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Riassunto "I Viceré" (De Roberto), Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto dettagliato del romanzo di Federico de Roberto, "I Viceré"

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 12/01/2023

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Scarica Riassunto "I Viceré" (De Roberto) e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! PRIMA PARTE Capitolo |: 1855, morte della principessa Teresa. Gran confusione sulla scena e tra gli stessi protagonisti. Muore sola e lontano dai figli. Accorrono tutti a palazzo. Funerali lussuosi fatti secondo il testamento della donna (addirittura 5/6 epitaffi sparsi per la chiesa). La chiesa è gremita di gente. Capitolo Il: Arrivano Raimondo e Matilde da Firenze. Lei non è salutata né da Don Blasco né da Donna Ferdinanda. Ha un mancamento e Raimondo la tratta di merda. Si apre il testamento: Giacomo e Raimondo eredi universali; un "contentino" al resto dei figli + regali e soldi a parenti e resto della servitù. Don Blasco sbraita e dice a Ferdinando e Chiara di impugnare il testamento, ma è inascoltato. Tutti iniziano a lanciare sguardi non buoni a Matilde poiché colpevole di "insozzare" il nome degli Uzeda mischiandolo a quello dei Palmi; lei se li sente pesare addosso. Capitolo III: si apre con la storia di Don Blasco, fratello monaco della principessa Teresa, del suo odio contro di lei, contro la sua famiglia e i figli della sorella (per motivi diversi). Don Blasco si confronta con Lodovico, da cui nasce un paragone tra la sua calma e compostezza (che non voleva diventare monaco ma è strato costretto dalla madre - punta a diventare Abate) e l'arroganza dello zio. Si confronta con Chiara, ma lei è troppo innamorata del marito per ascoltarlo. Si confronta con Lucrezia e quasi la convince a parlar con Giacomo per impugnare il testamento, ma lei decide di "alzare la voce" contro il fratello solo quando dovrà dire di voler sposare l'avvocato Giulente. Si passa ad un paragone tra la vita lussuosa, senza "no" e viziata di Raimondo contro quella limitata e carica di odio di Giacomo (compreso il racconto dei due matrimoni). Si passa al racconto di come Donna Ferdinanda si sia arricchita, facendo "l'ebreo" ma spende poche monete per sé (lei e don Blasco hanno le stesse opinioni ma, a causa del fatto che entrambi vogliono essere "critici della famiglia", si sono scontrati verbalmente e non si parlano). Si passa poi a raccontare di don Eugenio, che ha deciso di diventare militare (non per vocazione ma per essere libero) a Napoli, poi trovò lavoro alla Corte ma tornò a PRIMA PARTE Capitolo |: 1855, morte della principessa Teresa. Gran confusione sulla scena e tra gli stessi protagonisti. Muore sola e lontano dai figli. Accorrono tutti a palazzo. Funerali lussuosi fatti secondo il testamento della donna (addirittura 5/6 epitaffi sparsi per la chiesa). La chiesa è gremita di gente. Capitolo Il: Arrivano Raimondo e Matilde da Firenze. Lei non è salutata né da Don Blasco né da Donna Ferdinanda. Ha un mancamento e Raimondo la tratta di merda. Si apre il testamento: Giacomo e Raimondo eredi universali; un "contentino" al resto dei figli + regali e soldi a parenti e resto della servitù. Don Blasco sbraita e dice a Ferdinando e Chiara di impugnare il testamento, ma è inascoltato. Tutti iniziano a lanciare sguardi non buoni a Matilde poiché colpevole di "insozzare" il nome degli Uzeda mischiandolo a quello dei Palmi; lei se li sente pesare addosso. Capitolo III: si apre con la storia di Don Blasco, fratello monaco della principessa Teresa, del suo odio contro di lei, contro la sua famiglia e i figli della sorella (per motivi diversi). Don Blasco si confronta con Lodovico, da cui nasce un paragone tra la sua calma e compostezza (che non voleva diventare monaco ma è strato costretto dalla madre - punta a diventare Abate) e l'arroganza dello zio. Si confronta con Chiara, ma lei è troppo innamorata del marito per ascoltarlo. Si confronta con Lucrezia e quasi la convince a parlar con Giacomo per impugnare il testamento, ma lei decide di "alzare la voce" contro il fratello solo quando dovrà dire di voler sposare l'avvocato Giulente. Si passa ad un paragone tra la vita lussuosa, senza "no" e viziata di Raimondo contro quella limitata e carica di odio di Giacomo (compreso il racconto dei due matrimoni). Si passa al racconto di come Donna Ferdinanda si sia arricchita, facendo "l'ebreo" ma spende poche monete per sé (lei e don Blasco hanno le stesse opinioni ma, a causa del fatto che entrambi vogliono essere "critici della famiglia", si sono scontrati verbalmente e non si parlano). Si passa poi a raccontare di don Eugenio, che ha deciso di diventare militare (non per vocazione ma per essere libero) a Napoli, poi trovò lavoro alla Corte ma tornò a Catania per inciarmi vari fatti lì. Si finisce con don Gaspare, personaggio che non ha coraggio per schierarsi dalla parte di nessuno (è buono solo a dar soldi alle persone), che dopo varie azioni liberali e borboniche, ha lasciato la sua terra per vivere stabilmente a Palermo (è accolto come un re, quando torna a Catania). Capitolo IV: capitolo incentrato su Matilde, sulle sue paranoie e dubbi, sulla sua vita a Milazzo con Raimondo, la sua infanzia e l'amore per il padre a cui ha dovuto rinunciare per via di Raimondo (che non ha un buon rapporto col suocero). Giacomo scopre che sono pieni di debiti e ne parla con lo zio conte. La tensione in famiglia è alta per via del testamento. Matilde è incinta del secondo figlio (così come la cognata Chiara) e intanto Raimondo se la spassa in giro per la città, intendendosi con donna Isabella. A Siracusa è scoppiato il colera. Capitolo V: Matilde inizia a provare gelosia per Donna Isabella a causa delle continue attenzioni che le dà Raimondo. Subisce la preoccupazione continua del padre che la vorrebbe da lui, Milazzo, dove risiede anche Teresina (sua figlia). Raimondo non vuole partire e le intima di andare da sola, se vuole. Scoppia il colera nella loro città e si rifugiano sul Belvedere (sono già passati 3 mesi dalla morte della Principessa). Secondo capitolo dove compare il principino Consalvo, molto iperattivo senza nessun rispetto per la servitù e i parenti. Matilde muore di gelosia, ma quando scopre che donna Isabella, in verità, è andata da un'altra parte si calma. AI Belvedere se la spassano, Raimondo si sta giocando pure la camicia a carte (letteralmente). Arriva Don Blasco (che si alterna con Don Lodovico) e se la prende con tutti. Consalvo, il principino, a fine pandemia verrà iscritto al Noviziato insieme al cugino Giovannino Radalì. Scena descrittiva dello stemma degli Uzeda e degli antenati della famiglia. Il colera va peggiorando e Raimondo, quando una volta uscì dal palazzo, incontrò Donna Clorinda e sua figlia (entrambe sue amanti). Le invita al Belvedere e Matilde ne è gelosa, ma Raimondo la rassicura e le dice che torneranno a Milazzo, dove lei partorirà. di Garibaldi. Quando arriva alle porte di Palermo, Giacomo riunisce tutti sul Belvedere (tranne Ferdinando che resta sulle Ghiande e Consalvo al convento con Don Blasco e Don Lodovico). Giulente intanto è schierato con i garibaldini. AI convento, Giovannino pianifica in gran segreto una rivoluzione coi liberali, ma Consalvo lo viene a sapere dopo averlo "drogato" con due tiri di tabacco e racconta tutto a fra Carmelo prima di svenire. Scoperti i novizi liberali, aspettano che Consalvo si riprendi prima di riempirlo di botte, ma sono fermati dall'entrata dei rivoluzionari in città, che la conquistano. Don Gaspare (nonostante è stato in disparte durante il giorno di rivoluzione) è osannato dai liberali e diventa maggiore della Guardia Nazionale. Don Blasco e Consalvo tacciono, mentre Bixio e Menotti vengono ospitati al convento dei Benedettini (anche se l'Abate non era d'accordo) e vengono trattati con le cure migliori grazie a don Lodovico. Gli Uzeda tornano a palazzo, Chiara è al sesto mese, Giulente è partito con Garibaldi (e rimane ferito nella battaglia sul Volturno) e Consalvo fa la doppia faccia, come Giacomo diviso tra don Blasco, don Gaspare e donna Ferdinanda. Giulente torna in città da vincitore e tiene un discorso in piazza, acclamato dalla folla. Lucrezia è contenta di rivederlo. Donna Ferdinanda urla contro i liberali e contro l'Italia unita. Don Eugenio ha intanto cambiato per l'ennesima volta interesse (da archeologo a professore universitario). Capitolo |X: Graziella chiede a Chiara e Federico cosa ne pensano di Lucrezia e Giulente, ma sono troppo chiusi nel loro mondo. Va da Giacomo e Margherita, ma nel frattempo entra anche donna Ferdinanda a parlare della vicenda (mentre intanto, don Gaspare è in una delle stanze del primo piano a discutere coi rivoluzionari, Giulente compresi). Entra Lucrezia e Donna Ferdinanda la porta in una stanza per parlare, si sentono grida e il suono di uno schiaffo, poi esce e si va a sedere tra la principessa e Graziella, parlando come se non fosse successo nulla e andandosene. Si passa al convengo che sta avvenendo tra i rivoluzionari, che vogliono fare don Gaspare parlamentare, ma è indeciso. Intanto, dei cartelli in città dicono la verità su cosa ha fatto don Gaspare il giorno dell'assedio e, quando lo scopre, va da don Lodovico ad accusare don Blasco (si dichiarava innocente, ma i cartelli piano piano scomparvero). Tutti gli Uzeda erano contro Lucrezia, ma lei non demordeva. Giulente intanto tesseva le lodi di don Gaspare (che approvava il loro matrimonio - Giacomo faceva la bella faccia con lui mentre è contrario per "fatti gravi", cioè che Giulente non è nobile e non ha denaro a sufficienza per mantenerla, ma soprattutto perché lei deve essere la zitella della sua generazione). Giacomo e Lucrezia trovano un accordo e, dopo 5 anni dalla morte della principessa, si rimette mano al testamento e si sistemano tutti. Accorse anche Ferdinando alla villa quando seppe che Lucrezia stava male, ma lei gli teneva il broncio per l'eredità. Quando seppe la verità sul matrimonio della sorella e il motivo del suo broncio (cioè che mancava il suo accordo sull'eredità per farla sposare), accorse a sistemare la pratica. Le elezioni erano vicine, ma Chiara era in travaglio. Nacque un feto informe e morto, che Chiara decise di tenere in una brocca di vetro. Don Gaspare diventa deputato. SECONDA PARTE Capitolo I: due anni dopo, Raimondo torna in casa Uzeda da solo. Lucrezia e Giulente si stanno per sposare (e per questo don Blasco e donna Ferdinanda non vanno più a palazzo - Baldassare è imparziale). Giulente inizia a frequentare casa Uzeda, ma si accorge della freddezza della famiglia e cerca di accattivarseli. A tavola, una volta, discutono di un testo sullo scioglimento del matrimonio e Raimondo se ne interessa. Pochi giorni dopo, in città tornano don Gaspare e il padre di Matilde. Don Gaspare fa una filippica a Raimondo che finisce con lui che deve riprendersi Matilde e il giorno dopo, il padre sarebbe passato a parlare con lui. A questa notizia, donna Ferdinanda torna a palazzo. Intanto, Chiara è di nuovo incinta. Arriva don Gaetano (padre di Matilde) e la tensione è alle stelle, se non ché arriva a palazzo anche don Blasco. Don Gaetano, dopo aver capito che Raimondo sarebbe tornato dalla moglie, si alza e se ne va col duca Gaspare, che intanto scende nelle sale al primo piano per ricevere delle rappresentanze della società. Gli Uzeda commentano la freddezza di Palmi, dando ragione a Raimondo. Capitolo Il: Matilde torna a palazzo e si fa un flashback di tutto quello che ha subito: la malattia di Lauretta, Raimondo che ad ogni suo pianto si allontanava fino a farla cadere malata, il padre che la tratta con freddezza perché non lo lascia. Tutti gli Uzeda la trattavano meglio e si preparava il matrimonio di Lucrezia con Giulente. AI matrimonio mancavano don Blasco e donna Ferdinanda. Si celebra il matrimonio, in modo sontuoso, mentre Chiara passa la serata con le fitte. Gli sposi si ritirano al Belvedere e il giorno dopo i parenti passano a salutarli, donna Ferdinanda compresa (per chiedere consigli a Giulente su un affare). Lucrezia andava tutti i giorni a palazzo, ma quando arrivò il conto del matrimonio giurò di non tornarci più. Rimasero solo Matilde, donna Ferdinanda e don Blasco a farle visita (gli ultimi due a tutte le ore). Raimondo intanto (con donna Ferdinanda che aveva anche coinvolto Giulente) pianificava di sciogliere il matrimonio, mentre prometteva alla moglie che, appena Chiara avrebbe partorito, sarebbero tornati a Milazzo dalle bimbe e poi a Torino dal padre di lei. Se non che, all'undicesimo mese di gravidanza, il marchese Federico chiamò un medico (che lei non ha voluto essere seguita da nessun medico, per paura di perdere di nuovo il bambino) e scoprì che Chiara aveva una ciste all'ovaio (e non era incinta). Capitolo Ill: Natale 1861, Consalvo Uzeda diventa sempre più inarrestabile. Legge la predica di Natale (scritta da altri) ed emoziona tutti. Vorrebbe andare via dal convento ma il padre non glielo permette. Quelle poche volte che torna a palazzo, le passa un po' con la madre e poi giù nelle stalle con Salvatore, il figlio di donna Vanna (cameriera di Lucrezia?) che gli racconta tutte le tresche che hanno i monaci (si viene a sapere che fra Carmelo è "fratellastro" di don Blasco e Baldassare di Giacomo). Si passa a San Nicola, dove Camillo Giulente (parente dei Giulente) vorrebbe prendere i voti, ma i monaci (tranne l'Abate e il Priore Lodovico) glielo vietano tramite votazioni e la vergogna forte lo porta ad isolarsi. Intanto, Garibaldi è a Catania e pone come quartier Baldassare, anche se più che neutrale, parteggia completamente per Giacomo). Passano gli anni, Teresina ne ha 12 e vogliono mandarla in collegio a Firenze. Consalvo non esce dal convento dei Benedettini. Raimondo parte per Palermo, il duca torna a Torino. Giacomo licenza il signor Marco il 31 dicembre 1865 (notaio da loro da trent'anni e passa). Capitolo VI: il colera ha preso pieno possesso della città, i conventi sono stati soppressi e i Monaci sono stati ridotti a vivere con pochi denari. Gli Uzeda rimasti vanno al Belvedere, tranne Lodovico che resta col Vescovo in città per assistere gli infermi e Ferdinando che è rimasto in città. Consalvo è fuori dal convento e se la sta spassando (ha anche una tresca con la moglie di un contadino). Non sopporta Graziella perché la vede come l'usurpatrice del ruolo che aveva sua madre (che intanto è malata). Al Belvedere, col colera che andava diramando, arriva fra' Carmelo, smagrito, gridando che lo hanno cacciato dal convento. Lucrezia non sopporta più Giulente a causa del fatto che lo vede meno nobile di lei, ma ora lui è supportato da donna Ferdinanda (che diventa un'usuraia sempre più malevola) e don Blasco (che si sta adattando alla vita fuori dal convento). Tutti erano scesi di nuovo in città. Parte sulle nuove leggi, eredità e politica. Il colera torna, più forte di prima e vanno tutti al Belvedere (di nuovo). Era estate, ma anche al Belvedere arrivò il colera e gli Uzeda scapparono a Viagrande (la principessa Margherita peggiorava di giorno in giorno). Vogliono andarsene anche da Viagrande e Giacomo costringe Margherita a partire con lui, Consalvo (terrorizzato dal perdere la madre) è contrario, ma Margherita parte lo stesso. Morirà in viaggio, di colera. Capitolo VII: si apre con il matrimonio di convenienza di Giacomo e Graziella, modesto perché tutti piangono qualcuno a causa del colera (Giulente i genitori, per esempio). A causa dei conventi soppressi, Giovannino Radali non può farsi prete e, morto un suo prozio, ha ricevuto anche una casa in eredità. La madre è preoccupata, perché attualmente lui e il primogenito, Michele, sono a "pari merito", ma progetta di non far sposare Giovannino. Consalvo non accetta il matrimonio e addirittura va 3 giorni a caccia pur di non vedere nemmeno la funzione, mentre Teresa è in collegio. Nessuno della famiglia riesce ad accettarlo completamente. Lodovico intanto sta andando alla Congregazione a Roma. Si viene a sapere che Giacomo ha costretto Margherita a partire, ben sapendo che aveva i primi sintomi del colera, e che, sul testamento, ha lasciato tutto a lui e niente ai figli. AI Municipio intanto va tutto male e il duca vorrebbe far salire come sindaco Giulente, ma lui rifiuta ben sapendo che alla moglie le cariche pubbliche non vanno a genio. Arriva finalmente Consalvo a palazzo e dice che aveva scampato un gran pericolo e tutti gli credono. Giulente diventa sindaco sotto minaccia di Lucrezia (che poi se ne lamenterà in seguito) e il duca lo controlla completamente; ormai la reputazione dell'avvocato va peggiorando. Consalvo faceva la bella vita e aveva pure rifondato un simil Casino dei Nobili. Era la fotocopia in miniatura di Raimondo (solo con un profondo rispetto per la madre). Spendeva anche i soldi che non aveva e aveva fatto debiti con chiunque, ma continuava quella vita di lusso, cavalli, donne e giochi (pagata completamente dal padre che, pur di ingraziarselo, gli faceva fare di tutto). Don Blasco intanto, sotto falso nome, aveva comprato una terra degli ex Benedettini per darla alla Sigaraia. Capitolo VIII: Consalvo bussa alla porta di Giulente e Lucrezia con una mano squarciata da una ferita, fatta dai fratelli di una ragazza di cui si era invaghito che aveva rapito e tenuto con sé 3 giorni al Belvedere. | fratelli della ragazza intanto andarono a denunciarlo al giudice e gli Uzeda chiesero aiuto al duca Gaspare, ma ormai il governo non si fidava più di lui e lo accusava insieme a Giulente, che lo difendeva. La situazione si risolse al meglio e la famiglia della ragazza fu "messa a tacere", ma arrivò un debito di seimila lire contratto da Consalvo indirizzato al padre. Consalvo intanto, dopo la ferita, ha iniziato a sviluppare un senso di ribrezzo verso il contatto fisico, preferendo evitarlo (come Margherita). Dopo aver capito chi ha mandato il debito, Giacomo inizia ad urlargli addosso. La loro litigata divise la famiglia. Don Blasco intanto aveva comprato un'altra casa appartenente all'ex convento, data sempre alla Sigaraia (che lo accontentava in tutti i modi, sperando che lasciasse a lei e alle figlie ogni cosa alla sua morte); è accusato di usurpazione dal Demaio e si rivolge a don Gaspare (con cui non parla da anni) per risolvere la situazione. o Capitolo IX: Ferdinando sta male, ma pensa che sta benissimo perché crede che i suoi parenti lo vogliono vedere morto per prendersi la sua (inesistente) eredità, le Ghiande. La cambiale era stata pagata grazie all'opera di convincimento di donna Ferdinanda. Lodovico torna a Catania (ormai Arcivescovo di Nicea, tornando non per amore di Ferdinando ma per non stare a Roma in quel periodo) mentre al papa arrivava una lettera di Vittorio Emanuele. Ferdinando è in fin di vita e incurabile, pieno di manie. Era impazzito. Al suo capezzale, arrivarono anche Raimondo e donna Isabella (completamente stravolta in negativo dopo 5 anni di matrimonio con Raimondo). A vedere il fratello, Ferdinando impazzì completamente. Intanto, mentre la famiglia era al suo capezzale, arriva un messaggero ad annunciare la presa di Roma (1870). TERZA PARTE: RIASSUNTO Si apre col ritorno a Catania di don Eugenio, dopo essere sparito a Palermo, per stampare l'Araldo Sicolo. Si presenta come un poveraccio, senza denti né vestiti. Chiede soldi a Giacomo per pubblicare il libro (pensando che avrebbe ereditato i soldi di don Blasco - non succederà). Le più grandi personalità della famiglia Uzeda muoiono una dopo l'altra. Prima fra tutte don Blasco, che tutti piangono (per il testamento che si suppone abbia lasciato). Aperto il testamento, vedono che ha lasciato tutto a Giacomo e qualche lira al marito della Sigaraia. Si arriva ad un patteggiamento: tutti i nipoti avranno una parte tranne quelli del monastero + Raimondo (che non si sa che fine ha fatto), a Giacomo viene lasciato il podere del Cavaliere, preso dalla chiesa. Chiara intanto è completamente devota al figlio della cameriera e del marito, che la maltratta e la comanda a bacchetta. Centrali in questa parte sono i personaggi di Teresa e Consalvo. Dopo l'ennesima litigata (ormai i due non riuscivano nemmeno a guardarsi più negli occhi), Giacomo caccia via di casa Consalvo. Fa il tour aristocratico in Europa e resta fuori più del
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