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Riassunto Historia de la literatura española 3. Siglo de Oro: teatro, capitoli 2, 3, 5, 6, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

riassunto dell'introduzione più i capitoli 2, 3, 5 e 6 per l'esame di letteratura spagnola III con la prof. Cerrón, anno accademico 2021-2022

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Caricato il 26/02/2022

GiorgiaSib
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Scarica Riassunto Historia de la literatura española 3. Siglo de Oro: teatro, capitoli 2, 3, 5, 6 e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! HISTORIA DE LA LITERATURA ESPAÑOLA 3 SIGLO DE ORO: TEATRO INTRODUCCIÓN. Il teatro spagnolo dei secoli d’oro fu uno dei rami più vitali e gloriosi del teatro europeo dei selci XVI e XVII → riflesse gusti, ideali e preoccupazioni di una nazione che, in poco tempo, raggiunse molto potere e ricchezza in quanto a capo di un immenso impero. Le prime opere teatrali che fanno parte del teatro dei secoli d’oro si scrissero in Castiglia a partire dal 1492. Durante il regno di Carlo V e do suo figlio Filippo II, i drammaturghi che scrivevano in Spagna acquisirono gradualmente nuove tecniche e fecero la loro apparizione i due grandi generi drammatici spagnoli → la commedia e l’atto sacramentale. Il teatro raggiunse il suo massimo splendore durante il regno di Filippo III e Filippo IV, quando il potere spagnolo stava declinando e quando, allo stesso tempo, la cultura e la letteratura fiorivano. La maggior parte degli autori spagnoli scriveva per un pubblico che comprendeva tutte le classi sociali. Già a partire dalla metà del XVI secolo, compagnie di comici ambulanti giravano di città in città → alla fine dello stesso secolo, ogni città importante aveva i propri teatri fissi, i corrales. A partire dagli ultimi anni del XVI secolo, Madrid si convertì nel principale centro teatrale di Spagna. Nei suoi momenti migliori, il teatro dei secoli d'oro fu un teatro molto didattico, attraverso il quale alcuni scrittori colti comunicavano lezioni morali e politiche a tutto il loro pubblico. Questo teatro, dedito alla libertà formale, era molto vicino a quello inglese piuttosto che a quello francese. I drammaturghi spagnoli non consideravano essenziale rispettare le unità classiche di tempo e di luogo. Un'altra norma classica che non rispettavano, era quella della divisioni in cinque atti → in Spagna gli atti si ridussero a tre. L'aspetto più visibile per il quale il teatro spagnolo si differenzia dagli altri grandi teatri nazionali del secolo, è il suo ricco sistema polimerico, perfezionato da Lope de Vega. All'interno della stessa opera si utilizzano differenti metriche e strofe per esprimere diversi tipi di scene, situazioni o emozioni drammatiche. La Spagna produsse, in questo periodo, molte opere di carattere religioso e profano che avevano un grande spessore intellettuale, bellezza poetica e profondità emotiva. 2 → DE LOPE DE RUEDA A CERVANTES. Seconda parte del XVI secolo → periodo di inerme importanza per lo sviluppo della commedia e dell’atto sacramentale. I cambiamenti sociali influirono su questo sviluppo. Sull’evoluzione e le caratteristiche della commedia influì per gran parte la sistematica commercializzazione del teatro profano, con lo stabilimento di teatri fissi e la conseguente domanda delle opere che condusse a una tale vastità della produzione spagnola che superò quella di tutti i paesi europei messi insieme. Una figura importante fu quella di Lope de Rueda → importante drammaturgo, attore e direttore scenico. Con la sua compagnia percorse tutto il paese fino alla sua morte, lavorando nei palazzi della nobiltà ma anche nelle piazze. Quattro sue commedie e due opere pastorali, furono pubblicate nel 1567 in una versione espurgata e corretta da un suo amico drammaturgo. Rueda si forniva di musicisti molto esperti per la messa in scena delle sue opere. Attraverso le sue opere pervenute, è possibile dedurre che Lope de Rueda avesse letto opere drammatiche e novelle brevi italiane → le sue opere dimostrano che nei suoi procedimenti teatrali era un ‘italianizzante’, tipico scrittore culto del Rinascimento spagnolo. Rueda fu uno scrittore di dialoghi coloristi e creatore di vivaci personaggi comici. Alcuni dei migliori frammenti delle sue opere sono le scene comiche o ‘pasos’ → frammenti drammatici corti e divertenti nei quali interviene un ridotto numero di personaggi comici di bassa condizione. Queste scene venivano intercalate, non sempre in maniera opportuna, all’interno di eventi più gravi. Questi ‘pasos’, nell’evoluzione della commedia nel secolo d’oro, furono gli antecedenti non solo degli intrighi secondari a carattere comico, ma anche degli ‘entremeses’. La collezione più importante del teatro religioso del XVI secolo è contenuta in uno dei codici della Biblioteca Nazionale → comprende novantacinque opere drammatiche scritte tra il 1550 e il 1575, pubblicate poi nel 1901. Ogni opera inizia con un ‘argumento’ destinato a preparare il pubblico allo spettacolo, quasi tutte presentano scene comiche, la maggior parte terminano con un villancico e alcune sono divise in due parti includendo un ‘entremés’. Solo tre sono in prosa, settantasei interamente in quintillas, una in redondillas. La tematica è molto varia → alcune presentano episodi della vita di Cristo, altre della sua passione, morte e resurrezione, alcune sono dedicate al culto della Madonna, alla vita di santi, ad episodi biblici. Questa collezione dimostra che il teatro religioso spagnolo di metà XVI secolo toccò una vasta gamma di temi che poi verrano sviluppati ulteriormente nel secolo successivo. Anche il teatro scolastico conobbe una ricca fioritura nel XVI secolo → le università riconoscevano l’utilità delle rappresentazioni teatrali come parte integrante dei programmi accademici. Durante la prima metà del secolo, le opere rappresentate nelle università erano scritte in latino → con il passare del tempo vi penetrarono frammenti e scene in castigliano fino, in alcuni casi, a ricoprire l’intero testo. Molto importanti furono anche le opere rappresentate nei collegi e nelle scuole dei gesuiti → queste opere aspiravano a rimpiazzare i sermoni attraverso dialoghi accompagnati da azioni. Questo teatro scolastico contribuì alla formazione della ‘nuova commedia’ e dell’atto sacramentale → questo non solo per le caratteristiche delle opere messe in scena, ma anche perché le scuole educavano futuri aspiranti drammaturghi, come nel caso di Calderón. In questo modo, Lope non raccomanda di limitarsi a comporre tragicommedie, ma giustifica l'uso di parentesi comiche, di personaggi, scene o intrighi secondari di carattere economico nelle opere più gravi. Successivamente, l'autore insiste sul rispetto dell'unità di azione e raccomanda una nuova unità di tempo di sua invenzione → dice che, possibilmente, quello che succede in ogni atto non deve superare la durata di un giorno. Lope suggerisce agli autori di scrivere prima l'argomento delle loro opere in prosa, poi di dividerlo in tre atti secondo le nozioni classiche di introduzione, nodo e scioglimento. Dice che la scena non deve essere mai lasciata vuota per non annoiare il pubblico e insiste sulla verosimiglianza delle parole che si mettono in bocca ai differenti tipi di personaggi. Inoltre, l'autore parlante del decoro → bisogna evitare improbabilità, impossibilità e successi illogici. Lope prosegue facendo un breve riassunto di come impiegare le differenti strofe in base a diverse situazioni, segnala l’utilità dei ricorsi retorici tradizionali nel dialogo drammatico, consiglia l’impiego di procedimenti che portino il pubblico ad indovinare cosa sta per succedere senza però arrivare a capire quello che in realtà succederà. Raccomanda ai poeti di non scrivere opere troppo lunghe e di essere prudenti nell’utilizzare la satire (questo, in relazione alla funziona politica del teatro). Lope dice che l’intrattenimento non è l’unico fine di questa nuova commedia → devono insegnare anche verità utili, devono essere didattiche. Il titolo di un’opera di Tirso di Molina, ‘deleitar aprovechando’, esprime perfettamente la doppia funzione che doveva avere il teatro. Secondo uno studio di Parker, la struttura del teatro spagnolo era dettata da cinque principi: 1. Predominanza dell’azione sulla caratterizzazione dei personaggi. 2. Predominanza del tema sull’azione. 3. Unità drammatica tematica e non dell’azione. 4. Subordinazione del tema a un proposito morale per mezzo del principio della giustizia poetica. 5. Delucidazione del proposito morale per mezzo della casualità drammatica. Il fatto che nelle opere di Lope (specialmente le prime) esista una predominanza del tema sull’azione è in dubbio. Nella maggior parete delle sue commedia più mature, invece, lo vediamo tendere verso ciò che si incontrerà nelle opere di Calderón → un tetro di idee nel quale l’azione, come la caratterizzazione dei personaggi, sono determinati da esigenze del tema. Nello stile e nelle tecniche di Lope c’è un continuo perfezionamento. Lope → sviluppò la figura del ‘gracioso’, criado comico che è, in un certo senso, la parodia umoristica del suo padrone e, in un altro senso, il completo opposto. Le tematiche delle sue opere sono molto diverse → molte commedie appartengono al genere amoroso chiamato ‘de capa y espada’ → commedie nelle quali i personaggi sono solo cavalieri e ciò che succede sono duelli, gelosie, conquiste della dama. Soprattutto durante la prima fase della sua carriera, Lope scrisse anche opere amorose seguendo la moda pastorale o quella cavalleresca. Riguardo l’incapacità di Lope nel genere dalla tragedia si è detto molto → uno dei topici prediletti della storia della letteratura spagnola è stato quello di affermare che i drammaturghi spagnoli del secolo non hanno potuto o sapori scrivere vere tragedia. Questa visione è molto limitante e sta venendo, oggi, messa in dubbio, Gli autori drammatici del XVII secolo, seguendo la teoria rinascentista vigente, trattarono tutti i temi storici con serietà → questi temi storici trattati con serietà sono varianti della tragedia. Questa categoria di opere, tuttavia, veniva etichettata con il nome di ‘commedia storica’ → la differenza con le commedie era che la storia di quest’ultime era il frutto della fantasia. È significato però notare come, nonostante venissero trattati dei temi storici, alcuni drammaturghi si prendevano delle libertà effettuando cambiamenti per giungere ai propri fini didattici. Queste libertà di adattamento e cambiamento non devono essere prese alla leggera → i fatti storici venivano alterati perché i drammaturghi, secondo la Poetica di Aristotele, credevano che la verità storica o particolare fosse inferiore alla verità universale o poetica. Anche Lope attuò di conseguenza in molte sue tragedie. Nel secoli d’oro, la bibbia era una fonte storica e Lope scrisse molte opere su temi biblici o vite di santi, che furono molto popolari. Secondo i moralisti, queste opere erano altamente scandalose poiché spesso venivano rappresentate da attori professionisti con una vita non proprio esemplare. Lope, come molti altri drammaturghi, scrivevano queste opere poiché le consideravano strumenti per istruire alla dottrina cristiana. Le commedie bibliche di Lope abbracciano una vasta gamma di temi. Una fortissima fonte di ispirazione per Lope fu la storia → aveva una speciale inclinazione a estrarre lezioni per il presente dalla storia passata di Spagna e Portogallo. Scrisse numerose opere di tema storico dove, in generale, quello che sottolineava era l’integrità morale, la fedeltà, lo spirito patriottico, il rispetto delle autorità. Le fonti di queste opere erano cronache, leggende e romances della tradizione orale. Il caos politico della Spagna del XV secolo, prima del regno dei re cattolici, offrì a Lope e si suoi contemporanei molti temi per opere sulla necessità di fedeltà, sulla giustizia e sull’onore. Onore → indicava il rispetto, la stima e la venerazione che si offre alla virtù, al merito o alla dignità. L’onore è una dimostrazione di gratitudine che si da ad un uomo che possiede queste qualità. Un uomo senza onore poteva considerarsi socialmente morto. Perdere l’onore era facile e recuperarlo no. PERIBÁÑEZ Y EL COMENDADOR DE OCAÑA → una delle opere di Lope più liriche e commoventi. Non è una tragicommedia ma ciò che i critici contemporanei a Lope avrebbero chiamato una ‘tragedia doble’ → la tragedia di un lavoratore di animo nobile che scopre che la sua giovane sposa è corteggiata dal commendatore e la tragedia del commendatore che, innamorandosi della donna del lavoratore, è destinato a morire. Il valore poetico di questa opera è straordinario così come la caratterizzazione psicologica di P. il quale cambia atteggiamento e linguaggio quando smette di essere lavorare e diventa nobile. EL CABALLERO DE OLMEDO → una delle migliori tragedie di Lope, opera inquietante che si ispira a un dramma posteriore, dalla Celestina e da un ritornello popolare qui viene ripetuto nella terza giornata. Secondo alcuni critici l’opera inizia come commedia e termina come tragedia e che Lope non prepara abbastanza il pubblico per la morte finale di Don Alonso → in realtà, gli spettatori erano a conoscenza della canzone popolare e dunque, prima di vedere l’opera, si aspettavano già una tragedia. 5 → TIRSO DE MOLINA. Grande discepolo di Lope de Vega. Fray Gabriel Téllez → vero nome di Tirso de Molina (pseudonimo). Frate, ricevette una solida formazione teologica e fu responsabile di incarichi importanti. Per le sue commedie, giudicate da una giunta come profane e di cattivo esempio, venne minacciato di essere esiliato. DELEITAR APROVECHANDO → collezione di opere strettamente religiose → storie di pietà, tre atti sacramentali e poesia devota. Pubblicata a Madrid nel 1634. Tirso fu un poeta lirico e drammatico di grande sensibilità, con uno stile simile a quello di Lope de Vega. Alcuni critici, attenendosi ai canoni di realismo e naturalismo, lo hanno considerato come il miglior drammaturgo spagnolo dei secoli d’oro. Di fatto, egli fu uno dei tre autori drammatici più importanti di Spagna, insieme a Lope e Calderón. Le sue opere sono un ponte tra la ‘nuova commedia’ e il dramma di Calderón. Nella sua tecnica drammatica, Tirso tende a costruire i suoi intrighi sottolineando la strutture dell’opera e combinando l’intrigo principale con quello secondario. Tirso è conosciuto soprattutto per la sua opera ‘El Burlador de Sevilla’ nonostante molte critici siano dubbiosi circa la sua autorialità. EL BURLADOR DE SEVILLA → principale fonte di una grande tradizione letteraria internazionale, quella del mito del Don Giovani, alla quale appartengono numerose opere. Quest’opera, però, non fu la prima che si scrisse su Don Juan → El Burlador si stampò nel XVII secolo come opere di Tirso però non appare in nessuno dei libri che egli stesso pubblicò. L’opera apparò in una raccolta intitolata ‘Dodici commedie nuove di Lope de Vega e altri autori’ però, nel corso dello stesso secolo, in un’edizione senza data, si stampò un’altra opera intitolata ‘Tan largo me lo fiáis’, attribuita a Calderón (dramma che è una versione del tema di El Burlador e nel quale la metà dei versi coincidono con l’opera di Tirso). I critici hanno studiato le relazioni strette tra El Burlador e Tan largo ed è emerso che, quest’ultima, dal punto di vista della stile non può essere attribuita a Calderón. Studi approfonditi sono giunti alla conclusione che sia El Burlador che Tan largo sono due versioni di una stessa opera che è andata persona → Tan largo è la versione più antica e El Burlador quella più recente e meglio sviluppata.
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