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L'Altro: La Relazione Umana con l'Altro - Ryszard Kapuściński - Prof. Zingale, Appunti di Semiotica

Questo documento raccoglie le osservazioni di ryszard kapuściński su quattro conferenze sul tema dell'altro, esplorando la natura dinamica e mutevole dell'altro, la sua relazione con l'uomo, la curiosità europea per il mondo e la necessità di un approccio rispettoso verso l'altro. Il filosofo e storico greco erodoto, emmanuel lévinas, padre józef tischner e edward sapir sono alcuni dei pensatori citati nel testo.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 14/02/2024

letiziapercuoco
letiziapercuoco 🇮🇹

4.6

(14)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica L'Altro: La Relazione Umana con l'Altro - Ryszard Kapuściński - Prof. Zingale e più Appunti in PDF di Semiotica solo su Docsity! L’Altro - Ryszard Kapuściński di Letizia Percuoco L’Altro Ryszard Kapuściński Nel libro sono raccolte le osservazioni dell’autore di seguito a quattro conferenze sul tema de “L’altro”: 1. Conferenze Viennesi (2004) 2. Il mio altro (1990) 3. L’altro nel villaggio globale (2003) 4. L’incontro con l’altro come sfida del xxi secolo (2004) 1. CONFERENZE VIENNESI Il doppio aspetto dell'uomo come individuo e portatore di razze e culture non è rigido, statico e fissato una volta per tutte, ma è dinamico, mobile, mutevole, soggetto a fluttuazioni di tensione a seconda del contesto esterno, delle esigenze del momento, delle aspettative circostanti e perfino del nostro stato d'animo e della nostra età. Ogni incontro con l'altro è dunque un enigma, qualcosa di ignoto se non addirittura di segreto. A ben vedere, l'intera letteratura mondiale è dedicata all'altro. Su certe giovani menti, queste letterature hanno l'effetto di stimolare il desiderio di recarsi nei più remoti angoli della terra per incontrare e conoscere gli altri: questa era la tipica illusione dello spazio, la convinzione che ciò che è lontano sia diverso, e tanto più diverso quanto più è lontano. L'uomo è per sua natura portato alla sedentarietà, una caratteristica che si è radicata soprattutto dopo la scoperta dell'agricoltura e dell'arte di costruire le città. Di solito l'uomo abbandona il suo nido solo se costretto. Per molti, infatti, lo spazio provoca ansia, timore dell'ignoto e perfino paura della morte. Per la mentalità dei reporter (coloro che girano per scoprire, analizzare e descrivere società sconosciute) il viaggio rappresenta una sfida e uno sforzo, fatica e sacrificio, un compito arduo, un ambizioso progetto da portare a termine. Non è solo il viaggio intrapreso volontariamente a essere una rarità, ma anche una forte curiosità del mondo è un fenomeno poco comune. In questo corteo di civiltà che è il mondo, l'Europa costituisce un'eccezione. È l'unica, a partire dall'antica Grecia, a manifestare curiosità per il mondo; con il desiderio di soggiogarlo e dominarlo, ma anche con l'intento di conoscerlo. Ed è qui che iniziano i rapporti con gli altri abitanti del pianeta: gli altri. Il filosofo e storico greco Erodoto parlava degli altri senza disprezzo né odio; cercava di conoscerli, di capirli e spesso dimostrava addirittura che per molti aspetti essi superavano gli stessi greci. Erodoto conosceva la natura sedentaria dell'uomo e sapeva che per entrare in contatto con gli altri era necessario mettersi in cammino, raggiungerli e manifestare il desiderio di incontrarli. In una parola, voleva conoscere gli altri: essi sono lo specchio nel quale ci vediamo riflessi. Secondo Kapuściński, il modo di pensare della nostra società è particolarmente eurocentrico. L'altro quindi può essere visto sia come nemico che come cliente. Sono la situazione, le circostanze e il contesto a decidere se, in un dato momento, vediamo la stessa persona come nemico o come un partner, perché l'altro può essere entrambi e proprio in ciò consiste la sua L’Altro - Ryszard Kapuściński di Letizia Percuoco mutevole e inafferrabile natura, i suoi comportamenti contraddittori dei quali spesso egli stesso non riesce a comprendere la causa. Conquistare, colonizzare, dominare, soggiogare: questo è l'impulso nei confronti degli altri che si è ripetuto nella storia del mondo. Dovranno passare migliaia di anni prima che la mente umana inizi a concepire il sospetto di una possibile uguaglianza tra noi e l'altro. La paura dell'altro viene sempre più spesso sostituita dalla curiosità e dal desiderio di conoscerlo più da vicino. Si attua un importante progresso dallo stereotipo del selvaggio imprevedibile all'immagine di un individuo portatore di una diversa razza e cultura. I rapporti degli europei con l’altro si sono evoluti attraverso tre fasi principali: 1. La fase dei mercanti e degli ambasciatori: si entrava in contatto con l'altro attraverso le vie commerciali o su invito di ambasciate in altri paesi o da parte di potenti dell’epoca. 2. La fase delle grandi scoperte geografiche. 3. La fase dell'Illuminismo e dell'umanesimo, che si apriva agli altri con il tentativo di comprenderli, scambiando non solo merci ma anche valori culturali e spirituali. Segue poi una nuova epoca ulteriormente suddivisa in tre fasi: 1. La fase degli antropologi. 2. La fase di Lévinas. 3. La fase multiculturale. Oggi, le forme di comunicazione sono mutate: non si parla più di “colonialismo” ma di “missione civilizzatrice”, di “conversione” e di “aiuti alle popolazioni povere e sottosviluppate”. Nasce l’antropologia, la scienza sociale che si dedica allo studio dell'altro e promuove la comprensione e l'accettazione della diversità come caratteristica intrinseca dell'umanità. Gli antropologi si sono divisi principalmente in due scuole di pensiero: gli evoluzionisti e i diffusionisti. Gli evoluzionisti sostenevano un'inevitabile progressione di tutte le società umane da uno stato primitivo a uno civilizzato, seguendo lo stesso cammino di sviluppo e progresso, e si basavano sulla credenza in una unitarietà psichica del genere umano. Questi erano considerati ottimisti e globalisti. I diffusionisti, invece, ritenevano che diverse civiltà e culture, quando venivano a contatto, si influenzassero reciprocamente in un dialogo creativo e complesso; rappresentavano una visione antiglobalista, vedendo il mondo come un tappeto persiano variegato e misterioso. Malinowski sosteneva che non bastava andare tra le altre culture, ma bisognava vivere “tra” e “con” loro. Per gli antropologi, le ricerche sul campo erano la condizione fondamentale anche per il lavoro dei reporter, e si comprese che lo studio di una tribù non poteva fornire la chiave per descriverne un'altra, perché ogni cultura va osservata nelle sue singolarità. Il problema dell'altro e della nostra relazione con lui è diventato uno dei temi centrali nella riflessione di Emmanuel Lévinas, che enfatizza la necessità di un approccio rispettoso verso l'altro. Nella società di massa, dominata dall'anonimato e dall'indifferenza, Lévinas spinge oltre la semplice accoglienza dell'altro, sottolineando la necessità di assumersi la responsabilità nei suoi confronti. Questo significa accettare l'altro anche nella sua alterità, considerandola una ricchezza e un valore. L'antropologia ha fatto un passo avanti rispetto all'Illuminismo, mostrando agli europei che l'altro, appartenente a un'altra razza e tradizione, possiede una propria cultura sociale e spirituale altamente sviluppata. Secondo Lévinas, l'altro è il nostro maestro e si trova più vicino a Dio che a noi; la nostra relazione con lui dovrebbe essere un movimento verso il bene, incarnando il comandamento “non uccidere”. Dalle opere di Lévinas emergono due osservazioni: l'altro è sempre l'individuo, e l'uomo da solo è di solito più umano che non quello immerso nella massa eccitata. Inoltre, l'altro di cui parla
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