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Riassunto Kitzinger "Arte altomedievale", Sintesi del corso di Storia dell'arte medievale

Riassunto dettagliato e completo di tutte le immagini del saggio "Arte altomedievale" di E. Kitzinger per la preparazione dell'esame "Storia dell'arte medievale" con prof. Crivello F.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 28/01/2021

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Scarica Riassunto Kitzinger "Arte altomedievale" e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! E. Kitzinger Arte altomedievale     CAP. 1 – IL PERIODO TARDO-ANTICO E PALEOCRISTIANO Data di inizio del Medioevo: gli storici si trovano divisi su 3 ipotesi: 1. Anno 313 → anno dell’Editto di Milano, attraverso il quale il cristianesimo viene riconosciuto come religione di Stato. 2. Anno 476 → l’abdicazione dell’ultimo imperatore romano, segna il momento di svolta tra l’età classica e quella medievale.  3. Anno 800 → fondazione del primo impero germanico sotto Carlo Magno.   I secoli precedenti, conosciuti nella storia dell’arte come periodo ‘’tardo-antico’’ e ‘’paleocristiano’’, sono stati affrontati raramente dall’archeologia classica e trascurati in maniera più grave dalla medievalistica. Si è ritenuto che l’arte fosse giunta al suo epilogo sotto gli ultimi imperatori romani e i cinquecento anni che trascorsero tra l’epoca di Costantino (306-337) e quella di Carlo Magno (768-814) erano considerati privi di interesse dal punto di vista storico-artistico. L’attenzione era sostenuta da interessi di carattere religioso piuttosto che estetico, dal momento che questo era il periodo in cui furono costruite le prime chiese e in cui presero forma le prime rappresentazioni di Cristo e di molti temi cristiani. L’ arte ha svolto un ruolo importante nell’evoluzione dello stile medievale; 1. assicurò la continuità della tradizione classica, correva il pericolo d’estinzione per la scomparsa della religione e della civiltà pagana; 2. costituisce il punto di partenza del processo di trasformazione attraverso il quale, lo stile classico dei greci e dei romani mutò nello stile astratto e trascendente del medioevo. Il Cristianesimo in un primo momento rifiutò l’uso delle immagini; rifiutandole non solo come fonte di adorazione ma anche in quanto simbolo dello splendore e del lusso terreno. Ammettere l’arte nelle chiese fu una sorta di concessione al paganesimo; di conseguenza molti elementi dell’iconografia e dello stile antichi trovarono il modo di arrivare all’arte cristiana e sopravvissero nel Medioevo. Durante il III e IV s i cristiani adottarono l’arte cristiana ai loro scopi. Le prime opere d’erte cristiana furono prodotte in ambiente pagano; nel III e IV s probabilmente esistevano pittori e scultori che lavoravano sia per la committenza pagana sia per quella cristiana, e c’è poco da meravigliarsi se l’arte cristiana riprese dall’arte pagana lo stile e qualche volta anche il soggetto.   Nelle decorazioni parietali delle catacombe romane di quel periodo troviamo: • Eroti – personificazioni delle stagioni • personaggi allegorici pagani. = Tutte figure erano ritenute conciliabili con la nuova religione —> Temi di non minore importanza per il cristiano che per il pagano. Sui sarcofagi cristiani invece, venivano rappresentati Tritoni e Nereidi. Erano simboli generici dell’aldilà e della felicità eterna. Un esempio famoso in cui le figure pagane sono state adottate senza cambiamenti da parte dei cristiani è lo Scrigno di Proietta. Uno scrigno in argento decorato con rappresentazioni idilliche di Venere, Tritoni, Nereidi ed Erodi, e in parte con scene di cerimonie, mentre nell’iscrizione che lo accompagna, la sposa e lo sposo sono esortati a condurre una vita cristiana. L’Egitto, dopo essere stato completamente imbevuto di gusto ellenistico in epoca tolemaica, rimase saldamente ancorato all’arte pagana, e in epoca cristiana inoltrata si decoravano abiti e arazzi con figure classiche. Fin dal III s si tentò di fornire alle raffigurazioni tradizionali un nuovo e specifico significato cristiano. Troviamo rappresentazioni di Cristo per le quali sono state prese a modello le figure di Apollo, Helios o di altri giovani dei ed eroi; la maniera più adatta ed esprimere la sua missione divina, fornendogli le fattezze associate agli dei. Ancora più di frequente veniva rappresentato come un pastore con il suo gregge; benché questo tema traesse ovviamente ispirazione dei testi dei Vangeli, per raffigurarlo si seguivano modelli classici. Durante il IV s le rappresentazioni di un Cristo giovanile e idillico iniziarono ad essere sostituite dal tipo con la barba, più austero e maestoso, ma l’ispirazione veniva dall’arte pagana perché si presero a modello le divinità olimpiche anziane, come Zeus o Asclepio, o i ritratti dei grandi filosofi che simboleggiano la saggezza assoluta. Gli angeli furono fatti derivare dalle Vittorie, così frequenti nell’arte greca e romana, mentre le insegne del potere imperiale e i trionfi militari divennero i simboli della Chiesa vittoriosa. Tipici di esempi di iconografia pagana adattata alle idee cristiane ci sono forniti dai Vetri dorati trovati in gran numero nelle catacombe romane, IV sec.   Le prime chiese romane avevano la forma della basilica, luogo degli affari romano, che avevano adattato alle esigenze del servizio divino. Questi pochi esempi ci mostrano come l’arte paleocristiana si sviluppò a partire dai prototipi pagani. Con l’iconografia classica anche lo stile classico penetrò nell’arte cristiana. Non esistono differenza stilistiche tra pittura e sculture cristiane del III e IV s e le opere pagane contemporanee. Le pitture delle catacombe venivano eseguite nella maniera consueta alla pittura murale delle case romane: lo stile di entrambe è una versione semplificata della maniera impressionistica dei primi tempi dell’impero romano e che si manifesta negli affreschi di Pompei. Le pitture del periodo paleocristiano erano eseguite con una tecnica che permetteva di abbozzare con leggeri tocchi, di pennello, una figura in movimento con uno sguardo riconoscibile negli occhi, circondata da un paesaggio luminoso ed arioso. Né l’arte pagana, né l’arte cristiana, potevano essere paragonate all’arte greco-romana. Negli esempi migliori, le figure risultano con una certa rigidità e goffaggine nelle pose, con assenza di espressione e la mancata proporzione nella resa dei corpi. Le caratteristiche, che dal punto di vista classico sembrano difetti, assumono un valore nuovo. Mentre i Greci, raggiungevano la rappresentazione ideale del corpo umano, i Romani, perfezionavano il ritratto individuale e facevano progressi significativi nella rappresentazione del paesaggio e dello spazio tridimensionale. In Oriente, in Mesopotamia e Persia, l’antica tradizione di un’arte ufficiale rigida e ieratica non era mai scomparsa del tutto. Nelle opere dell’arte classica troviamo sempre un perfetto equilibrio fra contenuto e forma; la perdita di questo equilibrio segnò un nuovo stadio nella storia dell’arte. In questa scultura c’è infatti, una deliberata protesta contro il realismo. Lo scultore, dimostra di non essere interessato a cose come lo spazio tridimensionale e all’anatomia del corpo umano. Invece di una scena naturalistica, egli ci ha offerto una solenne adunanza di persone, in cui l’imperatore appare come il potere centrale. Ci sono qualità nuove e positive, in questa cosiddetta decadenza che sono strettamente legate ai cambiamenti morali e religiosi che il tema della nostra placca riflette. Lo stile dell’arte sub-antica fu adottato perché offriva un’espressione più adeguata a questi nuovi propositi; fu adottata per servire a un nuovo scopo. L’arte classica divenne prima medievale che cristiana: il nuovo credo non fu la causa di questo cambiamento.   ARTE CLASSICA E ARTE ANTICLASSICA Dopo aver indicato la duplice origine dell’arte paleocristiana, è neceassario descrivere lo sviluppo fra IV e VIII secolo. /!\ non solo l’arte paleocristiana, ma tutta l’arte medievale è derivata dalle fonti scritte sopra, la classica e l’anticlassica, sono necessarie delle osservazioni in merito. Le due componenti si scontrarono durante tutto il periodo altomedievale e l’armonia venne raggiunta solo alla sua conclusione.   ARTE MEDIEVALE L’artista medievale, anche quando apparentemente imbevuto di gusto classico, aveva scarso contatto diretto con la natura; se aderiva alla tradizione classica, lo faceva copiando le opere del periodo classico o seguendo i procedimenti tecnici dei suoi predecessori, e noi attraverso lo studio della natura o il disegno del vero come avevano fatto loro. —> “classicismo di seconda mano”. Nella lotta fra tendenze classiche ed anticlassiche le varie regioni del mondo antico diedero contributi diversi, riconoscibili in 3 aree principali: LATINA, GRECA, ORIENTALE. AREA LATINA - È Roma il centro del mondo al tempo in cui si stavano verificando cambiamenti decisivi nel panorama culturale —> ciò spiega perché il graduale assorbimento di elementi sub- antichi si vede più chiaramente qui che in altre ragioni. Nell’anno 313, quando si ebbe il riconoscimento ufficiale del cristianesimo, le opere dell’arte romana venivano eseguite in uno stile astratto e ‘’primitivo’’. ARCO DI COSTANTINO: i rilievi eseguiti dopo questa data, 313, per le loro composizioni bidimensionali, con file monotone di figure disposte a blocchi che devono di più a principi spirituali che naturalistici, per la disposizione simmetrica e le qualità ieratiche, sono un esempio ancor più sorprendente del ‘’medievalismo’’ dell’arte italiana del IV s. Sono caratteristiche tipicamente latine: ➔ La rigida simmetria ➔ La composizione piatta e senza prospettiva ➔ il disegno chiaro e lineare   Il primo revival dello spirito classico, si ha verso la fine del IV s, dopo la voga astratta e ‘’trascendentale’’ dell’epoca Costantiniana. Anche quando commissionavano un dipinto o una scultura, il cui soggetto doveva testimoniare la nuova religione, questi committenti aristocratici insistevano sulla necessità che si mantenesse una norma classica nella forma. Un gran numero di opere eseguite a Roma intorno all’ANNO 400 sono cristiane nel contenuto ma classiche nello stile. Furono introdotte nell’arte cristiana la bellezza e la raffinatezza classiche, almeno per un breve periodo. Fino a qui, l’arte cristiana era stata in gran parte simbolica e anche le scene bibliche erano state rappresentate puramente per il valore simbolico. Simboli di resurrezione e salvezza: • Sacrificio di Isacco • Daniele nella fossa dei leoni • Noè e l’arca • Giona e la balena • Resurrezione di Lazzaro. L’artista si era limitato alle caratteristiche principali per far capire allo spettatore la morale della storia; scene de Vecchio e Nuovo testamento erano state mischiate tra loro dal momento che il significato essenziale era lo stesso; l’interesse per le vite dei personaggi biblici e per gli eventi biblici stessi inizia a sostituire l’interesse per i significati. Questi cicli di scene bibliche sarebbero continuati per tutto il medioevo. Il più antico ciclo ancora esistente di scene della Passione eseguito in maniera narrativa compare sulle quattro placche di una cassetta in avorio, Roma, inizio V secolo. Le rappresentazioni precedenti erano state meno particolareggiate e la Crocifissione non era mai stata raffigurata in modo realistico, ma solo suggerita, per esempio per mezzo di una croce sorvegliata da due soldati. Caratteristiche —> [revival classico dello stile] - gran quantità di dettagli narrativi (sacco con 30 denari gettati da Giuda); - una delle prime rappresentazioni di Cristo in croce; - aspetto soffice e carnoso dei corpi con contorni arrotondati e illusione della profondità; - posa languida delle figure (guardia a dx della tomba) Il ‘’rinascimento’’ classico fu di breve vita. Durante il V s, prevalsero nell’arte occidentale gli elementi astratti e le placche prefigurano le tendenze lineari e strutturali che caratterizzano l’Italia nell’evoluzione generale dello stile altomedievale. Nell’ arte italiana prevalse lo stile geometrico ed astratto. AREA GRECA - Costa Mediterranea Orientale - Sotto il dominio di Roma, Antiochia e Alessandria, le città più famose superarono Atene per splendore e importanza. —> centri che giocano un ruolo dominante negli stadi più tardi dell’evoluzione dell’arte greca. Quando lo stile classico iniziò a degenerare nel III e IV s, gli artisti nelle città del Mediterraneo orientale non accolsero le nuove tendenze primitive e astratte quando i loro contemporanei romani. Il mondo mediterraneo è unito in questo periodo critico e l’ideale classico viene abbandonato —> diffondersi di tendenze astratte. In arte non ufficiale di Alessandria —> persiste maniera vitale e ricca di colore dell’arte ellenistica ] sopravvivenza di questo stile in arte cristiana e profana d’Oriente è visibile in opere come: la Genesi Cotton e un dittico in avorio con la figura di un arcangelo. La Genesi Cotton, fine V sec o inizio IV sec, Egitto, è il più antico manoscritto illustrato della Bibbia a noi noto proveniente dal mondo greco è considerato l’opera di un pittore alessandrino del V s o all’inizio del IV s. Restano frammenti mezzi bruciati; alcuni m o s t r a n o l o s t i l e s i n t e t i c o e impressionistico della pittura classica. Ci sono figure i cui volti sono indicati da poche pennellate nere e che con i loro movimenti espressivi sono poste su sfondi dai colori chiari e trasparenti che danno l’illusione di profondità ed atmosfera; gli edifici in prospettiva e le figure che stanno in piedi mezze nascoste dietro a quelle in primo piano, contribuiscono a dare ‘impressione di profondità. L’artista come erede della tradizione ellenistica volle illustrare in maniera naturalistica e vivida la storia. (≠ da 4 placche in avorio della Passione: figure e volumi concepiti in maniera scultorea e scena con composizione rigidamente strutturata). Contrasto fra arte orientale e occidentale —> sempre > con il passare del tempo. La valva di un dittico in avorio con la figura di un arcangelo, Costantinopoli, VI sec —> mostra come artisti greci in VI sec davano a figure cristiane l’aspetto di statue classiche, ancora una volta però forme non hanno correttezza canone classico: piede poggia su gradini dietro arcata mentre spalle e braccia sono davanti ad arcata. Corpo accuratamente modellato , drappeggio ed espressione —> fanno capire che l’artista voleva cogliere aspetto complessivo di un rilievo classico. La tradizione ellenistica del mediterraneo orientale è un fattore importante per l’evoluzione generale. Si è supposto che la sola Alessandria, è rimasta l’unico centro della civiltà e dello stile ellenistico in epoca tardo- romana e bizantina. Antiochia e Efeso avevano perso un po’ della propria importanza del V s; il centro del mondo orientale si è spostato nella nuova capitale Costantinopoli: ➔ attraeva gli artisti del Mediterraneo orientale ➔ durante il VI s, l’impero bizantino raggiunge l’apice del potere e l’espansione sotto l’imperatore Giustiniano (527-565) ➔ ed era abbellita da edifici di splendore incomparabile —> Basilica di Santa Sofia: il più grande trionfo architettonico di Giustiniano. La preferenza della corte per lo stile classico è evidente nella produzione bizantina di recipienti d’argento. Molti di questi portano il marchio a funzione imperiale, che indica che erano stati fatti sotto la supervisione del governo. Sono spesso decorati con rilievi a sbalzo e, ancora in questo periodo tardo come il VII s, i soggetti erano spesso tratti dalla mitologia classica. - Piatto in argento con il combattimento fra un Erote e un mostro marino, VII sec, arte bizantina: soggetti provenienti dalla mitologia classicA L’arte più caratteristica prosperò in Egitto; gli egiziani avevano la loro forma di cristianesimo e nel V s ci fu l’instaurazione di una chiesa indipendente nazionale, nota come ‘’copta’’: termine usato per indicare il periodo cristiano in Egitto. L’Egitto era completamente ellenizzato tanto che l’arte ellenistica era diventata patrimonio comune. L’arte copta deve il suo carattere ampiamente ornamentale alle sue origini nell’arte quotidiana dell’Egitto greco-romano; anche in epoca cristiana gli Egiziani decoravano le loro chiese con disegni a fogliami, animali e motivi geometrici, e ancora nell’VIII s gli abiti erano ornati di Eroti e altri motivi pagani dai colori accesi, sulle stoffe copte le scene bibliche erano, talvolta, trattate come ornamentazioni più che come figurazioni. Questa era uno strumento di istruzione e propaganda; il suo sviluppo stilistico consiste nella graduale eliminazione delle forme classiche e naturalistiche. Una lastra funeraria in calcare del VII secolo proveniente dall’Egitto mostra l’arte decorativa copta nel suo momento di massima convenzionalità. Nel tralcio fogliato, e anche nell’uccello, può essere percepita la tradizione classica, ma tutte le forme naturali sono state completamente subordinate alla composizione ornamentale, e l’uso del contrasto tra luce ed ombra ha prodotto un disegno che copre l’intera lastra; mentre i singoli elementi della decorazione assumono un ruolo secondario. La crescente subordinazione di forme organiche al disegno ornamentale —> particolarmente evidente nelle stoffe. Fino al VI sec l’elemento ellenistico era ancora molto forte -> gli artisti si sforzavano di nascondere la regolarità della stoffa attraverso l’abile tessitura di una figura naturalistica nel sistema di trama ed ordito. Tuttavia un tessuto in seta con scena di caccia del VII secolo, Egitto (arte copta) —> mostra come le sagome di uomini ed animali —> adattate alle linee rette e agli angoli della trama ] i contorni son angolari e dettagli di volti e abiti semplificati. + ripetitività con immagini speculari. Non esiste una netta distinzione tra stile internazionale e stile regionale, dal momento che le produzioni costantinopolitane venivano spesso imitate da artisti locali. Gli elementi regionali rappresentano la distinzione fra l’arte del popolo e quello di corte e che l’arte locale era spesso legata alla comunità monastica. L’arte locale era sviluppata dalle regioni dove l’arte sub-antica era prosperata nei primi secoli dopo Cristo e l’approccio adottato dagli artisti verso l’arte del Mediterraneo, corrispondeva più o meno allo stesso atteggiamento che i loro predecessori avevano avuto nei confronti dell’arte classica. Gli artigiani delle province imitavano e allo stesso tempo interpretavano alla loro maniera. Durante il VII e VIII s, nella stessa Costantinopoli, subito dopo il regno di Giustiniano, ci fu un marcato declino sia nella qualità, sia nella quantità della produzione artistica. La crisi nel mondo mediterraneo s’aggravò al divampare dell’antagonismo fra Oriente ed Occidente, rappresentati rispettivamente dall’imperatore e dal Papa => conseguenza su storia dell’arte dove la disputa verteva sull’ammissibilità delle immagini nel culto cristiano = controversa iconoclasta. Risultato di questi eventi: - Costantinopoli cessa di essere centro indiscusso - Impero Bizantino riduce la propria estensione diventando una potenza fra le altre - nuova stella sulle Alpi: regno dei Franchi in procinto di diventare Impero sotto il suo più grande sovrano: Carlo Magno => così inizia la seconda fase dell’evoluzione dell’arte medievale, durante la quale il Nord assunse il ruolo guida.   CAP.2 – L’ARTE CAROLINGIA Al tempo di Carlo Magno, a nord delle Alpi, esisteva una consolidata tradizione artistica. L’arte nordica, che era diversa dall’arte del Mediterraneo; era collegata, per le sue origini alle tribù nomadi, era quasi confinata agli oggetti mobili, come ornamenti personali, armi ed utensili, e non comprendeva monumenti, quali edifici in pietra, affreschi, mosaici o sculture di grandi dimensioni, ma si dedicavano soprattuto all’oreficeria, smalti, fusione di piccoli oggetti in bronzo e all’intaglio ] arti in cui eccellevano. Il fine non era la rappresentazione di un soggetto particolare, religioso, storico o di altro genere ma l’ornamentazione astratta. Mentre in Italia e Bisanzio costruiscono chiese sontuose, decorate con mosaici e rilievi figurati, e si illustravano manoscritti con personaggi e scene storiche, nel Nord gli artisti si dedicarono all’invenzione di ornati ricchi e sempre più fantastici con i quali coprivano fermagli, spille, fibule (fibbia), corni usati per bere ed else delle sponde; le decorazioni erano geometriche con profili come spirali, zig-zag e motivi a gradini, ma gli artisti usavano anche figure di animali, persino busti- ritratto e rappresentazioni di personaggi a cavallo derivate dalle monete romane. Trasformavano elementi naturalistici —> motivi astratti, scomponendoli e combinando le singole parti. Un esempio è la fibula in oro, dal tesoro della nave funeraria di Sutton Hoo, inizio VII sec. Con la diffusione del Cristianesimo nel VII s, ci furono i primi contatti con l’arte cristiana. Nella Francia Merovingia, in Irlanda e Inghilterra compaiono le chiese in pietra di tipo meridionale, e furono introdotte grandi sculture in pietra. La più importante delle arti introdotte dai missionari fu la scrittura e miniatura dei libri. Gli Evangelari = forza propulsiva delle missioni cristiane. Sotto il patrocinio della chiesa furono introdotte a Nord le principali arti dell’area Mediterranea —> esercitarono però un’influenza limitata su stile => la tradizione autoctona non solo resistette in ambito profano, ma divenne la principale fonte d’ispirazione per la decorazione di chiese sculture e manoscritti. Provarono ad emulare i modelli mediterranei ==> ma lo spirito ‘’barbarico’’ si riaffermò immediatamente e s’impose ne campo della miniatura. Questo sviluppo è illustrato dalle miniature del famoso Evangeliario di Lindisfarne verso la fine del VII sec, Northumbria —> Animali fantastici attorcigliati fra loro in maniera contorta, intrecci, spirali e motivi a gradini, sono stati riversati sulla pagina per decorare il testo sacro. In questo, come in altri manoscritti, ai trovano pagine interamente coperte dall’ornato —> novità: ➔ A SUD: i miniatori usavano l’ornamentazione solo per indicare l’inizio o la fine di un capitolo o per incorniciare un’illustrazione; ➔ A NORD: una pagina non aveva bisogno né della scrittura è di un’illustrazione riferita al testo per giustificare la sua presenza; il manoscritto era adatto alla pura ornamentazione. Pagina ornamentale = attribuiva simbolicamente ad ogni oggetto ricchezza, splendore e bellezza, e dove l’artista la metteva in relazione con le Sacre Scritture, lì risiedeva la sua personale maniera di glorificare Dio. —> casi in cui gusto barbarico è sconfinato in ambito cristiano. Pagina a tappeto dell’Evangeliario di Lindisfarne, VII sec Ritratto dell’evangelista Giovanni dall’Evangeliario di Lindisfarne, VII sec —> non ha uno sfondo scenico e non è stato fatto nulla per mascherare il “vuoto della pagina” !! Unico oggetto arredamento —> sedile -> trasformato in un curioso motivo di nastri ornamentali. Tutte le parti dell’immagine => trattate come un’ornamentazione: Le iscrizioni controbilanciano l’aquila per creare armonia perfetta, anche se asimmetrica. Con approccio astratto e non naturalistico —> è possibile creare l’autentica immagine di un santo, sovrumana ed imperturbabile. Le opere pre-carolingie del Nord, sono la perfetta incarnazione del l ’ ideale del l ’arte astratta, l ’ant i tes i assoluta a l la rappresentazione naturalistica. I popoli del Nord —> per cui l’arte = puramente astratta e forma naturale dell’espressione estetica ] iniziarono ad avere ruolo dominante nello sviluppo europeo —> influenza su evoluzione arte cristiana: non evidente => causa dell’interruzione della produzione artistica al Nord -> RINASCITA CAROLINGIA. L’arte barbarica era così astratta da precluderne l’utilizzo da parte della chiesa romana; era disarticolata ed essendo incapace di trasmettere un messaggio definitivo —> NO strumento adeguato d’istruzione o propaganda. Stile del nord: inadatto a illustrare soggetti di contenuto storico => uno dei principali motivi per cui s’iniziò sotto Carlo Magno —> ad adottare modelli mediterranei: - modelli che portavano il marchio dell’età classica —> ricordavano il grande impero che Carlo Magno voleva far rivivere - non si trattò di una mera imitazione di opere classiche e bizantine => base su modelli mediterranei MA rese con senso + vitale nel movimento e nella narrazione, mimica intensa, espressività realistica -> superato predecessori mediterranei. /!\ forme classiche = materiale grezzo che viene colato in una nuova forma con nuova capacità di osservazione e desiderio di rappresentare in modo naturalistico e vivido. Visione Carlo Magno: se l’arte poteva dare forma fisica a cose che altrimenti avrebbero potuto essere comprese solo concettualmente => allora poteva essere uno strumento educativo. —> motivo per cui l’arte ornamentale astratta del Nord fu abbandonata in favore dei modelli mediterranei. + ulteriore motivo: questi modelli portavano ancora il marchio dell’età classica e ricordavano il grande impero che Carlo Magno si era proposto di far rivivere. ARTE = divenne uno strumento per istruire e per spiegare, programma educativo attraverso il quale Carlo Magno intendeva elevare la sua gente dall’oscurità barbarica per condurla alla guida dell’Europa. Nelle chiese e nei monasteri,= centri di tutta la sua opera educativa, egli possedeva uno strumento per l’organizzazione sistematica del suo rinnovamento stilistico. I grandi monasteri, così come i palazzi imperiali, avevano delle botteghe annesse. Centri importanti: Treviri, Aquisgrana, Reims, Metz e il monastero di San Martino a Tous. Dalle opere carolinge si riscontra: - maggiore gamma di soggetti: l’iconografia del Nuovo Testamento non era più limitata alle immagini solenni di Cristo e degli Evangelisti, scene d’infanzia di Cristo, miracoli e scene della Passione veniva rappresentati in elaborati cicli narrativi, mentre si illustravano spesso anche storie dell’Antico Testamento. - differenza di stili: figure hanno aspetto plastico, spesso sono viste di ¾, e si muovono con naturalezza e grande vivacità; la loro mimica è espressiva e convincente, i vestiti sono modellati con delicatezza e le pieghe sono rese in maniera fedele alla realtà. Nel periodo paleocristiano si erano sviluppati stili fortemente divergenti nelle diverse zone del - Contemporanee dell’Italia e bizantine - Contributo artistici nordici Scuola Reims e gruppo di Liutardo —> estrema vivacità >> qualunque modello meridionale. In opere come Salterio Utrecht o avori di Liutardo : no solo manufatti di seconda mano => al loro interno è stata soffiata una nuova anima, nuova vita, nuova intensità. Artista = ricostruiva storie Bibbia in propria mente -> presentava una visione nuova e drammatica, esprimere contenuto emotivo —> dare forma visibile a temi spirituali ed emotivi. Il massimo esempio di svecchiamento dello stile narrativo meridionale nell’arte carolingia è il Cristallo di Lotario inciso con la storia di Susanna, 843-869: vivaci figurine con ricco linguaggio mimico, vivacità impressionante a causa del contrasto con il cristallo di rocca su cui incise. Nell’opera vediamo la nascita di una bellezza che è esclusiva dell’arte medievale, per il suo sfacciato disprezzo dell’armonia, della precisione e della misura classica e per il suo appassionato interesse verso soggetti morali e trascendenti.   Una scuola miniaturistica della Francia nord-orientale, nota come ‘’SCUOLA FRANCO-SASSONE’’ —> sopravvive interesse per pura ornamentazione. Si limita ad imitare le opere del VIII sec dei miniatori irlandesi e della Northumbria => coniugando l’arte celtica con quella anglosassone avendo dato vita allo ‘’ stile insulare’’. - ricche cornici ornamentali della miniatura insulare con decorazioni angolari - Enormi iniziali ad intreccio - Ornamentazioni animalistiche che dominano la pagina Esempio: Pagina iniziale del Vangelo di Luca, da un Evangeliario Franco-Sassone, Francia Nordorientale o Belgio, IX sec /!\ unica influenza carolingia in miniature franco-sassoni —> l’uso sporadico del bordo a foglia d’acanto o della piccola figura di un evangelista inserita nella cornice. Importanza Scuola Franco-Sassone -> contributo alla diffusione dell’arte insulare.   Gli artisti del gruppo di Ada —> trovano un piacere speciale nell’elaborazione ornamentale: i panneggi nel nostro avorio (Valva di un dittico in avorio con l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi) con certezza furono copiati da modelli tardo-antichi =>> molti manoscritti del gruppo di Ada hanno pagine quasi interamente costituire da motivi ornamentali, compresi gli intrecci e gli animali fantastici dell’arte insulare => un esempio: pagina iniziale del Vangelo di Luca dall’Evangeliario di Harley, Aquisgrana, inizio IX sec. È significativo che il repertorio dell’ornamentazione astratta, in particolar modo le ricche iniziali e altre caratteristiche della miniatura ‘barbarica’= assunto dall’artista carolingio e amalgamato con motivi classici. La rinascita carolingia non comportò la totale sottomissione ai principi dell’arte mediterranea. Il nord diede il suo contributo all’arte: 1. la ricerca del naturalismo, che condusse a un’espressività ignota anche ai modelli mediterranei 2. fu conservata la tradizione dell’arte astratta. Queste 2 tendenze conflittuali = dilemma che i carolingi non vollero risolvere, convissero insieme => arte espressiva e comunicativa, enfatizzazione medievale del significato e del contenuto emozionale. Tendenza > verso effetti ornamentali piuttostochè impressionistici. Questa fase tarda —> illustrata mediante il Dittico in avorio con le scene della vita di Cristo, X sec, realizzato dalla “SCUOLA DI METZ” —> non rimane nulla della vivacità delle opere più antiche. - intaglio piatto - Scomparse le onde profonde, luminosità e rilievo che mettono in evidenza gesti - Contorni più definiti - Figure perso la loro agilità, più pesanti e goffe ] costrette dentro blocchi - Volti non riflettono più emozioni => tendono ad aspetto uniforme e schematico (maniera convenzionale di rappresentare i capelli, etc) Gli Avori di Metz, nonostante la degenerazione di questi sintomi, ancora tipici dell’arte carolingia e ne dimostrano la sopravvivenza fino al X secolo.   CAP. 3 – IL X E L’ XI SECOLO   Mentre l’arte carolingia assumeva un ruolo importante in Europa, Bisanzio continuava ad essere un fattore influente sullo sfondo; in campo artistico rimase fedele alle sue antiche tradizioni e non ebbe alcuna parte nella nuova direzione presa dai popoli germanici nell’Europa del nord. Era maturato un grosso scisma tra Oriente ed Occidente: la chiesa latina si era separata completamente da quella greca e l’Italia aveva ottenuto l’indipendenza politica dall’impero d’Oriente.   Durante il periodo paleocristiano Bisanzio era rimasta custode dell’arte classica, atteggiamento conservatore. Nessun impedimento—> rappresentare soggetti profani o all’arte puramente ornamentale, e anche il divieto di usare immagini religiose, non era imposto con il medesimo rigore in tutte le parti dell’impero bizantino. Prova indiretta dello stile di Bisanzio sulla fine dell’VIII e inizio IX sec = opere carolinge ispirate ad artisti greci => mostrano che gli artisti bizantini avevano la padronanza delle tecniche del disegno realistico delle figure e della rappresentazione impressionistica. Fine del IX sec —> avvento della dinastia macedone riportò prosperità, che le opere d’arte divennero di nuovo numerose. Tra gli imperatori macedoni, oltre ad essere protettori degli studi e della letteratura, restaurarono edifici e li decorarono con splendidi mosaici; anche le arti minori, come la miniatura, furono fatte rivivere su vasta scala. X secolo = periodo di grandi traguardi estetici, paragonabile al tempo di Giustiniano e spesso definito la seconda età dell’oro dell’arte bizantina. Nelle opere è evidente un forte elemento classico; l’esecuzione stilistica e i motivi ornamentali riflettono spesso uno studio attento dei prototipi classici e le opere raggiungono un livello più alto. Un esempio : Placca in avorio con la Natività, x sec, arte bizantina: figure ottima conoscenza del nudo, figure in pose che mostrano equilibrio e disinvoltura accentuati, tradizione classica ancora viva. Il periodo macedone viene spesso definito come ‘’ rinascita’’; le attività diedero vita a una ripresa di vigore e a un allargamento, rinnovato interesse per la scienza e letterature classiche, furono reintrodotti soggetti figurativi antichi (scene della mitologia, etc), studio prototipi classici + sono ancora evidenti le influenze orientali; l’arte bizantina aveva mantenuto uno stile ieratico, fianco a fianco con quello descrittivo classico.   Nel Trittico Borradaile i personaggi sono collocati su uno sfondo vuoto, figure allungate snelle non tradiscono alcuna emozione, tutti i segni caratterizzanti sono stati eliminati e pose hanno aspetto convenzionale. La Crocifissione —> no mostrata come storia: l ’ immagine narrativa = diventata icona devozione. In queste opere sono presenti freddezza e un’aridità -> spesso viste come difetti dell’arte bizantina =>   => Una Lastra in marmo con raffigurazioni allegoriche di animali, Costantinopoli, X o XI sec ] appartiene a tale categoria —> si capisce che l’intenzione dietro il rilievo è simbolica più che naturalistica: lepri e serpenti = rappresentazioni allegoriche dell’uomo e del diavolo, aquila che li domina = Cristo trionfante. Fasi più tarde scuola Winchester —> figure meno severe, con contorni più schizzati e colorazione coprente più leggera. Scopo arte inglese X-XI sec: combinare due tendenze distinte ed associate a scuole ≠ in epoca carolingia: 1. Tendenza espressiva 2. Propensione all’ornamentazione => in miniatura WInchester impossibile separare ornamentazione da elementi narrativi = fusi in uno stile unico, ornamentale e pieno di vita.   ARTE TEDESCA L’arte ottoniana tedesca, ampiamente promossa da re ed imperatori, era più pretenziosa e monumentale e con grandi ambizioni. I sovrani tedeschi s’impegnarono nella costruzione di 3 grandi cattedrali: 1. Spira 2. Magonza 3. Bamberga Anche molti monasteri erano di fondazione imperiale o godevano del favore gli imperatori e divennero centri importanti per una serie di attività artistiche ] mecenatismo imperiale + costruirono chiese e commissionarono opere d’arte, in particolare manoscritti miniati, oggetti liturgici in bronzo e metalli preziosi. Maggiori mecenati ecclesiarstici: Egberto di Treviri (977-993) e Bernardo di Hildesheim L’arte ottoniana tedesca si basa su modelli carolingi, ma il suo stile era ≠: l’arte inglese —> prediligeva l’esuberanza barocca, contorni definiti e una ricca ornamentazione l’arte ottoniana —> rigida, austera e monumentale. Notiamo una predilezione per le figure pesanti e raffigurate come blocchi, isolate le une dalle altre, e per una composizione regolare e semplificata (tradizione viva arte Carolingia -> avori Metz). Esempio: Placca in avorio con la resurrezione del figlio della vedova di Nain, Milano, 970, arte ottoniana —> da mettere in relazione con avori Metz -> le caratteristiche sono intensificate: figure rigide e massicce, panneggi lineari e semplificati, mani rigide e sgraziate, teste grosse e tondeggianti, occhi spalancati. Elemento + importante : motivo che fa da sfondo —> indica come si erano riaffermate le tendenze astratte ] atmosfera irreale, figure stilizzate da non percepire contrasto fra loro ed ambientazione. Certi gruppi di miniatori del periodo ottoniano si facevano a originali carolingi, mostrando così in ambito artistico quella rinascita del potere imperiale che dominava la politica del tempo. I tedeschi aderivano fedelmente ad una precisa serie di modelli ed è significativo che le opere preferite fossero quelle del gruppo di Ada, cioè a quelle che appartenevano alla parte tedesca dell’impero carolingio (piuttosto che alla parte francese) —> stile lineare e rigido, figure racchiuse in ambientazione architettonica. La predilezione alla monumentalità ricevette un ulteriore sostegno da Bisanzio, influenza spiegabile attraverso il matrimonio dinastico fra Ottone II e la principessa bizantina Teophano nel 972. Gli avori ottoniani, spesso mostrano figure rigide; singole scene che occupano un’intera placca, ampie distese di sfondi neutre e larghe cornici con caratteristiche dell’arte ottoniana e della contemporanea arte bizantina. L’influenza bizantina è evidente dove allo sfondo, viene data maggiore importanza attraverso un’ornamentazione elaborata Placca in avorio con la resurrezione del figlio della vedova di Nain). In Germania gli artisti avevano il desiderio di riempire le rappresentazioni con contenuto emozionale; questa caratteristica è più importante nei manoscritti tradizionalmente attribuiti alla SCUOLA DI REICHENAU, capolavori dell’arte ottoniana. Le opere più antiche della scuola di Reichenau, sono databili al settimo decennio del X s. Il periodo ottoniano vide la comparsa dei Libri di pericopi, manoscritti che contenevano i testi dei Vangeli, non in sequenza ma ordinati secondo le esigenze del calendario della Chiesa e della liturgia; in questi libri non trovarono posto i ritratti degli autori. /!\ Invece richiedevano nuovo tipo di illustrazione —> elaborati cicli pittorici: per queste raffigurazioni artista —> modello i cicli di illustrazioni dei manoscritti paleocristiani o bizantini => tramandarono in eredità alle miniature ottoniane + dettagli narrativi (Scena di Tomba di Lazzaro si vede un discepolo che si compre la bocca e naso come indicatore del fetore del cadavere). ] figure > espressività dei pittori ottomani. Risultato dell’arte ottomana = vigoroso eccitamento + aspetto severamente monumentale ] tendenze combinate. La composizione ottoniana è spesso: simmetrica e anche le figure più animate formano un gruppo equilibrato di geometrica semplicità. La semplicità e la chiarezza del contorno, rende ancora più espressive le tensioni e le flessioni di una figura; la semplificazione dello sfondo accresce l’effetto del movimento e la mimica, quando le figure sono isolate nel vuoto, l’emozione espressa dagli occhi e dalle mani è l’unico legame tra di esse. È il contrasto fra il contenuto intenso e la cornice di monumentale freddezza e decoro che rende queste pitture così efficaci. Le forme descrittive non hanno più alcuna importanza di per se stesse: i corpi risultano come se fossero consumati da un fuoco interno e allo stesso tempo vincolati da leggi astratte. ] testimonianza di una visione. Esempio: Miniatura dell’Annunciazione, da un Evangeliario ottoniano, inizio XI sec, abbazia di Echternach -> Mostra figure rigide e semplificate, dalla mimica vivace, in piedi contro uno sfondo neutro. Composizione perfettamente equilibrata; l’architettura della città è stata trasformata in una cornice pesante che circonda le figure e fornisce alla scena narrativa il carattere di un gruppo monumentale.   Stile inglese ≠ tedesco: Miniature Wichester: - esuberati ed affollate - Linee contorno sono disordinate e nervose - Carattere emotivo della scena: riflesso del
 temperamento personale dell’artista - Contenuto: animato, ma molto meno specifico: perdere le loro individualità nello
 scompiglio generale - Ornato: > numero elementi ornamentali che
 si muovono liberamente fra le figure Lo stile tedesco e quello inglese condividono un punto in comune: in entrambe è impossibile stabilire dove finisca l’illustrazione e inizi l’ornamentazione. Scuola Reichneau: - struttura ferma e definita - Linee di contorno ferme e precise - Carattere emotivo scena: intimamente collegato al contenuto narrativo della scena - Contenuto: più specifico e dettagliato - Ornato: no sfoggio di un grande ornato per
 tesa austerità e pathos drammatico + Le opere tedesche hanno un valore ornamentale che devono alla costruzione astratta delle composizioni e all’aspro contrasto tra figure e sfondo. FRANCIA, SPAGNA E ITALIA   Germania ed Inghilterra giocarono un ruolo dominante nell’arte del X e XI s. La Francia non trasformò le sue tradizioni carolingie in un proprio stile nazionale. Gli artisti francesi, continuano a copiare le opere del periodo carolingio, ma adottano anche gli stili contemporanei: nord = influenze inglesi e ottoniate, sud = stile ≠ per vicinanza con Spagna. Questi artisti mostrano un vivo apprezzamento per forme sottili e delicate. Italia e Spagna ebbero ciascuno uno stile proprio e definito. Le miniature rivelano uno stile figurativo molto più sobrio e semplice, basate su modelli paleocristiani, hanno l’aspetto che si era sviluppato a Roma e nei paesi del Mediterraneo occidentale —> tendenza alla piattezza e linearità. Esempio: Illustrazione con Adamo ed Eva, da un rotolo di Exultet (manoscritto in forma di rotolo che reca il testo delle liturgie pasquali) seconda metà XI sec, Montecassino —> prodotto tipico della rinascita culturale monastica: centro di tale rinascita => antica fondazione benedettina di Montecassino. * Pittura di Montecassino => mostra la persistenza dello stile semplice e lineare che si era sviluppato in Italia dal periodo paleocristiano, e che durante l’VIII e il IX s, era sopravvissuto tra i pittori di affreschi di Roma e dell’Italia meridionale. Le figure —> disegnate a contorno e dipinte con una coloritura coprente e piatta, sono tipiche di questo stile. No animazione nelle opere settentrionali —> artista italiano non voleva esprimere tutta la sua passione religiosa, ma disegnava con mano sobria e ferma => figure, di solito rigide e piatte, sono sempre disegnate in maniera chiara e precisa. Scenario = è molto semplificato e di solito consiste solo in case e alberi isolati, che sono posizionati accanto alle figure e contribuiscono alla solidità della composizione. * => Adamo ed Eva -> affiancati da ciascun lato da un albero = segno di simmetria e composizione strutturata. + trattamento del nudo = tradisce familiarità con disegno di epoca classica, morbidezza ed eleganza. Nella seconda metà dell’XI s, dopo aver praticato la maniera rigida e geometrica che avevano ricevuto in eredità, gli artisti di Montecassino => rivolsero lo sguardo a Bisanzio. Pittori, scultori e costruttori dall’Oriente -> fornirono flusso regolare di influenza bizantina: - incremento naturalismo - Stile più libero ed organizzato - Ritorno a qualcosa di simile alla bellezza classica La Spagna fornisce un esempio di arte cristiana che si sviluppa dalle tradizioni classiche, ma che non rinnova mai i suoi contatti con esse : non fu toccata da rinascita carolingia e stette fuori dall’influenza bizantina. => In epoca paleocristiana c’erano sarcofagi in stile romano e gli artisti spagnoli presero parte allo sviluppo della miniatura cristiana; in seguito la Spagna fu isolata dalle fonti classiche. ] al loro posto => forti influenze anticlassiche /!\: - arte copta: lungo la costa del nord africa - Elementi barbarici: dai Pirenei - Arte islamica: stretto contatto determinato dall’invasione dei mori nell’VIII s: la parte meridionale del paese cadde interamente sotto la dominazione musulmana. -> cultura cristiana sopravvisse ma assorbì molti elementi islamici. => I risultati di questo contatto si vedono nei Manoscritti di Beato, = edizioni illustrate di un Commentario sull’Apocalisse scritto nel 786 dall’abate Beato di Lièbana, prodotti più famosi dell’arte spagnola altomedievale —> miniatori non inventarono le illustrazioni, ma avevano di fronte copie dell’Apocalisse miniate del VI o VII sec. => Prime sculture del periodo romanico -> in Europa sud-occidentale, Linguadoca e Spagna settentrionale. ] legame con manoscritti di Beato. Esiste perciò una forte connessione diretta fra l’estremo privitimismo del X e XI sec l’arte romanica del XII sec !! Arcaismo romanico = esito finale di un processo evolutivo. -> Termine “arcaico” -> non copre aspetti dello stile del XII sec che ha caratteristiche mature e altamente sofisticate, evidenti soprattutto nel sistema strutturale degli edifici e nelle loro decorazioni, esempio: Capitello in calcare con Pesca Miracolosa del Priorato di Lewes nel Sussex, XII sec: fornisce l’idea della subordinazione della scultura figurativa all’opera architettonica. Pesca Miracolosa = composizione simmetrica in cui figure -> assumono ruolo volute capitello classico e sono richiami visivi fra colonna verticale e trabeazione orizzontale. Anche piccoli oggetti riflettono questo genio per la costruzione sistematica: esempio: Croce in rame dorato e smaltato con pietre semipreziose e scene dell’Antico Testamento che prefigurano la Crocifissione, terzo quarto del XII sec, regione della Mosa: le scene figurative sono in riquadri ornamentali ordinati e definiti ] pannelli figurativi ornamentali —> alternanza ritmica per enfatizzare la forma della croce e articolarla come una pianta dell’edificio. Subordinazione di tutti gli elementi ad un piano globale —> visibile nelle miniature. La forma preferita per la decorazione dei manoscritti era l’iniziale istoriata, ossia un’iniziale che conteneva una scena narrativa. /!\ novità del periodo romanico —> si trovarono testo, illustrazione ed ornamentazione subordinati ad uno schema generale. Esempio: Pagina iniziale della Genesi, dalla Bibbia di Worms, metà del XII sec (1148?), Renania: due scene figurative, la Creazione della Luce e la Creazione di Eva, sono racchiuse nella stessa cornice ornamentale fatta di intrecci e non si distingue che l’intera composizione = lettera “I”, con una “N” intrecciata forma le parole iniziali del libro della Genesi. Ogni libro della Bibbia viene introdotto alla stessa maniera: schema di testo, ornamentazione ed illustrazione. —> miniature sono ora incorporate nel testo, non in pagine separate, fuse indissolubilmente con la scrittura ] pietre angolari che sottolineano ed articolano la struttura di un testo sacro. ==> seguendo questo spirito orafi e altri artigiani che lavoravano il metallo —> realizzano turiboli, calici, oggetti liturgici secondo forme proprie dell’architettura. > interesse per effetti ornamentali piuttosto che realistici —> Coperchio di Turibolo in bronzo dorato proveniente dal Basso Reno o dalla regione della Mosa, fine XII sec: struttura richiama quella di una chiesa con 4 bracci uguali, ha origine da un’ornamentazione a tralci vegetali, mentre 4 angeli e 4 evangelisti sono sistemati sulle 4 facciate e angoli] la relazione fra elementi è puramente astratta. Da opera “De diversi artibus" del monaco Teofilo: coperchio del turibolo è la rappresentazione di Gerusalemme celeste. In generale ordine e sistema erano concetti nuovi nell’arte. Stabilire l’ordine richiede divisione chiara fra le pari che compongono l’insieme —> questo veniva fatto ad esempio (come in Croce in rame dorato e smaltato con pietre semipreziose e scene dell’Antico Testamento che prefigurano la Crocifissione) mediante uno schema di riquadri e medaglioni che separa nettamente figure ed ornamentazione isolando zone: all’interno di ciascuna di esse la figura romanica ha spesso più libertà di quella ottoniana. La figura, racchiusa in maniera sicura dal quadrato o dal cerchio che le era stato assegnato e perciò protetta dall’interferenza di altri elementi e da molte ambiguità della rappresentazione naturalistica, aveva acquistato la libertà di muoversi all’interno dei limiti imposti. La maggior parte delle figure del periodo romanico sono in piedi come se fossero radicate nel terreno; mentre quelle del X e XI s, erano spesso in equilibrio precario o galleggiavano nell’aria. Esempio: Miniatura con la visitazione, da un frammento di manoscritto romanico (probabilmente un Salterio), XII sec, Germania?: Maria ed Elisabetta si salutano nella scena della Visitazione, possiedono tutte le qualità dell’ornamentazione pura, stanno in piedi come pilasti al centro di un fondo oro, ma c’è un vero sentimento umano nel loro abbraccio. Inoltre hanno aspetto pesante, massiccio e contorni definiti = nuova forma di “naturalismo” con figure meno eteree —> trascendentale era diventato un fatto concreto. Questo nuovo naturalismo è evidente in pittura e scultura => rinnovata influenza bizantina in XII sec ] conservava ancora idea classica della figura umana = organismo indipendente. Esempio: Miniatura con Cristo un Maestà del Salterio Westminster, 1200, Inghilterra per l’abbazia di Westminster: figura di Cristo pesante e tridimensionale, ma anche armonica nei movimenti e drappeggiata da abiti che enfatizzano la struttura del corpo, volto modellato con delicatezza, proporzionato e gentile nonostante l’austerità impersonale. Influsso bizantino evidente, ma disposizione pagina = regolare e spazio definito!! Nuova naturalismo arte romanica —> esisteva solo in virtù dell’attrazione. Nel momento in cui scomparve ultima traccia di modelli classici (zavorra espedienti naturalistici) —> raggiunto ideale di austera severità con linguaggio che permetteva di confrontarsi con qualsiasi soggetto. C’era poco studio della natura o del disegno del vero: la fonte principale per l’artista, del XII s, erano le opere dell’arte precedente. L’artista romanico non era più legato ai suoi modelli come lo era un miniatore o uno scultore carolingio o ottoniano. Di conseguenza è più complicato riconoscere i modelli che stanno dietro le figure e le composizioni romaniche, anche perché ci furono nuove invenzioni. L’artista poteva rappresentare qualsiasi cosa volesse, dandole una forma perfetta. L’arte del XII sec, era molto più ricca e più variata nei temi di quanto non lo fosse stata l’arte cristiana dei periodi precedenti. I soggetti venivano scelti per il loro significato simbolico, che conduce a un rimaneggiamento dei tradizionali tipi iconografici e alla creazione di nuovi modelli. Questo portò ad un sapere enciclopedico illustrato da imponenti cicli iconografici, il più noto è detto “sistema tipologico” = in cui evento Antico Testamento è giustapposto a scene Nuovo Testamento => dimostrare come uno prefiguri l’altro. Nelle opere romaniche la storia considerata spesso importante solo se in rapporto con il progetto divino di redenzione e per il suo spazio nello schema dottrinale. Esempio: Miniatura con la Crocifissione e il sacrificio di un vitello, dalla Bibbia di Floreffe, intorno al 1160, Abbazia di Floreffe sulla Mosa: mostra sacrificio espiatorio del Vecchio Testamento in relazione alla Crocifissione (controparte) ] due scene racchiuse nella stessa cornice.      L’iconografia non fu confinata alla Bibbia: si estendeva a molti altri soggetti, religiosi e profani, che erano rimasti sconosciuti o considerati insignificanti per l’arte cristiana, esempio: segni zodiaco, sette arti liberali, mesi anno, etc. ] tutti simboli interpretabili come parti di un progetto divino per la redenzione dell’uomo. L’arte profana esisteva appena o si può dire che la distinzione tra sacro e profano fosse priva di significato dal momento che tutto derivava da Cristo. Esempio: Pagina di un Bestiario, fine XII sec, Inghilterra: trattato medievale di zoologia, scena di animali con descrizioni e loro abitudini —> mettere in relazione il mondo naturale con Cristo e con insegnamenti della Chiesa. Dal XII sec, la tendenza didattica, ossia il desiderio di comunicare un preciso messaggio, aveva influenzato tutta la produzione artistica. Il fervore religioso era razionalizzato e presentato come un sistema rigido, che vedeva ogni cosa in relazione ad un’idea centrale. L’arte romanica combinava una perfetta forma astratta + profondo significato spirituale. => conciliando le due tendenze che nei periodi precedenti erano sempre state in opposizione: ornamentazione pura + comunicare un messaggio particolare.
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