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Riassunto Guida allo studio delle letterature comparate - letterature europee, Appunti di Letterature comparate

Riassunto-appunti sul manuale di base di Piero Boitani ed Emilia Di Rocco "Guida allo studio delle letterature comparate"

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 17/01/2022

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Scarica Riassunto Guida allo studio delle letterature comparate - letterature europee e più Appunti in PDF di Letterature comparate solo su Docsity! Sommario INTRODUZIONE L’EPICA L’ENEIDE IL SACRO I VANGELI .................... iii 4 IL TRAGICO .................. i 4 L’ORESTEA DI ESCHILO ............................ ii 4 EDIPO RE DI SOFOCLE................................. iii 4 EDIPO ED ULISSE ............................\ iii 5 LE BACCANTI DI EURIPIDE .................................. iii 5 IL TRAGICO NELLA NARRATIVA......................... ii 6 IL COMICO....................... i 6 IL MITO................. iii 6 ULISSE ..................... iii 7 LA PERIPEZIA .................... i 8 Romanzo d’Avventura LA METAMORFOSI LE METAMORFOSI DI OVIDIO . IL MEDIOEVO E DANTE MODERNISMO: KAFKA E RANSMA YR...........................eeii 11 INTRODUZIONE Letteratura comparata/comparatistica — la disciplina che studia i rapposti tra le letterature in diverse lingue. Esiste da più di 2000 anni e, fino al 1900 cercò di formare un giudizio qualitativo ovvero cercando di stabilire legami tra l’opera e in modello a cui è legata. Riferimento Storico: Impero Romano — forte rapporto di influenza tra la cultura Ellenica e quella romana. Scissione dell’Impero Romano (286) — L’Impero Romano D'Oriente non legge gli scritti dell’Impero Romano d'Occidente e viceversa. La Bibbia è l’unico testo universale: il Sermo Humilis è a tutti comprensibile nonostante il contenuto di carattere sublime. D. Alighieri, De Vulgari Eloquentia (1304-1307) — Prima opera di letteratura comparatistica della storia: l’opera è un paradigma di forme e temi, basato sulla poesia provenzale e la sua influenza su quella italiana. Rinascimento (1400) — Riemerge il gusto per la cultura classica e la sua letteratura. Nasce il costume di comparare gli autori in critica. Gli scrittori restano aperti agli influssi provenienti da altre culture ma si limitano alla propria letteratura nazionale. Illuminismo (1700) — diventa sempre più forte la necessità di una teoria comparatistica. 1800 — Schlegel pubblica “Dialogo sulla poesia”, analisi delle epoche della poesia, prendendo come modelli principali: Classici (Greci e Romani), Dante, Petrarca, Boiardo Cervantes, Shakespeare e (la successiva arriverà 50 anni dopo). 1800-1900 — Il terreno privilegiato della comparatistica sono i territori maggiormente positivisti (Francia e Germania). 1920 Formalismo (Russia) — nasce l’analisi critica con un metodo scientifico di grande impatto per le letterature comparate. Problema fondamentale della disciplina: Lett. comparata come disciplina è al di fuori del rappoito genetico o di influenza diretta che lega le due opere — la ricerca del legame tra le opere in maniera rischiosa. Nel corso del XX sec si sono cercate diverse soluzioni: 1. Ernst Curtius + ha elaborato una fenomenologia della letteratura, che prende in considerazione i luoghi comuni e le loro varianti e di come vengono impiegati nelle letterature nazionali. È il primo a parlare della nozione di “letteratura europea” — Lett. Europea e Medio Evo Latino (1948) 2. Erich Auerbach — dà importanza alla dimensione storica attraverso i mutamenti stilistici. Riprende le idee di Goethe. 3. Leo Spitzer — critica stilistica volta a creare una storia semantica di un’idea. Prospettiva contemporanea — World Literature: fenomeno importante nel mondo anglosassone che sembra condurre la letteratura comparata a livello universale (inglese). L’EPICA Genere legato alle origini di una cultura, nel tempo non è mai scomparsa si è semplicemente andata ad instaurare nella letteratura. I poemi ometici sono alla base della tradizione dell’epica occidentale, ed incarnano i due modelli che dominano la letteratura: l’assedio e il ritorno. Aristotele nella Poetica identifica gli archetipi della narrazione: L’ILIADE L’ODISSEA Datazione: IX sec a.C. _Struttura: 24 libri Narrazione semplice e luttuosa intrisa di pathos. Conta gli eventi della guerra di Troia legati all’ira di Achille. Frutto dell’ispirazione giovanile, caratterizzata da una stesura drammatica e agonistica ( — colpi di scena, passioni, battaglie, duelli e vari intrecci. La presa di Troia sarà ricordata nell’Odissea e nell’Eneide Datazione: VII sec a.C. Struttura: 24 libri Narrazione complessa (non segue una successione cronologica) piena di riconoscimenti e caratteri, dedita all’ethos. Viene narrata l’azione del ritorno di Odisseo in patria (nostos). Opera simbolo del tramonto di un grande genio che si abbandona al piacere di raccontare: ricorda alcuni eventi dell’ Iliade di cui ne è l’epilogo. Possiede un'apertura enigmatica e un duplice finale. È considerata l’archetipo del romanzo. Bespaloff, Pause — momento in cui l’azione è sospesa e si ha il passaggio dall’azione per arrivare all'essere Divisione dell’opera: 3 parti 1-4: Situazione di Itaca che non è a conoscenza delle circostanze della morte di Laio, chiede delucidazioni a Creonte che racconta di come il precedente sovrano fosse stato attaccato da un gruppo di briganti sulla strada per Tebe. Edipo ordina che il responsabile venga trovato e bandito da Tebe e chiede a Tiresia, vecchio indovino cieco, di svelare l’identità del colpevole. I due uomini vengono quindi raggiunti da Giocasta che, per placare Edipo, gli assicura che spesso gli indovini danno responsi sbagliati. A testimonianza di ciò riferisce che a Laio era stato predetto di morire per mano di suo figlio, mentre, come gli ha già spiegato Creonte, erano stati dei furfanti. Giocasta aggiunge però dei particolari sulla strada in cui si trovava Laio e Edipo, che riconosce quel punto come il luogo dove ha ucciso un uomo e ritrova nella profezia raccontata da Giocasta echi di quella che gli era stata fatta a Corinto, decide di approfondire le indagini. Un vecchio servo della casa di Laio solleva infine ogni dubbio: Edipo è figlio di Laio, che lo espose neonato sulle balze di un monte affinché morisse; qui il piccolo fu raccolto da Polibo, che lo adottò come suo. Edipo, udendo il racconto e rendendosi conto di quel che è accaduto, si trafigge gli occhi con due fibbie, e diventa cieco, mentre Giocasta si strangola con un laccio. Creonte viene eletto re di Tebe. Elementi dell’opera: 1. Riconoscimento della persona (Agnizione). Non è un riconoscimento in senso aristotelico, in quanto Edipo non riconosce una persona bensì scopre egli stesso, l'investigatore è l'assassino - l'intera tragedia conduce a questa agnizione. — Il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza (anagnorisis) è graduale per Aristotele, la conoscenza è prodotto del riconoscimento. 2. Nella tragedia appaiono la parola divina e quella umana. La prima è precisa, mentre la seconda è ambigua — Edipo dice una cosa e ne sottende altre, quasi sia consapevole involontariamente della propria colpa. Avviene quindi la fusione tra il linguaggio umano e quello divino (l’accettazione dei fatti per come sono accaduti) La tragedia mostra l'ambiguità di Edipo: egli è l’enigma che viene risolto nel meccanismo di rovesciamento di parole e immagini — abbiamo tre livelli: e Azione, che riporta alla luce il passato di Edipo ® Passato, appunto il passato di Edipo che alla situazione passata ® Antefatto, sta ad indicare l'uccisione di Laio per mano di Edipo Tutte queste tre livelli confluiscono in unico momento per arrivare all’Agnizione. 3. Il mancato riconoscimento : ® la due profezie date sono coincidenti ® Edipo non vuole riconoscere la verità finché non è “costretto” dagli eventi. — simbolo dell’uomo che rifiuta di vedere la verità mentre la sta cercando. EDIPO ED ULISSE La conoscenza non è un bene per AI contempo differiscono: e Ulisse rende il riconoscimento una sublimazione dei sentimenti. La sua agnizione permette di colmare un vuoto e spinge a desiderare la conoscenza. e Ediporende il suo riconoscimento una maledizione per il genere umano. La sua agnizione svuota la nostra pienezza e fa scansare con orrore la conoscenza. : entrambi i personaggi riconoscono sé stessi, il padre, la madre e i figli. LE BACCANTI DI EURIPIDE Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere fisico e mentale, era nato dall'unione tra Zeus e Semele, donna mortale. Tuttavia, le sorelle della donna e Penteo, re di Tebe, per invidia sparsero la voce che Dioniso in realtà non era nato da Zeus, ma da una relazione tra Semele e un uomo mortale, e che la storia del rapporto con Zeus era solo uno stratagemma per mascherare la «scappatella». In sostanza, negavano la natura divina di Dioniso, considerandolo un comune mortale. Nel prologo della tragedia, Dioniso afferma di essere sceso tra gli uomini per convincere tutta Tebe di essere un dio e non un uomo. A tale scopo per prima cosa ha indotto un germe di follia in tutte le donne tebane, che sono fuggite sul monte Citerone a celebrare riti in onore di Dioniso stesso. Invano Cadmo e Tiresia tentano di dissuadere Penteo e di fargli riconoscere la natura divina di Dioniso. Il re di Tebe, imprigiona Dioniso, ma il dio scatena un terremoto che gli permette di liberarsi immediatamente. Dioniso, parlando con Penteo, riesce allora a convincerlo a mascherarsi da donna per poter spiare di nascosto le Baccanti. A quel punto riappare Dioniso (deus) ex machina, che spiega di aver architettato questo piano per punire chi non credeva nella sua natura divina: Penteo viene ucciso da una delle Baccanti, nello specifico, sua madre Agave che a sua volta, viene condannata all'esilio insieme a Cadmo, nonno di Penteo. Elementi Euripide mettendo in scena il dramma della religione e la crudeltà ingiustificata, mostra il legame originario tra culto religioso e tragedia. S’intravede la trasposizione del tragico in ambito cristiano nel momento in cui il mito delle baccanti viene ripreso successivamente nel tempo — un autore bizantino ignoto, si basa su questo mito per poter scrivere la passione di Cristo. Nella passione di Gesù, al contrario di Dionisio, si sottomette alle umiliazioni e alle sofferenze e, sebbene la sua disperazione, conserva la propria fede. Un momento così tragico somiglia all'episodio della Bibbia ebraica dedicato a Giobbe che, inveisce contro Dio per avergli inflitto pene insopportabili. Anche in questo caso la vita è la restituzione della fede poiché la tragedia si stempera. Il senso cristiano del tragico si sposta nella psiche e nel cuore dell’uomo: l’uomo guarda alla sorte ultima dell’essere, quindi non tanto alla morte ma alla dannazione eterna. Nacque una nuova idea tragica sviluppatasi a partire delle Divina Commedia, nella quale Dante comprende il giudizio che Dio dà al suo condannato ma è mosso a pietà per la sua posizione all’Infemo. Il Fato dell’antichità venne sostituito con l’idea del peccato. La Fortuna divenne un elemento essenziale della tragedia. IL TRAGICO NELLA NARRATIVA La tragedia si combinò presto con gli impulsi del rinascimento, in particolare con il riutilizzo della cultura e delle forme antiche. Nel 1498 Giorgio Valle tradusse in latino la “poetica” di Aristotele. Nel 1524 Trissino pubblicò la prima tragedia di base “classica”, SOFONISBA. —Il teatro antico torna in questa maniera in Europa. In Francia, ad esempio, il classicismo arrivò nella sua forma più completa con una conoscenza diffusa del greco, della tragedia antica e della “poetica”. Il teatro Europeo del tardo Rinascimento e del Barocco; creò i miti tragici, per eccellenza, della modernità. Alcuni dei più famosi sono il Faust, Romeo e Giulietta, Otello e Amleto ecc. — in queste opere i soggetti tragici sono eventi e personaggi della storia antica/medievale/recente e in alcuni casi orientale. — la caratteristica comune delle opere è l'esplorazione dell'eccesso e dell'ineluttabilità della passione. — Argomenti e temi comuni: L’eros, il potere, la religione e il desiderio di conoscenza. Nell'Ottocento e nel Novecento il tragico diventa uno dei generi favoriti del pubblico di lettori e spettatori a teatro, temi principali sono: illusioni dubbi, menzogne, la solitudine, confronto conla realtà, l'agonia, la morte il suicidio. Le maggiori tragedie del XX secolo sono legate alle 2 guerre mondiali (Se questo è un uomo di Primo Levi) IL COMICO Innanzitutto, è importante fare una distinzione tra la commedia (opera che appartiene ad un certo tipo di dramma) ed il comico — caratteristica permanente o temporanea di un’opera. Il genere comico, secondo Aristotele, si contraddistingue per la sua imitazione di soggetti vili colti in una situazione/elemento ridicolo. Quando Dante decide di chiamare la sua opera Commedia, fa sì che alla parola vengano attribuiti due significati differenti: e èlanarrazione di una situazione difficile ma con finale positivo ® è unanarrazione con linguaggio dimesso ed umile. Con il tempo il concetto di commedia cambia, basti pensare a La Dodicesima di Shakespeare che definisce la propria commedia come romantica. Esistono 4 gradazioni del comico: 1. Riso irrefrenabile, hamàrtema — partendo dal primo libro dell'Iliade è presente un episodio comic, dove sono coinvolte le divinità. Teti che prega Zeus di concedere ad Achille onore, al quale Agamennone ha portato via Briseide. Zeus accetta, questa decisione porta però ad un litigio con Era; Efesto preoccupato per la situazione decide di far preparare un banchetto dove tutti gli dèi berranno. La fretta del dio, zoppo, porta una risata alle altre divinità e la tensione diminuisce. Nasce così un riso intrattenibile , ovvero una risata omerica, che appartiene solo ed unicamente agli Dei 2. L’assurdo — esempio di questo è il pezzo drammatico // versificatore di Primo Levi. L’elemento fondamentale dell’opera è l’assurdità della storia stessa, infatti abbiamo questa macchina (il versificatore) che non è capace di svolgere il proprio lavoro quando gli viene imposto; è in grado però di scrivere versi solo ed unicamente quando sono a tema libero. Secondo Kant, il prerequisito fondamentale del riso è proprio l’assurdo. 3. Il riso soffocato, che è scatenano da l'esagerazione, dalla composizione e dalla scomposizione delle convenzioni linguistiche tradizionali. 4. Heiterkeit: la spuma — teorizzata da Thomas Mann; altro non è che il riso causato da l'incongruenza fra un concetto ed un oggetto reale (che sono in rapporto). è un riso che riempie di ilarità e serenità. IL MITO Il termine mito deriva dal greco e significa racconto. È un racconto orale e tradizionale con una logica e una struttura ramificata ed enigmatica. In tutte le civiltà il mito, seppur in maniera diversa, tenta di spiegare l’origine del mondo e il perché dell'esistenza umana. Alcuni esempi di mito: e Cultura Navajo — Tutto nasce dalle nebbie di luce e dal vento che si alzarono dall’oscurità per animare il Cosmo. Nacquero così cinque mondi sui quali gli uomini si spostano nei secoli per creare nuove invenzioni. e Irochesi — Tutto iniziò con la caduta della moglie dell'Antico in acqua, che, così scoprì di poter creare terre emerse e astri. e Zulu— All'origine il buio fu sostituito da una fiamma di fuoco e tutti gli esseri viventi si originarono dall’unione della Grande Madre con l’ Albero della vita. Per Pessoa, autore portoghese, il mito è il nulla che è tutto, e distingue il mito in: * Miti teologici: caratterizzati dalla figura del Sole, astro collegato a Dio. * Miti eroico-storici: Emblematica è la figura che pur non esistendo nella storia. una propria identità e diventare modello iconico per le future opere. riuscito a crearsi Per Sallustio, le tipologie di miti sono 4: quelli naturali, quelli materialistici, quelli tipici e quelli teologici. Esistono anche tipologie miste, che possiamo comprendere tramite l’interpretazione di Sallustio del racconto del Banchetto degli Dei. Per Sallustio il banchetto rappresenta la potenza degli dèi, il pomo d’oro rappresenta il Cosmo e Paride rappresenta colui che non vede altra potenza al di fuori di quella della bellezza. L’interpretazione passa dalla cosmogonia alla teogonia, arrivando all’epos eroico e storico (perché fa riferimento ad una guerra realmente accaduta) — Esempio pratico della tipologia mista di miti. Mito, letteratura e storia Le due opere mitologiche più importanti che l’antichità ci ha lasciato sono la Biblioteca di Apollodoro e le Metamorfosi di Ovidio. Il legame tra mito, letteratura è storia è sempre esistito, più volte i miti hanno attraversato la storia o hanno subito modifiche in base al periodo storico; ancora, sono stati tanti gli avvenimenti storici ad essere divenuti miti. ULISSE Figura mitica che ha avuto maggiore successo nella storia dell'Occidente, per via del suo carattere poliedrico e delle avventure di cui è protagonista. È eroe complesso, a tutto tondo e appare come uno, nessuno e centomila. Nell’Iliade non è protagonista, ma è grazie a lui che sono avvenuti importanti eventi, es. la caduta di Troia dopo dieci anni di assedio (invenzione del cavallo). Ulisse = uomo ingegnoso, astuto e riflessivo. Queste qualità sono approfondite nell’ Odissea, di cui è protagonista e appare come l’uomo della conoscenza, della sopravvivenza e dell’esperienza umana. Tramite il suo viaggio di ritomo, Ulisse, partendo dal nulla, riconquista la sua identità: infatti, è proprio facendo l'autobiografia delle sue esperienze che arriva al riconoscimento ed all'auto conoscenza. Evento estremamente importante è la discesa all’Ade: Tiresia, dà le istruzioni ad Ulisse sul come tornare e conquistare Itaca; inoltre, gli professa un ultimo grande viaggio verso terre lontane, dove gli abitanti non conoscono il mare, il sale e dove scambieranno il suo remo per una pala. Questo viaggio servirà per placare definitivamente l’ira di Poseidone e permettere ad Ulisse una moite serena. La profezia ha un finale aperto che ha permesso molte interpretazioni: in molte è interpretata come il viaggio di Ulisse sempre di più verso l'Occidente dove tramonta il sole e conosceràl’oscurità ( la morte). Lo stesso Platone nell’ambito di Er farà scegliere a Ulisse in quale figura reincamarsi: singolare è la scelta di Ulisse che chiede la figura di un uomo comune ed ordinario — Esattamente come Leopold Bloom di Joyce. Se nella prima parte dell’Odissea, Ulisse conosce posti e genti nuove e lontane nella seconda parte dovrà concentrarsi sul riconoscere la propria patria e nel farsi riconoscere. Il ritorno si compie con la riacquisizione da parte di Ulisse della propria identità. Il personaggio poliedrico di Ulisse è stato soggetto di numerose interpretazioni. Le due principali sono: *L’Ulisse imbroglione, camaleontico, bugiardo e opportunista ( Ovidio, Virgilio, Dante); *L’Ulisse uomo di conoscenza, virtuoso e saggio (Cicerone, Orazio, Seneca e Dante) Il ricordo di Ulisse non si spegne mai: l'eroe è una figura così emblematica ed iconica da essere ripresa nel tempo in ogni ambito artistico (non solo quello letterario, ma anche filosofico, pittorico, etc.). Nel Medioevo la figura dell’eroe riecheggia nell’opera “Ivagabondaggi di Ulisse, figlio di Laerte” (Irlanda, XIII secolo), dove l'Odissea si fonde con il folklore irlandese. Si tratta di una manipolazione del testo originale, dove la storia è circa parallela a quella originale: Ulisse, però, non incontra Tiresia, bensì il Giudice del Giusto, che gli dà tre consigli, che seppur enigmatici e pratici, non sono una profezia. Quando Ulisse torna a casa, vede la moglie Penelope sdraiata accanto ad un giovane ragazzo. Il primo istinto di Ulisse è quello di ucciderlo, ma ricordandosi dei consigli del Giudice (tra cui quello di riflettere prima di agire), non lo uccide e viene a sapere che quello è suo figlio. La prima grande differenza tra l'Ulisse dantesco e quello omerico sta nel viaggio: se in Omero, il viaggio è perfettamente circolare e centripeto, in Dante è un viaggio centrifugo, verso un ignoto dal quale non farà ritorno. Dante è coinvolto ed elogia la figura di Ulisse perché entrambi hanno l’ardore ed il desiderio di conoscenza (tant’è che nel Convivio dice che “tutti gli uomini naturalmente desiderano di sapere”). — realizzazione dell’identità e dell'amore impossibile. La Metamorfosi avviene a seguito della moite del giovane; al posto del suo cadavere troviamo dei narcisi. *Ceice e Alcione — coniugi cui vita matrimoniale era così felice che tra loro si chiamavano scherzosamente “Zeus” e “Atena” (Hybtis). Gli dèi adirati decidono di far morire Alcione in mare e, sua moglie per disperazione si suicida gettandosi in mare con la speranza di raggiungere il coniuge; Le divinità commosse da questo gesto estremo decidono allora di convertire i due in alcioni (uccelli marini che sono soliti a costruire i nidi sulle onde del mare). — Metamorfosi uomo-animale. I coniugi nel disperato intento di congiungersi, iniziarono a creare il loro nido che, però veniva distrutto continuamente dalle onde. Mossi per pietà e per ammirazione di tanta persistenza nello stare insieme della coppia, Zeus decide di placare le onde del mare sette giorni prima (e dopo) il Solstizio d'Inverno, al fine di concedere agli sposi di potersi congiungere e riprodursi in questo periodo. IL MEDIOEVO E DANTE Fin dai primi secoli del cristianesimo si sviluppò un'intensa attività per adattare la cultura pagana a quella cristiana, uno dei problemi fondamentali è però la visione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio. Sant'Agostino spiegò le metamorfosi come un simulacro e azione di demoni, che agiscono con il permesso del giudizio di Dio senza creare nulla, mutando soltanto in apparenza le vere creazioni divine. — harelegato la metamorfosi nel mondo dei sogni, dell’immaginazione e della poesia. Boezio dà invece un’interpretazione allegorica alla metamorfosi. — animali simbolo dei vizi umani. Tenendo in considerazione Circe nell'Odissea e l'evento dei porci-compagni di Ulisse, mantengono la loro mentalità di uomo; nella dicotomia cristiana, serve per separare la forma esteriore dalla coscienza. Per Boezio invece questa mentalità umana dentro l’animale sta ad indicare la divisione tra realtà mortale e apparenze mondane. —La metamorfosi dei poeti pagani nascondono la verità, ovvero la degenerazione dell’anima umana corrotta dal peccato. Infatti, si ha una metamorfosi dovuta al vizio ma non del corpo bensì dell’animo. Tra il XII e il XIV secolo si svilupparono molti commenti ovidiani, in questo periodo infatti il poeta veniva celebrato come moralista e filosofo della natura. Dante nel Convivio ha usato le metamorfosi come metafora della caduta dell’uomo nel peccato facendo riferimento a Boezio, mentre nella Commedia la trasformazione delle anime dopo la morte è struttura morale principale dei tre regni. Il viaggio nei tre regni dell’oltretomba sta ad indicare anche un confronto con Ovidio; infatti, Dante con questo ha un duplice rapporto: e Imitazione, miti antichi riproposti per spiegare le realtà ultraterrene della visione cristiana e Emulazione, per mostrare gli sviluppi inventivi della fantasia cristiana VERSO LA MODERNITÀ Il Rinascimento si ispirò ad Ovidio per creare nuovi miti, contraddistinti per la loro originalità. Questo processo inizia con Petrarca che nella Canzone 23 utilizza il tema della metamorfosi per analizzare, in chiave autobiografica, l’insorgere dell’amore nell’Io lirico. Petrarca mostra un atteggiamento umanista nei confronti delle metamorfosi di Ovidio; inoltre, la metamorfosi per lui è: ® Punizione per la passione — la passione è trasgressione e Manifestazione del desiderio Il percorso metamorfico di Petrarca si definisce come analisi psicologica del desiderio. Nel Rinascimento il tema della metamorfosi entra in psicologia, in pittura e nel campo musicale. Inoltre, si riscontra un'affinità tra il poema di Ovidio e il romanzo. entrambi contengono argomenti che non trovano spazio nel poema epico. Conseguentemente l’influenza di Ovidio pervade anche l’esperienza di scrittura di Shakespeare, che porterà l’autore inglese ad elaborare una vera e propria poetica della metamorfosi. Tale poetica permetterà ad Eliot e Joyce di inaugurare il Modernismo in Inghilterra. Tra il ‘700 e 1°800 l’interesse per Ovidio passa in secondo piano e si crea un forte legame tra la metamorfosi ed il fantastico — letteratura per l'infanzia (es. Pinocchio). Il mondo metamorfico è diffuso anche nelle fiabe dove segna il confine tra bene e male; gli animali parlanti e le diverse trasformazioni hanno origine dalla letteratura dell’antichità e anche da Ovidio, come dichiarano i Fratelli Grimm. La prima legge della conservazione della materia Lavoisier richiama Eraclito, il primo a sottolineare il perenne divenire delle cose: è qui che inizia la rilettura scientifica della metamorfosi (raggiungerà l'apice con la scienza positivista). Importanti furono le ricerche scientifiche di Goethe sulla metamorfosi di Piante e di Animali: unì l'interesse scientifico a quello letterario, trasferendo i suoi risultati scientifici nelle sue poesie e nei suoi drammi (Faust). — questa visione anticipa l'evoluzionismo di Darwin, che a sua volta influenzò la letteratura (Kafka). MODERNISMO: KAFKA E RANSMAYR Agli inizi del ‘900 Kafka inaugura una stagione metamorfica sin dall’uscita di La Metamorfosi. Il racconto è ispirato alle trasformazioni dell’uomo in animale(Aracne e Atteone) delle metamorfosi di Ovidio. Kafka mette in scena la crisi dell'identità e dei rapporti interpersonali nell’età moderna. La trasformazione di Gregor crea un ponte tra la vita ordinaria e l'universo fantastico — frase “non era un sogno” K. immerge l’evento fantastico in un ambiente reale. A differenza di Ovidio, Kafka non descrive il processo metamorfico, che porta alla crisi di identità e alla distruzione. Gregor prova ad ignorare la metamorfosi e a vivere la sua vita di sempre, la sua trasformazione esterna corrisponde però anche ad una trasformazione interiore, che lo porta alla disumanizzazione dell'essere — l’uomo è impossibilitato di comunicare e ciò porta alla sua alienazione (Atteone). Gregor muore affermando per l’ultima volta la sua umanità tramite un ultimo pensiero d’amore nei confronti dei familiari. La crisi dell'identità del modemismo è espressa anche nelle opere di Eliot e Joyce. Nell’Ulisse di Joyce il tema metaforico e la presenza di Ovidio pervadono il poema. Il suo interesse per la metamorfosi è riflesso anche in Finnegans Wake , dove la metamorfosi non riguarda solo il corpo dei personaggi bensì anche la lingua — Dante diventa Denti Aligator. Il post moderno del 1900 riscopre Ovidio e le metamorfosi. A questo proposito ricordiamo “Mondo Estremo” di Ransmayr: questo romanzo definisce la poetica postmodernista delle metamorfosi ed uno degli ultimi custodi della metamorfosi.
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