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Riassunto Idea di pace perpetua e Pacifismo - Max Scheler, Sintesi del corso di Sociologia Dei Processi Culturali

Riassunto della monografia L'idea di pace perpetua e il pacifismo di Max Scheler, utile per sostenere l'esame di Sociologia dei Processi Culturali con il prof. Leonardo Allodi. Voto conseguito: 30/30

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 13/12/2022

unistudent2326
unistudent2326 🇮🇹

4.8

(8)

49 documenti

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Scarica Riassunto Idea di pace perpetua e Pacifismo - Max Scheler e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Esame orale di Sociologia dei Processi Culturali - Monografia L'IDEA DI PACE PERPETUA E IL PACIFISMO Max Scheler I. IL VALORE POSITIVO DELLA PACE E LA CRITICA AI CINQUE ARGOMENTI A FAVORE DELLA GUERRA Tesi di Scheler: la pace perpetua è un valore incondizionatamente positivo e pertanto lo deve essere anche idealiter + la guerra e le forme di vita militari di tipo guerriero non si trovano affatto nella natura umana = LA PACE PERPETUA E' IN GENERALE POSSIBILE NELLA STORIA UMANA - molti pensatori tedeschi del XIX secolo hanno negato il valore positivo dell'idea di pace perpetua (opponendosi a Kant, che scrisse "Per la pace perpetua") + il nucleo del vecchio corpo di ufficiali prussiano ha risposto negativamente rispetto al valore della pace perpetua (von Moltke: "la pace perpetua è un sogno e nemmeno un bel sogno") = MILITARISMO DI PRINCIPIO, ovvero quel pensiero e mentalità che si svela nella negazione del valore della pace eterna - MILITARISMO STRUMENTALE, invece è quel modo di pensare che riconosce il valore della guerra e delle forme militari non in sè stesse ma come strumento realistico in favore di scopi politici in determinate circostanze storiche MILITARISMO DI PRINCIPIO, OVVERO IDEA CHE ASSEGNA ALLA GUERRA UN VALORE DI REALTA' ASSOLUTAMENTE INSOSTITUIBILE, PERMANENTE, ANZI ETERNO PER L'UMANITA' (A DIFFERENZA DEL MILITARISMO STRUMENTALE E DEL PACIFISMO) + in origine Standesethos, ethos di un ceto e poi ethos professionale, overo Berufsethos - massima: si vis pacem para bellum Su cosa si fonda questo punto di vista? Sono essenzialmente 4 le ragioni (le più importanti e tipiche argomentazioni che il militarismo di principio adduce): - la guerra deve essere in ragione di un ideale eroico - i popoli perderanno il senso di tutti i valori vitali, rammolliranno, indebolendo corpo e anima, si infiacchiranno nella comodità e nel lusso (Hegel: "la guerra è la tempra dei popoli") + si è trasferita la guerra dalla filosofia idealistica alla teoria naturalistica di Darwin (guerra come strumento indispensabile nella selezione della specie umana) - si è fatta valere anche la forza educativa del servizio militare obbligatorio - significato della guerra per la cultura: soltanto guerra e violenza hanno aperto la strada verso una cultura superiore = pertanto si dice: senza guerra nessuna cultura! - la guerra si dice, nel corso della storia, ha pù unificato che diviso gli uomini = soltanto la guerra potrà creare la grande opera finale dell'unificazione dell'umanità, mentre qualsiasi prematura pace perpetua irrigidirebbe l'umanità nella sua situazione di divisione Queste argomentazioni sono valide/efficaci a contraddire la posizione che precisa le ragioni per cui la guerra non dovrebbe essere? - Le argomentazioni che mettono in campo l'idea dell'uomo eroico falliscono completamente (certamente la guerra può fornire l'occasione per mettere in campo virtù eroiche ma sono anche tante altre le occasioni in cui si può dimostrare eroismo) = L'EROISMO NON E' IN SE' STESSO CONNESSO ALLA GUERRA (es. l'eroismo di coloro che sostengono la non-violenza: Buddha, Gandhi, monachesimo cristiano, l'eroismo personale di coloro che rifiutano il servizio militare,...) + un altro argomento decisivo: quanto più la guerra si è trasformata da 1. combattimento uomo a uomo alla moderna guerra meccanizzata 2. da guerra di eserciti permanenti e professionali a quella di eserciti di popolo, nei quali la maggioranza imbraccia le armi soltanto perchè costretti = in tale situazione un eroismo per costrizione è un controsenso 3. dalla semplice guerra di battaglia alla guerra totale che è insieme guerra economica, finanziaria, guerra ideologica = tale guerra ha perduto da tempo quella relativa capacità di educare alle cosiddette virtù eroiche attive W. James ha posto il problema pedagogico: come conservare intatte le virtù eroiche se viene meno la guerra? Quale sarà l'equivalente della guerra? Risposta: DAL MOMENTO CHE L'EROISMO UMANO NON DERIVA DALLA GUERRA, ALLOA NON E' NECESSARIO CHE ESSO SCOMPAIA DAL MONDO ASSIEME ALLA GUERRA (non è connaturato alla guerra) - Anche l'idea di un rammollimento di un'umanità non più dedita alla guerra non appare convincente mè in generale l'idea che la guerra e le forme di vita militari rafforzino i popoli da un punto di vista biologico (es. buona igiene, esercizi fisici e sport, un'energica politica sociale, il lavoro,... = questo e non la guerra irrobustisce un popolo) = E' DEL TUTTO INSENSATO IL MASCHERAMENTO DARWINISTICO DEL MILITARISMO DI PRINCIPIO (lo stesso darwinismo è oggi contestato) - Il servizio militare obblgatorio esteso all'intera collettività è un evento storico-universale di ieri (Rivoluzione francese) = per quanto elevata possa essere la sua forza educativa, pure lo si potrebbe sostituire con un anno di servizio lavorativo, con sport,... - Che ogni cultura superiore sia stata la conseguenza del sorgere dello stato militare è esatto e anche tutti gli altri argomenti relativi a questo punto sono tutti esatti, tuttavia le attitudini spontanee della natura umana una volta liberate continuano a svilupparsi autonomamente = LE MODERNE GUERRE NAZIONALI HANNO IN REALTA' DISTRUTTO LA CULTURA, SI PUO' DUNQUE SOLO PARLARE DI UN VALORE STORICO RELATIVO ALLA GUERRA IN RAPPORTO ALLA CULTURA (l'ultima guerra e la rivoluzione in realtà hanno solo creato una spaventosa schiavitù dello spirito, come non si era mai conosciuta nei secoli) - Per quanto riguarda la forza unificatrice della guerra, la sua efficacia nella formazione degli stati e degli imperi senza dubbio questa concezione storica risulta l'argomento più rilevante e più convincente che si possa addurre a favore del relativo valore della guerra. Tuttavia (ad esempio) la Cina è divenuta un impero millenario senza una violenza considerevole = IN TAL MODO LA LEGGE SULLA RILEVANZA DELLA GUERRA RESTA LIMITATA A DETERMINATI POPOLI E LUOGHI E TIPI CULTURALI + LA GUERRA HA CONTRIBUITO AD EDIFICARE GRANDI UNITA' CULTURALI SOLTANTO LADDOVE IL POPOLO VINCITORE POTEVA CONTARE SU IDEEE ED UN'ELEVATA STRUTTURA SPIRITUALE DA DIFFONDERE = unificazioni che si fondano soltanto sulla spada si sgretolano con rapidità, le unificazioni fondate sulla violenza hanno sempre vita breve (Bismarck, "col ferro e con il sangue", si è fondato troppo unilateralmente sulla spada) = PERTANTO QUANTO PIU' LE UNIFICAZIONI SI SONO FONDATE/SONO DERIVATE ESCLUSIVAMENTE DALLA GUERRA, TANTO MENO SI SONO RIVELATE DURATURE + LA GUERRA NON HA IL SUO FONDAMENTO NELLA NATURA UMANA E IL FATTO CHE LA POI ALLA PACE PERPETUA ED ESCLUDERE LA GUERRA COME SOLUZIONE VIOLENTA DEI CONFLITTI DI INTERESSE DI QUALSIASI TIPO La legge della "decrescenza della violenza" va accettata seppur in modo critico e proprio perchè queste leggi relative alla direzione degli stadi evolutivi di sviluppo e degli sviluppi non sono fasi reali verso una pace perpetua ma soltanto leggi del mutamento di direzione del movimento di una curva della quale ci è del tutto sconosciuto l'inizio e la fine e sulla quale non sappiamo dove siamo collocati come umanità NON POSSIAMO ATTENDERCI UN'EPOCA DI PACE PERPETUA ESATTAMENTE DETERMINABILE ANCHE SE APPARE VEROSIMILE = AL SOPRAGGIUNGERE CONCRETO DELLA PACE PERPETUA NELLA STORIA NOI POSSIAMO CREDERE SOLTANTO IN SENSO RELIGIOSO E METAFISICO E NON POSSIAMO NULLA INVECE SUL PIANO DEL SAPERE: QUESTO E' QUANTO DIVIDE LA TESI DI SCHELER DAL POSITIVISMO III. LO STADIO STORICO ATTUALE E LA POSSIBILITA' DELLA GUERRA La terza questione, se cioè l'umanità contemporanea, nel processo che si concluderà soltanto in una pace perpetua, si trovi già in una situazione e condizione in cui le guerre in futuro possano essere evitate, a questa domanda purtroppo devo rispondere con un deciso "no" La guerra non è affatto un evento naturale + per quanto grandi tensioni possano perdurare a lungo senza innescare una guerra, pure resta valido il fatto che le guerre sono tanto più probabili quanto più grandi sono le tensioni non bilanciate = L'UOMO E' ANCORA COSI' IMPERFETTO CHE ANCOR SEMPRE LUNGHI PERIODI DI PACE SENZA PARTICOLARI CAUSE STORICHE MA IN VIRTU' DELL'ARRESTO E DELLA REPRESSIONE DI AFFEZIONI ED IMPULSI NON SUBLIMATI CHE LA PACE COME TALE PORTA IN SE' GENERANO DA SE' TENDENZE VERSO LA GUERRA CHE PER QUANTO NON CONDUCANO NECESSARIAMENTE A GUERRE REALI TUTTAVIA SONO DA CONSIDERARE CAUSE INCONSAPEVOLI E PSICHICHE Diversamente stanno le cose in relazione alle tensioni degli interessi e delle forze + è tuttavia mia convinzione che presupposta la buona volontà e una politica accorta dei capi dei popoli, possano essere evitate guerre all'interno dell'Europa TESI DI SCHELER SUGLI STATI UNITI D'EUROPA: assai poco queste visioni sono hanno a che fare con l'idea di una pace perpetua e con l'idea pacifista Ricordo infatti solo alcune delle tensioni presenti nel mondo: 1. la tensione esistente fra l'intera cultura borghese occidentale con il bolscevismo russo 2. le violente tensioni che sussistono tra Gran Bretagna e i suoi domini coloniali 3. le continue tensioni fra America e quella potenza mondiale che è il Giappone 4. le tensioni che esistono fra Europa nel suo insimee e capitalismo americano 5. le tensioni di classe ("popoli capitalistici" e "popoli proletari" + la crescente militarizzazione delle razze di colore e la contro-colonizzazione + movimenti rivoluzionari che sobillano una parte notevole del mondo contemporaneo) = NON POTRA' PIU' SUSSISTERE ALCUN DUBBIO SUL FATTO CHE LA VIA VERSO LA PACE PERPETUA CHE NOI PURE RICONOSCIAMO COME L'ORIENTAMENTO FONDAMENTALE DELLA STORIA DEL MONDO E' ANCORA ASSOLUTAMENTE FUORI DA OGNI PREVISIONE E DI ESSA NON SI HA IN ALCUN MODO ALCUN SENTORE TUTTAVIA: E' ESTREMAMENTE PROBABILE CHE IN UN'EPOCA NON TROPPO LONTANA, CON L'ALTA TENSIONE DI TUTTE LE FORZE MORALI, ANCHE LA PACE PERPETUA POSSA SUBENTRARE (potrebbe contestare il pacifista che Scheler si arroga il diritto di prevedere dimenticando la "libera volontà dell'uomo" e Scheler risponde "io non dimentico affatto la libera volontà dell'uomo + è un avversario del puro determinismo storico = noi possiamo ben guidare e dirigere il flusso degli eventi, in primo luogo lo possono gli uomini di stato, ma anche in una qualche misura ciascun individuo in quanto soggetto politico") Vediamo ora a quali atteggiamenti umani che sottostanno alla nostra libera volontà, a quali criteri, istituzioni, a quali vie le differenti forme del pacifismo strumentale pensano per guidare il corso della storia fin da oggi verso la pace perpetua (affinchè la guerra del 1914-18 possa essere stata davvero l'ultima guerra) IV. I PROGETTI PRATICI A FAVORE DELLA REALIZZAZIONE DI UNA PACE PERPETUA E LE OTTO FORME DI PACIFISMO STRUMENTALE Le idee e gli sforzi che si designano con il termine pacifismo non sono affatto qualcosa di unitario = NON VI E' UN UNICO PACIFISMO MA MOLTI (almeno 8 tipiche forme fondamentali, le quali per diversi caratteri e peculiarità sono fondamentalmente e sostanzialmenre differenti) TESI DI SCHELER: SI TRATTA SOLO DI ESAMINARE LA QUESTIONE SE QUESTI SFORZI SIANO UN MEZZO ADEGUATO A CONSEGUIRE OGGI LA PACE MONDIALE = A TALE DOMANDA RISPONDO CON UN DECISO "NO" 1. Il pacifismo eroico-individualistico del "non opporre resistenza alla violenza" o pacifismo del rifiuto: quasi tutte le altre forme di pacifismo sono ideologie interessate in parte consapevoli mentre soltanto questa prima forma non lo è - lo spazio vitale spirituale peculiare ed autoctono di questo paficismo non è l'Occidente ma l'Oriente (mondo buddhista) = Buddha ha insegnato a rinunciare ad ogni tipo di resistenza involontaria e volontaria contro gli impulsi violenti attraverso una disciplina eroica della volontà portata all'estremo e del dominio di tutti gli istinti e processi vitali (dopo di lui: Costantino dell'India, l'imperatore indiano Akbar, Gandhi, che come guida rivoluzionaria indiana ha fondato tutta la sua straordinaria efficacia sul principio della "non-resistenza" ed anche nella pratica ha dimostrato con il più grande stile quale miracolo possa compiere questo principio della politica negativa e della "non resistenza contro la violenza") + Buddha: la sua affermazione sul senso della vita come l'estinzione dell'io, ovvero il processo di essenzializzazione esimbolizzazione delle cose (senso etico del Nirvana) è rimasta priva di una efficacia profonda - alcune sette cristiane hanno da sempre sostenuto simili idee ma senza ottenere lo straordinario risultato ideale e pratico di quei grandi uomini dell'Asia e inoltre fondandosi su un'erronea interpretazione delle affermazioni di Cristo - ovviamente il pacifismo etico-religioso non può essere scambiato con l'atteggiamento dello "scansa-pericoli": l'uno sfugge e si eclissa, l'altro affronta lo stato e rifiuta apertamente il servizio militare (+ tesi di Scheler: devo contestare del tutto l'idea che lo stato possa avere un diritto morale di costrizione al servizio militare al punto di porre il singolo uomo contro la propria coscienza + NE' LA CHIESA NE' LO STATO HANNO UN DIRITTO SULLA COSCIENZA DELL'UOMO IN QUANTO SALUS ANIMARUM SUPREMA LEX) - sul piano oggettivamente etico e metafisico o religioso questo punto di vista è corretto? Secondo la concezione filosofica di Scheler assolutamente no! QUESTO PUNTO DI VISTA E' CONSEGUENTE SOLTANTO SE FONDATO SULLA NON-RESISTENZA IN GENERALE CONTRO OGNI TIPO DI MALE (OMNE ENS EST MALUM, ovvero l'esistere è indifferente sia rispetto al bene che rispetto al male) + questo punto di vista è corretto soltanto se si attribuisce alla vita un valore assoluto (mancanza dell'idea di persona spirituale) = IL RIFIUTO DEL SERVIZIO MILITARE E' COERENTE SOLTANTO SE VA DI PARI PASSO CON QUELLA NEGAZIONE DELLA VITA E DEL MONDO CHE IL BUDDHA INSEGNAVA AI SUOI MONACI - certamente se questo punto di vista fosse altamente rispettabile non solo soggettivamente ma fosse corretti anche oggettivamente quindi abbastanza vasto e capace di diffondersi allora esso avrebbe un incondizionato vantaggio su tutti gli altri tipi di pacifismo in quanto 1. soltanto esso è uno strumento assoluto e non soltanto relativo (se tutti rifiutassero il servizio militare allora sicuramente non vi sarebbe più alcuna guerra), 2. questa idea è oggettivamente giusta, non è un'ideologia di classe poichè si rivolge contro la violenza rivoluzionaria così come a quella della guerra, 3. proprio per gli animi nobili, puri ed eroici, esso è un ideale di forte effetto e sfugge del tutto alle obiezioni che si possono e si devono sollevare nei confronti del pacifismo utilitaristico - in realtà tutto parla contro la reale capacità di questo punto di vista di costruire nell'epoca presente e in un tempo prevedibile la pace perpetua - questo punto di vista in quanto legato a sette può essere sempre di pochi, di elites assai piccole, le quali, nella lotta tra i popoli assumono un rilievo assai scarso - ci si domanda perchè tutti quelli che rifiutano il servizio militare non si riuniscono in una vasta organizzazione per agire contro la guerra? E perchè non inculcare poi il programma di questa organizzazione nelle menti/animi dei giovani? PERCHE' NEL MOMENTO IN CUI IL RIFIUTO DELLA GUERRA DIVENTA UN PROGRAMMA DI UN'ASSOCIAZIONE QUESTO STESSO PUNTO DI VISTA E' GIA' STATO ABBANDONATO, E' DIVENUTO UNA FACCENDA DI PARTITO E QUINDI UN RIFUGIO ACCORDATO A TUTTI I PURI IMBOSCATI = PROPRIO LA FORZA DI QUESTO PUNTO DI VISTA VIENE COSI' ANNULLATA 2. Il pacifismo cristiano, cattolico-romano fondato in parte sul dogma, in parte sul diritto naturale e sull'etica, tipico di una parte degli aderenti alla chiesa cattolico-romana: esso viene sostenuto dalla più alta Autorità e dalla Dottrina della Chiesa soltanto in modo relativo e soltanto laddove è conveniente per la Chiesa - un pacifismo cristiano pienamente positivo è impossibile già per il fatto che contravviene alla dottrina della caduta e del peccato originale e perchè contrasta con la teoria di Tommaso d'Aquino che ammette la guerra "giusta", di difesa - inoltre il pacifismo cristiano è impraticabile in quanto molti popoli (non credenti o di altre religioni) non riconosceranno mai il Papa come arbitro politico del mondo - la Santa Alleanza si è rivelata uno strumento debole contro le guerre dopo la caduta di Napoleone - ciononostante neanche lontanamente si può negare il fatto che Roma e la politica vaticana, ed anche lo spirito del cattolicesimo, possano attenuare alcuni conflitti tra gli stati e comporre alcuni contrasti minacciosi e - la realizzazione più alta che ha trovato il pacifismo giuridico è la realizzazione dell'idea di un'unione tra i popoli (Società delle Nazioni, uno dei 14 punti di Wilson), la cui idea iniziale era innanzitutto politica ovvero limitare ed evitare la guerra attraverso la limitazione delle armi ovvero attraverso un disarmo generale mondiale + a questo compito la Società delle Nazioni doveva aggiungerne un secondo ovvero quello di regolare i rapporti/relazioni economiche internazionali e risolvere determinati problemi umanitari e culturali di rilievo internazionale = TUTTAVIA LA SOCIETA' DELLE NAZIONI, ANCHE SE HA COMPOSTO CON SUCCESSO ALCUNI CONFLITTI POLITICI MINORI E FORSE HA IMPEDITO ALCUNE GUERRE, SUL GRANDE PROBLEMA DEL DISARMO SU TERRA E SU MARE HA CONSEGUITO BEN POCHI RISULTATI PRATICI + L'OBIEZIONE PRINCIPALE CHE SI SOLLEVA ALLA S.D.N E' CHE ESSA SIA STATA FONDATA SOLO PER DARE AL DIKTAT DEI VINCITORI UNA DURATA INFINITA (QUINDI SAREBBE DIVENUTA UNA SOCIETA' DISPOTICA DELLE POTENZE VINCITRICI) + LA S.D.N NON POTREBBE ASSICURARE UN TALE ORDINE ALLE RELAZIONI INTERNAZIONALI (l'idea della libertà delle nazioni è stata esclusa dallo stesso Trattato di Versailles) - LA S.D.N E' ASSOLUTAMENTE LONTANA DAL RAPPRESENTARE UNA VITTORIA NELLA LINEA PURA DEL DIRITTO E DELL'UMANITA', SENZA ESSERE UN PASSO FALSO SULLA VIA DELLA PACE (primo passo necessario che non può ancora condurre, per sua natura, alla vera pace) - LA S.D.N E' UNO STRUMENTO INSUFFICIENTE A CONDURRE ALLA PACE PERPETUA IN TEMPO PREVEDIBILE + STRUMENTO INIDONEO A COSTRUIRE LA PACE PERPETUA (1. interesse particolaristico che vi si nasconde dietro + si trova in permanente conflitto con la Cina, l'Italia rivoluzionaria e la Russia sovietica, 2. non potrà comporre i conflitti tra gli interessi delle grandi potenze in essa rappresentate e gli Usa, 3. manca un organo esecutivo e militare comune, non legato ai grandi interessi nazionali, economici e politici) = IL PACIFISMO GIURIDICO E LA S.D.N NON SONO STRUMENTI ADEGUATI PER REALIZZARE IN TEMPO DEFINIBILE LA PACE PERPETUA 5. Il semi-pacifismo del comunismo e del socialismo marxisti, che vuole conseguire la pace perpetua con l'abolizione dello stato fondato sulle classi dopo la temporanea dittatura del proletariato: non è una cosa semplice capire in che misura possiamo definire le forme in linea di principio marxiste come forme di pacifismo di tipo strumentale. E' del tutto evidente che il marxismo e la parte del cosiddetto movimento operaio non è pacifista sul piano dei principi nel senso in cui il pacifismo della "non-violenza", il pacifismo giuridico e il pacifismo liberale fondato sul libero commeercio delimitano il termine e il concetto di pacifismo - i marxisti sono anzi essenzialmente scettici circa la forza intrinseca delle idee (infatti essi rompono con ogni forma di socialismo utopico) = LE IDEE ED I VALORI DI OGNI TIPO SONO PER ESSI SOLTANTO LA CONSEGUENZA E LA SOVRASTRUTTURA DELLA DINAMICA DEI RAPPORTI ECONOMICI E DI PRODUZIONE - la loro unica differenza con i teorici della pura forza (Machiavelli, Hobbes) è che i marxisti pongono al posto della forza statale e militare la lotta di classe assoluta e la sua forza pressocchè esplosiva nella rivoluzione politica interna ("guerra civile") - tuttavia, a giudizio di Scheler sarebbe un errore non definire l'intera galassia del socialismo marxista come non pacifista + in tale questione si trovano e riflettono 3 grandi gruppi della socialdemocrazia di fatto assai differenti e fondati essi stessi sulla differenziazione classista della classe proletaria e marxista internazionale: 1. i socialisti di destra rappresentano una classe lavoratrice che è ancora fortemente partecipe dei benefici e dei vantaggi delle industrie dell'economia nazionale + essi sono pacifisti in termini assai relativi ed indiretti ed ammettono infatti qualsiasi sorta o genere di guerre da condurre fino allo scopo ultimo, 2. il gruppo che si è definito degli indipendenti riunisce nel partito socialdemocratico i pacifisti relativamente più puri ed essi fanno causa comune con il pacifismo giuridico o del diritto + sono pervenuti ad un'ideologia che vuole collegare pacifismo giuridico e socialismo marxista + la loro attitudine è essenzialmente occidentale, 3. in modo del tutto diverso i comunisti sostengono nel modo più puro il vero Marx e non soltanto a favore della violenza rivoluzionaria ma anche a favore della guerra + questo nuovo concetto di una guerra rivoluzionaria mondiale è tuttavia un'odea che ha conservato il suo pieno senso reale soltanto per il fatto che un grande impero ed uno stato potente ha compiuto il tentativo concreto e con successo di dare vita ad un ordine comunista fondato sui principi marxisti fondamentali: la Russia con la rivoluzione di Lenin - i bolscevichi hanno poi sottoposto anche sul piano teorico ad una critica severissima tutte le altre forme di pacifismo spesso in termini simili a quelli di Marx ed Engels (la guerra come diritto del ceto più elevato, vale a dire il proletariato rurale ed industriale) - non possiamo confonderci circa il fatto che tutti i socialisti marxisti siano pacifisti nel senso della nostra ponderata definizione = TUTTI I SOCIALISTI DI QUESTO TIPO VEDONO NELLA VITTORIA FINALE (PREVEDIBILE) DEL PROLETARIATO E DELLA CLASSE OPERAIA LA VITTORIA PREVEDIBILE DELLA PACE PERPETUA - nonostante questa fondamentale natura pacifista del marxismo, questo pacifismo si distingue nettamente dalle altre forme del cosiddetto pacifismo borghese = la teoria della guerra giusta coincide in Marx con la sua teoria della rivoluzione secondo cui 1. tutte le rivoluzioni sono condizionate in ultima analisi dalla dinamica di classe e da quella economica, 2. fra rivoluzioni borghesi e rivoluzioni proletarie occorre distinguere nettamente (l'una è il presupposto dell'altra), 3. alla rivoluzione viene attribuito un valore assai elevato in quanto levatrice di nuovi ordinamenti sociali - Zino'ev e Lenin: "una delle forme di inganno della classe operaia è costituita dal pacifismo e da un'astratta formula della pace. Sotto il dominio del capitalismo e dell'imperialismo le guerre sono inevitabili" = tutte le guerre rivoluzionarie per liberare dagli oppressori della nazione e dal gioco feudale o che ancora si mostrano necessarie nella lotta del proletariato contro la borghesia devono essere espressamente approvate = IL MARXISMO NON E' PACIFISMO - critiche che possono essere rivolte al marxismo: 1. ricondurre tutta la storia soltanto a lotte e non invece ad un'unificazione di tipo associativo, 2. altrettanto falsa è la tesi secondo cui il capitalismo è la causa essenziale della guerra moderna - LA PACE PERPETUA E' SICURAMENTE UNA DELLE FORME PIU' DISCUTIBILI CHE QUESTA IDEA ABBIA ASSUNTO = L'IDEA DI UNA GUERRA RIVOLUZIONARIA MONDIALE E' UN PERICOLO PER LA PACE 6. Il pacifismo proprio di un tipo di dominio di tipo imperialistico: la nuova aspirazione di classe a livello internazionale della borghesia si salda ora facilmente con un'altra aspirazione che appartiene ad una delle più antiche forme di pacifismo che la storia universale conosca: con il pacifismo egemonico mondiale - che cos'è dunque il pacifismo imperialistico? Il pacisifmo in funzione di un'egemonia mondiale? In tale modo noi definiamo quel tentativo che emerge nella storia universale di realizzare la pace perpetua attribuendo ad un solo stato nel mondo una potenza ed estensione tali da eliminare un qualsiasi avversario capace di crescere ad un livello simile - noi definiamo invece la forma relativa di tale pacifismo egemonico tutte quelle tendenze che si sviluppano dal fatto che un impero assai grande e già sviluppato deve temere da nuove guerre più un ridimensionamento dei suoi domini e del suo prestigio che non un accrescimento - questa forma di pacifismo è oggi del tutto esclusa dagli attuali rapporti di forza internazionali tra le varie potenze ed essa è ancora più esclusa in relazione all'aspirazione di un qualche stato europeo in una tale direzione. Tuttavia la forma relativa di questo pacifismo di tipo egemonico si è rafforzata in Inghilterra, l'Impero della quale si trova in una crisi profonda per quanto concerne la sua struttura interna - questi sforzi abbracciano soltanto una parte del mondo 7. I primi inizi di un pacifismo internazionale di classe della grande borghesia capitalistica in alcune grandi potenze europee ed in America: il rafforzamento dell'orientamento di pensiero di tipo pacifista che già durante ma soprattutto dopo la guerra si è registrati all'interno della grande borghesia occidentale, nell'alta finanza ed in parte anche nella grande industria, appare nondimeno come un'ideologia di classe ed indubbiamente l'inizio di una contro-ideologia di classe ungualmente internazionale - proprio quando il marxismo (socialsimo marxista) è divenuto in Russia relativamente bellicista, la grande borghesia, nei suoi leader più avveduti e lucidi è divenuta relativamente pacifista assumendo la forte tendenza ad annodare relazioni economiche internazionali per conservare il proprio dominio di classe ed accrescerlo attraverso l'organizzazione internazionale - l'esatto contro-fenomeno ed in pari tempo la reazione dinamica alla guerra rivoluzionaria bolscevica internazionale: un pacifismo internazionale conservatore della grande borghesia con la tendenza pronunciata a trarre vantaggio dall'oscuro desiderio di tranquillità e di pace delle masse popolari indebolite ed affaticate e quindi a cercare ogni specie di utopia pacifista sulla carrozza dei suoi interessi di classe - nel corso dei prossimi anni vedremo crescere queste aspirazioni ancora a dismisura e già oggi metto in guardia dal fraintendere in una prospettiva morale il suo orientamento pacifista internazionale come mutamento di attitudine interiore dell'uomo europeo o come vittoria del diritto e dell'umanità e cose simili - TUTTAVIA CONSIDERARLA COME UNA FORMA DI PACIFISMO MORALE ED ATTENDERE DA ESSA LA OACE PERPETUA E' UGUALMENTE INSENSATO QUANTO ATTENDERSI LA PACE PERPETUA DAL BOLSCEVISMO 8. Il pacifismo della cultura il quale vuole conseguire la pace perpetua mediante l'accordo delle elites spirituali di tutti i paesi, quindi mediante un'opera di illuminazione sulle conseguenze, le vittime e i costi della guerra (umanizzazione pedagogica + educazione e formazione culturale): il cosiddetto pacifismo della cultura ovvero la costruzione di una vasta associazione di intelligenze, di spiriti di ogni paese, per quanto significativo sia questo sforzo non portà realizzare il fine della pace perpetua - le sue forme in particolare sono: 1. il nuovo cosmopolitismo dei circoli culturali, 2. l'internazionalismo della scienza esatta e della tecnica, 3. l'europeismo, insieme al loro significato ed ai loro metodi = lo stesso Scheler ama e sostiene tutti questi sforzi fino a che essi si manifestano in forma onorevole e rispettosa di tutti i partecipanti e fintantochè essi non vengono intrapresi in modo invadente e sistematico nel senso della cosiddetta propaganda culturale - TUTTAVIA, CHI POTREBBE ATTENDERSI DA TALI INIZIATIVE IL SORGERE DELLA PACE PERPETUA (è solo un'opera di illuminazione a favore della pace perpetua, che non avrà alcuna efficacia come
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