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La Filosofia di Immanuel Kant: Fasi del Pensiero e Contribuzioni alla Conoscenza e Morale, Sintesi del corso di Filosofia

Immanuel KantConoscenza e realtàFilosofia modernaFilosofia tedesca

Questo testo illustra la filosofia di Immanuel Kant, particolarmente la fase del criticismo e le sue opere chiave come la Critica della ragion pura, della ragion pratica e della religione. Kant si contrappone al dogmatismo accettando la necessità di valutare le condizioni di possibilità e la validità della conoscenza umana. Egli introduce la capacità di sottoporre la propria ragione ad un'analisi, conosciuta come il tribunale della ragione. In questa fase, Kant scrive opere come la Critica della ragion pura (1781, 1787), della ragion pratica (1788), e della critica del giudizio (1790), oltre a 'Religione nelle limiti della semplice ragione' (1793).

Cosa imparerai

  • Come Kant ha influenzato la conoscenza e la morale umana?
  • Quali opere scrisse Kant durante la fase del criticismo?
  • Che significa la fase del criticismo nella filosofia di Immanuel Kant?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 03/09/2021

maria-aiello-11
maria-aiello-11 🇮🇹

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Scarica La Filosofia di Immanuel Kant: Fasi del Pensiero e Contribuzioni alla Conoscenza e Morale e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! Gli studiosi individuano due fasi per cogliere lo sviluppo del pensiero di Kant: una prima fase chiamata precritica e la seconda fase dove il suo pensiero matura e si sviluppa maggiormente che è la fase del criticismo, questo termine deriva dal verbo greco KRÎNEIN, che significa giudicare è disegno in senso lato la filosofia kantiana ovvero intesa come attività, infatti si contrapponeva all’ atteggiamento dogmatico che accetta dottrine e opinioni senza valutare scrupolosamente le condizioni di possibilità e la validità e limiti della conoscenza umana, come invece si proponeva di fare Kant, grazie anche al tribunale della ragione ovvero la capacità di sottoporre la propria ragione ad un'analisi per poter conoscere tutto a fondo. Questa fase è caratterizzata dalla composizione delle sue opere più importanti. Durante la fase del criticismo Kant si dedica totalmente allo studio e segue uno stile di vita ritirato ed apatico dove si aliena da ogni manifestazione degli affetti e dei sentimenti, si chiude totalmente verso il mondo esterno poiché l'impegno teorico ,che era l'unica cosa importante, assorbiva ogni energia non poteva dedicarsi a qualsiasi altra cosa anche perché per il filosofo qualsiasi cosa che non riguardava direttamente il proprio studio era secondaria.In questa fase Kant scrive nel 1781 la Critica della ragion pura che modificherà poi nel 1787 e poi seguiranno la Critica della ragion pratica nel 1788 e la critica del giudizio nel 1790, un'altra opera molto importante che fa sempre parte della fase del criticismo e la religione nei limiti della semplice ragione nel 1793 ovvero uno scritto che ironizzava la politica religiosa del governo prussiano e per questo ebbe problemi con Federico Guglielmo Il che obbligò Kant di eliminare questo scritto e di non scrivere mai più in futuro cose simili ed il filosofo ormai vecchio si piegò a quest'ordine, anche se respinse le accuse di irreligiosità. Si associa Kant a Copernico perché come nella rivoluzione copernicana Copernico cambia la visione del sole rispetto alla Terra, Kant fa lo stesso con la visione dell'apprendimento: prima di Kant, con la metafisica, il soggetto avevo un ruolo passivo nell'apprendimento rispetto all'oggetto ovvero che il soggetto si adegua passivamente all'oggetto che doveva conoscere mentre con Kant si ha l'inversione di questa teoria e cioè che l'oggetto si adegua alle facoltà mentali di chi osservava la realtà circostante e la interiorizza. Per quanto riguarda la morale pone in primo piano il soggetto e le sue forme a priori individuando la volontà quale fonte autonoma della legge morale a differenza dei filosofi del passato che avevano basato il dovere morale su determinati principi esterni all'uomo mentre Kant afferma che solo la ragione umana nella sua universalità e incondizionatezza può dare una morale indiscutibile e valida per tutti. Kant nella Critica della ragion pura si chiede l'uomo cosa possa conoscere. In un primo momento l’uomo conosce la realtà fenomenologica attraverso i sensi poi questi dati vengono mandati al tribunale della ragione e si attiva quindi la ragione e a questo punto l’uomo pensa, grazie ai pensieri l'uomo può esporre dei giudizi che si possono dividere in tre categorie = isintetici a posteriori quelli che vengono tramite l’esperienza e dove si dice qualcosa di nuovo rispetto al soggetto solo che canta non è molto d'accordo con questi giudizi perché sono tipici dell’empirismo. = Laseconda categoria sono i giudizi analitici ovvero quello già presenti nel soggetto, infatti analio vuol dire scomporre. = Edinfinecisonoi giudizi sintetici a priori quelli con quei canterà d'accordo ovvero in giudizio scientifico che non deve essere verificato dall'esperienza sono novità scientifiche universali e necessarie e non possono essere messi in discussione. l'uomo Kantiano non si deve occupare degli oggetti così come sono o così come appaiono ma deve essere trascendentale ovvero andare oltre l'esperienza e conoscere tramite le proprie facoltà mentali e per questo Kant divide la Critica della ragion pura in due parti fondamentali la dottrina del metodo ovvero come procedere per organizzare le nostre conoscenze e la dottrina degli elementi ovvero tutti gli elementi che possiedono le nostre capacità conoscitive che si divide a sua volta in estetica trascendentale ovvero il primo grado della conoscenza quello sensoriale, ciò che conosciamo attraverso i sensi e si può ricevere prima in maniera passiva e poi in maniera attiva attivando le forme della sensazione a priori spazio forma esterna e tempo forma interna , ma per indagare la realtà concreta non basta questa prima parte e quindi serve la logica trascendentale (leggi del ragionamento) che si occupa del locos ovvero il pensiero si suddivide anche essa in analitica trascendentale e dialettica trascendentale. L'analitica trascendentale ci permette di analizzare la realtà che ci circonda attraverso concetti puri che appartengono all’intelletto che sono divisi in 12 categorie che sono il modo di manifestarsi dell'essere nella sua vera autenticità, queste categorie ordinano tutti gli oggetti della realtà e danno ordine al Cosmo: i 12 concetti puri sono raggruppati in quattro classi 1. Quantità 2. Qualità, queste sono dette classi matematiche perché si riferiscono alla concettualizzazione quantitativa e qualitativa degli oggetti dell'intuizione. 3. Relazione 4. Modalità, queste sono dette classi dinamiche perché determinano il tipo di esistenza degli oggetti sulla base della relazione che viene tra di loro e del rapporto che hanno con il soggetto. Tutto questo processo conoscitivo è giustificato dall’ lo penso ovvero la categoria delle categorie che le unifica tutte è una sorta di autocoscienza dove vengono riferite tutte le rappresentazioni, è una forma di percezione trascendentale. Il campo di indagine dell’ lo penso è la realtà fenomenica, per Kant esiste anche una realtà noumenica ovvero che non posso vedere ma posso percepire il pensiero per indagarla ho bisogno della ragione ma ci sono dei concetti che non hanno spiegazione ovvero Dio, mondo e anima che fanno parte delle antinomie che sono giudizi contraddittori che Kant classifica come limiti della ragione, dei sensi e dell'intelletto. Ed è per questo che alla fine del libro La Critica della ragion pura Kant vuole affermare limiti della ragione umana. Kant scrive la critica della ragion pratica per risolvere il problema della fondazione morale e capire su quali basi essa doveva fondarsi, si propose di trovare le condizioni a priori necessarie e universali per rendere possibile una morale. Per Kant una morale che non aveva i caratteri della necessità e che non era valida per tutti gli uomini non poteva essere tale e quindi la sua iedono nella ragione che sono iscritte in noi come “un fatto soluzione fu che le leggi morali ri della ragione”. nella ragione esiste una regola morale che guida le nostre azioni imponendosi in modo incondizionato universale cioè in modo indipendente dalle circostanze particolari. Tale legge ha la forma del comando in quanto deve imporre i propri imperativi contrastando la sensibilità e gli impulsi egoistici dell’ uomo che per Kant è caratterizzato dalla tensione tra istinto e ragione ed è quindi imperfetto e limitato, e la virtù risiede proprio nella lotta che gli deve sostenere per contrastare la sua natura sensibile. Nell'ambito dell'etica Kant divide la ragione nell'uso pratico e nell'uso teorico. La ragione nell'uso teorico e condannata quando si distacca dall'esperienza per inseguire le illusioni metafisiche al contrario però nell’uso pratico viene saltata proprio perché è indipendente rispetto all'esperienza, la ragion pratica coincide con la volontà intesa come la facoltà che consente di agire sulla base di principi normativi cioè regole razionali e ci sono due tipi di principi della ragion pratica le massime e gli imperativi Le massime sono principi pratici che disciplinano la nostra volontà sono di carattere soggettivo cioè che valgono unicamente per l'individuo che le segue. gli imperativi sono prescrizioni oggettive ovvero che devono valere per tutti e allora volta si dividono in imperativi ipotetici e categorici: gli imperativi ipotetici prescrivono un'azione in
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