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Riassunto IL MEDIOEVO di Giovanni VITOLO, Appunti di Storia Medievale

Riassunto efficace e coinciso del manuale di testo Giovanni Vitolo, utilissimo per l'esame di storia medievale (27/30)

Cosa imparerai

  • Come i funzionari pubblici ricevevano una ricompensa in epoca romana?
  • Quando la dinastia Han consolidò la frontiera in Cina?
  • Perché la crisi dell'Impero Romano mutò la diffidenza verso i cristiani in ostilità?
  • Che cosa significa la concezione patrimoniale dello Stato e come si sviluppò in Occidente?
  • Come l'economia occidentale e l'urbanesimo erano già in crisi prima dell'avvento degli Arabi?

Tipologia: Appunti

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Scarica Riassunto IL MEDIOEVO di Giovanni VITOLO e più Appunti in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Il Medioevo Introduzione 1- L’idea di Medioevo nasce con l’Umanesimo italiano (XIV XV sec) : gli umanisti sono consapevoli di vivere in un’epoca nuova e avviata al progresso e alla riscoperta dei classici, in netto contrasto con i secoli bui del Medioevo. Tuttavia i francesi e i tedeschi vedono nel Medioevo l’epoca in cui si è affermata la loro nazione (connotazione positiva!). I tedeschi, però, criticano l’operato della Chiesa di Roma che avrebbe condotto l’impero tedesco alla rovina. Da questa polemica emergono 2 aspetti: - il carattere PROFONDAMENTE RELIGIOSO del Medioevo; - la discussione fra protestanti e cattolici contribuisce al PROGRESSO della FILOLOGIA e della METODOLOGIA STORICA soprattutto nel Seicento. 2- Nel ‘700 (secolo dei Lumi) la polemica sul Medioevo rinvigorisce la ricerca storica. Fra gli storici dell’epoca si possono menzionare: - VICO: nella “Scienza nuova”, dice che il Medioevo è l’ETA’ DEGLI EROI, periodo caratterizzato da peculiari istituzioni sociali e politiche e da una particolare mentalità; - MURATORI: coglie l’unità della tradizione cilturale italiana; - VOLTAIRE: nell’ “Estratto sui costumi e sullo spirito delle nazioni” afferma una visione LAICA della storia (la RAGIONE ha contribuito al processo di civilizzazione degli uomini); - ROBERTSON: coglie le grandi trasformazioni dell’Europa dopo il Mille; 3- Con il Romanticismo (inizi Ottocento), il Medioevo inizia ad essere rivalutato e ad essere considerato l’epoca in cui ebbe origine il mondo stesso. In Italia al centro del dibattito c’era il rapporto fra latinità e germanesimo e il rapporto svolto dal papato. Sul papato, due sono le posizioni dominanti: - NEOGHIBELLINI: il papato è concepito come una FORZA NEGATIVA del Medioevo ed è considerato responsabile di aver ostacolato l’unificazione dell’Italia; - NEOGUELFI: il papa è visto come SUPER PARTES. All’interno del dibattito politico di metà Ottocento, qualcuno sosteneva che l’Italia dovesse diventare una confederazione guidata dal papa- 4- Agli inizi del Novecento, al papato venne riconosciuto il merito di aver operato, nei secoli, per la libertà e l’indipendenza dell’Italia (BENEDETTO CROCE). La periodizzazione del Medioevo La storiografia italiana suddivide il Medioevo in 4 periodi: 1. TARDA ANTICHITA’ O AUTUNNO DEL MONDO ANTICO (IV-VII SEC): si esauriscono le componenti del mondo romano; 1 2. ALTO MEDIOEVO (VIII-X/prima metà XI): invasione di Normanni, Ungari e Saraceni; nascita dei rapporti feudali; 3. PIENO MEDIOEVO (XI-XIII): massima espressione della civiltà medievale; 4. TARDO MEDIOEVO (XIV-XV): periodo di profonda trasformazione, passaggio al mondo moderno (inizio mondo moderno: 1492 scoperta America; 1453 caduta di Costantinopoli e crollo dell’Impero romano d’Oriente). I caratteri originali del Medioevo Il Medioevo è caratterizzato da: - presenza di elementi significativi; - compenetrazione di autorità politica e religiosa; - spirito comunitario delle società germaniche; - spirito di solidarietà. Quest’ultimo emerge nel QUARTIERE, luogo in cui si svolge la vita dell’uomo medievale, e nella PARROCCHIA (ove operano le confraternite e i clan familiari). Nel Medioevo ci sono anche le ARTI e le CORPORAZIONI in cui si riuniscono quelli che svolgono lo stesso mestiere; - presenza della CATTEDRALE, simbolo della comunità cittadina; - tutta la realtà medievale è impregnata di SIMBOLISMI, tutto è ricondotto alla mano di Dio; - mondo sostanzialmente RURALE. La nobiltà trova nel feudalesimo la sua espressione più completa; - il Medioevo è concepito come COSMO, le cui componenti si combinano in modo vario e dinamico. Capitolo I: il mondo ellenistico-romano e la diffusione del cristianesimo Nomadi e sedentari I grandi imperi tardo antichi sono il risultato dell’incontro-scontro di popolazioni nomadi e sedentarie. Essi sono: - PERSIA (Iran, Iraq, buona parte Afghanistan e Pakistan) dominata da: - alessandro magno (331 a. c.) - parti (cavalieri-pastori nomadi indoeuropei) - sasanidi - INDIA SETTENTRIONALE, travolta dagli Unni bianchi nel 470 d.c. India si configura come GRANDE CIVILTA' AGRICOLA originata dal popolo degli Ariani. - CINA (impero cinese originato nel 246 a. c. da SHIH HWANG – TI ) → - dinastia Han consolida la frontiera nel 202 a. c. - periodo di crisi fra II-III sec d. c. con conseguente riduzione dell’impero alle sole province meridionali con la dinastia Chi - nel VII sec: restaurazione dell’unità imperiale - CELTI: giungono fino all’Italia centrale fondendosi con le popolazioni latine Il mondo delle città LIMES (termine latino per “confine”) → indica la separazione fra due diversi sistemi di vita e di equilibrio uomo-ambiente: 2 1- concezione a carattere escatologico, legata all'apocalisse (ritorno di cristo, fine dei tempi..). Ad essa si collega il DONATISMO (sacramenti amministrati da preti privi di morale non sono validi) 2- tendenza a volersi istituzionalizzare, a volersi imporre delle norme ed una gerarchia sacerdotale rigida (posizione + moderata e + vicina ai bisogni dell'uomo). La necessità di un corpus dottrinale creò contrasti→la chiesa trovò difficoltà nel delineare la natura del MONOTEISMO in rapporto al problema dell'incarnazione di Dio in Cristo. Fu questa seconda concezione a prevalere. L'arianesimo e la nascita dell'eresia Nuova polemica (inizi IV sec): secondo Ario, Cristo non possiede lo stesso grado di divinità. 325: concilio di Nicea condanna l'arianesimo (l'imperatore voleva tutelare la pace soprattutto in Asia Minore). L' imperatore diventa il difensore dell'ortodossia religiosa e viene definitivamente elaborata la dottrina cattolica (chi non la pratica è un ERETICO). L'Arianesimo cmq non viene sconfitto ma è accolto dalle popolazioni germaniche che stavano invadendo l'Europa. V sec: contesa CRISTOLOGICA (definizione del rapporto divinità-umanità di Cristo). Varie posizioni: − Nestoriani: le 2 persone (umana e divina) rimangono distinte e la Madonna deve essere definita solo “madre di cristo” per non confondere le cose; − Monofisiti: le 2 nature di Cristo si fondono in un'unica natura. 451 d.c.: concilio di Calcedonia→ si stabilisce che Cristo è sia VERO UOMO che VERO DIO. Cristo è perciò dotato di 2 nature distinte ma inseparabili. Questa è la posizione ufficiale e definitiva sulla natura di Cristo. Le origini del monachesimo e il monachesimo benedettino S. Benedetto da Norcia fonda la regola benedettina dell'ORA ET LABORA. Tale regola imita la “regola del Maestro”, derivata da una formula di apertura dei capitoli che annuncia il dialogo fra un maestro e un discepolo. La regola benedettina non è perciò originale. L'originalità del pensiero di Benedetto consiste nel rapportarsi al passato alla luce della sua conoscenza dell'animo umano. Pertanto le norme non sono rigide o troppo gravose ma moderate e realistiche. Capitolo II: l'occidente romano-germanico Germani: popolo guerriero. Gerarchia: − DUCES: capi militari riconosciuti per il loro prestigio guerriero e per la potenza magico-sacrale della stirpe a cui appartenevano e che consentiva l'ereditarietà del valore militare all'interno della famiglia. − ADALINGI (=nobili): membri della famiglia da cui provenivano i duces. In tempo di guerra, il loro potere si rafforzava ma era cmq soggetto al controllo di un consiglio di anziani e all'approvazione dell'assemblea del popolo in armi. Germani: popolo di uomini liberi che esercitava una specie di “democrazia diretta”. 5 La loro evoluzione fu influenzata dal mondo romano→ stabilizzazione del “comitatus” (emersero élites guerriere che ruotavano attorno al loro capo senza più obbedire ai nuclei parentali di appartenenza). GOTI: dalla Scandinavia giunsero presso il mar Nero, entrando in contatto cn altri popoli→ciò provocò mutamenti socio-culturali e anche nel modo di condurre la guerra. La pressione sui confini dell'Impero I Germani entrarono a far parte dell'esercito romano in qualità di mercenari per difendere i confini dell'Impero. L'impero cmq non crollò ma accolse Burgundi, Franchi e Alamanni. In seguito, l'equilibrio raggiunto fu minato dagli Unni che premevano verso occidente inglobando Alani, Ostrogoti (goti dell'est) e Visigoti (goti dell'ovest, legati all'impero da un trattato di alleanza). VISIGOTI: prima ottennero di potersi stabilire in Tracia (attuale Romania) ma dovettero affrontare la ribellione della popolazione locale (guerra di Adrianopoli, 378 d.c.); in seguito si spostarono nell'Illirico (Bosnia Erzegovina, Albania, Grecia). La divisione definitiva L'imperatore TEODOSIO cercò di ripristinare l'unità dell'Impero ma alla sua morte esso venne definitivamente diviso fra i figli ONORIO e ARCADIO. Onorio: si prese l'Occidente con capitale Milano; Arcadio: si prese l'Oriente con capitale Costantinopoli. Il potere era tuttavia nelle mani di 2 generali: Stilicone (Occidente) Rufino (Oriente) 406: confine del Reno fu superato da Vandali, Alani, Svevi diretti in Gallia e in Spagna. Stilicone fu ucciso. 410: Roma fu saccheggiata dai Visigoti guidati da Alarico (grande sacco di Roma) Più tardi i Visigoti si spostarono nella Gallia Meridionale (Aquitania). L'impero d'Occidente si ridusse sempre più e i popoli barbarici giunti in Italia furono riconosciuti come federati e, sulla base del principio dell' “hospitalitas”, ricevettero uno o due terzi delle terre dei romani. La fine dell'Impero Romano d'Occidente In seguito alla sconfitta di Attila, capo degli Unni, si succedette una serie di imperatori con potere soltanto formale (il vero potere era nelle mani di comandanti barbarici come il generale sciro Odoacre) 6 Odoacre: depose l'ultimo imperatore romano Romolo Augustolo nel 476 e restituì le insegne imperiali a Costantinopoli (voleva governare in occidente col solo titolo di patrizio). Teodorico Teodorico, re ostrogoto, fu mandato in Italia dall'imperatore Zenone che voleva arginare l'espansionismo di Odoacre. Teodorico realizzò la coesistenza di 2 comunità con 2 distinti ordinamenti giuridici e unite solo nelle figura del re→ egli ambiva a mantenerle distinte. Teodorico era affascinato dalla civiltà romana e voleva essere il custode dell'identità del suo popolo. Perciò fece costruire un mausoleo destinato ad ospitare le sue spoglie e a rappresentare la sintesi fra la tradizione imperiale e quella gotica. Teodorico si trovò a dover fronteggiare le resistenze sia del mondo romano che di quello germanico. Regni romano-barbarici 1- VISIGOTI: scacciati dall'Aquitania, si trasferirono in Spagna. Centro politico fu Toledo. L'organizzazione politica si basò su un precoce connubio con l'aristocrazia locale e sulla collaborazione con l'episcopato cattolico. Vi fu una notevole attività legislativa volta a mettere per iscritto in latino le leggi dei visigoti→ ciò condusse alla fusione dei 2 popoli. 711: regno dei visigoti ebbe bruscamente fine con l'arrivo degli Arabi. 2- FRANCHI: nel 482, Clodoveo diede vita alla dinastia dei Merovingi. Invasero la Gallia. Collaborarono con i romani e con l'episcopato cattolico e Clodoveo si convertì al cattolicesimo nel 498. I 2 popoli (romani e franchi) si fusero e nacque un nuovo ceto dirigente. Si affermò una concezione patrimoniale dello Stato, diviso, dopo la morte di Clodoveo, in parti uguali fra i 4 figli: − NEUSTRIA − AUSTRASIA − AQUITANIA − BORGOGNA Sguardo d'insieme sul mondo romano-germanico Vi sono alcuni elementi in comune: 1- viene mantenuto lo status sociale anteriore alle invasioni→ i ceti inferiori rimangono gli stessi, non vedono mutare le loro condizioni di vita; 2- ruolo esercitato dai vescovi→ le città non scompaiono del tutto in quanto diventano sedi vescovili; si creano strutture politiche solide laddove nascono rapporti di collaborazione fra chiesa e popoli invasori; il vescovo contribuisce a giustificare l'innalzamento del sovrano germanico da re della sua nazione a re di uno STATO TERRITORIALE: il re, a poco a poco, non viene più eletto dal popolo in armi ma succede al trono per via ereditaria; 3- attività legislativa: nascono le prime compilazioni scritte di leggi e consuetudini barbariche→ nuova concezione della giustizia in base al principio della COMPOSIZIONE PECUNIARIA (il colpevole deve pagare un'ammenda destinata al re e alla parte les; l'ammenda è fissata dal MALLUS, assemblea degli uomini liberi della contea→ principio della “personalità della legge”). Capitolo III: l'Oriente romano-bizantino e slavo 7 cristianità slavo-ortodossa, destinata a conferire all'Europa orientale i tratti peculiari di una civiltà tuttora riconoscibili. Capitolo IV: l'Italia tra bizantini e longobardi Guerra greco-gotica Giustiniano cerca di riconquistare l'Italia (v. cap. precedente) e avvia una guerra vs i Goti. Totila, re goto, viene ucciso da Narsete, comandante delle truppe bizantine. I goti riescono a resistere fino al 555, nonostante la morte di Teia, successore di Totila. Al termine della guerra, l'Italia riceve un nuovo assetto amministrativo. È divisa in distretti (l'amministrazione civile è affidata da un IUDEX, quella militare ad un DUX sotto l'autorità di Narsete). L'apparato fiscale grava però sulla popolazione locale→ il malcontento porterà alla fine della presenza bizantina in Italia con l'arrivo dei Longobardi. I Longobardi Originari della Scandinavia, giungono in Italia attraverso il Friuli guidati da Alboino (568 o 569 ). Il regno longobardo si pone nei confronti della popolazione locale come dominazione straniera ostile all'impero (la loro venuta non è stata concordata con l'imperatore). Il re è un capo militare (dux) eletto dall'aristocrazia nei momenti di necessità ed ha poteri fortemente limitati. Esercito: è diviso in gruppi di guerrieri appartenenti a famiglie dette FARE che si richiamano ad un antenato comune. I vari gruppi godono di una certa autonomia, seguono il loro dux stanziandosi nei territori via via conquistati. In Italia occupano alcuni territori: Italia padana, Piemonte, Friuli, Trentino, Toscana. La corte risiede a Pavia. Dopo re Alboino e Clefi, i duchi (duces) rinunciano per anni a darsi un nuovo re→ periodo di anarchia militare. I Romani sono privati quasi completamente della loro capacità politica. Per ascendere socialmente, essi devono inserirsi nelle nuova società. Il territorio viene organizzato diversamente. Non viene mantenuta l'organizzazione territoriale precedente. Tuttavia vengono lasciati sostanzialmente inalterati gli insediamenti urbani e rurali. I Longobardi scelgono, in genere, siti già abitati dai romani ma aggravano il degrado di strutture edilizie pubbliche e private. Gregorio Magno e l'evoluzione politica dei Longobardi. Ben presto sorge la necessità di un ordinamento politico + stabile. Re Autari crea GASTALDI (controllano i duchi) e GASINDI (fedeli al re) nel 584. Nel 590, re Agililfo si pone, per la I volta, in 10 maniera non conflittuale con la chiesa cattolica guidata da papa Gregorio Magno (“servus servorum dei”) Gregorio Magno: vuole rendere il papato indipendente dall'impero e farne la guida della chiesa universale (ha inizio così la potenza dei papi). Cerca di dare un'impronta unitaria alla cristianità d'occidente: − avvia un'opera di conversione-evangelizzazione da perpetrare con tolleranza e pazienza; − si avvale delle risorse finanziarie della chiesa per difendere e governare Roma. La fine del regno longobardo Dopo re Adaloaldo (si converte al cattolicesimo senza obbligare il popolo a fare lo stesso), si alternano re ariani e re cattolici. Fra questi, i + degni di nota sono Rotari (famoso per l'Editto del 643) e Grimoaldo. Il + grande è però Liutprando (712-744) con cui la conversione al cattolicesimo dei Longobardi si può dire completata e grazie al quale ci si avvia al superamento della divisione etnica romani-longobardi. Egli tenta di completare la conquista dell'Italia invadendo l'Esarcato di Ravenna e la Pentapoli (in mano ai bizantini) e giungendo alle porte di Roma (ove è fermato da papa Gregorio II→ Liutprando rinuncia al castello di Sutri restituendolo alla chiesa romana). Astolfo (749-756): riforma dell'esercito→ si può far parte dell'esercito non più in base all'origine etnica ma in base al reddito. I Longobardi continuano a mirare a Roma. Papa Zaccaria si rivolge a Pipino il Breve, capo dei Franchi, per scacciare Astolfo dall'Esarcato; in seguito papa Stefano II chiede l'aiuto di Carlo Magno, figlio di Pipino, il quale sconfigge definitivamente Desiderio (756-774), ultimo re longobardo. N.B. Con Desiderio, ha fine la LANGOBARDIA MAIOR (i ducati di Spoleto e Benevento, componenti la LANGOBARDIA MINOR, avranno una durata maggiore) Regno dei Longobradi: 568/9-774 d.c. Re Longobardi in ordine di successione: − Alboino (568/9) − Clefi − Autari − Agilulfo − Adaloaldo − Rotari − Grimoaldo − Liutprando − Astolfo − Desiderio (774) Capitolo V: il mondo arabo e il Mediterraneo Tesi di PIRENNE sulla questione araba: sarebbero stati gli arabi a modificare le sorti dell'Europa (scomparsa delle città, ruralizzazione, crisi del commercio) e non i Germani. 11 2 le obiezioni a questa teoria: − l'economia occidentale e l'urbanesimo erano già in crisi da tempo; − dopo l'espansione araba i traffici sul Mediterraneo non cessarono affatto. Tuttavia è vero che gli arabi crearono nel Mediterraneo centro-occidentale un “vuoto” politico che consentì alla Chiesa romana e al regno dei Franchi una maggiore libertà. L'Arabia prima di Maometto Arabia centro-settentrionale: abitata da tribù di nomadi beduini dediti ad allevamento, commercio carovaniero e razzie e da tribù di sedentari che vivevano in centri cittadini o in poveri villaggi contadini. Erano indipendenti gli uni dagli altri. Arabia meridionale: caratterizzata da piogge monsoniche, era il punto di incontro del commercio fra l'oceano Indiano e il Mediterraneo. Era popolata da stirpi di lingua diversa rispetto al nord e dotate di un livello di civiltà + elevato. Qui fiorirono vari regni tra cui quello di Saba, poi soppiantato dal dominio degli Himyariti (Arabia Felix). La rovina dell'Arabia Felix fu causata dal crollo della diga di Marib che provocò la desertificazione di un'area molto vasta. In seguito, anche nell'Arabia del Nord sorsero importanti centri politici e culturali come il Regno dei Nabatei o quello di Palmira→ la scomparsa di questi regni l'Arabia conobbe un periodo di regresso sul piano politico-culturale. La maggior parte della popolazione era costituita da BEDUINI. La tribù rappresentava il normale quadro sociale di riferimento cui spettavano decisioni di interesse comune come spostamenti, guerre, razzie sulla base della SUNNA. A capo di ogni tribù vi era un capo elettivo; la donna era concepita come un bene di famiglia. La religione praticata era politeista: − Arabi del Sud→ gli dei erano ritenuti una personificazione dei pianeti; − Arabi del Nord→ gli dei erano sottomessi ad una divinità superiore chiamata Allah; vi era il culto degli “spiriti” rappresentati da alberi e pietre. I luoghi di culto erano meta di pellegrinaggi e punti di incontro o di scambi commerciali. Erano superficialmente diffusi ebraismo e cristianesimo. Penisola araba: luogo privilegiato di transito delle merci provenienti dall'India o dall'Africa orientale e dirette in Mesopotamia e Mediterraneo. La circolazione delle merci passava per La Mecca, una delle città + importanti dell'Arabia per l'abbondanza delle sorgenti, la posizione geografica felice e le ottime capacità politiche dei Quraish. Tutte le divinità furono riunite nella Kaaba, luogo in cui era custodita la “pietra nera” portata, secondo la credenza, dall'arcangelo Gabriele (si trattava, in realtà, di un meteorite). La città era dominata dalle famiglie ricche e proprio qui, fra il 569 e il 671, nacque MAOMETTO. Maometto e la nascita dell'Islam Figlio di mercanti, Maometto sposò una ricca vedova. 610: gli apparve l'arcangelo Gabriele; 12 − l'esercito passò sotto il controllo dei capi militari. Il capo supremo dell'esercito era, nel 936 d.c., l'EMIRO degli EMIRI, collocato al di sopra dello stesso Visir per affermare l'uguaglianza di tutti i musulmani di fronte allo Stato; − fiorirono la cultura e gli studi→ matematica, fisica, geografia, medicina, filosofia, astronomia; studi di carattere giuridico e letterario; − fu data importanza all'arte (tuttavia + fiorente all'epoca degli Omayyadi); − il settore agricolo subì un grande slancio economico grazie a mutamenti e ad innovazioni tecniche; − fiorirono le città; − si svilupparono l'artigianato e il commercio→ trasse nuovo impulso dalla nascita di centri come Baghdad e contribuì alla nascita di altri centri come Alessandria d'Egitto; − la borghesia mercantile svolse un ruolo egemone; tuttavia, con l'aumento della ricchezza, vennero meno gli equilibri sociali; − si spopolarono le campagne; insorsero forti spinte autonomistiche; − vi furono rivendicazioni al titolo di califfo da parte dei Fatimiti (seguaci di Fatima, figlia di Maometto) e dell'emiro di Cordova (ultimo discendente della dinastia Omayyade); − vi furono tentativi di secessione anche nella parte centro-orientale dell'impero arabo soggetta alla pressione dei TURCHI, i quali, ben presto, divennero il braccio destro della dinastia abbaside. Gli stati islamici di Egitto e Spagna; la Sicilia islamica SPAGNA: 756: Emirato indipendente dal governo di Baghdad; 929: califfato. Il regno arabo in Spagna era economicamente prospero, dotato di un buon apparato amministrativo e di un livello assai elevato di civiltà. Gli Arabi attuarono una politica espansionistica ai danni dei cristiani del nord e dei berberi musulmani del Marocco e dell'Algeria occidentale. Tuttavia il califfato omayyade sparì nel 1031 in seguito alla rivolta offensiva dei cristiani e ad una serie di conflitti interni. Dinastie succedutesi in Spagna: Omayyadi; Almoravidi (dinastia berbera che estese il suo dominio in Spagna nel 1086); Almohadi (altra dinastia berbera). EGITTO: sotto la dinastia dei Fatimiti si stabilì un califfato autonomo. Fu raggiunta la prosperità economica grazie al commercio fra l'oceano Indiano e il mar Mediterraneo. Il Cairo era un grande centro commerciale dell'epoca (969). SICILIA ISLAMICA: 827: fu avviata una vera e propria opera di conquista ad opera degli AGHLABITI, conclusasi nell'878 con la presa di Siracusa e di tutto il resto dell'isola. Per circa un secolo, la Sicilia visse un periodo di floridezza e benessere. Palermo era simbolo del rigoglio della vita urbana. La ricchezza di sorgenti e di acque correnti favorì lo sviluppo dell'agricoltura più avanzata del tempo (produzione di grano, cotone, canapa, frutta e ortaggi; introduzione di nuove colture come datteri e papiro). Anche l'industria si sviluppò (industria tessile→ stoffe pregiate come lino e seta; industria mineraria). Fiorirono gli studi (filologia e storiografia) e la poesia. L'impronta araba fu elevatissima fino al tardo Duecento. 15 Gli arabi, il Mediterraneo, l'Europa − continuarono i contatti diplomatici e gli scambi culturali; − continuarono i traffici dei prodotti tipici dell'area interessata dagli arabi; − le razzie contribuirono allo sviluppo del commercio degli schiavi, richiesti sia in Oriente che in Occidente. Capitolo VI: economia e società nell'Alto Medioevo Il paesaggio e l'ambiente; il bosco tra realtà e rappresentazione mentale Tra VI-VIII sec: periodo di crisi e decadenza i cui segni si ritrovano nel paesaggio e nell'ambiente: − riduzione o scomparsa delle città; − scomparsa di villaggi tipici dell'età romana (soprattutto nelle pianure e nelle aree urbanizzate soggette a razzie e ad incursioni da parte degli invasori); − degrado della rete viaria (antichi percorsi abbandonati per l'assenza di scambi e di relazioni sociali; tracciati non più facilmente percorribili); − peggioramento delle condizioni ambientali (aumentano paludi e terre incolte). Dilatazione delle foreste Le foreste si estendono soprattutto nelle regioni aldilà del Reno. Bosco: luogo importante nel Medioevo. Investe la sfera economica e materiale ed anche quella legata all'immaginario. Nel bosco si pratica la caccia→ la selvaggina è una componente essenziale della dieta contadina. Nel bosco/foresta si raccolgono frutti spontanei, legna per riscaldarsi e per costruire abitazioni, mobili etc. Inoltre i boschi forniscono pascoli ai porci e agli animali in genere. Il bosco è anche il regno del “meraviglioso”, è sede di demoni, streghe, eremiti e santi. Costituisce lo sfondo della narrativa agiografica (agiografie: vite dei santi). Il calo demografico e la centralità della campagna Lo spopolamento di città e campagne è legato ad una serie di fattori concomitanti: − guerre e devastazioni; − epidemie→vaiolo, tubercolosi, malaria e soprattutto peste (542-543). Queste grandi epidemie lasciavano la popolazione fortemente debilitata e più esposte al contagio (ciò spiega il ripetersi di ondate epidemiche). La crisi demografica non ebbe ovunque la stessa portata e gravità, in quanto essa era legata anche alle condizioni locali del popolamento. Campagna: realtà centrale dell'Alto Medioevo Livello produttivo molto basso legato alla rudimentalità degli atterzzi agricoli e alla perdita di buona parte delle conoscenze tecniche di età romana. Tale situazione peggiora sia per le scarse capacità gestionali dei proprietari terrieri sia per la crisi della città. I contadini producono da sé utensili e prodotti che non si possono più acquistare al mercato→ AUTOCONSUMO + 16 PRODUZIONE DIVERSIFICATA (ogni famiglia contadina coltiva una serie di appezzamenti più o meno distanti fra loro e collocati in zone a diversa vocazione agricola). In genere la zona immediatamente a ridosso del villaggio è coltivata ad orti e vigneti; la zona successiva è coltivata a cereali (dopo il raccolto la zona è adibita a pascolo comunitario); la terza zona (quella + lontana dal villaggio) comprende la fascia dei parti, dei boschi e dell'incolto. E' accessibile a tutti per far pascolare gli animali, per cacciare, pescare, raccogliere legna e frutti selvatici. Comunque la realtà spesso è più varia ed articolata. Infatti la popolazione contadina talora non si concentra nei villaggi ma vive all'interno di case sparse sui campi. Modello organizzativo basato su 3 zone concentriche intorno al villaggio (la produttività diminuisce via via vìche ci si allontana dal centro. Fascia dei prati, dei boschi, delle terre incolte; luogo di caccia, pesca e raccolta Zona coltivata a cereali (poi pascolo comunitario) Zona coltivata a orti e vigneti Il contadino, che deve versare parte dei prodotti al proprietario della terra e serbare parte del raccolto per la semina successiva, deve integrare i prodotti con il ricavato di caccia, pesca e allevamento. L'integrazione di agricoltura e allevamento non è agevole in area mediterranea→ la natura arida dei terreni non consente un'aratura profonda; la bassa produttività impedisce l'acquisto dei mezzi necessari per produrre il concime e lavorare nei campi. 17 Villaggio mediante una cerimonia detta OMAGGIO e sancito con un GIURAMENTO DI FEDELTÀ. Il guerrierio diveniva così VASSUS, cioè cavaliere legato al re da vincoli di FEDELTA' PERSONALE. La ricompensa era costituita dalla cessione, da parte del re o signore, di un FEUDO (letteralmente significa “bestiame”; poi passò al significato di “bene fondiario”). La cerimonia era detta INVESTITURA e i rapporti sanciti VASSALLATICO-BENEFICIARI (da “beneficium”=feudo). Non tutti gli uomini liberi potevano permettersi di diventare vassalli. Le nuove tecniche di combattimento (combattimento d'urto a cavallo per l'uso della staffa) richiedevano l'uso di un'armatura più pesante e costosa di cui non tutti potevano disporre. Carlo Martello, per ampliare le sue clientele vassallatiche, attinse anche ai territori eccelesiastici suscitando l'opposizione di vescovi e abati. I Franchi si mossero vs i Longobardi, i quali stavano cercando di eliminare i residui territori bizantini in Italia minacciando da vicino la stessa Roma. Papa Stefano II andò in Francia e rinnovò l'unzione a Pipino e figli conferendo al re il titolo di “patrizio dei romani” (ossia protettore della chiesa romana). In tal modo il papa aveva la scusa per richiedere l'intervento del sovrano franco vs i Longobardi→ il papa dimostrò così di voler creare un suo dominio territoriale in Italia centrale. Pipino sconfisse Astolfo ripetutamente e quest’ultimo fu ccostretto a cedere al papato gli ex territori bizantini della costa romagnola da lui conquistati. Desiderio, successore di Astolfo, cercò di allacciare coi Franchi rapporti di amicizia suggellati col matrimonio di Carlomanno con la figlia Gerberga e di Carlo, figlio di Pipino, con Ermengarda. 768: morte di Pipino; 771: morte di Carlomanno. Carlo ripudiò Ermengarda e rimase unico sovrano. Così ebbe inizio la storia di CARLO MAGNO. Desiderio mosse un attacco a Roma e ai nuovi territori ceduti al papa. Il nuovo pontefice Adriano I chiese subito l'aiuto di Carlo. Il re franco sconfisse i Longobardi e, dopo aver fatto prigioniero Desiderio, ne cinse la corona→ Carlo divenne in tal modo “rex Francorum et Langobardorum”. Anche in Italia giunse così il feudalesimo, anche se era già in parte noto per i rapporti di “gasindiato” e di generica clientela armata praticati da Longobardi e germani in generale. Le altre conquiste di Carlo e la sua incoronazione imperiale 778: prima spedizione in Spagna per liberarla dagli arabi (“mori”). Carlo fu tuttavia costretto ad una ritirata per sedare una rivolta scoppiata fra i Sassoni (nella ritirata, per un attacco dei Baschi, morì l'eroe leggendario Rolando, da cui i cantastorie ricavarono la “Chanson de Roland”); 801-813: seconda spedizione in Spagna e creazione della MARCA HISPANICA (distretto di confine) con capitale Barcellona. Tra la I e la II spedizione, Carlo era stato impegnato a nord e ad est: − rivolta dei Frisoni, poi incorporati nel regno di Carlo; − in Baviera, il duca Tassilone cercò di riprendere la sua autonomia di movimento; − 788: furono annesse al regno di Carlo la Baviera, la Carinzia e l'Austria. Al termine di tutte queste spedizioni, il territorio del regno franco era vastissimo. 20 CULTURA→ appannaggio degli uomini di chiesa. Essi aiutarono Carlo a costruire la sua ideologia di potere e lo proiattarono in una dimensione politica nuova, assimilabile a quella degli imperatori cristiani dell'antica Roma. Il re voleva ispirarsi al modello imperiale romano e soprattutto a Costantino, del quale cercava di imitare le azioni più significative come la fondazione di Costantinopoli. Carlo Magno fondò, in tal modo, AQUISGRANA, mantenendo tuttavia i titoli tradizionali. Papa Leone III: fu contestato dalla nobiltà romana ed accusato di spergiuro e adulterio. Nel 799 fu aggredito e ferito e poi imprigionato nel monastero di Sant'Erasmo. Liberato da Carlo, il papa si recò alla corte del re franco, il quale si impegnò a riaccompagnarlo a Roma sotto buona scorta. Davanti ad un'assemblea di laici e prelati, papa Leone dichiarò la propria innocenza. In seguito, durante la notte di Natale dell'800, lo stesso Leone, nella chiesa di San Pietro, incoronò Carlo imperatore→ vi sono dubbi sulla natura dell'iniziativa. Con quell'atto, si affermava, in un certo senso, la supremazia della chiesa sull'impero. La chiesa è concepita quale unico strumento capace di conferire sacralità al potere imperiale. L'incoronazione di Carlo suscitò un vespaio di polemiche nell'Oriente bizantino (all'epoca guidato dall'imperatrice Irene). Quando salì sul trono orientale l'imperatore Niceforo, scoppiò un vero e proprio conflitto fra i 2 imperi che ebbe fine solo con Michele I→ riconobbe a Carlo il titolo imperiale in cambio della cessione di alcuni territori e della rinuncia a Venezia. A Carlo Magno erano molto chiari i rapporti col papato: il potere temporale spettava all'imperatore, il potere spirituale al papa. Ma il pontefice non poteva accettare un ruolo così marginale. L'ordinamento pubblico carlolingio e l'attività legislativa di Carlo Magno In genere, Carlo lasciò che nei vasti territori soggetti al suo dominio rimanessero gli ordinamenti legislativi preesistenti, soprattutto nell'ambito del diritto privato. Introdusse delle novità nel settore del diritto pubblico e del funzionamento dell'apparato ecclesiastico: − furono creati dei DISTRETTI a capo dei quali furono posti dei funzionari pubblici con l'incarico di occuparsi della difesa e della giustizia: CONTEE: distretti a capo dei quali vi erano i CONTI; MARCHE: distretti situati nelle zone di confine o di conquista recente; i capi erano detti MARCHESI; DUCATI: grandi distretti governati da DUCHI; molti ducati avevano un carattere “nazionale” come quelli dei Bavaresi e dei Bretoni. Spesso duchi, conti e marchesi erano scelti fra i vassalli più fedeli. I funzionari pubblici ricevevano una ricompensa per i loro servigi costituita da: − dotazione della carica (Res de comitatu): proventi di multe, confische, reddito prodotto da beni terrieri; − terre ricevute dopo l'entrata in carica. In tal modo, il funzionario deteneva un vastissimo patrimonio costituito da terre possedute a titoli diversi. Tutte le terre tendevano, in concreto, ad entrare a far parte del patrimonio familiare seguendo un processo spontaneo incontrastato. I conti erano controllati dai VASSI DOMINICI e dall'esercizio dell'IMMUNITA' a carattere giurisdizionale: nelle terre immuni non poteva entrare nessun funzionario pubblico per riscuotere imposte o esercitare atti di polizia. Ciò costituiva un freno alla potenza del funzionario stesso. 21 L'AMMINISTRAZIONE IMPERIALE faceva capo al PALATIUM (palazzo)→ insieme dei funzionari e dei dirigenti di corte tra cui: − arcicappellano; − -cancelliere; − conti palatini (amministrazione della giustizia); − missi dominici (un laico + un eccelesiastico): controllavano annualmente l'operato di conti ed eccelesiastici all'interno di un distretto. Godevano di ampi poteri e rappresentavano in tutto e per tutto il sovrano. La corte carolingia era “mobile”, non aveva dimora fissa. PLACITI→ annuali assemblee in cui erano emante leggi formate da brevi articoli (“capitula”). La materia trattata nei placiti riguardava soprattutto il diritto pubblico e l'organizzazione eccelesiastica. I “capitularia legibus addenda” integravano le leggi nazionali dei popoli sottomessi intervenendo nell'ambito del diritto porivato e penale. Interventi legislativi: − settore economico: cercavano di migliorare la gestione delle ville del fisco regio e di proteggere le popolazioni rurali e i piccoli proprietari fondiari dalla pressione della grande aristocrazia. Si cercò di frenare l'incetta dei prodotti agricoli da parte dei grandi proprietari; si tentò di fissare i prezzi. Tutte le decisioni non sempre venivano seguite alla lettera in quanto i membri dell'amministrazione che dovevano farle rispettare spesso appartenevano alla stessa grande aristocrazia; − settore fiscale: si regolamentò la riscossione di dazi e pedaggi su strade, ponti e valichi; − settore monetario: si puntò sulla coniazione di monete d'argento perchè l'oro scarseggiava. La moneta circolante era il DENARO; nelle conttrattazioni di + alto valore si usava il SOLDO (moneta di conto, non coniata). La riforma di chiese e monasteri; la rinascita carolingia Gli eccelesiastici di corte stavano elaborando la concezione di un impero in comunione di intenti con il papato. Carlo Magno sceglieva bene i suoi vescovi e abati i quali potevano così inquadrare la popolazione favorendo la stabilità dell'impero carolingio. La chiesa franca fu organizzata allora in: − province (rette da arcivescovi); − diocesi (l'insieme delle quali costituiva una provincia); − pievi (grandi circoscrizioni parrocchiali che costituivano la diocesi). PROVINCE→ insieme di diocesi DIOCESI→ insieme di pievi Furono recuperati monasteri di età merovingia mediante un'opera di restaurazione della disciplina monastica attuata attraverso l'imposizione della regola benedettina. Fu ritenuto indispensabile elevare il livello culturale di monaci e chierici con la costituzione di SCUOLE presso le chiese cattedrali e i monasteri. In tali scuole si insegnavano le Arti Liberali, la teologia, il canto gregoriano e le norme che regolavano la vita della Chiesa. Carlo desiderava estendere l'istruzione a tutta la popolazione e cercò di far istituire scuole rurali per fanciulli. 22 Francia: Oddone, conte di Angers; Italia: Berengario, marchese del Friuli (apparteneva da una famiglia apparentata coi carolingi). La dissoluzione dell'impero carolingio investì tutti i livelli dell'organizzazione politica ed ecclesiastica. Il fenomeno riguardò anche le contee dove il conte non riusciva ad esercitare una vera e propria egemonia sui minori centri di potere. Perciò finì col limitare il suo raggio d'azione ai territori posti direttamente sotto il suo controllo. Spesso il signore si creava basi di potere all'interno delle contee vicine, oltrepassando quindi il confine della propria circoscrizione. I vassalli ormai facevano capo anche ai conti e ad altri signori locali, non più soltanto al re. Il conte operava in concorrenza con altri poteri, rappresentati da signorie vescovili e monastiche (centri di potere autonomi)→ frammentazione del potere. Si formarono quindi signorie i cui titolari erano sprovvisti di una naturale delega da parte del re ma che esercitavano poteri di natura pubblica→ signoria BANNALE (da “banno”=potere di comando per una finalità di carattere pubblico). Molte signorie erano “abusive”. Cause della crisi: il carattere rudimentale dell'amministrazione pubblica carolingia e le condizioni sostanzialmente precarie dell'economia e della società. Le invasioni degli Ungari; le incursioni dei Saraceni; le incursioni e gli insediamenti dei Vichinghi. UNGARI o MAGIARI: invasero l'area che va dal Baltico al Mediterraneo, occupata dagli Slavi. Provenienti dalle steppe della Russia centrale, si stanziarono per un po' in Pannonia da dove poi partirono per compiere incursioni nell'Europa carolingia. Le formazioni politiche nate dalla dissoluzione dell'impero erano incapaci di arginare il fenomeno ungaro i cui obiettivi privilegiati erano i ricchi monasteri e i centri abitati privi di difese adeguate. Fu Ottone I di Sassonia a sconfiggere gli Ungari presso Augusta nel 955. Gli Ungari si convertirono al cristianesimo e papa Silvestro II incoronò il re magiaro Stefano I. SARACENI: giunsero dall'Africa settentrionale, dalla Spagna, dalla Sicilia e da Creta allo scopo di razziare l'Italia, indebolita dalla disgregazione dell'Impero. Costruirono emirati a Bari e a Taranto, rendendoli punti di partenza delle loro scorribande e creando degli insediamenti fortificati (“ribat”). I Saraceni razziavano soprattutto città e grandi abbazie isolate. Commerciavano sul mercato arbao, come schiavi, donne e giovani europei. L'unico modo per fermarli era versare contributi in denaro. Un po' alla volta, tuttavia, l'Europa cristiana passò al contrattacco. VICHINGHI: giunsero dalla Scandinavia. Alcuni si diressero verso le steppe della Russia, altri verso Islanda e Groenlandia, altri verso Inghilterra, Irlanda e Francia settentrionale, altri ancora si spinsero fino al Mediterraneo, sempre saccheggiando città e monasteri. Carlo il Semplice li rese sedentari concedendo loro in feudo la Normandia. La stessa sorte spettò ai Danesi sulle coste inglesi anche se essi non riuscirono a darsi un dominio stabile perchè non emerse un capo capace di imporsi ai suoi uomini. 25 L'incastellamento e la nuova organizzazione del territorio I sovrani dei nuovi regni sorti dalla dissoluzione dell'impero tentarono di difendere i territori anche se la situazione non era certo facile da gestire. Per proteggersi dalle incursioni, molti signori costruirono CASTELLI, spesso senza neppure ottenere l'autorizzazione regia. Il CASTELLO ebbe un impatto ambientale notevole. Per costruirlo, il signore si avvalse anche degli abitanti delle terre circostanti (che poi se ne sarebbero serviti). Impose turni di guardia e servizi di manutenzione, venendo così a svolgere vari tipi di compiti: − compiti di natura politica→ difesa del territorio, amministrazione della giustizia, protezione di chiese e monasteri; − compiti di natura giudiziaria, legati all'incapacità di conti e funzionari di adempiere a tali doveri; − compiti di natura religiosa→ assistenza religiosa mediante la costruzione di una chiesa per i residenti stabili e per i rifugiati. A poco a poco, il territorio incastellato si configurò come un organismo politico completo nelle sua attribuzioni di natura pubblica. Il potere tese a diventare un “bene privato” (venne esercitato in modo autonomo). 2 tipi di “castello”: In senso moderno: fortezza presidiata da soldati e abitata dalla famiglia del castellano e in cui la popolazione vicina si rifugiava solo se necessario. CASTELLO Villaggio fortificato: centro abitato preessistente circondato di mura e fossato per scopi difensivi e nei pressi o all'interno del quale il signore costruì una sua dimora fortificata. La costruzione di un castello influiva su: − popolamento (gli abitanti dei villaggi circostanti tendevano ad insediarsi nei pressi della fortezza per trarne maggiore protezione; − rete viaria→ veniva resa più agevole e rapida; − la popolazione rurale non era più inquadrata nella pieve ma in nuove parrocchie coincidenti con l'ambito territoriale del castello. Il groviglio dei diritti signorili e l'evoluzione dei rapporti vassallatico-beneficiari; la crisi dell'ordinamento ecclesiastico. 26 I signori territoriali riservarono a sé la difesa del territorio e l'alta giustizia (pene detentive e corporali). I minori signori fondiari gestivano invece la bassa giustizia (cause civili e obblighi economici dei dipendenti). Ad accordi simili si giunse alle volte pacificamente e alle volte no→ il X sec fu detto “secolo di ferro”. I rapporti feudali andavano snaturandosi, il rapporto fedeltà-feudo si capovolse. Non era più la fedeltà ad essere ricompensata con un feudo in cambio del quale il vassallo doveva compiere servizi militari. La fedeltà finì col diventare più o meno grande a seconda dell'entità del feudo. Il cavaliere poteva prestare giuramento di fedeltà a più signori ma, in caso di conflitto fra di essi, era tenuto a servire militarmente chi gli aveva concesso il feudo. La tendenza a considerare il feudo ereditario fu rafforzato da provvedimenti legislativi: 877: CAPITOLARE DI QUIERZY→ emanato da Carlo il Calvo, stabiliva che, in caso di morte di un conte o di un vassallo regio con un figlio minorenne o al seguito dell'imperatore, si sarebbe dovuto provvedere ad una amministrazione provvisoria della contea o del feudo e lo stesso dovevano fare i vassalli che stavano seguendo il sovrano in Italia nell'ambito dei loro rispettivi feudi. In realtà, il capitolare non sanciva affatto l'ereditarietà delle contee né quella dei feudi. L'obiettivo era quello di assicurare ai cavalieri del suo esercito che non sarebbero stati danneggiati nelle loro aspettative di successione dalla temporanea assenza dalle loro terre. Tuttavia, lìil capitolare fu interpretato ben presto come sanzione formale al principio dell'ereditarietà dei feudi maggiori. 1037: CONSTITUTIO DE FEUDIS→ emanata da Corrado II, sancì l'ereditarietà dei feudi minori. Durante il X sec, si verificò un'estrema frantumazione politica. Gli unici organismi a più vasto raggio che riuscirono a resistere furono i “regna” (complessi feudali più o meno grandi con a capo un principe). Il VESCOVO fu svuotato del suo + alto significato e venne privato della facoltà di esercitare il suo ministero pastorale→ i laici intervenivano nella vita della Chiesa, scegliendo, ad esempio, il chierico da inserire nella propria chiesa personale senza l'avvallo del vescovo. Il papato soggiaceva al potere imperiale, ritrovandosi indifeso di fronte alla pressione dell'aristocrazia romana. Vari vescovi diventarono anche duchi, conti, marchesi e molti candidati proposti da proprietari terrieri, re e imperatori finirono alla guida di diocesi e abbazie. Capitolo IX: l'Italia fra poteri locali e potestà universali La frantumazione politica dell'Italia e il Regno d'Italia L'Italia nel “secolo di ferro” (X sec): − Regno d'Italia: Italia settentrionale e buona parte dell'Italia centrale; Venezia era indipendente; − territori dell'impero bizantino: Puglia, Basilicata, Calabria meridionale e buona parte della Campania costiera; 27 In Italia non nacquero “regna” (grandi principati territoriali capaci di coordinare e disciplinare le forze signorili locali). Le ragioni di ciò erano: − il re in continua attività militare; − le incursioni saracene e ungare; − il proliferare di minori dominazioni territoriali; − la vitalità delle città, dovuta soprattutto alla presenza dei vescovi che spesso risiedevano nelle stesse città ed erano eletti “a clero et populo”. X sec: città si stava avviando ad una lenta ripresa demografica ed economica. Emerse un po' alla volta una coscienza cittadina e la consapevolezza di poter giocare un ruolo sul piano politico. Tale fenomeno riguardò sia le città bizantine che quelle longobarde. Differenza zone bizantine e longobarde al di fuori dfei centri urbani: − zone longobarde: signorie fondiarie che si sottraevano al controllo del principe; − zone bizantine: sotto il diretto controllo di Bisanzio (Longobardia, Lucania, Calabria); Gaeta, Napoli, Amalfi→ indipendenti e retti da duchi dell'aristocrazia locale. Capitolo X: Splendore e declino di Bisanzio La grecizzazione dell'impero VIII sec: territorio bizantino ridotto ad 1/3 di quello esistente al tempo di Eraclio. IX sec: si attenuò lo slancio arabo. I contadini vivevano in comunità di villaggio (erano tutti responsabili del pagamento delle tasse anche per eventuali evasori e per i terreni privi di coltivatori). L'impero acquistò un carattere semmpre + orientale, si iniziò a pralare greco anche se si mantennero le diversità fra lingua di corte e di cultura e lingua parlata dal popolo. I tradizionali titoli latini di “imperator, caesar, augustus” furono sostituiti col titolo di basileus. Le città erano vivaci e godevano di una certa autonomia. La controversia sul culto delle immagini; la fine dell'iconoclasmo e le oscillazioni della politica sociale Iconoclasmo→ lotta al culto delle immagini sacre Nacque nelle province orientali, più influenzate dall'islamismo e dall'ebraismo (da sempre avverse al culto delle immagini professato dai cristiani) Leone III l'Esaurico: nel 726 proibì il culto delle immagini nonostante l'opposizione del patriarca di Costantinopoli e del pontefice Gregorio III. Costantino V perseverò nella politica paterna colpendo duramente i monaci ribelli. 787: il VII concilio ecumenico di Nicea condannò l'iconoclasmo come eresia ma con Leone V vi fu un secondo iconoclasmo. 843: chiusura definitiva della contesa grazie a Michele III, il quale riaffermò la legittimità del culto delle immagini richiamandosi al concilio di Nicea. Si attenuò nel frattempo il pericolo arabo e si ebbe una ripresa della grande proprietà terriera con conseguente crollo del ceto dei piccoli proprietari. La gravità di questo problema era sentita 30 dall'imperatore Romano Lecapeno e dai suoi successori, autori di alcune leggi tutelari (“novelle”). Nonostante tali leggi, i contadini preferirono vendere le loro terre ad un potente per trarne protezione (come accadde in occidente). L'imperatore Niceforo Foca emanò leggi a tutela dei potenti, favorendo la concentrazione delle terre nelle loro mani. I successori ceracarono invece di sostenere ancora i piccoli proprietari vietando la cessione dei loro beni all'aristocrazia fondiaria→ ciò frenò la pressione dell'aristocrazia sulla società e sullo stato. In oriente non si verifocò una complrta disgregazione del potere nelle mani dei signori locali. Il rafforzamento del potere imperiale e la ripresa dell'espansione territoriale Imperatore→ capo della giustizia e dell'esercito, difensore della chiesa e della vera fede Il patriarca Fozio cercò di teorizzare l'equivalenza del potere imperiale e di quello ecclesiastico, desiderando contrastrare la tendenza dell'impero ad imporsi sulla chiesa (cesaropapismo). Successi sul piano militare: − Lecapeno riconquistò Edessa; − Niceforo Foca recuperò Creta, Aleppo e buona parte della Siria (Antiochia); − Giovanni Zimisce riconquistò Libano e Palestina, sfiorando Gerusalemme. Sul fronte balcanico e sul Mar Nero la situazione era + complessa a causa dell'aggressività dei Russi e dei Bulgari. I bulgari furono sconfitti da Basilio II nel 1014 e la chiesa bulgara sottomessa al patriarca di Costantinopoli. La concorrenza e lo scisma fra chiesa greca e chiesa romana 867: disputa “filioque”→ in occidente si professa la dottrina della derivazione dello Spirito santo dal Padre e dal Figlio e non solo dal Padre: tale dottrina non coincideva con quella stabilita dal concilio di Nicea. Fozio si richiamò a tale disputa ma fu deposto dall'imperatore Basilio I che raggiunse un compromesso per non rompere i rapporti col papato. Metà XI sec: la tensione fra chiesa romana e bizantina si accentuò allorchè papa Leone IX, rivendicatore del primato della sede romana all'interno della chiesa universale, si scontrò con il patriarca Michele Cerulario, fiero oppositore del primatom papale. Ciò condusse alla divisione fra le 2 chiese (scisma) nel 1054. L'elemento che più pesò sulla frattura fu la progressiva gerarchizzazione della chiesa al cui vertice si andava collocando il papato. Economia urbana e produzione artistico-culturale IX-X sec: attività produttive e commerciali in piena ripresa. Costantinopoli: centro commerciale e produttivo più importante del Mediterraneo, noto in tutto il mondo per la produzione di stoffe e sete. Altre città importanti per i suoi commerci internazionali: Tessalonica, Corinto, Efeso etc. Le città erano anche sede di un'intensa attività artistica e culturale che coinvolse anche gli imperatori (Leone VI, Costantino VII Porfirogenito etc) L'inizio del declino e il costoso aiuto veneziano 31 1056: fine dinastia macedone→ iniziò mezzo secolo di lotte per il potere fra alta burocrazia e nobiltà della capitale da un aparte e aristocrazia fondiaria delle province dall'altra. La vittoria di quest'ultima condusse alla concessione di ampi privilegi ai signori. Intanto si stavano riducendo le risorse finanziarie dello stato. Pressione sui confini da parte dei turchi selgiuchidi, i quali sconfissero i bizantini a Manzicert (Armenia) nel 1071. L'imperatore Romano IV Diogene cadde anche prigioniero. 1081: l'impero bizantino comprendeva ormai un territorio molto ristretto, limitato a meno di ¼ dell'attuale Turchia. Pericolo maggiore: Normanni dell'Italia Meridionale. I normanni, dopo aver espulso i bizantini dall'Italia ed essersi impadroniti di Durazzo (in Albania, puntarono addirittura alla conquista di Costantinopoli. L'imperatore Alessio Comneno chiese allora l'aiuto di Venezia che sconfisse i Normanni per mare ma chiese un compenso molto elevato→ si fece concedere amplissimi privilegi tramite un diploma imperiale (crisobolla) nel 1082, in base ai quali i veneziani potevano commerciare liberamente in tutte le città dell'impero senza pagare tasse. Ciò condusse Venezia a diventare arbitra della vita economica dell'impero, risucchiando le sue risorse finanziarie. Conseguenze del dissesto finanziario: moneta bizantina svalutata e aumento della pressione fiscale; i contadini preferirono mettersi sotto la protezione dei signori. XII sec: impero bizantino si stava configurando come un appendice di Venezia. L'APOGEO DELLA CIVILTA' MEDIEVALE Capitolo XI: incremento demografico e progressi dell'agricoltura nell'Europa dei secoli XI- XIII Inizi XI sec: − popolazione in aumento (ampliamento terre coltivate, fioritura città, aumento prezzi prodotti agricoli, più membri all'interno delle famiglie nobili, possessi fondiari sempre + frantumati, aumento durata della vita, costruzione di nuovi villaggi); − ampliamento dello spazio coltivato: vennero messe a coltura anche le terre incolte della curtis medievale; − fenomeno della “colonizzazione”: i signori cercavano di attirare coloni sulle terre disabitate allo scopo di incrementare il numero degli uomini sottoposti alla loro giurisdizione→ i nuovi villaggi che sorsero in seguito a ciò si chiamarono VILLENUOVE O BORGHIFRANCHI (gli abitanti godevano di innumerevoli privilegi); − i monaci cistercensi e certosini si rifugiarono nelle foreste in cerca di pace e fondarono nuovi monasteri; attorno ai monasteri sorsero nuovi villaggi di contadini; − i contadini vivevano sia in villaggi che in case “sparse”, case in legno “smontabili” che talora si trasformavano in vere e proprie case coloniche (aziende agrarie, poderi). I progressi dell'agricoltura: − introduzione dell'aratro pesante, trainato da 4 o più buoi, per smuovere il terreno in profondità; 32 corporazione erano esclusi i salariati, soggetti tuttavia al tribunale delle corporazioni. L'obiettivo delle corporazioni era quello di tutelare gli interessi di tutti i membri a tutti i livelli→ fissavano i prezzi di vendita per ostacolare concorrenze sleali, controllavano quantità e qualità dei prodotti, partecipavano alle feste cittadine etc. Nell'Italia centro-settentrionale le corporazioni ebbero un ruolo politico di rilievo (ad esempio gestivano servizi di interesse pubblico e designavano propri membri in consigli e negli altri organismi cittadini. Innovazioni tecnologiche: − uso dell'energia idraulica dall'XI sec (mulini e altri attrezzi usati per conciare le pelli, produrre carta etc); − settore tessile: filatoio a ruota e tealio orizzontale a pedale migliorarono i ritmi della produzione. Capitolo XIII: lo sviluppo dei centri urbani e le origini della borghesia CITTA': componente fondamentale della storia europea a partire dall'XI secolo. Centri romani→ centri di consumo Centri medievali→ centri di produzione e scambio (nelle zone non marginali dell'impero romano, le città sopravvivevano come centri di organizzazione del territorio). Italia meridionale→ città inserite nello spazio commerciale bizantino e musulmano: − attività manifuatturiere in piena espansione; − settori di produzione in crescita (industria tessile, estrattiva, manifatture artistiche, costruzioni navali); − produzione industriale trovava sbocco soprattutto sul mercato locale, che era nelle mani soprattutto degli Amalfitani; − Amalfitani→ dal X sec, avevano relazioni commerciali − con Costantiinopoli e col mondo arabo, da cui importavano stoffe pregiate e oggetti preziosi e a cui vendevano prodotti campani come nocciole, castagne e lino. Concorrente di amalfi era Gaeta; c'era anche Bari che commerciava con le città bizantine. Le città meridionali erano dominate dall'aristocrazia fondiaria che impose anche ai nuovi ceti i propri modelli culturali. Le città marinare dell'Italia centro-settentrionale VENEZIA: rimase nell'orbita politica di Bisanzio ma era sostanzialmente indipendente. Già nel IX sec disponeva di una flotta di guerra. I mercanti veneziani avevano contatti con Grecia, Sicilia, Tunisia, Egitto ove esportavano schiave slave per gli harem dei sultani arabi. A Pavia e a Cremona vendevano il sale. 1082: BOLLA D'ORO→ l'imperatore bizantino Alessio Comneno diede ai veneziani piena libertà di commercio in tutte le città dell'impero in cambio dell'aiuto vs i Normanni. PISA e GENOVA: dominavano il Tirreno. 35 1015-6: scacciarono i Saraceni dalla Sardegna, la quale andò sotto il controllo di Pisa. Genova attaccò la Spagna islamica. I rapporti commerciali si intensificarono sempre più. La prima crociata (1097-99) permise a Venezia, Pisa e Genova di stabilire colonie in Siria e Palestina, conquistate dai cristiani. 1284: Battaglia della MELORIA: Genova vinse definitivamente Pisa. Vescovi e città Dopo il Mille, non furono fondate molte nuove città (ne esistevano già di antica fondazione). Vescovo: aveva perso il suo ruolo di guida pastorale e spirituale. Ben presto il suo potere entrò in conflitto con quello dei funzionari pubblici. Difatti, nel X sec, le funzioni pubbliche furono esercitate principalmente da vescovi, il cui governo consentiva una partecipazione politica attiva delle comunità cittadine→ il vescovo era espressione della città o della sua compagine sociale. La nobiltà rientrò velocemente dalla campagna in città. Ragioni: − forza di attrazione della curia vescovile; − migliore qualità della vita. Nacquero comunità cittadine dinamiche il cui ceto dirigente era costituito dalla nobiltà legata alla curia del vescovo. Nel resto d'Europa Tra XI e XII sec: crebbero d'importanza varie città dell'Europa meridionale e centro-settentrionale e ne nacquero di nuove: − un signore feudale fondava un centro fortificato nei pressi di un luogo di mercato; − un gruppo di mercanti creava un proprio insediamento nei pressi di un castello o abbazia per trarne protezione→ nascita ed espansione del BORGO. GERMANIA: città fondate soprattutto da mercanti, alcune anche da signori fondiari; nacque la potente LEGA ANSEATICA (unione delle città mercantili tedesche) allo scopo di garantirsi il monopolio dei traffici nelle zone di interesse. INGHILTERRA: centri di piccola e media consistenza. La società tripartita e la nascita della borghesia Dalla campagna alla città: spostamento di abitanti che volevano sfruttare le nuove opportunità di lavoro (legate per lo più al settore tessile); fuggirono in città anche i contadini di condizione servile per sottarsi al signore→ la città rappresentàò un incredibile stimolo alla conquista della libertà personale in quanto le nuove attività richiedevano la piena disponibilità della propria persona. La società divenne sempre più articolata→ accanto agli uomini di preghiera, ai lavoratori e ai guerrieri si stavano inserendo anche i nuovi ceti dediti al commercio e all'artigianato. Tuttavia l'immagine che la società medievale aveva di se stessa rientrava ancora all'interno di schemi 36 piuttosto rigidi. La società si concepiva suddivisa in 3 grandi ordini (la suddivisione fu fatta da un prelato francese, Adalberone di Laon, poco dopo il Mille): − ORATORES (coloro che pregano); − BELLATORES (coloro che combattono): − LABORATORES (coloro che lavorano la terra per sé e per gli altri). La concezione tripartita della società permase a lungo nell'immaginario comune, anche se un po' alla volta si iniziò a prendere atto della presenza dei BORGHESI all'interno del terzo ordine. Il rapporto fra contadino e borghese era biunivoco: i contadini andavano in città per vendere o acquisatre al mercato; i borghesi andavano in campagna per valorizzare i loro possedimenti. MURA: simbolo di separazione fra lo spazio organizzato e il mondo esterno. Movimento comunale nelle città d'oltralpe FIANDRE e FRANCIA MERIDIONALE: i cittadini stipularono fra loro giuramenti di pace (“coniurationes”) e avviarono trattative con i signori per ottenere una CARTA di COMUNE (=autorizzazione a fare il comune): − alle volte ciò avveniva tramite rivolte armate; − alle volte l'iniziativa partiva dai signori i quali chiedevano in cambio di mantenere le proprie funzioni pubbliche all'interno del comune. FRANCIA: la monarchia favorì i comuni la cui giurisdizione dipendeva da signori e principi territoriali; GERMANIA: caso analogo a quello della Francia settentrionale. Capitolo XIV: il rinnovamento della vita religiosa e la riforma della Chiesa Crisi dell'ordinamento eccelesiastico L'ordinamento ecclesiastico non riusciva a funzionare. Ragioni: − ingerenza dei laici nelle nomine di vescovi e abati (cui i signori locali promettevano feudi e titoli); − basso livello culturale di chierici e prelati; − duffusione della SIMONIA (compravendita di cariche ecclesiastiche) e del concubinato di chierici ed altri ecclesiastici. La crisi fu superata con efficacia e rapidità grazie ad un grande movimento di RIFORMA. Il rinnovamento religioso ebbe origine nei monasteri→ furono introdotte nuove formule di vita monastica. CLUNY: monastero fondato nel 910 da GUGLIELMO d'AQUITANIA e dall'abate Bernone. Le case cluniacensi erano strettamente legate in un sistema: la casa madre era un 'abbazia “esentata”, priva cioè di obblighi nei confronti dei signori, ma responsabile direttamente di fronte a Roma. Grazie all'ascesa di Cluny, ovunque gli uomini presero coscienza degli abusi della Chiesa. In breve i cluniacensi vennero ricercati come vescovi ed arcivescovi. La formula cluniacense era di tipo “centralistico”: vi erano + monasteri alla guida di un solo abate che reggeva le comunità locali avvalendosi di “priori”. I cluniacensi eliminarono il lavoro manulae, affidandolo a servi e coloni, praticavano preghiere e opere di misericordia e dedicavano parte del loro tempo allo studio e all'attività letteraria (in particolare l'agiografia). 37 Chiesa. L'imperatore avrebbe potuto concedere solo i poteri temporali. In Germania il sovrano o un suo rappresentate poteva assistere all'elezione e procedere subito all'investitura. Il sovrano poteva negare l'investitura all'eletto. Il Papato verso la monarchia 1123: il Concilio Lateranense ratificò il concordato e inoltre stabilì i seguernti punti: − ribadì la condanna della simonia; − escluse totalmente i laici dalle questioni eccelesiastiche; − il papato si dotò di strumenti per poter intervenire direttamente sulle chiese locali; − l'elezione dei vescovi doveva essere decisa a Roma. Fu inoltre potenziato l'apparato burocratico (cancelleria, uffici finanziari); nel 1192 fu fatto il Liber Censuum, registro delle entrate indispensabili al funzionamento della curia romana. LEGAZIONE: − all'inizio vennero inviati legati temporanei presso enti ecclesiastici o sovrani; − poi furono inviati legati permanenti, rappresentanti il papa, con ampi poteri. I compiti + importanti venivano comunque svolti dai cardinali. Si accresceva a poco a poco il potere politico della Chiesa che aveva influenza su altri Stati. XII-XIII sec: piena supremazia papale anche sul piano temporale→ IEROCRAZIA: supremazia del potere sacredotale su quello secolare. Capitolo XV: rinascita culturale e nuove esperienze religiose Rinascite culturali: − rinascita carolingia, volta a recuperare il patrimonio letterario classico. Centri delle rinascita carolingia le abbazie di S. Gallo, Fleury etc; − X sec: Ottone I continuò la rinascita carolingia. I monasteri erano comunque influenzati da Cluny e Citeaux e il clero studiava nelle scuole della Francia settentrionale; − Italia meridionale (XI sec): contatti con arabi e greci; − Italia settentrionale: rinascita del diritto romano sulla base del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano (Bologna→ maggior centro europeo di studi giuridici); − Francia: si studiavano le sette Arti Liberali. Personaggio eminente della cultura francese dell'epoca era GERBERTO d'AURILLAC. Centri della rinascita culturale furono: i nuovi ordini religiosi come cistercensi e certosini; scuole cattedrali (controllate dai vescovi). Le università Creazione originale del XII secolo. Essa nacque in seguito alla costituzione di corporazioni di studenti e maestri, i quali si riunivano in base agli interessi comuni e alla necessità della difesa reciproca dandosi il nome di Universitas→ essa riguardava però solo l'organizzazione corporativa; l'organizzazione didattica era detta Studium. Lo Studium si divideva in 4 facoltà: − facoltà delle sette Arti Liberali; − facoltà di diritto; 40 − facoltà di medicina; − facoltà di teologia. In Italia le corporazioni studentesche e quelle dei docenti acquisirono grande potere. Gli studenti pagavano i professori, sceglievano i corsi di studio e stabilivano l'entità di eventuali multe ai maestri. Le università nascevano per iniziativa di studenti, maestri, sovrani etc. I università: Scuola Medica di Salerno. Bologna: nacque su iniziativa degli studenti. Vi erano 2 corporazioni studentesche: “ultramontani” e “citramontani”→ fissavano le regole dello Studium. Parigi: le sue origini sono legate alla scuola cattedrale di Notre Dame. Sorse su iniziativa dei maestri→ l'universitas magistrorum aveva l'obiettivo di ridurre il potere del cancelliere arcivescovile che intendeva indicare i libri da usare nell'insegnamento. Napoli: sorse per volere di Federico II, il cui obiettivo era controllare la formazione del personale amministrativo del Regno di Sicilia. Le università medievali erano mobili. Le lezioni si tenevano nei chiostri delle cattedrali, nelle piazze etc. In seguito gli insegnanti iniziarono ad affittare locali e gli studenti sedevano sul pavimento. Le università potevano pertanto spostarsi in qualunque momento in caso di lotte cittadine. Il corso di studi durava 6 anni circa e al termine vi erano gli esami. A metà corso, lo studente era interrogato dal maestro o da una commissione. Essi valutavano la capacità dello studente di tenere una lezione o una “disputa”. Superato l'esame, lo studente otteneva il titolo di “baccelliere” (assistente del maestro). Se desiderava conseguire il dottorato e diventare maestro (insegnamento universitario), doveva sottoporsi a due dispute coi i baccellieri e i maestri di facoltà alla presenza del cancelliere arcivescovile, da cui riceveva il titolo. DISPUTATIO: il maestro sceglieva un tema ed incaricava un suo assistente di presentarlo agli studenti e di rispondere alle obiezioni; DETERMINATIO: avveniva il giorno dopo la disputatio. Si trattava della sintesi della discussione accompagnata dall'esposizione della tesi; LECTIO: lettura e commento di vari autori e raccolta appunti da parte degli studenti. In tale contesto si sviluppò la SCOLASTICA→ tipica cultura filosofica degli ambienti medievali, il cui elemento unificante era il pensiero aristotelico, basato sulla logica e filtrato da TOMMASO d'AQUINO e da Alberto Magno (Summa Theologica→ opera filosofica di Tommaso d'Aquino in cui egli cercò di usare la logica dell'antico filosofo greco per dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio). Pensiero aristotelico→ divenne, grazie a Tommaso, il fondamento della filosofia cristiana e della cultura medievale. Produzione libraria Libri→ prodotti da monaci amanuensi e miniatori all'interno dei monasteri. La copiatura richiedeva mesi o anni di lavoro. Libri erano dei beni di lusso e perciò molto costosi. 41 Con lo sviluppo dell'università e dell'insegnamento→ necessità di un nemero maggiore di libri a basso prezzo. Gli studenti si rivolgevano a librai-editori (STATIONARII) a cui erano forniti i testi ufficiali (exemplaria) dai professori. Gli editori suddividevano il libro in PECIAE, fascicoli sciolti, in modo che potessero lavorarvi + copisti contemporaneamente. Per confezionare il libro si usava ancora la pergamena ma si stava diffondendo la carta. La scrittura usata era quella gotica ma, in ambito universitario, si vennero formando tipizzazioni grafiche particolari (ad esempio la Littera Bononiensis di Bologna e la Littera Parisiensis di Parigi). Le lingue volgari e la nascita della cultura Anche col Medieovo, il latino continuò ad essere lingua di cultura. Tuttavia in pochissimi ormai lo comprendevano. I documento in lingua volgare: giuramento di Strasburgo (842). La diffusione vera e propria del volgare avvenne fra XI e XII sec, soprattutto negli ambienti feudali della Francia. Emersero in particolare due lingue romanze: − langue d'oil al Nord, che si impose definitivamente dopo il Duecento (lingua usata nella trattatistica e nella narrativa; − langue d'oc al Sud, usata in una raffinatissima produzione poetica. All'interno del COMUNE italiano, emersero le figure dei NOTAI e dei MERCANTI. I notai diventarono fondamentali per il buon funzionamento delle istituzioni comunali e per la produzione di atti di vario genere. Inizialmente usarono il latino ma poi si servirono sempre + del volgare. Essi costituivano la memoria storica delle loro città, di cui registravano gli eventi + importanti o ai margini dei registri notarili o all'interno di trattazioni + organiche (v. Dino Compagno o Giovanni Villani). I mercanti erano portatori di una nuova mentalità. Scrivevano lettere e tenevano registri legati alla lotro professione ma ben presto iniziarono a scrivere anche altro (come i Libri di Ricordanze, in cui annotavano le vicende di famiglia). I Comuni, per ampliare il loro prestigio, crearono ascuole aperte a tutti→ processo di laicizzazione della cultura. TROVATORI→ poeti provenzali che scrivevano componimenti in volgare (langue d'oc), idealizzando la galanteria. Si trattava di nobili be cortigiani. Il primo fu Guglielmo IX duca d'Aquitania, la cui figlia Eleonora, sposa di Enrico II d'Inghilterra, condusse la poesia dei trovatori oltremanica. Le prime liriche celebravano l'amore illecito; poi si preferì l'amore spirituale. TROVIERI: originari della Francia del Nord, meno aristocratici e delicati dei trovatori. Idealizzando l'eroismo e l'avventura, scrivevano in langue d'oil ballate e “chansons de geste” (→ celebravano, in versi, le imprese di Carlo magno e dei suoi successori. Famosa è la Chanson de Roland). Accanto alle chansons de geste, vi era il “roman”, antenato del romanzo odierno in cui si narravano le vicende di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. 42 − nascita del FEUDO OBLATO: terre allodiali che il proprietario donava al signore per riottenerle in feudo dopo aver prestato omaggio (così il proprietario diventava vassallo del signore e doveva prestare servigi); − FEUDI sine SERVITIO/FIDELITATE (in Lombardia): feudi per cui i vassalli non dovevano prestare servizi militari, spesso sostituito con una tassa in denaro. La piramide feudale: Sovrano Vassalli piccoli e grandi proprietari Valvassori ceti rurali Valvassini Le origini dei comuni italiani Fine XI sec: sorse una nuova istituzione politica, il COMUNE, realtà amministrativa ma anche politico-territoriale. Attorno al vescovo o ad un signore laico si raccolse, un po' alla volta, un cero numero di persone che si stavano preparando alla gestione degli affari pubblici→ si rafforzò la consapevolezza dell'autonomia raggiunta e nacque l'esigenza di “fare il comune”, cioè di sancire un patto per potersi occupare assieme della gestione della cosa pubblica. Quindi: il comune sorse su iniziativa di cittadini uniti dai medesimi interessi, i quali si unirono in un patto. All'inizio il patto fu una scelta volontaria che si espresse tramite un giuramento; poi divenne obbligatorio in seguito all'acquisizione di maggior prestigio dovuto all'adesione di famiglie nobili molto in vista→ il comune si avviava a comportarsi come uno Stato, esercitando poteri che erano prerogativa del sovrano. I comuni si affermarono nelle zone economicamente più vivaci e che si trovavano lungo le vie dei traffici commerciali. Inoltre sorsero + facilmente nell'Italia centro-settentrionale ove l'imperatore mancava a causa dei problemi che doveva affronatre in Germania. Non tutte le funzioni pubbliche erano esercitate dal vescovo (vi erano difficoltà ad arginare scontri e tensioni fra gruppi familiari). Nel 1097, a Milano, è documentata la nuova magistratura dei 45 CONSOLI, ordinamento politico completamente nuovo. In origine, i consoli rappresentavano l'intera città. Il comune consolare La nascita del comune avvenne con modalità diverse da zona a zona ma vi sono alcuni elementi in comune: − la nascita dei comuni coincise col quarantennio 1080-1120, ossia col periodo della lotta alle investiture; − l'iniziativa è legata al ceto aristocratico o a quello mercantile-imprenditoriale; − le famiglie nobili o borghesi da cui provenivano i consoli erano dette “consulares”; − i consoli curavano gli interessi dell'intera città; − stessi organi di governo, modalità delle elezioni, durata delle cariche. Organi di governo: − ARENGO: assemblea generale dei cittadini che decideva in merito a problemi di interesse generale; poi sostituito dal CONSIGLIO MAGGIORE (potere deliberativo) e da quello MINORE (affiancava i consoli nell'esrcizio del potere); − COLLEGIO dei CONSOLI: potere esecutivo; i consoli stavano in carica da 6 mesi ad un anno. CONTADO: il comune comunicava col mondo rurale tramite − l'aristocrazia cittadina che spesso aveva legami di parentela con i signori feudali; − mercanti e artigiani volevano estendere il raggio delle loro attività in direzione delle campagne. Federico Barbarossa e i comuni italiani Sul trono imperiale, salì, dopo lunghi contrasti, FEDERICO di SVEVIA (1152-1190), detto il BARBAROSSA, figlio di Giuditta di Baviera. Federico cercò di rafforzare l'autorità imperiale riaffermando il suo diritto di eleggere i vescovi durante la Dieta di Costanza. Scese in italia per riaffermare la sua supremazia anche in relazione alle nuove realtà comunali. A Roma, ricevette dal papa la corona imperiale dopo aver posto fine all'esperienza comunale della città. Aiutò alcune città lombarde a liberarsi dall'ingerenza del Ducato di Milano, di cui ottenne la capitolazione. Dieta di Roncaglia: Federico elencò una serie di regalie (diritti imperiali) cui i comuni dovevano sottostare. In seguito, tuttavia, lasciò ai comuni la possibilità di esercitare tali diritti dietro versamento di un tributo annuo. In cambio, chiedeva che l'impero fosse riconosciuto come fonte di tutti i poteri. CONSTITUTIO PACIS: proibì leghe fra città e guerre private. Le iniziative del Barbarossa suscitarono un movimento di opposizione, costituito dal papa Alessandro III e dalla “societas lombardiae” (lega lombarda). Alla fine, Federico fu costretto a rientrare in Germania a causa di alcuni problemi legati alla riottosità dei feudatari. Dopo la sconfitta subita dalla lega a Legnano, l'imperatore sancì un accordo col papa che non fu ben visto dai comuni. 1183: Pace di Costanza→ compromesso fra comuni e imperatore per garantire i rispettivi interessi. 46 Il Comune podestarile Il potere dei comuni si andava consolidando e, con esso, anche la sottomissione del contado attuata in vari modi. La magistratura collegiale (i consoli) furono sostituiti dal PODESTA'. Con il potenziamento delle attività artigianali e mercantili, si formarono 2 schieramenti: − nobiltà (detentori del potere); − popolo (mercanti e artigiani che miravano a formare la nuova classe dirigente). Sorsereo ben presto contrasti fra gruppi sociali e la soluzione fu trovata nella sostituzione dei consoli con un podestà, prima del posto e poi forestiero (un “super partes”). Era un tecnico della politica e del diritto, doveva eseguire le decisioni prese dai consigli cittadini, applicare le leggi, amministrare la giustizia e sovraintendere a tutto l'apparato burocratico del comune. Lotte tra nobiltà e popolo Sorsero tensioni anche all'interno di uno stesso ceto: − nobiltà: nacquero dei veri e propri clan attorno ai nobili (schiere di clienti e amici), riuniti in federazioni dette “societates militum” e distinte in “guelfi” (filopapali) e “ghibellini” (filoimperiali)→ i 2 termini persero il loro significato originario per diventare la copertura ideologica di conflitti interni ai comuni stessi. − ceto popolare: era animato da forti tensioni superate dalla comune lotta vs i nobili. Nacque la “societas populi” organizzata con capi e consigli. Il comune popolare I conflitti interni al comune portarono al fenomeno del “fuoriuscitismo”: i perdenti venivano esiliati (ed è ciò che successe a Dante). L'esito delle lotte portò spesso alla vittoria del popolo, il quale mantenne la sua società affiancandola agli organi del comune→ sistema detto “bicamerale”: i provvedimenti passavano sia tramite i consigli comunali sia tramite la societas populi. Il potere esecutivo si divideva fra il podestà e o capi del popolo (“priorato delle arti”). In seguito si affiancò ad essi un capitano del popolo, dotato di competenze militari. Il popolo al potere non tutelava tuttavia gli interessi delle classi inferiori ed attuava una politica antinobiliare tramite le leggi “antimagnatizie”→ esse prevedevano l'esclusione dalle cariche + elevate i “magnati”, esponenti della grande aristocrazia militare e popolani ricchi che seguivano lo stesso stile di vita. 1293: Giano della Bella, nobile vicino alle posizioni del popolo, fece promulgare gli “ordinamenti di giustizia” per porre fine alle violenze dei magnati ed escluderli dal priorato delle arti. Il numero di coloro che erano coinvolti nella gestione della cosa pubblica era elevato. I poveri però non erano tutelati ed erano esclusi dal governo sia i salariati che gli artigiani. L'affrancamento dei servi della gleba era legato a motivazioni di natura fiscale. Capitolo XVII: la diffusione dei rappori feudali: l'Inghilterra, il Mediterraneo, le Crociate Esempi di feudalità efficiente Vichinghi: 47 Venezia spinse prima alla conquista di Zara e poi di Costantinopoli ove vi era un pretendente al trono, un certo Alessio, che prometteva lauti compensi. 1203: Alessio fu messo sul trono ma non fu capace di gestire i conflitti fra la popolazione, gli occidentali e la Chiesa di Roma. 1204: Costantinopoli fu saccheggiata e poi fu costituito l'IMPERO LATINO D'ORIENTE, spartito fra Baldovino di Fiandra, Venezia e i capi delle armate che avevano partecipato all'impresa. Fine dell'Impero Latino d'Oriente e agonia dell'ideale crociato Impero latino d'oriente: costruzione politica debole, soprattutto a causa dell'ostilità della popolazione vs gli occidentali e la Chiesa di Roma: − gli imperatori latini non avevano il controllo di tutto l'impero bizantino, nel cui ambito erano sorti vari staterelli retti da signori locali; − vi era insofferenza fra Venezia da un lato, Genova e Pisa dall'altro. Genova strinse un patto col signore di Nicea, Michele Paleologo, non influenzato dai latini Egli salì al trono dando origine alla dinastia dei Paleologhi (durò fino al 1453); − V crociata: avviata nel 1217 per riconquistare Gerusalemme, si concluse nel 1221 con un fallimento; − Luigi IX, detto il Santo, si concentrò sull'Egitto indicendo la VI e la VII crociata, conclusesi con un insuccesso; − vi fu la crociata diplomatica di Federico II: nel 1229, Gerusalemme fu restituita ai cristiani grazie ad un patto fra Federico II e il sultano del Cairo Malik al-Kamil (l'accordo prevedeva lo smantellamento delle difese della città); nel 1244, una tribù di turchi nomadi saccheggiò e si impadronì di Gerusalemme, priva di difese; − in Egitto i Mamelucchi nominarono un loro sultano dopo aver messo da parte gli ultimi discendenti del Saladino. Il nuovo sultano conquistò i territori ancora in mano crisstiana→ gli ultimi a cadere furono, nel 1291, Tiro, Beirut, Sidone, San Giovanni d'Acri. Prospetto delle crociate: I crociata (1097-99): nasce il Regno di Gerusalemme; II crociata (1147-9): fallisce la spedizione partita per liberare Edessa dai turchi; III crociata (1189-1192): si tenta, invano, di riconquistare Gerusalemme; IV crociata (1202-4): nasce l'Impero Latino d'Oriente; V crociata (1217-1221): il centro del potere arabo non viene distrutto; crociata diplomatica (1229): Federico II stipula un accordo per la riconquista di Gerusalemme; VI (1248-1254)e VII crociata (1270): spedizioni di Luigi IX vs Egitto. Capitolo XVIII: la ripresa della lotta fra papato e impero e le monarchie dell'Europa Occidentale Innocenzo III e l'apogeo del papato Ascesa di Innocenzo III (1198-1216)→ dichiarava la supremazia del potere spirituale su quello poltico. Con Innocenzo III, il papato si evolvette in senso monarchico. Intervenne sulle questioni di successione nel Regno di Sicilia e pose sul trono il giovane Federico II. 50 Crociata vs Albigesi e IV concilio lateranense: − indisse una crociata vs Albigesi, ritenuti eretici, dopo che costoro, nel 1208, uccisero un legato papale; − 1215: IV Concilio Lateranense→ durante il concilio, fu dato ampio spazio ad una strategia globale vs l'erssia e furono prese importanti decisioni sull'organizzazione complessiva della vita religiosa. Restaurazione del potere monarchico in Francia − Filippo Augusto (dinastia capetingi) cercò di rilanciuare l'immagine della monarchia francese, tentando di indebolire il suo potente vassallo inglese e attirando dalla sua parte lo stesso figlio del re, Riccardo Cuor di Leone; − poi però Filippo si schierò dalla parte dell'imperatore Enrico VI, quando Riccardo mostrò di volersi alleare con Tancredi di Lecce, altro pretendente al trono imperiale; − più tardi Riccardo cadde prigioniero dell'imperatore e gli prestò giuramento di vassallaggio. Dopo la morte di Riccardo, si aprì un nuovo scenario politico: − sul trono inglese salì Giovanni Senzaterra che fu citato da Filippo Augusto davanti alla sua corte di Parigi. Il Senzaterra non si presentò e fu accusato di tradimento. Il conflitto fra i 2 sovrani degenerò in uno scontro che opponeva Innocenzo III e Filippo all'imperatore Ottone e Giovanni Senzaterra. Lo scontro avvenne a Bouvines (Francia): l'esercito anglo-tedesco fu messo in fuga e fu dichiarata la schiacciante vittoria del re di Francia (27 luglio 1214, la “domenica di Bouvines”). La Magna Charta In Inghilterra, baroni e grandi eccelesiastici protestarono per la decisione del re di dichiarare il regno feudo della Chiesa. Così imposero al sovrano la Magna Charta libertatum ecclesiae et regni Angliae (1215-7)→ alla Magna Charta si riconducono le origini delle istituzioni parlamentari. Con essa, il re si impegnava a rispettare i diritti di cui godevano i nobili, gli eccelesiastici e tutti i liberi del regno. La promulgazione della Magna Charta peggiorò la situazione di Giovanni che fu sconfessato dal papa. Dopo alcune vicende, il trono andò al figlio del Senzaterra, Enrico III. Federico II Federico fu incoronato re di Germania nel 1212 e in seguito, in San Pietroa Roma, papa Onorio III lo incoronò imperatore. In cambio, Federico promise al pontefice di partire per una nuuova crociata. Poco dopo, si stabilì nel Regno di Sicilia, la cui situazione non era affatto facile. Federico II cercò di rivendicare tutti i diritti regi: lottò contro le resistenze dei baroni, sconfisse e trasferì i Saraceni a Lucera, annullò le autonomie cittadine + importanti etc. 1224: Federico fondò la I università statale del mondo occidentale (Napoli), con lo scopo di poter formare giuristi e funzionari da inserire nell'apparato amministrativo dello Stato. Il sovrano tentò di ripristinare i diritti regi anche nell'Italia centro-settentrionale ma fu fermato dalla Lega Lombarda. Il re era un uomo di grandi interessi scientifici e filosofici e leggeva molto. 51 Crociata di Federico II e conflitto col papato Federico, partito per la crociata sollecitato da papa Gregorio IX, strinse un accordo con Malik al- Kamil. Il papa, indignato, indisse una crociata vs Federico che firmò la pace a Ceprano (1230). Azione riformatrice di Federico all'interno del Regno di Sicilia: − Costituzioni di Melfi (1231)→ i suoi domini furono dotati di un codice organico di leggi; fu costituita una fitta rete di castelli per tutelare la pace e l'ordine. In Germania: − Costituzione di pace imperiale (1235)→ riordinò tutto il diritto penale tedesco; − Federico dovette sedare una ribellione del figlio Enrico, il quale fu sostituito da Corrado IV. Scomunica di Federico II e nuova crisi del potere imperiale Gregorio IX scomunicò di nuovo Federico perchè quest'ultimo non rispettò gli accordi di Ceprano ed aveva posto sul trono di Sardegna il figlio naturale Enzo. Federico cercò di contrastare i nemici mentre il papa lanciò vs di lui una campagna diffamatoria. 1249: Enzo fu fatto prigioniero nelle carceri di bologna ove morì; 1250: morte di Federico a Lucera. Dopo Corrado IV, fu eletto imperatore Rodolfo d'Asburgo. Il trono di Sicilia fu occupato da Manfredi, figlio naturale di Federico (1258). Il papa fece intervenire vs di lui Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX re di Francia, che sconfisse e uccise Manfredi a Benevento nel 1266. Gli Angioini si sostituirono agli Svevi sul trono di Sicilia. La reconquista VIII sec: I esempio di resistenza ai musulmani nelle Asturie ove i musulmani non estesero il loro dominio diretto; IX-X sec: maggiore attivismo degli Stati cristiani vs i musulmani ma in genere si trattava di incursioni a scopo di razzia o di protezione di persone occupate nel ripopolamento di zone poco abitate; X-XI sec: movimento espansivo più vigoroso (scomparsa del califfato di Cordova nel 1031). La reconquista divenne allora anche un'impresa politica e religiosa. Spesso ai musulmani veniva lasciato un ampio margine di libertà, dietro pagamento di un tributo annuo. Inizi XI sec→ geografia politica della Spagna: − Regno di León (nord ovest); − Regno di Navarra (nord est); − Regno di Castiglia (centro); − Regno d' Aragona (a ridosso zona pirenaica). Struttura sociale ed economica degli stati spagnoli 52 − terremoti clamorosi nel 1348 e 1349. Peste: si trasmetteva tramite la puntura di una pulce portatrice di un bacillo scoperto nel 1894 e denominato Yersinia pestis. Il focolaio di partenza dell'epidemia stava probabilmente nel cuore del regno Mongolo (attuale Kazakistan); si propagò poi in Crimea tramite la via della seta e da lì giunse in Europa (1348). Una seconda pestilenza si diffuse tra il 1360 e il 1390 e poi tra il 1397 e il 1402. La peste uccise circa 1/3 della popolazione europea. L'ultima comparsa della peste avvenne nel 1720 a Marsiglia. La guerra e le compagnie di ventura Trecento sconvolto da un lungo periodo di guerra basata su guerriglie impresse da truppe mercenarie aragonesi→ nuovo tipo di guerra fondato sull'impiego di truppe mercenarie volte ad annientare il nemico distruggendo le sue risorse. Ogni soldato rispondeva al proprio capo, non al comandante dell'intero esercito. L'ingaggio di eserciti mercenari, contingenti armati stabili ed efficienti, era molto costoso e richiedeva l'imposizione di tasse sempre + pesanti. Compagnie mercenarie: − compagnia del bretone Giovanni di Montreal; − la grande compagnia del tedesco Guarnieri di Urslingen; − la compagnia dell'inglese Giovanni Hawkwood; − la compagnia santa; − la compagnia di San Giorgio che formò i condottieri Muzio Attendolo Sforza e Andrea Braccio da Montone. I capi delle compagnie mercenarie erano veri e propri imprenditori economici. ESERCITO COMUNALE→ − popolo era chiamato alle armi; − servizio militare volontario e non retribuito; − soldati si procuravano da soli alle armi; − esercito costituito per lo più da fanteria leggera e da pochi cavalieri (solo i ricchi potevano permettersi l'armatura costosa da cavaliere). ESERCITO MERCENARIO→ − truppe arruolate dall'esterno e pagate (=assoldate, da cui “soldati”); − si formarono eserciti di professionisti (compagnie di ventura), legati da contratti (=condotte, da cui “condottieri”); − alcuni condottieri riuscirono ad imporsi al governo di una città come Francesco Sforza, figlio di Muzio Attendolo. Rivolte contadine e tensioni sociali 55 Rivolte legate alla precarietà delle condizioni di vita. Alcuni esempi di rivolta: − Jacquerie (Francia), 1358; − rivolta inglese, 1381; − rivolta della Catalogna, 1462; − rivolta dei Tuchini in Linguadoca e Piemonte; − rivolte a carattere episodico in Italia Meridionale (già dagli inizi del XIV sec); − fenomeno del brigantaggio, con rapida diffusione. Rivolte degli operai dell'industria tessile Italia centro-settentrionale: boom industriale nel settore tessile. Tuttavia gli operai erano inquieti: − mancava una tutela “sindacale”, per cui i lavoratori non potevano riunirsi in associazioni ma erano sottoposti al giudizio dei membri delle corporazioni; − l'attività produttiva era legata all'andamento del mercato; − crisi di sovrapproduzione dell'industria tessile (troppi prodotti per poche domande). Emersero rivolte: − Perugia (1371), conclusasi con la presa del potere da parte dei nobili; − Siena (1371), i lavoratori furono scalzati da alcuni mercanti-imprenditori; − Ciompi (1378), a Firenze: i Ciompi erano gli operai del settore tessile chiamati così dai padrono in senso dispregiativo. Essi proposero una modifica definitiva del loro modo di vita, chiedendo la creazione di una corporazione di operai tessili in grado di tutelarli dai padroni dispotici e la partecipazione al governo cittadino. I rivoltosi chiesero anche provvedimenti di natura politica a cui i mercanti si opposero chiudendo le botteghe e facendo saprire la materia prima. I Ciompi furono sconfitti dai datori di lavoro e dal comune, la corporazione che era stata creata in loro favore fu soppressa e molti operai furono condannati alla pena capitale. Depressione economica o riconversione? − alla crisi di un settore industriale spesso corrispondeva lo sviluppo di un altro settore; − i livelli di vita dei salariati non erano ugualmente bassi in tutti i settori. In certi casi, la riduzione di manodopera legata al calo demografico condusse ad un aumento dei salari; − certe piazze mercantili entrarono in declino e altre si avviarono verso una fase di ascesa (ad esempio, Venezia acquisì il dominio assoluto del commercio delle spezie in seguito al declino di Genova, Barcellona e Marsiglia); − lo stesso declino demografico non si presentò dovunque con la stessa intensità; − molti mercanti abbandonarono il commercio per diventare proprietari fondiari o ufficiali pubblici. Tuttavia un elemento in particolare finì per ostacolare il progresso: la scarsità della moneta circolante che era metallica (→ metallo era allora disponibile in quantità limitata). Di fronte a ciò furono presi vari provvedimenti che tuttavia risultarono inutili. Le tensioni erano in genere scaricate sui mercanti italiani, accusati di provocare penuria di moneta poiché dediti a pratiche bancarie e mercantili e poiché erano agenti fiscali del papa. Capitolo XXI: il consolidamento delle istituzioni monarchiche in Europa 56 Conflitto fra Filippo il Bello e Bonifacio VIII Il problema del rapporto fra impero e papato si venne chiarendo agli inizi del XIV sec grazie al succedersi di alcuni eventi fra cui il primo è legato a FILIPPO IL BELLO di Francia e al papa BONIFACIO VIII. L'elezione del papa fu molto contestata ma alla fine Bonifacio riuscì a vincere i suoi nemici ed indisse per il 1300 il primo Giubileo della storia, concedendo l'indulgenza plenaria a chi avesse fatto pellegrinaggio a Roma. Interventi politici del pontefice: − Firenze: negli scontri fra guelfi Neri (filopapali) e Bianchi (filoimperiali) a Firenze, il papa appoggiò questi ultimi che presero il potere e scacciarono i Bianchi dalla città nel 1301; − Regno di Francia: conflitto fra Filippo e Bonifacio. Il papa lanciò contro il re la bolla UNAM SANCTAM in cui si riaffermava la superiorità del pontefice su ogni creatura umana, compreso il sovrano. Filippo, di rimando, scagliò una serie di accuse scandalistiche vs Bonifacio e cercò di condurlo davanti ad un tribunale. Alla fine, il popolo romano insorse a difendere Bonifacio. 1305: salì al soglio pontificio il papa Clemente V, arcivescovo di Bordeaux, il quale, temendo l'ostilità dei romani, preferì trasferire la sede papale ad AVIGNONE→ periodo della CATTIVITA' AVIGNONESE (durò fino al 1376). L'idea di sovranità da Dante a Marsilio da Padova Enrico III cercò di restaurare l'autorità regia e riunire i titoli di imperatore e re di Germania: − Dante vedeva Enrico come il restauratore della pace e della giustizia. Secondo Dante, il potere temporale doveva essere affidato all'imperatore, quello spirituale al papa→ suddivisione dei poteri; − Marsilio da Padova: il potere del re era espressione del popolo, non della Chiesa. Secondo Marsilio, la sovranità della Chiesa apparteneva a tutta la cristianità, rappresentata dal Concilio (idea della superiorità del concilio sul papato). Il re non aveva inoltre bisogno della legittimazione religiosa e poteva intervenire negli aspetti organizzativi della Chiesa. 1356: Bolla d'Oro, emanata da Carlo IV di Lussemburgo-Boemia→ venne definita l'elezione imperiale che doveva avvenire tramite il voto di 7 elettori, 3 ecclesiastici e 4 laici. Potere monarchico in Inghilterra e guerra dei 100 anni 1340: Consiglio o Parlamento si articolò in una Camera dei Pari (grandi nobili e alti eccelesiastici del Regno) e in una Camera dei Comuni (con rappresentanti della nobiltà, del basso clero e delle città). Al Consiglio Comune del regno furono chiamati a partecipare, oltre a clero e nobiltà, anche due rappresentanti della piccola nobiltà (Gentry) per ogni contea e due borghesi per ogni città dipendente dalla corona. Situazione Francia-Inghilterra: i due Stati furono interessati da una serie di conflitti che si protrassero dal 1337 al 1453→ GUERRA DEI CENT'ANNI Casus belli→ rivendicazione al trono francese: − Edoardo III re d'Inghilterra, figlio di una sorella di Filippo il Bello; − Filippo di Valois, figlio di un fratello di Filippo il Bello. 57 Nel frattempo il ruolo dei Comuni al sud andava crescendo sempre più, soprattutto nei momenti + precari per la monarchia. La crisi della dinastia angioina e l'avvento degli aragonesi Giovanna I, nipote di Roberto d'Angiò, cercò, assieme allo sposo Luigi di Taranto, di restaurare la monarchia. Priva di eredi maschi, la regina scelse quale successore Luigi d'Angiò, fratello del re di Francia, cui si oppose il nipote di Giovanna Carlo III di Durazzo che si impadronì di Napoli nel 1381, dopo aver fatto uccidere la zia. In seguito ad ulteriori vicende dinastiche, la nuova regina Giovanna II adottò come suo erede al trono il re d'Aragona ALFONSO V (1414). La Sicilia dopo i Vespri La crisi del Trecento e i tentativi degli Angioini di recuperare il loro potere aggravarono la già precaria situazione della Sicilia, totalmente in balia dei baroni. 1362: regno fu diviso in una parte orientale in mano agli Alagona e in una parte occidentale controllata dai Chiaromonte-Ventimiglia. 1377: Maria, figlia di Federico IV, fece dividere il regno in 4 parti, affidate ad altrettanti nobili vicari. Martino il Giovane, figlio di Pietro IV d'Aragona, sposò Maria e giunse in Sicilia cercando di riorganizzare il regno. Con la sua morte, terminò l'indipendenza della Sicilia che finì nelle mani di ALFONSO IL MAGNANIMO. Alfonso il Magnanimo e il mercato comune aragonese In seguito ad alterne vicende e dopo essere stato più volte sconfitto, Alfonso, fatto prigioniero dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, riottenne la libertà e strinse un'alleanza con lo stesso duca. 1442: Alfonso si impadronì di Napoli, segnando la temporanea ricostituzione dell'unità del regno. L'età degli aragonesi segnò, per il Regni di Napoli, un periodo florido sia economicamente che dal punto di vista politico-amministrativo e culturale. Alla sua morte, il regno fu diviso fra: − Ferrante (Regno di Napoli); − Giovanni (resto dei domini e Sicilia). Ferrante cercò di avviare un'opera riformatrice per contrastare il potere della feudalità la quale gli si oppose nella “congiura dei baroni” (1485). Capitolo XXIII: chiusure oligarchiche e consolidamento delle istituzioni in Italia centro- settentrionale La crisi degli ordinamenti comunali e le origini della signoria cittadina L'instabilità dei Comuni provocò la loro evoluzione in Signorie, grazie anche all'intraprendenza di grandi faniglie dell'aristocrazia feudale − ESTENSI: dominio su FERRARA; − i Da ROMANO: si imposero su Verona, Vicenza, Padova e Treviso; − Oberto PELAVICINO: si impose su Alessandria, Milano, Cremona, Pavia, Piacenza, Parma. Il dominio si dissolse alla sua morte (1269); − Guglielmo VII di MONFERRATO: dominio sulle città della Padania occidentale; 60 Verona: Mastino della Scala, subentrato ad Ezzelino da Romano, assunse prima il titolo di podestà e poi quello di capitano del popolo→ fenomeno della “criptosignoria” (istituzioni comunali private del loro contenuto ma non del tutto abbattute). Della Scala giunse al potere col sostegno dei mercanti. Milano: anche qui il superamento del regime comunale avvenne lentamente. All'inizio salirono al potere i Della Torre, seguiti da Ottone VISCONTI, proclamato signore. Nel 1395, GIAN GALEAZZO VISCONTI diventò principe per mano dell'imperatore Venceslao di Boemia, il che rese autonoma la signoria di Milano. Esperimenti signorili in Toscana In Toscana, per tutto il Trecento, si ricorse alla signoria solo per brevi periodi e di fronte a circostanze eccezionali: PISA: si affermò inizialmente come signore UGUCCIONE DELLA FAGGIOLA; in seguito toccò a CASTRUCCIO CASTRACANI, il quale si pose sotto il Protettorato di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Con la morte di Castruccio, si esaurì quest'esperimento comunale (1328). FIRENZE: GUALTIERI DI BRIENNE, sostenuto da Roberto d'Angiò, si impadronì del potere e cercò di instaurare una sua personale signoria eliminando mercanti e nobili e disarmando tutti i gruppi sociali. Tuttavia nel 1343 Gualtieri fu cacciato da un'insurrezione generale. Chiusure oligarchiche e restringimento degli spazi di iniziativa politica A partire da Gualtieri di Brienne, cominciarono a formarsi, dalla fine del XIII sec, regimi di tipo oligarchico. In ciò si inseriva il fenomeno dei “grandi del popolo”, nobili dalla parte del popolo + esponenti dei ceti mercantili e bancari con stile di vita analogo a quello degli aristocratici: Principi di Bologna: grandi mercanti che si organizzarono in clan come gli aristocratici. Espulsi nel 1280, nel 1306 cercarono di mantenere il controllo cittadino escludendo mercanti ed artigiani ricchi che volevano acquisire potere. Tra XIV-XV sec nacque il “patriziato cittadino”, unione del vecchio ceto cavalleresco e dell'alta borghesia, compatto nel voler frenare l'ascesa di altre famiglie e dotato di grande cultura (fenomeno del “mecenatismo”). VENEZIA: inizialmente i nobili accettavano di accogliere nell'orbita del potere le famiglie arricchitesi con i traffici commerciali. Tuttavia la classe dirigente veneziana presto iniziò a chiudersi attuando, nel 1297, la “Serrata del Maggior Consiglio”, per cui l'accesso al Consiglio Maggiore era riservato a chi ne aveva fatto parte nei 4 anni precedenti. Nel 1323, l'accesso venne limitato anche per gli altri organi di governo. FIRENZE: il vecchio ceto mgantizio cercò di riprendersi il potere ma il popolo si sollevò e colpì i più pericolosi e potenti. I “meno possenti” furono accolti tra le famiglie del popolo e ammessi negli organismi comunali. Anche a Firenze si formò quindi un patriziato cittadino, scosso, tuttavia, da varie difficoltà. Di fronte a ciò, alcune famiglie potenti cercarono di recuperare il loro potere: − gli ALBERTI: andarono tuttavia incontro ad un rapido declino; − gli ALBIZZI: si posero alla guida di Firenze grazie al loro capo, Maso, e fecero delle riforme istituzionali; 61 − i MEDICI: Giovanni de'Medici accumulò un patrimonio vastissimo e il figlio Cosimo voleva dedicarsi agli affari. Intanto, all'interno del patriziato, emerse una corrente moderata che voleva attribuire a Cosimo un ruolo di maggiore influenza nel governo di Firenze. L'avversario di Cosimo, Rinaldo degli Albizzi, cercò di spedirlo in esilio a Padova. Tuttavia Cosimo, rientrato in patria, assunse il governo della città, che tenne con grande saggezza. La politica espansionistica delle signorie Espansionismo→ elemento costitutivo delle Signorie SCALIGERI: protagonisti di un'ambiziosa politica di potenza in Veneto. Nel 1387, Verona passò però nelle mani dei Visconti. VISCONTI: raggiunsero l'apice del potere con Gian Galeazzo. Conquistò varie città (Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Pisa). Morì nel 1402. Verso la formazione degli stati regionali Fra XIV-XV sec: tendenza alla formazione di stati a dimensione regionale sia in area lombarda che in Italia centro-settentrionale: Firenze: nel 1450 arrivò a dominare un territorio comprendente gran parte dell'attuale Toscana. Venezia: si pose in conflitto con Genova per il dominio del Mediterraneo orientale. Dopo un'iniziale vittoria dei genovesi, fu Venezia a vincere e a sconfiggere il nemico. 1381: trattato di pace a Torino con cui Venezia rinunciò a Trieste e a parte della costa dalmata a favore degli Asburgo. Venezia, coinvolta in un ruolo di primo piano nella politica italiana, giunse a crearsi un vasto dominio. Piemonte: crescita della potenza dei Savoia, la cui poltica condusse il Piemonte a ridursi sotto il loro controllo. Amedeo VIII fu considerato uno degli uomini + potenti dell'Italia centro- settentrionale. Lo Stato della Chiesa Anche lo stato pontificio mirò ad una salda dominazione territoriale. Alla fine del XIII sec, si formò uno stato comprendente Lazio, Umbria, Marche e buona parte dell'Emilia Romagna. Punto di partenza della costituzione dello stato territoriale pontificio fu il “patrimonium petri” (terre donate ai papi dai franchi nell'VIII sec: Roma, Lazio, Perugia e la Pentapoli). Fine XIII sec: il papa riprese terre perdute e nel 1278 riuscì ad annettere ai suoi domini l'intera Romagna, grazie alle concessioni di Rodolfo d'Asburgo. Il territorio pontificio fu suddiviso in 7 province con forme abbastanza ampie di autonomia. Non mancarono tuttavia i contrasti interni, dovuti all'aggressività di varie dinastie signorili. Roma: era in balia delle fazioni cittadine ed era indebolita dallo spostamento della sede papale ad Avignone→ emerse la figura di Cola di Rienzo, il quale cercò di ridare lustro e grandezza a Roma. Gli eccessi della sua dittatura lo costrinsero alla fuga in Germania. Cola fu arrestato e condotto davanti a papa Innocenzo VI che se ne servì per riprendere il controllo di Roma. 1354: Cola, accompagnato dal legato papale Egidio di Albornoz, rientrò in città. Il popolo si sollevò e lo mise a morte. 1357: Albornoz promulgò a Fano le “Costituzioni egidiane”, serie di norme che diedero allo stato pontificio una configurazione destinata a durare fino al 1816. 62 Al tempo dell'imperatore Basilio II, i bulgari dovettero accettare il dominio bizantino che tuttavia non fu molto stabile. 1202: la Bulgaria ottenne l'indipendenza. 1369: turchi si impadronirono del regno. Il paese fu diviso in 3 province sotto la guida di un governatore residente a Sofia. Serbia: nata nella seconda metà del XII sec Stefano IV Duschan portò la Serbia all'apice della potenza. 1389: i turchi sconfissero i serbi e si impadronirono di quasi tutta l'area balcanica. Stato e chiesa in Russia Quattrocento: opera di consolidamento del potere dei principi moscoviti, appoggiato dalla chiesa russa. La chiesa acquisì ricchezza e potenza ma divenne sempre + dipendente dal potere politico. Tamerlano e l'ultima fase dell'espansionismo mongolo Tamerlano (1336-1405): figlio del capo di una tribù mongola insediata nei pressi di Samarcanda, si impadronì del potere. Radunò un forte esercito turco-mongolo e, tramite iuna serie di fulminee campagne di guerra, giunse in Occidente fino alle porte di Mosca e alla Siria e in Oriente fino al Gange. Al momento della sua morte, il dominio di Tamerlano si estendeva su un territorio che oggi comprende Iraq, Iran, afghanistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Kirghisistan. Dotò Samarcanda di splendidi edifici e fece rifiorire le arti, le lettere e le scienze. Diede impulso all'artigianato e ai traffici commerciali. A Samarcanda, fece costruire un grandioso mausoleo. La stirpe timuride durò per circa un secolo ma il regno di Tamerlano fu diviso in 2 grandi territori, incentrati su Persia e India. I Turchi all'assalto dell'Europa I Turchi, conquisati i Balcani alla fine del XIV secolo, si stavano stringendo attorno a Costantinopoli. I bizantini furono inizialmente salvati da un fatto inatteso: Tameralno sconfisse i turchi ad Ankara. Tuttavia, alla morte di Tamerlano, Maometto II ricostituì l'unità del suo impero e il figlio Murad II riprese l'espansione nei Balcani, togliendo Salonicco ai Veneziani nel 1430. Richiesti aiuti all'Occidente, fu allestito un grande esercito crociato al comando di Ladislao Jagellone, re di Polonia e Ungheria, rovinosamente sconfitto a Varna (bulgaria) nel 1444. Vicenda di Giorgio Castriota: figlio del signore di alcuni villaggi caduti sotto il dominio dei turchi, fu da questi catturato ed educato alla fede islamica. Gli fu fdato il nome di Alessandro. 1443: durante la battaglia di Nis, Giorgio passò dalla parte dei cristiani ed iniziò una ventennale lotta nazionale assieme ai capi dei vari capi albanesi desiderosi di sottrarsi al dominio turco. Ormai tuttavia i Turchi stavano avanzando. Costantinopoli sarebbe caduta nelle loro amni nel 1453. La caduta di Costantinopoli Alla caduta della città si dedicò il nuovo sultano Maometto II. La situazione politica generale era favorevole: l'Europa non mandò alcun aiuto e sul fronte interno Costantinopoli era dilaniata dall'opposizione all'unione con la Chiesa latina e dalle lotte di successione fra i vari pretendenti al trono da cui era uscito vincitore Costantino XI, ultimo imperatore. L'assedio iniziò nel 1452 e terminò l'anno dopo con la vittoria dei Turchi. Costantinopoli, col nome di Istanbul, divenne la capitale dell'Impero Ottomano. La caduta della città destò enorme 65 impressione in Occidente. Maometto II tuttavia non si accontentò ma occupò anche le isole del Mar Egeo, Atene e l'Attica, il Peloponneso, l'Albania, la Bosnia, la Valacchia e la parte meridionale della Crimea. Tutto il bacino orientale del Mediterraneo era controllato dai Turchi, i quali minacciavano anche l'Ungheria, l'Austria, l'Istria, la Dalmazia e la stessa Venezia. Essi occuparono per breve tempo Otranto, sulla costa pugliese. L'organizzazione dell'impero turco I turchi non riuscirono a fondere in una civiltà originale il patrimonio culturale dei popoli soggetti ma seppero assimilare l'organizzazione politico-amministrativa degli stati inglobati. Il sultano deteneva il potere politico-religioso. Governava direttamente o tramite i suoi funzionari (spesso anche suoi schiavi). Tra essi erano reclutati i “giannizzeri”, truppe scelte dal sovrano, soggette ad una ferrea disciplina e obbligate a vivere in comunità. I turchi si mostrarono tolleranti verso gli slavi, i greci, gli albanesi. Fecero pressione sulla chiesa ortodossa perchè revocasse il riconoscimento dell'unione con la chiesa latina (allo scopo di eliminare ogni forma di influenza esterna sui sudditi cristiani). Capitolo XXV: la Chiesa tra crisi istituzionale e dissenso religioso Il papato ad Avignone 1309: trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone. Tutti i papi del periodo avignonese furono francesi (anche molti cardinali e il personale della curia). La curia pontificia raggiunse un livello oragnizzativo assai ampio, potenziando l'apparato burocratico-amministrativo. Ciò consentì ai papi di accentrare nelle loro mani tutta la direzione della vita della chiesa, riducendo l'autonomia delle istituzioni eccelesiastici locali. Questa situazione creò il malcontento di quegli organismi di potere da secoli abituati ad influenzare la chiesa locale e dei vescovi che si vedevano privati dei loro benefici su cui da sempre esercitavano la loro giurisdizione. La CANCELLERIA papale vide incrementata la produzione di documenti; la CAMERA APOSTOLICA gestiva le imposte dovute al papato. All'aumento delle entrate si collegò tuttavia anche una serie di spese destinate a mantenere la curia e ad avere una corte raffinata o a finanziare gli interventi papali in Italia. Nuove forme di dissenso religioso Nacquero in rapporto al lusso eccessivo e all'intensa attività commerciale e finanziaria della curia pontificia: − fraticelli; − fratelli apostolici, dichiarati eretici e perciò perseguitati; leader dei fratelli apostolici fu Dolcino il quale elaborò una complessa concezione della storia della salvezza. Perseguitato, Dolcino fuggì in Piemonte ma in seguito fu catturato e bruciato sul rogo a Novara assieme ad alcunu seguaci; − Giovanni Wyclif (Inghilterra): contestava la chiesa mettendo in dubbio alcuni dogmi. Il suo pensiero (“lollardismo”) fu dichiarato eretico ma continuò lo stesso a circolare fino al XV secolo; 66 − Giovanni Hus: riprese le teorie di Wyclif ma puntò l'attenzione sulla degenerazione in senso monarchico che la chiesa aveva conosciuto negli ultimi 2/3 secoli. Il ritorno dei papi a Roma e lo scisma Urbano V tentò di rimettere piede a Roma ove giunse nel 1367 ma rientrò ad Avignone tre anni dopo. 1377: Gregorio IX rientrò definitivamente a Roma, accompagnato da John Hawkwood e da Roberto di Ginevra. L'anno dopo il collegio di cardinali (per lo più francesi) si riunì per scegliere un successore. I romani tuttavia non volevano un altro papa francese che riportasse la sede papale ad Avignone. Fu eletto allora l'arcivescovo di Bari Bartolomeo Prignano col nome di Urbano VI. Tuttavia i cardinali annullarono l'elezione e scelsero un nuovo papa Clemente VII, il quale, nel 1379, rientrò ad Avignone. I 2 papi, considerando valida la ptropria elezione, diedero vita a due curie (una a Roma, l'altra ad Avignone)→ SCISMA all'interno del mondo cattolico. La situazione col tempo si cristallizzò nell'elezione sistematica di 2 papi, che suscitò sconcerto fra i cristiani. Per sbloccare la situazione, fu convocato un “concilio universale” che riportasse l'unità fra i cristiani. 1409: deposizione di entrambi i papi ed elezione di un nuovo papa, Alessandro V. Tuttavia il mondo eccelesiastico non volle sottostare alla decisione del concilio. Il risultato che ne derivò fu la compresenza di ben 3 papi! Il movimento conciliarista e la fine dello scisma Si diffuse l'idea della superiorità del concilio sul papato in materia di fede e dottrina→ concilio era concepito come uno strumento in grado di riformare la chiesa e arginare le eresie. Vi era la necessità di convocare un “concilio universale”. 1414: concilio di Costanza. Si decise di votare per nazioni, non singolarmente. 1415: approvazione del decreto Haec Sancta in cui fu sancita la supremazia del concilio sul papato. Fu eletto Ottone Colonna col nome di Martino V. 1417: decreto “Frequens” in base a cui i concili si dovevano riunire ogni anno. 1431: concilio di Basilea. Furono ridimensionati sia i poteri dei papi che degli organi curiali. Eugenio IV fece trasferire la sede dei concili in Italia ove si doveva decidere in merito alla riunificazione delle 2 chiese cristiane. I conciliaristi non ubbidirono e restarono a Basilea ove elessero un nuovo papa, Felice V (secondo scisma ma dibreve durata). I conciliaristi riuniti a Losanna riconobbero il nuovo papa Niccolò V, successore di Eugenio IV. La ripresa dell'autorità pontificia Nascita delle chiese nazionali: il primo stato che vide delinearsi una chiesa nazionale fu la Francia. Il pontefice, superata la crisi dovuta allo scisma, poté dedcarsi al recupero della sua utorità. 1460: Pio II pubblicò la bolla Execrabilis in cui venne riaffermata la superiorità del papato sul concilio. Crebbe il prestigio e il numero dei cardinali del collegio (organo di rappresentanza delle grandi famiglie principesche europee). I papi cercarono di recuperare il controllo dei propri domini tramite il “nepotismo” (=affidamento di cariche e titoli a membri della propria famiglia), inaugurato da Martino V. 67 Politica estera molto stabile ad opera di Cosimo de' Medici e poi del nipote Lorenzo il Magnifico. Lorenzo il Magnifico: cercò innanzitutto di rinsaldare il suo potere; svuotò le vecchie istituzioni comunali di contenuto senza tuttavia abolirle del tutto, affiancando ad esse consigli più ristretti (Consiglio dei 70) o potenziando magistrature già esistenti. La supremazia dei Medici non era legittima ma esercitata di fatto. Ciò lasciò ampi spazi a congiure da parte di famiglie altolocate che volevano conseguire il potere. Congiura dei Pazzi: papa Sisto IV attribuì ai Pazzi la gestione delle sue finanze e nominò Francesco Salviati, parente dei Pazzi, arcivescovo di firenze, trasferendolo poi a Pisa in seguito all'opposizione di Lorenzo→ ciò condusse alla congiura: alcuni sicari si avventarono sui 2 fratelli Medici in duomo, durante la funzione liturgica. Giuliano fu ucciso ma Lorenzo si salvò. In seguito ad una serie di vicende, durante le quali, Lorenzo fu scomunicato e Firenze colpita dall'Interdetto, si giunse ad un accordo. 1480: stipulazione di un accordo che prevedeva il ritorno alla situazione precedente la crisi e l'annullamento dell'interdetto a Firenze. Nuovo conflitto nel regno di Napoli a causa della ribellione dei baroni. Alla fine si giunse alla pace nel 1486. Con la morte di Lorenzo (1492), terminò il periodo di relativa stabilità della penisola. L'Umanesimo Movimento culturale quattrocentesco mirante al recupero dei classici. Furono gli umanisti a creare il concetto di medioevo→ fase intermedia tra antichità e tempi moderni. La vecchia concezione medievale della storia, in cui passato e presente erano appiattiti in un'unica linea temporale scandita solo dal ritmo del disegno salvifico di Dio, venne superata dalla consapevolezza che l'antichità rappresentava un'era lontana, cui ne era seguita un'altra (il Medioevo) dotata di valori completamente diversi. Il medioevo era visto come un'epoca di passaggio, portatrice di valori negativi, caratterizzata da una profonda decadenza in tutti i campi del sapere. Gli umanisti volevano recuperare ed imitare i classici, Si recuperarono opere perdute o dimenticate (Petrarca ritrovò a Verona le Epistulae ad Atticum di Cicerone); nacque la filologia, studio critico dei testi antichi, il cui rappresentante + prestigioso fu LORENZO VALLA, autore della famosa dissetazione De falso credita et ementita Constantini donatione→ tramite prove storico-giuridiche e linguistiche, dimostrò la falsità della donazione di Costantino a papa Silvestro, realizzata non nel IV sec ma nei secoli dell'alto medioevo! Si diffuse anche la conoscenza del greco tramite il concilio di Ferrara-Firenze del 1438-9 e la conquista di Costantinopoli che provocò il trasferimento in Occidente di vari eccelesiastici e dotti bizantini. L'obiettivo degli umanisti era quello di creare una cultura universale, fondata sul cristianesimo, valida per tutti i popoli→ ambiguità del progetto per la compresenza di elementi pagani (recupero dei classici) e cristiani. Il mecenatismo e i centri della cultura rinascimentale Letterati e artisti si concentrarono soprattutto all'interno delle corti dei principi e i maggiori centri di potere del tempo: Firenze, culla dell'umanesimo, vide la presenza di personaggi di grande prestigio, da Coluccio Salutati e Poggio Bracciolini, cancellieri del comune all'epoca della Repubblica fiorentina, ad uno 70 stuolo di artisti e poeti fra cui Angelo Poliziano, lo stesso Lorenzo il Magnifico, Masaccio, Botticelli, Donatello, Michelangelo etc. Roma: mecenatismo dei papi, opere grandiose da loro intraprese (ad esempio la ricostruzione della basilica di San Pietro). Altri centri degni di nota: Napoli, Milano, Urbino, Mantova, Ferrara, Venezia. La musica nelle corti e nella società del Quattrocento Intensa produzione musicale: − nel quattrocento nacque la “cappella” cattedrale o di corte in cui il musicista poteva fare o insegnare musica, cantanti e compositori svolgevano il loro apprendistato musicale; − seconda metà del secolo: risultati notevoli nella musica sia scara che profana (a Firenze nacquero i canti carnascialeschi per divertire il popolo; a Mantova fioriva la “frottola”, forma musicale polifonica a 4 voci; nascita del madrigale fra XV e XVI sec. La nascita della diplomazia moderna Gli intellettuali, gli artisti e i letterati che vivevano a corte spesso svolgevano vari incarichi fra cui quello di ambasciatori. Nel XV sec, le ambascerie, normalente temporanee, si trasformarono in rappresentanze diplomatiche stabili a causa della frequenza delle relazioni politico-militari fra i vari stati. Alle volte gli ambasciatori, che dovevano scrivere lettere molto spesso – poi affidate a corrieri a piedi o a cavallo – si servivano delle “poste”, stazioni per il cambio dei cavalli, organizzate dagli osti o dai mercanti e in seguito trasformati in servizi di poste stabili. 71
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