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RIASSUNTO - GUERRA DEI 7 ANNI, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Breve panoramica sulle cause che hanno portato alla guerra dei 7 anni

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2017/2018
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Caricato il 07/06/2018

Jessy_thompson
Jessy_thompson 🇮🇹

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Scarica RIASSUNTO - GUERRA DEI 7 ANNI e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! GUERRA DEI 7 ANNI 1756-1763 ANTEFATTI E CAUSE La prima metà del XVIII secolo si era conclusa con il trattato di pace di Aquisgrana, sottoscritto il 18 ottobre 1748 tra tutte le maggiori potenze d’Europa, che aveva messo fine alla lunga guerra per la successione al trono d’Austria. Gli accordi di Aquisgrana, come è noto, avevano sostanzialmente premiato soltanto la Prussia e il Regno Sardo, oltre ad aver restituito il Ducato di Parma e Piacenza alla sua erede legittima (Spagna). Infatti, Federico II Hohenzollern, Re di Prussia, si era visto confermare il possesso della Slesia a danno dell’Austria. Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna, si era visto assegnare Nizza e la Savoia. Elisabetta Farnese, vedova da tre anni di Re Filippo V di Spagna, si era visto riconoscere i propri diritti ereditari sul Ducato di Parma e Piacenza, che ebbe a riassegnare, a sua volta, al proprio figlio secondogenito, don Felipe, dando origine, in tal modo, alla quarta dinastia Borbone in Europa. Tutte le altre potenze firmatarie del trattato si videro confermato, di fatto, soltanto quanto già era in loro possesso prima del conflitto, dando origine ad un generalizzato stato di insoddisfazione. Solo il riassetto geo-politico degli Stati italiani aveva soddisfatto i plenipotenziari firmatari del trattato di pace, avendo posto le premesse per una stabilità della penisola che si protrasse per circa cinquant’anni, fino all’intervento napoleonico nel 1796. Particolare insoddisfazione manifestava Maria Teresa d’Asburgo, Imperatrice d'Austria, che non aveva mai accettato, in cuor suo, la perdita della Slesia a favore della Prussia, soprattutto perché il sacrificio territoriale era stato compensato soltanto con una semplice riconferma della ‘prammatica sanzione’ il cui riconoscimento era già avvenuto a seguito della pace di Parigi che aveva chiuso, nel 1739, la guerra di successione al trono di Polonia. Il quadro delle alleanze delineatosi al tavolo dei negoziati di Aquisgrana aveva visto schierati • da una parte la Francia e la Prussia, • dall’altro l’Inghilterra e l’Austria. Queste ultime con il sostegno del Regno Sardo, della Spagna di Ferdinando VI di Borbone, nonché dell’Olanda e della Russia. In buona sostanza, le due grandi e solide alleanze che si erano confrontate ad Aquisgrana erano quelle • tra la Francia di Luigi XV di Borbone e la Prussia di Federico II Hoenzollern da un lato e, • dall’altro l’Austria di Maria Teresa d'Asburgo e l’Inghilterra di Giorgio II di Hannover. E tali alleanze erano uscite grandemente rafforzate a conclusione della guerra di successione austriaca. Ma la decisa volontà di Maria Teresa di riappropriarsi della Slesia per riportarla nell’ambito del corpo territoriale del Granducato d’Austria sarebbe stata determinante per una brillante manovra diplomatica passata alla Storia con il nome di ‘rovesciamento delle alleanze’ che avrebbe portato ad un nuovo conflitto, su basi mondiali, conosciuto come ‘guerra dei sette anni’, che ebbe inizio nel 1756 e vide la conclusione nel 1763. ALLEANZA TRA INGHILTERRA E RUSSIA Parallelamente all’Austria, impegnata in complesse manovre diplomatiche per rientrare in possesso della Slesia, anche l’Inghilterra era impegnata a risolvere un problema di carattere territoriale, ovverosia la sicurezza dell’Hannover, terra d’origine di Re Giorgio II. L’Hannover, oggi coincidente con la Bassa Sassonia, era il territorio germanico posto tra il confine nordorientale delle Province Unite olandesi. La terra natale della dinastia regnante in Inghilterra, essendo ricca di miniere di carbone e dotata di terreni estremamente fertili, destava gli appetiti di vari regnanti. In modo particolare, secondo gli inglesi, di Re Federico II di Prussia. I sovrani europei, infatti, ritenevano che gli inglesi non fossero in grado di difenderla a causa della loro secolare politica che li aveva sempre visti impegnati a difendere le rotte marittime per la sicurezza dei propri approvvigionamenti più che a difendere territori sul continente europeo. La qual cosa rispondeva al vero, soprattutto perché l’Inghilterra era, tra i grandi stati, quello a minor popolazione, per cui non era in grado di mantenere contingenti militari sufficientemente adeguati alla difesa di territori sul continente. Il primo ministro di Re Giorgio II, Newcastle, dopo aver verificato che l’Austria non era in grado di sostenere militarmente una difesa congiunta dell’Hannover, chiese il sostegno della Russia, ove regnava la zarina Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro I il Grande. La Russia, poiché temeva le mire espansionistiche del piccolo ma agguerrito Stato prussiano, nel 1755 strinse un accordo con la Gran Bretagna, la cosiddetta Convenzione di San Pietroburgo, mediante la quale, in caso di invasione, si offriva di intervenire militarmente nell’Hannover con la clausola che i costi dell’intervento militare e della permanenza del contingente zarista sul posto fossero sostenuti dall’Inghilterra. ALLEANZA TRA INGHILTERRA(Giorgio II Hannover) E PRUSSIA (Federico II) Federico II, forte ancora dell’alleanza con la Francia, considerò l’accordo anglo-russo come una minaccia di accerchiamento, soprattutto in virtù del fatto che la Francia stava subendo una serie di sconfitte militari ad opera dell’Inghilterra, per cui non sembrava in grado di poter intervenire militarmente a sostegno della Prussia, in caso di aggressione di quest'ultima da parte di una qualsiasi potenza straniera. La qual cosa lo indusse a rompere gli indugi per cercare sicurezza mediante altre alleanze. Il 16 gennaio del 1756, Giorgio II e Federico II sottoscrissero la Convenzione di Westminster mediante la quale i due contraenti si impegnavano ad impedire il passaggio di qualunque esercito straniero sul suolo della Germania. La qual cosa significava non solo una Germania neutrale, ma anche un disimpegno della Prussia da un eventuale conflitto anglo-francese che avesse avuto come obiettivo la conquista dell’Hannover da parte della Francia. In buona sostanza, l’alleanza franco-prussiana cominciava già a vacillare. L’ALLEANZA TRA FRANCIA E AUSTRIA Durante tutto il corso delle trattative che nell’anno 1755 aveva visto impegnate l’Inghilterra, la Prussia e la Russia, alla ricerca di una nuova situazione di equilibrio e di sicurezza per l’Hannover, anche tra la Francia e l’Austria si erano instaurati negoziati diplomatici, sollecitati essenzialmente dal Kaunitz, al fine di demolire l’alleanza che univa ancora Re Luigi a Federico II. Il Cancelliere austriaco, il 21 agosto 1755, consegnò un memoriale al Re di Francia nel quale pianificava addirittura lo smembramento dello Stato prussiano con conseguenti accrescimenti territoriali per tutti gli alleati compreso la Francia. Sarebbe stato sufficiente, per l’Austria, che la Francia avesse dato soltanto il proprio assenso al progetto; non era necessario alcun intervento diretto nelle operazioni militari. Nonostante il memoriale di Kaunitz e nonostante il comportamento tutt’altro che irreprensibile di Federico II nei confronti dell’alleato Francese, Luigi XV comunque non riteneva di dover rompere l’alleanza con la Prussia. Allorquando, però, venne a conoscenza che la Prussia e l’Inghilterra avevano sottoscritto la Convenzione di Westminster, il Re di Francia ruppe gli indugi ed avviò una lunga trattativa diplomatica per cercare di riequilibrare il quadro delle alleanze diplomatiche in Europa che, allo stato, appariva troppo sbilanciato verso l’Austria e l’Inghilterra. Il Borbone, rifiutando ogni tentativo di chiarimento da parte della Prussia, teso a dimostrare che l’accordo con l’Inghilterra era limitato alla sicurezza dell’Hannover e non in funzione anti-francese, avviò trattative diplomatiche con l’Austria. L’obiettivo non era tanto la ricerca di una pura e semplice alleanza che avrebbe, di fatto, riportato l’Austria in una posizione egemone sul continente, bensì quello di evitare l’isolamento diplomatico in cui era caduta la Francia. I negoziati tra Francia e Austria si conclusero con la firma del trattato di Versailles, il 1° maggio 1756, mediante il quale l’Austria si impegnava a restare neutrale nel conflitto in atto, tra la Francia e l’Inghilterra, nelle colonie d’oltremare; mentre la Francia rinunciava a qualsiasi aggressione ai territori di Maria Teresa, compreso i Paesi Bassi. Il trattato prevedeva, inoltre, anche una parte difensiva nella quale ciascuna delle due potenze si impegnava ad accorrere in difesa dell’altra nell’eventualità di una aggressione da parte di terzi. Il trattato di Versailles si configurava sostanzialmente come un accordo difensivo. LA REAZIONE DELLA RUSSIA Una delle conseguenze della Convenzione di Westminster fu la reazione della Zarina Elisabetta che vide vanificate tutte le certezze conseguite con la Convenzione di San Pietroburgo, sottoscritta con l’Inghilterra. Ormai la Prussia, forte degli accordi sottoscritti con gli inglesi, avrebbe potuto riprendere facilmente la politica espansionistica verso oriente a danno della Russia. La qual cosa indusse la Zarina a riprendere e a stringere ancor di più i rapporti di alleanza con l’Austria e la Francia, a cui si allearono anche la Sassonia, la Polonia e la Svezia. Il cosiddetto ‘rovesciamento delle alleanze’ era ormai un fatto compiuto. Le due dinastie che si erano sempre combattute, cioè gli Asburgo e i Borboni, ora si ritrovavano alleati. Mentre l’Inghilterra, tradizionale alleato dell’Austria, ora si ritrovava alleata della Prussia, sul fronte opposto. INVASIONE DELLA SASSONIA Re Federico di Prussia, avendo preso coscienza dell’alleanza tra la Francia, l’Austria e la Russia e ritenendo l’Inghilterra non in grado di intervenire sul continente, si sentì accerchiato e, ad evitare una più che probabile
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