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riassunto introduzione, saggio brevetti e baumgartner, Sintesi del corso di Storia dell'Europa

riassunto di saggi del volume io, la regina Maria Carolina d'aSBURGO LORENA

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 09/01/2020

giusy5678
giusy5678 🇮🇹

4.3

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Scarica riassunto introduzione, saggio brevetti e baumgartner e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Europa solo su Docsity! maria carolina, testimone della rivoluzione francese, è la personificazione di tutte le contraddizioni e dei limiti della stagione dell'assolutismo illuminato e del riformismo settecentesco che contribuirono a sviluppare la civiltà europea. fu la vera grande regina del regno di Napoli grazie al protagonismo politico che altri non ebbero e per questo si fa simbolo della regalità moderna. nonostante il matrimonio politico e inizialmente molto infelice a causa dei modi "rozzi" e all'aspetto del marito, spinta dagli insegnamenti della madre che le intimava non solo obbedienza ma anche di restare fedele al suo "carattere tedesco" per essere napoletana solo nelle cose inutili e innocenti, sostituì il marito nella direzione di parecchi affari di stato fino a diventare l'organizzatrice della resistenza antinapoleonica in Sicilia. BREVETTI l'iconografia che vede protagonista maria carolina è interessante perché attinge da scuole pittoriche e tradizioni differenti che rendono il complesso dei quadri dedicati alla regina molto più vivaci ed interessanti di quelli più noti dedicati alla sorella maria Antonietta. tanto la regina di Napoli quanto quela di francia diventano simboli dell'anciee regime edi loro popoli vengono poco amate nonostante il ruolo importante che entrambe rivestirono nello scacchiere europeo. sin dal XIX secolo Maria Antonietta si impone c ome vittima di eventi più grandi di lei, simbolo dell'eterno femminino e quasi preculsore del fenomeno delle Materia girl. attorno al suo mito ruota un grande business, basti pensare a Versailles che come sito storico è stato completamente riorganizzato attorno alla sua figura.al contrario, la sorella maria carolina,, nonostante fosse più colta e meno frivola, nonostante le riforme culturali e la politica illuminata portata a napoli durante il suo regno, è considerato un personaggio marginale, quasi provinciale se si pensa che è circoscritto alla storia del mezzogiorno sebbene fosse stata impegnata anche su territorio nazionale. viene descritta come arcigna e rigida ne da sempre poco considerata dalla storiografia che la vede come responsabile della rivoluzone del '99. questa sorta di bisfrattamento è visibile anche dal fatto che perfino la sua iconoggrafia non è mai stata studiata pienamente. nonostante questo, l'immagine delle due sorelle è pressocchè sovrapponibile: la prima immagine delle due insieme è il ritratto di famiglia di meytens modificato nel 1756 e conservato a Versailles. qui vediamo le due sorelle, una delle due nata da pochi mesi ((Antonietta che era del 55?) è nella culla e viene affettuosamente accarezzata dall'altra. i genitori sono posti ai lati della scena in quanto si voleva trasmettere l'idea di voler presentare tutti quei pargoli destinati a diventare personaggi centrali nello scacchiere europeo. in genere, ritratti di famiglia simili erano molto in uso al tempo con la rappresentazione dei reali al centro e i figli destinati o già sposati con i potenti europei intorno. ordinamento simile di personaggi sta a rappresentare la potenza presente e attuale (famiglia di filippo v). noto era l'interesse di maria teresa per la dimensione intima che rappresentasse in maniera realistica e affettiva i caratteri e le fasi di crescita dei suoi figli. le due sorelle sono spesso rappresentate insieme a conferma dell'unione che c'era tra le due. maria carolina è perfettamente rappresentata in tutti i suoi tratti: ovale irregolare, occhi tondi e grandi, guance gonfie e sguardo distaccato e altezzoso. non è bella come la piccola Antonietta ne aggraziata come le più grandi. i ritratti delle due principesse cominciano a differire dal momento del loro matrimonio: la brima con ferdinando IV e la seconda con il delfino di francia. maria Antonietta, nei primi banni della sua permanenza a parigi, risente delle scelte artistiche del marito e riuscirà ad aver voce in capitolo sulla propria immagine solo dopo esser diventata regina scegliendo Le Brun come sua pittrice di fiducia in quanto riusciva a cogliere nei suoi lavori tanto la civetteria quanto la magniloquenza del rulo. per maria carolina invece, il suo aver voce in capitolo nel regno di napoli avvenne nel momento in cui diede un erede maschio al regno (come stabilito dagli accordi matrimoniali). per cui a soli 25 anni la bella e superba maria carolina potè assoggettare il marito. il primo passo fu allontanare il marchese Tanucci facendo passare il regno in una posizione filo austriaca e aprendolo alla cultura massonica. il cambiamento culturale è visibile anche in campo artistico. da questo momento in poi la regina si farà rappresentare da una grande varietà di artisti in grado di rendere la sua figura molto più variopinta di quella della francese sorella. entrambe tuttavia fondarono il proprio potere sulla politica dell'immagine maria carolina per imporsi come leader politico, maria Antonietta per imporsi come icona di stile. i quadri che vedono la rapppresentazioni della regina di Napoli vanno dall'anno del matrimonio con Ferdinando iv all'anno della sua morte a Vienna e, ricoprendo 46 anni riportano cambiamenti di stili, aspetto e mode tanto da rendere l'iconografia variegata e interessante dal punto di vista dello studio. la prima immagine della regina come sposa potrebbe essere quella conservata al palacio real a madrid e presente sull'arazzo di duranti in cui all'immagine di carolina si fondono simboli asburgici e borbonici indici di purezza. probabilmente tale rappresentazione riprende un motivo di Bonito, pittore borbonico attivo a napoli. all'arazzo madrilegno si ispira il ritratto di mengs commissionato da Carlo III considerato il primo capolavoro dell'iconografia della regina. simile a questo quadro è l'ovale napoletano in cui la regina indossa un abito azzurro sembra avere un'aria radiosa. sulla scia di queste rappresentazioni si avranno le immagini ufficiali. oltre a Bonito a corte di napoli operava il maestro Liani che realizzò quadri di maria carolina ricalcando quelli fatti in precedenza sulla suocera Maria Amalia. questi quadri sono caratterizzati da una certa rigidità delle pose. sempre di mengs è il capolavoro della figurazione della regina; questa volta realizzato dl vivo. anche qui prevalgono toni freddi ma la nregina appena ventenne già sembra mostrare sicurezza e padronanza di se. dal 1782 la regina si affida al pennello di Angelika Kauffmann che nel dipingere il ritratto di famiglia ci da una nuova immagine di Maria Carolina che può facilmente assimilarsi alla figura di una nobildonna d'antica Roma. in questi quadri gli attributi della regalità come corona, mantello d'ermellino sono chiaramente visibili; solo dai quadri di Tishbein in poi l'espressione della regalità srà affidata meramente alla gestualità in cui verrà rappresentata la regina. il gusto per il neoclassico e la tendenza al roccocò che contribuiscono ad ambientare i quadri in un'atmosfera salottiera vengono dalla stessa tradizione francese di Leclerq che rappresenterà maria carolina in modo molto simile alla sorella maria Antonietta. a sovrapporre la rappresentazione delle due fu proprio la rivoluzione francese che costrinse le brun ad una fuga da parigi. durante il suo soggiorno napoletano la pittrice ritrasse maria carolina nella stesso modo dell'antonietta al libro modificando lo sstile dell'ambientazione e donando maggiore sobrietà alla figura della regina. lo strazio per la morte della regina di francia non passa inosservato: charlotte sceglie di farsi ritrarre con la sorella pallida e cinta da un velo nero. l'ambia gonna a gigli dorati di maria carolina altro non è che un ulteriore omaggio ai borbone il tutto e circondato da una frase che tradotta significa: "tutto ciò che mi circonda ricorda il dolore ma il vostro ricordo mi consola". negli anni in cui la regina si diletta a rappresentare lady Hamilton la sua figura dipinta da Angelini appare gonfia e appesantita. dopo la rivoluzione del 99 la regina perderà interesse per le arti e per la propria immagine. l'ultimo quadro è quello di Suchy che la ritrae stanca, magra, cuffia in testa ma occhi vivi indomabili. dopo la sua morte la sua iconografia non va scemando: il figlio francesco I ordina a Marsigli un quadro postumo in cui la regina è rappresentata con lo stesso cipiglio all'interno di una sala a stile impero che affaccia sul golfo di Napoli. promulgando la sua iconografia neoclassicista e collocando in quegli anni le scoperte di ercolano la regina rende il regno di napoli una sorta di capitale della classicità quasi concorrenziale a roma. il gusto classicista si ritova nell'arredamento della reggia di caserta dove il valore simbolico del neoclassico richiama il rococò dove mito e riferimenti hanno solo valore simbolico e non decorativo. Altro ritratto della regina è quello in cui Tishbein dipinge maria teresa e maria luisa, prossime al matrimonio nell'atto di voler rappresentare la madre presente sulla scena sottoforma di busto. nella scena il busto mdi maria carolina viene svelato come a riprendere lo svelamento della verità rappresentato dal Fuger. questa somiglianza è visibile come un exemplum giacchè le due ragazze che devono dipingere devono apprestarsi a diventare regine e seguire dunque l'esempio della madre. anche dopo la rivoluzione del 99 non cesserà l'attrazione per l'antico. l'analisi iconografica della regina non può dirsi completa se non si analizzano le figure in cui in primo piano è evidente la figura di Maria Carolina madre. Bonito probabilmente la ritrae nel suo primo post gravidanza con probabilmente l'infanta maria teresa. la regina è molto più addolcita nei tratti e abbellita al punto da ritenere che non sia lei. Marsigli la ritrae riprendendo i primi tratti del mengs con il marito e i primi 4 igli. il quadro di famiglia della kauffmann invece riprende lo tile inglese: re è un tipico gentiluomo che posa alla maniera dei viaggiatori nel grand tour mentre la regina al centro sembra rappresentare la perfetta madre amorevole. l'immagine che passa è quella che rimanda ad un ritratto di Elisabetta farnese: entrambe sono il centro della vita familiare e politica del loro paese. il dipinto della kauffmann è dunque manifesto politico. nel quadro di Hackert che la ritrae in campagna come una contadina la regina sottolinea gli ideali di
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