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Riassunto il gattopardo, Temi di Italiano

Analisi e tema sul gattopardo di Giuseppe di Lampedusa

Tipologia: Temi

2020/2021

Caricato il 18/04/2021

asia241
asia241 🇮🇹

4.3

(27)

37 documenti

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Scarica Riassunto il gattopardo e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! Pažuhešnâme-ye Enteqâdi, Institute for Humanities and Cultural Studies 2018, 61-72 Il Gattopardo: Dal romanzo inedito al bestseller Zohreh Montaseri1 Riassunto Il Gattopardo è l’unico romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nato a Palermo il 23 dicembre1896. È stato scritto tra il 1954 e il 1957, ma non viene pubblicato subito, perché prima Einaudi e poi Mondadori si rifiutano di pubblicarlo. Solo dopo la morte di Tomasi e grazie a Giorgio Bassani, nel 1958 la casa editrice Feltrinelli decide di pubblicare il romanzo. Una seconda edizione, “conforme al manoscritto del 1957”, a cura di Gioacchino Lanza, esce nel 1969. Nel 1959, Il Gattopardo vince il premioStrega. Successivamente il romanzo diventa un best seller e viene tradotto in tutto il mondo anche in persiano. Nonostante la grande passione per la storia e per romanzi stranieri, particolarmente francesi, Tomasi si dedica alla narrativa solo negli ultimi anni della sua vita. In questo articolo focalizzeremo l’attenzione sulle tematiche trattate dal libro ed in particolare il contesto nel quale si sviluppano i mutamenti portati in Sicilia: la discesa dei Mille e l’Unità d’Italia. Parolechiave:Gattopardo, unità d’Italia, discesa dei Mille a Marsala, aristocrazia siciliana, decadenza. 1. Introduzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrive il Gattopardo nel 1957. La storia del romanzo è ambientata in Sicilia in un periodo tra 1860 al 1910. Il 1860 è l’anno dello sbarco di Garibaldi in Sicilia e l’inizio del processo di unificazione d’Italia, e il 1910, invece, è il cinquantesimo anniversario dello sbarco. Il romanzo si suddivide in otto parti. In tutte le vicende raccontate nelle otto parti, l’anno 1860 rimane l’anno principale perché le prime quattro parti avvengono durante il 1860. La quinta e la sesta parte, invece, si svolgono nel 1861 e nel 1862. La settima e l’ottava parte, infine, sono ambientate nel 1883 e nel 1910. Si nota quindi che gli anni centrali del romanzo sono quelli che vedono l’unificazione d’Italia. 1. Docente a contratto presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana, Facoltà di Lingue e Letterature straniere, Università di Tehran Data di ricezione: 22/11/2017, Data di accettazione: 22/1/2018 62 Il Gattopardo: Dal romanzo inedito al bestseller Il titolo del romanzo fa riferimento allo stemma del casato dei Salina, che raffigura un gatto con la pelliccia leopardata. La figura centrale è il principe Don Fabrizio Salina che rappresenta la nobiltà siciliana. Don Fabrizio è consapevole che la classe della nobiltà a cui appartiene è ormai in decadenza e non è contento della realtà sociale che lo circonda. 2. Trama Don Fabrizio Salina è un nobile siciliano che vive con la moglie Principessa Maria Stella e i loro sette figli in una casa gentilizia, situata tra i suoi feudi. La storia inizia con la recita del rosario in una delle eleganti sale del Palazzo Salina e con il ricordo del ritrovamento del cadavere di un soldato nel giardino dello stesso palazzo, dove abita il principe con la sua famiglia. Don Fabrizio, principe di Salina, è un signore colto, affascinante e molto rispettato da tutti gli abitanti dei suoi territori. La sua mente è dominata da continui pensieri di amore e di morte. Lo sbarco di Garibaldi e del suo esercito preoccupa il principe perché capisce che la sua vecchia classe sociale, quella della nobiltà, non potrà sopravvivere e che sarà lui stesso l’ultimo principe di Salina. Con lo sbarco dei garibaldini in Sicilia, viene ad affermarsi una nuova classe sociale, cioè la borghesia, che il principe, come tutti quelli appartenenti alla classe aristocratica, disprezza. Tancredi Falconeri, il nipote del principe Fabrizio, si unisce ai garibaldini. Una delle pagine più famose del Gattopardo riporta il colloquio tra il Principe e il nipote che ha deciso di indossare la camicia rossa, comprendendo che l’unico modo per la sua classe sociale aristocratica di rimanere “a galla”nella tempesta garibaldina, è quello di partecipare alla rivoluzione. (Tommasi di Lampedusa, 2007:109) Tancredi aveva sempre manifestato interesse verso la figlia del principe, Concetta, innamorata a sua volta di lui. La famiglia Salina trascorre le vacanze estive a Donnafugata dove il nuovo sindaco è Calogero Sedara, un borghese poco istruito che in poco tempo era diventato ricco e aveva raccolto un grande patrimonio. Tancredi, giovanotto in cerca del potere economico, rimane affascinato dalla bellezza, ma anche dal patrimonio di Angelica, la figlia di Don Calogero, che sposerà alla fine. Anche se il principe non è contento che Tancredi sposi una borghese appartenente a una classe sociale inferiore, non si oppone a questo matrimonio, perché comprende il cambiamento dei tempi tanto che all’inviato di Torino che gli offre un seggio al Senato propone al proprio posto Don Calogero. Disinteressato a tutto, il principe aspetta soltanto la morte. Si ammala e dopo poco tempo muore. Le figlie di Don Fabrizio, Concetta e Caterina, continuano a vivere sole nella loro villa con i servitori, fino a quando anche loro vecchie muoiono. Zohreh Montaseri 65 Malgrado la sua scelta, piuttosto drastica, Tancredi rimarrà la persona sempre più cara al Principe a tal punto che nel momento del trapasso, il vecchio morente gradisce soltanto la sua visita. L’ultima volta che viene nominato nel libro, è in un dialogo tra Angelica, Concetta e il signor Tassoni. Si può ben notare che il suo nome può suscitare forti emozioni nella gente che l’ha conosciuto ed è stata a contatto con lui. L’altro personaggio del romanzo è Angelica, la figlia di Don Calogero, cioè la futura moglie di Tancredi. Di lei viene fornita una descrizione minuziosa fisionomicamente. Viene descritta da una bellezza incantevole e sensuale. Angelica ha peraltro tanti difetti i quali la rendono debole e piuttosto fragile. Perfino Tancredi se ne accorge di tali caratteristiche negative, ma senza nessuneffetto. L’altro personaggio di questo romanzo è la Principessa Stella, cioè la moglie del Pricipe. Maria Stella nel romanzo assume un ruolo assolutamte marginale nella vita del Principe Fabrizio, fino al punto che viene considerata la schiava del marito, per il fatto che la sua esistenza ruota completamente alla vita del marito. Nonostante il suo grande amore per il proprio consorte, viene tradita con una prostituta. La principessa è una donna dal carattere fragile e introverso. E’ sottile anche nell’aspetto fisico, proprio al contrario del marito enorme e maestoso. Maria stella scomparirà prima del marito. Concetta, la sorella maggiore di casa Salina, è un’altro personaggio descritto nella storia di questo romanzo. Proprio come la madre, Principessa Maria Stella, è una donna da sottomettere per il suo carattere introverso, taciturno e fragile. Nel corso della storia s’innamora del cugino Tancredi, ma proprio per il suo carattere debole, se ne rende conto di non avere speranze di recuperare l’attenzione dell’ uomo amato e perciò si amareggia troppo. L’altro personaggio del romanzo è Padre Pirrone, effettivamente il religioso di casa Salina e la guida spirituale e morale del Principe Fabrizio che, peraltro contribuisce spesso alle decisioni importanti del casato. Accompagna il Principe nelle visite di rappresentanza e conduce le attività religiose all’interno della casa. Il suo incarico nella famiglia è piuttosto quello di confessore ma principalmente in qualità di guida morale per tutta la famiglia:sarà il primo effettivamente a scoprire l’amore di Concetta per Tancredi. L’altro personaggio di questo romanzo è rappresentato dal Don Calogero Sedara, il sindaco di Donnafugata e il padre di Angelica. Egli raffigura la classe borghese che sta superando quella aristocratica.Quest’ultimo, ricco e potente grazie alla sua furbizia e alla sua arguzia, però è individuabile dai nobili per i propricomportamenti grezzi e inidonei all’ambiente nobile in cui ci si trova. Malgrado la sua appartenenza alle masse contadine, gode di una certa intelligenza, la quale gli permette di diventare sindaco e sviluppare la sua posizione politica. E’ sposato con una donna bellissima, però 66 Il Gattopardo: Dal romanzo inedito al bestseller analfabeta, di nome Bastiana che viene descritta come una donna ignorante la cui incultura è dovuta innanzitutto alle sue origini campagnole e poi alla mancanza di attenzione del marito nei suoi riguardi. 4. Il Gattopardo: romanzo autobiografico Il Gattopardo è un romanzo e allo stesso tempo è la biografia di una famiglia aristocratica siciliana alla vigilia del Risorgimento, ovvero il movimento dell’unificazione nazionale dell’Italia. Lo stesso scrittore è un aristocratico, Giuseppe Tomasi (1896-1957), della famiglia del Principe di Lampedusa. Il protagonista principale del romanzo, il Principe Fabrizio Salina, raffigura, in realtà, un antenato dello scrittore ovvero Principe Giulio IV (1815-1885), Principe di Lampedusa. (Cainen, 1997: 4) Lo scrittore trasforma perfettamente i personaggi reali di una biografia in personaggi di un romanzo, e questo si deve alla sua ampia conoscenza della letteratura classica e in particolare del romanzo novecentesco, quello di Stendhal, Flaubert, Tolstoj e altri maestri; e forse il segreto dell’enorme successo del romanzo sta proprio in questo fatto. Sulla scia del Verismo (naturalismo) novecentesco e realismo moderno, Tomasi di Lampedusa dimostra il declino di una famiglia aristocratica nella complessa società di Sicilia e durante la rivoluzione nazionale del 1870 in Italia. Tramite le tradizioni e l’analisi dei caratteri e delle personalità, anche in base al freudismo, questo declino viene raccontato e presentato in una elegante prosa. Una prosa che sembra essere emersa dallo stesso aristocratismo della famiglia Lampedusa. Il Gattopardo è stato pubblicato nel 1958, cioè un anno dopo la morte dello scrittore. Il romanzo ottenne un sorprendente e in qualche modo anche invidiabile successo tale che qualche anno dopo la sua pubblicazione, il grande regista italiano, Luchino Visconti ne fece un bellissimo film. La fortuna letteraria del romanzo fu talmente inaspettata che commosse la società culturale italiana, in quei tempi polarizzata dal punto di vista politico (tutto era o di destra o di sinistra o progressista o reazionario), e dopo tante discussioni si è arrivati alla conclusione che: “E’ un romanzo reazionario, ma bello”. Perché romanzo reazionario? Perché doveva essere scritto un secolo prima, perché si tratta della storia di una famiglia aristocratica scritta da un nobile della stessa famiglia, perché in questo romanzo ci troviamo di fronte alla rianimazione e alla riparazione dei valori antichi. Andrea Vitello, l’autore di un libro scritto sulla vita dello scrittore de Il Gattopardo, riguardo al grande successo di questo romanzo chiede: “Non è assurdo se Zohreh Montaseri 67 alla vigilia dell’anno 2000, ancora abbia successo un libro sull’aristocrazia feudale cioè su una classe inesistente negli anni in cui sono superate le turbolenze politico- sociali del dopoguerra? Allora possiamo dire che le strutture sociali, dopo diversi secoli, non sono ancora cambiate. Esistono ancora nuovi baroni?” (Vitello, 2008: 106) Anche Cesare Pavese dubitava che l’Italia avesse accettato la mentalità moderna. Ma il parere di Pavese era da un lato in relazione alle ambizioni che erano in base alle tendenze retrograde fasciste, e dall’altro ad un modernismo letterario che aveva come modello la letteratura anglo-americana del Novecento. Negli anni Sessanta, anche Pier Paolo Pasolini, dalla sua posizione di sinistra radicale, attaccava la società consumista italiana, definendo il consumismo come un difetto che derivasse da una accelerata crescita di industrializzazione, senza aver trovato la mentalità sociale adatta. Pasolini parlava della società rurale medioevale come della sua società ideale. Tuttavia non si può trascurare “i grandi cambiamenti sociali” e “letterari dell’Italia”(Alicata, 1959: 18) nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine degli anni Cinquanta e nemmeno gli effetti di tali cambiamenti: la morte di Pavese, la fine del neorealismo letterario e cinematografico, posizioni polemiche e opposte dei neorealisti nei confronti del partito comunista italiano e sulla questione del realismo socialista che nel 1954 diede vita alla rivista politico-letteraria “Politecnico” per volontà di Elio Vittorini, uno dei pionieri del neorealismo letterario, la nascita del nuovo romanzo in Francia (Alain Robbe-Grillet, Natalie Sarraute, Claude Simon) e in seguito la comparsa del cosiddetto cinema della “nuova onda” all’inizio degli anni Sessanta. È chiaro che in una tale atmosfera dove tutto è influenzato dall’avanguardia, la pubblicazione di un romanzo come Il Gattopardo, con il suo particolare stile, potrebbe sembrare fuori luogo e può suscitare forti discussioni tra i critici – di destra e di sinistra – e persino può ricordare il fatto che all’inizio del Novecento i francesi accusavano gli italiani di essere reazionari e conservatori. È interessante sapere che ancora una volta e all’inizio degli anni Settanta, tale esperienza si ripete con un libro intitolato La storia di Elsa Morante e poi all’inizio degli anni Ottanta con Il nome della rosa di Umberto Eco. Il romanzo La storia è stato criticato per il suo stile ritenuto novecentesco. Eco invece è stato apprezzato perché ha applicato la semiologia nella sua scrittura, malgrado il fatto che il suo romanzo tratti un tema relativo alla fine del Medioevo. Forse la questione del giudizio che i critici hanno sul romanzo nasce nella loro stessa mentalità che spesso tende ad andare oltre la propria epoca, o forse i critici considerano la propria mentalità come la storia, perché un’opera d’arte riesce a muoversi e ad andare avanti nei secoli solo grazie alla propria identità letteraria. La Sicilia, definita da Leonardo Sciascia come una donna misteriosa, selvaggia e bella, ha suscitato da sempre discussioni accese. Questo si deve forse al fatto che la 70 Il Gattopardo: Dal romanzo inedito al bestseller La recita del rosario, dopo il tramonto, all’inizio del racconto simboleggia chiaramente la religiosità del personaggio protagonista e il luogo in cui si ambienta il romanzo.Oltre il simbolo religioso, la recita del rosario, è una metafora della morte. Quest’ultimo è un tema che si proietta su tutto il romanzo e si unisce alla decadenza, vale a dire, la rovina della classe aristocratica siciliana. La recita del rosario avviene in una sala lussuosa della villa Salina con un affascinante affresco al soffitto che raffigura gli Dei maggiori quali Giove, Marte e Venere che appoggiano lo stemma azzurro col Gattopardo. Nell’affresco del soffitto si risvegliarono le divinità. Le schiere di Tritoni e di Driadi che dai monti e dai mari fra nuvole lampone e ciclamino si precipitavano verso una trasfigurata Conca d’Oro per esaltare la gloria di casa Salina, apparvero di subito colme di tanta esultanza da trascurare le più semplici regole prospettiche; e gli Dei maggiori, i Principi fra gli Dei, Giove folgorante, Marte accigliato, Venere languida, che avevano preceduto le turbe dei minori, sorreggevano di buon grado lo stemma azzurro col Gattopardo. Essi sapevano che per ventitré ore e mezza, adesso, avrebbero ripreso la signoria della villa. Sulle pareti le bertucce ripresero a far sberleffi ai cacatoés. ( Tomasi di Lampedusa, 2007: 11) La fine dell’aristocrazia si verifica in seguito al disinteresse e all’incapacità di una classe dominante vecchia che ormai non è in grado di reagire, lottare e rinnovarsi il che segna la propria morte. Le vicende sono completamente raccontate in Sicilia, l’isola che allora era sotto il dominio borbonico. La maggior parte della storia del romanzo si svolge nel capoluogo siciliano presso il palazzo Salina e la residenza estiva del Principe e la sua famiglia situata a Donnafugata. Il paesaggio è un argomento principale delle vicende narrate nel romanzo. Infatti, i paesaggi descritti nei racconti sono esistiti e tuttora esistono. I luoghi sensuali, bruciati dal sole e desolati, in parte, annunciano e ricordano la morte e la solitudine. I luoghi presenti nei ricordi d’infanzia dell’autore dipingono le pagine del romanzo dai colori autobiografici e privati con una nostalgia del tempo passato. L’affetto e il legame del Principe alla casa natale è la metafora della stabilità e la vita eterna. In una realtà nobile e aristocratica si era alla ricerca di sopravvivenza della propria classe sociale. Le vicende sono piene di citazioni dei luoghi privati e quelli pubblici: le ville maestose, le sale principesche, gli affreschi, i giardini, i feudi di casa Salina sono ambienti narrati in una maniera eccellente dall’autore. La perfetta narrazione dei paesaggi e i luoghi siciliani porta il lettore del romanzo in un mondo principesco vissuto da una classe del tempo passato. Zohreh Montaseri 71 Alla fine, la morte del Gattopardo simboleggia il declino e il crollo della monarchia in Italia per poi aprirsi un nuovo capitolo per un paese unito e rinato. Doveva aver avuto un’altra sincope perché si accorse a un tratto di esser disteso sul letto: qualcuno gli teneva il polso: dalla finestra il riflesso spietato del mare lo accecava; nella camera si udiva un sibilo: era il suo rantolo ma non lo sapeva; attorno vi era una piccola folla, un gruppo di persone estranee che lo guardavano fisso con un’espressione impaurita: via via li riconobbe: Tancredi, Concetta, Angelica, Francesco-Paolo, Carolina, Fabrizietto; chi gli teneva il polso era il dottor Cataliotti; credette di sorridere a questo per dargli il benvenuto ma nessuno poté accorgersene: tutti, tranne Concetta, piangevano; anche Tancredi che diceva: “Zio, zione caro!” Fra il gruppetto ad un tratto si fece largo una giovane signora: snella, con un vestito marrone da viaggio ad ampia tournure, con un cappelline di paglia ornato da un velo a pallottoline che non riusciva a nascondere la maliosa avvenenza del volto. Insinuava una manina inguantata di camoscio fra un gomito e l’altro dei piangenti, si scusava, si avvicinava. Era lei, la creatura bramata da sempre che veniva a prenderlo: strano che così giovane com’era si fosse arresa a lui; l’ora della partenza del treno doveva esser vicina. Giunta faccia a faccia con lui sollevò il velo e così, pudica ma pronta ad esser posseduta, gli apparve più bella di come mai l’avesse intravista negli spazi stellari. Il fragore del mare si placò del tutto. ( Tomasi di Lampedusa, 2007: 168) 6. Conclusioni L’opera di Tomasi racconta un momento cruciale della storia italiana, cioè la nascita dello stato italiano. Il racconto inizia a partire dal maggio del 1860 cioè all'indomani dello sbarco dei Mille a Marsala, avvenuto l'11 maggio dello stesso anno. La scelta del contesto storico dell’opera è molto importante, perché evidenzia la rottura inevitabile con la tradizione del passato. Le vicende si svolgono in un arco di tempo molto lungo, in quanto, estendendosi dal 1860 al 1910, occupano un arco di tempo di ben cinquant'anni. L’autore inizia ogni parte della storia con una precisa indicazione temporale. Le prime sei parti seguono una cronologia lineare cioè seguono lo scorrere dei mesi, nel settimo capitolo, invece, si nota un brusco passaggio che ci proietta direttamente nel momento della morte del Principe; mentre nell'ultima parte, l'ottava, abbiamo un marcato distacco di ben ventisette anni: dal 1883 si passa infatti al 1910. Il Gattopardo, infatti, può essere definito un romanzo storico per la rilevanza data alle vicende storiche sottolineate al suo interno. Nello stesso tempo però, non mostra 72 Il Gattopardo: Dal romanzo inedito al bestseller infatti l’autenticità degli avvenimenti nel loro ordine cronologico, né ha il gusto dei contesti e delle trame. Quindi, si può sottolineare il fatto che l’opera di Tomasi è anche vicino ad altri generi letterari: è un romanzo esistenzialista dato che lo scrittore si rivolge a ritrarre, con atteggiamenti pessimisti, pensosi ed lamentosi, la consueta esistenza dell'uomo, condannato a vivere “eternamente” nella solitudine. Dal romanzo emergono diversi elementi che rimandano alla vita dell’autore. Tali elementi avvicinano il romanzo al genere autobiografico perché raccontano direttamente alcuni aspetti della vita di Tomasi. L’elemento più evidente è senza dubbio la condizione sociale: Fabrizio, il protagonista del romanzo, è principe, come Tomasi che discendeva dagli aristocratici di Lampedusa. Nel personaggio, Tomasi raffigura il bisnonno Giulio e leggermente anche se stesso: entrambi erano attratti dall’astronomia e dalla caccia. Bibliografia Alicata, Mario. (1959). Il principe di Lampedusa e il Risorgimento siciliano, «Il contemporaneo», II, 12, Aprile 1959, Roma: Editori Riuniti. Cainen, Brian. (1997).Study Guide to TomasiLampedusa’silGattopardo.University of Leicester: Troubador Publishing. Capecchi, Giovanni. (2010).Mezzo secolo dal “Gattopardo”. Studi e interpretazioni, Firenze :Le Càriti. Glimour, David. (2003).L'ultimo Gattopardo. Vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.Milano: Feltrinelli. Tomasi di Lampedusa, Giuseppe. (2007).Il Gattopardo, Nuova edizione riveduta a cura di Gioacchino Lanza Tomasi. Milano:Feltrinelli. Vitello, Andrea. (2008).Giuseppe Tomasi di Lampedusa: il Gattopardo segreto, Palermo:Sellerio.
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