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Riassunto "Il Graal e i cavalieri della Tavola Rotonda. Guida ai romanzi francesi in prosa del Duecento", C. Lagomarsini, Sintesi del corso di Filologia romanza

Il documento contiene i riassunti della prima parte del libro (cap. I-VII), richiesti per l'esame di Filologia romanza - corso avanzato, Gaggero (2020-21)

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 28/12/2020

valentina.zanin
valentina.zanin 🇮🇹

4.5

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Scarica Riassunto "Il Graal e i cavalieri della Tavola Rotonda. Guida ai romanzi francesi in prosa del Duecento", C. Lagomarsini e più Sintesi del corso in PDF di Filologia romanza solo su Docsity! Il graal e i cavalieri della tavola rotonda, C. Lagomarsini Capitolo 1: Artù fra storia e leggenda La materia di Bretagna (“m. arturiana”/“della tavola Rotonda”) era avvertita dai lettori del XII-XIII sec come familiare (luoghi-abiti-cibi-idee-usi) e straniante (fatti narrati con prodigi-misteri-spavento + periodo compreso tra epoca di Cristo fino alla metà del VI sec + ambienti dal Vicino Oriente all’Europa centro-sett). L’elaborazione di questa tradizione letteraria è il risultato di stratificazioni e fusioni. Concentriamoci sulla figura di re Artù -quando nasce il ciclo del Lancelot-Graal, la narrativa arturiana è già salda- e i documenti in cui compare: 1. IX sec “Storia dei Bretoni”, una cronaca latina composta in Galles tra 829-820 e attribuita a Nennius->racconta i successi militari e la fede degli antichi Bretoni—>Re Artù: capo guerriero di origine bretone, del quale ricorda 12 battaglie (Guinnion, in cui massacrò i pagani con sulle spalle l’immagine della Vergine; Badon, in cui sconfisse da solo 960 nemici). Le fonti sono ignote, ma si nota un parallelismo con il libro biblico di Giosuè e altre battagli narrate da Gildas e Beda. È privo di basi storiografiche, arricchito di elementi leggendari (attinge al folklore. Ex cap.73: nella regione di Builth ci vede una pila di pietre sulla cima delle quali si vede l’impronta del cane da caccia di Artù, e se viene rimossa, la pietra torna da sola sulla pila). L’opera ebbe una grande diffusione in Gran Bretagna + Galles + Scozia + Edimburgo; 2. “La rovina e la conquista della Britannia”, un pamphlet di Gildas (V-VI sec): declino dei Bretoni (antichi gallesi)->la decadenza di questo popolo è dovuta all’inefficienza militare e alla condotta peccaminosa 3. “Annali del Galles”: del 950; è una cronaca annalistica sull’antico Galles e in corrispondenza del 516 si legge la notizia della battaglia di Badon; del 537: battaglia di Camlann, dove muore Artù)<-le parole della prima battaglia coincidono con quelle della Storia dei Bretoni (è la sua fonte); 4. Documenti del X e XI sec: raccolte genealogiche gallesi + testi agiografici. Si inizia a diffondere l’idea per cui Artù, ferito gravemente nella sua ultima battaglia e sopravvissuto sull’isola di Avalon, sarebbe tornato un giorno per riscattare il popolo bretone (anche Wace, autore di metà del XII sec, 1 dice una cosa simile + trovatori occitanici fanno riferimento a questa speranza come metafora di un’attesa d’amore snervante, ex Bernart de Ventadorn); 5. “Storia dei re di Britannia” di Geoffrey di Monmouth -chierico gallese- del 1136-8, in prosa latina (ha grande successo->215 ms + molte traduzioni e rifacimenti). L’autore dice di aver ricevuto da Walter, un arcidiacono di Oxford, un libro antico in lingua bretone, di cui però non c’è traccia (da qui derivano elementi anche dell’opera 1 e 3) + inventa alcuni elementi del mito arturiano (infedeltà di G, prodezza di Gauvain, Melino come profeta-mago-consigliere del re) e inserisce Mordred -figlio di Anna, sorella di Artù- come vile traditore (arriverà a rubare il regno dello zio, a combattere contro di lui, ferendo Artù quasi a morte, ma si riesce a salvare e arrivare all’isola di Avalon. Dopo, non si avranno più notizie di Artù). L’opera è composta da 12 libri, va dall’epoca di Bruto (pronipote di Enea) al 7 sec, quando i sassoni invadono e conquistano la GB; i Normanni vengono raffigurati come successori naturali di Artù e prima ancora Bruto, quindi è un popolo di stirpe troiana. I libri 9-11 sono incentrati su Artù: morte di Utenpendragon fino all’incoronazione di Artù e l’espansione del suo regno fino a Roma. 6. “Romanzo di Bruto” di Wace, 1155, è un poema ottosillabico in antico francese che arricchisce l’opera pretendete con dettagli provenienti dal folklore (fondazione della tavola rotonda, creata da A x evitare dispute tra i baroni). —>con la scoperta, da parte dei monaci di Glastonbyrt, dei corpi di A e G, il re Edoardo I li farà spostare davanti all’altare maggiore dell’abbazia e, preoccupato per l’insubordinazione del Galles, ribadisce la morte di Artù. Capitolo 2: Lancillotto e il graal prima dei romanzi in prosa Il personaggio di Lancillotto e l’oggetto Graal compaiono per la prima volta nei romanzi in versi di Chrétien de Troyes -CDT- (poeta attivo nelle corti di Champagne e Fiandre nella seconda metà del 12 sec). I due temi si intrecciano per la prima volta nel 200, quando viene composto il Lancillotto - Graal. Quando a CDT arriva la materia di Lancillotto, essa è già il risultato di numerose stratificazioni e incrostazioni. Le origini di L sono dubbie, è legato: 2 combattimento, sarebbe impazzito e fuggito nella foresta di Caledonia, vivendo come un selvaggio. Geoffrey di Monmouth mette assieme queste tradizioni, parlando di un uomo che è allo stesso tempo mago e profeta e anche selvaggio, chiamato Merlino, ma che con lui diventa per la prima volta anche una guida politica del regno arturiano. Egli identifica Merlino con Ambrosius (si rifà all’opera Merlinus Ambrosius), un giovane con doti profetiche che consiglia l’imperatore Vertiger e poi ne determina la caduta, sostenendo l’ascesa di Uter. In CDT Merlino è menzionato solo una volta, in Erec et Enide, in RDB invece è un personaggio centrale della civiltà artigiana, è consigliere del figlio del re Uter, Artù. In RDB si parla nella nascita di Merlino in modo particolare: è generato da un demone che seduce a tradimento una fanciulla, doveva essere addirittura un Anticristo, ma grazie all’incontro con Blaise, che consiglia di battezzare Merlino, questo scappa al piano diabolico. È anche il principale responsabile della trasmissione scritta della leggenda arturiana perché con Blaise mette per iscritto le profezie e avventure della GB. La vicenda di Merlino viene assimilata nella nuova mitologia cristiana del ciclo in prosa assieme ai racconti di L e del Graal. Capitolo 3: struttura e composizione del ciclo Il ciclo del Lancelot-Graal comprende comprende 5 romanzi in prosa: 1. Estoire del Saint Graal (che rielabora, arricchendolo, il Giuseppe d’Arimatea di RDB); 2. Merlin (ripreso da RDB) e Suite Merlin; 3. Lancelot (Lanzelet di Urlich di Zatzikhoven + Cavaliere della carretta di CDT); 4. Queste del Saint Graal; 5. Mort le roi Artu. I romanzi tengono ben presente la Storia dei re di Britannia di Geoffrey di Monmouth. Le vicende durano circa 150 anni e vanno dalla crocifissione di Cristo fino alla morte di Artù (VI sec). Nessuno dei romanzi porta una datazione esplicita; la 5 conoscenza dettagliata della Francia centrale fa pensare che l’origine dell’autore (o almeno di quello del Lancelot) di questo ciclo sia da collocare nel Berry. Verso la fine dell’800 ci si avvicina a quest’opera con un approccio filologico, concentrando il dibattito sull’unità compositiva e sulla cronologia reciproca dei testi. Iniziamo dal primo tema: unità compositiva. Nell’opera si dichiara che ciò che si legge deriva dai resoconti dei cavalieri stessi, trascritti dai chierici di re Artù, conservati nell’abbazia di Salisbury e poi tradotti in francese da Walter Map. Alla fine della “Morte di re Artù” si legge però che W. Ma non ne è solo il traduttore, ma anche l’autore. Per quanto riguarda la “Storia del santo graal”, la fonte sarebbe un libro redatto da cristo in persona e consegnato a un uomo di cui non si sa il nome. Tuttavia, sembra impossibile che sia W. Map l’autore, poiché era già morto quando i romanzi hanno visto la luce. Esistono due ordini di problema di metodo per questo ciclo: narrativa arturiana è una tradizione dinamica - non esiste uno stemma codicum convincente (=non si ha una ipotesi filologicamente fondata circa il come i testi si siano trasmessi nei ms->è impossibile stabilire quali varianti possono risalire a una fase più antica -o originaria- e quali invece sono delle alterazioni dei copisti). Tutti gli studiosi sono però d’accordo nel sostenere che la prima sezione del Lancelot sia la più antica. Nel 1918, con Ferdinand Lot iniziano gli studi scientifici sul Lancelot-Graal: i romanzi del ciclo (tranne Merlin) sono opera di un unico autore, e questo garantisce la coerenza dell’intreccio narrativo (ci sono richiami e rimandi molto lontani) e la cronologia interna (dettagli che si possono verificare incrociando riferimenti a distanza di molte pagine)->un unico autore che lavora su uno schema dettagliati di episodi. Lo studioso, occupandosi del Lancillotto, rileva un’incoerenza: Perceval è identificato, nella prima parte dell’opera, come colui che vide le meraviglie del graal e porta a compimento il seggio periglioso, ma nel seguito del racconto (Queste del saint graal) il personaggio che compirà tali imprese è Galaad. La soluzione che propone allora Lot è che l’autore abbia cominciato a scrivere il primo terzo del Lancelot (tema del Graal non è ancora sviluppato, ma si voleva dare il ruolo 6 chiave a Perceval), ma poi abbia cambiato idea, assegnando il ruolo a Galaad, così come avviene nella Storia del Graal. Nel 1936, Jean Frappier ha proposto l’idea per cui il ciclo sarebbe opera di più autori, coordinati da un unico architetto. Per quanto riguarda la cronologia, egli ritiene che prima sarebbe stata composta la trilogia Lancelot - Queste - Mort Artù, poi un prequel -Estoire del saint Graal* e Merlin-, il primo di questi* sarebbe stato poi assemblato alla trilogia grazie al Suite Merlin (Suite Vulgate, la redazione più famosa). Un’ipotesi simile è stata portata avanti da Carol Chase, che ipotizza una composizione collaborativa e simultanea di alcune parti del ciclo: - prima parte del Lancelot - Mentre il L viene sviluppato in forma ciclica, vengono scritti altri blocchi del ciclo da parte di altri autori. Per quanto riguarda il problema della cronologia, si ritiene che l’intero ciclo sia stato realizzato nella prima metà del 200. Andiamo per passi: il piccolo ciclo di RDB è databile tra il 1210-15. Nella traduzione francese delle Gesta di Filippo Augusto, il prologo fa riferimento a un libro che pare essere il libro di Lancillotto e alla morte di re Luigi 8, avvenuta nel 1226, di cui si parla come un fatto recente->la data massima in cui il ciclo potrebbe essere stato scritto è il 1236, anno della morte del destinatario della Gesta-> questo ci porta a pensare che la datazione del ciclo sia inclusa tra il 1215 e il 1235. Ragioniamo adesso sul Lancelot: abbiamo detto che è il testo più antico di tutto il ciclo, ma dobbiamo precisare che di esso esistono numerose redazioni diverse->alcuni ms presentano solo la prima parte (“enfances e Galehaut”), altre invece presentano un più ricco e dettagliato Galehaut, ed è seguito da altre 3 parti (“Charrette, Suites de la Charrette e Agravain” -prepara il romanzo alle avventure della Queste). La divergenza tra i ms del Lancelot comincia con il secondo viaggio di L e Galehaut in Sorelois: poco dopo la partenza dei due, arriva alla corte di Artù la notizia che una donna sostiene di essere la vera Ginevra, sostituita da una impostora (episodio detto “La falsa Ginevra”). Sulla base di questo episodio, diversi studiosi hanno formulato alcune ipotesi: 7 Vi possono essere problemi legati alla ricostruzione della trasmissione dei manoscritti, dovuti ad esempio all’estensione del testo, n* di copie superstiti, alla varianti significative. Consideriamo ad ex il Lancillotto: ci sono due diverse redazioni, quella ciclica e quella non ciclica. A un certo punto, della prima redazione si attestano ms con differenze, tanto che Micha ha proposto addirittura di distinguere tra una redazione ciclica lunga e una r.c. breve. Si è tentato anche un approccio stemmatico, basandosi però non su errori, ma semplici varianti. Le lezioni alternative, plausibili, non consentono però di raggruppare tra loro le copie che le condividono->non può essere usato. Le analisi stemmatiche compiute da Albert Pauphilet circa la Queste e da Jean Frappier sulla Mort Artù presentano questo problema: basandosi sull’identificazione di errori, si limitano ad analizzare brani brevi, senza verificare se in altre zone del testo i ms restano o no raggruppati nelle medesime famiglie (cosa che non è avvenuta ad ex nella Mort Artù, come sostiene Lino Leonardi). Per la Storia del santo Graal, Jean-Paul Ponceau ha distinto una redazione lunga e una breve, ritenendo quest’ultima più tardiva. Anche per questa opera, dopo aver identificato un gruppo di testimoni sulla base di errori condivisi, lo studiosi raggruppa tutti gli altri testimoni, accomunati non dalla presenza ma dall’assenza di errori (cosa sbagliata se si vuole usare il metodo stemmatico). Per il Merlin, Alexandre Micha identifica due redazioni: 1. Alfa: romanzo nato per far parte del piccolo ciclo di RDB 2. Beta: testo di alfa ritoccato per essere usato nel ciclo del Lancelot-Graal. NB: l’esistenza di B è supportata da innovazioni comuni ai suoi ms, A invece si poggia sull’assenza di errori e innovazioni. Per il Lancelot, abbiamo due redazioni: - Non ciclica (Micha la chiama B) - Ciclica (A), ripartita tra una lunga (L o versione di Parigi) e una breve (C o versione di Londra). Micha ritiene che quella più antica sia L; Kennedy invece B. Tutti i romanzi -tranne la Mort Artù- sono stati pubblicati secondo l pratica del “buon manoscritto”, cioè trascrivendo un codice ritenuto generalmente 10 affidabile e correggendone gli errori evidenti->sono edizioni che riproducono un solo ms senza indicare cosa ha più probabilità di risalire a uno stadio antico e cosa è stato inventato dai copisti. Per la Mort Artù, il testo pubblicato da Frappier riproduce sia un ms sia tenta di stabilire, tra più lezioni, quale sia la più antica. Sorge un problema grave: Frappier scegliere quella che ritiene più corretta secondo lui, quindi secondo il suo gusto (criteri arbitrari). Capitolo 5: tecniche, stilemi e motivi narrativi Il ciclo del Lancelot-Graal riunisce varie avventure e peripezie, un materiale narrativo piuttosto ampio è inserito quindi nell’architettura dell’intero ciclo-> quali sono le tecniche usate? 1. Entrelacement: si intrecciano più fili narrativi, lasciandone in sospeso uno per passare a un altro (e così via), per poi sospenderlo e riprendere il vecchio, cosicché nessun episodio possa fare a meno degli altri (non si può quindi eliminare uno dei fili senza guastare l’intero intreccio). NB: non è un procedimento nuovo, c’era già nella classicità e nel medioevo si usa ancora. È però la prima volta che viene usato con un tale virtuosismo. Per realizzare il passaggio da una vicenda all’altra, l’autore ricorre alla “soglia”, che generalmente cade in corrispondenza di uno spostamento nello spazio e si trova nel testo con formule del tipo “ma a questo punto il racconto smette di parlare di A e torna a B”. Capita anche di incontrare un “falso entrelacment” (Micha): verso la fine di un episodio la focalizzazione viene portata da un personaggio X a un personaggio Y, di cui seguiamo le tracce per un breve tratto, dopo viene inserita una soglia e si torna a parlare di X->c’è stata solo una breve sospensione. I rapporti temporali possono essere vari: il narratore può decidere di sviluppare una vicenda fino a un momento t1, e nel momento in cui passa a raccontare un’altra avventura può decidere se partire da t1 o da t0 (narrando tutto quello che è successo a questo personaggio nello stesso tempo). La formula in questi casi è “e quando Y lasciò X per n giorni senza incontrare nessuna avventura degna di essere menzionata nel racconto, e procedette tanto finché giunse…”—>il racconto può procedere per sovrapposizioni di segmenti della stessa durata sia per prolungamento diretto, oppure facendo accavallare la temporalità dell’una e dell’altra linea narrativa. La 11 temporalità può essere ulteriormente complicata con la prolessi (scorci sul futuro, ex. Profezie) e l’analessi (racconto nel passato). 2. Narrazione singola con un narratore esterno onnisciente (usa presente indicativo o passato remoto, imperfetto per racconti iterativi o sogni-visioni); 3. Descrizioni e racconti iterativi rari 4. Può esserci un narratore interno (per racconti retrospettivi) 5. Attenzione agli ancoraggi temporali: Ferdinand Lot ha mostrati casi in cui + possibile seguir del avventure di un personaggio posizionandole su un calendario e su un orologio (cronologia realistica) 6. Scelta della prosa. I punti 5 e 6 danno l’illusione di star leggendo una cronaca, un racconto veridico o verosimile. 7. Mimesi dei moduli sintattici e discorsivi tipici della storiografia 8. Dialoghi frequenti usati per fare dramma o per rappresentare i pensieri dei personaggi, ma adottando sempre lo stesso stile e formule 9. Per rappresentare le battaglie si fa ricorso ai moduli del tipo epico 10.Si usano formule tipiche della canzone di gesta per l’invito alla partecipazione sensoriale -vista e udito-. I motivi narrativi derivano dalla tradizione arturiana: - Queste/ricerca: cavalieri si mettono sulla tracce di un qualcuno o qualcosa. Il racconto è caratterizzato da più linee narrative, ognuna dedicata al percorso di un singolo cavaliere. Ogni ricerca è complicata da ostacoli e prove (che sono sotto-trame). - Costumanza/costume: usanza di un particolare luogo; quando si passa qui, si deve affrontare una prova. Di solito è riportata anche l’origine della prova stessa (ex. Evento traumatico quali morte-rapimento-umiliazione di un cavaliere) - Dono che obbliga (don contraignant): un personaggio chiede un dono facendo appello alla generosità di un altro personaggio, che si trova costretto a concederlo. La richiesta di solito è spropositata (ex. Meleagant 12 cistercensi (detti “bianchi”), dato che l’ordine fu fondato nell’abbazia di Citeaux nel 1098. La Storia si chiude con due simboli: 1. Mano che ritrae il Graal in cielo alla fine della Queste; 2. Mano che esce da un lago x affermare Excalibur alla fine della Mort Artù. Capitolo 7: fortuna del ciclo 1. L’opera “Tristan en prose” di Luces du Gat e Helie de Boron -nomi fittizi-, composta tra il 1230-35, proietta le vicende di Tristano -già sviluppata da alcuni romanzi e racconti in versi nel 12 sec- nel mondo narrativo del Lancelot-Graal- >Tristano e Isotta sono ospiti alla Gioiosa Guardia, il castello liberato da L in una della sue prime avventure ed è qui che i due uomini diventano amici, cosicché Tristano prende parte alla ricerca del Graal. La Versione II del Tristan en prose riprende anche numerose interpolazioni dalla Queste. L’opera esplora una paralisi del Lancelot-Graal: dato che l’autore del ciclo non ha potuto seguire i destini di tutti i cavalieri, il Tristano narra la storia di un personaggio passato sotto silenzio; a causa del suo amore per Isotta, anch’egli è destinato a fallire nella missione del graal. 2. “Guiron il Cortese”, del 1235-40, composto da 3 libri: Meliadus, Guiron, Seguito del Guiron->arco cronologico è lo stesso di quello tracciato dal Merlin e il Suite Merlin (=fine regno di Uterpendragon e i primi anni del regno di Artù). Il ciclo di Guiron sperimenta una narrazione retrospettiva, concentrandosi sulla generazione dei padri (Meliadus, papà di Tristano): capiamo così alcune avventure svolte all’epoca di Uterpendragon; si passa anche alla generazione dei nonni. Al centro del secondo e terzo libro vi è Guiron il Cortese (non se ne è sentito parlare nelle prose arturiane perché è stato imprigionato). 3. “Romanzo del Graal” (o ciclo post-vulgata/pseudo-RDB): originariamente diviso in 3 parti: Storia del Graal + Merlin -redazione speciale del Suite Merlin (“huth-merlin”: parla della follia di L) - Ricerca del graal + morte di re artù. Molti studiosi sono dubbiosi circa l’esistenza di questo insieme narrativo perché non vi è un ms che tramandi insieme tutte le parti. 4. “Perceforest” (metà 300): contiene una esplorazione sul passato bretone- >parte dall’arrivo di Bruto in GB e ripercorre le tappe della cristianizzazione dell’isola. Perceforest è re di Inghilterra da Alessandro Magno ed è un precursore di re Artù. 5. Traduzioni in altre lingue: in Italia vengono copiati e tradotti numerosi ms- >quasi tutte le parti del Lancelot-Graal (Storia del san gradale; un Lancellotto; alcuni frammenti sull’inchiesta del san gradale; traduzione rimaneggiata della 15 morte di re Artù. NB: non sono note traduzioni antiche del Merlin e del Suite). Vi sono anche dei rifacimenti in cantari in ottave (specie della Morte di re Artù). 6. “Morte Darthur”, Thomas Malory (1469-70): è un libero adattamento in prosa del ciclo, con farcite originali e interpolazioni da altri testi. Salta tutta la Storia del santo graal, cominciando dalla nascita di Artù e passando all’esordio della spada nella roccia e ai primi anni di regno. È probabilmente una sua invenzione la storia di Sir Gareth of Orkney, seguita da un adattamento del Tristano in prosa. La parte successiva, che riprende la Queste, è la più aderente al ciclo francese. Le ultime sezioni riprendono il Lancillotto e hanno un adattamento medio-inglese e dalla morte di re Artù in francese. ->è la fonte di molti adattamenti letterari, teatrali e cinematografici del Lancelot-Graal. Ex. Il romanzo “La spada nella roccia” di Terence White (e il cartone animato Disney) e il romanzo Excalibur di John Boorman + serie tv Camelot. Epoca della stampa: nuova fortuna, la prima ad essere stampata fu Lancelot du Lac (con solo la trilogia), pubblicata da Jean le Bourgeois e J. Du Pre (1488); la Storia del graal nel 1514-5 e il Merlin nel 1489. Tra 7-800 diversi estratti del ciclo vengono riadattati per essere letti da un pubblico popolare più vasto (Bibliothèque bleue). Negli anni 60 dell’800 Paulin Paris pubblica 5 volumi di Romanzi della tavolo rotonda adattati in lingua moderna. 16
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