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Riassunto "il montaggio", Libro Manuale del film., Sintesi del corso di Teoria Del Cinema

Appunti capitolo "Il montaggio", dal libro "Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi".

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 22/11/2021

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Scarica Riassunto "il montaggio", Libro Manuale del film. e più Sintesi del corso in PDF di Teoria Del Cinema solo su Docsity! Il montaggio 3.1 Che cosa è il montaggio Il montaggio è quell'operazione che, tecnicamente, consiste nell'unire la fine di un'inquadratura con l'inizio della successiva, per dare vita a un rapporto fra immagini sulla base di un progetto narrativo, semantico e/o estetico. Il compito spetta al montatore che svolge il suo lavoro sotto lo stretto controllo del regista nella maggior parte dei casi. 3.2 Spazio e tempo Dal punto di vista spaziale il montaggio ha cioè assunto la funzione di articolare lo spazio diegetico in diverse unità, stabilendo tra queste delle connessioni secondo un certo progetto narrativo. Dal punto di vista temporale, il montaggio ha il compito di selezionare quei momenti della storia narrata che hanno un'importanza maggiore di altri e di confinare questi ultimi nel vuoto dell'ellissi. Il montaggio è uno strumento fondamentale attraverso cui l'istanza narrante costruisce il proprio racconto, conferendogli certi caratteri. Due grandi possibilità di dar vita alla rappresentazione filmica di uno spazio diegetico: 1) a un piano d'insieme dell'ambiente in questione seguono una serie di inquadrature che lo frammentano e che in qualche modo sono comprese nel piano originario. È un tipo di rappresentazione dello spazio che tende alla chiarezza espositiva e che, è tipica del cinema classico. 2) lo spazio d'insieme è costruito attraverso una serie di inquadrature parziali che ce ne mostrano sempre e solo una parte e mai la sua globalità. Qui è infatti lo stesso montaggio delle parti a comporre l'intero. Un'altro aspetto del modo in cui il montaggio lavora il tempo a livello intrasequenziale è quello che concerne la durata delle inquadrature. Quest'ultima determina il tempo che lo spettatore ha per leggere quell'inquadratura. La durata delle singole inquadrature è uno degli elementi che determina il ritmo di una sequenza: più le inquadrature sono di breve durata, più il ritmo è sostenuto; più sono lunghe, più il ritmo si distende. Il montaggio è lo strumento che consente di determinare il rapporto fra l'ordine degli eventi della storia o fabula e quello dell'intreccio. Il cinema classico ha tendenzialmente accordato le sue preferenze a una struttura lineare e cronologica. L'unica parziale eccezione è quello dell'uso dei Flashback, ovvero quei salti temporali più o meno lunghi, in cui un evento passato è rievocato in un momento successivo della storia. Possono essere di due tipi: - diegetici — prendono vita dalle parole o dai pensieri di un personaggio che ricorda o racconta qualcosa avvenuto in passato. - narrativi — proprio dell'istanza narrante che, senza la mediazione di un personaggio, racconta un episodio passato in un tempo successivo. Poi c'è anche il Flashforward, ovvero l'anticipazione di un evento futuro. Quasi impossibili quelli diegetici in quanto sembrerebbero paranormali per i personaggi. Quindi sono sempre narrativi. E sul piano intersequenziale che il montaggio introduce delle ellissi, ovvero un salto temporale all'interno della narrazione più o meno marcato. Ci sono due tipi di ellissi;: - ellissi tecniche — sono presenti all'interno di una sequenza. - ellissi narrative — sono esplicite e più evidenti agli occhi dello spettatore. Quando un film tende a omettere elementi importanti di una narrazione, si parla di montaggio ellittico. Invita lo spettatore a una partecipazione attiva, a "colmare i vuoti". Vi è un utilizzo di ellissi e flashback. Un particolare caso di montaggio ellittico è quello della cosiddetta sequenza a episodi o di montaggio, che allinea un certo numero di brevi scenette, separate le une dalle altre nella maggior parte dei casi da effetti ottici (dissolvenza, incrociate, ecc.), che si succedono in ordine cronologico. Montaggio alternato — un modo per narrativizzare due situazioni divise tra spazio e tempo, alterna due inquadrature di due o più eventi che si svolgono in luoghi diversi ma, di solito, simultaneamente e che, a volte, possono convergere in uno stesso spazio. Es. il padrino scena dal barbiere alternato battesimo. Montaggio parallelo — un modo per narrativizzare due situazioni che si svolgono parallelamente e collegate da determinati legami simbolici. 3.3 Forme, funzioni e ideologie del montaggio 3. 3.1 Il montaggio narrativo e il découpage classico Ha dominato la produzione hollywoodiana tra il 1917 e il 1960, è un tipo di montaggio mascherato, che è il più discreto possibile, di cancellarne le tracce. Si definisce cinema della trasparenza o montaggio invisibile. Ha preso il nome di découpage classico. Bazin individua tre caratteristiche fondamentali: motivazione, chiarezza e drammatizzazione.Il passaggio da un'inquadratura all'altra deve avere una sua ragione, deve rappresentare chiaramente ciò che sta succedendo, deve mettere in rilievo gli snodi drammatici e psicologici della situazione. La rappresentazione che il montaggio dà dello spazio e del tempo è quindi fortemente subordinata alle esigenze della narrazione e alla chiarezza della sua esposizione.Ogni ritorno a piani d'insieme sarà funzionale alla rappresentazione di ciò che ha modificato una certa situazione complessiva. Uno dei principi chiave del découpage classico è quello della continuità, il cui fine primario è di controllare la forza potenzialmente disgregata del montaggio, per dar vita a uno scorrevole flusso d'immagini da un'inquadratura all'altra e facilitare così la proiezione dello spettatore nel mondo della finzione. Il montaggio nel cinema contemporaneo Rispetto al cinema del passato, il cinema contemporaneo ha aumentato la sua velocità, l'uso delle inquadrature molto brevi e la moltiplicazione degli stacchi. Dal 1930 al 1960, i film avevano fra le 300 e le 700 inquadrature, con una durata media dei piani fra gli 8 e gli 11 secondi. A partire dagli anni '70 e '80, i film avevano all'inizio 1500 inquadrature, per poi passare a 2000 ed arrivare ad oggi con 3000 e anche più inquadrature.La durata dei piani si è abbassata fra i 5 e gli 8 secondi. 3. 3.5 II montaggio proibito Teorizzato da André Bazin, si oppone ai modelli del découpage classico e del montaggio estenstesniano. Questi due modelli appaiono antitetici, in quanto uno è fondato sulla trasparenza e l'invisibilità , l'altro caratterizzato dalla più esplicita delle evidenze. Per Bazin, per rappresentare la realtà il cinema deve saperne rispettare l'ambiguità, e quindi andare oltre il montaggio, dato che quest'ultimo sembra “forzare” la direzione in un senso ben determinato. Il montaggio proibito è costituito da: - Profondità di campo: è un'immagine in cui tutti gli elementi rappresentati, sia quelli in primo piano che quelli sullo sfondo, sono perfettamente a fuoco. Pone lo spettatore in un rapporto con l'immagine più vicino a quello che egli ha con la realtà. - Piano sequenza: è una ripresa in continuità, svolge da solo le funzioni di una sequenza o scena, anche qui vi è un rifiuto del montaggio e determina, secondo Bazin, un maggiore realismo. IL CINEMA 3D L'invenzione del 3D precede l'invenzione del cinema digitale, si anno delle sperimentazioni della visione stereoscopica fin dal 1838, continuati nella Hollywood degli anni Cinquanta, fino al giorno d'oggi dove il cinema digitale ha definito questa tecnica. VIRTUOSISMO E SIMULAZIONE: IL “NUOVO” PIANO SEQUENZA L'avvento del digitale hanno permesso al cinema di estendere i confini della durata di un'inquadratura, arrivando a girare anche interi film in piano sequenza. Portando anche piani sequenza e long take di carattere virtuosistico e per la dimensione spettacolare dei travelling. Vi sono anche i così detti piani sequenza simulati, dove gli stacchi sono cancellati, dando allo spettatore l'impressione di trovarsi di fronte a una ripresa in continuità. MONTATORE Il lavoro del montatore consiste nel comporre una successione di inquadrature che restituiscano il senso desiderato dal regista. La struttura si articola in tre diverse fasi: 1. Selezione del materiale filmico. 2. Unione. 3. Composizione. Il montaggio tradizionale prevedeva l'uso della moviola, si inseriva la scena nei rocchetti predisposti e il montaggio avveniva con l'effettivo taglio e giunzione della pellicola stessa. AI giorno d'oggi possiamo contare sull'utilizzo di determinati software di montaggio e editing video, es. Adobe Premiere.
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