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Riassunto "Il Risorgimento Italiano Alberto Mario Banti", Appunti di Storia

Riassunto completo del libro "Il Risorgimento Italiano Alberto Mario Banti"

Tipologia: Appunti

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Caricato il 06/06/2019

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Scarica Riassunto "Il Risorgimento Italiano Alberto Mario Banti" e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! RIASSUNTO IL RISORGIMENTO ITALIANO DI ALBERTO MARIO BANTI -Che cos'è il Risorgimento? Nel 1861 si forma il Regno di Italia, ciò non fu opera di un solo uomo Cavour o Garibaldi che sia, né l'effetto esclusivo di una fortunata congiuntura internazionale, piuttosto fu l'esito di un processo culturale e politico che prende avvio alla fine del XVIII secolo e che precisa poi i suoi caratteri nei primi decenni dell'Ottocento. Questo processo porta a identificare la "nazione Italia" come la comunità di riferimento che fonda le pretese o i progetti di costruzione di uno stato "nazionale italiano". -Nazione Nuova è l'enfasi sul carattere pienamente politico di nazione: con "nazione”, alla fine del Settecento, sulla suggestione del pensiero di Rousseau e dell'elaborazione politica della Rivoluzione francese, si intende una comunità di individui legati da tratti comuni, che, in virtù di quel nesso, hanno collettivamente diritto a esprimersi politicamente all'interno di uno stato-nazione creato da loro stessi o in loro nome; nuovo è anche il formarsi, intorno a questo assunto, non solo di un movimento culturale, ma di un vero movimento politico che tende a quel fine. Il concetto di nazione, che viene ripreso dal dibattito francese, sembra trovare pochi elementi di concretezza nel caso italiano. Ciò che consente di parlare di nazione italiana è l'esistenza di una grande tradizione letteraria in volgare italiano, esistente sin dal XIV secolo, e la comune confessione religiosa, due aspetti che saranno sfruttati intensamente dai primi intellettuali patrioti del periodo che ci interessa. Ma, in sé e per sé, la cattolicità rende gli abitanti parte di una comunità sovranazionale; e la tradizione letteraria riguarda un’élite molto ristretta. In ambito economico la situazione non migliora, gli imprenditori o commercianti dell'epoca producono merci che solo in misura minima sono destinati ai mercati interni preferendo a questi i mercati francesi, inglesi, tedeschi o perfino americani. Il discorso patriottico trae sostanza dalla Rivoluzione Francese, dalle sue idee e dalle sue sperimentazioni politiche. Importante per la comprensione del processo Risorgimentale è che malgrado le terribili premesse, gli ideali di nazione e di costituzione furono considerati dagli Establishment politiche e poliziesche come eversive, il movimento nazionale riuscì contro ogni premessa a raggiungere l'obbiettivo di uno stato per la nazione Italia. La formazione del movimento nazionale è il cuore del processo politico-culturale chiamato Risorgimento. -Cosa vuol dire "Risorgimento" Nei dizionari italiani di inizio Ottocento il termine ha un solo significato "risurrezione" è bene ricordare questa risonanza religiosa poiché essa presenta, in forma di slogan, una delle componenti più importanti dell'ideologia nazional-patriottica; e in effetti il termine che a metà Ottocento appartiene pienamente al lessico della propaganda politica alluda alla "resurrezione" della patria, caduta sotto i colpi di invasioni straniere delle divisioni intestine. nel corso dei primi anni del XIX secolo si compie lo slittamento lessicale, Alfieri nel Miogale (1799-1814) nella dedica "all'Italia" così concepita "che un giorno (quando ch'ei sai) indubitabilmente sei per risorgere, virtuosa, magnanima, libera, ed Una". Questo concezione del termine troverà la sua stabile collocazione all'interno del linguaggio dell’”eversione" nazionale. Mentre nelle discussioni letterarie farà ancora riferimento alla rinascita culturale della penisola italiana. Negli anni 30-40 dell'Ottocento entra definitivamente nel lessico politico, dagli anni 80 dello stesso secolo nel lessico storiografico. -Quando comincia il Risorgimento? Sono state adottate tre soluzioni storiografiche 1) Far iniziare il Risorgimento dalla metà del Settecento, per sottolineare gli elementi di continuità che legano l'elaborazione intellettuale settecentesca e l'esperienza del dispotismo illuminato. Italiana, e Se il territorio italiano deve diventare uno stato unitario o se si debba accettare l'assetto creato per volere dal Direttorio. -Il dibattito politico costituzionale tra i partiti Sui lemmi chiave: democrazia e repubblica si tracciano tre diversi progetti di repubblica. la prima sviluppa o ripete il Contratto Sociale di Rousseau, salvo che su un punto da cui i più autorevoli patrioti parendo le distanze, per questi la sovranità politica deve appartenere a tutta la nazione, essa deve essere espressa attraverso sistemi di rappresentanza elettorale che consentano di eleggere i più idonei alle cariche politiche previste dalla costituzione (qui lo scarto con la democrazia diretta di Rousseau) il peso maggiore nella gestione statale dovrebbe spettare all'assemblea legislativa, della quale il Governo non può che essere una sorta di mera emanazione. Un secondo progetto ha come idea centrala la divisione tra legislativo, esecutivo e giudiziario, per garantire la repubblica da eventuali tiranni. il terzo progetto a differenza dei precedenti non si basa solo sull'eguaglianza civile tra cittadini, ma insieme ad essa pone quella economica sociale. -I patrioti e l'idea unitaria l'idea unitaria diffusa tra i vari patrioti è che la sovranità stia nel popolo-nazione, e che la più fondamentale delle virtù sia il patriottismo inteso come amore per le istituzioni liberali, per la democrazia e per la repubblica, non è però scontato di quale nazione e patria si parli. Questi concetti si riferiscono a patrie regionali si parlerà quindi di "nazione piemontese" o "nazione napoletana", parallelamente si sviluppa l'ipotesi della formazione di uno stato unitario che raccolga tutti gli italiani. A sollecitare questa ipotesi è Filippo Buonarroti di idealità giacobine, Buonarroti fu mediatore tra l'Armata Italia e gli italiani favorevoli alla Repubblica francese, venne arrestato per aver preso parte alla congiura degli Eguali. Tra i patrioti dopo di lui si fa largo l'idea degli italiani come fratelli, con quindi la preferenza di una repubblica unitaria e centralizzata a una federazione di repubbliche autonome. I caratteri fondamentali della discussione tra le correnti sono: -ingegneria costituzionale (quali divisione dei poteri deve essere attuata) -ingegneria geopolitica. Entrambe le correnti, consce della maggior forza di una nazione unita, arrivano a supporre l'esistenza di una nazione Italia preesistente che giustifica tutto ciò. -La vita politica nelle repubbliche La costruzione delle Repubbliche attuata dal Direttorio e da Napoleone ha come obbiettivo, costruire stati cuscinetto che possano svolgere due principali funzioni: -servire per rifornimento economico e finanziario all’Armata d'Italia e alla Repubblica francese -costruire avamposti in chiave anti Austriaca Di fatto le "repubbliche sorelle" sono sottoposte a pensatissimi contributi finanziari, ripetute requisizioni, questo provocò la disillusione tra i patrioti italiani. Questi comportamenti furono però accompagnati da una produzione normativa innovativa (per esempio a Napoli fu abolita la primogenitura) -La fine di un'esperienza Sia l'aspetto aggressivo che quello modernizzatone provocò ostilità nelle popolazioni rurali. La situazione precipitò nel marzo 1799 con la discesa di eserciti austriaco-russi in Padania, precedute da insurrezioni che scoppiano nella penisola. Il tratto comune di queste rivolte è il desiderio di difendere aspetti della vita sociale che alimentano identità tradizionali (per esempio privilegi delle comunità locali, i valori della Chiesa Cattolica) sotto attacco dalle repubbliche democratiche. Le istituzioni e armate repubblicane vengono abbattute ad esse si sostituiranno i vecchi sovrani, Napoli in particolare vedrà la fucilazione di 100 patrioti a cui va aggiunto il massacro attuato dalla Santa fede l'esercito comandato da un cardinale e formato da contadini e civili. L'ETA' NAPOLEONICA 1800-1815 -Nuove speranze Nel 1799 a seguito di un colpo di stato Napoleone impone il regime consolare in Francia, a maggio del 1800 scende in Italia sconfiggendo gli austriaci viene momentaneamente formata la Repubblica cisalpina a cui all'avanzare delle truppe consegue l'aggregazione dei nuovi territori ad essa. Nell'autunno del 1801 sotto convocazione di Napoleone a Lione viene convocata una Consolata formata dalle personalità più influenti dello stato per dare alla Repubblica cisalpina un assetto istituzionale definitivo. L'opinione pubblica addossava la colpa della capitolazione delle Repubbliche le politiche predatorie della Repubblica Francese. L'errore dell'insuccesso del Triennio Repubblicano a detta di Vincenzo Cuoco (Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli 1801) risiede nella politica dei patrioti nei territori, Analizza in particolare il caso di Napoli. La Rivoluzione francese ebbe una sua necessità, e quindi una sua legalità, poiché "il suo primo progetto fu rimediare a mali della nazione” almeno in teoria. I patrioti a Napoli imposero istituzioni costituzionali totalmente ricalcate su quelle francesi, del tutto estranee allo spirito della nazione napoletana (Dove Cuoco distingue tre componenti: 1) usi, costumi e abitudini, 2) pluralità di caratteri territoriali, 3) la distinzione socio-politica tra élite, colta e popolo, incolto,) questo portò al disinteresse delle popolazioni locali che resero quella dei patrioti una rivoluzione "passiva". L'enunciato fondamentale del Saggio secondo il quale le istituzioni di uno stato devono essere coerenti con i caratteri di una nazione, riemerge in Foscolo esiliato, in particolare quando scrive l'Orazione a Bonaparte del Congresso di Lione. Il testo è strutturato in due grossi blocchi: -si ricordano a Napoleone i difetti della Repubblica Cisalpina, come esempio di ciò che ora si deve evitare (in particolare è criticato il fatto di essere fantoccio dello stato francese) e di non essere fondata secondo le tipicità locali, precetto ripreso da Cuoco. -si illustrano a Napoleone i principi fondamentali a cui dovrebbe attenersi nella Vicino ai testi di Foscolo si pone anche "il Platone in Italia" di Cuoco che attraverso la narrazione riprende i temi del Saggio, ovvero la necessità che gli ordini politici siano coerenti con la natura territoriale e culturale dei popoli, la superiorità delle élite al popolo. Imputa agli odi intestini la perdita della supremazia intellettuale dell'Italia. -Il crollo del regno napoleonico La ritirata da Mosca coinvolge anche i due maggiori stati italiano che hanno partecipato all'impresa con due nutriti contingenti guidati, dal viceré d'Italia Eugenio Beauharnais e dal re di Napoli, Murat. Nel giungo 1813 la formazione della coalizione antinapoleonica imperniata su Gran Bretagna, Prussia, Russia e Svezia rende problematica la situazione per l'esercito francese, nell'ottobre 1813, dopo l'unione alla coalizione anche dell'Austria, esso viene sconfitto a Lipsia. mentre questo si ritira oltre il Reno l'esercito austriaco muovo contro il Regno d'Italia indirizzando i "Popoli d'Italia" ad insorgere. l'11 gennaio 1814 Murat sottoscrive un protocollo di alleanza con l'Austria che gli garantisce il Regno di Napoli purché impegni il suo esercito contro le truppe di Napoleone e di Eugenio Beauhrnais. A marzo le truppe russe e prussiane entrano a Parigi e ai primi di aprile Napoleone firma a Fontainebleau il trattato con il quale rinuncia il trono di Francia e si ritira all'isola d'Elba. Il destino del Regno d'Italia è ora deciso dalle potenze alleate. Viene formata una delegazione da mandare a Parigi per richiedere "l'assoluta indipendenza del nuovo stato Italiano" e una "Costituzione liberale". Le potenze alleate rifiutano la richiesta e, nella pace di Parigi il 30 maggio 1814, vengono poste le basi per la riorganizzazione geopolitica della politica sotto l'egemonia austriaca. La Lombardia fu poche settimane dopo annessa all'Impero austriaco. Murat si fa aperto sostenitore della causa italiana dichiarando guerra all'Austria nel marzo 1815, in pochi mesi viene sconfitto e dopo un fallimentare tentativo di provocare un'insurrezione nel popolo viene condannato a morte il 13 ottobre. LA RESTAURAZIONE E LE PRIME RIVOLUZIONI -L'Italia della Restaurazione 1816-1831 Nel 1816 due sono i criteri che guidano il disegno geopolitico Europeo dettato dal congresso di Vienna: -riaffermare la legittimità degli antichi sovrani e delle antiche istituzioni -costruire il sistema dei rapporti internazionali sulla base di un equilibrio che scoraggi nuove iniziative espansionistiche o rivoluzionarie della Francia. Il principio di legittimità viene però surclassato in molti casi dal principio di equilibrio, Venezia è annessa al Lombardo-Veneto, Genova è inclusa nel Regno di Sardegna. Vengono ricostruiti vari Ducati non senza mutamenti significativi questi, affidati a personalità Austriache, hanno il chiaro intento di garantire con il Lombardo Veneto degli stati cuscinetto rispetto alla Francia. Si riorganizzano lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie. Dal punto di vista amministrativo e politico vi è una restaurazione cui canoni precedenti al 1796, non vi sono organi rappresentativi, perdita totale delle innovazioni burocratiche e assenza di costituzioni. -Il mondo delle sette Delle molte sette esistenti in Italia la più importante e diffusa è la Carboneria. Di probabile derivazione massonica si forma negli ultimi anni del regime murattiano nel Mezzogiorno continentale. Nel Bolognese è presente la Guelfa. In Piemonte i Federati. Gli obbiettivi perseguiti dai settari sono vaghi, ma individuano due punti in comune: -l'indipendenza Italiana -dotare il nuovo stato di una forma di governo costituzionale sul secondo ci sono voci differenti riprendendo i temi del Triennio per le forme di governo, in questa fase sembra prevalere l'idea di uno stato nazionale federale, dove ogni stato federato abbia assetti monarco-costituzionali. Essendo organizzazioni proibite ed eversive sono anche proibite e braccate dagli apparati di repressione, il numero di affiliati oscilla intorno alle 300'000 unità. La composizione è varia, un ruolo importante hanno gli ufficiali e soldati veterani delle guerre napoleoniche, accanto ad essi ci sono giovani studenti, liberi professionisti, commercianti, artigiani. Questi, oltre che da ragioni di rivincita economica, sono spinti dal fascino della diade nazione-costituzione e non di meno importanza è la commistione tra discorso laico e discorso religioso specialmente nelle fasi di affiliazione. Di norma nella Carboneria esistono due gradi di affiliazione a cui corrispondono due diverse cerimonie e due diversi gradi di conoscenza del programma. Nel rito per entrare al grado più basso "apprendista" le tre parole d'ordine sono "fede, speranza, carità" mentre in quello successivo, "maestro", i nessi sono molto più numerosi. La setta dava un'importanza particolare a Gesù Cristo definendolo "Gran Maestro dell'Universo" esso è considerato il primo Gran maestro. non a caso vi erano molti preti settari. Qui nasce la fondazione dell'ideologia nazionale come religione politica dell'epoca contemporanea, fattore che non saràa mai più perso dal discorso nazionale italiano. -Tentativi rivoluzionari (1820-1831) il 1°gennaio 1820 scoppia a Cadice in Spagna la rivolta delle truppe in partenza per l'America del Sud che chiedono il ripristino della costituzione spagnola del 1812, da questo fatto si innesca una prima fase rivoluzionare delle tre che attraversano l'Europa nella prima metà del secolo. L'Italia vi sarà sempre coinvolta 1820-1821, 1830-1831, 1848-1849. la costituzione Spagnola diventa il manifesto di queste nuove rivoluzioni, avendo caratteristiche plurime. -Prevede un Parlamento monocamerale eletto a suffragio universale maschile, sebbene in triplice grado - Prevede ampi poteri per il sovrano, titolare esecutivo e legislativo - ampio spazio viene dato alla "nazione" e alla religione cattolica identificata come i due assi fondamentali dell'identità collettiva. In Italia tra l'1 e il 2'luglio 1820 scoppia la rivoluzione, un gruppo di carbonari capeggiati da un prete insieme a un regimento dell’esercito si muovono verso Avellino al grido "costituzione e libertà!" l'insurrezione a successo tante che, una volta entrati a Napoli, Francesco di Borbone giura sul Vangelo di difendere e conservare la costituzione, che è quella di Cadice tradotta. Il nuovo Parlamento, formato anche da carbonai, è diviso in due gruppi: chi voleva Nessuno meglio di Alessandro Manzoni ha saputo riassumere questi elementi quando in Marzo 1821 descrive la nazione italiana come "una gente che libera tutta,/o fia serva ta l'Alpe ed il mare;/ una d'arme, di lingua, d'altare,/ di memorie, di sangue e di cor". nelle storie narrate ci sono tre figure principali: /soldato, il traditore, la donna/madre o figlia. L’uomo Pronto a guidare la sua comunità con degli amici, sfortunato, quasi sempre destinato a morte drammatica. La seconda figura è quella del traditore il cui tradimento è provocato da infezione desiderio di potere a volte il traditore porta morte dolore anche alla terza figura chiave, e cioè l'eroina nazionale costei, avente lealtà nei confronti della comunità è esempio da seguire virtuosa e molto spesso madre affettuosa. L'eroe nazionale ha molti tratti che lo avvicinano la figura del Cristo verrai svolge la funzione testimoniale, grazie alla morte tragica da quelli soliti destinato La testimonianza di uno scandalo etico e politico, sofferenza che puoi liberare l'intera comunità nazionale dallo stato il disonore e di disunione nella quale essa è caduta a portarlo al via della resurrezione Risorgimento. La figura del traditore in questo caso Giuda e molto spesso la causa immediata della sfortuna o della morte di un eroe di conseguenza della nazione. L eroine nazionali sono presentati come pure e caste somiglianza se non addirittura reincarnazione di Maria Vergine Purezza che non può essere vinta nell'aggressione morte come espiazione per il torto che si è subito. Gli elementi religiosi e l'elusione all'etica all'onore si confondono inestricabilmente in linguaggio dell' onore alla pratica del duello diffusi nell'epoca non è vero vivo di questi valori d'altronde difendere l'onore la purezza delle donne dal insultanti minaccia i traditor dei traditori a garantire la coesione della comunità. Proteggere dagli stranieri e difenderla l’essenza stessa della nazione come comunità parentale combattendo infine infine significa significa dimostrare che nazione italiana è composta da bere uomini il tema della purezza e nel sesso intrinseca con le storie di guerra i miti storici del Risorgimento hanno tutte che fare con scontri e battaglie nel Miano i vespri balilla. Gli uomini hanno dei ruoli che esprimono la loro profonda mascolinità le donne femminilità l’immagine che si ricava è molto rigidamente sessista punto a capo. Democratici E Moderati Espressioni principale di questa duplice anima del movimento nazionale sono costruita la corrente Democratico mazziniana e da quella moderata entrambe chiamano l'esistenza della nazione italiana come il presupposto per l'azione politica punto a capo Mazzini e la Giovane Italia dal 131 la stella di Giuseppe Mazzini si impone per la forza della sua predicazione politica e poi l'impatto la sua iniziativa, la Giovane Italia. Mandato Genova nel 1805 sottoposto a un attentissimo educazione della madre che lui stesso racconta. Nel 1827 mi viene affidato la vendita a Carbonara nel 1831 va in esilio, a Ginevra, poi a Lione, infine a Marsiglia. Nel 1831 Mazzini fonda Marsiglia la Giovane Italia, un’associazione politica che agli vuole diversa nello Spirito nella struttura del modello carbonaro il limite principale di quale esperienza di sembra sia di inefficacia propagandistica operativa casate nell'angolo misura dall'organizzazione per cellule autonome fortemente gerarchizzate al loro interno ma priva di coordinamento generale e nella mancanza un aperte illustrazione di obiettivi ideali ideali e programmatici da seguire la zona in Italia si cura con obiettivo propaganda diretta la diffusione di opuscoli oggi fogli volanti che illustrano i punti fondamentali del programma il coordinamento dell'azione resta nel male della direzione centrale ovvero in quella di Masini stesso punto auto finanziarsi con le quote pagate dagli affiliati dai sostenitori rispetto agli standard che siamo abituati conoscere la Giovane Italia, tuttavia, è un partito politico del tutto sui generis proponendosi obiettivi che i governi della penisola non possono considerare pericolosamente sovversivi ciò che trasforma i militanti che operano in Italia ricercati da parte in tutte le pulizie. Gli scopi che Mazzini stabilisce per l'organizzazione sono fondamentalmente il riscatto della Nazione italiana, che Mazzini considera come una comunità nell'acqua delle generazioni passate a cui quelle future sono legate alla presente con vincoli di parentela. Una comunità voluta da Dio entità superiore sempre presente nell'elaborazione mazziniana. “Nazione” nel lessico Mazziniano indica la dimensione della comunità e anche termine che esprime la piena poeticità indicando la forma statale che i militanti della Giovane Italia devono impegnarsi costruire. Una dei passi cruciali del giuramento del film azione indica con grandissima chiarezza l'obiettivo da perseguire Italia in azione una indipendente libera Repubblica. Uno stato unitario repubblicano e democratico, virgola per raggiungerlo è necessario ingaggiare una lotta di popolo l’intera comunità nazionale oltre che le sole classi operaie e contadine. Il nazionalismo mazziniano, coerentemente con l’intero discorso nazionale risorgimentale, fin dall’origine una fortissima componente religiosa la militanza politica e apostolato, in quanto diretta al proselitismo tanto traverso la diffusione del verbo, caduti in una guerra santa, in una sacra causata, volta la resurrezione della nazione. Hai sbagliato però pensare immagini di attirare le masse popolari solo con un messaggio densamente spiritualistico come lui stesso dice “i per conquistarle è necessario che si trasmette ad esse l’idea per la quale la rivoluzione nazionale avrà effetti benefici anche sulle loro più immediate condizioni di vita. Le prime reti mazziniani si diffondono a Genova e a Livorno nella città universitarie Pisa e Pavia nelle aree urbane anche in ambienti artigiani operai ma non nelle campagne in quanto soprattutto il contadino sanno leggere. Nemmeno 333 con circa 50.000 affiliati Mazzini progetta il primo tentativo insurrezionale che avrebbe dovuto scoppiare in Piemonte a Genova. La struttura La struttura relativamente aperta della zona in Italia nel sfondo infiltrazione della spia della polizia con la scoperta della congiura e numerosi arresti detto una decina di esecuzioni. Nel 34 c'è un secondo più articolato tentativo Insurrezionale un’invasione della Savoia un’insolazione Genova la prima felice e la seconda viene scoperta. Nello stesso anno crea la Giovane Europa con l'obiettivo dell’autodeterminazione delle nazioni per un Europa che si fondi sulla cooperazione politica e istituzionale delle azioni liberate, una serie di arresti da parte delle pulizie di tutte le nazioni portandone del 1836 allo scioglimento, lo so Mazzini si quindi a Londra nel 39 di costituisce la seconda Giovanni Italia, dedica una maggiore attenzione al problema operaio Vincenzo Gioberti e il neoguelfismo In questo periodo comincia a delinearsi un’alternativa moderata, una concezione più cauta di ispirazione monarchico-costituzionale quindi moderata come la chiamano gli stessi protagonisti la cui prima elaborazione è in alcuni salotti di famiglia nobiliare o alto borghesi di Torino di Milano e Firenze. E questi però devono aspettare il 1843 per disporre di un vero e proprio manifesto politico compiuto, ovvero alla pubblicazione del libro "Del primato morale e civile degli italiani", scritto da Vincenzo Gioberti che aveva collaborato con la giovane Italia e per questo era stato esiliato prima in Francia e poi a Bruxelles. All’interno di esso egli ritiene che devono andare in rigenerazione italiana vadano collocate nella storia romana -ellenica una popolazione che discendendo dei figli di Noè avrebbe trovato insegnamento nella penisola. Da cosa c’è poi scenario sarebbe nata poi la comunità romana e di conseguenza quella italiana, La comunità italiana poi avrebbe modellato la sua identità fondamentale attraverso le credenze cristiane e la guida papale l’essere confessionale coesa ed ospitare la sera della cattolicità che le dà un primato morale su tutti gli altri popoli. Per questo la guida del Risorgimento nazionale deve essere monarchica e aristocratica aggiunge che un assetto politico fondamentale sui principi, aristocrazia civili e consultive e sul coordinamento politico e spirituale del Papa nella condizione propria del reggimento A Roma il papà nomina Pellegrino Rossi capo di un nuovo governo , essendo esso contrario alla partecipazione dello Stato Pontefice ha un governo Nazionale , per questo ci scatenando attacchi di stampa e poterti di gruppi democratici contro il programma del governo si sostiene la linea indicata da Mazzini nelle pagine delle taglie del Popolo. Il 15 novembre un gruppo di diverse vicino di giovani al giudice e uccide Pellegrino Rossi il giorno dopo una folla si raduna davanti al Quirinale per chiedere un governo Democratico il papà fugge da Roma. Telefono gli orientamenti dei circoli popolari favorevoli alle lezione di una Costituente romana che decida la forma dello Stato nuovo le lezioni furono a suffragio universale maschile. Il governo non so lascia di curare una registrazione sociale sicuramente la più avanzata tra quelle messo in atto nel biennio rivoluzionario. L’assemblea francese dominata da componenti conservatrici e clericali e il nuovo presidente della Repubblica Luigi Filippo contano di attirare le simpatiche del Pontefice riconquistando Roma , che intanto aveva chiesto un intervento alle potenze europee con un intervento restauratore . Ad aprile contingenti francesi sbarcano a Civitavecchia La Repubblica la Repubblica a Roma dispone di circa 10000 soldati e di molti volontari venuti da altre parti d’Italia fra cui Garibaldi con gli uomini della Legione italiana . Il generale francese che si aspetta la capitolazione della città senza troppi difficoltà vede i suo uomini respinti i e costretti a ritirarsi il 17 maggio, il governo romano stipula una tregua con i francesi. Questi, dopo essersi riorganizzati attaccano un giorno in anticipo rispetto alla data stabilita dopo un mese di scontri sono in grado di occupare la città. In Toscana scoppiarono numerose proteste. Roberto ruolo particolarmente importante è quello di Domenico Guerrazzi e di Giuseppe Montanelli questi sono in contrasto idelogicamente, Montanelli continua a sostenere il progetto della convocazione della Costituente, Guerrazzi è invece più cauto e piuttosto preferisce consolidare la situazione politica interna, Leopoldo II lascia Firenze convinto di non controllare più Governo e opinione pubblica. Montanelli sostiene l'opportunità di unire la Toscana a Roma ma due giorni dopo i deputati preferisco nominare Guerrazzi dittatore temporaneo questo invia a Parigi Montanelli ufficialmente in missione diplomatica, ma di fatto per allontanarlo. L'Austria in breve tempo invia un corpo di spedizione in Toscana che, dopo sporadici casi di resistenza, permette il ritorno di Leopoldo II. A Venezia 1848 Manin costituisce un triumvirato in virato, che a dicembre indice delle elezioni a suffragio universale maschile per la costituzione di un'assemblea permanente. Dopo la sconfitta piemontese nella seconda fase della guerra l'Austria tenta la riconquista della città che, dopo una resistenza supportata da volontari provenienti da tutta Italia, viene dichiarata presa l'agosto 1849. In Piemonte dopo l'armistizio del 9 agosto 1848. sì susseguono diversi governi l'ultimo dei quali guidato da Vincenzo Gioberti. Questi ha nel suo programma le restaurazione dei sovrani legittimi a Roma e Firenze tramite la guerra, per la non condivisione del resto del parlamento si dimette, viene quindi sostituito dal ministro della Guerra Chiodo in vista della rottura dell'armistizio con l'Austria e delle riprese del conflitto. Dopo soli tre giorni ovvero dopo la rovinosa sconfitta di Novara il Piemonte deve accettare le condizioni di pace imposte dall'Austria. Vittorio Emanuele II noma Massimo d'Azeglio alla guida del governo e con esso, dopo le continue opposizioni parlamentari alla firma dei trattati, decide di sciogliere le camere e di indire nuove elezioni, il cui esito sarà un parlamento favorevole alla firma dei trattati. l'esperienza rivoluzionaria mise in evidenza la spaccatura che attraversava il campo nazional-patriottico. ciò che tenne insieme questa esperienza è il comune riferimento alla nazione italiana , al suo "risorgimento" e alla sua indipendenza. il fatto che Carlo Alberto e Mazzini parlino in nome dello stesso principio fondativi, il diritto nazione, non fa altro che acuire la competizione politica tra le istanze che ciascuno di loro sostiene, ognuno si sente il legittimo interprete del volere della comunità nazionale, esprimendo però ipotesi che sono tra loro assolutamente inconciliabili (monarchia contro repubblica, assetto democratico contro censitario). A ciò va aggiunto che i due schieramenti non sono compatti al loro interno. Il Piemonte, pur avendo subito due sconfitte militari, esce della rivoluzione notevolmente rafforzato; è anche l'unico stato a mantenere lo statuto e un Parlamento con camera elettiva, in aggiunta diventa lo stato ospitante di esuli rivoluzionari. Fin dal 1847 le manifestazioni pubbliche, le feste politiche, i riti collettivi diventano una delle pratiche più diffuse e più importanti della parabola rivoluzionaria. Le si dovrebbe interpretare come delle messe in scena drammaturgiche della struttura e dei valori simbolici a cui la comunità vuole richiamarsi. In ciascuna di queste occasioni appare decisivo l'intreccio dei simboli che derivano dalla tradizione cattolica con quelli che appartengono al nuovo repertorio politico. Da un lato questo aspetto della simbologia rivoluzionari rimanda alla natura dell’elaborazione culturale attraverso la quale p stato costruito il discorso nazionale. Dall0altro è certamente sollecitatato fino al parossismo del mito di Pio IX come papa nazional-liberale. -Altri elementi importanti sono la partecipazione massiccia di molti religiosi, alla manifestazione e alle insurrezioni. -La partecipazione patriottica di molti preti delle parrocchie rurali, tanto in Lombardia che nel Mezzogiorno, assicura ai simbolo nazional-patriottici in canale di mediazione verso le comunità contadine che nessuna iniziativa precedente era mai riuscita a garantirsi, simpatie che si rivelano alquanto volatili essendo legate, soprattutto, alle speranze di un mutamento radicale delle loro condizioni. negli ambienti urbani, che sono il vero cuore dell'azione rivoluzionaria, la partecipazione popolare è molto varia questo anche per merito della penetrazione della propaganda. Non a caso dalle città partono i volontari che vanno a combattere a fianco degli eserciti regolari, nella prima fase della guerra all'Austria o in difesa di Venezia e Roma. il volontario militare da molti punti di vista è davvero un'esperienza diversa dalla partecipazione a un esercito regolare, infintamente minore è la disciplina e l'organizzazione; molto maggiore è la capacità di adattamento, lo slancio e la partecipazione alle battaglie. Per questi motivi l'esperienza del volontariato lascia un'importante traccia di sé nell'immaginario nazional-patriottico negli anni seguenti. Sempre inerente al volontariato è la nascita del culto della personalità come il caso di Garibaldi, uno dei primi esempi nella storia dell'Occidente, in un certo senso da paragonare al mito novecentesco di Che Guevara. Nel complesso, sebbene non determinante dal punto di vista militare, il volontariato lascia un impronta mitologica e simbolica importantissima, che avrà modo di alimentare analoghe esperienze ben più significative. DOPO LA RIVOLUZIONE 1850-1859 La sconfitta della rivoluzione lascia spazio, in Italia, al ritorno degli antichi sovrani e all'attuazione di politiche repressive. L'Austria istalla le sue truppe nelle Legazioni e in Toscana, in Lombardo-Veneto la linea è quella di usare la mano pesante, il progetto di Radetzky, reinsediandosi a Milano come governatore generale decreta il sequestro dei beni di coloro che sono emigrati dopo la rivoluzione. L'attacco a testa bassa alla élite lombardo-veneto viene messo in atto un tentativo di reintroduzione immediata delle procedure di coscrizione militare, mentre non sono attuate misure economiche significativamente favorevoli alle diverse categorie di contadine. Questo insieme crea sentimenti di odio nei confronti del Governo Austriaco. LE Eredità DEL RISORGIMENTO Nel Risorgimento parlano in nome della nazione italiana soggetti politici che si fanno portatori di progetti molti diversi. I repubblicani democratici propongono ipotesi inconciliabili con i quelle che vengono realizzate sotto la guida di Cavour e dei Savoia. A unificazione compiuta molti ex democratici, ex garibaldini, ex mazziniani confluiscono nell’area politico-parlamentare di sinistra accentando l’esito del processo di unificazione. Garibaldi continua a sognare la conquista di Roma, tenta l’impresa due volte nel 1862e 67 fermati nel 62 furono i francesi a fermare l’azione, mentre nel 67 l’esercito italiano all’Aspromonte, dove avvenne il famoso fatto del ferimento alla gamba di Garibaldi, sconfisse i volontari e liberò Garibaldi. Non diverso è il sentimento che anima i repubblicani e Mazzini, in quanto se pur realizzata con il contributo del popolo (volontariato), esso non ha deciso di sé e delle sue sorti, l’unificazione si è compiuta come una progressiva annessione al Piemonte. La definitiva fine politica di Mazzini fu il fallito tentativo di provocare una nuova fase rivoluzionaria partendo da Palermo, arrestato ancora prima di sbarcare sulla penisola rifiuta di accettare la clemenza regia e decide di tornare in esilio volontario. Alla sua morte 10 marzo 1872, i contrasti accesi dalla sua figura sono testimoniati dalle diverse reazioni nei suoi confronti, da una parte un folto numero di persone partecipa al suo corteo funebre, dall’altra il parlamento approva un semplice voto di cordoglio in concomitanza con il divieto, decretato dal presidente della Camera, di qualunque discorso di commemorazione. Il distacco del Papa dal processo risorgimentale fu definitivo dopo che gli viene sottratta parte dei territori per annetterli al nuovo stato. Il distacco del papa dal movimento nazionale fece diventare meno efficace il processo di sovrapposizione dei simboli del discorso nazionale su quelli della tradizione religiosa. La sovrapposizione non verrà mai meno, ma non avranno più la stessa presa che avevano nella fase neoguelfa. Altra grande difficoltà su quelle che fu definita da George Mosse “la nazionalizzazione delle masse”. La nazione non è un dato di natura; il sentimento nazionale è-come ogni altra formazione concettuale- un insieme di valori, di norme e di simboli che bisogna imparare. “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” questo slogan di d’Azeglio riassume efficacemente il concetto. La nazione in questi anni va “insegnata”, dove le realtà campanilistiche non sovrastino il senso di appartenenza nazionale. Per questo nelle aree rurali c’è la massima necessità di svolgere una funzione pedagogica che, tuttavia, sembra essere attuabile dal riscontro positivo che ebbero le esperienze dei plebisciti o del culto di Garibaldi chiaro segno di una certa apertura ai valori della nazione. La classe dirigente del Regno la così detta “destra storica” non si impegna in questa opera di socializzazione. l’insegnamento elementare, affidato alle casse dei comuni, stente a decollare; negli stessi programmi scolastici il Risorgimento appare in misura marginale: troppo vicine solo quelle tensioni, contrasti o vere e proprie fatture per farne materia di una pedagogia nazional-patriottica. c’è poi negli uomini della destra, non pochi di essi erano proprietari terrieri, un atteggiamento duramente elitista, che considerava le classi popolari come soggetti pericolosi o comunque non veramente degni di qualche sforzo di socializzazione alla politica. Questa posizione trova riscontro nella legge elettorale adottata dal Regno d’Italia, che non è altro che un adattamento di quella già in vigore nel Regno di Sardegna, che stabilisce che possano votare i maschi adulti capaci di leggere e scrivere e che pagano almeno 40 lire di imposte annuale, ne risulta che gli elettori sono il 2%del totale della popolazione del Regno. Gli ambienti rurali dell’Italia centro-meridionale rimangono apatici alla politica, salvo occasionali scoppi di protesta, contro la tassa sul macinato o contro altri rincari sui beni di prima necessità. Queste zone saranno contese da cattolici e socialisti. nell’immediato il problema più grave di queste zone è un largo movimento di reazione all’Unità, chiamato dalle autorità “brigantaggio” ma che solo in una minima parte può essere definito in questo modo. Anche se la presenza di gruppi criminali dediti a taglieggiare o rapinare era già accertata prima dell’Unità, è dal 1861 che questo fenomeno muta dimensioni e caratteri. Oltre ad attacchi a simboli delle autorità un altro carattere esplicitamente politico è la dichiarazione dei capi di queste bande (spesso ex ufficiali Borbonici) di combattere per i Borbone o per il pontefice. La repressione violenta attuata dalle istituzioni lasciò una ferita nelle memorie di molte comunità del mezzogiorno rurale, provocando una sospettosa distanza nei confronti delle istituzioni del Regno d’Italia e nella sua simbologia. La marginalità femminile non viene meno dopo la costituzione del Regno d’Italia, anche se all’interno del movimento nazional-patriottico prende vita una più larga estensione dei diritti civili alle donne, nel nome del sacrificio comune per la costruzione della patria italiana. Proprio per i valori del movimento nazionale le donne sono rilegate al concetto del compianto o della repulsione del nemico. In relazione funzionale a questi concetti sta il tema della nazione come comunità di uomini capaci di combattere per riscattare il suo onore, per difendere le sue donne. La prima prova sostenuta dall’esercito del Regno d’Italia per la conquista di Venezia e del Veneto non potrebbe essere una smentita peggiore di quella immagine, 1866 il Governo La Marmora si accorta con il Governo prussiano per una guerra contro l’Austria, l’Austria fa sapere di essere disposta a cedere il Veneto e Mantova, purché l’Italia si ritiri dall’alleanza. L’Italia decide di tenere fede ai patti e di partecipare alla guerra, con il supporto di un corpo di volontari comandati da Garibaldi. Nonostante la superiorità numerica la guerra è condotta male, fatta eccezione per gli importanti successi di Garibaldi. Gli austriaci perdono comunque la guerra, per merito della Prussia. Negli accordi di pace l’Austria impone la clausola per cui cede solo il Veneto e Mantova, dopo un pebliscito questi sono annessi al Regno d’Italia. La sconfitta provoca un trauma nell’opinione patriottica: il primo battesimo di fuoco sembra confermare lo stereotipo che ossessionava gli intellettuali del Risorgimento, secondo cui “gli italiani non sanno battersi”. Sembra che il Risorgimento no lasci che un’eredità di divisioni, in larga misura è così, ma c’è un aspetto positivo. La mitologia nazionale che ha sorretto il movimento patriottico prima dell’Unità non va perduta dopo, anzi, se c’è qualcosa che tiene insieme il quadro politico-culturale dell’Italia nuova è proprio il profondo radicamento di quel sistema valoriale, specie nelle città e tra i ceti colti. Quando nel 1876 va al Governo la sinistra, il fatto che gli opposti protagonisti dell’unità siano morti (Cavour, Mazzini, Vittorio Emanuele, Garibaldi) rende possibile riscrivere una storia unitaria, anche se unitaria non è stata, Immaginandoli come partecipanti ad una lotta comune con il nemico, per l’affermazione della libertà: non è vero, ma è una soluzione retorica di un certo fascino. IL processo di ricostruzione del pantheon degli eroi nazionali ha un punto decisivo nel discorso di Francesco Crispi, in presenza della famiglia reale, in onore dell’inaugurazione di un monumento a Garibaldi, dove cita Garibaldi, Vittorio Emanuele e Mazzini come il sunto della storia risorgimentale e come richiami ai dolori alle vittorie e alla fede del popolo nella dinastia. Così facendo riesce a includere anche Mazzini nella trinità patriottica. Questa nuova immagine del recente passato italiano è descritta perfettamente nel libro “cuore” di De Amicis, libro che racconta le vicende che si svolgono in una terza elementare di Torino negli anni 80 del’800, descrivendo l’Italia come comunità di discendenza da amare ciecamente, non a caso le figure maschili e femminili hanno i caratteri tipici della retorica Risorgimentale. La mitografia nazionale ebbe largo spazio nelle letteratura, non solo saggistica, mentre un ruolo minore le fu attribuito in ambito parlamentare.
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