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Riassunto Giulio Cesare, Coriolano e il teatro della Repubblica-Cavalli, Sintesi del corso di Sociologia Politica

Riassunto completo integrato con slide del professore. (Esame Sociologia della Leadership)

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Scarica Riassunto Giulio Cesare, Coriolano e il teatro della Repubblica-Cavalli e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Politica solo su Docsity! RIASSUNTO - Cavalli L., Giulio Cesare, Coriolano e il teatro della Repubblica, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006. (pp. 1-163) La leadership politica nel Giulio Cesare di Shakespeare  Lettura politica del Giulio Cesare -> tragedia dell’ordine  La leadership e la figura di Cesare -> differenze con il totalitarismo e la lettura che ne fa Cavalli  La massa in generale e il rapporto con il meneur:  Massa Giulio Cesare = Le Bon  Massa Coriolano = Freud  La congiura contro Cesare -> (manipolato da Cassio) allucinazione di Bruto.  La figura di Bruto e il suo elogio  La figura di Antonio e il suo elogio  Lettura politica del Giulio Cesare -> tragedia dell’ordine - Julio Cesar è una delle 3 tragedie che Shakespeare dedica ad alcune figure di spicco romane. La tragedia è suddivisa il 5 atti, ma principalmente possiamo dividerla in due parti: 1. la prima che tratta gli ultimi giorni di Cesare, 2. la seconda invece si concentra sulla successiva guerra civile che vedrà la vittoria di Ottaviano, quindi la vittoria postuma di Cesare, con il suicidio di Bruto e di Cassio. - L’attualità dei fati riguardanti cesare permane anche nella contemporaneità della cultura occidentale:  Accaduto letto come trionfo dell’ide di impero nei paesi totalitari,  Nei paesi liberi come ammonimento alla tirannide fascista. - Possiamo infatti mettere in luce vari interpretazioni dell’opera:  Lettura fascista (trionfo idea di impero e centralità del capo)  Lettura marxista (carica classista e anti-imperialista)  Lettura in generale di ammonimento alla degenerazione della tirannide - La lettura di Cavalli è orientata al Giulio Cesare come tragedia dell’ordine; egli ritiene infatti che per quanto il tema principale sia il potere e la lotta per questo, l’oggetto dell’opera sia più vasto e lo definisce in termini di questione dell’ordine. - Ordine:  che attraversa un momento critico imposto dalla dinamica della storia.  non può esistere senza una struttura di potere e figure di autorità.  che non elimina ma regola la lotta per il potere  come fondamento della città  come processo di definizione della realtà  e disordine = riferimento alla guerra civile, massimo male per S.  La leadership e la figura di Cesare -> differenze con il totalitarismo e la lettura che ne fa Cavalli. - Il potere esercitato da Cesare è un potere personale, che deriva dalla vittoria della guerra civile ed è fondato sulla forza miliare, ma egli è supportato anche dai veterani e da parte del popolo minuto, i quali attendono da parte sua di riceve alcuni benefici. 1 - Il suo è un potere personale che però è debolmente istituzionalizzato, in quanto da luogo a una forma di dittatura che non ha precedenti storici. Nello specifico gli strumenti del proprio potere personalizzato sono rappresentati dal fatto di spettacolizzare la politica, dall’uso di riti e tradizioni, dall’oratoria e dal carisma. - In particolare nell’opera altre alla centralità dell’ordine politico e sociale un ruolo importante è giocato dalla leadership nella sua forma monocratica e carismatica, rispetto alla relativa azione che ha sulle masse. - S. riconduce a Cesare il potere monocratico e monarchico rispetto all’ordine politico, e vuole che il lettore senta nel personaggio un valore positivo, in modo da cogliere la grandezza della propria leadership. - Secondo la lettura di Cavalli, Cesare non è un tiranno ma un fondatore di un nuovo ordine; il suo potere personale era necessario per riuscir nell’approdo a un nuovo ordine = le sue decisioni possono essere lette come volte a ripristinare l’autorità dello Stato e l’oggettività della legge, non a stabilire un governo di tipo tirannico. - L’opera di rifondazione di cesare viene interrotta dai congiurati e quindi si arriva a una violenza necessaria per la costruzione di un nuovo ordine, che avverrà nella forma imperiale. - Inoltre per quanto riguarda il potere esercitato da Cesare, molti lo hanno accostato al potere di tipo totalitario tipico dei regimi fascisti, ma confrontando alcuni elementi appare l’infondatezza di ciò:  Cesare giunge al potere con una coalizione eterogenea, non con un partito.  Non ha una sua milizia.  Non è portatore di una ideologia/ verità assoluta.  Non ci sono intenti dittatoriali.  Il suo potere si fonda sulla vittoria della guerra civile.  Rapporto carismatico con la folla è sullo sfondo, non si intravede il dialogo demagogico che infiamma la folla.  Solitudine del leader = deve apparire sempre come un essere al di sopra di tutti, come un punto di orientamento stabile e sicuro non solo alle folle ma anche ai collaboratori, di fatti di rado mostra anche a quello più fedele il lato debole e dubbioso -> la politica è un teatro.  Non ci sono segni di un terrore/apparato di coercizione.  Il potere personale di Cesare si costituisce all’interno delle lotte con l’oligarchia romana, a cui si contrappone.  La finalità di Cesare fa riferimento ad una esigenza sia di governo, sia di integrazione sociale e politica interna, attraverso misurate riforme.  Cesare, a differenza dei dittatori del XX secolo, non ha come primo obiettivo la distruzione delle strutture e delle pratiche democratiche (mutatis mutandis in riferimento alla repubblica romana). Al contrario, i dittatori erano eversori della democrazia, non della oligarchia. - Mentre per quanto riguarda l’immagine di Cesare, dobbiamo intendere l’immagine del leader in due sensi: 1. Immagine ideale del sé come leader 2. Immagine pubblica che il leader proietta Egli si mostra sempre come un essere superiore e non da cenno del minimo dubbio, ma nel conquistare la posizione di dominio personale come premessa di un nuovo Stato (che sarà l’impero), egli stesso non vede le cose con sufficienza chiarezza. Ma il ruolo da lui conquistato necessita di una sovrapposizione tra l’immagine ideale del se e l’immagine pubblica; Cesare di sforza di far coincidere questi due aspetti in una maschera 2 - Luogo dell’omicidio è la curia di Pompeo in cui quel giorno doveva riunirsi il senato -> uccisione di Cesare è un’opera collettiva, tutti i congiurati lo colpiranno = sangue dle tiranno porta onore. Dopo la morte di Cesare, la vendetta in suo nome è lasciata al fido Antonio; ciò si esprime in un duello oratorio tra Bruto e Antonio.  La figura di Bruto e il suo elogio - Visto come anti-leader. - Non è mosso da invidia o da rancori, ma dalla paura del potere in mano un solo uomo. - Si sente e si considera guardiano della repubblica, difensore di quell’ideale, è antimonarchico e tirranicida. - Si parla di lui come uomo ideologico, povero di intelligenza politica e indifferente all’etica della responsabilità, a discapito dell’etica della convinzione. - La responsabilità di anti-leader per Cavalli si concretizza nel non aver compreso che Cesare rappresentava l’ordine e lo Stato, e con la sua morte tutto cadrà nel caos. - L’orazione di Bruto punta alla conferma della sua onorabilità, di fati non c’è attenzione verso la massa. - È breve, razionale, in prosa e non emozionale. - Emerge l’ambivalenza di Bruto nel riconoscere le qualità e i meriti di Cesare e l’accuso di operare contro la repubblica. - Non parla della questione politica del “dopo Cesare” perché per lui è normale che si torni allo stato di cose che vi erano prima. - Il suo atteggiamento disorienta la folla che necessita invece di una guida unitaria.  La figura di Antonio e il suo elogio - Il contrasto tra Bruto e Antonio in questo duello teatrale è netto. - La lunga orazione di Antonio si distingue per lo stile asiano, ossia dal fatto che sia in versi e che abbia un ritmo che cattura, caratterizzato da parole brevi e da una recitazione suggestiva. - Si identifica con la folla e sembra intento a cogliere l’umore delle persone che lo circondano in modo da adeguarvisi, di fatti poi scenderà tra la gente. - Si rivolge alla folla puntando più al sentimento che alla ragione, con immagini che operano in modo indiretto sulle fantasie della folla. Cerca e trova empatia. - Antonio tralascia gli aspetti politici, dato che la massa era esclusa da ogni partecipazione al tema. - Nello specifico ricordando Cesare accenna ai ricchi bottini consegnati al pubblico e al rifiuto del lauro alla festa dei Lupercali -> entrambi questi atteggiamenti sembrano smentire l’ambizione di tiranno attribuitagli. (richiamo a immagini concrete) - Orazione come strumento di seduzione politica e teatralità. - Antonio appare come un meneur perfetto, come voce del popolo. - Sull’onda emotiva mossa da Antonio l’ordine precario della massa viene meno, scatenando la propria furia violenta. - Il disordine violento di massa è per Shakespeare la prima conseguenza diretta della morta di Cesare, colui che impersonava l’ordine. - Opinioni sul cesaricidio divise:  Fino al 19 secolo = Bruto come eroe della libertà nella lotta alla tirannide.  20 secolo = Cesare fascista è diventato la figura centrale. 5  Cavalli propone una lettura politica alla luce della “personalizzazione del potere”. Coriolano  Il contesto storico - Caio Marzio, detto il Coriolano, dopo aver espugnato la città di Corioli nel 493 a.C., vinee proprosto console al Senato dopo la vittoria con l’esercito romano contro il popolo dei Volsci. - Scontro tra Coriolano e i tribuni della plebe (Siciinio e Bruto) in quanto il patrizio seguendo i propri principi si oppone alla concessione del grano alla plebe. - Successivamente abbiamo l’allontanamento di Coriolano da Roma, che si rifugia presso gli ex-nemici, i Volsci. - Alla guida dei Volsci Coriolano sconfigge l’esercito Romano ed è pronto a entrare a Roma per distruggerla. - Sulla via incontra la madre Volumnia, incarnazione della matrona romana, che lo ferma. - Coriolano torna dai Volsci e viene ucciso come traditore.  La successione degli eventi in Shakespeare - Rivolta plebea (secessione sul Monte Sacro 494 a.C.) - Apologo di Menenio Agrippa - Concessioni del Senato - Scontento dell’area più conservatrice dei patrizi - La contrastata nomina a console di Coriolano - Esilio di Coriolano - Guerra e morte di Coriolano per mano dei Volsci Aspetti principali:  Concezione dello Stato -> Apologo di Menenio Agrippa  Figura di Coriolano  Concezione della plebe  Il teatro della politica -> soggetti in scena e concezione della politica di Coriolano  Esilio e crisi  Figura di Coriolano - Coriolano rispetta lo stereotipo dell’eroe patrizio, ed è un patrizio puro e duro per cui ogni concessione alla plebe appare come un’eresia. - Quando si candida a console, è spinto dall’ambizione materiale, perche quello è l’apice della carriera pubblica. - Appare nella tragedia sotto due profili  L’eroe del campo di battaglia (secondo i modelli omerici), è il braccio armato della città.  Ma è anche il patrizio orgoglioso, sprezzante ed ostile ad ogni concessione politica o intervento pubblico in favore di qualcuno che non sino i patrizi. - La sua scuola è stata la guerra, e la guerra gli appare come la vita vera degli uomini. - Il suo punto fisso, la stella che lo conduce è il valore militare, ma egli èp anche caratterizzato da: orgoglio di casta, amor proprio, diprezzo del denaro, rifiuto di osni cedimento o compromesso. - Inoltre mostra una forte assolutezza ma anche insocievolezza, forse dovuta al fatto che egli è cresciuto dalla sola madre Volumnia, senza la figura paterna. 6 - Proprio dalla madre aveva ereditato l’odio per i plebei, che lei considerava come cose. - Può essere definito politicamente come un reazionario radicale e del tutto disadattato alla leadership politica. - Un perfetto leader patrizio avrebbe dovuto accettare un confronto, un dialogo con la plebe; tutto il contrario di come agisce sul finale dell’apologo di Menenio Agrippa. - Plutarco di fatti afferma che Coriolano difetta di due elementi: 1. Paideia (termine greco per designare un tipo di educazione ideale) = ciò si riferisce al fatto che egli non sappia partecipare in modo consono alla vita pubblica. 2. Logos (pensiero o parola) = Non è capace di relazionarsi in termini dialettici o di manipolazione. - Il comportamento di Coriolano è dovuto alla sua povera educazione. - Gli, solitario si identifica con un’ideale Roma patrizia, fondata sull’etica eroica. - Disprezza la plebe e considera l’inclusione un disvalore. - Pensa che la Roma in cui il senato vuole dividere il potere con la plebe non sia piu la sua città. - Tanto che sulle divergenze di idee rispetto a Roma, si romperà anche la relazione con la madre che invece sacrificherà in qualche senso il figlio in nome di Roma. - Possiamo definire in definitiva che la figura di Coriolano porta con se la caratteristica di essere eroe-antipolitico, pur facendo parte dell’aristocrazia romana è un outsiders, non ha una capacità di calarsi nelle dinamiche politiche. - Assenza della dimensione politica fa all’inizio un tratto an-politico, che radicalizzandosi diventa anti-politica in un secondo momento. Egli afferma che la politica è un tradimento dei valori. - Figura di Coriolano si può comparare con gli eroi omerici, con cui condivide l’appariscenza del ruolo e la mancata rilevanza politica - Possiamo avvicinare la sua figura con quella di Ettore, in quanto anch’egli muore sotto le mura della propria città.  Concezione dello Stato - Lo Sato è al centro delle forme collettive di lotta e rappresenta la più alta organizzazione della lotta collettiva. - Non è solo il luogo della lotta ma è il fine stesso. - Per stato non si intende solo ordine (del resto anche nel Giulio Cesare l’ordine era al centro), ma un tipo di organizzazione piu sviluppata che comprende ed è fondata su un criterio gerarchico-funzionale, in quanto proprio in questa tragedia è al centro ancha la lotta tra classi e la divisione delle società in queste. - Ritroviamo un modello particolare di Stato proprio nell’apologo che Menenio Agrippa fa sul monte Sacro e dopo il quale la plebe persuasa dalle sue parole sarebbe rientrata a Roma, come recita la tradizione. - M.A. espone una concezione dello stato organicista ->come nel corpo umano tutte le componenti della società hanno un ruolo e una funzione. - Il Senato ha “nel corpo politico funzione analoga a quella del ventre umano, dove tutto il cibo affluisce, ma soltanto per fare il sangue che irrora l’intero organismo e ne sostiene le funzioni”. - Inizialmente M. fa l’apologo appellandosi alla retorica, ma capisce che la plebe non ha piu orecchio per certe cose e inventa l’apologo che vuole fornire un fondamento razionale al dominio dei patrizi. 7
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