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Riassunto “Il segreto dell’infanzia”, Montessori, Appunti di Storia Della Pedagogia

Riassunto completo del libro Il segreto dell’infanzia della Montessori (Garzanti, Milano, 1999), diviso per capitoli e paragrafi citati dal libro.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 01/02/2023

FionaAgolli
FionaAgolli 🇮🇹

4.7

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Scarica Riassunto “Il segreto dell’infanzia”, Montessori e più Appunti in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Il segreto dell’infanzia di Maria Montessori L’infanzia, una questione sociale Secondo l’autrice la scienza è l’iniziatrice del movimento sodale per l’infanzia e nel mentre l’igiene comincia a combattere la mortalità infantile; poi dimostrerà che quest’ultima era vittima della fatica scolastica poiché terminava col finire del periodo della scuola. L’infanzia, per la Montessori, è un disturbo costante per l’adulto: preoccupato e stancato da occupazioni sempre più assorbenti. Non c’è posto per l’infanzia nella società sia a livello fisico e logistico che a livello mentale. Le città sono affollate e gli adulti non hanno tempo, in questo contesto il bambino non ha un luogo ma ha per meglio dire un rifugio. È il bambino vivere nell’ambiente dell’adulto, infatti a lui non gli appartiene nulla. La situazione è simile a quella di un uomo privo di diritti civili e di un ambiente proprio, un essere legato al margine della società che tutti possono trattare senza rispetto e castigare in forza di un diritto conferito dalla natura: il diritto dell’adulto. L’adulto fino ad ora non si è mai preoccupato di preparare un ambiente adatto al bambino, non ci fu mai un’organizzazione e lo abbandonò senza direzione all’istinto di tirannia. L’igiene lotta contro la mortalità infantile, infatti comincia a penetrare fra le classi popolari e a diffondersi: entra in gioco della scuola e dei principi educativi. Si hanno due iniziative importanti per migliorare le condizioni: ● lavori urbanistici rivolti all’infanzia, come ad esempio la costruzione di giardini, piazze, parchi, teatri, mobili in proporzione, ecc… ● delle riforme che lavorano per due diverse umanità: quello dell’adulto e quello del bambino (a differenza del passato). Il bambino non può essere conosciuto tramite i criteri oggettivi dall’adulto, in quanto l’infanzia costituisce l’elemento più importante della vita: l’elemento costruttore. Il bene o il male dell’uomo nell’età matura è strettamente legato alla vita infantile: tutto ciò che accade si ripercuote nel futuro. Parte prima Il secolo del bambino Non progredisce soltanto l'igiene infantile, ma anche la presenza del bambino si manifesta sotto nuovi aspetti. Già Ellen Key aveva anticipato che il XX sec. sarebbe stato il "secolo del bambino". Si ha quindi un diverso punto di vista: il bambino può essere considerato come un nuovo punto di partenza per la ricerca scientifica dell'uomo, capace di offrire all'adulto la possibilità di risolvere i suoi problemi individuali. - La psicoanalisi e il bambino La psicoanalisi ha avuto un ruolo fondamentale: è riuscita a penetrare nei segreti del subconscio, comprendere l'influenza che ha nelle azioni umane e a capire il bambino psichico. È un mezzo per l'approfondimento e lo studio dei problemi umani. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Essa rivela l'esistenza di un mondo sconosciuto, vasto, collegato al destino degli individui. > Critica a Freud: lo studioso non era riuscito a dare una spiegazione al subconscio e si era soffermato al campo patologico. - Il segreto del bambino È importante studiare l'uomo fin dalle origini e cercare di decifrare nell'anima del bambino il suo svolgimento attraverso i conflitti con l'ambiente. Si ha una grande scoperta riguardo l'origine della psicosi nell'età dell'infanzia: i ricordi chiamati dall'inconscio dimostrano delle sofferenze infantili che non erano quelle comunemente conosciute, anzi lontane dalle opinioni dominanti. Le sofferenze erano di ordine puramente psichico: lente e costanti; sono elementi che non potevano concludersi nella personalità adulta. Era la repressione l'attività spontanea del bambino che permette il predominio su di lui da parte dell'adulto. In tale contesto la figura con più influenza sul bambino è la madre. Due piani di sondaggio della psicoanalisi: ● livello più superficiale: nasce dall'urto tra gli istinti dell'individuo e le condizioni dell'ambiente, spesso in conflitto coi desideri istintivi più superficiale > casi guaribili, dove non è difficile risalire le cause perturbatrici della coscienza; ● livello più profondo: piano delle memorie infantili dove il conflitto non è più uomo e ambiente sociale, ma è tra bambino e madre (o in generale l’adulto) > malattie di difficile guarigione; rimasto fuori dalla pratica e relegato a una semplice anamnesi (interpretazione delle cause). Occorre osservare il bambino da un punto di vista psichico e capire come si svolgono i rapporti con l'adulto e l'ambiente. Infatti il ruolo della psicoanalisi è una “forma di aiuto” alla vita psichica infantile ed entra nel campo dell'educazione: penetrare nei fatti psichici ancora ignoti del bambino. L'accusato La parola repressione di cui parla Freud è un'illustrazione: il bambino non può espandersi come deve avvenire in via di sviluppo, ciò avviene a causa dell'adulto che lo reprime. Il bambino è isolato nella società, quindi nel momento in cui l'adulto ha un'influenza l'adulto stesso è determinato: sta vicino al bambino. Infatti le figure di riferimento sono sempre la madre, il padre e la maestra, coloro che si prendono il merito dell'educazione. L'adulto non ha compreso il bambino e l'adolescente, perciò è in continua lotta con loro, inoltre non si può procedere se esso non trova in sé l'errore che gli impedisce di vedere il bambino. È egocentrico: considera qualsiasi riferimento al bambino psichico a se stesso, considerandolo così come un essere vuoto, inerte, incapace, senza guida interiore per cui l'adulto si prende la responsabilità di orientarlo. Infine l'adulto pensa che il bambino sta bene quando è perennemente vicino e se esso si allontana diventa il male, perciò si sente in dovere di raddrizzare questo percorso. In questo modo cancella la personalità del bambino, anche se è convinto di agire con amore. Intermezzo biologico Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia - I periodi sensitivi La sensibilità del bambino piccolissimo conduce, prima che si possa parlare di mezzi di espressione, a una costruzione psichica primitiva, la quale può rimanere occulta. Non esiste il linguaggio all’interno degli organi motori, ma la sua predisposizione. Esiste l’attitudine creatrice, l’energia potenziale per costruire un mondo psichico a spese dell’ambiente. La scienza poi ha determinato determinati periodi sensitivi in cui si ha lo sviluppo. Quest’ultimo da cosa dipende? Bisogna specificare che lo sviluppo è un fatto constatabile esteriormente, da cui si può penetrare la conoscenza i due modi: - via le ghiandole a secrezione interna > il fisico; - via periodi sensitivi > la psiche. Si tratta di sensibilità speciali, che si trovano negli esseri in via di evoluzione, cioè negli stati infantili, le quali sono passeggere e si limitano all’acquisto di un determinato carattere (con l’aiuto di un impulso): una volta sviluppato il carattere, la sensibilità finisce. Durante lo sviluppo psichico il bambino compie delle conquiste definite, dalla Montessori, miracolose (direttive del suo periodo sensitivo che se non si compiono naturalmente, esse sono perdute). Come fa il bambino ad orientarsi? Vivendo con semplicità, con gioia, senza stancarsi; mentre l’adulto ha bisogno di aiuto e di compiere sforzi ardui. Finito il periodo sensitivo, le conquiste intellettuali sono dovute a un'attività riflessa, allo sforzo del volere, alla fatica della ricerca: nel torpore dell’indifferenza, nasce la stanchezza del lavoro. Questa è la differenza fondamentale tra la psicologia dell’adulto e del bambino. Se durante l’epoca sensitiva si pone un ostacolo, nel bambino avviene uno sconvolgimento o una deformazione, portandoloselo nel futuro come stigma. Tutto questo mondo è ancora abbastanza sconosciuto, non essendo note le cause, infatti i capricci non hanno una causa apparente (vengono definite un’azione illogica e indomabile) che possono tendere ad aggravarsi nel tempo. I capricci sono passeggeri come il periodo sensitivo, tuttavia hanno una conseguenza di un imperfetto sviluppo che è irreparabile nel futuro. Sono espressioni esterne di bisogni insoddisfatti, allarme di una condizione errata, di un pericolo: spariscono immediatamente, se ci è stata la possibilità di comprenderli e di soddisfarli. Si nota uno stato di calma a uno di agitazione che può assumere la forma di malattia. E’ dunque necessario cercare la causa a ogni manifestazione infantile, un motivo che può diventare una guida a penetrare nei recessi misteriosi dell’anima infantile e a preparare un momento di comprensione e di pace nei rapporto col bambino. - Scrutando nei periodi sensitivi Lo sviluppo psichico non avviene a caso, non ha origine dagli stimoli del mondo esteriore, ma è guidato dalle sensibilità passeggere che sono istinti temporanei ai quali è collegato l’acquisto dei vari caratteri. Sono le sensibilità interiori a guidare la scelta nell’ambiente multiforme delle cose necessarie e delle situazioni favorevoli allo sviluppo. Queste guidano rendendo il bambino sensibile verso “le cose” lasciandolo indifferente verso altre. Da ricordare: durante il periodo sensitivo Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia si hanno acquisti psichici (es: l’orientamento nell’ambiente, capacità di domare i suoi movimenti motori, linguaggio). Come accade? Dal subconscio, a contatto con l’ambiente, costruisce la coscienza dell’uomo: confusione, distinzione e creazione dell'attività. I capricci sono espressioni di una perturbazione interna, di un bisogno insoddisfatto che crea uno stato di tensione e rappresentano un tentativo all’anima di chiedere e difendersi. Se nessun aiuto viene dato al bambino, se l’ambiente non è stato preparato per riceverlo, egli sarà in continuo pericolo dal punto di vista della sua vita psichica. Il bambino è nel mondo come un “esposto”, cioè un abbandonato, essere in mostra a degli incontri pericolosi, a lotte per l’esistenza psichica, inconsce, ma tuttavia reali, le cui conseguenze sono fatali per la costruzioni definitive dell’individuo. L’adulto non lo aiuta, perché ignora persino lo sforzo a cui il piccino si sottomette e perciò non si accorge del miracolo che si sta realizzando: il miracolo della creazione dal nulla, compiuto dal nulla, compiuto da un essere in apparenza privo di vita psichica. Conseguenza: un modo nuovo di trattare il bambino, non solo bisognoso di cure igieniche, ma in cui devono prevalere le impressioni delle manifestazioni psichiche. E’ necessario che l’adulto segua il bambino e lo aiuti fin dai suoi primi sviluppi; non deve aiutarlo a costruirsi, perché tale compito spetta alla natura: deve solo cedere i mezzi necessari per la costruzione. - Osservazioni ed esempi Per dimostrare l'esistenza di una vita psichica nei bambini piccolissimi non è possibile ricorrere a esperienze scientifiche, come nella psicologia sperimentale, sottomettendo a esperienze gli stimoli dei bambini, cercando di attirare la loro attenzione e attendendo una qualche manifestazione motrice che rappresenti una risposta psichica. E’ necessario che esista una vita psichica, sia pur embrionale, preesistente a qualunque funzionamento del movimento volontario. Il primo impulso procede da un sentimento. Come ha dimostrato Lewin il bambino che desidera un oggetto si tende verso di esso con una tensione di tutto il corpo e solo più tardi (con il progresso nelle coordinazioni motorie) sarà possibile separare i diversi atti, e quindi tendere solo la mano per giungere all’oggetto desiderato. Analogamente succede con il linguaggio. I bambini quindi sono suscettibili di osservazione, ma non di esperienza. L’ordine Il bambino nel suo primo e anche secondo anno di vita è predisposto all’ordine. Se esso vive nel disordine, allora soffrirà che si manifesta nel pianto disperato e in una agitazione persistente (assumendo l’aspetto di una vera malattia) e sviluppandosi in capricci. Questo pensiero della Montessori sottolinea di nuovo l’importanza dell’ambiente. Per l’adulto si tratta di un piacere esterno, di un benessere più o meno indifferente; ma il bambino si forma a spese dell’ambiente e tale formazione costruttiva non si effettua secondo una formula vaga, poiché esige una guida precisa e determinata (es: nascondino). Nella prima età si raccolgono gli elementi d’orientamento dall’ambiente nel quale lo spirito dovrà agire in futuro. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia - L’ordine interno La sensibilità dell’ordine esiste contemporaneamente nel bambino sotto due aspetti: ● esteriore, che riguarda i rapporti tra le parti nell’ambiente; ● interiore, che dà il senso delle parti del corpo che agiscono nei movimenti e delle loro posizioni > l’orientamento interno. L’orientamento interno è stato oggetto di studio della psicologia sperimentale, che ha riconosciuto un senso muscolare il quale permette di rendersi conto della posizione delle varie membra del corpo e fissa una memoria speciale: la memoria muscolare. Questa è fondata sul fatto che i movimenti compiuti costantemente siano un'esperienza (meccanica). L’intelligenza Il bambino ha dimostrato che l’intelligenza non si costituisce lentamente. E’ un osservatore che assume attivamente le immagini tramite dei sensi. Tuttavia in base a cosa vede il bambino? Sicuramente non tramite un senso di preoccupazione, dato che non ha ancora esperienze. Il bambino parte proprio dal nulla e avanza tramite il suo essere attivo; il fulcro attorno al quale agisce interiormente il periodo sensitivo è la ragione. Il ragionamento, come funzione naturale e creativa, germina lentamente come un oggetto vivo che cresce e si concretizza a spese delle immagini che assume dall'ambiente. La ragione è un’energia primordiale, dove infatti le immagini si organizzano subito a servizio del ragionamento che permette di assorbirle. Si può riassumere dicendo che è un’azione che avviene ancora prima che inizi a camminare o a parlare. Il bambino è un essere insaziabile: estremamente curioso, attratto dall’ambiente. Da diverse esperienze si può notare che essi nel primo anno di età hanno già raccolto le impressioni sensoriali dell’ambiente, in modo talmente chiaro che possono già riconoscere le immagini rappresentate nelle figure (in piano e in prospettiva). Dal secondo anno, il bambino non è più attratto con trasporto tipico del periodo sensitivo, ma piuttosto da oggetti minimi che sfuggono all’occhio: ciò che si trova ai margini della coscienza ed è invisibile. La natura porta a dei progressi successivi affinché il bimbo prenda completa conoscenza di tutte le cose. L’adulto giustifica qualsiasi azione ignota come capriccio, invece ha un aspetto importante: è un problema da decifrare e risolvere. Il bambino, cogliendo i particolari infimi e reali delle cose, deve nutrire un'idea di inferiorità, poiché gli adulti non vedono le stesse immagini: ci considera incapaci, persone che non sanno vedere. Egli vede che l’adulto è indifferente, incosciente e incapace di cogliere particolari interessanti. Se potesse esprimersi rivelerebbe che, nel suo intimo, non ha alcuna confidenza, come l'adulto non ne ha in lui, poiché è estraneo alla loro maniera di pensare. Questo è in sintesi il motivo per cui adulto e bambino non si comprendono. Le lotte sul cammino della crescenza - Dormire Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia La sostituzione dell’adulto al bambino non è soltanto quella di agire al posto suo, ma anche quella di infiltrare la propria volontà nel bambino, sostituendola alla sua. Allora non è più il bambino che agisce, ma è l’adulto che agisce nel bambino. Nel periodo infantile la coscienza è in via di formazione e la sensibilità verso gli elementi esteriori è in uno stato creativo. L’adulto allora può insinuarsi, quasi penetrare sottilmente, animando con la propria volontà quella del bambino, che è la sua motilità. L’adulto diventa un suggestionatore. Un altro io si è imposto e ha oppresso l’altro: derubare la personalità infantile. Non è volontariamente soltanto che l’adulto suggestiona, ma anche senza volerlo né saperlo, senza che gli si ponga il problema. I fatti inibitori sono favorevoli alla infiltrazione di una volontà estranea negli atti di un bambino, quando la volontà adulta non agisce così violentemente da provocare una reazione. Accade più frequentemente nelle classi di persone educate (self controlled). - L’amore all’ambiente La suggestionabilità dei bambini sta nell’esagerazione di un tra le funzioni psichiche costruttive (= sensibilità interiore), che la Montessori chiama “l’amore all’ambiente”. Il bambino osserva le cose appassionatamente ed è attratto da esse, come le azioni dell’adulto, con lo scopo di conoscerle e riprodurle. L’adulto potrebbe avere una specie di “missione”: essere un ispiratore delle azioni infantili, un libro aperto in cui il bambino legga la guida dei propri movimenti e impari ciò che gli è necessario di apprendere per agire bene. Tuttavia l’adulto per assumere questo compito deve essere sempre calmo e agire lentamente affinché la sua azione sia chiara in tutte le particolarità, per il bambino che osserva. Se l’adulto si abbandona invece ai suoi ritmi rapidi ed energici, piuttosto che ispirare il bambino, si sostituisce con suggestione. Anche gli oggetti stessi, sensorialmente attraenti, possono avere un potere di suggestione attrattiva, richiamando l’attività del bambino come una calamita. Esperimento del prof. Levine Soggetti: bambini ”deficienti” e “normali”, della stessa età e in uguali condizioni esterne. Scopo: conoscere i diversi comportamenti dinanzi ai medesimi oggetti. Svolgimento: ● primo gruppo dei “deficienti” > si mostrano attratti e interessati dagli oggetti; sono vivaci e sorridenti, contenti di trovarsi davanti a tante cose. Ciascuno prende un materiale e lavora, poi ne prende un altro e così via, facendo una quantità di esperienze. ● secondo gruppo dei “normali” > si muovono lentamente, si fermano, guardano, prendono un oggetto appena e rimangono inerti. Conclusione: il bambino “normale” lento e riflessivo si comporta così perché subentra, nei suoi movimenti controllati, l’io che è condotto dalla ragione. Essi padroneggiano la suggestione che viene dalle cose e dispongono di queste liberamente. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia L’importante non è che l’individuo si muova in qualunque modo e in qualunque senso, ma è che sia riuscito a conquistare il suo organo motore. Questo è segno che si ha ordine, ovvero una disciplina interiore. La disciplina degli atti esterni è l’espressione di una disciplina interiore che si è organizzata intorno all’ordine. Quando queste non avviene, allora il movimento esce dalle direttive della personalità che può essere dettata dalla volontà esterna, che difficilmente sa condurre alla disciplina degli atti perché non crea organizzazione. Il movimento - è importante nella costruzione della psiche; - non è finalizzato solo al funzionamento normale del corpo, favorendo la respirazione, digestione e circolazione; - influisce sulle funzioni della vita vegetativa; - oltre a dare risultati fisici, ne dà anche psichici; - espressione dell’io e fattore indispensabile per la costruzione della coscienza, essendo l'unico mezzo tangibile che pone l’io in relazione con la realtà esterna. Queste caratteristiche portano alla costruzione dell’intelligenza, che si alimenta e vive di acquisizioni ottenute nell’ambiente esteriore. Il fattore che lega al mondo è la concezione interiore e esecuzione esteriore. Le idee astratte (es: spazio e tempo) risultano da una maturazione dei contatti con la realtà, che si coglie per mezzo del movimento. L’importanza del movimento è dettata dalla conoscenza diretta e della connessione fra le funzioni motrici e la volontà. Tutte le funzioni dell’organismo, benché legate al sistema nervoso, sono indipendenti dalla volontà: ogni organo ha la propria funzione fissa, che attua costantemente, e le cellule e i tessuti possiedono la struttura adeguata alle funzioni che hanno da compiere. Anche le fibre muscolari sono attente al lavoro specializzato, ma hanno comunque bisogno d’un ordine per entrare in azione e senza ordine non agiscono. Le cellule muscolari devono essere libere, agili e rapide per essere pronte ad obbedire al comando. Come? Per obbedire è necessario essere preparati; la preparazione si consegue tramite il prolungato esercizio (per ottenere la coordinazione). Il bambino è uno scopritore: in ricerca della propria forma. L’incomprensione Non avendo l’adulto alcuna nozione sull’importanza dell’attività motrice, egli si limita a impedire le attività perché pensa che sia causa di perturbazioni. Da ricordare che gli organi di senso (= sensi intellettivi) sono importanti per la costruzione dell’intelligenza. Tramite essi l’io si mette in relazione col mondo e li adopera secondo le proprie necessità psichiche; gli organi formano la personalità dell’io. Ragionamento analogo rispetto al movimento. Intelletto d’amore Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia L’amore per la Montessori è l’acquisizione della coscienza, il controllo della salvezza e segno della salute. Non costituisce l’agente motore, ma un suo riflesso: è l'istinto, l'impulso creatore della vita. La creazione colma la coscienza del bambino e la sua realizzazione si ha tramite l’amore. Un amore per l'ambiente che unisce il bambino alle cose. L’amore non è da considerarsi come un sentimento emotivo, bensì come un amore d’intelligenza che vede, osserva e amando costruisce. Quell’ispirazione che spinge i bambini a osservare: “intelletto d’amore”, ovvero la capacità di osservazione in modo vivace e minuzioso dei tratti dell’ambiente che sono insignificanti all’occhio dell’adulto. L’intelligenza del bambino è legata all’osservazione con amore e mai indifferenza, che gli rivela l'invisibile. L’amore nel bambino è ancora privo di contrasti: ama perché assimila (dettato dalla natura), assorbe ciò che coglie (per alimentare la sua vita). Nell’ambiente l’oggetto dell’amore è specialmente l’adulto: da lui il bambino riceve gli oggetti e i materiali, che con amore, servono per la sua formazione. L’adulto è così un essere venerabile, da cui escono le parole che gli serviranno per costruire il linguaggio. Perciò il bambino è estremamente sensibile di fronte all’adulto, fino a permettere che l’adulto viva e agisca in lui stesso. I capricci e le disobbedienze del bambino non sono altro che aspetti di un conflitto vitale fra l'impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende. Quando, invece che obbedienza, insorge un capriccio, l’adulto deve pensare a individuare la difesa di un gesto vitale necessario allo sviluppo del bambino. Chi realmente ama è il bambino, poiché l’adulto non ha la giusta sensibilità (ovvero “l’intelletto d’amore”). Inoltre il bambino desidera sentire l’adulto sempre accanto a sé e che cerca sempre attenzioni. Parte seconda L’educazione del bambino L’ambiente dell’adulto non è ambiente di vita per il bambino, ma un insieme di ostacoli tra i quali egli sviluppa difese, adattamenti deformanti, dove resta vittima di suggestioni. Sotto ogni risposta del bambino, c’è un enigma/problema da decifrare: ogni suo capriccio è l'espressione esteriore di una causa profonda frutto di un carattere che cerca di manifestarsi. Dunque il primo compito dell’educazione è scoprire questo ignoto. Come? Bisogna agire sull’ambiente per liberare le manifestazioni infantili. Bisogna preparare l’ambiente che deve essere aperto, adatto al momento vitale, in cui avviene la spontanea manifestazione psichica naturale. Il ruolo dell’educazione è per cui scoprire prima il bambino e poi realizzare la sua liberazione. Dato che nell’ambiente del bambino si trova anche l'adulto, quest’ultimo deve adattarsi ai suoi bisogni e renderlo indipendente per non essergli di ostacolo e per non sostituirsi alle attività attraverso cui avviene la sua maturazione. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia L’adulto deve essere calmo: non solo a livello caratteriale o legato agli impulsi nervosi, ma uno stato di “sgombero mentale” che si avvicina alla purezza dell'intelletto, che prepara a comprendere il bambino. È la preparazione essenziale della maestra. È importante l’offerta ai bambini di un materiale scientifico adatto e attraente, per un’educazione sensoriale, che permette un'analisi e un raffinamento dei movimenti che provocano attrazione e concentrazione. Riassumendo: ambiente adatto, maestro umile e materiale scientifico. La manifestazione dei bambini è un’attività determinata dal concentrarsi in un lavoro, in un esercizio su qualunque oggetto esterno con movimenti della mano guidati dall'intelligenza. — Collegamento ai capitoli “ripetizione dell’esercizio” e “la libera scelta delle cose”. Il bambino appare felice perché si sta creando uno sviluppo: la guida è la sua scelta. 1) Lavoro individuale: Ripetizione dell’esercizio; Analisi dei movimenti; Buone maniere nei contatti sociali; Pulizia accurata della persona; Scrittura isolata dalla lettura; Scrittura precedente la lettura; Disciplina nella libera attività. Controllo dell’errore; Ordine nell’ambiente; Educazione dei sensi; Letture senza libri; Libera scelta; Esercizi di silenzio; 2) Abolizione dei premi e dei castighi: Abolizione dei sillabari; Abolizione delle lezioni collettive; Abolizione di programmi e di esami; Abolizione di giocattoli e golosità; Abolizione della cattedra della maestra insegnante. Dal bambino si è creato un metodo, delle direttive pratiche e sperimentali, dove la sua scelta autonoma e la sua vivacità vitale agiscono come controllore dell’errore. Questo metodo, che non ha una preparazione definita, è applicabile per ogni età, in base alla condizione sociale e economica ovvero in direzione a delle legge naturali. La Montessori introduce il concetto di “conversione”, ovvero un cambiamento spirituale che rendeva libera i bambini dal dolore e dall'abbandono in una rinascita verso la gioia. Bambini privilegiati Un altro genere di bambini che appartengono a condizioni sociali eccezionali sono i bambini dei genitori ricchi. Questi sono circondati dalle cure più elette che dispone la società, quale conversione ci dovrebbe essere? I bambini ricchi hanno una minore attrazione per gli oggetti, perché sono già saturi/sazi a causa dell’ambiente in cui vivono. La soluzione è di aspettare che il bambino scopra un nuovo oggetto, apparentemente inutile e insignificante, così da avere un nuovo interesse e manifesti attenzione, stupore e gioia. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Appena trovano un oggetto che li interessi, il disordine scompare e finisce il vagabondaggio della mente. In questo istante si effettua la conversione: si trova una calma, un ordine, un lavoro e un entusiasmo. Nell’arco della vita, nel piccolo bambino, avviene costantemente un errore che deforma il tipo psichico naturale dell’uomo, dando luogo a infinite deviazioni. La conversione infantile è una guarigione psichica, un ritorno alle condizioni normali: un processo di normalizzazione. La preparazione spirituale del maestro Si richiedono precise disposizioni di ordine morale, si parla di una preparazione interiore che si compie tramite lo studio di sé stesso con metodica costanza per sopprimere i propri difetti più radicati. Questi sono gli ostacoli che non permettono una relazione col bambino. Per scoprirli nella coscienza si ha bisogno di un aiuto esterno: l’istruzione. Come si diceva all’inizio, il maestro deve essere “iniziato”. Egli si preoccupa eccessivamente delle “inclinazioni del bambino”, del modo di “correggere le scorrettezze”, mentre dovrebbe cominciare a studiare i propri difetti. La preparazione interiore non è una preparazione generica, non è verso la ricerca della perfezione, ma è la consapevolezza dei propri lati. La Montessori scrive: “dobbiamo essere educati, se desideriamo educare”. Le cattive tendenze di una persona possono essere dettate da due modi: 1) uno interiore, che consiste nella lotta dell'individuo contro i propri difetti; 2) uno esteriore, che è la resistenza esterna alle manifestazioni delle nostre tendenze cattive (l’ira e l’orgoglio) > la reazione delle forme esterne rivela la presenza dei difetti morali, per cui genera una riflessione. Il maestro deve rendersi conto del ruolo che ha nella vita dei bambini. Le reazioni infantili, come timidezza, bugie, capricci, pianti senza causa apparente, timori, rappresentano un inconscio stato di difesa del bambino stesso. L’ira è una reazione alla resistenza del bambino, ma dinanzi all’espressioni infantili si fonde con l’orgoglio e costituisce insieme uno stato complesso, assumendo una forma di tirannia. La tirannia colloca l’individuo nella fortezza dell’autorità riconosciuta. L'adulto domina il bambino in virtù di un diritto naturale riconosciuto, che egli possiede per il semplice fatto di essere adulto. La reazione del bambino per cui è di difesa vitale della propria integrità psichica. Crescendo, imparerà a dirigere la propria reazione direttamente contro il tiranno, allora l'adulto saprà vincere con una liquidazione e una giustificazioni più complicata, convincendolo che quella tirannia è diretta al suo bene. L'adulto si sente legittimato all’offesa: il diritto di giudicare il bambino, in quanto può dirigere o sopprimere secondo la propria convenienza. La preparazione del maestro è l’auto-esame ovvero la rinuncia alla tirannia: bisogna espellere il proprio cuore l’ira e l’orgogli; sapersi umiliare e rivestirsi di carità. E’ necessario un atto di umiltà e cancellare il pregiudizio. La preparazione interna consiste nel punto di partenza e nella meta. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Le deviazioni Non sono soltanto il disordine, la disobbedienza, l’egoismo, il litigio, il capriccio, ma anche l'immaginazione creativa, il piacere ai racconti, l’attaccamento alle persone, la sottomissione, il gioco, ecc.. l’imitazione, la curiosità, l'incostanza, l’instabilità dell’attenzione. Le deviazioni nascono dal non realizzamento del disegno primitivo del suo sviluppo. Le fughe L’autrice parte descrivendo il concetto di incarnazione: l’energia psichica deve incarnarsi nel movimento e comporre l’unità della personalità agente. Se l’unità non è raggiunta, a causa della sostituzione dell’adulto al bambino o per un’ambiente inadatto, ne deriva un “uomo spezzato”. Dato che nella natura nulla si crea e nulla si distrugge, le energie deviano verso il vuoto e il caos. Analogamente l’intelligenza che avrebbe dovuto costruirsi tramite le esperienze del movimento, fugge verso la fantasia, cioè che vaga verso immagini e simboli. Sono i bambini vivaci a compiere azioni disordinate, l’adulto, mentre castiga, però ammira e incoraggia quella esuberanza e fantasia, interpretandola come immaginazioni/fecondità creativa dell’intelligenza infantile). — Collegamento a Fröbel (il simbolismo del bambino e il ruolo dei giocattoli). I giocattoli sembrano essere la rappresentazione di un ambiente inutile, che non può condurre a una concentrazione dello spirito, tuttavia sono l’unico strumento che permette la libertà ai bambini. Gli adulti li lasciano liberi solo nel momento in cui giocano, nella convinzione che così raggiungeranno la felicità. Questi bambini “spezzati” vengono considerati nelle scuole come intelligenti, ma indisciplinati e disordinati. Nella scuola montessoriana invece si inizia un processo di tranquillità e serenità in cui incomincia a operare al suo lavoro: il processo di normalizzazione (sopracitato). Così, tramite il movimento, la curiosità vagante diviene lo sforzo per conquistare la conoscenza. Le barriere Nelle scuole le maestre constatano che i bambini pieni di immaginazione non raggiungono il miglior profitto negli studi, come si sarebbero aspettati le figure più adulte che circondano la vita di un bambino. Non pensano che l’intelligenza sia deviata, ma che essa sia estremamente creativa e che non possa applicarsi alla pratica. Questa è una forma evidente del bambino deviato: si ha una diminuzione dell’intelligenza, perché non può usarla quindi spenta dallo scoraggiamento. Una intelligenza deviata non si può costringere a un lavoro forzato, senza provocare un fenomeno psicologico: le barriere psichiche. Non è correlata alla disobbedienza o alla svogliatezza, ma è un fatto inconscio che impedisce di ricevere idee. I bambini con tale caratteristica possono essere considerati poco intelligenti o incapaci per natura di capire certe materie oppure essere totalmente “deficienti”. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia La paura Un’altra deviazione è la paura che si ritiene come uno dei caratteri naturali del bambino, collegata a un perturbamento profondo, quasi indipendente dalle condizioni dell’ambiente. È un conseguenza di forti impressioni ricevute nel passato, simili a fobie/traumi dell’adulto. Tutte le forme di paura che esistono dipendono dall’adulto e quest’ultimo ne approfitta per ottenere obbedienza, aumentando così il timore del bambino (collegamento alla notte). “Lo stato pauroso” è diverso dalla paura collegata con l’istinto normale della conversazione dinanzi a un pericolo. Questo è meno frequente nei bambini che negli adulti perché nel bambino prevale il carattere di affrontare il pericolo. In conclusione i bambini sono in grado di controllare gli atti e insieme la temerità, componendo una forma di vita serena e superiore. La normalizzazione dunque non corrisponde al gettarsi nei pericoli, ma allo sviluppo di una prudenza che permette di agire tra i pericoli, conoscendoli e dominandoli. Le bugie Le deviazioni psichiche dipendono sempre dalle medesime radici: dove si trova il segreto unico della normalizzazione. - La menzogna copre l’anima. - Ci sono bugie normali e bugie patologiche. - Bugia vesanica è irrefrenabile. I psicologi criminalistici furono impressionati dal fatto che un essere con un animo innocente è quasi sinonimo di verità (la verità che parla tramite l’innocenza) potesse deporre delle falsità con impeto sincero. Si venne a riconoscere che quei bambini erano veramente sicuri e che la bugia era dovuta a una forma mentale di conduzione, aggravata dal momento emotivo. Queste situazioni del falso al vero sono lontane dalle bugie del bambino che cerca di nascondersi per difesa conscia. Tuttavia si trova anche nei bambini normali e nella vita consueta, delle bugie che non hanno una funzione difensiva. La bugia può essere una vera invenzione: il bisogno di fantasticare, che possano essere veritiere e non per ingannare o scopo personale. La creazione dell'immaginazione tradotta in menzogna. Oppure come finalità hanno la convenienza: astuzia. Mentre per i bambini deboli e remissivi le bugie sono un riflesso difensivo, senza un contenuto elaborato dell’intelligenza. Sono bugie ingenue, disorganizzate, improvvisate come difesa nei confronti degli attacchi degli adulti. E’ un fenomeno collegato all’intelligenza, che nell’infanzia è in fase di formazione, si organizza al crescere dell’età e viene a costruire una parte importante della società. Tuttavia la menzogna non è una deviazione che scompare facilmente, ma è necessaria una ricostruzione più che una conversione: la chiarezza delle idee, l’unione con la realtà, la libertà dello spirito e l’interesse attivo con l’ambiente che costruisce un’anima sincera. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Se si analizza la vita sociale, si trova che in essa è immersa nella bugia: la disciplina e i rapporti sociali si erano organizzati sulla menzogna e la sincerità sconosciuta, colpevolizzando le persone troppo oneste. ● L’interpretazione dei travestimenti come adattamenti del subconscio: sono le funzioni dell’adulto, e non le bugie dei bambini, che rappresentano un rivestimento che ricopre, abbellisce e difende la vita. Consegue che l’anima si adatta alla sopravvivenza. ● Ipocrisia dell’adulto verso il bambino: l’adulto sacrifica i bisogni del bambino ai propri, si persuade di esercitare diritto di natura, di agire per il bene più lontano del bambino. Quando il bambino vuole difendere, l’adulto pensa alla disobbedienza, così lentamente la verità e la giustizia del bambino scompare ed è sostituito dall’autorità e dalla prudenza (convenzionalismo). Riflessi sulla vita fisica Molti disturbi fisici hanno una causa psichica. La conservazione dell'individuo ha due lati: ● ambiente, che consiste nell’evitare pericoli; ● alimentazione. I bambini, riportati dal loro stato di deviazioni psichiche a uno stato di normalità, perdevano il loro gusto della golosità mangiando con correttezza. I bambini remissivi si rifiutano di alimentarsi, portando a un decadimento fisico e ribellandosi a ogni cura. Il rifiutarsi dell’alimentazione non è da confondersi con le dispepsie (= stati anomali degli organi digestivi, che producono la mancanza di appetito). Il bambino che non vuole mangiare per un fatto psichico: è un impulso difensivo. Esso non deve mangiare al ritmo dell’adulto, ma per natura impiegano diverse pause. Si può notare nei neonati che non si staccano quando sazi, ma quando devono riposare. Si può riconoscere perciò la possibilità di difesa, quasi di una barriera, contro la violenza con cui il bambino è costretto a nutrirsi, fuori dalle sue leggi naturali. Causa di un adulto opprimente, repressivo, a cui il bambino è attaccato. Una via per guarirlo/un rimedio: metterlo lontano dalla persona che lo reprime e portarlo in un ambiente psichicamente libero e attivo, in modo che esso perda quell’attaccamento che gli deforma lo spirito. E’ il perturbamento psichico a generare il vizio di gola. Si riconosce una tendenza naturale, “istinto verso la morte”, dell’uomo ad autosabotarsi attaccandosi ai veleni (alcool, oppio, cocaina) con una tendenza irresistibile: si attacca alla morte e la chiama. Dunque si può dire che ogni deviazione psichica orienta l’uomo verso il cammino della morte: questo appare già nella prima infanzia. L’io con la malattia riesce a sottrarsi a situazioni o obblighi spiacevoli. Come i difetti morali, così molte malattie e stati morbosi possono sparire ponendo i bambini in un ambiente libero e di attività normalizzante. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Terza parte La lotta fra l’adulto e il bambino I mali più evidenti dell’uomo adulto si riflettono sull’infanzia e la vita infantile mostra i primi sintomi. Inoltre una qualsiasi grande e visibile malattia è accompagnata da un'infinità di mali minori. Il conflitto fra l’adulto e il bambino ha conseguenze che si estendono nella vita umana e l’origine si trova nella vita infantile. L'istinto del lavoro L’individuo e ambiente hanno un rapporto stretto, poiché lo sviluppo della personalità (= libertà del bambino) non può che essere l’indipendenza progressiva dall’adulto, realizzata grazie a un ambiente adeguato, in cui il bambino possa trovare i mezzi necessari allo svolgersi delle proprie funzioni. L’errore della libertà del bambino, nell’educazione, consiste nel considerare un’ipotetica indipendenza nei riguardi dell’adulto, senza la corrispondente preparazione dell’ambiente. Questa costituisce una scienza educativa rispondente alla necessità, nell’alimentazione infantile, di determinare prescrizioni igieniche. Tuttavia la preparazione dell’ambiente psichico è stata abbozzata adeguatamente per poter costituire una realtà pratica. ● Il fenomeno della normalizzazione per mezzo del lavoro: l’attitudine al lavoro è un istinto primordiale, senza di esso non si può organizzare la personalità. Si può affermare che l’uomo si costruisce lavorando. Si effettuano lavori manuali in cui la mano è lo strumento della personalità, l’organo dell’intelligenza e della volontà individuale, che edifica la propria esistenza di fronte all'ambiente. Il lavoro, che dovrebbe essere una soddisfazione e la base principale della salute e la rigenerazione, è respinto dall’adulto perché il lavoro sociale si pone su basi false e l’istinto profondo, deviato dal possesso, dal potere, dall’ipocrisia e dal monopolio, rimane occulto nell’uomo. In queste condizioni il lavoro dipende solo da circostanze esterne o dalla lotta di uomini e si trasforma in lavoro forzato, che genera barriere psichiche. Mentre se il lavoro assume caratteristiche eccezionali, il lavoro si collega all’impulso dell’istinto, diventando così “incantevole e irresistibile”. Tale lavoro crea un’invenzione. Il progresso della civiltà è legato al lavoro, alle multiforme di abilità che tendono alla creazione dell’ambiente per facilitare la vita dell’uomo. Questo ambiente non si può considerare artificiale, bensì supernaturale perché è una costruzione sovrapposta alla natura e l'uomo si abitua finché non diventa il suo elemento vitale. L’uomo si è costruito il suo ambiente e all’interno vive e non potrebbe vivere da un’altra parte: “l’uomo vive, dunque nell’uomo”. Deve trovare nell’altro tutto ciò di cui ha bisogno. Perciò ogni individuo è legato ad altri e ciascuno contribuisce col proprio lavoro al complesso in cui vive l’umanità: l’ambiente supernaturale. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Il bambino lavora non per uno scopo esteriore, ma perché il suo obiettivo è avere una ripetizione dell’esercizio e porre a termine l’attività. Possiede un motore diverso da quello dell’adulto, il quale agisce per eccesso di motivi esterni che esigono ardui sforzi, sacrifici e dura fatica. Il bambino invece non si stanca col lavoro: lavorando cresce e perciò il lavoro aumenta la sua energia. Il bambino non chiede di essere dispensato dalle sue fatiche, ma chiede di effettuare la sua missione da solo. L’adulto esegue ogni cosa al posto del bambino perché si orienta secondo le proprie leggi naturali: minimo sforzo ed economia di tempo. La prima differenza infatti sta nel fatto che la legge del minimo sforzo per il bambino non esiste: egli consuma una quantità enorme di energia in un lavoro senza scopo e impiega tantissimo tempo e forza. La seconda differenza sta nel fatto che il bambino non ammette ricompense né concessioni, ma segue il suo programma e orario senza ritardi e negligenze. Il bambino usa l’ambiente come mezzo che faciliti lo stabilirsi delle sue funzioni: esso deve essere animato da un essere superiore, organizzato e preparato per la sua missione. Totalmente diverse dalla sostituzione dell’adulto al bambino e anche dalla passività del bambino. Quindi non è sufficiente preprare gli oggetti di forme e dimensioni adatte: occorre preparare l'adulto affinché lo aiuti. Gli istinti di guida Nella natura ci sono due forme di vita: vita adulta e vita infantile. Sono tra di loro diversi e contrastanti. La vita dell’adulto è caratterizzata dalla lotta legata alla sopravvivenza e alla selezione naturale. Lo sviluppo della vita sociale fra gli uomini: continui sforzi per conservare la vita e difendersi dai nemici, lotta e fatiche per adattarsi all’ambiente e infine l’amore e la conquista sessuale. Esiste una parte occulta della vita, che deve avere altre forme, altri mezzi, altri motivi: istinti - che guidano interiormente gli esseri viventi; - che per essere distinti dalla massa si riferiscono a reazioni immediate tra l’essere e l’ambiente; - istinti guida. Esistono due tipi di istinti: la conservazione dell'individuo e la conservazione della specie. In entrambi ci sono aspetti di lotta. Gli istinti guida sono legati all’esistenza stessa della vita, anziché verso l’ambiente. Non sono caratterizzati dal carattere impulsivo delle lotte episodiche, bensì dall'intelligenza, sapienza, che conduce gli esseri attraverso il loro viaggio nel tempo (gli individui) e nell’eternità (la specie). Si rivolgono a guidare e a proteggere la vita infantile, quella iniziale: quando l’essere è ancora inesistente o immaturo, ma propenso a raggiungere il pieno sviluppo (quando non ha ancora i caratteri della specie, né la forza, né la resistenza, alla sopravvivenza). Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Qui la guida agisce insieme come una forma di maternità e di educazione che sono intimamente nascoste. Uno degli istinti riguarda a quello di maternità: non collegato solamente alla madre, ma è rivolto ad entrambi i genitori e in generale alla società di esseri. E’ un'energia collegata agli esseri viventi, che esiste come protezione/conservazione della specie, legato alla sopravvivenza. Il nuovo istinto di protezione della specie crea un lavoro costruttivo, che ha lo scopo di preparare il riparo e il rifugio ai nuovi nati. Può anche crearsi un istinto senza oggetto, che rappresenta un’obbedienza al comando interiore di far ciò che è necessario. I neonati, privi di esperienza, hanno il potere di orientarsi e proteggersi nel mondo esterni, guidati nei “periodi sensitivi” da istinti parziali. E’ il sentimento, di amore e sacrificio, a facilitare la missione e dà la forza di sopravvivere. L’adulto considera il bambino come un essere lontano dalla sua logica, diverso e tramite l’educazione cerca di attirarlo verso di sé: l’adulto esibisce la sua perfezione, la propria maturità, chiedendo al bambino di imitarlo. Non pensa che il bambino abbia bisogno di un ambiente suo e mezzo di vita adatto alla sua esistenza. Il bambino maestro Lo studio degli istinti guida sono studiabili nei bambini “normali”, che vivono liberamente in un ambiente adatto alle loro necessità di sviluppo. Delle esperienze dimostrano due diversi settori: l’educazione e l’organizzazione sociale dell’uomo. Il mondo del bambino e dell’adolescente manifestano rivelazioni, direttive naturali necessarie alla vita normale della società. Il bambino continuerà ad essere “anormale” finché la sua infanzia non si sarà potuta svolgere secondo le direttive della natura, ma subirà invece irrimediabili deviazioni. “Nosce te ipsum”: conoscenza delle leggi occulte che guidano lo sviluppo psichico dell'uomo. Il problema si risolve dal bambino, osservando nella sua vita pratica. Bisogna perciò fare il bambino il fato della vita futura: chiunque vuole beneficiare la società deve studiare il bambino, non solo per salvarlo dalle deviazioni, ma anche per conoscere il segreto pratico della vita. La figura del bambino si presenta possente e misteriosa, è necessario meditare su di essa perché il bambino, che ha il segreto della natura, divenga il nostro maestro. La missione dei genitori I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo profondamente, che supera gli interessi e i concetti della vita esteriore. Sono custodi supernaturali e legati al bambino; devono possedere i mezzi per organizzarsi socialmente, quindi agire praticamente nella vita sociale. Agolli Fiona, a.a 2021/2022 Storia della pedagogia Devono purificare il sentimento di amore che non deve essere contaminato dall'egoismo o dall’inerzia; devono intendere e abbracciare la questione sociale che oggi s’impone: la lotta ai diritti dell'infanzia. La società deve dare delle cure per ricavare maggiori possibilità per l’umanità futura. I diritti del bambino La società non si è mai preoccupata del bambino, lasciandolo esclusivamente alle cure della famiglia. Avevano la considerazione che l’unica protezione e difesa del bambino era l’autorità paterna. Durante la storia del mondo la civiltà progredì considerevolmente dal punto di vista delle leggi a favore dell’adulto, ma lasciò totalmente privo di difesa sociale il bambino. Gli furono dati soltanto i mezzi materiali, morali e intellettuali della famiglia in cui nasceva. La storia racconta come si svolge un costante progresso a favore dell’adulto, mentre i bambini rimangono dimenticati ed esiliati. Se la famiglia non possedeva alcun mezzo, il bambino doveva vivere nella miseria, senza che la società sentisse la più piccola responsabilità nei suoi riguardi. Non veniva dato nessuna preparazione o garanzia. Dunque lo Stato non ha responsabilità, non si occupa di proteggere i figli nel loro sviluppo, non si informa sulle capacità dei futuri genitori e a loro non dà istruzione e preparazioni adeguate. I bambini come vittime: non esistevano medici specialisti, ospedali per l’infanzia (solo dopo l’attenzione all’alto tasso di mortalità infantile i medici cominciarono a interessarsi). Erano in tanti a morire per ignoranza e mancanza di cure. Questo fenomeno viene chiamato “strage normale degli innocenti”. Scoperto e capito l’evento, la scienza indicava i genitori a ricevere istruzioni necessarie per l’igiene infantile, ma anche a problemi legati alla scuola dove venivano esposti a un tormento obbligatorio per imposizione della società. Si crea in questo modo un legame tra la vita scolastica e le malattie: non era solo una condizione igienica, ad esempio piegarsi sul banco per ore causava il petto stretto e di conseguenza la tubercolosi. Il tormento inoltre si allargava a livello mentale: pregiudizi, viziati, senza fiducia, malinconici, senza gioia dell’infanzia. Alla famiglia non interessava che i bambini creassero un bagaglio culturale, ma che passassero i loro esami per essere accettati socialmente. Inoltre i bambini arrivavano già stanchi a scuola, a causa del lavoro che compivano prima. Questi venivano castigati poiché non stavano attenti né capivano le spiegazioni dell’insegnante. Quest’ultimo cercava l’interesse per mezzo di rimproveri e si faceva obbedire tramite le minacce; li umiliava davanti ai compagni a causa della loro incapcità e devolezza di volontà Si può notare come i bambini siano sottoposti continuamente a uno sfruttamento familiare e a dei castighi scolastici. Nacque così un nuovo e importante ramo della medicina: l’igiene scolastica. Consiste nell’esercitare un’azione protettrice e rigeneratrice in tutte le scuole pubbliche. Il medico e l'insegnante si trovano associati a beneficio del bambino.
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