla lega campana in particolare a Capua la quale a sua volta chiese aiuto a Roma. Roma accettò dal momento in cui i capuani disperati decisero di consegnarsi totalmente a Roma mediante un atto formale di deditio ( inoltre era la zona più ricca e fertile d’italia. La prima guerra sannitica si risolse a Capua 343-341 a.c. Con un parziale successo dei romani che costrinsero a togliere l’assedio a Capua, a non fu in gradi di proseguire e accettò il trattato di pace offerto dai Sanniti-> alleanza tra loro e riconosceva a Roma la Campania e ai Sanniti Teano. L’accordo portò ad un ribaltamento delle alleanze costringendo Roma sostenuta dai Sanniti a fronteggiare i suoi vecchi alleati, i latini, campani e sidicini, a cui si aggiunsero i volsci. Il conflitto 341-338 noto come grande guerra latina fu durissimo-> alla fine il successo andò ai Romani. La lega latina venne disciolta ed incorporata nello stato romano in qualità di municipi. Altre mantennero la propria indipendenza formale ma non potevano più intrattenere rapporti tra di loro-> pur lasciando alle comunità alleate una completa autonomia interna erano legate a Roma per quanto riguardava la politica estera ed erano obbligate a fornire truppe in caso di guerra-> questi trattati consentirono a roma di ampliare la propria egemonia e il proprio potenziale militare senza costringerla ad assumersi i compiti di governo locale che le sue strutture politiche non erano in grado di reggere. Nelle città dei Volsci e dei campani -> civitas sine suffragio . La causa concreta della seconda guerra sannitica è da ricercare nelle divisioni interne di Napoli, l’ultima città greca della Campania dove si fronteggiavano le masse popolari favorevoli ai Sanniti e le classi più agiate filoromane-> i romani sconfissero rapidamente la guarnigione che i sanniti avevano installato a Napoli e a conquistare la città ma il tentativo di penetrare nel Sannio fu un falimento-> gli eserciti romani vennero circondati al passo delle forche caudine e costretti alla resa-> per qualche anno vi fu l’interruzione delle operazioni militari , i romani rinforzarono la loro posizione in Campania creando due nuove tribu e allacciando rapporti con le comunità dell Apulia e dlla Lucania nella speranza di isolare e circondare la lega sannitica. Le ostilità si riaccesero nel 316a.c. Quando i romani attaccarono Saticula ai confini del Sannio-> fu conquistata-> Sanniti sconfitti. La disfatta non aveva indebolito però eccessivamente i Sanniti-> terza guerra sannitica-> 298 a.c quando i Sanniti attaccarono i Lucani. Il comandante dei sanniti Gellio Egnazio aveva messo in piedi una coalizione antiromana che comprendeva etruschi, galli ed umbri. Lo scontro decisivo avvenne nel 295 a.c, l’esercito romani riuscì a prevalere su sanniti e galli-%> costretti ad assistere impotenti alla devastazione del Sannio-> obbligati a chiedere la pace nel 290 a.c. 283a.c tentativo dei Galli alleati ad alcune città etrusche di penetrare nuovamente nell’Italia centrale-> bloccati nella battaglia del lago Vadimone. Guerra contro Taranto e Pirro Nel 282 a.c. Una città greca che sorgeva sulle rive calabresi Turi, minacciata dai Lucani chiese aiuto a Roma. Nelle successioni operazioni di difesa dei turini i romani insediarono una guarnigione nella città e inviarono una flotta davanti alle acque di Taranto. I tarantini attaccarono le navi romane e poi cacciarono la guarnigione romani a Turi. Taranto visto però il pericolo chiese soccorso ad un comandante della madrepatria greca-> Pirro, re dei Molossi e comandante della lega epirotica-> sorta di crociata in difesa dei greci d’occidente minacciati dai barbari romani. Nella sua azione propagandistica Pirro si richiamò alla sua discendenza da Achille contro i romani che erano troiani. Era inoltre imparentato per via materna ad Alessandro il grande, aveva inoltre sposato la figlia del re di Siracusa, aveva quindi mire di potere sull’ Italia meridionale. Nel 280 a.c Pirro sbarcò in Italia-> per affrontarli Roma dovette per la prima volta arruolare i capite censi, i nullatenenti fino ad allora esentati dal servizio militare. I romani subirono una sanguinosa sconfitta ad Eraclea in Lucania. Con Pirro si schierarono poi anche i Sanniti. Tuttavia Pirro non aveva la forza per assediare la città così decise di intavolare trattative di pace-> chiedeva libertà e autonomia per le città greche italiane e la restituzione dei territori strappati a lucani e sanniti.-> respinte dal senato romano. Le risorse finanziarie di Pirro scarseggiavano, per questo motivo accolse la domanda d’aiuto mossa da Siracusa, in lotta secolare contro Cartagine, per il dominio della Sicilia. Roma e Cartagine avevano stretto però un’alleanza difensiva. In Sicilia Pirro assediò Cartagine che riuscì però a resistere grazie ai rifornimenti che arrivavano via mare. Pirro pensò allora di invadere l’Africa ma il progetto fallì. Pirro decise di tornare in Italiansubendo gravi perdite nella traversata a causa di attacchi Cartaginesi-> scontro decisivo con le forze romane comandate dal console Manio Curio Dentato avvenne nel 275 a.c.-> dove poi venne fondata la colonia celebrativa di Benevento-> le truppe di pirro furono messe in fuga. Taranto alla fine si arrese entrsndo nel novero dei socii di Roma. Capitolo 4- la conquista del Mediterraneo (appunti lezione) Nel 264 a.c. Roma controllava ormai tutta l’Italia peninsulare fino allo stretto di Messina-> gli interessi di Roma entrarono in collisione con quelli della vecchia alleata Cartagine. Nella prima guerra punica dalle fonti si avverte anche una forma di contrapposizione tra i due sistemi culturali. I punici erano culturalmente appartenenti al gruppo dei semitici, parlavano il punico, lingua dei fenici che a loro volta abitavano tra la Palestina e il Libano. Questa contrapposizione tra popoli semitici e indoeuropei ritornò anche negli anni del fascismo. Cartagine divenne nella storiografia e pubblicistica negli anni 30 l’equivalente della Gran Bretagna grazie alla sua potenza navale. Durante le guerre puniche i romani cominciarono ad uscire da una prospettiva di potenza regionale e proiettarono la loro espansione verso il mediterraneo. L’Impero Romano inizia con la prima guerra punica, e unisce a livello politico uno spazio, ossia, il mediterraneo, che era già unito precedentemente sia culturalmente sia economicamente. La fine dell’Impero Romano significa la fine di questa unità mediterranea. Cartagine era un importante impero commerciale del mediterraneo occidentale. L’Italia nel 264, anno dell’inizio della prima guerra punica, è sotto il controllo del senato romano con forme di organizzazione del territorio molto diversificate: alcune comunità erano state inglobate, i municipia, diventando cittadini romani (con o senza suffragio, ma con l’obbligo del servizio militare); furono fondate città, colonie romane, ma soprattutto latine (cittadini romani e latini venivano mandati a colonizzare le terre, nel caso dei cittadini romani, essi perdevano la propria cittadinanza e acquisivano quella latina, quindi cedevano i propri diritti romani in cambio di terre); altre comunità, come Capua, Napoli, Taranto ecc. sono soci del popolo romano, dunque alleati subordinati al Senato, che tuttavia conservavano un’autonomia interna; l’ager publicus, dominio diretto del popolo romano, spesso gestito dai locali. La Sicilia era una regione ricca, costellata da città greche fiorenti come Siracusa. Nella concezione dei romani, le isole (Sicilia, Sardegna e Corsica) non fanno parte dell’Italia. Solo alla fine dell’Impero, con Diocleziano, entrano a far parte dell’Italia le isole e anche una parte dell’Austria. La Sicilia è una terra contesa: al centro dell’isola abitano le popolazioni autoctone, lungo le coste della Sicilia orientale ci sono i greci, la parte occidentale è controllata da Cartagine. I cartaginesi e i greci erano in competizione tra loro per l’egemonia commerciale. Molti prodotti pregiati provenivano dall’oriente e venivano rivenduti in occidente. Quando Roma assume il controllo della Magna Grecia, questo sistema economico passa sotto il controllo del Senato. Roma era protettrice di tante città greche della Magna Grecia sotto il suo controllo, dunque questo ruolo che Roma assume nei confronti delle città greche inizia ad inglobare anche i greci di Sicilia. La ricchezza di Cartagine si basava su due aspetti fondamentali: avere dei canali commerciali e degli empori esclusivi e una flotta. Tra Roma e Cartagine venne stipulato un trattato risalente all’ultimo anno della monarchia, rinnovato più volte, come all’epoca della guerra con Pirro. Una parte del senato spinge per espandersi in Sicilia. I greci spesso mettevano sul campo un esercito formato per lo più da mercenari. La prima guerra punica scoppia a causa dei mamertini (uomini votati a Mamers), un gruppo mercenario campano di Capua, che avevano combattuto per Siracusa, la quale li congeda e non li paga secondo i patti. I mamertini allora decisero di occupare Messina (città greca sotto il controllo di Siracusa). Ciò spinse Siracusa a mandare un esercito a Messina nel tentativo di espugnare i mamertini. I mamertini chiedono aiuto ai cartaginesi. Tutto ciò avviene negli anni 80 del 200 quando Roma ancora non era arrivata a Reggio Calabria. I Cartaginesi mandano una flotta e una guarnigione che occupa Messina. I mamertini dopo un po' a causa della pressione esercitata dai cartaginesi, li cacciano e chiedono aiuto ai romani, i quali nel frattempo riuscirono a conquistare la Magna Grecia. I romani ebbero dei problemi con questi mercenari, i quali una volta oltrepassato lo stretto, saccheggiarono le città della Calabria costringendo i romani a combattere. Tuttavia, i romani accolgono la richiesta formale d’aiuto al Senato, utilizzando lo stresso stratagemma di Capua, ossia attraverso la formula della dedictio secondo cui i mamertini si sarebbero dovuti sottomettere a Roma. Ciò venne facilitato dai contatti tra le famiglie (alleate di Roma) campane e i mamertini (anch’essi campani). Ciò diventa il casus belli di Roma. Secondo Filino c’era stato un trattato tra Roma e Cartagine, Polibio invece non lo menziona. Nel 264 un esercito romano entra a Messina e prende posizione nella città a tutela dei mamertini. Ciò scatena la guerra con i cartaginesi. Inizialmente i cartaginesi e i siracusani si allearono, ma successivamente i secondi trattarono con il senato di Roma e si ritirarono diventando alleati di Roma rifornendo i suoi eserciti. La prima guerra punica dura dal 264 al 241. La prima svolta in questa guerra fu la presa di Agrigento nel 262. Per sconfiggere i cartaginesi, i romani avevano bisogno di ottenere la supremazia navale. Il senato si affidò ai socii navales (alle città greche della Magna Grecia) che aiutarono Roma a costruire una flotta e a mobilitare l’equipaggio addestrato. Nel 260 avviene la battaglia navale di Milazzo, dove per la prima volta la flotta romana sbaraglia quella cartaginese. La battaglia fu vinta grazie all’ingegnosità dei romani che con l’aiuto dei marinai greci avvicinarono le loro navi a quelle nemiche e le abbordavano attraverso il corvo, avviando così un combattimento corpo a corpo dove i romani erano avvantaggiati. Nel 256 dopo la vittoria navale a Capo Ecnomo, i consoli avviano una spedizione in africa. Anche Cartagine era un’aristocrazia. I cartaginesi dopo dieci anni di guerra erano pronti a trattare, ma uno dei consoli di Roma, Attilio Regolo spinse per il proseguimento della guerra. Cartagine, nel frattempo, riuscì a riorganizzare l’esercito sotto la guida dello spartano Santippo che sconfisse quello romano. Un altro personaggio, cartaginese, che ebbe il comando delle forze cartaginesi in Sicilia riuscendo per alcuni anni a resistere, fu Amilcare Barca (padre di Annibale). Amilcare non sparpagliò il suo esercito per l’isola ma lo concentrò in un baluardo, un ridotto ben fortificato tra Trapani ed Erice (sulla punta settentrionale della Sicilia occidentale) dal quale in caso di necessità poteva colpire in modo inaspettato. Dopo la fallita spedizione in africa, i romani persero l’iniziativa sul mare, ciò permise a Cartagine di rifornire il suo baluardo in Sicilia. Fu determinante la decisione dei senatori più ricchi di autotassarsi, per finanziare la costruzione di un’altra grande flotta al comando del console Gaio Lutazio Catulo, che riuscì ad affondare la flotta nemica in seguito ad un agguato nei pressi delle Egadi (10 marzo 241 a.C.), costringendo i cartaginesi alla resa. Amilcare si sentì oltraggiato dalla resa di Cartagine. Furono ritrovati dei rostri, il che significa che in antichità, la nave che arrembava tendeva a colpire prima il fianco della nave nemica nel tentativo di farla affondare. I rostri erano iscritti, quelli cartaginesi avevano immagini ed evocazioni a Baal, Le guerre di conquista avevano fatto accrescere a dismisural’ager pubblicus, ma la maggior parte di esso finì nelle mani dei grandi proprietari terrieri, ricchi e potenti-> crisi della piccola proprietà fondiaria. Da qui la necessità di una serie di norme che mirassero a restringere l’estensione di agro pubblico che poteva essere legittimamente occupata-> Tiberio Gracco: nell’anno del suo tribunato della plebe 133 a.c. Tentò di operare una riforma agraria che fissava come limite quello di 125 ettari di ager pubblicus con l’aggiunta di altri 60 per ogni figlio fino ad un massimo di 250 ettari per famiglia, un collegio di triumviri avrebbe poi avuto il compito di recuperare e ridistribuire i terreni in eccesso-> sarebbero stati dati ai cittadini più poveri 7,5 ettari per persona e inalienabili. Scopo principale della legge, oltre quella di trovare consenso, era quello di ricostruire e conservare un ceto di piccoli proprietari anche per garantire una base stabile al reclutamento dell’esercito( i nullatenenti non potevano essere reclutati). I grandi proprietari terrieri si ritennero espropriati di un qualcosa che consideravano loro->l’Oligarchia dominante si oppose-> così il giorno in cui il progetto doveva essere votato nei comizi tributi, un altro tribuno della plebe Marco Ottavio, indotto dai conservatori, pose il suo veto. Tiberio lo fece però escludere dalla carica in quanto ponendo il veto era venuto meno al mandato che il popolo gli aveva affidato. Escluso Ottavio, la legge agraria fu approvata, ma l’opposizione non si placò-> Alla fine fu ucciso da un gruppo di senatori guidati da Publio Cornelio Scipione. Nel 123 a.c fu eletto tribuno della plebe Caio Gracco, fratello minore di Tiberio che riprese l’Opera riformatrice del fratello. La legge agraria fu ritoccata e perfezionata, poiché gran parte delle terre era già stata distribuita Caio propose l’istituzione di nuove colonie sia in Italia che nel territorio della distrutta Cartagine, inoltre con una legge frumentaria assicurò ad ogni cittadino residente a Roma una quota mensile di grano a prezzo agevole. Con una legge giudiziaria limitò il potere dei senatori riservando ai cavalieri il controllo dei tribunali-> in questo modo i senatori non venivano giudicati da altri senatori. Un provvedimento che gli sopravvisse per tutta l’età repubblicana prevedeva che il senato dovesse decidere prima delle elezioni consolari quali tra le provice dovessero essere classificate consolari per impedire che una scelta a posteriori fosse influenzata da ragioni personali o politiche. L’oligarchia senatoria per contrastarlo si servì di un altro tribuno Marco Livio Druso approfittando della lontananza di Druso partito per l’africa per la deduzione della colonia presso Cartagine. Alla fondazione della colonia furono collegati presagi funesti e si propose che dovesse essere revocata-> scoppiarono vari disordini e il senato fece ricorso alla procedura del senatus consultum ultimum-> veniva sospesa ogni garanzia istituzionale e affidato ai consoli il compito di tutelare la sicurezza dello stato -> alla fine anche Caio venne fatto uccidere per ordine del console Lucio Opimio. Poiché però le riforme dei Gracchi rispondevano a problemi reali non vennero abolite ma se ne ridussero gli effetti, soprattutto quelli della legge agraria. Scipione Emiliano aveva regolato le questioni africane tramite la costruzione di una piccola ma ricca provincia + rapporti di buon vicinato con il regno di Numidia governato da Micipsa filoromano. Alla sua morte il regno fu conteso dai suoi tre eredi principali. Il più spregiudicato dei tre Giugurta assassina uno di questi, l’altro rimasto Aderbale fu costretto a rifugiarsi a Roma e chiedere l’intervento del senato-> optò per la divisione della Numidia in due parti:ad Aderbale la parte orientale più ricca e a Giugurta quella occidentale, più vasta. Ma nel 112 a.c Giugurta volle impadronirei anche dell’oriente e assediò la capitale Cirta, importante centro di commercio per i romani. Giugurta fece trucidare il rivale e anche i romani e gli italici che svolgevano le loro attività economiche-> Roma costretta a scendere in guerra nel 111 a.c. Le operazioni militari furono condotte fiaccamente finché il comando non venne assegnato a Quinto Cecilio Metello, del cui seguito faceva parte Caio Mario-> sconfisse Giugurta ripetutamente senza però mai riuscire a mettere un punto alla vicenda-> ciò portò a rivolte commericali. Caio Mario venne eletto console nel 107 a.c. E gli venne affidato il comando della guerra contro Giugurta. Mario era un homo novus originario del territorio di arpino, non poteva vantare alcun alleato illustre ed era il primo della sua famiglia ad arrivare ai sommi vertici dello stato, si era imparentato con una antica anche se decaduta famiglia di patrizi sposando Giulia, zia del futuro Giulio Cesare. Bisognoso di nuove truppe a lui fedeli aprì l’arruolamento volontario si capite censi( nullatenenti). Con il suo nuovo esercito tornò in Africa e gli servirono quasi tre anni per porre fine al conflitto e catturare Giugurta. Fu di fondamentale importanza rompere l’alleanza tra Giugurta e il suocero Bocco, re di Mauretania,ciò avvenne soprattutto grazie all’opera di Lucio Cornelio Silla, legato di Mario. Giugurta fu trascinato prigioniero a Roma e poi giustiziato. Nel frattempo due popolazioni germaniche i Cimbri e i Teutoni avevano iniziato un movimento migratorio verso Sud-> furono affrontati al di là delle alpi dal console Cneo Papirio Carbone-> i romani subirono una serie di rovinose sconfitte. Mentre a Roma cresceva la polemica verso l’incapacità dei generali e aumentava il terrore per queste popolazioni, Mario venne rieletto console nel 104 a.c.( e lo sarà per 5 volte di seguito) e gli fu affidato il comando della guerra. Mario provvide a riorganizzare l’esercito aiutato dai suoi luogotenento tra cui Silla e Sertorio-> così quando i germani ricomparvero i romani poterono sostenere l’urto. Mario affrontò prima i teutoni sterminandoli ad aquae sextiae e l’anno dopo mosse contro i cimbri annientati presso i csmpii raudii( veneto). Mentre era impegnato sul fronte militare Mario si appoggiò a Lucio Apuleio Saturnino, un nobile entrato in rotta con le fazioni conservatrici del senato-> Mario lo aveva aiutato ad essere eletto tribuno della plebe nel 103 a.c. E in cambio Saturnino aveva fatto approvare una distribuzione di terre in Africa ai veterani delle campagne africane di Mario. Contando sull’appoggio di Mario, Saturnino presentò una legge agraria che prevedeva assegnazioni di terre nella Gallia Meridionale e la fondazione di colonie in Sicilia, Acacia e Macedonia, aveva proposto una legge frumentaria che riduceva il prezzo politico del grano fissato da Caio Gracco+ lex de maiestate che puniva il reato di lesione dell’autorità del popolo romano compiuto dai magistrati -> per bloccare ogni opposizione Saturnino aveva fatto approvare una clausola che obbligava i senatori a giurare di osservare la legge -> per poter sviluppare il suo programma ottenne la rielezione anche per l’anno successivo-> durante le votazioni ci furono tumulti +assassinio . Il senato non attendeva altro che proclamare nuovamente il senatus consultum ultimum-> Saturnino fu ucciso e il prestigio di Mario( era al suo 6 consolato) ne risentì tant’è che si allontanò da Roma per svolgere una missione diplomatica verso Mitridate VI del Ponto che aveva iniziato a dar segni di mire espansionistiche. Il decennio successivo al 100 a.c. Si aprì con forti tensioni politiche e sociali-> continuava il conflitto tra senatori e cavalieri per impadronirsi in esclusiva dei tribunali per i processi di concussione. In quest’atmosfera venne eletto tribuno della plebe Livio Druso, figlio dell’omonimo Livio Druso che si era opposto a Caio Gracco. Da un lato promulgò provvedimenti di contenuto popolare come una legge agraria volta alla distribuzione di nuovi appezzamenti e una legge frumentaria che abbassava ulteriormente il prezzo politico delle distribuzioni granarie. Dall’altro lato restituì ai senatori i tribunali proponendo però l’ammissione dei cavalieri in senato, che venne aumentato da trecento a seicento membri. Infine volle proporre la concessione della cittadinanza romana agli alleati italici, ma ancora una volta l’opposizione fu vasta e Druso venne assassinato ma ormai il sentimento di ribellione degli italici aveva raggiunto un punto critico.-> la differenza giuridica e sociale tra romani e latini ed italici non aveva suscitato grande opposizione agli inizi del II secolo a.c. Quando essa trovava riscontro in differenze etniche e culturali ma via via che l'Italia era penetrata nel mediterraneo , che le conquiste e gli scambi commerciali avevano sempre più unificato, e nel quale le aristocrazie romane e italiche ormai tendevano a perdere le loro differenze,la disuguaglianza divenne meno accettata. La condizione di cittadino romano era divenuta sempre più vantaggiosa e ciò aumentava l irritazione e le rivendicazioni degli italici, memori di aver aiutato Roma nelle sue conquiste-> non potevano beneficiare della distribuzione agraria, non avevano alcuna parte nelle decisioni politiche, economiche e militari, ricevevano una parte più piccola del bottino di guerra e punizioni più dure-> l’assassinio di Druso fu per loro il segnale che per difendere le loro rivendicazioni non vi era altra via se non quella delle armi. Il segnale delle ostilità partì da Ascoli dove un pretore e tutti i romani residenti nella città vennero massacrati nel 90 a.c. -> l’insurrezione si estese poi sul versante Adriatico, presso le popolazioni dove era stato più ampio il processo di integrazione con Roma( Sanniti-Lucani). Anche i Campani si aggiunsero in un secondo momento. Gli insorti si erano dati nel frattempo una capitale, istituzioni federali ed una monete ma erano internamente dividi- > in alcuni ambienti prevaleva l’esigenza di ottenere la cittadinanza, in altri era forte il sentimento di rivalsa verso Roma. Furono messe in campo dai Romani tutte le loro forze divise tra i due consoli: a settentrione il console Rutilio Lupo aveva come propri legato Cneo Pompeo Strabone e Caio Mario, a meridione l’altro console Lucio Giulio Cesare che aveva tra i suoi luogotenenti Lucio Cornelio Silla. Rutilio cadde in combattimento e le operazioni militare continuarono sotto il comando di Mario. L’Incerto andamento della guerra fece maturare a Roma una soluzione politica del conflitto-> con un primo provvedimento venne conferita la cittadinanza agli alleati che combattevano per Roma, venne approvata la legge del console Lucio Giulio Cesare -> LEX IULIA DE CIVITATE: concedeva la cittadinanza agli alleati rimasti fedeli( colonie latine) e a coloro che avessero deposto rapidamente le armi. A questa si aggiunse l’anno successivo la LEX PLAUTIA PAPIRIA che estendeva la cittadinanza a quanti degli italici si fossero registrati presso il pretore di Roma entro 60 giorni. I successi militari furono per lo più raggiunti da Cneo Pompeo Strabone(sotto cui prestava servizio Cneo Pompeo insieme ai giovani Cicerone e Catilina) e da Silla -> espugnarono Ascoli e riconquistarono la maggior parte del Sannio e della Campania spezzando le ultime resistenze dei ribelli-> concessione della cittadinanza a tutta l'Italia- > si inaugurava un processo di unificazione politica dell'Italia. Capitolo 2- i primi grandi scontri tra fazioni in armi Mentre si affrontavano romani e italici a est i Parti della dinastia degli Arsacidi (caucaso) avevano occupato la Mesopotamia e Babilonia facendo dell’Eufrate la frontiera tra essi e la Siria. Approfittando della guerra Mitridate aveva ripreso la sua politica espansionistica, fece invadere la Cappadocia dal re di Armenia suo genero e spodestò dalla Bitinia il nuovo re Nicomede IV. Roma decise di intervenire inviando una delegazione con lo scopo di ristabilire i legittimi sovrani-> Mitridate decise di scendere in guerra contro Roma. La sua azione si fondò su un efficace opera di propaganda rivolta al mondo greco sfruttando il malcontento che vi era in oriente verso i romani. Dilagato in Cappadocia travolse le forze romane fu presto padrone di tutta l’Asia, anche Delo e Atene fecero causa comune con il nuovo liberatore, solo Rodi rimase fedele a Roma. Roma reagì affidando il comando della guerra a Silla. La guerra e le azioni di Mitridate avevano avuto come conseguenza anche un complessivo impoverimento-> razzie, massacri, devastazioni. Per far fronte a questi problemi Sulpicio Rufo propose una serie di provvedimenti-> il richiamo dall’esilio di quanti erano stati perseguitati per collusioni con gli alleati italici, l’inserimento dei neocittadini nelle tribù, un limite massimo di indebitamento di 2000 denari per ciascun senatore oltre al quale sarebbe stato espulso dal senato. Fece infine approvare il trasferimento del comando di guerra da Silla a Mario, che ritornava così sulla scena politica. Appresa la notizia della sua sostituzione Silla non esitò a marciare su Roma alla testa dei suoi soldati( truppe più legate al comandate che allo stato). Impadronitosi di Roma fece dichiarare i suoi avversari nemici pubblici-> Sulpicio fu eliminato e Mario riuscì a fuggire in Africa. Successivamente partì per l’oriente e nell’ 87 a.c prese e saccheggiò Atene e in Grecia sconfisse le truppe pontiche. Nello stesso tempo Mario tornato dall’Africa marciò anche egli su Roma e prese la città con la forza-> Silla venne dichiarato nemico pubblico e Mario fu eletto console per la settima volta insieme a Lucio Cornelio Cinna ma morì l’anno dopo esser entrato in carica. Nel frattempo un nuovo corpo di spedizione venne invisto a combattere contro Mitridate visto che quello di Silla non rappresentava più Roma-> nell 86 a.c. Due armate romane di opposte fazioni si trovavano in Grecia una capeggiata da Silla e l’altra inviata da Cinna con al comando Caio Flavio Fimbria-> esse non si scontrarono mai ma agirono parallelamente ricacciando Mitridate in Asia. Si arrivò a trattative di pace abbastanza miti-> PACE DEL DARDANO-> Mitridate conservava il suo regno ma doveva evacuare il resto dell’Asia e obbligato a versare un indennità e consegnare la flotta. I rispettivi sovrani di Bitinia e Cappadocia recuperarono i loro regni. Silla tornò in Italia sbarcando a Brindisi dove fu raggiunto dal giovane Cneo Pompeo con tre legioni-> impiegò due anni per triofare sui suoi avversari( fu aiutato da Crasso - futuro triumviro), distrusse le ultime resistenze nella battaglia di Porta Collina nel 82a.c. Cui fece seguito il massacro di tutti i prigionieri. Per rendere definitiva la sua vittoria introdusse le liste di proscrizione, elenchi di avversarvi politici esposti al pubblico, chiunque poteva ucciderli e i loro beni erano confiscati e messi all’asta, i loro figli e discendenti esclusi da ogni carica. Le proscrizioni continuarono fino all’81 e i territori confiscati andarono a favore dei veterani di Silla. Poiché entrambi i consoli del 82 erano morti nel conflitto, il senato nominò un INTERREX, Lucio Valerio Flacco il quale presentò ai comizi una proposta-> lex valeria: nominava Silla dittatore con l’incarico di redigere leggi e di organizzare lo stato. Tale dittatura aveva tempo illimitato e non era incompatibile con il consolato che Silla rivestì nel 80. Opera riformatrice di Silla: ogni proposta di legge avrebbe dovuto ottenere il consenso del senato prima di essere sottoposta al voto popolare, i comizi centuriati dovevano divenire la sola assemblea legislativa legittima. Il senato fu portato a 600 membri con l’immissione di suoi numerosi partigiani. Fu innalzato ad 8 il numero dei pretori e i tribunali vennero di nuovo riservati in esclusiva al senato( quello nuovo integrato da molti cavalieri). Furono totalmente ridimensionati i poteri dei tribuni della plebe, limitato il loro diritto di veto eannullato quello di proporre leggi. Vennero abolite le distribuzioni frumentarie. Il poerimucum ( limite sacro del territorio cittadino oltre il quale non era lecito condurre armi) fu esteso lungo una linea virtuale tra Arno e Rubicone. Completata la riorganizzazione dello stato Silla si ritirò a vita privata, morì nel 78 a.c. Già nello stesso 78 a.c. Uno dei consoli Marco Emilio Lepido( padre del futuro triumviro) tentò di ridimensionare l’ordinamento di Silla, ma l’opposizione incontrata ebbe l’effetto di scatenare una rivolta in Etruria, Lepido fece causa comune con i ribelli e marciò su Roma-> il senato utilizzò contro di lui l’arma del SENATUS CONSULTUM ULTIMUM, poiché non si erano ancora tenute le elezioni l’ imperium venne conferito eccezionalmente a Pompeo-> la rivolta venne rapidamente stroncata. Il restante esercito di Lepido si traferì in Spagna ad ingrossare le fila degli ex mariniani capeggiati da Sertorio-> aveva creato una sorta di stato mariano in esilio-> aveva costituito a Osca un senato di trecento membri ed una scuola dove i figli dei capi tribù spagnole potessero essere educati alla romana. Corsero a Roma voci di sue alleanze per ampliare la sua sfera d’azione-> il senato decise di affidare a Pompeo la Spagna con l’attribuzione di un imperium straordinario. Sertorio venne assassinato a tradimento e nel 71 a.c. Pompeo spezzò tutta la resistenza. Nel 70 a.c. Presentò la sua candidatura al senato e venne eletto insieme a Crasso. Portarono a compimento lo smantellamento dell’ordinamento sillano, avevano fatto approvare una legge frumentaria che ripristinava le distribuzioni e il prezzo politico del grano e restaurarono nella loro pienezza i poteri dei tribuni della plebe, infine il pretore Lucio Aurelio Cotta fece mofificare la composizione dei tribunali permanenti, togliendone l’esclusiva ai senatori e ripartendola in modo uguale tra senatori, cavalieri e tribuni aerarii, una categoria mal conosciuta ma vicina ai cavalieri. Negli anni tra l’80-70 a.c in oriente erano riemerse le minacce da parte dei pirati e di Mitridate. Le basi principali dei pirati erano disseminate lungo le coste dell’Asia minore, di Creta e del litorale africano. A causa della pirateria il trasporto delle merci era divenuto sempre più difficile e pericoloso-> nel 74 a.c. Fu mandato contro i pirati Marco Si schierò dalla parte di Cleopatra che venne confermata regina d’Egitto insieme al fratello minore Tolomeo XIV. Partito Cesare diede alla luce il figlio avuto da quest’ultimo Tolomeo Cesare(Cesarione). Nel 47 a.c dopo un breve soggiorno a Roma si diresse verso L’Africa dove si erano riorganizzati e rifugiati i pompeiani vinti che si erano assicurati l’appoggio del re di Numidia. Cesare conseguì una vittoria definitiva a Tapso. La Numidia divenne provincia romana con il nome di Africa nova. Ritornato a Roma celebrò i suoi trionfi ma fu costretto a ripartire per la Spagna dove avevano ripreso fiato i suoi avversari sotto la guida dei figli di Pompeo, Cneo e Sesto. Distrutti anche questi, solo Sesto Pompeo riuscì a salvarsi con la fuga. Cesare poteva adesso tornare definitivamente a Roma e completare la sua opera di riorganizzazione politica. Nel 46 a.c. Gli venne conferita la dittatura per 10 anni, nel 44 divenne invece dittatore a vita. Gli vennero offerti gli onori del primo posto in senato, del titolo di imperator, cioè detentore dell’ imperium e di quello di padre della patria. Già dal 49 erano stati concessi il perdono e il richiamo in patria a tutti gli esuli e condannati politici. Vennero accordate facilitazioni ai debitori e il diritto di cittadinanza venne esteso fino alle Alpi, ne beneficiarono anche comunità della Spagna, della Gallia e dell’Africa. Le giurie dei tribunali furono di nuovo ripartite equamente tra cavalieri e senatori. Una considerevole attività di ristrutturazione urbanistica ed edilizia e un’ambiziosa serie di lavori pubblici migliorarono l’aspetto di Roma e contribuirono a fornire lavoro ad abbondante mano d’opera. L’eccessiva concentrazione di poteri, il moltiplicarsi di onori senza precedenti, il fatto che ogni carriera politica potesse ormai svolgersi solo con l’appoggio di Cesare, finirono per creare allarme non solo tra gli ex pompeiani ma anche tra alcuni sostenitori di Cesare stesso. Nei primi mesi del 44 a.c. Cesare stava preparando una campagna militare contro i Parti con l’intenzione di ristabilire l'egemonia romana dopo il fallimento di Crasso. A Roma venne messo in giro un oracolo secondo il quale il regno dei Parti poteva essere sconfitto solo da un re, che andò ad aumentare le voci ed i sospetti di aspirazioni monarchiche di Cesare-> fu allora ordita una congiura prima della sua partenza per l’impresa partica. Alle idi di Marzo(15) del 44 a.c. Egli cadde trafitto dai pugnali dei cospiratori. Capitolo 4-agonia della repubblica Abbattuto Cesare, i cesaricidi non si erano preoccupati di eliminare anche i suoi principali collaboratori, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio, uno dei suoi più fidati luogotenenti. I cesaricidi non avevano un programma che andasse oltre l’assassinio di Cesare e visto che ciò venne accolto dal popolo moto freddamente decisero di ritirarsi sul Campidoglio per discutere il da farsi. Venne abolita la dittatura come carica dallo stato ma tutti gli altri atti del defunto dittatore furono conservasti. Antonio si fece consegnare il testamento dalla vedova e ne approfittò per far passare nell’anno del suo consolato tutti i progetti di legge trovati tra le carte di Cesare, facendosi duo continuatore ed erede. Alla lettura del testamento si scoprì che aveva nominato suo erede effettivo per un terzo dei suoi beni e suo figlio adottivo Caio Ottavio, suo pronipote. Quest’ultimo appena saputo del testamento giunse a Roma accompagnato da manifestazioni di simpatia dei veterani del padre adottivo-> reclamò ufficialmente la sua eredità ponendosi come obiettivo la vendetta per l’omicidio del padre nonché la celebrazione della sua memoria. Iniziò a raccogliere consenso anche tra il senato che lo vide come un mezzo per arginare il potere di Antonio. Questi per poter controllare meglio l’Italia si fece assegnare come province quelle della Gallia Cisalpina e Comata, ma il governatore originariamente designato, Decimo Bruto rifiutò di cedergliela e si rinchiuse a Modena, assediato da Antonio. Ebbe così inizio la guerra di Modena(43a.c.). Mentre Cicerone condannava Antonio per la sua condotta prevaricatrice il senato ordinò ai due consoli in carica di fornire soccorso a Decimo, ad essi venne associato anche Ottaviano che aveva formato un esercito privato -> Antonio fu battuto e costretto a ritirarsi ma i due consoli morirono per le ferite riportate. Ottavio chiese a questo punto per sè il consolato e ricompense per il suo esercito, al rifiuto di queste richieste non esitò a marciare su Roma-> nel 43 a.c. Venne eletto console insieme al cugino e coerede di Cesare Quinto Pedio. Vece poi ratificare la sua adozione e assunse il nome di Caio Giulio Cesare. In Gallia Antonio si era congiunto con Lepido, mentre Decimo Bruto abbandonato dai suoi soldati fu ucciso mentre cercava di ricongiungersi agli altri cesaricidi. Nell’ottobre del 43 a.c Lepido, Antonio e Ottaviano si incontrarono nei pressi di Bologna dove stipularono un accordo poi fatto sancire da una lègge votata dai comizi tributi( lex titia)-> in base ad esse veniva istituito un triumvirato rei publicae constituendae( per la riorganizzazione dello stato) che diveniva una magistratura ordinaria che per la durata di 5 anni conferiva il potere di convocare il senato e il popolo, promulgare editti e designare candidati alle magistrature. Antonio avrebbe conservato il governo della Gallia, Lepido della Spagna e Ottaviano dell’ Africa, della Sicilia, Sardegna e della Corsica. Queste ultime erano minacciate da Sesto Pompeo a cui il senato aveva conferito il comando delle forze navali, che ormai egli gestiva in proprio. Vennero resuscitate le liste di proscrizione con i nomi degli assassini di Cesare, dei nemici dei triumviri e dei loro seguaci. I tre rivolsero poi le armi contro l’oriente dove i cesaridi Bruto e Cassio si erano costituiti una solida base di potere. Lepido rimase a Roma e a partire furono Antonio e Ottaviano-> lo scontro decisivo ebbe luogo a Filippi in Macedonia(42a.c.) con la vittoria dei triumviri, Cassio venne sconfitto da Antonio e Bruto decise di togliersi la vita. Dallo scontro ne uscì nettamente rafforzato il prestigio di Antonio che si riservò il controllo su tutto l’oriente, a Lepido venne assegnata l’Africa e Ottaviano ebbe la Spagna e il compito di sistemare in Italia i veterani delle legioni, oltre quello di vedersela con Pompeo che dominava la Sicilia e a cui si erano uniti coloro vittime delle liste di proscrizione. Riuscì ad impadronirsi anche della Sardegna e della Corsica, batteva i mari ed impediva i rifornimenti all’Italia provocando carestie e fame. Augusto Ottaviano rinunciò formalmente a tutti i suoi poteri straordinari, accettando solo un imperium proconsolare sulle province non pacificate-> Spagna, Gallia,SiriaEgitto. Venne nominato dal senato Augusto un epiteto che lo proiettava in una dimensione sacrale-> una sorta di principe che si poneva come un punto di riferimento ed equilibrio fra province senato e plebe urbana. Tre poteri di Augusto: nel 31 a.c ottenne un imperium proconsolare che gli consentiva di agire con i poteri di un magistrato su tutte le province, questo potere non consentiva però ad Augusto di agire nella vita politica quando si trovava a Roma, per ovviare a ciò ricevette dal senato il potere di un tribuno della plebe vitalizio( tribunicia potestas), poteva quindi convocare i comizi, porre il veto agli altri tribuni e godere della sacrosanctitas ovvero diveniva sacro e inviolabile, a ciò il senato aggiunse che poteva convocare anche il senato. Nel 12 a.c. Alla morte di Lepido, che aveva rivestito la carica di pontefice massimo, questa passò ad Augusto, quindi si trovò al comando anche della vita religiosa di Roma. Infine nel 2 a.c. Gli venne conferito il titolo di Pater patriae. Azioni di Augusto-> le misure prese de Augusto furono adottate principalmente in due occasioni nel 28/29 a.c. E nel 18 a.c. Nella prima procedette alla revisione delle liste dei senatori, espellendo dall’assemblea le persone indegne e riportò il numero a 600-> rese la dignità senatoria ereditaria e innalzò il censo minimo per entrare in senato a un milione di sesterzi( Augusto però poteva concedere il diritto di entrare in senato attraverso la procedura dell’adlectio). La morte di Augusto avvenne in Campania nel 14 d.c.-> fu allora che Tiberio in senato suggerì di affidare la cura dello stato a più persone, ma il senato lo spinse ad accettare i poteri e le prerogative che erano state di Augusto-> Tiberio alla fine acconsentì. Si rivelò l’impossibilità del senato di concepire ormai un ritorno alla repubblica senza la presenza di una parallela autorità di un singolo. Per circa mezzo secolo il potere rimase all’interno della famiglia Giulio-claudia. Alla morte di Tiberio, vista la prematura scomparsa di Germanico e di Druso Minore, la successione andò a favore di Gaio, detto Caligola, figlio di Germanico e Agrippina. Studi recenti hanno messo in luce il valore di Tiberio sia militare che politico, nonché la sua attenta gestione dello stato, sia per quanto riguarda la libertà dei magistrati a Roma sia nel assicurarsi che le province non venissero sfruttate dai governatori. Durante il suo principato ha compimento la modifica del sistema elettorale, con il passaggio delle votazioni dei comizi a partecipazione popolare al senato. Dopo la morte di Germanico, si aprì a Roma un contrasto politico tra Tiberio e Agrippina per la successione a cui erano candidati il figlio di zTiberio, Druso Minore e uno dei tre figli di Germanico e Agrippina, Caligola. La svolta nel regno si ebbe a partire dal 23 quando il prefetto del pretorio Seiano iniziò a crearsi un forte potere personale, rafforzato dal fatto che Tiberio scelse di allontanarsi da Roma per rifugiarsi a Capri, lasciando a Seiano, dopo la morte di Livia, il dominio della vita politica di Roma. Aspirò alla successione, infatti chiese di sposare Livilla, la vedova di Druso Minore e nel 31 anno durante il suo anno di consolato con Tiberio, dichiarò nemici pubblici Agrippina e i suoi figli maggiori-> Antonia,la madre di Germanico riuscì a risvegliare in lui i sospetti su Seiano che venne poi processato e giustiziato. Rimanevano come possibili successori Caligola, ultimo figlio di Germanico e Agrippina e Tiberio Gemello, figlio di Druso Minore. Tiberio li nominò entrambi successori, ma alla sua morte Caligola venne riconosciuto unico erede in quanto maggiore di età e Tiberio venne ben presto eliminato. Caligola (37-41d.c.) Fu accolto con grande entusiasmo dall esercito, dove era ancora vivo il ricordo del padre Germanico, il giovane si appoggiò al consenso dei pretoriani e alla plebe di Roma inaugurando una politica di donativi, grandi spettacoli e ambiziosi piani edilizi che portarono all’esaurimento delle riserve finanziarie lasciate da Tiberio. Molto più freddo era l’atteggiamento del senato che lo vedeva come un tiranno scarsamente interessato al governo dell’impero e preoccupato solamente di rafforzare il proprio potere personale. Il conflitto più grande durante l’età di Caligola fu quello con gli Ebrei-> l’imperatore per affermare la propria autorità e divinità ,volle mettere una propria statua nel tempio di Gerusalemme, suscitando sia le proteste della popolazione che quelle del governatore romano preoccupato dalle tensioni che stavano nascendo-> la richiesta di Caligola aveva infatti risvegliato violenti conflitti tra ebrei e greci nella città di Giudea e dell’Oriente-> nel 41 Caligola cadde vittima di una congiura e la sua morte sventurò le rivolte. Claudio (41-54d.c) Riforma significativa: l’amministrazione centrale fu divisa in 4 grandi uffici, un segretariato generale e altri tre rispettivamente per le finanze, per le suppliche e per l’istruzione dei processi da tenersi davanti all’ imperatore. A carico di questi dipartimenti furono messi dei liberti. Per risolvere i problemi di approvvigionamento granaio e idrico fece costruire il porto di Ostia per consentire l attracco delle navi che prima si fermavano a Pozzuoli. Costruì un nuovo acquedotto e bonificò terre in Abruzzo per aumentare la superficie coltivabile in Italia-> affrontò la guerra in Mauretania, iniziata da Caligola, a cui pose fine organizzando il regno in due province. L’impresa militare più rilevante fu la conquista della Britanna meridionale ridotta a provincia. Il suo regno fu anche caratterizzato da intrighi di corte. Egli aveva sposato in terze nozze la dissoluta Messalina, da cui ebbe un figlio Britannico, ma accusata di tramare contro il marito fu messa a morte. Sposò allora la nipote Agrippina che gli fece adottare il figlio avuto dal precedente matrimonio, non esitò poi ad avvelenare Claudio per assicurare al figlio la successione al trono. Nerone(54-68 d.c.) In un primo momento Nerone assecondò l’autorevole influenza che esercitavano su di lui Seneca e il prefetto del pretorio Afranio Burro cercando una forma di collaborazione con il senato, ma se ne distaccò progressivamente verso un idea più assoluta e autocratica del potere provocando l’opposizione senstoria. Nerone era capace di compiere grandi gesti propagandistici come la concessione di esenzioni fiscali alla Grecia, che ammirava molto-> fu sempre considerato un imperatore vicino alla plebe, ma si macchiò comunque di gravi delitti. Dopo aver fatto assassinare il fratellastro Britannico, fece uccidere anche la madre Agrippina che ostacolava la relazione del figlio con Poppea Sabina e si opponeva al divorzio di Nerone da Ottavia, figlia di Claudio, in quanto temeva che questo gesto avrebbe causato l’opposizione dei sostenitori del precedente imperatore-> nel 62 d.c. Divorziò da Ottavia e sposò Poppea. Da quell’anno iniziarono i processi per lesa maestà, Nerone cercava di eliminare l’opposizione e gli ultimi nobili che potevano vantare una lontana forma di parentela con Augusto e minacciare la sua posizione. Nel 64 si verificò un grande incendio a Roma, di cui furono incolpati i cristiani-> i costi per la ricostruzione furono tanto alti da creare tensioni sia con il senato che con la plebe-> Nerone perse molti consensi, cercò di rimediare con una riforma finanziaria-> riduzione del peso e di fino della moneta d’argento. Nelle province intanto, in particolare in Britannia, vi era una grande ribellione delle popolazioni locali a causa del duro comportamento dei procuratori imperiali impegnati nelle esazioni fiscali. Parimenti in Giudea, la requisizione di parte del tesoro del tempio di Gerusalemme fu uno dei motivi dello scoppio di una violenta ribellione contro i Romani. Per riempire le casse dello stato inoltre, Nerone, avrebbe utilizzato lo strumento dei processi e delle confische rendendosi ancora più inviso. Nel 65 fu minacciato da una grave congiura, detta congiura dei Pisoni che portò all’uccisione da parte di Nerone di Seneca e Fenio Rufo prefetto del pretorio e proseguì nell eliminazione degli avversari tra cui molti esponenti della nobiltà senatoria. In giudea era scoppiata una gravissima ribellione contro cui Nerone aveva mandato Muciano, il legato di Siria, e Vespasiano, comandante delle truppe in Giudea-> mentre Vespasiano riusciva a riportare sotto controllo la situ in Giudea, arrivò notizia che il legato della Gallia si era ribellato, dando via ad una catena di sollevazioni, tra cui quella del governatore della Spagna,Galba. Alla fine anche i pretoriani abbandonarono Nerone e il senato lo dichiarò nemico pubblico e nominando princeps Galba-> a Nerone non restava che il suicidio, la sua fine segna anche quella della dinastia Giulio-Claudia. Capitolo 3- l’anno dei 4 imperatori e i Flavi Si erano così creati i presupposti per una nuova guerra civile che vide contrapporsi senatori, governatori e comandanti militari che forti del sostegno dei loro eserciti, assunsero il titolo di imperatore. Tacito definì questo anno(69) come il longus et unus annus che svelò che la proclamazione di un imperatore poteva avvenire anche fuori da Roma ed essere appannaggio degli eserciti-> soprattutto l’esito finale con la proclamazione ad imperatore di Vespasiano mostrò come il principato potesse essere rivestito anche da un uomo di origini modeste, entrato solo recentemente nell’ordine senatorio . La crisi del 69 che vide il contrapporsi di 4 imperatori, Galba, Otone,Vitellio e Vespasiano, mostra come l’asse dell’impero si fosse spostato lontano da Roma e come le legioni fossero in grado di imporre il loro volere. Con Vespasiano inizia la dinastia dei Flavi, che comprende lui e i suoi tuoi figli, Tito e Domiziano-> la dinastia durò fino al 96 d.p. Fin quando la politica di Domiziano suscitò una tale opposizione da portare alla sua uccisione. Vespasiano (69-79) Il principato di Vespasiano rappresenta il definitivo consolidamento dell’impero come istituzione. La sua autorità venne definita da un decreto del senato, approvato dai comizi-> lex de impero vespasiani, dove si elencano tutti i poteri del princeps, si tratta più che altro di una ricapitolazione e formalizzazione di tutte le prerogative dell’imperatore che erano state via via acquisite da Augusto e dai Giulio-Claudi. Egli dovette fronteggiare il grave deficit di bilancio provocato dalla politica di Nerone, riuscì a risanare con vari provvedimenti il bilancio dello stato. Estete ai cavalieri la responsabilità di alcuni uffici della burocrazia togliendoli ai liberti, favorì l’estensione della cittadinanza ai provinciali per far fronte alle crisi di reclutamento + immissione nel furono le componenti decisive in tale processo: l’esercito all’interno e i barbari all’estero. L’accresciuta importanza dell’esercito va messa in relazione con l’accresciuta pressione dei popoli barbari al confine. La situazione diventa drammatica nel 3 secolo perché c’è bisogno di finanziarie un esercito sempre più grande-> crescita della pressione fiscale+ inflazione. Dopo l’uccisione di Commodo ci fu un periodo di regni effimeri-> Settimo Severo, un generale africano ottenne la vittoria definitiva sui rivali nel 197 d,.c. E mosse con i suoi soldati direttamente alla volta di Roma. Impossessatosi del potere diede via ad una dinastia che durò fino al 235 d.c. . Ha inizio con i Severi quella che viene definita una monarchia militare ovvero l’autorità dell’imperatore si basa sulla forza degli eserciti. Settimo di nuovo affrontò i Parti, si impadronì della capitale nemica che fu rasa al suolo. A Settimo Severo successero i figli Caracalla e Geta, questa nuova diarchia ebbe breve vita, in quanto Caracalla ambizioso, fece assassinare il fratello. Il suo nome è rimasto legato ad un provvedimento famoso-> nel 212 egli dispose la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero ad eccezione dei cosiddetti dediticii che probabilmente si riferiva ai barbari non ancora assimilati. Con tale provvedimento aumentava il numero dei contribuenti-> la politica di forti concessioni ai legionari e ai pretoriani richiedeva la disponibilità di sempre maggiori risorse, a dimostrazione di ciò con un altro provvedi coniò l’antoniniano che aveva il valore nominale di due denari pur avendo il valore effettivo di un denaro e mezzo. Durante una spedizione in oriente fu assassinato a Carre in Siria, durante una congiura militare senza che avesse nominato un successore->. Venne poi nominato imperatore il prefetto del pretorio Macrino, uno dei capi della congiura. Era la prima volta che un membro dell’ordine equestre veniva proclamato imperatore. Ma la scontentezza dello stesso esercito che lo aveva portato al poter, davanti all’accordo di pace da lui stipulato con i parti, fece si che il suo regno durasse soltanto un anno. A questo punto la zia di Caracalla, Giulia Mesa, riuscì a far sì che fosse eletto imperatore un suo nipote, noto con il nome di Elagabalo-> il regno di questo ragazzino (14 anni) segna uno dei momenti più oscuri della storia imperiale-> egli è ricordato soprattutto per il suo intenso misticismo e per il tentativo di imporre come religione di stato un culto esotico del Dio del Sole venerato in Siria-> arrivò al punto di portare a Roma il suo simulacro e di fargli erigere un tempio sul palatino. Di fronte al risentimento generale, la stessa Giulia Mesa impose di associare al potere il cugino Bassiano-> nonostante il compromesso venne comunque organizzata una congiura nel 222 d.c -> Bassiano venne nominato imperatore con il nome di Severo Alessandro. Il suo regno trasse profitto dal fatto che l’azione di governo fu in mano i primi anni al giurista Ulpiano, prefetto del pretorio-> il rapporto imperatore-senatori tornò verso la collaborazione. Nel 224 d.c i persiani scatenarono un’offensiva contro la Mesopotamia romana arrivando a minacciare anche la Siria. L’imperatore riuscì a bloccare l’offensiva anche se non in modo risolutivo. Anche in Gallia di nuovo vi fu la minaccia barbarica, nel 235 mentre era impegnato a fronteggiare questa nuova situazione di crisi venne assassinato insieme alla madre nel corso di una nuova congiura militare che lo accusavano di trattare con i barbari anziché combattere. Finiva così la dinastia dei Severi.-> aveva inizio così un cinquantennio di lotte militari e civili. L’esercito proclamò imperatore Massimino, con lui inizia il periodo di massima crisi-> anarchia militare(235-284) si succedono circa 20 imperatori legittimi e non. Massimino aveva uno scadente curriculum militare ma ottenne comunque dei successi nelle sue campagne militari contro i barbari-> la durezza del suo regime che impose una fortissima pressione fiscale spiega la ritrovata forza di coesione del senato che giunse a dichiararlo nemico dello stato. Imperatori illirici Claudio II (268-270) è il primo di una serie di imperatori detti illirici perché originari di quella regione. Coseguì due importanti successi, uno contro gli Alemanni che avevano invaso la pianura padana ed un altro contro i goti che avevano occupato Atene. Morto Claudio gli succedette Aureliano che riuscì definitivamente a scacciare i barbari che erano penetrati nuovamente nella pianura padana. L’imponente cinta di mura con la quale Aureliano fece circordare Roma dà un idea della pericolosità della situazione. Riuscì a sottomettere i due stati autonomi che si erano costituiti negli anni precedenti, ovvero il regno di Palmiria in Siria e il regno di Tetrico nelle Gallie-> unità dell’impero risultava così ricostituita . Significativa è la sua riforma monetaria, egli introdusse una nuova moneta chiamata sempre antoniniano che doveva sostituire la precedente svilita. In campo religioso introdusse il culto ufficiale di Sol invictus identificato con Mitra, una divinità particolarmente cara ai soldati ma volta al rafforzamento dell’autorità imperiale-> il culto solare si identificava con il culto dell’imperatore. Ucciso Aureliano nel 275 d.c. Si succedettero una serie di imperatori dai regni brevi-> nel 285 d.c. Solo detentore del potere divenne l’illirico Diocleziano, il suo regno durò circa un ventennio durante il quale riuscì a riorganizzazione lo stato e a creare le condizioni per la sua sopravvivenza Domiziano e il Dominato: Con il suo regno si chiude l’età buia che era stata caratterizzata dalla crisi del III secolo. Da questo momento si fa definitivamente iniziare la fase del cosiddetto Dominato, rispetto a quello precedente detto Principato. Per garantire una migliore difesa alle terre minacciate, stabilì la propria sede in Oriente a Nicomedia , capitale della Bitinia. Tra le varie riforme è di particolare interesse quella che riguarda il potere imperiale-> egli concepì un sistema in base al quale al vertice dell’impero c’era un collegio imperiale composto da 4 monarchi detti tretarchi, dei dei quali detti Augusti erano di rango superiore rispetto agli altri due detti Cesari. Tale sistema aveva come fine quello di fronteggiare meglio le varie crisi regionali, attraverso una ripartizione territoriale del potere e nello stesso tempo di garantire una successione ordinata senza nuove guerre intestine. Una delle conseguenze dell’introduzione di questo regime fu che ciascun Augusto affiancato ad un Cesare esercitava il suo governo alternativamente sull’ oriente o sull’occidente. Roma cessava di essere la residenza abituale dell’imperatore-> Diocleziano risiedeva a Nicomedia, mentre l’altro Augusto, Massimiano scelse Milano come sua capitale. L’esercito venne potenziato e le truppe vennero messe a disposizione dei tetrarchi che le potevano dislocare nelle zone di confine in difficoltà. Anche il numero di province aumentò mentre si riduceva l’estensione del loro territorio per evitare che i vari governatori diventassero troppo influenti e potenti da aspirare al potere centrale. Diocleziano si impegnò anche nella riorganizzazione del sistema economico con l’introduzione di una nuova forma di tassazione-> l’impero venne diviso in 12 diocesi, anche l’Italia organizzata nella diocesi italiciana perse il suo antico privilegio di non far parte del sistema provinciale e fu equiparata alle altre regioni dell’impero. Per bloccare la continua ascesa dei prezzi impose nel 301 d.c. Un calmiere con il quale si indicava voce per voce il prezzo massimo che non era consentito superare. Diocleziano aveva uno spirito conservatore infatti emanò 2 editti che riguardavano la tutela del matrimonio e la messa al bando della setta dei manichei, i seguaci di una nuova religione di origine persiana. Come previsto dal sistema tetratchico il 1 maggio del 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono in favore dei due Cesari, Costanzo Cloro per l’occidente e Cesare Galerio per l’oriente-> il sistema ben presto collassò in quanto quando nel 306 a York morì Costanzo Cloro l’esercito proclamò imperatore il figlio Costantino, rivendicando il principio di successione dinastica, allo stesso modo anche il figlio di Massimiano, Massenzio rivendicò per sè il potere imperiale. Costantino ebbe la meglio su Massenzio nel 312 d.c. Nella battaglia del ponte Milvio , sul Tevere, alle porte di Roma. Questa vittoria un significato che trascende quello strettamente politico perché essa fu ottenuta da un imperatore che dichiarava di aver abbandonato il paganesimo per il cristianesimo. La conversione di Costantino fu un evento di portata rivoluzionaria perché significò l’inserimento delle strutture della Chiesa in quelle dello stato. 313:editto di Milano-> provvedimento voluto dai due imperatori di allora Costantino e Licino che concedeva la libertà di culto ai Cristiani e poneva fine ad una sanguinosa stagione di persecuzioni. Nel 314 Costantino convocò ad Arles un sinodo con 33 vescovi, fu il primo concilio convocato da un imperatore a causa dello scisma donatista che durava in Africa da circa un decennio, in seguito al rifiuto di un gruppo di vescovi africani di riconoscere Ceciliano Vescovo di Cartagine in quanto era stato consacrato da un vescovo traditore che aveva bruciato le sacre scritture durante le persecuzioni di Diocleziano. Il sinodo condannò i donatisti. 325 Concilio di Nicea-> il problema in questo caso era di natura teologica tra due contendenti Alessandro e Ario. Ario in particolare negava la natura divina di Cristo-> arianesimo venne dichiarato eresia affermato che padre e figlio sono fatti della stessa sostanza e sono co-eterni. La vittoria di Costantino su Licino ad Adrianopoli portò alla fondazione di Costantinopoli quale nuova Roma nel 330 d.c.-> nuova capitale priva di contaminazione pagana. Posizione strategica all’ingresso del Mar Nero-> riconoscimento importanza dell’oriente all’interno dell’impero. Tra le riforme dai lui attuate, importante è quella dell’esercito-> è a lui che si deve la creazione di un consistente esercito mobile, detto comitatus perché accompagnava l’imperatore, i soldati che ne facevano parte ricevevano una paga più alta, il comando venne assegnato a due distinti generali uno di fanteria ed uno di cavalleria. Il problema militare non fu però superato, per la scarsità dei soldati. Per sopperire a ciò venne abbassata la soglia di altezza minima, si rafforzò l’ereditarietà della professione militare e si concessero privilegi ai veterani. Poiché la situazione rimase critica alla fine vennero reclutati per la maggior parte i barbari che si trovavano al confine. Costantino morì nel 337 dopo aver ricevuto il battesimo-> clima di incertezza per quanto riguarda la successione. L’impero venne diviso tra i suoi 3 figli che raggiunsero un accordo: a Costantino II venne attribuito il governo delle Gallie, della Britannia e della Spagna, a Costante furono riservate l’Italia e l’Africa e a Costanzo toccò l’oriente. Bene presto si rivelò assai precario. Costantino pagò con la vita l incursione nei territori di Costante che a sua volta morì per mano di un usurpatore, Magnenzio. Costanzo rimasto unico imperatore cercò un collega, la scelta ricadde sul cugino Giuliano. Nel 361 la morte di Costanzo fece si che Giuliano governasse come unico imperatore per 18 mesi quando perì nel corso di una campagna contro i persiani. La morte di Giuliano in territorio nemico richiese una rapida risoluzione del conflitto, venne stipulata una pace poco onorevole. Nel 364 d.c. Fu acclamato imperatore Valentiniano che associò subito al potere il fratello Valente a cui affidò l’oriente-> inizia il processo che porterà alla separazione dell’oriente dall’occidente. Per fronteggiare meglio il pericolo barbarico, particolarmente grave lungo il Reno, valentiniano scelse di risiedere a Treviri mentre Valente risiedeva a Costantinopoli. Il regno di Valentiniano è importante soprattutto per un efficiente contenimento dei barbari che premevano ai confini-> riusci a ricacciare Alamanni, Franchi e Burgundi e stabilizzò le frontiere con una serie di fortificazioni. Alla sua morte gli successe il figlio Graziano ma venne nominato Augusto anche il secondo figlio, di soli 4 anni, Valentiniano II. Nel frattempo Valente dovette affrontare gli Unni, una popolazione nomade che aveva abbandonato le loro abituali sedi in Asia sottoponendo una pressione forte ai Goti che a loro volta premevano sulla frontiera Danubiana. Valente venne sconfitto ad Adrianopoli nel 378 dove perse anche la vita-> rappresenta uno degli episodi che segnano la fine dell’impero romano d’occidente. L’inesperto Graziano chiamò un generale spagnolo Teodosio a condividere con lui il governo dell’impero,il suo compito era quello di far fronte alla situazione drammatica che si era creata in oriente. Teodosio consapevole dell’impossibilità di ricacciare i Goti concluse nel 382 un accordo con il loro capo Fritigerno. La particolarità di questo trattato risiede nel fatto che i Goti ricevevano delle terre all’interno dell’Impero come popolazione autonoma-> erano detti foederati, in quanto vincolati da un foedus, trattato, e mantenevano i loro capi e le loro leggi, pur essendo tenuti a fornire dei soldati in caso di necessità. Intanto in occidente nel 383 ci fu un usurpazione in Britannia da parte di un ufficiale spagnolo Magno Massimo. Quando questi invase la Gallia, Graziano abbandonato dall’esercizio si tolse la vita. Successi invase l’Italia dove governava Giustina per conto del figlio Valentiniano II, provocò la risposta di Teodosio che sconfisse Massimo nel 388. La situazione si era appena ristabilita quando il generale Arbogaste fece assassinare Valentiniano e fece nominare imperatore un rettore Eugenio. Teodosio intervenne di nuovo in Italia sconfiggendo Eugenio. Egli manifestò un particolare interesse per la religione ed emanò nel 380 un editto con il quale la religione cristiana veniva elevata al rango di religione ufficiale dell’impero e promulgò una legislazione sempre più severa nei confronti dei seguaci del paganesimo malgrado le proteste e un tentativo di reazione da parte dei seguaci del paganesimo. Uno dei protagonisti del regno di Teodosio fu il vescovo di Milano Sant’Ambrogio, di personalità forte affrontò con successo i tentativi dell’ariana Giustina di ottenere riconoscimenti per la sua confessione e non esitò ad imporsi anche a Teodosio-> quando l’imperatore punì un vescovo per aver incendiato una sinagoga ebraica egli lo costrinse a ritornare sulla decisione minacciandolo di sanzioni spirituali. La morte di Teodosio nel 395 d.c. Segnò un momento di svolta-> per la prima volta esso fu diviso territorialmente di fatto in due parti tra i suoi due figli, Arcadio a cui toccò l’Oriente e Onorio a cui andò l’Occidente.
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