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Riassunto "Il segreto dell'infanzia" - Montessori, Schemi e mappe concettuali di Storia Della Pedagogia

Riassunto completo del libro di Maria Montessori.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 20/10/2023

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Scarica Riassunto "Il segreto dell'infanzia" - Montessori e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! “IL RO L’INZA” di Ma tor PREFAZIONE Nel ‘900 nacquero alcuni movimenti sociali a favore dell’infanzia. Fino a quel momento i bambini si consideravano un elemento di disturbo sia per la società sia per i genitori. L’ambiente e tutto il mondo erano solo a misura di adulto, non esistevano le sedie per i bambini che venivano quindi tenuti sulle ginocchia. Tutto girava intorno al diritto dell’adulto; infatti non veniva messo al centro dell'attenzione, ma veniva abbandonato a se stesso. Questo non avveniva soltanto nelle famiglie, ma anche nelle scuole: il bambino era trascurato, le strutture a sua disposizione non erano adatte alle sue necessità e gli insegnanti erano molto severi. L’arrivo dell’igiene fermò la mortalità infantile nel primo anno di vita e diede una nuova attenzione al bambino. La lotta a favore dell’infanzia permise di capire che il bambino di oggi è l’adulto di domani. In seguito si crearono due ambienti: uno adatto alle esigenze del bambino e uno per quelle dell’adulto. Infatti si costruirono mobili su misura per il bambino, parchi e piazze in cui poteva giocare. Infanzia è l’elemento costruttore, Il bene e il male nell’adulto sono strettamente legati all’infanzia. 1- IL SECOLO DEL BAMBINO Il progresso raggiunto in pochi anni nella cura e nell’educazione dei bambini è stato rapido e sorprendente, tanto da collegarsi con un risveglio di coscienza più che a una evoluzione dei mezzi di vita. A tal proposito, la poetessa svedese Ellen Key ha sostenuto che il 1900 sarebbe stato il “secolo del bambino”, tesi successivamente affermata anche dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III. La psicanalisi e il bambino La psicoanalisi è penetrata nel subconscio, illustrando in tal modo il contributo che il bambino psichico può dare a uno studio più approfondito dei problemi umani. In particolare, importante è la scoperta del potere che ha il subcosciente sulle azioni degli uomini, capace di portare alla luce fatti segreti e realtà impensate. La psicoanalisi ha aperto un campo di ricerche prima sconosciuto facendoci entrare nei segreti del subconscio: abbiamo quindi capito il contributo che può dare il bambino psichico (lo spirito del bambino) allo studio più approfondito dei problemi umani. All’inizio la psicoanalisi era una nuova tecnica per curare le malattie psichiche: si iniziò a pensare che la manifestazione del subconscio fosse sintomo di una malattia. Poi si scoprì che aveva un forte potere sul subconscio, quindi sulle azioni dell’uomo. Freud trovò la via per penetrare nell’inconscio con un tecnica destinata, però, a rimanere nel campo del patologico. Il segreto del bambino Una delle più impressionanti scoperte della psicoanalisi fu l’origine della psicosi nella lontana età dell’infanzia. Il ricordo richiamato dall’inconscio dimostrava delle sofferenze infantili che non erano quelle comunemente conosciute, ma erano di ordine puramente psichico che portavano a una personalità adulta psichicamente malata. Questa repressione dell'attività spontanea del bambino era dovuta al suo adulto di riferimento maggiore, cioè la madre. Bisogna distinguere due piani di sondaggio incontrati dalla psicoanalisi: - uno più superficiale che deriva dall’urto tra gli istinti dell’individuo e le condizioni dell’ambiente a cui l’individuo deve adattarsi, condizioni che spesso sono in conflitto coi desideri istintivi. Da questo insorgono i casi guaribili, dove non è difficile far risalire nel campo della coscienza le cause perturbatrici che stanno al di sotto. - uno più profondo, il piano delle memorie infantili, il cui conflitto è tra il bambino e la madre, in genere si può dire tra il bambino e l’adulto. Quest’ultimo conflitto si collega con le malattie di difficile guarigione. In tutte le malattie venne riconosciuta l’importanza dei fatti avvenuti nell’età infantile, e le malattie che hanno le loro cause nell’infanzia sono le più gravi e le meno curabili. Il bambino è l’infanzia, e per questo occorre osservarlo da un punto di vista psichico per rilevare i conflitti tra lui, l’adulto e l’ambiente sociale circostante. Intorno al bambino nasce un campo di esplorazione scientifica nuova, ovvero la psicoanalisi, che altro non è che una forma di aiuto alla vita psichica infantile: la sua caratteristica è la penetrazione di fatti psichici ancora ignoti nel bambino. 2- L’ACCUSATO Freud ritiene responsabile l’adulto (la madre, il padre e poi i maestri) della crescita e dell’educazione del bambino. La parola repressione fa riferimento all’adulto che reprime il bambino che non può espandersi come deve avvenire in un essere in via di sviluppo. Sorge così un’accusa contro l’adulto responsabile dei bambini. Per salvare il bambino dai conflitti che mettono in pericolo la sua vita psichica è necessario modificare l’adulto. Occorre che l’adulto trovi in sé l’errore ancora ignoto che gli impedisce di vedere il bambino. Molto spesso l’adulto (diventato egocentrico) pensa che il bambino sia un individuo vuoto e il suo lavoro è quello di riempirlo, ma in realtà il bambino è pieno di potenzialità e ha una sua personalità che deve essere presa in considerazione e non cancellata dall’adulto. L’adulto deve quindi comprendere il proprio errore e cercare l’ignoto nascosto nell’anima del bambino, per tirar fuori l’elemento indispensabile al progresso morale dell’umanità. 3- INTERMEZZO BIOLOGICO Wolf rese note le sue scoperte sulla segmentazione della cellula germinativa e dimostrò il processo della creazione degli essere viventi: qualunque essere vivo, pianta o animale, deriva da una cellula primitiva che suddividendosi rapidamente dà luogo all’essere vivente. Ma l’essere che è nato non è solo un corpo materiale perchè possiede anche delle funzioni: gli istinti. L’ambiente esterno non deve dare soltanto i mezzi dell’esistenza fisiologica, ma anche i richiami alle missioni misteriose che porta in sé ogni essere animale. manifestarla, perché deve a lungo elaborare nel segreto le sue difficili realizzazioni. Il bambino, come embrione fisico, ha bisogno di un ambiente speciale quale è il seno materno, e come embrione spirituale/psichico ha bisogno di essere protetto da un ambiente esterno animato, caldo d’amore, ricco di nutrimento, dove tutto è fatto per accogliere e niente per ostacolare. L’attitudine dell’adulto deve quindi cambiare: non deve solo accudire il bambino da un punto di vista psichico, ma deve mettere in relazione la sua psiche con l’ambiente circostante, da cui si sviluppa la sua individualità psichica e l’unità profonda della sua personalità. Cosa hanno fatto il padre e la madre? Il padre ha agito unicamente dando una cellula invisibile. La madre, oltre ad una cellula germinativa, ha dato l’ambiente vivo adatto, con i requisiti necessari alla protezione e allo sviluppo, affinché la cellula germinativa si segmentasse tranquillamente per attività propria, producendo il neonato inerte e muto. 7- LE DELICATE COSTRUZIONI PSICHICHE I periodi sensitivi La sensibilità del bambino piccolissimo conduce a una costruzione psichica primitiva che può rimanere occulta. Ciò che esiste è la predisposizione a costruire un linguaggio. Quando si parla di sviluppo ci si riferisce soprattutto a quello fisico, anche studi moderni hanno posto l’attenzione sulla sua componente psichica, contraddistinta da periodi sensitivi. Negli studi moderni vi sono 2 contributi: uno è lo studio che riguarda la crescenza fisica (studio delle ghiandole a secrezione interna) e l’altro è quello dei periodi sensitivi. Lo scienziato olandese De Vries scoprì negli animali i periodi sensitivi e poi attraverso altri studi si scoprirono i periodi sensitivi nella crescenza dei bambini e a utilizzarli dal punto di vista dell’educazione. Si tratta di sensibilità speciali presenti negli stati infantili, negli esseri in via di evoluzione. Esse sono passeggere e si limitano all’acquisto di un determinato carattere: una volta sviluppato questo carattere, la sensibilità finisce e così ogni carattere si stabilisce con l’aiuto di un impulso. Dunque la crescenza è un lavoro guidato da istinti periodici, o passeggeri, che danno una guida perché spingono a un’attività determinata. De Vries riconobbe per la prima volta i periodi sensitivi negli insetti. Considerò, per es. i bruchi. Si sa che i bruchi crescono rapidamente, nutrendosi con voracità. Nei primi giorni di vita non può nutrirsi delle foglie delle foglie grandi, ma solo di foglioline che si trovano sulla punta estrema dei rami. Questo perché la farfalla madre depone le uova per il suo istinto, nell’angolo del ramo, verso il tronco dell’albero, cercando un luogo sicuro e riparato. Il bruco appena nato è dotato di una viva sensibilità alla luce e si dirige verso essa fino all’estremità del ramo, trovando, così, le foglie tenere per il suo nutrimento. Dopo un certo periodo la luce lo lascia indifferente e il bruco si dirige verso altro. Durante il suo digiuno, esso costruisce una specie di sarcofago rimanendo sepolto come un essere senza vita: tale lavoro è intenso e in quel sepolcro si prepara l’essere adulto, provvisto di ali. Vi è una spinta animatrice che conduce a compiere atti meravigliosi. Se il bambino non ha potuto agire secondo le direttive del suo periodo sensitivo è perduta per sempre l’occasione di una conquista naturale. La sensibilità permette al bambino di mettersi in rapporto col mondo esterno. Solo quando nel periodo sensitivo, l’acquisto è compiuto, arriva l’indifferenza. Quando una di queste passioni psichiatriche si è spenta, altre fiamme si accendono e così l’infanzia passa di conquista in conquista. Se durante l’epoca sensitiva un ostacolo si oppone al lavoro del bambino avviene uno sconvolgimento del quale gli uomini portano in sé l’impronta inconscia. Si notano le reazioni dolorose e violente del bambino, quando ostacoli esterni impediscono la sua attività vitale. I capricci collegati con i conflitti interiori, che riguardano i periodi sensitivi, sono passeggeri come lo è lo stesso periodo sensitivo e non lasciano traccia nel carattere, ma hanno come conseguenza un imperfetto sviluppo. I capricci del periodo sensitivo sono espressioni esterne di bisogni insoddisfatti, allarme di un pericolo e spariscono immediatamente se vi è stata la possibilità di comprenderli e di soddisfarli. E’ dunque necessario cercare la causa a ogni manifestazione infantile, che viene chiamata capriccio, appunto perché questa causa sfugge, mentre essa può diventare una guida per penetrare nell’anima infantile e per preparare un periodo di comprensione e di pace col bambino. Scrutando nei periodi sensitivi Lo sviluppo psichico è guidato dalle sensibilità passeggere che sono istinti temporanei ai quali è collegato l’acquisto dei vari caratteri; questo offre i mezzi necessari alla vita per la creazione del carattere, senza però influenzarlo. Anzi, esso è influenzato da istinti temporanei, che rendono il bambino sensibile verso alcune cose e lo lasciano insensibile verso altre. Durante il periodo sensitivo il bambino che fa acquisti psichici, come l’orientarsi verso l’ambiente esterno. Esso non passa senza aver lasciato segni indelebili che donano all’infante quei caratteri che lo accompagneranno per tutta la vita. Quando il bambino si presenta con membra contratte, pugni chiusi, testa eretta e tesa verso una persona che parla e fissa gli occhi intensamente sulle labbra che si muovono, sta passando il periodo sensitivo: il divino comando che dà un soffio alle cose inerti e le anima di spirito. Questo dramma interiore del bambino è un dramma d'amore, ed è l’unica grande realtà che si svolge nelle occulte regioni dell’anima. Per quanto riguarda il linguaggio, per esempio, esso è tra le animazioni più laboriose e corrisponde al massimo tra i periodi sensitivi dei bambini, rimane nel segreto, perché egli trova sempre attorno a sé delle persone che parlano e gli offrono gli elementi necessari alla sua costruzione. Nel periodo sensitivo, ci possono anche essere, però, dei fattori negativi (quando nell’ambiente si oppone un ostacolo al funzionamento interiore). Tale periodo, si può in questi casi manifestare con reazioni violente, con capricci, espressioni di una perturbazione interna, di un bisogno insoddisfatto che crea uno stato di tensione e rappresentano un tentativo dell’anima di chiedere e difendersi. Si manifesta allora un aumento di attività inutile e scomposta, che si potrebbe paragonare nel campo fisico a quelle alte febbri che investono improvvisamente i bambini, senza che vi corrisponda una causa patologica proporzionata. I fatti patologici sono quelli che si vedono prima: non è mai la calma che pone dei problemi e obbliga a riflettere, ma sono sconvolgimenti e disordini. L’adulto ha conosciuto solo le malattie dell’animo infantile, ma non la salute. Se non viene dato nessun aiuto al bambino e l’ambiente non è pronto per accoglierlo, egli sarà in continuo pericolo psichico; l’adulto non lo aiuta, perché ignora persino lo sforzo a cui il piccino si sottomette, senza quindi accorgersi del miracolo che si sta realizzando: il miracolo della creazione dal nulla, compiuto da un essere in apparenza privo di vita psichica. Conseguenza di ciò è un nuovo modo di trattare il bambino; l’adulto non può rimanere inerte di fronte alla crescita dello sviluppo psichico del piccolo. Non deve aiutarlo a costruirsi perché ciò spetta alla natura ma gli deve fornire i mezzi necessari per lo sviluppo, altrimenti crescerà con devianze. Per aiutare il bambino non è necessario ricorrere a complicate abilità di osservazione o convertirsi in interpreti delle stesse; basterà essere disposti ad aiutare l’anima del piccolo, perché la logica sarà sufficiente a renderci suoi alleati. È necessario che per parecchio tempo siano sempre gli stessi luoghi il campo di esplorazione del bambino, perché vedendo costantemente le stesse cose, egli impara a riconoscerle e a ritrovarle nei medesimi posti, e a distinguere i movimenti degli oggetti spostati dai movimenti degli esseri animati. Osservazioni ed esempi Non possiamo applicare il metodo sperimentale alla vita psichica dei bambini perché andremmo a interferire, bisogna osservarli e studiarli nel loro ambiente di vita normale, rimanendo nascosto. Per aiutare il bambino basta essere disposti ad aiutare l’anima del piccolo. Un esempio: si ritiene che il bambino debba stare sempre disteso perché non può reggersi in piedi. Il bambino dovrebbe ricevere le sue prime impressioni sensibili dall’ambiente. In realtà, gli viene concesso di contemplare il soffitto della stanza. Egli deve afferrare con la vista le sue prime impressioni delle quali alimenterà il suo spirito. L’idea che il bambino avesse bisogno di vedere qualcosa, ha suggerito che gli mostrassero degli oggetti per distrarlo: una pallina o un oggetto oscillante, attaccato al letto, e sospeso sopra di lui. Questi segue con gli occhi quell’oggetto che oscilla davanti a lui, ma non potendo ancora muovere la testa, è costretto a richiedere dal suo occhio uno sforzo innaturale, dovuto alla posizione artificiale. Basterebbe sollevare il bambino, appoggiandolo su un piano leggermente inclinato, perché potesse abbracciare con lo sguardo tutto l’ambiente. E’ necessario che per parecchio tempo siano sempre gli stessi luoghi il campo di esplorazione del bambino, perché vedendo costantemente le stesse cose, egli impara a riconoscerle e a ritrovarle nei medesimi posti. 8- L’ORDINE Uno dei periodi sensitivi più importanti e il più misterioso è quello che rende il bambino sensibilissimo all’ordine, sviluppato durante i primi due anni di vita; è curioso come in realtà il bambino viene generalmente visto come disordinato per natura. Il bambino non può vivere nel disordine perché lo fa soffrire ed esprime questo suo disagio attraverso il pianto o l’agitazione, il bambino piccolo osserva il disordine che gli adulti trascrurerebbero con facilità e questo tocca in lui una sensibilità che scompare con l’età. Ad esempio, il fatto che qualcuno appoggi sopra un tavolo un ombrellino (posto inusuale L’adulto cammina per raggiungere una meta esterna, raggiungendo uno scopo (ha nel passo un ritmo stabilito, che lo trascina quasi meccanicamente), ma il bambino cammina per elaborare le proprie funzioni e ha quindi uno scopo creativo di se stesso (egli è lento, non ha ancora un ritmo del passo e una finalità). 12- LA MANO L'iniziare della deambulazione e del linguaggio sono due tappe fondamentali nello sviluppo del bambino e si riferiscono al movimento: esse indicano che il bambino ha riportato la prima vittoria dell’io sopra i suoi strumenti di espressione o attività. Il linguaggio è una vera caratteristica dell’uomo perché è espressione del pensiero, diversamente dalla deambulazione, comune a tutti gli animali. I veri caratteri collegati con l’intelligenza sono il linguaggio e l’attività della mano a servizio dell’intelligenza per realizzare il lavoro. La mano è quell’organo che permette all’intelligenza non solo di manifestarsi, ma di entrare in rapporti speciali con l’ambiente: l’uomo prende possesso dell’ambiente con la sua mano e lo trasforma sulla guida dell’intelligenza. Per un istinto subconscio, l’uomo ha dato importanza ed ha unito insieme il linguaggio e l’attività della mano, come in alcuni simboli collegati alla vita sociale dell’adulto (es. il matrimonio, il giuramento). L’adulto ha paura che le mani del piccolo possano creare danno toccando gli oggetti e si atteggia così in difesa di esso, ad esempio ripetendo “non toccare, non muoverti”. Il bambino, per raccogliere dall’ambiente gli elementi necessari alla sua prima costruzione mentale ha bisogno di impossessarsene, ma è lui stesso che sceglie ed esegue gli atti, seguendo il suo io e prendendo spunto da azioni che ha visto compiere intorno a sé (azioni compiute dagli adulti). Il bambino fa quello che ha visto fare, imita l’adulto, e lo stesso vale per il linguaggio: il bambino assume il linguaggio che sente parlare attorno a sé, ma non è un’imitazione immediata, bensì il frutto di un’osservazione immagazzinata. Azioni elementari Prima di compiere azioni logiche, il bambino comincia ad agire con scopi propri usando gli oggetti con un fine spesso incomprensibile agli adulti (da un anno e mezzo ai tre anni d’età). Il bambino è un extra-sociale nell’ambiente adulto, ma toglierne l’accesso vuol dire reprimere la sua crescita. Bisogna quindi preparare l’ambiente per accogliere le manifestazioni del bambino. 13- IL RITMO L’adulto, che non ha compreso ancora l’attività della mano infantile come un bisogno vitale e non vi riconosce la prima manifestazione di un istinto del lavoro, impedisce al bambino di lavorare. Ma non sempre bisogna pensare a una difesa dell’adulto: a volte egli fissa il suo modo di agire secondo una sua costituzione mentale con l’obiettivo di arrivare a un fine con l’azione più diretta, quindi nel minor tempo possibile (“legge del minimo sforzo”). Vedendo così il bambino fare grandi sforzi per compiere un’azione inutile che egli stesso potrebbe compiere in un attimo, l’adulto è tentato ad aiutarlo e a sostituirsi. L’adulto è irritato dal ritmo lento del bambino e il suo modo di compiere inutilmente un’azione. Il ritmo fa parte dell’individuo e non può adattarsi a ritmi differenti senza soffrirne. L’adulto non deve sostituirsi al bambino e alle sue azioni, ma deve avere pazienza e sopportare il suo movimento, il disordine e il turbamento che porta nell’ambiente. 14- LA SOSTITUZIONE DELLA PERSONALITA’ La sostituzione dell’adulto al bambino può anche essere quella di infiltrare la propria volontà in esso, sostituendola alla volontà di lui. Quando Charcot, nel suo istituto di psichiatria, dimostrò, con le sue esperienze, la sostituzione di personalità negli isterici per mezzo della suggestione, emerse che l’uomo non è padrone delle proprie azioni. Dimostrò sperimentalmente che un soggetto poteva essere suggestionato al punto da sopprimere la propria personalità, sostituendola con un’altra: quella del suggestionatore. C’è un periodo della vita particolarmente predisposto alla suggestione, dove la coscienza è in via di formazione e la sensibilità verso gli elementi esteriori è in uno stato creativo e qui l’adulto può insinuarsi, animando con la propria volontà quella del bambino. L’amore all’ambiente La suggestionabilità dei bambini è l’esagerazione di una tra le funzioni psichiche costruttive, cioè di quella caratteristica sensibilità interiore, ovvero “l’amore all’ambiente”. Il bambino osserva le cose ed è attratto da esse, comprese le azioni dell’adulto che poi riproduce. L’adulto ha quindi una missione: quella di ispiratore di azioni infantili, ma egli deve agire lentamente affinché il bambino colga l’azione e la riproduca. Anche gli oggetti stessi possono avere un potere di suggestione attrattiva. A partire da questo punto è stato condotto un esperimento, con questi risultati: i bambini deficienti sono più vivaci, allegri, si muovono molto e passano da cosa a cosa, appaiono intelligenti anche se non lo sono, diversamente il bambino normale appare più calmo, attento, riflessivo e agisce secondo ragione poiché deve essere consapevole di ciò che compie. Egli è mosso da una propria disciplina interiore, organizzata intorno all’ordine. 15- IL MOVIMENTO Oltre che dal punto di vista fisico, il movimento è importante anche per la psiche dato che infonde coraggio e fiducia in se stessi, eleva la moralità e suscita entusiasmo. È infatti fondamentale che il bambino possa raccogliere le immagini e mantenerle chiare e ordinate perché l’io edifica la propria intelligenza grazie al vigore delle energie sensitive che la guidano. Si costruisce così la ragione, ovvero ciò che distingue l’uomo, essere razionale e individuo che, ragionando e giudicando, può volere e quando vuole si mette in movimento. Per comprendere l’essenza del movimento bisogna considerarlo come l’incarnazione funzionale dell’energia creatrice che porta l’uomo all’altezza della sua specie, animando in lui l’apparato motore, strumento col quale egli agisce nell’ambiente esterno compiendo il suo ciclo personale, la sua missione. Il movimento non è solo espressione dell’io, ma anche fattore indispensabile per la costruzione della coscienza essendo l’unico mezzo tangibile che pone l’io in relazioni ben determinate con la realtà esterna. Esso è fattore essenziale per la costruzione dell’intelligenza. 16- L’INCOMPRENSIONE Non avendo l’adulto alcuna nozione circa l’importanza dell’attività motrice del bambino, si limitò ad impedire tale attività come se questa potesse essere causa di perturbazioni. Il movimento ha importanza considerevole per la costruzione intellettuale e morale dell’uomo. Esso è legato alla personalità e nulla può sostituirlo. 17- INTELLETTO D’AMORE Tutti i travagli della vita che si svolgono secondo ed entro le proprie leggi e stabiliscono armonia tra gli esseri, acquistano coscienza sotto forma di amore, ovvero il controllo della salvezza e il segno della salute. Il motore è l’istinto, l’impulso creatore della vita. La realizzazione di se stesso si effettua nel bambino tramite l’amore. Si parla di “intelletto d’amore” quando ci si riferisce a quell’ispirazione che spinge i bambini a osservare in modo vivace e minuzioso quei tratti dell’ambiente che, per noi adulti, sono insignificanti e privi di animazione. L’intelligenza del bambino, poiché egli osserva con amore e mai con indifferenza, gli rivela l’invisibile. Nell’ambiente l’oggetto d’amore è specialmente l’adulto, da cui il bambino riceve gli oggetti e gli aiuti materiali, e da cui prende ciò che gli necessita per la propria formazione. L’adulto viene considerato un essere venerabile da cui escono parole che il bambino assimila per costruire poi il linguaggio. Infatti, le parole e gli atti dell’adulto lo affascinano fino a penetrare in lui come una suggestione; egli è perciò estremamente sensibile di fronte all’adulto, fino a permettere che quest’ultimo viva e agisca in lui stesso. Di fronte all’adulto il bambino è disposto all’obbedienza fino alle radici dello spirito. I capricci e le disobbedienze del bambino non sono altro che aspetti d’un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende. In questi casi, l’adulto deve individuare la difesa di un gesto vitale necessario allo sviluppo del bambino. Bisogna riflettere che il bambino desidera obbedire e che ama l’adulto, desiderando di stargli accanto. Senza il bambino che l’aiuta a rinnovarsi, l’uomo degenererebbe e per questo la Montessori paragona l’immagine del Cristo al bambino che cerca di insegnarci l’amore. 18- L’EDUCAZIONE DEL BAMBINO L’adulto non percepisce la vita psichica del bambino e l’ambiente dell’adulto è inadeguato e pieno di ostacoli tra i quali il bambino sviluppa difese e resta vittima di suggestioni. È da questa realtà che fu studiata la psicologia del bambino e ne furono giudicati i caratteri, per farne base dell’educazione. Ogni capriccio è l’impressione esteriore di una causa profonda. Il primo compito urgente dell’educazione è conoscere, scoprire l’ignoto. A tal fine, bisogna preparare un ambiente aperto, adatto al momento vitale così che possa rivelare il segreto del bambino. La vera educazione nuova consiste nello scoprire il bambino e realizzare la sua liberazione, poi segue il problema dell’aiuto che si deve offrire al bambino. 24- LA DIGNITA’ Alla Montessori un giorno le venne in mente di fare una lezione un po’ umoristica sul modo di soffiarsi il naso. Dopo aver imitato varie maniere di usare il fazzoletto, spiegò come si fa con discrezione, in modo da fare il minimo rumore possibile, e di far scivolare un po’ il fazzoletto in modo che l’atto rimanga nascosto. I bambini ascoltano e guardano con attenzione intensa e appena ebbe finito scoppiò un applauso, allora le venne in mente che forse aveva toccato un punto sensibile. La Montessori sostiene che i bambini sono sensibili a quegli atti di disprezzo con cui gli adulti li umiliano poiché essi hanno un profondo senso di dignità personale. Il loro animo potrebbe rimanere ferito, oppresso, come l’adulto non potrebbe mai immaginare. 25- LA DISCIPLINA I bambini nel loro insieme davano l’impressione di essere molto disciplinati. Ordine e disciplina uniti, strettamente alla spontaneità, erano il principale oggetto di attrattiva per chi li osservava. Chiunque osservava i bambini della “Casa dei bambini” nota un’armonia dovuta al fatto che ogni bambino è libero di fare ciò che gli interessa, ed è immerso in ciò che fa secondo il metodo insegnatogli. La calma nelle classi al lavoro era impressionante, nessuno l’aveva provocata, anzi mai nessuno avrebbe potuto ottenerla dall’esterno. L’ordine e la disciplina raggiungevano la libertà. 26- L’INIZIO DELL’INSEGNAMENTO La scrittura- la lettura La Montessori intuì che se il bambino poteva toccare le lettere e sentire la loro forma, trovava meno difficoltà a riprodurle e per questo motivo creò lettere in carta smerigliata incollandole su fogli di legno: i bambini, in questo modo, erano entusiasti all’idea di imparare a scrivere. La mano si impadronisce di un lavoro vitale e inconscio, come è il linguaggio parlato e crea un altro linguaggio che lo riflette in tutti i particolari. Stabilito un alfabeto il linguaggio scritto dovrebbe derivarne logicamente, come conseguenza naturale. Per questo bisogna che la mano sappia tracciare dei segni e i bambini trovavano gioia nello scrivere ovunque, ad es. con gessetti per terra e sui muri. Diversamente quando le maestre presentavano dei libri questi furono accolti con freddezza: come oggetti con belle figure sì, ma che distraevano dalla scrittura. Solo successivamente cominciarono a capire che cosa fosse la lettura collegandola con la scrittura. Quando i bambini si dimostrarono pronti ad avvicinarsi alla lettura, Montessori notò che preferivano i racconti e così ideò libri e racconti adatti ai bambini. 27- PARALLELI FISICI Durante tutto il tempo non si era fatto nulla per migliorare le condizioni fisiche dei bambini, ma ormai nessuno avrebbe riconosciuto nei loro visi, nel loro aspetto vivace, i piccoli denutriti che sembravano bisognosi di cure, di alimenti e di medicine ricostituenti. Essi erano sani come se avessero fatto cure di sole e di aria. Se cause psichiche deprimenti possono avere un’influenza sul metabolismo abbassando la vitalità può anche avvenire il contrario: cause psichiche esaltanti possono influire riattivando il metabolismo e tutte le funzioni fisiche. 28- CONSEGUENZE Il metodo utilizzato per ottenere i risultati finora descritti non si vede: ciò che si vede è il bambino e la sua anima liberata dagli ostacoli e che agisce secondo la propria natura. Le qualità infantili intraviste appartengono semplicemente alla vita e non sono affatto la conseguenza di un “metodo di educazione”. Quei fatti naturali possono però essere influenzati dall’opera di educazione che abbia lo scopo di proteggerli, coltivarli in modo di aiutarne lo sviluppo. “Allontanare gli ostacoli” è il primo passo fondamentale dell’educazione per liberare l’anima del bambino dagli ostacoli che gli impediscono lo sviluppo dei caratteri psichici naturali. I punti più importanti del metodo sono tre: un ambiente piacevole dove i bambini non incontrano costrizioni, la presenza di una maestra umile, calma e disponibile, e la disponibilità di materiale scientifico adatto e attraente per il bambino e dei mezzi, che permettono un’analisi e un raffinamento dei movimenti e provocano il concentrarsi dell’attenzione. Il lavoro individuale prevede: ripetizione dell’esercizio, libera scelta, controllo dell’errore, analisi dei movimenti, esercizio di silenzio, buone maniere nei contatti sociali, ordine nell’ambiente, pulizia accurata della persona, educazione dei sensi, scrittura isolata dalla lettura, scrittura precedente la lettura, letture senza libri, disciplina nella libera attività. Vennero aboliti i premi e i castighi, i sillabari, le lezioni collettive, i programmi ed esami, i giocattoli e golosità, la cattedra della maestra insegnante. Dal bambino sono venute delle direttive pratiche positive, sperimentali per costruire un metodo educativo dove la scelta da lui fatta è guida alla costruzione e la sua vivacità vitale agisce da controllo dell’errore. “Evoluzione” è il primo termine per indicare i successivi sviluppi di tale metodo singolare, perché i nuovi particolari sono dovuti a una vita che si svolge a spese dell’ambiente. Le scuole che seguirono la prima “Casa dei bambini” sono state la continuazione della stessa attitudine di attesa dei fenomeni spontanei dei bambini, senza che si fosse ancora precisata una preparazione esteriore di metodi definiti. 29- BAMBINI PRIVILEGIATI Il bambino povero è abituato a non avere nulla, la sua attenzione viene attirata facilmente dagli oggetti presenti nella scuola. Al contrario, i bambini che sono abituati ad avere tutto non sono attratti immediatamente dagli oggetti e tendono ad ignorarli, a non prestare abbastanza attenzione. La maestra in questi casi deve cercare di far scoprire al bambino l’anima dell’oggetto che attirerà di conseguenza la sua attenzione e in tal modo si avrà un corretto sviluppo scolastico. 30- LA PREPARAZIONE SPIRITUALE DEL MAESTRO Sbaglierebbe il maestro che pensasse di potersi preparare alla sua missione solo per mezzo di nozioni e studio: si richiedono da lui precise disposizioni di ordine morale. Egli deve prepararsi interiormente studiando se stesso per scoprire i propri difetti e quindi controllarli per poter entrare in armonia con i bambini. Per far ciò essi hanno bisogno di una certa istruzione nella quale qualcuno indichi loro quello che c’è da vedere in sé stessi. Il maestro deve essere educato per diventare educatore, deve controllare le proprie cattive tendenze, in particolare ira e orgoglio, e può farlo in due modi: uno interiore (lotta dell’individuo contro i propri difetti) e uno esteriore (resistenza esterna alle manifestazioni delle nostre cattive tendenze). I bambini sono creature incapaci di difendersi e accettano tutto quanto loro si dice, ’educatore deve quindi riflettere sugli effetti di cotesta situazione nella vita del fanciullo che non comprende l’ingiustizia con la ragione, ma la sente nello spirito, deprimendosi. Da qui le reazioni infantili (timidezza, bugie, capricci, pianti, insonnie) che rappresentano un inconscio stato di difesa del bambino la cui intelligenza non riesce a determinare la causa effettiva. La preparazione che il metodo montessoriano esige nel maestro è l’auto-esame, la rinuncia alla tirannia: egli deve espellere dal proprio cuore ira e orgoglio. Questo non significa che non deve rimproverare il bambino all’occorrenza, ma deve sempre ricordarsi che il bambino è una persona ed ha diritto ad essere rispettato come tale. 31- LE DEVIAZIONI I caratteri infantili che spariscono con la normalizzazione sono: disordine, disobbedienza, svogliatezza, golosità, egoismo, litigio, capriccio, ma anche il piacere ai racconti, l’immaginazione creativa, l’attaccamento alle persone, il gioco, la curiosità, l’imitazione, l’incostanza e l’instabilità dell’attenzione. La natura del bambino com’era stata prima conosciuta è un’apparenza che copre un’altra natura primitiva e normale. Se la normalizzazione è collegata con un fatto determinato e unico, cioè la concentrazione in un’attività motrice che mette in rapporto con la realtà esteriore, si deve supporre che all’origine di tutte le deviazioni stia un fatto solo, ovvero che il bambino non ha potuto realizzare il disegno primitivo del suo sviluppo, agendo su di lui l’ambiente nell’età formativa: quando la sua energia potenziale doveva svolgersi attraverso l’incarnazione. 32- LE FUGHE L’incarnazione è l’energia psichica che deve incarnarsi nel movimento e comporre l’unità della personalità agente. Se questa unità non si è raggiunta, energia psichica e movimento devono svolgersi separatamente e ne deriva l’uomo spezzato. L’intelligenza che avrebbe dovuto costruirsi attraverso le esperienze del movimento, fugge verso la fantasia e vaga tra immagini e simboli. Le azioni del bambino restano incomplete perché l’energia passa attraverso le cose senza fermarsi. I giocattoli sembrano essere la rappresentazione di un ambiente inutile, senza scopo ed essi sono le sole cose che l’adulto ha fatto per il bambino psichico, offrendogli un materiale su cui egli può esercitare liberamente la sua attività. Il bambino ha però bisogno di costruirsi questo fondamento. Egli sente quindi di essere diverso da tutti, inferiore, e porterà conseguenze negative poiché quando in futuro l’adulto spiegherà che bisogna essere responsabili, egli dovrà avere prima la convinzione di essere padrone delle proprie azioni e avere fiducia in se stesso. Lo scoraggiamento più profondo è quello che viene dalla convinzione di “non potere”. L’adulto spegne di continuo il senso dello sforzo quando umilia in lui il sentimento della propria forza e lo convince di incapacità. Ne deriva lo scoraggiamento, la mancanza di fiducia in sé. Il complesso di inferiorità è un ostacolo che può restare permanente, come il senso umiliante di sentirsi capaci ed inferiori agli altri (timidezza, incertezza, ritirarsi davanti a difficoltà e critiche). 39- LA PAURA La paura è uno dei caratteri naturali del bambino, ed è collegata a un perturbamento profondo indipendente dalle condizioni dell’ambiente: essa fa parte del carattere. Spesso questo carattere è presente nei bambini che dipendono dagli adulti, perché questi per ottenerne obbedienza incutono loro delle paure. La paura che si manifesta davanti ad un pericolo è presente più negli adulti che nei bambini, questi ultimi infatti si espongono ai pericoli ripetutamente (es. arrampicarsi sugli alberi). I fatti reali e comuni ai bambini si riferiscono a una prudenza che permette loro di evitare i pericoli e perciò di viverci in mezzo. Quello che la scuola vuole insegnare ai bambini è proprio la prudenza con la quale si evitano i pericoli. La normalizzazione non è gettarsi nei pericoli, ma sviluppare una prudenza che permette loro di conoscerli e dominarli. 40- LE BUGIE Le deviazioni psichiche dipendono sempre dalle stesse radici profonde: è in quelle che si trova il segreto unico della normalizzazione. Uno tra questi è la bugia, che può essere di molti tipi: - bugia vesanica: irrefrenabile, collegata all’isterismo, intreccio di bugie - bugie incoscienti dei bambini: bisogno di dire cose fantastiche, vera invenzione, forma artistica, non detta per ingannare - bugie conseguenze di un ragionamento astuto - bugie dette per pigrizia - bugie ingenue: proprie di bambini deboli e remissivi, dette in fretta, senza riflesso difensivo, disorganizzate, improvvisate, contro le quali combattono gli educatori. La bugia è uno di quei fenomeni collegati con l’intelligenza che nell’infanzia sono ancora in formazione, ma che vanno organizzandosi con il crescere dell’età, e vengono a costituire una parte così importante nella società degli uomini, da essere indispensabile. La chiarezza delle idee, l’unione con la realtà, la libertà dello spirito, l’interesse attivo a cose elevate contribuiscono a sconfiggere la bugia e ricostruire un’anima sincera. In realtà, sono le finzioni dell’adulto che rappresentano la terribile veste che si fa vita: lo schermirsi è la bugia del sentimento, che l’uomo costruisce in sé medesimo per poter vivere o sopravvivere nel mondo col quale i suoi sentimenti puri e naturali sarebbero in conflitto. Dato che non è possibile vivere permanentemente in uno stato di conflitto, l’anima si adatta. 41- RIFLESSI SULLA VITA FISICA Accanto alle deviazioni psichiche si allineano molte specie di caratteri: tra questi alcuni sembrano divergenti, perché si riflettono sulle funzioni del corpo. All’apparire delle deviazioni psichiche, ad esempio, si perdono le sensibilità protettive che guidano verso la salute, ne derivano gli squilibri dell’alimentazione nel bambino deviato. I bambini forti e attivi mangiano più del necessario e sono sotto cure mediche spesso a causa di disturbi digestivi. Essi, una volta inseriti in un programma di normalizzazione, perdono il gusto della golosità e cessano di essere voraci. Attraverso la conversione si riprendeva così una sensibilità vitale. Diversamente i bambini remissivi provano ripugnanza verso il cibo, a volte causata dall’impulso difensivo verso l’adulto che lo vuole far mangiare secondo i suoi ritmi. In altri casi il bambino non ha appetito a causa della sua costituzione e solo una via lo può guarire: allontanarlo dalla persona che lo reprime e portarlo in un ambiente attivo e favorevole per fargli perdere quell’attaccamento che gli reprime lo spirito. La psicoanalisi interpreta questo fatto come un “istinto verso la morte”. Ogni deviazione psichica orienta l’uomo verso il cammino della morte e lo fa attivo nella distruzione della propria vita: questa tendenza appare già in forma lieve nella prima infanzia. Le malattie possono avere sempre il loro coefficiente psichico, perché vita psichica e fisica sono collegate insieme: ma l’alimentazione anormale apre la porta all’avvento di tutte e le invita tutte. La malattia è talvolta una pura apparenza con cause esclusivamente psichiche, come fosse un’immagine di sé anziché una realtà. 42- LA LOTTA FRA L’ADULTO E IL BAMBINO Il conflitto tra l’adulto e il bambino ha conseguenze che si estendono nella vita umana quasi all’infinito. I mali più evidenti dell’uomo adulto si riflettono sull’infanzia e la vita infantile può indicarci i primi sintomi. Qualsiasi male grande e visibile è accompagnato da un’infinità di mali minori. Noi possiamo osservare bambini innocenti condannati a portare in sé le conseguenze fatali di uno sviluppo viziato da errori secolari. 43- L’ISTINTO DEL LAVORO Lo sviluppo della personalità del bambino, nonché la sua libertà, è l’indipendenza progressiva dall’adulto. Tra le rivelazioni fatte dal bambino ce n’è una essenziale ovvero il fenomeno della normalizzazione per mezzo del lavoro: senza di esso non si può organizzare la personalità. L’uomo si costruisce lavorando, poiché il lavoro edifica l’esistenza umana di fronte all’ambiente. A volte, il lavoro viene respinto dall'adulto perché viene forzato da potenti barriere psichiche; altre volte invece il lavoro si collega all’intimo impulso dell’istinto diventando incantevole, irresistibile, generando così il progresso della civiltà. Il lavoro è la caratteristica più singolare dell’uomo poiché il progresso della civiltà è legato alla multiforme abilità che tende alla creazione dell’ambiente per facilitare la vita umana. Quest’ambiente è super-naturale, e l’uomo va progressivamente abituandosi finchè essa diventa il suo elemento vitale. L’uomo si è costruito il proprio ambiente, e in esso vive. Ciascun individuo si trova legato agli altri, e ciascuno contribuisce col proprio lavoro al complesso in cui vive l’umanità, l’ambiente super-naturale. L’uomo nasce con una finalità concentrata nel lavoro, poiché è la natura che lo spinge a costruire qualcosa che dipende da lui e che deve essere unito all’esistenza e ai fini della creazione. 44- LE CARATTERISTICHE DELLE DUE SPECIE DI LAVORO Adulto e bambino, fatti per amarsi e convivere amorosamente, si trovano in lotta continua per l’incomprensione che corrode le radici della vita e che sviluppa un groviglio di azioni e reazioni. Tale conflitto è dovuto da varie questioni. L’adulto ha una missione: seguire il bambino e adattarsi ai suoi ritmi e alle sue necessità pratiche di sviluppo, ma il suo ambiente è troppo complicato e inadatto al bambino e il suo ritmo troppo frenetico, diventando per il fanciullo un ostacolo. Non si pensa a offrire al bambino un ambiente adatto alle sue esigenze e al suo bisogno di azione e lavoro. Le questioni sociali sono due (perché due sono le forme di vita): la questione sociale dell’adulto e la questione sociale del bambino, con i loro rispettivi tipi essenziali di lavoro entrambi necessari per la vita dell’umanità. Il lavoro dell’adulto L’adulto deve costruire l’ambiente “super-naturale” attraverso il lavoro produttivo che è sociale, collettivo e organizzato. Per fare ciò gli uomini devono sottostare a norme sociali che impongono una disciplina organizzativa. Però, poiché la materia che l’uomo lavora è limitata, sorge la competizione e agiscono le “deviazioni” dell’individuo, generatrici di conflitti. La “brama di possesso” non ha limiti: esso domina l’amore, sostituendolo con l’odio. Il bambino vive materialmente accanto all’adulto e si trova, in ogni famiglia, associato alle più diverse condizioni di vita. Egli rimane tuttavia estraneo all’attività sociale dell’adulto, poiché la sua attività non può applicarsi alla produzione sociale. Il bambino è quindi un “extra-sociale” per eccellenza, che disturba sempre là dove si trovano gli adulti. La sua mancanza di adattamento è aggravata dalla circostanza di essere attivo e incapace di rinunciare alla propria attività, si tende perciò a combatterla, obbligando il bambino a non intervenire, a non dar fastidio, cercando di ridurlo alla passività. Il lavoro del bambino Anche il bambino è un lavoratore e un produttore: egli deve produrre l’uomo e l’adulto non può intervenire in questo lavoro. È un lavoro incosciente, realizzato da un’energia spirituale che si sta sviluppando ed è fatto di attività poiché egli crea con il suo continuo lavoro, nel quale utilizza anche l’ambiente esterno, ovvero lo stesso che l’adulto utilizza e trasforma. L’adulto perfeziona l’ambiente, ma il bambino perfeziona l’essere. Noi adulti dipendiamo dal bambino.
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