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La lotta per le investiture: Gregorio VII e Enrico IV, Appunti di Storia

La lotta tra il papa gregorio vii e l'imperatore enrico iv per il potere di investitura dei vescovi nella chiesa cattolica. Gregorio vii, eletto nel 1073, contribuì a riformare la chiesa e affermò la superiorità della chiesa sull'impero. Enrico iv continuò a nominare vescovi in maniera tradizionale, provocando lo scontro con il papa. Gregorio vii lo scomunicò e enrico iv perse il potere. Successivamente, enrico iv riuscì a eleggere un antipapa e a distruggere roma. La lotta si concluse nel 1122 con il concordato di worms, che stabilì il compromesso tra il potere temporale e spirituale.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/08/2022

Siimoo
Siimoo 🇮🇹

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Scarica La lotta per le investiture: Gregorio VII e Enrico IV e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Nel 1073 venne eletto, con il nome di Gregorio VII, il monaco Ildebrando di Soana. Egli contribuì a fare eleggere vescovi contro la simonia e prese misure molto forti per riformare la Chiesa. Vietò definitivamente il matrimonio ai sacerdoti e decretò che nessun religioso avrebbe più potuto vivere con una donna. Gregorio VII, inoltre, in un documento chiamato Dictatus Papae, dichiarava la superiorità della Chiesa sull’Impero. Qui, Gregorio VII, affermava anche che nessuna autorità civile poteva nominare i vescovi. E da qui iniziò il suo scontro con l’imperatore Enrico IV che continuò a nominare vescovi nella maniera consueta. Il papa infastidito da questo suo atteggiamento, nel 1076 lo scomunicò. Enrico VI, in quanto scomunicato, non aveva più l’autorità di sovrano e per questo alcuni feudatari tedeschi ne approfittarono per sostituirlo. Progettarono quindi, insieme al papa, una riunione ad Augusta. Enrico avendo saputo di questo viaggio del papa, gli andò in contro. Il papa intanto si era rifugiato nel castello di Matilde a Canossa. Quando l’imperatore arrivò al castello capì che l’unica cosa da fare era di chiedere perdono al papa. Il papa lo fece stare tre giorni scalzo nella neve fuori dalle mura del castello a pregare e supplicare. Dopo questi tre giorni il papa lo perdonò e quindi riacquistò i suoi poteri. Enrico IV, nonostante la prima scomunica, continuò a nominare vescovi, suscitando di nuovo la rabbia del papa che, nel 1080, lo scomunicò una seconda volta. La situazione era però cambiata a favore dell’imperatore, che grazie al sostegno di alcuni vescovi a lui fedeli, fece eleggere un antipapa Clemente III. Consapevole di essere più forte nel 1084 l’imperatore si diresse a Roma e la rase la suolo. A malincuore Gregorio VII si trovò costretto ad accettare l’offerta di aiuto dei normanni, che temevano che l’autorità imperiale riprendesse vigore. La città di Roma fu duramente saccheggiata e il papa si trovò costretto a seguire i Normanni a Salerno dove morì nel 1085. La lotta per le investiture si concluse solo nel 1122 con il concordato di Worms, stipulato tra l’imperatore Enrico V e il papa Callisto II. L'imperatore rinunciava a ogni investitura dei vescovi con l'anello e con il pastorale, riservandosi tuttavia il diritto di essere presente all'elezione medesima. L'investitura temporale dell'eletto da parte dell'imperatore doveva inoltre precedere la consacrazione ecclesiastica in Germania.
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