Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto Il fango e l'oro, Sintesi del corso di Letteratura Francese

Riassunto di Il fango e l'oro, Riccardo Campi, letteratura francese 2

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 20/09/2019

viola-limardi
viola-limardi 🇮🇹

4.3

(7)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Il fango e l'oro e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! IL FANGO E L’ORO 1. Bienvenue à Paris Faubourg Saint-Marceau → Quartiere che bisognava attraversare per entrare a Parigi: conosciuto per essere il quartiere più squallido e miserabile di Parigi. Rousseau: delusione, il quartiere smentisce l’idea che si era fatto della città; descrizione della miseria nelle sue Confessions. Voltaire: Candide di ritorno dal Sud America, arriva nel quartiere mal ridotto → satira funzionale alla corruzione morale della metropoli (satira su “il teatro di maschere”, allegoria dei vizi). Anche in Le monde comme il va, il protagonista Babouc visita una Persia “molto simile alla Francia sotto il regno di Luigi XV” (satira). Sia Candide che Babouc descrivono il quartiere, il primo come “del tutto barbaro il cui carattere repellente offendeva alla vista”, il secondo come “il più brutto villaggio della Vestfalia”. → Voltaire non descrive la miseria, lo squallore non viene mai rappresentato: viene solo menzionato per mostrare il contrasto lusso/miseria e l’indigenza dell’area suburbana. Voltaire rimane sempre fedele alla poetica classicistica che non preveda nelle griglie di retorica estetica la descrizione dettagliata della miseria. Balzac: progetto di “far concorrenza all’anagrafe”, ricerca della “note spéciale”: la descrizione della miseria del quartiere diventa per lui necessaria per la caratterizzazione dei tipi umani. L’ambiente assume un valore deterministico, non è mai mero esercizio stilistico ma un’esigenza romanzesca. Auerbach dirà di Balzac: “per Balzac ogni spazio si trasforma in un’atmosfera morale e sensibile […] la situazione storica a sua volta appare come un’atmosfera totale”. “Disgustante rusticità” termine con cui si riferisce alle vie del sobborgo; “nessun quartiere è più orribile né, diciamolo, più sconosciuto”. Balzac eleva le stradine “maleodoranti” a décor, cornice che determina sull’effetto complessivo del racconto: è un fattore narrativo. Per Balzac, i contrasti sono occasioni narrative, romanzesche. Mercier: anticipa Balzac. Nell’opera Tableau de Paris, descrive il quartiere in un intero capitolo con l’atteggiamento del moralista riformatore illuminato che s’indegna di fronte alle disuguaglianze. Accenna alle esistenze marginali del quartiere e lascia intravedere delle scene dall’interno. Ambizione di Mercier è infatti quella di cogliere la fisionomia del momento (tratti effimeri), anche se insiste sulla difficoltà di rappresentare una realtà così contraddittoria. → I contrasti del sobborgo esprimono la sintesi del giudizio che i philosophes davano alla città nel suo insieme. 2. Una città di fango e oro Lutetia: nome antico di Parigi, associato a lutum (=fango). Il fango ricorre frequentemente delle descrizioni di Parigi, quasi fosse ormai un cliché ben noto all’epoca. Boileau: descrive un passante alle prese con i rigagnoli che bisognava saper evitare sapientemente. Boileau utilizzava in genere per le sue satire topoi classici, ma quello del fango è un dettaglio presa a diretta dell’esperienza osservativa della realtà. Il fango costituisce solo un embarras: la descrizione di oggetti vili e ripugnanti era infatti bandita dalla letteratura (e Boileau è conforme alla separazione classicistica dei generi). → il fango è quindi un topoi, il cui scopo è quello di fornire un’immagine complessiva e coerente della città. Inoltre, la sua è una satira, quindi non prevede la descrizione della realtà, ma mira a denunciare i vizi e difetti: in questo caso, i difetti di Parigi. → Scopo moralizzante. La descrizione ha dunque un ruolo marginale. I personaggi stessi sono dei tipi generici ed astratti (=il cittadino di Parigi), non degli individui. Scopo: divertire i lettori con aneddoti sulla vita parigina. La satira ammette i “mots sales et bas” (anche se vengono comunque sublimati) poiché appartiene ad un genere inferiore che può quindi accettare un registro basso. → stile burlesco (che è il rovescio, ma non negazione, della précieusité): il burlesco è qui “preziosismo del basso”. *Attenzione: la satira è diversa dalla poésie burlesque, la quale rappresenta il pittoresco. Furetière: Si adegua alla divisione classicistica dei generi e la gerarchia degli stili; la sua non è una descrizione realistica, “copiata dal vivo” come viene invece dipinto nelle storie letterarie. Esempio: in Storia di Lucrezia, l’incidente per cui un giovane si sporca di fango di fronte all’amata diventa parodia dei romanzi eroici e la reazione galante e contenuta del giovane è molto inverosimile. In questo aneddoto, il fango serve a denotare la bassezza dei temi affrontati dalle amiche di Lucrezia (che avevano assistito alla scena e avevano commentato con aneddoti simili). Non è quindi un dettaglio funzionale alla descrizione realistica. Balzac: conferisce al fango un valore drammatico e narrativo. Esempio: le riflessioni di Raphael sull’amata Foedora. Un incidente con il fango, che gli provoca l’inzaccheramento del cappello, sottolineano la sua inferiorità ed inadeguatezza in contrasto con la ricca amante. Ciò che cambia già con Mercier, è la qualità dello sguardo sulla realtà urbana, che non sono più aneddoti divertenti, o topoi satirici, ma assumono un valore militante: vuole cioè denunciare i difetti della città. Il Tableaux de Paris diventa quindi un dizionario delle curiosità parigine. Baudelaire: in Baudelaire si assiste alla fusione di toni bassi con il sublime. Il fango diventa un simbolo prezioso in cui leggere il significato delle esistenze e di destini. → valore metaforico. Esempio: La perte d’aureole → il poeta perde la sua aureola nel fango, non si china per raccoglierla per paura di correre i rischi del traffico; sarà quindi un “mauvais poète” a raccoglierla. Metafora: condizione poeta lirico nell’età della massificazione. Zola: descrizione dettagliata del fango parigino → contribuisce alla creazione di un quadro allegorico. Il fango descritto da Zola è pieno di significato simbolico ma non perde mai il suo valore descrittivo. Esempi : Macerie = società civile aggredita ; fiume di fango = fiume in cui si pescano i milioni corrotti ; fango = emblema del mondo della borsa 4. Capitale del caso, ovvero le sorprese di Parigi Prévost, Manon Lescaut → Non è un conte philosophique sul caso o sul determinismo, ma presenta la storia come una parabola sulla forza del destino, un exemplum costruito sulla dialettica che oppone fatalità e provvidenza . Il caso (= le hasard): svolge due funzioni: 1) fattore narrativo → favorisce incontri ed è funzionale allo sviluppo della storia 2) dimostra il fine morale → gli incidenti alimentano l’interesse, si fanno sempre più gravi “come se Dio li avesse predestinati a servire da esempio”. Il caso non ha un ruolo autonomo, non è oggetto di riflessione, ma fa parte del disegno divino di un destino fatale. La verosimiglianza: il dramma si svolge sempre in una cornice credibile, ne è un esempio l’appartamento in cui si nascondono a Parigi, che è conforme alla disponibilità economica del cavaliere. I vari aspetti di Parigi vengono sfruttati da Prévost per dare credibilità al romanzo: la città è connessa agli imprevisti del caso → Parigi contribuisce alla narrazione in quanto sfondo preciso e riconoscibile nel quale si muovono i personaggi, nonostante non vengano mai descritti i luoghi: essi sono solo menzionati, ma non visibili. Per questo il realismo di Prévost non è descrittivo ma tragico: la realtà metropolitana è funzionale all’invenzione degli ostacoli che permettono il proseguire della narrazione. L’incatenamento struttura la narrazione come totalità organica, quindi non sarà necessaria la descrizione minuziosa. Prévost procede come drammaturgo → poiché il Caso e Parigi si fondono insieme allo sviluppo drammatico. È un romanzo classico → nonostante gli elementi di novità (verosimiglianza), è un romanzo chiuso nella sua struttura, tutto ha un posto e una funzione in quanto elementi di un exemplum. ≠ Balzac, per cui il caso è “ le plus grand romancier du monde ” , serve cioè a illustrare il milieu. → Il caso deve essere preceduto da una descrizione minuziosa (“il romanzo non sarebbe vero se non fosse vero nei dettagli”). Il caso viene usato per dare credibilità, anche se inverosimile. Il destino dei personaggi è preso tra il caso e il determinismo sociale (≠in Prévost era tra caso e provvidenza!). Per Balzac il caso non è un fattore minaccioso ma un “dio” per il quale bisogna saper rischiare: Parigi è la capital du hasard, dove le relazioni sociali aumentano la possibilità di “catturare un caso” che bisogna saper sfruttare con forza volitiva. Esempio: Romanzo Ferragus → Il protagonista trova per caso una lettera; l’episodio serve a mantenere vivo l’interesse del lettore ma permette anche il procedere della narrazione. Il ritrovamento della lettera è anticipato da una serie di descrizioni di dettagli (la scopa di una portinaia e ciò che essa vi trascina). Attenzione! Le vicende di Ferragus non costituiscono un exemplum come in Manon Lescaut, poiché non obbediscono a nessun piano provvidenziale o fatale. 5. L’immagine della città in frantumi: un “rutilante caos caleidoscopico” Parigi nell’opera Balzachiana: un quadro coerente e organico, dove tutto può trovare una spiegazione e un senso. Parigi è definita come un “mostro”, ma questo non gli impedisce di cogliere ogni dettaglio della città. Parigi è descritta come un inferno dantesco, i cui cerchi corrispondono alla stratificazione sociale e morale; è un sistema chiuso che si conserva dove cause ed effetti si fondono e confondono → Es: il mondo degli affari è come un ventre, la folla è un “acre e bilioso movimento intestinale”. Tutti concorrono a tenere in vita il “mostro”. Parigi nell’opera di Flaubert: l’opera di Flaubert, per quanto ricca di descrizioni, non è puramente realista, la realtà sfugge e si sottrae ai protagonisti: in éducation sentimentale, la realtà si dissolve attraverso lo sguardo e lo stato d’animo del protagonista. → Tendenza a soggettivizzare le descrizioni + focalizzazione interna = Parigi non viene mai rappresentata come una totalità, non c’è mai un discorso su Parigi (≠Balzac, Zola). Parigi è filtrata ed interiorizzata. → Lukács osserva che il metodo descrittivo trasforma il romanzo in un rutilante caos caleidoscopico: cioè un’abbondanza di dettagli e una varietà di personaggi che si fondono ad un intrigo disordinato, con vicoli ciechi, privo di una narrativa lineare. Nerval criticherà la complessità della struttura romanzesca, artificiale e convenzionale: “voi inventate l’uomo senza saperlo osservare”. Flaubert è accusato di “derealizzare” la realtà. 6. Alla scoperta del surreale metropolitano Caos livellante: Se in Balzac il caos è il motore dell’opera, in Flaubert impedisce l’intreccio narrativo, bloccandone i meccanismi: la scrittura descrittiva flaubertiana “livella ogni cosa”, il sovraccarico d’immagini schiaccia la narrazione. (Da ricordare: L’éducation sentimantale è un anti-romanzo). Flaubert non riesce infatti a risolvere la contraddizione per la quale sa che un’opera dovrebbe “fare la piramide”, avere cioè un punto culminante, ma il rispetto per l’osservazione alla verità della vita glielo impedisce. Surréalisme : Mezzi: écriture automatique, le jeu du cadavre exquis, collages, frottages. Obiettivo: disorientare e sottrarre ogni punto di riferimento. Parigi: è la città che più di ogni altra è rappresentazione di sé. Il caso, le coincidenze diventano segni e presagi da decifrare poiché alludono ad una surrealtà, che per i surrealisti è la “vrai vie”, indistinguibile dal sogno. Aragon, per esempio, si definisce un pessimo osservatore: lo spazio urbano diventa limite interiore e il problema non è più stilistico ma esistenziale, che investe psichicamente il soggetto. La ricerca si volge sull’esprit nouveau, la luce moderna dell’insolito, dove sogno e realtà sono due facce della stessa medaglia, e non più due componenti contraddittorie. → Ciò che cambia non è la città ma l’idea del reale. Parigi è ancora la “capitale del caso” ma l’interesse si sposta su quelle “serrature” che danno accesso ad un dominio ancora proibito.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved