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riassunto kelsen filosofia del diritto, Schemi e mappe concettuali di Filosofia del Diritto

riassunto kelsen filosofia del diritto

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 30/01/2024

emma-galimberti
emma-galimberti 🇮🇹

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Scarica riassunto kelsen filosofia del diritto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia del Diritto solo su Docsity! HANS KELSEN Bibliografia Hans Kelsen nasce a Praga nel 1881. Il suo primo lavoro, pubblicato quando è ancora studente, è dedicato a Dante. Nel 1906 consegue il dottorato e dopo aver ottenuto l’abilitazione in diritto pubblico e filosofia del diritto nel 1911, pubblica la sua prima opera nella quale enuncia il metodo e i compiti di una dottrina pura del diritto: Problemi fondamentali della dottrina del diritto pubblico. Dal 1919 è professore ordinario presso la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Vienna. Contribuisce a redigere il progetto della Costituzione austriaca; dal 1921 è giudice della Suprema Corte Costituzionale austriaca. Nel 1930 lascia l’Austria e si trasferisce a Colonia dove insegna diritto internazionale e filosofia del diritto. Nel 1933 Kelsen viene privato dalla cattedra e della pensione; inoltre viene licenziato in quanto marxista. Nel 1934 pubblica La dottrina pura del diritto. Negli anni successivi lascia la Germania e va a Ginevra dove insegna. Nel 1941 si trasferisce negli Stati Uniti, dove insegna diritto internazionale sia ad Harvard che a Berkeley. Nel 1945 ottiene la cittadinanza americana. Nel 1954 diventa professore di scienza della politica all’Università di Berkeley e nel frattempo era tornato ad insegnare a Ginevra come visiting professor. Dal 1955 è socio straniero dell’Accademia dei Lincei. Nel 1960 appare la seconda edizione della Dottrina pura del diritto, diversa dalla prima poiché risente dell’interesse di Kelsen per i rapporti tra diritto e logica; egli nel 1959 aveva avviato con il logico e filosofo tedesco Klug un carteggio che durò fino al 1965 sull’analisi logica del linguaggio normativo e sulla logica giuridica. L’opera Teoria generale delle norme è incompiuta perché Kelsen muore a Berkeley nel 1973. Secondo il giurista Vassalli la ricchezza della personalità di Kelsen si rivela attraverso cinque aspetti fondamentali della sua opera: come teorico generale del diritto ha dato impostazioni fondamentali e fornito definizioni destinate a reggere nel tempo II) come filosofo del diritto ha rivolto una serrata critica metodologica prima al giusnaturalismo e poi al marxismo; III) come costituzionalista ha scavato nelle forme di governo e di rappresentanza e ha contribuito alla redazione della Costituzione austriaca; IV) come internazionalista ha studiato la relazione tra diritto internazionale e diritto statale e ha incoraggiato i tentativi di organizzazione internazionale per il mantenimento della pace tra le due guerre mondiali e la fondazione delle Nazioni Unite; V) come teorico delle istituzioni e delle dottrine politiche Kelsen ha sostenuto con forza l’idea democratica. Kelsen nella prima edizione della Dottrina pura del diritto delimita l’oggetto della scienza del diritto mediante una scelta di metodo ossia non rispondere alla domanda che cosa il diritto deve essere (domanda deontologica) ma a che cosa il diritto è (domanda ontologica). La dottrina pura del diritto ha per oggetto il diritto considerato in se stesso e per se stesso. La dottrina pura del diritto. Nella sua opera “La dottrina pura del diritto”, Hans Kelsen delimita l’oggetto della scienza del diritto rispondendo alla domanda ontologica “Che cos’è il diritto?”. Nel rispondere a questa domanda, Kelsen espone quindi la dottrina pura del diritto, ovvero una teoria generale di diritto positivo che cerca di studiare il diritto, ovvero l’oggetto della scienza del diritto, isolandolo da tutto ciò che diritto non è. Vuole liberare la scienza del diritto da tutti gli elementi che le sono estranei. Essa come teoria, vuole conoscere solo il proprio oggetto, risponde alla domanda “ cos’è e com’è il diritto”, non “come il diritto deve essere”. Il diritto è un fenomeno sociale, la società è diversa dalla natura, quindi la scienza del diritto non deve risolversi nella scienza della natura. Tale dottrina quindi considera il diritto come un fenomeno sociale e analizza ogni fatto che possa essere considerato diritto, come ad esempio una deliberazione parlamentare/un atto amministrativo/una sentenza giudiziale/un delitto/etc. E nel fare ciò distingue, all’interno di questi fatti, due elementi: - un atto sensorialmente percepibile che procede nello spazio e nel tempo - un senso inerente a quest’atto, il quale può essere oggettivo o soggettivo. Il senso oggettivo di un atto corrisponde al senso che quest’atto ha nel sistema di tutti gli atti giuridici, ed è questo che trasforma un qualsiasi fatto in un atto giuridico, mentre il senso soggettivo corrisponde al senso che l’individuo che agisce dà all’atto che compie. Prendiamo come esempio ciò che fece il capitano kopenik : l’atto nel senso soggettivo era un ordine amministrativo, nel senso oggettivo un delitto. Come abbiamo detto, quindi, è il senso oggettivo a rende un fatto un atto giuridico, infatti è tramite il contenuto di una norma, la quale ha quindi la funzione di schema interpretativo, che si impartisce un determinato senso giuridico al fatto, in modo che l’atto possa essere interpretato secondo questa norma. La norma è prodotta da un atto giuridico che da parte sua riceve il suo senso da un’altra norma. La conoscenza giuridica è rivolta alle norme che danno o non danno a certi fatti il carattere di atti giuridici/illeciti, e che sono esse stesse prodotte da tali atti giuridici. La norma come specifica struttura interpretativa è diversa dall’atto psichico con la quale essa è voluta o rappresentata.
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